Britannia fu il nome di unaprovincia prima, poi di più province dell'Impero romano situate nell'isola diGran Bretagna in un tempo compreso tra il43 e il410 d.C.
Ci fu anche una quinta provincia, nel nord, chiamataValentia (con capitaleLuguvallium, oggiCarlisle), che ebbe però vita breve e venne creata nel369. A capo della diocesi di Britannia era posto unvicarius, il quale aveva sotto di lui quattro governatori dirango equestre (ipraesides). Nel tardoIV secolo, il governatore della Maxima Caesariensis divenne dirango consolare.
Militarmente la spedizione fu quindi un insuccesso, ma ebbe effetti positivi sul piano politico: ilSenato dichiarò infatti 20 giorni di feste pubbliche aRoma per celebrare questo evento senza precedenti.[5]
Cesare affrontò la seconda spedizione (54 a.C.) con forze militari più ampie, tentando di sottomettere letribù britanniche, o invitandole a pagare tributi e a dare ostaggi per avere lapace.[6] Cesare non fece dunque conquiste territoriali, ma stabilì unsistema di clientele e portò almeno parte dellaBritannia nella sfera d'influenza diRoma.
Ottaviano Augusto pianificò diverse invasioni nel34, nel27 e nel25 a.C., senza però riuscire a portarle a termine per una serie di circostanze sfavorevoli e così le relazioni tra la Britannia e Roma restarono di tipo diplomatico (con ambasciatori inviati dai sovrani deiBritanni ad Augusto) e commerciale (com'è dimostrato dall'archeologia, che attesta un aumento delle importazioni di beni di lusso dall'Impero romano alla Britannia sud-orientale).[7] Al tempo dell'imperatoreTiberio, alcune navi, durante le sue spedizioni inGermania (16), furono spinte in Britannia da una tempesta e poi rimandate indietro dai sovrani locali.[8]
Nelsud della Britannia, i Romani appoggiarono due potenti regni: quello deiCatuvellauni, guidati dai discendenti diTasciovano (favorito di Cesare), e quello degliAtrebati, regnati dai discendenti diCommio.[9] Questa politica fu seguita fino al39/40, quandoCaligola ricevette un membro della dinastia dei Catuvellauni in esilio, pianificando una campagna contro iBritanni, che però non riuscì neppure a partire dallaGallia.[10]
L'effettivainvasione romana della Britannia si ebbe al tempo dell'imperatoreClaudio: nel43, le forze romane, sbarcate aRichborough (nelKent) al comando diAulo Plauzio sconfissero i catuvellauni e i loro alleati nelle due battaglie delMedway e delTamigi. Uno dei loro capi,Togodumno, fu ucciso, mentre il fratelloCarataco sopravvisse, continuando a guidare la resistenza. Raggiunto da Claudio in persona con dei rinforzi, Plauzio marciò sulla capitale catuvellauna, Camulodunum (odiernaColchester), conquistandola.[11] Intanto il futuro imperatoreVespasiano sottometteva il sud-ovest.[12] Conquistato il sud dell'isola, i Romani rivolsero la loro attenzione alGalles.Siluri,Ordovici eDeceangli si opposero però strenuamente agli invasori, catalizzando gli sforzi militari dei Romani. A capo dei Siluri e gli si poseCarataco, che condusse una vera e propria guerriglia contro le truppe guidate dalgovernatorePublio Ostorio Scapula, che però sconfisse il leader britanno nel51. Carataco si rifugiò allora pressoCartimandua, regina deiBriganti, che provò la sua fedeltà ai Romani consegnandogli Carataco. Il capo britanno fu portato a Roma, dove lui e la sua famiglia ebbero però salva la vita.
Tuttavia i Siluri, ora guidati dall'ex marito di Cartimandua,Venuzio, iniziarono ad opporsi strenuamente ai Romani.[13]
Nel61 scoppiò una rivolta nell'isola di Mona (l'odiernaAnglesey, nelGalles del nord)[14] guidata dadruidi e sacerdotesse, a cui i Romani erano estremamente avversi a causa dei sanguinari culti; venne mandato a risolvere la situazione ilgovernatoreGaio Svetonio Paolino, che stroncò duramente la ribellione[15].
