Il 29 settembre1936 ilComintern autorizzò e, il 22 ottobre1936 il primo ministro dellarepubblica spagnolaFrancisco Largo Caballero approvò la formazione dibrigate internazionali. Le prime organizzazioni che, in tutto il mondo, si attivarono per reclutare volontari, furono i partiti comunisti e i sindacati dei lavoratori. La prima unità, detta “11ª Brigata mista internazionale”, fu inviata aMadrid, già sotto assedio; era composta da operai, studenti, liberali, socialisti, comunisti, anarchici.Le brigate si distinsero principalmente nella difesa diMadrid e nellabattaglia di Guadalajara.
Il 21 settembre1938 il nuovo primo ministroJuan Negrín, su pressione delle democrazie occidentali impegnate nella politica di non intervento, dispose il ritiro dal fronte di tutti i combattenti non spagnoli, stimati in 13.000 unità nell'ottobre del 1938. Il 29 ottobre1938, aBarcellona, le brigate internazionali tennero una sentita e commossa parata di addio.
Ilgoverno provvisorio franchista diBurgos rispose rinunciando al sostegno di 10.000 militari italiani inviati al suo fianco dal regime fascista (ma ne rimasero circa 38.000, oltre ai tedeschi).
Il totale dei volontari intervenuti in Spagna sotto l'egida delle brigate internazionali fu di circa 59.000 unità, ma non esistono dati precisi in merito; i diversi autori, infatti, non concordano sul numero totale degli Interbrigatisti, c'è chi parla esagerando anche di 100.000, ma la cifra più vicina può collocarsi in quella indicata da Andreu Castell (59.000). I primi contingenti delle brigate internazionali furono sostenuti logisticamente dalComintern dopo non poche esitazioni da parte di Stalin[1].
I volontari giunsero da ben 53 nazioni dei cinque continenti. Circa 5.000 furono inquadrati direttamente nel regolare esercito repubblicano e ben 20.000 furono addetti a servizi sanitari, logistici ed ausiliari[2].Al loro interno, le brigate internazionali erano generalmente divise in raggruppamenti nazionali. Ogni Brigata era suddivisa in battaglioni. I volontari italiani erano inquadrati nelbattaglione Garibaldi (dall'aprile 1937: Brigata Garibaldi); gli americani nella brigataAbraham Lincoln[3]; i canadesi nel battaglioneMackenzie-Papineau[4]; gli irlandesi erano raggruppati nellaColonna Connolly.
Circa la metà dei volontari risultarono "dispersi o feriti" alla fine della guerra. Lo storico César Vidal[5] indica intorno al 30% il numero dei brigatisti morti e intorno al 50% i feriti. Tuttavia Ángel David Martín Rubio, specialista di storia spagnola, in particolare del periodo della Repubblica, della Guerra civile e del dopoguerra, ha effettuato uno studio minuzioso sull'ammontare complessivo delle vittime della Guerra civile, secondo il quale il numero dei caduti di nazionalità straniera combattenti a fianco dell'esercito repubblicano è di 13.706[6].
Bandiera dellaColonna Italiana, nota anche comeCenturia Giustizia e Libertà
Il primo volontario italiano fu ilsocialistaFernando De Rosa che, già residente in Spagna, si arruolò subito dopo lo scoppio della guerra e assunse il comando del battaglioneOctubre n.11[7]. Perì in battaglia il 16 settembre1936 sul monte Cabeza Líjar, pressoGuadarrama.
Nell'estate del 1936, Rosselli propose aRandolfo Pacciardi, ex-segretario delPartito Repubblicano Italiano ed esule aLugano, l'eventuale concorso alla formazione di una legione italiana nelle brigate repubblicane spagnole. Lo scopo fondamentale, dichiarato daCarlo Rosselli stesso inOggi in Spagna, domani in Italia, era l'abbattimento del fascismo, il cui definitivo annientamento era preso come presupposto per l'instaurazione di una società organizzata su basi più libere ed egualitarie.
