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Buddismo giapponese

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IlBuddha Amida (阿彌陀) diKamakura (1252). Le mani sono nel "gesto della meditazione" (dhyānamudrā, giapp. 禪定印zenjō-in) tipica delBuddha Amida giapponese, ovvero con le punte degli indici che toccano i pollici, gesto denominato 弥陀の定印mida no jō-in, mentre le gambe sono incrociate nella "posizione del loto" (padmāsana, giapp. 結跏趺坐 kekkafu za). In cima al capo emerge lauṣṇīṣa (giapp. 頂相chinzō) mentre in mezzo agli occhi è posta laūrṇā (giapp. 白毫byakugō), questi ultimi due appartengono aiTrentadue segni maggiori di un Buddha (giapp. 三十二相sanjūni sō). Le grandi orecchie indicano la "grande rinuncia" in ricordo della sua vita da re quando indossava pesanti orecchini ricoperti di pietre preziose.

Ilbuddhismo giapponese merita particolare attenzione nella storia dellareligione buddista poiché costituito in buona parte dalla continuazione o dall'evoluzione delle antiche scuole delbuddismo cinese, alcune oggi estinte nel paese d'origine, introdotte nell'arcipelagonipponico in epoche diverse.

Inoltre, l'introduzione dellascrittura e dellaculturacinese, che sono all'origine dellaStoria del Giappone propriamente detta (VI secolo) fu veicolata anche da rapporti di carattere religioso e i monacibuddisti rimarranno per lungo tempo i tramiti e gli interpreti più importanti dellacultura continentale inGiappone.

Per questo motivo la storia del buddismo giapponese è praticamente inscindibile dallastoria stessa del paese, la cui cultura ha influenzato profondamente e su più livelli. Queste scuole si sono inoltre diffuse nel resto del mondo (cfr.buddismo in Occidente), in particolare ilbuddismo zen e ilbuddismo Nichiren rappresentano due delle scuole buddiste più diffuse fuori dall'Asia assieme albuddismo tibetano e albuddismo Theravada.

Le scuole buddiste giapponesi

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Ilbuddismo nella lingua giapponese viene denominato come 佛教 (bukkyō, insegnamento del Buddha) e si compone di differenti scuole (宗shū, dottrina).

Sei scuole di Nara

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Conbuddismo diNara o "sei scuole di Nara"[1][2] (Nanto Rokushū, o semplicementeRokushu, giapponese 六宗) si intendono le sei scuole nate in questa città durante ilperiodo Nara (710-784) in cui essa era capitale imperiale; le più diffuse sono la scuola Ritsu e la Kegon, che hanno in comune la venerazione verso ilBuddhaVairocana, rappresentazione deldharmakāya di tutti i Buddha.[3][1][2]

ScuolaRitsu (律宗,Ritsu shū oRisshū)
Il tempio diTōshōdai-ji aNara, sede della scuolaRitsu.

Lignaggi e dottrine sono quelle della scuola cinese, fondata nel VII secolo daDàoxuān (道安, 596-667). Si fonda sullo studio delCāturvargīya-vinaya (Quadruplici regole della disciplina, 四分律 pinyin:Shìfēnlǜ, giapp.Shibunritsu, è conservato nelLǜbù) della scuolaDharmaguptaka, tradotto in cinese nel 408 daBuddhayaśas (in cinese 佛陀耶舍Fótuóyéshè, IV-V secolo) e daZhú Fóniàn (竺佛念, IV-V secolo).

Fu introdotta inGiappone dal monaco cinese, di scuola,Dàoxuán Lüshi (道璿律師 702-760, giapp. Dōsen Risshi) invitato alla Corte diNara dall'imperatoreShōmu (聖武天皇, regno: 724-749) e giunto in Giappone nel 736.

Fino a quel momento le comunità buddiste giapponesi non avevano alcunvinaya di riferimento, fu proprioDàoxuán Lüshi a introdurre per primo le regole monastiche in Giappone. Impressionato dalla preparazione diDàoxuán Lüshi e dalle regole delvinayaDharmaguptaka da lui osservate,Shōmu inviò due prelati giapponesi inCina per invitare un altro maestro di scuola,Jiànzhēn (鑑眞, 688-763; giapp. Ganjin), che giunse nel 754 dopo alcune difficoltà. Il tempio di scuolaKegon, ilTōdai-ji (東大寺) fu trasformato subito daJiànzhēn nella prima pedana di ordinazione monastica giapponese.

La scuola tutt'oggi risiede aNara nel tempioTōshodai-ji (唐招提寺)[4].

ScuolaKusha (倶舎宗,Kusha shū)

Origina dalla scuola cinese, di ispirazioneHīnayāna,Jùshè, e come questa si fonda sull'Abhidharma-kośa-bhāsya (Tesoro dell'Abhidharma, 阿毘達磨倶舍論本頌, pinyinĀpídámójùshèlùn běnsòng, giapp.Abidatsumakusharon honshō, è conservato nelPítánbù,T.D. 1560), composto nel V secolo dalsarvāstivāda (poi seguacesautrantika e infine patriarcacittamātraVasubandhu) e tradotto nel 651 daXuánzàng. Nel 658, i monaci giapponesi di scuolaHossō,Chitsū (智通, VII secolo) eChidatsu (智達, VII secolo), allievi di Xuánzàng, ne trasferirono gli insegnamenti in Giappone fondando la scuola Kusha.

L'appartenenza dei suoi fondatori ad un'altra scuola di chiara estrazioneMahāyāna (per la precisazionecittamātra), come d'altronde lo stesso loro maestroXuánzàng, indica come questa piccola scuola sia legata alla tradizioneHossō e, tuttavia, dedicata allo studio dell'Abhidharma-kośa-bhāsya.

ScuolaSanron (三論宗,Sanron shū)
Il tempioGangō-ji oggi aNara. Dapprima sede della scuolaSanron divenne poi sede della scuolaHossō, di cui oggi rappresenta la denominazioneShōtokū-shū. È considerato il primo tempio buddista giapponese.

Fa riferimento, per dottrine e lignaggi, alla scuola cineseSānlùn. E come laSānlùn si concentrò sullo studio dei tre trattati (sanron)[5] ad improntaMādhyamika, conservati nelloZhōngguānbù. Si ritiene, tuttavia, che questi tre trattati fosse noti già un secolo prima, trasferiti inGiappone da monaci coreani.

Fu tuttavia l'arrivo del monaco coreanoHyegwan (coreano 혜관, giapp. 慧灌 Ekan, date sconosciute), discepolo diretto del settimo patriarca cineseSānlùnJízàng (吉藏, giapp. Kichizō, 549-623), che giunse in Giappone nel 625 divenendo l'abate del tempioAsukadera-ji (飛鳥寺)[6] adAsuka-kyō (飛鳥), a fondare, di fatto, la scuolaSanron.

Nel corso dei secoli successivi la scuolaSanron verrà assorbita dalle scuoleTendai,Hossō eKegon.

ScuolaJōjitsu (成実宗,Jōjitsu shū)

Origina dagli insegnamenti della scuola cinese, di improntamādhyamika e simile allaSānlùn,Chéngshí. Le sue dottrine furono trasferite inGiappone, nel 625, dal monaco coreanoHyegwan, lo stesso che trasferì le dottrineSānlùn fondando la scuolaSanron.

La sua particolarità è che era centrata sullo studio delTattvasiddhi-śāstra (成實論 pinyin:Chéngshí lùn, giapp.Jōjitsuron, si trova nelLùnjíbù) diHarivarman, da cui prende il nome. Come la scuolaSanron fu assorbita nel corso degli anni dalle scuoleHossō,Kegon eTendai. Fu comunque sempre considerata, inGiappone, un ramo secondario della scuolaSanron.

Il tempioTōdai-ji aNara sede, ancora oggi, della scuolaKegon.
ScuolaKegon (華厳宗,Kegon shū)

Deriva dalla scuola cineseHuāyán e come queste venera l'Avataṃsakasūtra (華嚴經, pinyinHuāyánjīng, giapp.Kegon kyō, Sutra della ghirlanda fiorita di Buddha, conservato nelloHuāyánbù), sutra considerato il più importante e completo da questa scuola. Particolare riguardo è riservato all'ultimo capitolo, ilGaṇḍavyūhasūtra (入法界品 pinyin:Rù fǎjiè pǐn, giapp.Nyū hokkai bon, Capitolo sull'ingresso dentro il Regno della Realtà).

La dottrina di questa scuola verte su una radicale letturaolistica e omnicentrica di tutta la Realtà. Il primo ingresso inGiappone dell'Avataṃsakasūtra è datato 736, quando il fondatore della scuola Ritsu, il monaco cineseDàoxuān Lüshi, ne portò una copia dal suo paese.

Nel 740 il monaco coreano Simsang (심상, cin. 審祥 Shěnxiáng, giapp. Shinshō o Shinjō, ?-742), allievo del patriarca cineseFǎzàng (法藏, 643-712), insegnò l'Avataṃsakasūtra e le dottrine della scuola Huāyán alla corte imperiale diNara, fondando di fatto la scuola giapponese Kegon.