Per i primi venti anni, il dominio romano fu oppressivo e brutale, e così, stuprata e picchiata insieme alle figlie dagli invasori,Boudicca, regina degliIceni, si pose a capo di una rivolta. ITrinovanti e iCatuvellauni si unirono agli Iceni, assalendo e distruggendo lacolonia romana diCamulodunum.Paolino, ancora occupato inGalles, raggiunseLondinium, su cui stavano marciando i nemici. Constatando però che lacittà era indifendibile con le poche truppe a sua disposizione, Paolino l'abbandonò al suo destino, spostandosi aVerulamium (odiernaSt Albans). Londinium fu distrutta e la popolazione massacrata. Con alcunelegioni Svetonio alla fine si scontrò coi nemici, infliggendo loro una dura sconfitta nellabattaglia di Watling Street, sia pure con forze numericamente molto inferiori. Boudicca, in seguito alla sconfitta, si diede la morte con il veleno, per non cadere nelle mani dei Romani.[16] La rivolta aveva quasi persuaso l'imperatoreNerone a ritirarsi dallaBritannia.[17]
Per gran parte della storia della Britannia romana, numerosi contingenti militari furono stanziati in guarnigioni sull'isola. Questo richiese però che l'imperatore tenesse un uomo fidato ed esperto come governatore dellaprovincia. Come effetto collaterale, diversi futuri imperatori servirono come governatori olegatus Augusti pro praetore in Britannia, tra cuiVespasiano,Pertinace, eGordiano I.
L'archeologia ha dimostrato che alcuniforti romani a sud dellimesForth-Clyde, furono ricostruiti ed ampliati dopo la partenza del governatore provinciale,Gneo Giulio Agricola, sebbene molti altri fossero abbandonati.Monete romane eceramica sono state rinvenute nelleLowlands scozzesi negli anni precedenti il100, a testimonianza di un aumento dellaromanizzazione nell'area. Alcune delle fonti più importanti di questa epoca sono letavolette del forte di Vindolanda nelNorthumberland, per lo più databili agli anni compresi tra il90 ed il110. Queste tavolette mostrano il funzionamento del forte durante il periodo sopra citato, fornendo uno scorcio della vita dei romani lungo i margini dell'impero: militari, consorti degli ufficiali, commercianti e addetti ai trasporti.
Nel105 un'importante invasione deiPitti, portò devastazione in numerosi forti di confine (es. aTrimontium, oggiNewstead), tanto che alcuni furono abbandonati. Sembra, infatti, che alcunireparti ausiliari siano stati inviati nell'isola dalle dueGermanie per arginare questa invasione, dopo che laconquista della Dacia aveva in precedenza obbligato l'imperatoreTraiano a ritirare parte delle truppe provinciali, riducendone così gli effettivi e costringendo a rinunciare alla difesa delle conquiste diDomiziano dellaScozia centrale. In questo caso la frontiera sembra sia stata spostata verso sud fino alla linea delloStanegate presso la lineaSolway-Tyne.
Una nuova crisi scoppiò all'inizio del principato diAdriano nel118: una rivolta militare che fu soppressa dal governatore provincialeQuinto Pompeo Falcone. Quando Adriano raggiunse la Britannia durante il suo famoso viaggio attraverso le province attorno al122, dispose la costruzione di unvallum, conosciuto ai posteri come ilvallo di Adriano, innalzato lungo la linea di frontiera delloStanegate. L'imperatore dispose che se ne occupasse il nuovo governatoreAulo Platorio Nepote a cui fu affidata una nuova legione proveniente dallaGermania inferiore: laVIVictrix. I rilievi archeologici hanno poi dimostrato che, durante questa prima metà del secolo, vi fu una notevole instabilità politica in Caledonia, e lo spostamento della frontiera più a sud dovrebbe essere considerato in questo contesto.