Già noto come capo militare per l'audacia dimostrata combattendo nellaprima guerra mondiale, Pacciardi aveva già avuto l'idea di un corpo di volontari che accorresse a dar man forte alla repubblica democratica minacciata; pensava però a una «legione italiana» assolutamente apartitica, organizzata secondo il modello dei garibaldini che nel 1897-1898 avevano combattuto in Grecia contro i turchi o di quelli accorsi in Francia nel 1914 prima dell'entrata in guerra dell'Italia[8].
Consideratosuper-partes sia dai socialisti che dai comunisti, il 26 ottobre1936 Pacciardi firmò a Parigi l'accordo per la formazione di una Legione antifascista italiana sotto il patronato politico dei partiti socialista, comunista e repubblicano e con il concorso delle organizzazioni aderenti al comitato italiano pro Spagna[9].
A Pacciardi fu affidato il comando delbattaglione Garibaldi, con il grado di maggiore; con la carica di "commissario politico" gli furono affiancati i comunistiAntonio Roasio eLuigi Longo e il socialista Amedeo Azzi[10]. Il battaglione era composto da cinque compagnie.Anche parte del battaglione Picelli e lacenturia Gastone Sozzi confluirono nel battaglione Garibaldi[11].
Pacciardi guidò il battaglione alladifesa di Madrid, prima alCerro de los Angeles, poi allaPuerta de Hierro e nella città universitaria. In seguito, aPozuelo, venne promosso tenente colonnello. Fu alla testa del battaglione anche aBoadilla del Monte e aMajadahonda, ma il Garibaldi ottenne la prima vittoria del fronte repubblicano aMirabueno, il 1º gennaio 1937, al comando di Guido Picelli. Nellabattaglia del Jarama Pacciardi venne ferito a una guancia e ad un orecchio. Trasferitosi aParigi per sottoporsi alle necessarie medicazioni, Pacciardi partecipò solo alle ultime fasi dellabattaglia di Guadalajara (il comando del battaglione era stato temporaneamente affidato al Vice CommissarioIlio Barontini)[12].Ripreso il comando, combatté anche sul fronte diMorata de Tajuña eCasa de Campo, nell'aprile1937.
Restò alla guida dei volontari fino al giugno del 1937, dopo che, in aprile, il battaglione Garibaldi, integrato dalbattaglione Matteotti si era trasformato nella brigata omonima; diresse quindi i combattimenti aHuesca eVillanueva del Pardillo. In dissenso con i comunisti per la mancata realizzazione di una brigata completamente italiana e, pare, contrario all'uso della Brigata Garibaldi contro gli anarchici, Pacciardi lasciò la Spagna nell'estate del 1937 dopo aver assistito, aBarcellona, alla commemorazione diCarlo Rosselli, che era stato ucciso il 9 giugno1937 aBagnoles-de-l'Orne da una formazione della destra francese filofascista.
Alla guida della brigata subentrarono cinque successivi comandanti in tredici mesi, sino allo scioglimento del 24 settembre1938. Fra gli ultimi veterani della Garibaldi più noti, sopravvissuti oltre il 2005, sonoGiovanni Pesce e Vincenzo Tonelli, deceduti nel luglio 2007 e nel luglio 2009.
Lo storico Andreu Castell segnala come nel battaglione, e poi nella brigata Garibaldi, vi fosse la maggior tolleranza e senso di fraternità fra comunisti filo-sovietici,trotskisti eanarchici. Diversi anarchici, sciolta la Brigata italiana, infatti, non vollero entrare nel ricostituito esercito popolare e lasciarono laSpagna.
I veterani albanesi della rivoluzione spagnola formeranno in seguito il primo nucleo dellaresistenza partigiana in Albania, tra questi si ricordano in particolare:Mehmet Shehu (in carica più volte come Primo Ministro, Ministro della Difesa e degli Interni),Petro Marko (scrittore, partigiano e prigioniero politico) che riportò le sue memorie sulla guerra di Spagna nel romanzoHasta la vista.