Nello stesso luogo della esposizione della dottrina del sutra, l'imperatoreShōmu fece erigere il tempioTōdai-ji dove poi pose, nel 752, l'enorme statua delBuddhaVairocana (吠嚧遮那, giapp.Hairoshana), ilDaibutsu (大佛). Durante ilperiodo Nara fu la scuola buddista preferita dalla Corte imperiale per la sua dottrina religiosa che poteva essere rispecchiata in una dottrina politica unificante lo Stato.

Il suo tempio, ilTōdai-ji fu per due secoli il tempio principale dove avvenivano le ordinazioni monastiche. Fu poi eclissato dall'Enryaku-ji della scuolaTendai che, tuttavia, operò solo ordinazionimahāyāna rifuggendo ilVinaya di originehīnayāna (Dharmaguptaka), utilizzato anche da questa scuola.

ScuolaHossō (法相宗Hossō shū)

È la versione giapponese della scuola cineseFǎxiāng (法相宗,Fǎxiāng zōng) fondata daXuánzàng nel 645 dopo il suo ritorno dal viaggio inIndia. Il pellegrino giapponese Dōsho (道昭, 629-700)[7] ne riportò in patria insegnamenti e lignaggi nel 653, trasferendoli nel monasteroGangō-ji (元興寺, costruito nel 588 è considerato il primo tempio buddista fondato inGiappone) diAsuka. Nel 658 trasmise il lignaggio al suo discepolo Gyōgi (行基, 667-748), denominata la trasmissione del monastero del Sud (南寺傳). Nel 716 il monacoGenbō (玄昉, ?-746) si recò in pellegrinaggio in Cina dove studiò presso la scuolaFǎxiāng sotto il maestroZhìzhōu (智周, 668-723).

Tornato in Giappone nel 735 trasmise il lignaggio aZenju (善珠, 727-797), inaugurando la trasmissione del monastero del Nord perché avvenne nel tempioKōbuku-ji aNara dove a scuola si era stabilita al seguito della Corte imperiale. Dopo un periodo di splendore, la scuolaHossō declinò progressivamente fino a scontrarsi con la scuolaTendai.

Tutt'oggi esistente, è considerata come una scuola particolarmente erudita che si fonda sullo studio delVijñaptimātratāsiddhi-śāstra (Trattato sulla realizzazione del niente altro che conoscenza, 成唯識論 pinyin:Chéngwéishìlùn, giapp.Jōyuishikiron, conservato nelloYúqiébù) opera fondamentale diDharmapāla tradotta daXuánzàng (T.D. 1585.31.1a-59a) che poi è un commentario alTriṃśikāvijñaptikārikā diVasubandhu.

Scuola Tendai (天台宗,Tendai shū)

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Il padiglione della predicazione del Dharma del TempioEnryaku-ji, tempio centrale della scuolaTendai sul Monte Hiei.

È una delle scuole più importanti del buddismo giapponese ed è all'origine di molte scuole ancora oggi esistenti come loZen Rinzai, loZen Sōtō, ilNichiren, ilJōdo e ilJōdo Shin.

Fu fondata nell'804 daSaichō, un monaco giapponese che aveva compiuto un pellegrinaggio inCina da dove aveva riportato dottrine, lignaggi e testi della scuola cineseTiāntái (天台宗) fondata daZhìyǐ (智顗) nel VI secolo, la quale, insieme alle scuoleHuāyán eChán eZhēnyán aveva rappresentato l'aspetto più significativo delbuddismo cinese. Questa scuola fonda i suoi insegnamenti sulSutra del Loto (sanscritoSaddharmapundarīkasūtra, giapp. 妙法蓮華經Myōhō renge kyō oHokkekyō), sulla dottrina dell'Enyū santai (圓融三諦), sull'Ichinen sanzen (一念三千) e sulle dottrine esoteriche (密教mikkyō), che qui prendono la denominazione ditaimitsu (台密), derivate soprattutto dalMahāvairocanāsūtra oMahāvairocanābhisaṃbodhi-vikurvitādhiṣṭhāna-vaipulyasūtra (Il sutra di Mahavairocana, 大日經 cin.Dàrì jīng, giapp.Dainichikyō).

È una scuola in cui l'aspetto dello studio delle dottrine va sempre accompagnato alla pratica meditativa, denominatashikan (止觀) la quale si fonda sulle opere delMóhē Zhǐguān (摩訶止觀, Grande trattato di calma e discernimento, giapp.Maka Shikan, T.D. 1911) e delTóngméng Zhǐguān (童蒙止觀, Trattato di calma e discernimento per principianti; in giapponese 小止観Shō Shikan, Piccolo trattato di calma e discernimento;T.D. 1915) diZhìyǐ dove questa pratica meditativa viene descritta.

Dal punto di vista della disciplina monastica, la scuola Tendai, come anche le scuole Zen, segue solo i 58 precettimahāyāna indicati nelBrahmajālasūtra (梵網經 pinyin:Fànwǎng jīng, giapp.Bonmō kyō, Il Sutra della rete di Brahma).

Scuola Shingon (真言宗,Shingon shū)

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Una pagoda delDaigo-ji, uno dei templi principali della scuolaShingon, aFushimi-ku,Kyoto.

Scuola fondata dal monaco giapponeseKūkai che nell'anno 804, durante ilperiodo Heian, si recò inCina dove apprese le pratiche tantriche della scuolaVajrayāna cineseZhēnyán; al suo ritorno portò con sé numerosi testi, deciso a importare la scuola nel suo Paese.

Nel tempo elaborò la propria sintesi delle pratiche e delle dottrine esoteriche, basate sul culto delBuddha cosmicoVairocana, che nella scuola è venerato comeMahāvairocana Tathāgata (大日如来, giapp.Dainichi Nyorai). La dottrina della scuola Shingon si basa su due testi fondamentali: ilVajrasekhara Sūtra (金剛頂経, giapp.Kongochō yugakyō, Sutra della punta delvajra) e ilMahāvairocanābhisaṃbodhi (大日経,Dainichi Kyō, Sutra della Bodhi di Mahāvairocanā).

Oltre ai due testi fondamentali nelle scuoleShingon si attribuisce massima importanza alAdhyardhasatika Prajnaparamitasutra (giapp.Rishukyō, 理趣経), alKongōbu Rōkaku Issai Yugayugi kyō (金剛峯楼閣一切瑜伽瑜祇経) e a molti altri compendi indiani quali ilSusiddhikara Sadhanopayikapatala (蘇悉地羯羅経, giapp.Soshitsujikara kyō).

Molto importanti sono anche le opere esegetiche e i trattati dello stessoKūkai. Ilbuddismo Vajrayāna poggia le sue fondamenta sui rituali e le pratiche meditative rivolte al raggiungimento dell'"illuminazione"; secondo loShingon, l'"illuminazione" non è una realtà distante, tale da richiedere innumerevoli rinascite, ma un obiettivo raggiungibile nella vita attuale, coltivando il potenziale spirituale (Natura-Buddha), innato in ogni essere vivente. Con l'aiuto di un buon maestro e allenandosi a controllare il corpo, le parole, e la mente, è possibile liberare questo potenziale per il beneficio proprio e altrui.

L'"obiettivo" della pratica di questa scuola è perciò «diventare Buddha in questa vita, con questo corpo» (giapp.sokushin jōbutsu gi, 即身成仏義).

Scuola Nichiren (日蓮宗,Nichiren shū)

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Le scuole delbuddismo Nichiren sono l'insieme di scuole buddiste giapponesi che fanno riferimento alla figura e agli insegnamenti diNichiren (日蓮, 1222-1282) un monaco giapponese di scuolaTendai.

Il tempio buddista di scuolaNichiren shū,Kuon-ji sulMonte Minobu nella prefettura diYamanashi.

Il loro lignaggio monastico è fatto risalire direttamente alBuddha Śākyamuni e al BodhisattvaBhaiṣajyarāja (藥王, cin.Yàowáng, giapp.Yakuō, Re della medicina) e ripercorre il lignaggio della scuola cineseTiāntái (天台宗), arrivando al fondatore della scuola giapponeseTendai,Saichō (最澄, 767-822), e, infine, aNichiren ritenuto a sua volta la manifestazione del BodhisattvaViśiṣṭacāritra (諸異行, cin.Zhūyìxíng, giapp.Jogyō).

Le dottrine di queste scuole hanno in comune la venerazione e lo studio delSutra del Loto (sanscritoSaddharmapundarīkasūtra, giapp. 妙法蓮華經Myōhō renge kyō oHokkekyō), considerato il più importante e completo insegnamento buddista, lo studio dei relativi commentari da parte dei maestri cinesi di scuolaTiāntái,Zhìyǐ (智顗, 538-597),Guàndǐng (灌頂, 561-632) eZhànrán (湛然, 711-782) nonché dello stessoSaichō.