La frontiera venne spinta verso l'istmo diForth-Clyde a partire dal regno diAntonino Pio, quando venne costruito unnuovovallum più a nord di quello di Adriano (142 circa). Ma una quindicina di anni più tardi, si ebbe una nuova crisi (nel155-157), quando iBriganti si rivoltarono e costrinsero le armate romane a ritirarsi all'anticovallum Hadriani, sebbene questa ribellione fosse stata inizialmente repressa dall'allora governatore,Gneo Giulio Vero. Sembra che il confine del vallo di Antonino sia stato rioccupato un anno più tardi, ma abbandonato definitivamente nel163-164. Negli anni che seguirono, durante l'ultimo periodo del regno diMarco Aurelio, alcuni forti a nord delvallo di Adriano furono rioccupati, come quello diNewstead ed altri sette di minori dimensioni e 5.500SarmatiIazigi furono inviati in Britannia nel175 a protezione dei suoi confini, come ci raccontaCassio Dione Cocceiano.[20]
Attorno al181 il vallo di Adriano subì pesanti attacchi da parte deiPitti ed il governatore o il comandante di frontiera fu ucciso in battaglia, tanto che Dione descrive l'evento come il più difficile dell'intero regno diCommodo. Il nuovo governatore,Ulpio Marcello, fu inviato quello stesso anno e dovette combattere per tre lunghi anni fino a quando, al termine del184 riuscì a battere pesantemente le tribù ribelli del nord della Scozia ed ottenere la pace, turbata però da un ammutinamento delle sue truppe, che avevano eletto come nuovo governatore un certo Prisco, che rifiutò l'incarico. Le armate romane della Britannia inviarono allora a Commodo una delegazione in cui si richiedeva l'esecuzione diTigidio Perenne,prefetto del Pretorio, che in passato aveva loro fatto dei torti. Commodo acconsentì ma non riuscì a fermare l'ammutinamento. Venne così inviato il futuro imperatorePertinace, il quale alla fine ottenne la resa dei capi della rivolta e riportò l'ordine nelle armate della provincia.
L'usurpazione diAlbino nel 195 dimostrò i due principali problemi che venivano posti dalla Britannia romana. Il primo: allo scopo di mantenere la sicurezza, in Britannia stazionavano tre legioni, che avrebbero fornito a un uomo ambizioso, con scarsa lealtà, una potente base per la ribellione, cosa di cui Albino approfittò. Secondo, qualsiasi ufficiale ribelle che avesse usato questa risorsa, avrebbe dovuto spogliare l'isola delle sue guarnigioni per marciare su Roma e prendere il trono, lasciando l'isola indifesa verso gli attaccanti, come Albino fece nel196.
A seguito della sconfitta di Albino,Settimio Severo cercò di risolvere il problema dividendo in due la provincia:Britannia inferiore esuperiore. Settimio Severo negli ultimi anni di vita condusse nuove campagne in Scozia (dalla fine del208/inizi del209 al211), ma i territori conquistati vennero nuovamente ceduti dal figlioCaracalla, dopo la morte del padre avvenuta adEburacum (oggiYork).
Costanzo Cloro tornò inBritannia nel306 con l'intento di invadere la parte settentrionale dell'isola nonostante il suo cattivo stato disalute. Poco si sa però di queste sue campagne militari, restandone pochissime testimonianzearcheologiche. Sembra però che egli abbia raggiunto le zone più anord della Britannia e che abbia vinto una grandebattaglia all'inizio dell'estate, prima di tornare aEburacum, dove morì in quello stesso306.Costantino I aveva fatto in modo da essere al suo fianco in quel momento, assumendo i suoi compiti in Britannia. Contrariamente al precedenteusurpatore,Clodio Albino, egli fu in grado di usare con successo la Britannia come punto di partenza per conquistare il potereimperiale.
Dal350 al353 la Britannia fu in mano a un nuovo usurpatore,Magnenzio, che era succeduto aCostante I. Dopo la sconfitta e la morte di Magnenzio nellabattaglia di Mons Seleucus (353),Costanzo II inviò il suo notaio capo imperiale,Paolo Catena, a dare la caccia ai sostenitori del defunto usurpatore. Le investigazioni di Paolo degenerarono in una caccia alle streghe, che costrinse ilvicariusFlavio Martino a intervenire. Quando Paolo, invece, sospettò Martino di tradimento, ilvicarius si vide costretto ad attaccare fisicamente Paolo con una spada, con lo scopo di assassinarlo, ma alla fine si suicidò.