Molti italiani che rivestivano il ruolo di alti funzionari comunisti e socialisti in esilio, svolsero un importante supporto a livello politico. Tra di essi, si ricorda in particolare il contributo dato dal segretario delPCIPalmiro Togliatti, supervisore politico per incarico affidatogli dalComintern e daLuigi Longo (che succederà a Togliatti, dopo la sua morte, alla guida del PCI) che, con il nome di battagliaGallo, è stato Commissario ispettore generale delle brigate internazionali, dopo aver ricoperto per breve tempo il ruolo di Commissario politico delGaribaldi. Commissario politico di divisione furono il socialistaPietro Nenni e il comunistaGiuseppe Di Vittorio, nome di battagliaMario Nicoletti; quest'ultimo fu commissario della XI e poi della XII Brigata Internazionale, ma prese anche parte attivamente ai combattimenti, risultando ferito a Guadalajara. Indimenticabile è poi la figura di Guido Picelli, già ardito del popolo a Parma, che cadde a Mirabueno nel gennaio 1937, dopo aver guidato in Spagna circa 250 antifascisti per lo più comunisti.
Altri italiani combatterono non inquadrati nel battaglione Garibaldi, ma direttamente nelle file dell'Esercito repubblicano spagnolo. Si segnalano tra di loroFrancesco Fausto Nitti, già fondatore del movimentoGiustizia e Libertà, che fu comandante di battaglione;Vittorio Vidali, ilComandante Carlos Contreras, fondatore delQuinto Regimiento dell'Esercito repubblicano spagnolo oEttore Quaglierini, nome di battagliaPablo Bono, comandante di battaglione nello stessoQuinto Regimiento. Di particolare importanza fu il ruolo diNino Nannetti, nominato tenente colonnello dell'esercito spagnolo e comandante di battaglione durante la difesa di Madrid; a Guadalajara, fu affidato a Nannetti il comando di una divisione, composta da tre brigate e un reggimento di cavalleria. Morì il 21 luglio1937 all'ospedale diSantander, dopo essere stato gravemente ferito nel corso di un bombardamento aereo.
Altri italiani, infine, militarono in brigate internazionali diverse dal "Garibaldi", comeRiccardo Formica, capo di stato maggiore della brigataLa Marseillaise, con il nome di battagliaAldo Morandi.
Il socialistaFernando De Rosa, comandante del battaglioneOctubre n.11, perì in battaglia il 16 settembre 1936 sul monte Cabeza Líjar, pressoGuadarrama[14], fu il primo italiano morto nella guerra civile spagnola.
Molti furono gli ebrei che combatterono tra le file delle brigate internazionali, tra cui un battaglione formato completamente da ebrei per lo più comunisti: ilBotvin (martire ebreo e comunista già vittima delleSS in Germania). Nel mausoleo delFossar de la Pedrera di Barcellona, innalzato nei pressi dell'enorme fossa comune dove i franchisti seppellirono i repubblicani fucilati dopo la guerra, una lapide omaggia glieroi ebrei caduti tra i 7.000 ebrei volontari di tutti i paesi combattenti della Libertà in Spagna 1936-1939.Lo storico tedescoArno Lustiger, nel libroShalom Libertad!, stima che la loro presenza raggiungesse le 7.758 unità, vale a dire quasi il 20% dell'intero corpo volontario.[15][16].
Pur essendo difficile fare stime sicure sul numero complessivo dei volontari, alcuni storici affermano con certezza che la percentuale di ebrei in ogni contingente nazionale fu sicuramente molto superiore alla percentuale di ebrei nella popolazione del paese d'origine considerato[17]. Ebreo era, tra gli altri, uno dei più famosi corrispondenti dal fronte, il fotografoRobert Capa e la sua compagnaGerda Taro, la prima donna reporter a "cadere sul lavoro", morta durante laBattaglia di Brunete a soli 26 anni.
Militanti provenienti dall'arte, dalla cultura e dal giornalismo
Nelle brigate internazionali militarono molti noti personaggi dell'arte, dalla cultura e dal giornalismo. In particolare si cita lo scrittore ingleseGeorge Orwell[18] e il poetaJohn Cornford, nipote diCharles Darwin; il franceseAndré Malraux, organizzatore di una squadriglia aerea di caccia, e l'artista franco-rumenoTristan Tzara. Fra i cubani va ricordato l'intellettuale Pablo de la Torriente Brau, caduto in battaglia all'inizio del '37 aMajadahonda nelle file di una formazione spagnola (presso Madrid): lascia scritta una delle più calzanti frasi circa l'epopea internazionalista e combattente in Spagna, "Per noi, oggi, il concetto di Patria è Universale.".