Della scuolaTendai, ilbuddismo Nichiren rigetta la pratica meditativa delloshikan, in quanto ritenuta inadatta nell'epoca attuale denominatamappō (末法), le pratiche esoteriche (密教mikkyō) deltaimitsu (台密), ritenute non conformi alle dottrine originali, e la pratica delnembutsu (念佛, recitazione del nome di Buddha) quest'ultima sostituita daldaimoku (題目, letteralmente "titolo", ma riferito a letteratura sacra come isūtra, giapp. 経kyō) ovvero dalla recitazione del titolo giapponese delSutra del Loto,Nam myōhō renge kyō.

Ciò che differenzia, tra loro, le scuole delbuddismo Nichiren è, nella suddivisione in due parti (本迹二門, giapp.honjaku nimon, cin.běnjī èrmén) delSutra del Loto, la considerazione della prevalenza o meno delle dottrine esposte negli ultimi 14 capitoli (本門, giapp.honmon, cin.běnmén) rispetto ai primi 14 capitoli (迹門, giapp.sakumon, cin. jī mén). Secondo laNichiren shū tale prevalenza non esiste a differenza dellaNichiren Shōshū per cui invece essa sussiste.

Questa differenziazione dottrinale non è di poco conto. Nei secondi 14 capitoli delSutra del Loto viene esposta la dottrina delBuddha eterno (giapp. 本佛Honbutsu)[8].

Se il Buddha è eterno e chiunque può divenire Buddha, allora il Buddha dell'ultimo giorno della Legge (vedimappō) non può che essere colui che ha predicato la corretta dottrina delSutra del Loto, ovveroNichiren.

Questa ultima posizione propria, ad esempio, dellaNichiren Shōshū e dellaSoka Gakkai, non è condivisa dallaNichiren shū che, come ad esempio laRisshō Kōsei Kai, ritiene che il Buddha eterno si sia espresso nella forma delBuddha Śākyamuni a cui va offerta la venerazione restandoNichiren "solo" una manifestazione delbodhisattvaViśiṣṭacāritra. Da tenere presente che a parte gli aspetti popolari che sconfinano in una pratica pressoché devozionale e quasi "teistica", da punto di vista dottrinale, riscontrabile nei trattati e nei commentari di queste scuole, il punto di partenza di tutte queste manifestazioni è sempre e solo lavacuità così come viene espressa nelle dottrine, di matriceTiāntái, denominate in giapponeseenyū santai (圓融三諦) eichinen sanzen (一念三千) anche se nella particolare interpretazione diNichiren[9].

Con i loro 30 milioni di seguaci e i loro 6.500 templi, le scuole delbuddismo Nichiren rappresentano oggi la forma di buddismo più diffusa inGiappone.

Scuola Nichiren Shō (日蓮正宗,Nichiren Shōshū)
La statua diNichiren, situata all'esterno del tempioHonnō-ji aTeramachi, distretto di Kyoto

La prima divisione all'interno delle scuole delbuddismo Nichiren nasce pochi anni dopo la morte del fondatore. Prima di morire,Nichiren affidò a sei dei suoi discepoli anziani il compito di organizzare la diffusione della sua dottrina e quello di curare il tempioKuon-ji (久遠寺) da lui fondato sul monteMinobu nellaprovincia di Kai.

Le turbolenze politiche e militari del Giappone alla fine del XIII secolo non consentivano la presenza costante e contemporanea nel tempioKuon-ji da parte di questi sei discepoli:Nikkō (日興, 1246-1333),Nikō (日向1253-1314),Nichirō (日朗, 1245-1320),Nisshō (日昭, 1221-1323),Nichiji (日持, 1250-?) eNitchō (日頂, 1252-1317). Così Nikkō, riuscendo invece a garantire una presenza costante nel monasteroKuon-ji ricoprì, a partire dal 1285, il ruolo di abate. Dopo qualche anno venne raggiunto da Nikō, che ottenne di diventare responsabile della formazione dei monaci, finché non ebbe con lui un duro scontro dottrinale relativo alla condotta di un importante devoto laico della scuola,Hakiri Sanenaga (波木井実長, 1222–97), signore della parte meridionale dell'attualeprovincia di Kai, dove aveva sede il monasteroKuon-ji. Sanenaga aveva infatti reso omaggio aiKami (神, gli dèiscintoisti) violando, secondo Nikkō ma non secondo Nikō, l'insegnamento del maestro Nichiren.

Perso nel 1289 il controllo del monasteroKuon-ji, Nikkō si trasferì in un altro monastero, ilTaiseki-ji (大石寺), situato alle pendici delFuji portando con sé il DaiGohonzon (禦 本尊)[10], una tavola lignea su cui, il 12 ottobre del 1279,Nichiren aveva inciso un mandala rappresentante il Dharma, l'universo e la vita in esso contenuta. Su questa separazione dottrinale vertono i due principali rami scolastici Nichiren: ilNichiren Shū che fa riferimento a Nikō e ilNichiren Shōshū che invece fa riferimento a Nikkō.

È da tener presente che la polemica in questione non è di poco conto. Il ruolo assegnato alla figura diNichiren dallaNichiren Shōshū è quello diBuddha dell'ultimo giorno della Legge, come previsto nel capitolo Juryō (壽量品 Durata della vita del Buddha)XVI capitolo del Sutra del Loto, e quindi di fatto viene venerato al posto delBuddha Śākyamuni.

L'atteggiamento nei confronti delle altre fedi religiose e delle altre confessioni buddiste è di gran lunga più rigido rispetto allaNichiren-shū, che continua invece nella venerazione delBuddha Śākyamuni ed è decisamente più tollerante ed aperta nei confronti delle altre scuole buddiste. Ed è proprio il rapporto con le altre scuole buddiste e il ruolo da assegnare al proprio fondatoreNichiren la linea di discrimine di tutte le successive separazioni scolastiche all'interno delbuddismo Nichiren.

Le associazioni laiche originate dal buddismo Nichiren
La sede principale dellaRisshō Kōsei Kai aTokyo.

"Associazione per il sostegno della nazione" fondata nel 1879 daTanaka Chigaku (田中智學, 1861-1939), un monaco della scuola Nichiren che rinunciò ai voti per fondarla. Tanaka era convinto che ilbuddismo Nichiren in grave crisi verso la fine del XIX secolo, occorresse di una spinta dall'esterno delle istituzioni monastiche e decise di rivolgersi ai laici ottenendo grande consenso che, tuttavia, scemò al termine dellaprima guerra mondiale.

Nel 1922 Tanaka ottenne dal governo imperiale il titolo postumo di Risshō Daishi conferito aNichiren.

"Associazione degli amici spirituali" fondata nel 1925 daKotani Kimi (小谷喜美, 1901–1971) una devota laica delbuddismo Nichiren con poterisciamanici e da suo cognatoKubo Kakutarō (久保角太郎, 1890-1944)[11]. LaReiyūkai pratica ildaimoku ma afferma di venerare solo ilGohonzon. Celebra ilculto degli antenati, riti didivinazione epratiche di guarigione[12]. Ha una tendenza fortemente spiritualista.

Importante organizzazione laica fondata nel 1938 daNiwano Nikkyō (庭野日敬, 1906-1999) e dalla sua discepolaNaganuma Myokō (長沼妙佼, 1889-1957).

È il movimento di maggior successo nato da una separazione dallaReiyūkai. Sostiene che l'unico soggetto di venerazione deve essere ilBuddha Shakyamuni mentre ilGohonzon va riverito ma non venerato. Combina lo studio dei sutra con pratiche di edificazione morale dei suoi membri, riuniti in sessione di crescita personale (法座, giapp.hōza, cin.fǎzuò, dal sanscritodharmâsana, luogo dove si discute delDharma).

Con i suoi circa sei milioni di seguaci e i 239 luoghi di pratica inGiappone,Risshō Kōsei Kai si pone come la seconda associazione laica dopo laSōka Gakkai. Fuori del Giappone presenta sette centri di pratica ed è in rapporti di collaborazione con laChiesa cattolica, condividendo importanti iniziative comuni con ilMovimento dei focolari fondato daChiara Lubich.

LaRisshō Kōsei Kai è attivamente impegnata neldialogo interreligioso e il suo precedente presidente,Nikkyō Niwano (庭野日敬, 1906 - 1999), è stato tra i fondatori dellaWorld Conference Religions for Peace (WCRP)[13].

La sede principale dellaSoka Gakkai aTokyo.

È la più diffusa e discussa associazione laica buddista di scuola Nichiren. Fu fondata daTsunesaburō Makiguchi (牧口常三郎, 1871-1944) e daJōsei Toda (戸田城聖, 1900-1958) nel 1930 con il nomeSōka kyōiku gakkai (創価教育学会, Associazione pedagogica per la creazione di valore). Makiguchi svolgeva l'attività di educatore e il suo scopo iniziale era la promozione di nuovi modelli pedagogici fondati sulla responsabilità individuale e sul pragmatismo allo scopo di realizzare le proprie potenzialità sia in ambito spirituale che materiale. Divenne presto un seguace della scuolaNichiren Shōshū e ritenne di poter applicare le sue convinzioni pedagogiche alle dottrine religiose propugnate da questa scuola. Ostile al militarismo giapponese, alloShintoismo e al culto dell'imperatore, Makiguchi fu arrestato nel 1943 per essersi rifiutato di rispettare una legge che obbligava i cittadini giapponesi a conservare nelle loro abitazioni dei simboliscintoisti di buon augurio per la nazione. Morì in prigione nel 1944. Dopo la morte di Makiguchi, Tōda, divenutone presidente nel 1950, rilanciò l'associazione cambiandole il nome inSōka gakkai (創価学会, Associazione per lo sviluppo dei valori).