NelIV secolo, anche la Britannia fu soggetta a sempre maggiori attacchi dall'esterno, da parte deiSassoni ad est e degli Scoti daovest. Fu quindi costruita tutta una serie di forti, illitus Saxonicum, per difendere lecoste. Ma questa linea non fu sufficiente quando un assalto generale diSassoni, Irlandesi eAttacotti, combinato con una rivolta generale della guarnigione sulVallo di Adriano, devastò e prostrò la Britannia romana nel367. Questa crisi venne sedata dalConte Teodosio, padre del futuroimperatoreTeodosio I, con una serie di riforme militari e civili.
Un altro usurpatore,Magno Massimo, tentò di ripetere il successo di Costantino, ribellandosi aSegontium nel383 e attraversando in armi ilcanale della Manica. Dopo una serie di iniziali vittorie che lo portarono a conquistare gran parte dell'Occidente e dopo aver combattuto con successo controPitti eScoti attorno al384, egli richiese truppe dalla Britannia per le sue campagne in Europa, svuotando così le guarnigioni britanniche e aprendo la strada a scorrerie nelGalles del nord da parte degli Scoti d'Irlanda. La sua ribellione fu stroncata nel388, ma questa volta non tutte le truppe furono rimandate in Britannia, per sopperire così nel continente alle gravi perdite subite dall'esercito romano nellaBattaglia di Adrianopoli del378 e difendere i suoi confini. E così attorno al396 ci fu una crescente ondata di invasionibarbari in Britannia. Sembra che la pace nell'area sia stata ristabilita attorno al399 ma, nel401, altre truppe furono ritirate dall'isola e trasferite in Europa per fronteggiareAlarico.
L'archeologia conferma i segni di una lenta decadenza come nel resto dell'impero, nel periodo tardo del potere romano. Tuttavia l'interpretazionestoricatradizionale (vediMichael Rostovtzeff) che parla di un dilagante declinoeconomico all'inizio delV secolo è smentita dalle stesse testimonianzearcheologiche[non chiaro] che mostrano una situazione diversa: ad esempio il fatto che molti siti fossero distrutti più tardi rispetto a quanto si credeva prima, oppure che molti edifici cambiassero destinazione d'uso, ma non fossero distrutti. Sembrerebbe più corretto parlare di alternarsi di periodi di crisi economica, seguiti da alcuni periodi più floridi, come l'età costantiniana.
Sebbene, inoltre, sia vero che gli attacchibarbarici andassero aumentando, tuttavia questi colpirono gli insediamenti rurali, più vulnerabili, invece che lecittà. Anche la realizzazione in questo periodo di nuovimosaici inville come quella diGreat Casterton aRutland o quella diHucclecote aGloucestershire suggeriscono che i problemi economici fossero limitati, anche se molte di queste villae subirono una progressiva decadenza fino a essere abbandonate nel V secolo: la storia diSan Patrizio mostra che queste villae furono occupate almeno fino al430. Nuovi edifici, inoltre, continuarono a essere costruiti fino a questo periodo aVerulamium eCirencester. Alcuni centri urbani comeCanterbury,Cirencester,Wroxeter,Winchester eGloucester restarono attivi durante il V eVI secolo. Tuttavia la vita urbana rallentò progressivamente a partire dal secondo quarto delIV secolo, tant'è che la scarsità dimonete coniate tra il378 e il388 testimonia una combinazione di declino economico, diminuzione del numero dimilitari e di problemi nel pagamento deisoldati e degliufficiali. Di contro, però, negli anni novanta del IV secolo ci fu un aumento nella circolazione monetaria, sebbene non raggiungesse il livello di quella dei decenni precedenti. Le monete dirame sono molto rare da dopo il402, mentre dal407 non circolarono più nuove monete romane e dal430 è probabile che fosse abbandonata la moneta come mezzo di scambio. La produzione divasellame era terminata probabilmente uno o due decenni prima.Se i ricchi continuarono a usare contenitori dimetallo evetro, i poveri cominciarono probabilmente a utilizzare quelli dicuoio elegno[senza fonte].
Ultimi decenni della Britannia romana: dal383 al410 circa.