Waclaw Komar, ufficiale del battaglione Dambrowski
Manfred Stern, comandante col nome di generale Kléber, comunista e russo di religione ebraica, morì in ungulag diStalin
Oliver Law, sindacalista, leader di un movimento di emancipazione dei neri, subì numerosi arresti per la propria attività negliStati Uniti. Caposquadra della compagnia mitraglieri nella battaglia diJarama, per il suo comportamento valoroso ed efficiente divenne nell'aprile1937 comandante del battaglioneLincoln ed in seguito delWashington, primo uomo di colore nella storia militareStati Uniti a comandare formazioni a grande partecipazione di bianchi. Cadde in combattimento guidando i suoi nella battaglia diBrunete tentando la conquista diMosquito Crest. Fra i miliziani antifascisti americani di colore occorre menzionare il caso particolare dell'infermiera Salaria Kee, soprannominata daLangston Hughes[28], addetto alla propaganda a favore dei repubblicani, "slender chocolate colored girl". Salaria Kee era stata infermiera dell'Harlem Hospital, in patria aveva partecipato alle manifestazioni contro laGuerra di Etiopia e laCroce Rossa aveva rifiutato la sua collaborazione perché di colore nell'intervento di appoggio agli alluvionati dell'Ohio.
Enrique Líster, ex cavapietre, comandante delQuinto Regimiento dell'Esercito repubblicano spagnolo, fra i migliori del fronte antifascista.
Nino Nannetti, tenente colonnello dell'esercito spagnolo, morto il 21 luglio1937 all'ospedale diSantander, dopo essere stato gravemente ferito nel corso di un bombardamento aereo.
George Nathan, capo di stato maggiore della XV brigata e comandante in successione del battaglione marsigliese, del battaglione Lincoln, del battaglione Washington e del battaglione inglese; ferito a morte il 16 luglio 1937 nel corso della battaglia di Brunete.
Francesco Fausto Nitti, comandante di un reggimento della 153ª Brigata Mista dell'Esercito repubblicano spagnolo.
Randolfo Pacciardi, comandante del battaglione Garibaldi, poi trasformato in Brigata Garibaldi (dall'aprile 1937).
Guido Picelli, comandante del 9º battaglione delle brigate internazionali (fino al 13 dicembre 1936), successivamente vice comandante del battaglione Garibaldi poi trasformato in Brigata Garibaldi (dall'aprile 1937).
La composizione politica del totale dei miliziani antifascisti, che agirono sia nelle brigate internazionali sia aggregati ad altre formazioni, risulta pari a circa 35.000 unità, di cui quasi il 60% 'genericamente' autodefinitisi comunisti.
Lo storicoPietro Ramella ha analizzato, tempo addietro, l'appartenenza politica degli allora stimati circa 4000 italiani secondo i dati dall'Associazione Italiana Combattenti Volontari Antifascisti di Spagna,[29] ottenendo i seguenti dati (i dati sono in costante aggiornamento grazie alle costanti ricerche di storici come il friulano M.Puppini):
Anarchici: 328 (9,7%)
Comunisti: 1301 (38,3%)
Giustizia e Libertà: 39 (1,2%)
Repubblicani: 56 (1,6%)
Socialisti: 224 (6,6%)
Appartenenza sconosciuta: 1449 (42,6%)
Assumendo quindi che l'adesione ideologica dei volontari di cui non si conosce l'appartenenza segua la distribuzione già evidenziata per gli altri si ottengono le seguenti percentuali:
Anarchici: 16,9%
Comunisti: 66,8%
Giustizia e Libertà: 2,0%
Repubblicani: 2,8%
Socialisti: 11,5%
Da notare, comunque, che la superiorità organizzativa deicomunisti e delle altre fazioni politiche, che si traduceva pure in una più regolare registrazione del nome del combattente e della sua milizia politica, può portare a sottostimare le presenze anarchiche, sicuramente più rappresentate all'interno della componente di appartenenza sconosciuta. È comunque indiscutibile che i comunisti furono la formazione largamente maggioritaria. Rimangono invece dei dubbi circa le loro divisioni interne ovvero sulla distinzione fra i filo-sovietici e coloro chesi opponevano alla linea di Mosca, ma anche in questo caso si può affermare che i primi furono nettamente maggioritari.