Dopo la morte di Tōda, che poté assistere direttamente alla grande diffusione per tutto l'arcipelago giapponese della associazione da lui fondata, divenne presidente, nel 1960,Daisaku Ikeda il quale, nel 1975, fondò laSōka Gakkai internazionale al fine di svolgere un'attività missionaria in tutto il mondo, attività che ha raccolto circa un milione di seguaci non giapponesi.

Nel novembre 1991, preoccupata per il crescente modernismo e occidentalismo dellaSoka Gakkai, nonché in disputa con lei per questioni dottrinali e di culto, laNichiren Shōshū ha condannato apertamente l'associazione, scomunicandone tutti i suoi membri.

Dal punto di vista dottrinale, tuttavia, laSōka Gakkai si discosta ben poco dalle dottrine diffuse dallaNichiren Shōshū. Nella pratica religiosa di questa associazione,Nichiren ha infatti sostituito ilBuddha Śākyamuni, questo perché il fondatore delbuddismo Nichiren viene identificato, come in altre denominazioni delbuddismo Nichiren di derivazioneNichiren Shōshū, con ilBuddha dell'ultimo giorno della Legge, proclamato nel XVI capitolo delSutra del Loto. Come altri seguaci del Sutra del Loto, vedono tutti i Buddha come manifestazioni delBuddha eterno.

LaSōka Gakkai venera[14] ilGohonzon e pratica la recitazione e la venerazione del titolo delSutra del Loto (daimoku).

Scuole Zen (禅)

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Il padiglione principale del tempioTofuku-ji a Kyoto. Seppur costruito, nel 1236, secondo i voleri diFujiwara Michiie patronoEnni Ben'en, come luogo di praticaTendai,Shingon eZen, divenne presto un tempio della scuola ZenRinzai e risulta oggi il tempio Zen più antico delGiappone.
L'ingresso al tempio Eihei-ji, il tempio principale della scuolaZen Sōtō fondato, daDōgen nel 1244, nei pressi diEchizen.

Le scuole delbuddismo Zen derivano per lignaggi, dottrine e testi strettamente (anche se con delle specifiche evoluzioni) da quelle delbuddismo Chán fondato inCina dal leggendario monaco indianoBodhidharma.

Furono trasferite nell'arcipelago giapponese da monaciTendai di ritorno dai loro viaggi inCina. Oppure, successivamente, trasferite da monaci cinesi missionari inGiappone. L'introduzione delbuddismo Zen, come scuola autonoma, inGiappone ha avuto un processo piuttosto sofferto. Tali difficoltà non si riscontrarono tanto nel trasferimento di dottrine, testi e lignaggi quanto piuttosto nel rendere autonomo lo Zen dalla scuolaTendai.

Saichō (最澄,767-822), il fondatore delbuddismo Tendai, introdusse nel IX secolo inGiappone anche gli insegnamenti delbuddismo ChánBeizōng (北宗, Scuola settentrionale) ricevendo, sempre inCina, anche il lignaggio della scuola buddistaChán denominataNiútóuchán (anche 牛頭宗, Niútóu zōng), fondata daFǎróng (法融, 594-657), che scomparirà dallaCina pochi decenni dopo ma che egli trasferirà inGiappone come scuolaGozu (牛頭宗,Gozu shū)[15].

Le dottrineChán erano quindi regolarmente studiate e praticate sulMonte Hiei, sede della scuolaTendai, fin dal IX secolo.

Nel XII secolo, il monacotendaiEisai (栄西, 1141-1215) studiò ilChán durante il suo secondo soggiorno inCina, sotto la guida del maestroXuan Huaichang (虛庵懷敞, giapp. Kian Esho, date sconosciute), appartenente al ramoHuánglóng (黃龍, giapp.Ōryū) della denominazioneLinji (臨濟, giapp.Rinzai). Tornato inGiappone, ebbe difficoltà ad insegnare tali dottrine al di fuori del contesto curricolare tradizionale previsto dal principale monasteroTendai, l'Enryaku-ji (延暦寺). Nonostante questo,Eisai non uscirà mai dalla scuolaTendai.

Un primo tentativo di una scuola autonomaZen fu compiuto da un altro monacotendai,Dainichi Nōnin (大日能忍, morto nel 1196?)[16] che inviati due discepoli inCina, ottenne il lignaggio cinese[17] dal maestroZhuan Deguang (1121–1203) a sua volta erede del Dharma del maestro di denominazioneLinji,Dahui Zonggao (大慧宗杲, 1089–1163)[18] fondando laDaruma shū (達磨宗). Un tentativo finito piuttosto male se consideriamo che, nel 1194, un decreto imperiale probirà le sue dottrine e distruggerà la sua scuola con i suoi monasteri[19].

Dopo gli importanti tentativi diEisai e diDainichi Nōnin, miglior successo lo ottenneEnni Ben'en (圓爾辯圓, anche Shōichi Kokushi, 1201-1280) altro importante monacotendai che studiò ilChán dapprima sulMonte Hiei, poi durante un pellegrinaggio inCina da dove fu il primo a trasferire il ramoYōgi (楊岐, cin.Yángqí) della denominazioneLinji, appreso sotto il maestro cineseWúzhǔn Shīfàn (無準師範, giapp. Bujun Shipan o Bushun Shihan, 1177–1249). E se neancheEnni Ben'en si distaccò dalla scuolaTendai, il fatto che ricoprisse il ruolo di abate del prestigioso monasteroTōfuku-ji (東福寺)[20], aKyoto, diede grande prestigio alle dottrine Zen da lui insegnate.

Ormai i tempi erano maturi perché alcuni maestri cinesi delChán potessero giungere inGiappone:Lánxī Dàolóng (溪道隆, giapp. Rankei Dōryū, 1213-1278), fondatore, nel 1253, del monastero Kenchō-ji (建長寺) aKamakura;Wùān Pǔníng (兀菴普寧, giapp. Gottan Run'ei, 1197–1276), vissuto solo 4 anni inGiappone, dove ricoprì il ruolo di abate del tempioKennin-ji ((建仁寺), fondato da Eisai aKyoto nel 1202;Dàxiū Zhèngniàn (大休正念, giapp. Daikyū Shōnen, 1214–1289), che fondò il monasteroKinpōzan Jōchi-ji (金宝山浄智寺) a Kamakura; infineWúxué Zǔyuán (無學祖元, giapp. Mugaku Sogen, 1226–1286), che fu l'abate del monasteroEngaku-ji (円覚寺) a Kamakura.

Nello stesso periodo, un altro monacotendai nonché discepolo diEisai,Dōgen (道元, 1200-1253), anche lui di ritorno dallaCina dove aveva studiato sulMonte Tiantong (天童山Tiantong shan) sotto la guida del maestro, di denominazioneCaódòng, (曹洞)Rujing (如淨, 1163-1228), ottenne il certificato di "illuminazione" e il lignaggio di trasmissione (傳法, cin.chuánfǎ, giapp.denpō) della scuola ChánCaódòng. Tornato inGiappone nel 1225,Dōgen si trasferirà nel 1230 nel tempioAnyo-in (安養院) alla periferia diKyoto, consumando una frattura definitiva con la scuolaTendai e fondando la scuola giapponeseZen Soto[21].

Ilgiardino Zen del tempioZen RinzaiRyōan-ji (龍安寺) aKyoto

Le scuole delbuddismo Zen, pur con delle differenze, conservano tutte la centralità della pratica meditativa denominatazazen (座禅), una minore attenzione allo studio deisutra e una cura particolare (presente peraltro anche nelle altre scuole) nei confronti della trasmissione del "lignaggio" (戒脈, cin.jiè mài, giapp. kai myaku) che procede, secondo questa tradizione, mediante l'ishin denshin (以心傳心, cin.yǐxīn chuánxīn, trasmissione "da mente a mente")[22] ovvero da maestro a discepolo senza l'utilizzo delle parole, ovvero per tramite di una intuizione improvvisa che genera l'illuminazione profonda (悟, cin., giapp.go osatori).

Le scuole ZenRinzai eSōtō sono, unitamente alla associazione laica di derivazioneNichirenSoka Gakkai, le scuole buddiste giapponesi più diffuse oggi in Occidente.

ScuolaZenRinzai (臨濟宗,Rinzai shū)

La scuolaRinzai deriva dalla denominazione Línjì (臨済) delbuddismo Chán.

Il primo a trasferire dottrine e lignaggi di questa scuola fu il monaco giapponese d scuolaTendaiEisai di ritorno dal suo secondo viaggio inCina. Dopo essere stata a lungo inglobata nella scuolaTendai, lo Zen Rinzai divenne una scuola autonoma a partire dal XIII secolo. Questa separazione si realizzò proprio grazie ai maestri cinesi di scuolechánlínjì (臨済),Lánxī Dàolóng, fondatore, nel 1253, del monasteroKenchō-ji aKamakura;Wùān Pǔníng, abate del tempioKennin-ji aKyoto;Dàxiū Zhèngniàn che fondò il monasteroKinpōzan Jōchi-ji a Kamakura; infineWúxué Zǔyuán che fu l'abate del monasteroEngaku-ji a Kamakura.