Dalla fine delIV secolo laBritannia subì un crescente numero di attacchi barbarici da ogni parte, mentre sempre meno truppe venivano impiegate nella sua effettiva difesa. Nel407 lelegioni britanniche acclamarono comeimperatoreCostantino III, che attraversòla Manica ma fu sconfitto dalle truppe del legittimoimperatore d'OccidenteOnorio. Non si sa, dopo questo evento, quante truppe romane rimanessero effettivamente inBritannia. Nel408 un'incursionesassone fu probabilmente respinta daiBritanni eZosimo narra che i nativi espulsero nel409 l'amministrazione civile romana (ma Zosimo potrebbe riferirsi allarivolta deiBretoni dell'Armorica). Una successiva richiesta di aiuto da parte dei Britanni fu respinta dall'imperatoreOnorio nel410. A questo punto lapolitica e lagiustizia furono prese in mano dalle autorità municipali e piccoli signori dellaguerra andarono emergendo in tutta la Britannia.
Secondo latradizione fu uno di questi signori della guerra,Vortigern, a chiamare nell'isola i Sassoni affinché lo aiutassero contro iPitti e gli Irlandesi, sebbene l'archeologia testimoni la presenza di alcuni insediamenti di mercenari sassoni già all'inizio delIII secolo. Di fatto la presenzagermanica in Britannia sarebbe iniziata molto prima, visto chetruppe ausiliarie germaniche erano presenti nell'isola già nelI eII secolo. Nel446 i Britanni si rivolsero inutilmente al generaleEzio perché li aiutasse contro i Sassoni (vediGemitus Britannorum), mentre nel577 fu combattuta labattaglia di Dyrham, dopo la qualecittà comeBath,Cirencester eGloucester caddero in mano ai Sassoni, che giunsero così a occupare lacosta occidentale della Britanna. Diversi ritrovamenti archeologici come iltesoro di Hoxne e iltesoro di Mildenhall dimostrano che in quel periodo si erano nascosti frettolosamente gli oggetti preziosi, con la speranza di recuperali successivamente.
Fu proprio tra la fine del V e l'inizio delVI secolo che avvenne un grande esodo: molti Britanni romanizzati fuggirono inArmorica, che da loro prese il nome diBretagna. È proprio in questo periodo, inoltre, che da molti studiosi viene collocata la figura diRe Artù. Sebbene moltistorici dubitino della suastoricità, altri, comeJohn Morris, ritengono che alla base di questa figura ci sia un fondamento di verità e che Artù possa essere individuato nelromano-britannicoAmbrosius Aurelianus.
Importante fu in Britannia il complesso sistema difensivo e la sua evoluzione soprattutto nei primi due secoli. Vi erano poi un certo numero diunità ausiliarie a difesa dei confini e delle principali strade che conducevano all'interno dellaprovincia romana, per un totale di un massimo di 30/35.000 armati circa, fino ad un minimo di 25.000 armati, proprio durante il principato diTraiano. Sappiamo da tutta una serie di iscrizioni epigrafiche che nella provincia vi erano:
per le ali ne ricordiamo alcune:I Pannoniorum Sabiniana,I Pannoniorum Tampiana,I Hispanorum Asturum,I Tungrorum,II Asturum,[II?] Gallorum Picentiana,[II?] Gallorum et Thracum classiana civium Romanorum,[II?] Gallorum Petriana milliaria civium Romanorum,[II?] Gallorum Sebosiana,Vettonum Hispanorum civium Romanorum,Agrippiana Miniata,Augusta Gallorum Proculeiana,[25]Augusta Vocontiorum civium Romanorum;
per le coorti, ricordiamo:I Frisiavonum,I Vangionum equitata milliaria,[23]I Celtiberorum,I Thracum,I Afrorum civium Romanorum,I Nervia Germanorum milliaria,I Hamiorum sagittaria,I Delmatarum,I Aquitanorum,I Ulpia Traiana Cugernorum civium Romanorum,I Lingonum,I fida Vardullorum milliaria civium Romanorum,I Morinorum,I Menapiorum,I Sunucorum,I Betasiorum,I Batavorum,I Tungrorum,I Hispanorum,II Gallorum,II Vasconum civium Romanorum,II Thracum,II Lingonum,II Asturum,II Delmatarum,II Nerviorum,III Nerviorum,III Bracarorum,III Lingonum,IV Gallorum,IV Lingonum,IV Breucorum,IV Delmatarum,V Raetorum,V Gallorum,VI Nerviorum eVII Thracum.
per le ali ne ricordiamo alcune:[II?] Gallorum et Thracum classiana civium Romanorum,Augusta Vocontiorum civium Romanorum,I Pannoniorum Sabiniana,I Gallorum Sebosiana eVettonum Hispanorum civium Romanorum;
per le coorti, ricordiamo:I Augusta Nerviorum,I Frisiavonum,I Aelia Hispanorum,I fida Vardullorum,I Celtiberorum,III Lingonum,II Hispanorum,I Thracum,I Batavorum,II Gallorum veterana,II Thracum veterana,II Lingonum,IIII Gallorum,I Vangionum,VII Thracum eI Morinorum.