Dopo l'ultima grande offensiva fallita dell'Ebro, iniziava laRetirada e "si chiudeva l'epopea di quelli che erano stati l'esempio eroico della solidarietà e dell'universalità della democrazia".
La frase appena citata, anche se ha una gran valenza emotiva può indurre in un certo equivoco. Molti volontari delle brigate internazionali, infatti, non combattevano per la restaurazione della democrazia borghese, ma per una società più egualitaria che andasse oltre quella rappresentata dalla democrazia borghese, società ipotizzabile in tutte le varie sfumature che vanno dal liberal socialismo diCarlo Rosselli, al comunismo diVittorio Vidali edAndrés Nin (contrastanti fra loro ma ispirati agli ideali marxisti), al comunismo anarchico diCamillo Berneri.
È poi da sfatare la "leggenda nera" che vorrebbe le brigate internazionali utilizzate nella repressione anti dissidenza del maggio 1937 a Barcellona: le forze impiegate dal governo contro laCNT-FAI e ilPOUM furono fondamentalmente leGuardias de Asalto (controllate dalPCE) e reparti regolari repubblicani.
Più di una volta lebrigate internazionali o loro comandanti rifiutarono compiti di polizia o di repressione del dissenso: obbiettivo loro era di combattere il nemico comune fascista.[senza fonte]
Le brigate internazionali avevano ognuna loro canti e veri e propri inni: fra i più notiDie Thaelmann Kolonne[30],Jarama Valley,Viva la Quince Brigada!,Die Moorsoldaten,The Red Flag (in inglese, da non confondersi con l'italianaBandiera Rossa),La guardia rossa, all'epoca inno del Partito Comunista d'talia. L'inno della "Garibaldi" eraDoce Brigada, Bandera de Gloria,tuttora inedito ma reperibile in incisione "artigianale" su noti canali video web[non chiaro], il cui ritornello recita:«Somos Hermanos de España e Italia, todos luchamos con igual valor...».
L'inno generale di tutte le brigate era in tedesco (allora la lingua più internazionale, insieme al francese):Lied der Internationalen Brigaden, su melodia del canto dei sindacati brasilianiHimno a Carlos Prestes; di tale inno esistono versioni in spagnolo, reperibile anche in altre lingue.
Nino Nannetti, tenente colonnello dell'esercito spagnolo e comandante di battaglione durante la difesa di Madrid; comandante di divisione a Guadalajara. Morì il 21 luglio1937 all'ospedale diSantander, dopo essere stato gravemente ferito nel corso di un bombardamento aereo.
Un gruppo di antifascisti italiani che per vicissitudini sia nel periodo pre-fascista che durante la presa di potere del fascismo che nel prosieguo durante la vicenda dellaGuerra di Spagna mantennero una certa coesione ed una rigida finalità di intenti, fu ilgruppo dei grossetani; per cui, nonostante i tempi difficili e le singole ideologie, magari diverse, è stato abbastanza agevole ricostruirne le vicissitudini che risultano un interessante spaccato della vicenda di Spagna. Nel gruppo, in realtà, vi erano anche livornesi e fiorentini di nascita, ma al momento risiedenti nel grossetano.[32]. Un lavoro così esauriente su un gruppo ridotto, può esser di grande interesse storico generale anche per gli addentellati, come ad esempio il problema degli espatri inCorsica e dellaLegione Straniera.