Questi maestri, che furono per lo più invitati dalle autorità di governo giapponese, insegnarono lo Zen Rinzai con le relative dottrine e pratiche esattamente come era impartito nellaCina del XIII secolo. Con glishōgunAshikaga, lo Zen Rinzai ottenne ulteriori riconoscimenti e protezioni da parte del governo.

Dopo aver subìto influenza dalla scuola Zen Obaku, fu riformata daHakuin Ekaku (白隠慧鶴, 1686-1769) il quale eliminò le pratichenenbutsu proprie della scuola Obaku, centrando le dottrine e le pratiche Rinzai sullo studio deikōan e sullozazen. Tutti i maestri Zen Rinzai conservano oggi nel loro lignaggio il nome diHakuin.

Scuola Zen Sōtō (曹洞宗,Sōtō shū)

Questa scuola fu fondata dal monacotendaiDōgen (道元, 1200-1253) quando nel 1230, trasferendosi nel tempioAnyo-in (安養院) alla periferia di Kyoto, avviò la separazione con la scuolaTendai.

La dottrina di questa scuola è riportata nell'opera di Dōgen, loShōbōgenzō (正法限蔵, La Custodia della Visione del Vero Dharma) e consiste nella pratica dellozazen secondo la modalità denominatashikantaza (只管打坐, Solo sedersi). Oggi questa è la scuola Zen più importante del Giappone con circa quindicimila templi e trentuno monasteri. Appartenente a questa scuola fuHaku'un Yasutani (安谷白雲, 1885-1973), fondatore dellaSanbō-Kyōdan (三宝教団) una scuola Zen che cerca di coniugare il Sōtō con il Rinzai e che si è diffusa in Occidente.

Scuola Zen Fuke (普化宗,Fuke shū)
Un monaco Zenfuke (komusō) con il caratteristico copricapo mentre suona il flautoshakuhachi in una stampa del 1867.

La scuola Zen Fuke origina da un movimento di exsamurai itineranti denominatikomusō (虚无僧, lett. monaco dellavacuità).

I monacikomusō, già di osservanzaRinzai, vivevano di elemosine suonando il flautoshakuhachi (尺八), indossando un cappello fatto di canne che gli oscurava buona parte del volto, questo rappresentava la loro pratica meditativa denominatasuizen (吹禪). La scuola Zen Fuke vantava le sue origini dal monaco cinese di scuolachánPǔhuà (普化, giapp.Fuke) vissuto durante laDinastia Tang da cui la scuola prende il nome.Pǔhuà, contemporaneo e stretto amico diLínjì Yìxuán (臨済義玄, giapp. Rinzai Gigen, ?–866), fu un maestro dai comportamenti iconoclasti e gioiosi, uso a camminare cantando al suono di una piccola campana.

Lo stesso argomento in dettaglio:Suizen.

Secondo questa tradizione la scuola Fuke fu portata in Giappone da ShinchiKakushin (心地覺心, 1207–1298); secondo gli studiosi[23] invece tale scuola nacque in Giappone durante l'Era Tokugawa.

Vietata dal Governo imperiale nel 1871 la scuola scomparve. Testo storico di questa scuola fu ilKyotaku Denki (虚铎传记, Campana della vacuità) opera del XVIII secolo.

Scuola Zen Ōbaku (黃檗宗,Ōbaku shū)

La scuola ZenŌbaku è una delle tre scuole Zen esistenti oggi in Giappone. La sua nascita la si deve al monaco cinesechán di tradizioneLínjì (臨済),Yǐnyuán Lóngqí (隱元隆琦, giapp. Ingen Ryūki, 1592-1673) giunto in Giappone nel 1654.

Questa scuola è molto simile alloZen Rinzai conservando tuttavia alcune peculiarità cinesi proprie del suo fondatore. Innanzitutto una maggiore attenzione ai sutra rispetto alla scuola Rinzai versata principalmente allo studio deikōan, in secondo luogo alla pratica delnenbutsu tipiche della scuole dellaTerra Pura già inserite in Cina nella scuolaChán daZhū Hóng (株宏, 1535-1615) nel XVI secolo; infine l'osservanza dei precetti delCāturvargīya-vinaya (四分律Shibunritsu) e non solo quelli delBrahmajālasūtra (梵網經Bonmō kyō) come è tradizione invece per le scuole ZenRinzai eSōtō e per la scuolaTendai.

Influenzò profondamente la scuolaRinzai fino a quando la riforma attuata daHakuin Ekaku (白隠慧鶴, 1686-1769) non eliminò dalla scuolaRinzai la pratica delnenbutsu a favore del solo studio deikōan e della pratica dellozazen.

Scuole amidiste

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ScuolaJōdo (浄土宗,Jōdo shū)
Il tempio Chion-in (知恩院) a Kyoto. È il tempio principale della scuolaJōdo.

La scuolaJōdo fu tra le prime scuole delbuddismo della Terra Pura ad essere fondata, nel XII secolo, in Giappone.
Tuttavia le prime scritture di questo approccio albuddismo che ricalca la scuolabuddista cineseJìngtǔ (淨土宗,Jìngtǔ zōng), come l'Amitâbha-sūtra (Sutra di Amitabha, 阿彌陀經 giapp.Amida kyō;T.D. 366.12.346b-348b), erano già presenti in Giappone fin dal VII secolo.
La pratica delnenbutsu (念佛), ovvero l'invocazione del nome delBuddha Amitābha (giapp. 阿彌陀佛,Amida butsu) nelmantraNamu Amida Butsu (南無阿弥陀仏, Omaggio al Buddha della Luce infinita), parte centrale degli insegnamenti e delle pratiche spirituali di questa scuola, erano anch'esse già presenti fin dalla fondazione nella scuolaTendai nel IX secolo.
Quando il monacotendaiHōnen (法然, 1133-1212) fonderà nel 1175 la scuolaJōdo non farà altro quindi che scegliere di praticare solo ilnenbutsu abbandonando le altre pratiche religiose e meditative proprie della scuolaTendai. Tale sceltaHōnen la prenderà a seguito dello studio dell'opera cineseGuānwúliáng shòufójīng shū (觀無量壽佛經疏, giapp.Kammuryō jubutsukyō sho,T.D. 1753.37.245-279)[24] diShàndǎo (善導, 613-681) quinto patriarca cinese della scuolaJìngtǔ.La scelta di Hōnen sarà seguita presto da molti suoi discepoli, tra cuiShinran (親鸞, 1173-1262) i cui discepoli fonderanno la scuolaJōdo Shin (浄土真宗,Jōdo shin-shū). Esiliato nel 1207, Hōnen morirà pochi anni dopo lasciando come testamento la sua principale operaIchimai kishōmon (一枚起請文, Giuramento in una foglia).

ScuolaJōdo Shin (浄土真宗,Jōdo shin-shū)

Tradizionalmente fondata dal monacotendaiShinran (親鸞, 1173-1262), a sua volta allievo di Hōnen, la scuolaJōdo Shin fu in realtà fondata dai suoi discepoli e si distingue dalla scuolaJōdo per una minore attenzione ai codici disciplinari monastici, consentendo, ad esempio, ai suoi monaci di contrarre matrimonio oppure di mangiare carne. Sempre rispetto alla scuola Jōdo vi è una minore attenzione alla pratica delnenbutsu a favore di una più semplice pratica della fede nelBuddha Amida.

Scuola Ji (時宗,Ji shū)

Questa scuola fu fondata nel XIII secolo dal monacotendaiIppen (一遍, 1239-1289). Già seguace delle pratiche delnenbutsu (念佛) Ippen ebbe una rivelazione ricevuta dalle divinità (giapp. 神kami) di diffondere ovunque questa pratica religiosa. Così abbandonato ogni legame e con un gruppo di seguaci Ippen attraversò il paese cantando il nome del Buddha Amitābha (giapp. 阿彌陀佛, Amida butsu) per mezzo di una danza estatica denominatanenbutsu odori (念仏踊り).[25]

Secondo le dottrine di questa scuola tutte le pratiche buddiste non posseggono altro scopo che condurre a recitare ilnenbutsu. Opere centrali di questa scuola sono ilSutra del Loto (giapp.Myōhō renge kyō oHokkekyō), e l'Amitâbha-sūtra (Sutra di Amitabha, giapp.Amida kyō).

ScuolaYūzū Nenbutsu (融通念仏宗,Yūzū nenbutsu shū)
Il tempio Dainenbutsu-ji (大念仏寺), tempio della scuola Yūzū Nenbutsu, adOsaka.