Sappiamo anche che lo spostamento delle legioni per il progressivo avanzamento della frontiera verso nord ed ovest portò ad "aprire" e "chiudere"fortezze legionarie più e più volte come risulta dall'elenco qui sotto:
L'esercito della Britannia durante laconquista, poté contare su quattro legioni, successivamente ridotte a tre sotto il principato diNerone, come segue:
Con le successivecampagne in Britannia di Agricola, le legioni romane furono riportate a quattro come mostra qui sotto la tabella databile all'80 circa:
La parola deriva dal latinofossa, il cui significato era difossato. Esso infatti costituì, a partire dal47, la prima forma di frontiera occidentale (limes) della nuova provincia di Britannia. IRomani avevano infatti invaso l'isola ed iniziato laconquista a partire dal43. Per i primi decenni dopo l'invasione romana della Britannia, la Fosse Way potrebbe aver costituito una prima forma dilimes occidentale del dominio romano nellaBritannia dell'età del ferro.
È possibile che la strada abbia costituito nel primo decennio di conquista, un fossato difensivo, che solo successivamente fu riempito e trasformato in una vera e propria strada, o eventualmente un fossato difensivo che correva a fianco di una strada militare per almeno una parte della sua lunghezza. La Fosse Way è l'unica strada romana in Gran Bretagna che abbia mantenuto la sua denominazione originale inlingua latina. La maggior parte delle altre furono rinominate in seguito all'invasione deiSassoni, secoli dopo la partenza dei romani dalla Britannia.
Probabilmente la strada fu costruita sottoGneo Giulio Agricola, nel 60-70 d.C., in un luogo strategico lungo la frontiera della provincia di Britannia; prova dei fini strategici è che i forti più vecchi furono costruiti sul suo corso separati l'uno dall'altro l'equivalente di una giornata di marcia (14 miglia romane, 21 km).[38] Quando i Romani nel105, al tempo dell'ImperatoreTraiano, si disinteressarono definitivamente alla conquista dellaCaledonia e la zona dello Stanegate divenne la frontiera, vennero edificati alcuni nuovi forti (comeNewbrough,Magnis eBrampton Old Church) in modo che la distanza da percorrere tra un forte ed un altro fosse di mezza giornata di marcia.[39] Più tardi furono aggiunti anche altri forti minori.La struttura della strada era simile a quella classica: lo Stanegate era largo circa 6,5 metri ed aveva canali di scolo coperti.[40] Forse la strada continuava verso ovest fino all'estuario del Solway, nei pressi della cittadina di Kirkbride, e verso est fino alla città diNewcastle, ma le prove non sono attualmente sufficienti a dimostrarlo.[41]
L'inizio della costruzione di questa linea di fortificazioni avvenne al termine del mandato dell'allora governatore della BritanniaGneo Giulio Agricola nell'83 e durò fino al ritiro provvisorio dei Romani dallaCaledonia settentrionale, avvenuto pochi anni più tardi attorno all'88 -92. Agricola inoltre creò unaserie di fortificazioni a nord del Gask Ridge fino aCawdor, vicino adInverness.
In seguito tale linea di fortificazioni del Gask Ridge fu riattivata con la costruzione del vicinovallo Antonino degli anni142-144, ma fu abbandonata ancora una volta a vantaggiovallo di Adriano nel163 durante il principato diMarco Aurelio. Successivamente fu ancora rioccupata dalle forze romane durante lecampagne diSettimio Severo degli anni208-211. Pochi anni più tardi fu definitivamente abbandonata.