Questa scuola venne fondata nel XII secolo dal monaco di scuolaTendai,Ryōnin (良忍, 1072-1132). Sutra fondamentali in questa scuola sono: l'Avataṃsakasūtra (giapp.Kegon kyō, Sutra della ghirlanda fiorita di Buddha) e ilSutra del Loto (giapp.Myōhō renge kyō oHokkekyō), insieme ai tre sutra fondamentali nelbuddismo della Terra Pura conservati nelBǎojībù del Canone buddista cinese, e che sono:

  • Amitāyurdhyānasūtra (Sutra della contemplazione sul Buddha della vita infinita, 觀無量壽經, giapp.Kammuryōju kyō;T.D. 365.12.340c-346b);
  • Amitâbha-sūtra (Sutra di Amitabha, 阿彌陀經 giapp.Amida kyō;T.D. 366.12.346b-348b).
  • Sukhāvatī-vyūha-sūtra (Sutra della vita infinita, 無量壽經, pinyin Wúliángshòu jīng, giapp.Muryōju kyō;T.D. 360.12.265c-279a).

Altro testo fondante delloYūzū Nenbutsu è ilSukhāvatīvyūhopadeśa (Trattato sulla Terra Pura, giapp. 淨土論Jōdo ronT.D. 1524) diVasubandhu.

Le dottrine di Ryōnin sottolineano la pratica delnenbutsu ma quando viene invocato il nome delBuddha Amitābha secondo questa scuola l'effetto permea tutto l'universo. Così, invocando il nome di Amitāba viene salvato non solo colui che lo pronuncia, ma anche tutti gli altri che esseri che non lo fanno. Queste dottrine risentono dell'olismo e dell'omnicentrismo propri dell'Avataṃsakasūtra e delSutra del Loto.

Il buddismo nel Giappone contemporaneo

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Monaco buddista giapponese, 1897 (anno XXX dell'era Meiji).
Il generaleNogi Maresuke (乃木希典, 1849-1912), eroe dellaguerra russo-giapponese e famoso seguace delbuddismo Zen.

Il buddismo nel Periodo Meiji

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La modernità inizia in Giappone nel 1868 con ilPeriodo Meiji che incise profondamente nella cultura e nelle tradizioni di questo paese. Tale periodo fu avviato dalla minaccia militare statunitense provocata dalcommodoroMatthew Calbraith Perry (1794-1858) il quale si affacciò nel 1853 con quelle che venivano indicate comenavi nere (黒船,kurofune) nellabaia di Uraga imponendo al Giappone la riapertura dei suoi porti ai commerci con l'Occidente. A seguito di questo evento il Giappone abolì ilbakufu (江戸幕府,Edo bakufu) riconsegnando il potere direttamente nelle mani dell'Imperatore, cancellò la suddivisione in caste ivi compresa quella deisamurai e aprì definitivamente all'Occidente e alla sua cultura.

Anche le scuole religiose risentirono profondamente dei cambiamenti apportati da questa Era ad incominciare proprio dal buddismo che vide ridursi drasticamente l'attenzione dello Stato nei suoi confronti. IlPeriodo Meiji è infatti caratterizzato dalla mobilitazione della nazione giapponese sotto l'autorità dell'Imperatore e quindi si fonda su una forte priorità nei confronti dell'antica fede nazionalescintoista che vedeva proprio nell'Imperatore oltre che il suo rappresentante anche la manifestazione terrena della divinità (kami, 神)Amaterasu (天照, dea del Sole), tutto ciò a discapito delbuddismo. La proclamazione delloScintoismo come religione di Stato (Kokka Shintō, 国家神道) e la perdita dei favori governativi, nonché la dichiarata separazione tra le due fedi religiose (shinbutsu bunri, 神仏分離)[26] provocò un generale disorientamento nelle scuole buddiste anche se a livello della popolazione non incise profondamente nelsincretismo da sempre diffuso tra i giapponesi di accompagnare la fedescintoista con le credenze buddiste. Tuttavia i cittadini giapponesi furono obbligati a registrarsi presso i templi locali scintoisti i cui sacerdoti erano nominati tali dal Governo imperiale. Tutto ciò finì per provocare una vera e propria persecuzione del buddismo (haibutsu kishaku, 廃仏毀釈, lett. Cancellare il buddismo e distruggere Shākyamuni) da parte del Governo che provocò la chiusura di oltre quarantamila templi buddisti, la riduzione forzata allo stato laicale di migliaia di monaci e la cancellazione di qualsiasi presenza buddista all'interno dei santuari scintoisti[27]. Questo fino al 1871 quando dopo alcune sanguinose ribellioni da parte della popolazione, soprattutto contadina, a difesa dei monaci buddisti e dopo il consequenziale intervento dell'esercito imperiale, il Governo decise di trovare un accordo con la comunità buddista giapponese.

Accordo che fu all'origine anche della totale acquiescenza delle scuole buddiste nei confronti del Governo durante i processi e le successive condanne a morte per "Alto tradimento" che coinvolse alcuni monaci buddisti anarco-socialisti, comeGudō Uchiyama, nei primi anni del XX secolo. Superate queste gravi crisi, il buddismo giapponese dovette confrontarsi con le missioni cristiane che si andavano diffondendo lungo il paese correlandosi alla sua occidentalizzazione. Questo confronto contribuì alla nascita di associazioni laicali buddiste e alla promozione organizzata di attività caritatevoli, peraltro già presenti nei templi fin dalla fondazione di questa religione.

Il buddismo secondo la Via imperiale (Kōdō Bukkyō, 行動仏教)

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Monaci zen del monasteroEihei-ji (永平寺) durante l'addestramento militare a seguito della mobilitazione generale nel marzo del 1938 (anno XIII dell'era Shōwa).

Con il sopraggiungere dellaseconda guerra mondiale il governo imperiale sottomise tutte le religioni ad uno stretto controllo per assicurarsi il loro appoggio nell'imminente conflitto. Durante il periodo dell'ultimo conflitto l'appoggio delle scuole buddiste giapponesi nei confronti del Governo fu dunque pressoché totale, tale da far varare una nuova forma di buddismo che si identificava totalmente con la figura dell'imperatore: ilKōdō Bukkyō (行動仏教, Il buddismo secondo la Via imperiale).

Già l'esercito aveva apprezzato la formazione religiosa che alcuni alti ufficiali avevano ricevuto all'interno delle scuole Zen. Lo stesso generale Nogi Maresuke (乃木希典, 1849-1912), considerato l'eroe dellaguerra russo-giapponese, aveva studiato loZen Rinzai sotto il severo maestro Nakahara Nantembō (中原南天榛, 1839-1925) ottenendo il certificato dell'illuminazione.

Esemplificativo di questo atteggiamento di accondiscendenza alle tesi della guerra, fu la posizione del famoso maestroZen SōtōSawaki Kōdō (沢木興道, 1880-1965)

«Il sutra diKannon ci esorta a ricordare sempre la forza di Kannon. Il tenente colonnello Sugimoto sostiene che dobbiamo ricordare sempre la forza dell'imperatore. Se noi teniamo presente la forza dell'imperatore potremo liberarci della vita e della morte, trascendere la fortuna e la sfortuna e impegnarci in battaglia»

(Sawaki KōdōShoji o Akirameru Kata (Il merito per chiarire la vita-morte) inDaihorin maggio 1944, pagg. 6-7. Cit. in Brian Victoria.Lo Zen alla guerra Dogliani CN, Sensibili alle foglie, 2001)

Ma non fu solo loZen ad appoggiare lo Stato durante il conflitto, furono, indistintamente, tutte le scuole buddiste. Certamente si registrarono singoli casi di protesta a questo stato di cose, ma furono solo casi individuali. Ciò che spinse il buddismo giapponese ad appoggiare acriticamente il governo imperiale durante laseconda guerra mondiale fu la genuina convinzione che tale guerra fosse una "guerra santa", una guerra di liberazione e di riscatto dell'intero continente asiatico nei confronti del colonialismo occidentale, i soldati giapponesi furono quindi considerati dai buddisti giapponesi dei veri e propribodhisattva[28].

Il buddismo dal secondo Dopoguerra a oggi

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Scuolen.Denom.n. Templin. Seguaci
Nichiren376 50030 000 000
Jodo-shin1021 00014 000 000
Shingon4812 00012 000 000
Soto Zen-15 0005 500 000
Jodo68 0004 700 000
Tendai204 0004 500 000
Rinzai Zen156 0003 000 000
Un monacoshingon mentre celebra l'oblazione al fuoco (goma 護摩).

LaSeconda guerra mondiale terminò per il Giappone il 15 agosto 1945 con la sua sconfitta da parte degliStati Uniti d'America. Tra le clausole del trattato di pace, i vincitori ottennero una radicale rivisitazione della politica interna giapponese e un ridimensionamente delle dottrineshintoiste tra le quali la divinizzazione dello stessoimperatore. Ciò rappresentò anche la fine dello stessoKōdō Bukkyō e dello stretto controllo statale sulle scuole buddiste.

L'emergere di efferati crimini di guerra commessi dall'esercito giapponese inCina, ad esempio loStupro di Nanchino, se da una parte furono negati da alcuni politici e storici nazionalisti, dall'altra generarono sgomento e riconsiderazione sui presunti valori incarnati dallo stesso Giappone durante questa guerra.

Le scuole buddiste restarono a lungo in silenzio su questi scottanti temi, consapevoli di aver dato un deciso sostegno allo Stato imperiale durante la guerra. Furono gli intellettuali vicino a queste scuole comeD.T. Suzuki (鈴木 大拙 Suzuki Daisetsu, 1870–1966) i primi ad aprire il dibattito circa la 'questione morale' del coinvolgimento religioso buddista nella guerra.

Suzuki, anche se egli stesso fu un propugnatore dei valori bellici del buddismo giapponese, decise di condurre un'analisi serrata degli accaduti in un articolo titolatoZenkai Sasshin (Rinnovamento dello Zen) scritto nel 1946 per il periodicoZengaku Kenkyu (禪學研究, Studi nel buddismo zen). In questo articolo pur non negando il valore dell'illuminazione (悟satori) dei maestri religiosi buddisti sostenne:

«Con la scorta del solosatori è impossibile che i preti zen riescano a far fronte alle loro responsabilità dileader della società. Non solo questo è impossibile in assoluto, ma sarebbe presuntuoso se pensassero di poter svolgere tale funzione. (...) Nelsatori c'è un mondo disatori. E, tuttavia, da solo, ilsatori non è in grado di giudicare quel che vi è di giusto e di sbagliato nella guerra. Per quanto riguarda le dispute nel mondo ordinario, si deve ricorrere alla discriminazione intellettuale (...) Inoltre, da solo, ilsatori non è in grado di determinare se una cosa come il sistema economico o il comunismo sia buona o cattiva.»

(D.T. Suzuki, cit. in Brian VictoriaOp.cit. 251)

Nonostante l'intervento di intellettuali come Suzuki, le scuole buddiste giapponesi rimasero a lungo in silenzio su questi temi. Una presa di posizione ufficiale riguarda solo alcune di queste scuole:la scuolaJōdo Shin (浄土真宗) dichiarò, il 2 aprile 1967, che il proprio sostegno alla guerra fu "un'espressione di grande ignoranza e impudenza da parte nostra. Nel ricordarlo ora veniamo presi da un senso di vergogna da cui non troviamo scampo ..."; mentre la scuolaZen Sōtō (曹洞宗) pubblicò nel 1992 una "Dichiarazione di pentimento" (sanshaubun); un accenno sempre critico nei confronti del sostegno alla guerra è contenuto anche in una dichiarazione datata giugno 1994 da parte di un ramo della scuolaTendai (天台宗).

Il Dopoguerra ha visto anche la massiccia diffusione di nuove scuole laiche soprattutto di ispirazioneNichiren come laSoka Gakkai (創価学会) e laRisshō Kōsei Kai (立正佼成会).

Tra le nuove scuole laiche un caso particolare è quello diShinnyo-en (真如苑 Giardino senza Confini della Verità) che nasce dalla scuola Daigo del buddismo esotericoShingon. Il buddismo esoterico Shinnyo è praticato contemporaneamente da laici e monaci e i suoi insegnamenti sono basati sulMahāparinirvāṇa Sūtra. La tradizione Shinnyo è poi integrata da insegnamenti tradizionaliTheravada,Mahayana eVajrayana uniti a insegnamenti e pratiche stabilite dal Maestro fondatore di Shinnyo-en,Shinjō Itō, Gran Maestro (大阿闍梨 dai ajari) del buddismo Shingon.

Secondo gli studiosi statunitensi Richard H. Robinson e Willard L. Johnson[29] i sondaggi di opinione indicherebbero che molti giapponesi non si identificano più in una religione specifica. L'interesse per il buddismo riguarda essenzialmente due differenti gruppi: il mondo rurale che per tradizione secolare si rivolge ai templi locali per i servizi religiosi e la classe colta delle città che si rivolge al pensiero buddista come "filosofia critica" o "tecnica meditativa" di tipo psicoterapeutico o spirituale. Gli altri giapponesi si rivolgono alle scuole buddhiste come "buddismo funerario" per la funzione sociale a cui sono relegati molti dei monaci buddisti, coinvolti al solo scopo di celebrare quel genere di funzioni religiose.

Principali templi buddisti giapponesi

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I principali templi buddisti giapponesi suddivisi per scuole e denominazioni[30].I templi il cui nome finisce inji odera (寺, templi) possono essere considerati più ampi (ma non per questo più importanti) rispetto a quelli che terminano conin ( 院, padiglioni). In genere un tempio(ji odera) è costituito da piùin, ma anche da sale per il culto (do, 堂) e da un altostupa (, 塔).

ScuolaTempioDenominazioneIndirizzo
HossoYakushi-jiHosso-shu457, Nishinokyo-Machi, Nara-shi, Nara
HossoKyomizu-deraKitahosso-shu1-294, Kyonmizu, Higashiyama-ku, Kyoto-shi, Kyoto
KegonTōdai-jiKegon-shu406-1, Zoshi-cho, Nara-shi, Nara
RitsuTōshōdai-jiRitsu shu13-46, Gojo-cho, Nara-shi, Nara
TendaiEnryaku-jiTendai shu17712-1, Sakamoto, Honmachi, Otsu-shi, Shiga
TendaiSensō-jiShokannon-shu2-3-1, Asakusa, Taito-ku, Tokyo
TendaiShitennō-jiWa-shu1-11-18, Shitennoji, Tennoji-ku, Osaka-shi, Osaka
ShingonKongobu-jiKoyasan Shingon-shu132, Oaza, Koyasan, Koya-cho, Ito-gun, Wakayama
ShingonDaigo-jiShingon-shu Daigoha22, Daigo, Higashi Oji-cho, Fushimi-ku, Kyoto-shi, Kyoto
Yuzu NenbutsuDainenbutu-jiYuzu Nenbutsu shu1-7-26, Hirano Ue-machi, Hirano-ku, Osaka-shi, Osaka
JiSyojyoko-jiJi shu1-8-1, Nishitomi, Fujisawa-shi, Kanagawa
JodoChion-inJodo shu400, ShinbashiYamato-oji, Higashi-iru, 3 chome, Higashiyama-ku, Kyoto-shi, Kyoto
JodoKomyo-jiJodo shu26-1, Sajo-no-uchi, Awao Nagaokakyo-shi, Kyoto
Jodo-shinHongwan-jiJodo-shin shuHongwanji, Monzen-cho, Horikawa-dori, Hanayamachi, sagaru, Nagakyo-ku, Kyoto-shi, Kyoto
Jodo-shinHongan-jiShinshu Otaniha754, Tokiwa-cho, Karasuma-dori, Shichijo-agaru, Shimogyo-ku, Kyoto-shi, Kyoto
Zen RinzaiKencho-jiKenchojiha8, Yamanouchi, Kamakura-shi, Kanagawa
Zen RinzaiNanzenjiNanzenjihaNanzenji, Fukuchi-cho, Sakyo-ku, Kyoto-shi, Kyoto
Zen RinzaiDaitoku-jiDaitokujiha53, Murasakino, Daitokuji-machi, Kitaku, Kyoto-shi, Kyoto
Zen RinzaiMyoshin-jiMyoshinjiha64, Hanazono, Myoshinji-machi, Ukyo-ku, Kyoto-shi, Kyoto
Zen SotoEihei-jiSotoshuEihei-ji-cho, Yoshida-gun, Fukui
Zen SotoSoji-jiSotoshu2-1-1, Tsurumi, Tsurumi-ku, Yokohama-shi, Kanagawa
NichirenKuon-jiNichirenshu3567, Minobu, Minobu-cho, Minamikoma-gun, Yamanashi
Zen ObakuMampuku-jiObakushuGokanosho, Uji-shi, Kyoto