Risulta evidente che tra il Forte diStracathro e quello di Cawdor (con i vicini fortini di Balnageith e Thomshill) i Romani costruirono una serie di accampamenti, che coincidono col percorso possibile dellaRoman road tra il porto di Devana (Aberdeen) e la foce del fiume Spey.[55]
Infine dallo studio delle fortificazioni risulta che quelle ampie fino a più di 40 ettari, del tipo severiano, non si trovano oltreMuiryfold, per cui risulta evidente che solo Agricola arrivò a penetrare nel nord della Caledonia fino all'area diInverness. InveceAntonino Pio sembra avere raggiunto solo l'area di Aberdeen, dato che l'accampamento diNormandykes ha alcune caratteristiche delle fortificazioni di questo imperatore.[56]
Il Vallo di Adriano venne costruito a seguito della visita dell'imperatore romanoAdriano. La costruzione di un muro tanto imponente voleva rappresentare anche un simbolo della potenza romana, sia nella Britannia occupata che aRoma. La costruzione ebbe inizio tra il122 e il125 ad opera dell'allora governatore di Britannia,Aulo Platorio Nepote, e venne completata nel giro di dieci anni, con soldati di tutte e tre lelegioni occupanti che parteciparono ai lavori. Il percorso prescelto seguiva ampiamente laStanegate road da Carlisle aCorbridge, che era già difesa da unlimes e da diversi forti ausiliari, compreso quello diVindolanda. Vi erano poi alcuni forti posti a settentrione del grande vallo come avamposti (Habitancum eFanum Cocidi) e nelle retrovie anche con la funzione di fornire un adeguato appoggio logistico, militare e di approvvigionamento comeAlauna,Coria eVindomora, oltre ad una rete di strade che conducevano fino alla più vicinafortezza legionaria diEburacum.
Il muro era sorvegliato da un misto divexillationeslegionarie eunità ausiliarie dell'esercito romano. Il loro numero variò nel periodo dell'occupazione, ma dovrebbe essere stato attorno ai 9.000 uomini, compresafanteria ecavalleria. Queste unità soffrirono attacchi seri nel180, e specialmente tra il196 e il197, quando la guarnigione era stata ridotta a causa dellaguerra civile. A seguito di questi attacchi dovette essere realizzata una ricostruzione sottoSettimio Severo. Dopo la dura repressione delle tribù condotta sotto Settimio, la regione vicina al muro rimase pacificata per gran parte delIII secolo. Si ritiene che molti membri della guarnigione possano essersi integrati nella comunità locale. NelIV secolo una delle unità stanziate lungo il Vallo di Adriano fu lalegiopseudocomitatenseDefensores Seniores, in accordo con laNotitia Dignitatum. Col declino dell'impero, entro il400 la guarnigione fu tolta e il muro cadde in disuso.
Il Vallo di Adriano corre per 120 km (pari a 80 miglia romane) daWallsend, sul fiumeTyne, alla costa delSolway Firth. La A69 segue il percorso del muro da dove la strada inizia, aNewcastle-upon-Tyne, e fino aCarlisle, quindi prosegue attorno alla costa settentrionale dellaCumbria. Il muro è completamente in territorio inglese, e rimane a sud del confine dellaScozia per 15 km ad ovest e per 110 km ad est.
La costruzione delVallo di Antonino iniziò nel142, sotto il regno diAntonino Pio, e completata nel144. Il vallo si estende per 39miglia (pari a 63chilometri) daOld Kirkpatrick nelWest Dunbartonshire sulFirth of Clyde aBo'ness sulFirth of Forth. La fortificazione fu costruita con lo scopo di rimpiazzare ilVallo di Adriano, posto 160 km più a sud, come confine settentrionale della Britannia. I romani tuttavia, anche se riuscirono a stabilire accampamenti e fortilizi temporanei a nord del vallo, non arrivarono mai a conquistare e sottomettere le tribù indigene deiPitti e deiCaledoni, che resistettero e provocarono danni alla fortificazione. I romani chiamarono la terra a nord del Vallo AntoninoCaledonia.
Il vallo fu abbandonato dopo solo 20 anni dalla costruzione, quando nel164 le legioni romane si ritirarono a sud del Vallo di Adriano. Dopo una serie di attacchi nel197 l'imperatoreSettimio Severo arrivò in Scozia nel208 per rendere sicura la frontiera e riparò parti del vallo. Sebbene questa rioccupazione sia durata solo pochi anni, il vallo Antonino è spesso chiamato (in specie da scrittori della tarda latinità)Vallo Severiano. Qui di seguito i principali forti:
Praepositus numeri Fortensium,Othonae;Praepositus numeri Turnacensium,Lemanis;Praepositus numeri Abulcorum,Anderidos;Praepositus numeri exploratorum,Portum Adurni;[78]
3 prefetti di cavalleria:Praefectus equitum Dalmatarum, Praesidio;Praefectus equitum Crispianorum, Dano;Praefectus equitum catafractariorum, Morbio;Praefectus numeri barcariorum Tigrisiensium, Arbeia;[79]
10 prefetti dinumeri:Praefectus numeri Neruiorum Dictensium, Dicti;Praefectus numeri vigilum, Concangios;Praefectus numeri exploratorum, Lavatres;Praefectus numeri directorum, Verteris;Praefectus numeri defensorum, Barboniaco;Praefectus numeri Solensium, Maglone;Praefectus numeri Pacensium, Magis;Praefectus numeri Longovicanorum, Longovicio;Praefectus numeri supervenientium Petueriensium, Deruentione;[79]
Dall'archeologia emerge che vi erano anche altre unità a quel tempo, che però non sono elencate. A queste vanno sommate le 24 unità di stanza lungo ilVallo di Adriano, e facenti capo a:
Tribunus cohortis IV Lingonum, Segeduno;Tribunus cohortis I Cornoviorum, Ponte Aeli;Tribunus cohortis I Frixagorum,Vindobala;Tribunus cohortis I Batavorum, Procolitia;Tribunus cohortis I Tungrorum, Borcovicio;Tribunus cohortis IV Gallorum, Vindolana;Tribunus cohortis I Asturum, Aesica;Tribunus cohortis II Dalmatarum, Magnis;Tribunus cohortis I Aeliae Dacorum, Amboglanna;Tribunus cohortis II Lingonum,Congavata;Tribunus cohortis I Hispanorum, Axeloduno;Tribunus cohortis II Thracum, Gabrosenti;Tribunus cohortis I Aeliae classicae, Tunnocelo;Tribunus cohortis I Morinorum, Glannibanta;Tribunus cohortis III Neruiorum, Alione;Tribunus cohortis VI Nerviorum, Virosido;[79]
Praefectus alae primae Asturum, Conderco;Praefectus alae Sabinianae, Hunno;Praefectus alae secundae Asturum, Cilurno;Praefectus alae Petrianae, Petrianis;Praefectus alae I Herculeae, Olenaco;(Praefectus alae?), Luguvallii;[79]
Praefectus numeri Maurorum Aurelianorum,Aballaba;[79]
Romanizzazione della BritanniaIl grado di Romanizzazione della Britannia romana si evidenzia anche dai ritrovamenti di monete romane
Secondo studiosi comeTheodore Mommsen[80] la romanizzazione culturale della Britannia romana era totale nei ceti superiori della società britanna e nelle principali aree cittadine, ma nelle popolazioni delle campagne era limitata. Inoltre le aree periferiche (Cornovaglia, Galles occidentale e nord-ovest vicino alla Caledonia) erano romanizzate solo superficialmente.
Durante la loro occupazione della Britannia, i Romani fondarono alcuni importanti insediamenti. Molti di essi sussistono ancora oggi.
Tra i villaggi e le città troviamo (tra parentesi, il nome latino):
Economia, commercio ed industria della Britannia romana.Principali miniere provincialiPrincipali vie di comunicazioni e centri cittadini della provincia.
Con l'occupazione romana della Britannia le esportazioni di stagno per il Mediterraneo furono in parte ridotte dalla fornitura più conveniente proveniente dallaHispania. Oro, stagno, ferro, piombo, argento, marmo e perle furono però sfruttati dai Romani in Britannia insieme ad altri prodotti di uso quotidiano, come pelli di animali, legno, lana e schiavi.
Il mercato della provincia crebbe internamente tanto da alimentare una crescente richiesta di beni da altre province o da località esotiche, per ottenereceramica pregiata, olio di oliva, pietra lavica, oggetti di vetro, vini,garum e frutta.