Note

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  1. ^abMark Schumacher,Early Schools & Sects of Japanese Buddhism Japan’s Asuka & Nara Periods + 552 to 794
  2. ^abEarly Schools & Sects of Japanese Buddhism Japan’s Asuka & Nara Periods + 552 to 794 Gordon Melton,Early Schools & Sects of Japanese Buddhism Japan’s Asuka & Nara Periods + 552 to 794
  3. ^Kegon-shū » in Philippe Cornu,Dictionnaire encyclopédique du bouddhisme, Paris, Editions du Seuil, 2006, p. 308.
  4. ^Il tempioTōshodai-ji è situato al 13-46 di Gojō-chō (Nara-shi), ed è consideratoPatrimonio dell'umanità dall'UNESCO.
  5. ^I tre trattati, conservati nelZhōngguānbù, che caratterizzano questa scuola sono: ilMadhyamakaśāstra ancheMūlamadhyamakakārikā (Le Stanze di mezzo, 中論pinyinZhōnglùn, giapp.Chūron) diNāgārjuna (150-250), opera centrale di tutta la scuolaMādhyamika, tradotto daKumārajīva nel 409 e conservato anche in sanscrito e tibetano. Questa opera possiede numerosi commentari ed è alla base di tutto ilbuddismo Mahāyāna; ilDvādaśanikāya-śāstra (Trattato dei dodici aspetti, 十二門論pinyin:Shíèr mén lùn, giapp.Jūnimon ron) diNāgārjuna, tradotto daKumārajīva; ilŚata-śāstra (百論pinyinBǎilùn, giapp.Hyakuron) diĀryadeva, il discepolo diNāgārjuna. Fu tradotto daKumārajīva nel 404 e consiste in una critica dell'ātman dal punto di vista della vacuità (śūnyatā).
  6. ^Detto anche Hōkōji (法興寺). Costruito nel 588 nell'allora capitaleAsuka-kyō, vicino aNara, è considerato il primo tempio buddista eretto in Giappone.
  7. ^LoYuánxiǎng shìshū (元享釋書) sostiene che Dōsho inCina studiò anche presso la scuolaChán sotto il maestro Huìmǎn (慧滿, ?-?); è considerato anche come maestro Chán.
  8. ^Nel Sutra del Loto le caratteristiche del Buddha eterno non sono definite ma richiamano, comunque, la dottrina dell'Ādibuddha (本初佛 cin.Běnchūfó, giapp.Honshobutsu) oĀdinātha (本初主) esposta nell'Avalokitêśvara-guṇa-kāraṇḍa-vyūha oKāraṇḍavyūha (大乘莊嚴寶王經, cin.Dàshèng zhuāngyán bǎowáng jīng, giapp.Daijō shōgon hōō kyō, tib.['phags pa] za ma tog bkod bkod pa shes bya ba heg pa chen po'i mdo,T.D. 1050.20.47-64), tradotto in 4 fascicoli nel X secolo daTiānxīzāi (天息災, Tensokusai). Sutra dove poi, peraltro, viene per la prima volta esposto il mantra di Avalokitêśvara:oṃ maṇi padme hūṃ.
  9. ^«Historically speaking, although it was Zhiyi who first expounded the theory of ichinen-sanzen in his Great Concentration and Insight (Mohe zhiguan), Nichiren states that ichinen-sanzen was originally expounded in the Lotus Suutra, and that Zhiyi merely drew it out from the Lotus Sutra. Since ichinen-sanzen is the principle by which anyone can attain Buddhahood, it was expressed as the "seed of Buddhahood." Nichiren established Nam-myoho-renge-kyo in the Latter Day of the Law as the medium to interpret the principle of ichinen-sanzen. Furthermore, as ichinen-sanzen also enables non-sentient beings to attain Buddhahood, it was established as the object of worship or mandala. Thus, we can understand that ichinen-sanzen was explained and taught through the means of the object of worship and daimoku of Nam-myoho-renge-kyo, the original interpretation of Nichiren. Needless to say, Nichiren's interpretation of ichinen-sanzen is not that of Zhiyi, but his own original concept called ji-no-ichinen-sanzen (actual ichinen-sanzen).» In: Kanno, Hiroshi.The Reception of the Lotus Suutra in Japan. The Journal of Oriental Studies. Vol. 10, 2000, 31-46.
  10. ^Più correttamenteMoji mandara go honzon (文字 曼荼羅 禦 本尊 cin.Wénzì màntúluó yà běnzūn, Mandala con scritte oggetto di grande venerazione) o ancheDai mandara (題曼荼羅, cin.Tí màntúluó, Titolo mandala).
  11. ^Murano Senchu.Reiyūkai, inEnciclopedia delle religioni vol.10. Milano, Jaca Book, 2006, pag.441
  12. ^
    «Inoltre, la Reiyūkai, con la sua enfasi sul culto degli antenati, sulla divinazione e sulle pratiche di guarigione è rappresentativo di una tendenza più spiritualista all'interno della scuola Nichiren»

    (Murano Senchu.Reiyūkai, inEnciclopedia delle religioni vol.10. Milano, Jaca Book, 2006, pag.441)

    . Anche
    «In addition to the usual Nichiren emphases, Reiyūkai stresses the importance of ancestor worship, features quasi-shamanistic faith-healing practices, and has developed an influential kind of group counseling called hoza (dharma circle).»

    (Robert S. Ellwood (1987) e Shimazono Susumu (2005).New Religious Movements in Japan, inEncyclopedia of Religion vol.10. NY, Macmillan, 2006, pag. 6574)

  13. ^Vedi qui:[1].
  14. ^Va precisato che il termine "venerazione" viene qui utilizzato nella sua accezione di "forma di omaggio religioso" ma non verso unadivinità bensì, coerentemente con alcune dottrine buddiste, come metafora della vita intesa come luogo di rispetto per se stessi attraverso l'accoglimento degli altri esseri.
  15. ^È possibile, tuttavia, che Saichō avesse ottenuto degli insegnamenti Chán già dal suo maestroGyōhyō (行表, 722-797) il quale era stato allievo del maestro cineseDàoxuán Lüshi (702-760, giapp. Dōsen Rishi), maestro divinaya ma anche di Kegon (cin. Huāyán) e Chán.
  16. ^Il pensiero diDainichi Nōnin, riportato nell'opera del suo allievo Kakuan (覚晏), loShin'yō teiji (心要提示), influenzerà profondamente la successiva opera diDōgen che, tuttavia, accuserà, insieme adEisai,Dainichi Nōnin di "contraddizione" in quanto se da una parte aveva rigettato le pratiche esoteriche (mikkyō) delTendai in favore delle dottrine Chán, dall'altra aveva anche rifiutato la pratica meditativa, aspetto principale del Chán cinese.
  17. ^La ragione di non essersi recato lui di persona in Cina e di non aver quindi ricevuto direttamente il lignaggio fece sì che questo non venne mai riconosciuto in Giappone.
  18. ^Autore delloZhèngfǎyǎn zàng (正法眼藏, giapp.Shōbōgenzō) conosciuto come lo Shōbōgenzō cinese.
  19. ^Solo un gruppo di suoi seguaci resistette nel monasteroTendaiHajaku-ji, nella remota provincia deiEchizen (oggiPrefettura di Fukui, fino al 1241, quando aderiranno alla scuolaSōtō fondata daDōgen.
  20. ^Costruito nel 1236 secondo i voleri di Fujiwara Michiie, patrono Enni Ben'en, come luogo di pratica Tendai, Shingon e Zen, divenne presto un tempio della scuola Zen Rinzai e risulta oggi il tempio Zen più antico del Giappone.
  21. ^Oltre a queste personalità occorre ricordare che nello stesso periodo operavanoShinchi Kakushin (心地覺心, 1207–1298), che introdusse inGiappone una delle più importanti collezioni digong'an cinesi, ilWúmén guān (無門關, giapp.Mumon kan, Il passo di frontiera di Wumen, raccolta di quarantotto gong'an della scuola Chán, T.D. 2005.48.292c-299c, composto nel 1228 in 1 fascicolo da Wumen Huikai, 無門慧開, 1183-1260), eNampo Jōmin (南浦紹明, conosciuto anche come Daitō Kokushi, 1235–1308), che ricevette il lignaggio dal maestroXūtáng (虛堂, 1185–1269) e da cui si sviluppò il monastero Zen RinzaiDaitoku-ji (大徳寺).
  22. ^Il carattere 心 (xīn, xin primo tono) significa cuore (sanscrito:hṛd) ma, anticamente in Cina, si riteneva che questo fosse l'organo del pensiero e quindi significava anche mente pensante (sanscrito:citta); decisamente impropria è invece la traduzione occorsa in alcuni casi di "anima" o "essenza" (sanscrito:atman) è noto infatti che le scuole Cháān, come tutte le scuoleMahāyāna, ne denunciavano l'inconsistenza.
  23. ^Cfr., tra gli altri, James H. Sanford.Shakuhachi Zen: The Fukeshū/Komusō Monumenta Nipponica, Vol. 32, No. 4, Winter 1977, pp. 411-440.
  24. ^A sua volta un commentario delloAmitāyurdhyānasūtra (Sutra della contemplazione sul Buddha della vita infinita, 觀無量壽經, giapp.Kammuryōju kyō;T.D. 365.12.340c-346b). Non va confuso con un omonimo testo opera diZhìyǐ e registrato alT.D. 1750.37.186-195.
  25. ^Moriarty, Elisabeth (1976).Nembutsu Odori, Asian Folklore Studies Vol. 35, No. 1 , pp. 7-16
  26. ^Il primo degli editti di separazione tra le due fedi religiose (Shimbutsu HanZen rei) è datato gennaio 1868 e fu promulgato dal neocostituito Ufficio dei Riti (Jinji Kyoku).
  27. ^James Edward KetelaarOf Heretics and Martyrs in Meiji Japan. Princeton, New Jersey Princeton University Press, 1990, pag.9
  28. ^Brian Victoria.Lo Zen alla guerra Dogliani CN, Sensibili alle foglie, 2001ISBN 88-86323-87-5; edizione originaleZen at War NY and Tokyo, Weatherhill, 1997.
  29. ^Richard H. Robinson; Willard L. Johnson,La religione buddista, Roma, Ubaldini, 1998, pagg. 317 e segg.
  30. ^Questa lista dei templi buddisti principali inGiappone è tratta dal volumeBuddhist Denominations and Schools pubblicato dal Research Department della Bukkyo Dendo Kyokai di Tokyo, 1984, pag. 11.

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