^L'armamento delle brigate internazionali fu all'inizio costituito individualmente dai fucili a ripetizione manuale tipo Mauser 1916 o 1896 su licenza spagnola, poi da una quantità difforme per calibro e qualità di fucili derivanti soprattutto dalla prima guerra mondiale, come i francesi Lebel e Berthier, gli austro-tedeschi Schmidt-Rubin, i giapponesi Arisaka, gli americani Remington P14 e P17 (validissimi e derivanti da giacenze USA rimaste in Francia dopo il 1918). Dopo la decisione stentorea di Stalin di inviare aiuti più consistenti, giunsero enormi quantitativi di fucili russi Mosin-Nagant 91/30, rozzi ma di grande robustezza, che andarono ad armare anche l'esercito repubblicano, non inquadrato negli internazionalisti. Le mitragliatrici più diffuse fra le brigate internazionali erano le medie russe Maxim 1910 (su rotelle e con scudo protettivo), le Maxim-Tokarev e le leggere Degtyarev 28 con caricatore a padella orizzontale e bipede. Le granate a mano erano polacche ad ananas, le Lafitte francesi, l'infinita varietà delle spagnole a frammentazione (dette Tonelete ecc.) e le bottiglie molotov anticarro autoprodotte. Le pistole erano perlopiù le diffusissime spagnole Astra 400, dette sigaro (puro); vi erano poi le nuovissime sovietiche Tokarev TT33 (rare). I mezzi pesanti d'appoggio erano essenzialmente i carri sovietici T26B (200 mezzi c.a), i migliori di tutta la guerra spagnola ma non rimpiazzati da Stalin dopo le varie perdite: tali carri (comandati dal generale sovietico Pavlov, poi scomparso nelle purghe staliniane nonostante i suoi meriti) furono decisivi sul Jarama e a Guadalajara così come i caccia sovietici Polikarpov ed i Chatos e Mosca, più agili dei velivoli italiani e tedeschi inviati da Hitler e dal duce.
^Tra iLincolns vi era l'italo-americano Humberto Galliani, prima arruolato nel battaglione Garibaldi - di cui fu comandante per breve tempo prima diRandolfo Pacciardi - e poi passato, per dissensi politici, nello stato maggiore della XV Brigata
^Dal nome del loro battaglione i canadesi erano soprannominatiMac-Paps
^Esiste una pubblicazione dell'AICVAS, ilQuaderno 4, in cui è scritto: «22 ottobre 1936 viene formalmente sciolta la CenturiaGastone Sozzi (giovane comunista diCesena ucciso nelle carceri italiane). I suoi combattenti entrano a far parte del battaglione Garibaldi. La terza compagnia del Garibaldi prenderà il nome di Gastone Sozzi»
^Alberto Fernandez,Tiempo de Historia nº10, "Judios en la guerra de España"
^che da questa sua esperienza umana, politica e bellica trarrà ispirazione per il suo romanzoOmaggio alla Catalogna (Homage to Catalonia, 1938).
^Costituì con l'amicoErnest Hemingway, il poetaArchibald MacLeish e la commediografaLillian Hellman una società per raccogliere i fondi per un nuovodocumentario propagandisticoantifascista di Hemingway dal titoloThe Spanish Earth (Terra di Spagna), che venne presentato il 4 giugno 1937 aNew York nel corso di una riunione organizzata dallaLeague of American Writers, dopo che, sempre con MacLeish e la Hellman, ebbe costituita laContemporary Historian Inc. per fare in modo che il famoso registaJoris Ivens e ilcameraman John Ferno partecipassero al film.
^A partire dal 16 marzo1937 fu inviato giornalistico in Spagna per conto dellaNorth American Newspaper Alliance (NANA) e della sua rete di sessanta giornali; realizzò undocumentario propagandisticoantifascista dal titoloSpain in Flames e, con il poeta Archibald McLeish, la commediografaLillian Hellman e l'amicoJohn Dos Passos, fondò una società per raccogliere i fondi per un secondo documentario dal titoloThe Spanish Earth (Terra di Spagna), che venne presentato il 4 giugno 1937 aNew York nel corso di una riunione organizzata dallaLeague of American Writers (dove tenne una conferenza, pronunciando la famosa frase: "Il fascismo è una menzogna detta da prepotenti ...") e che l'8 luglio fu proiettato allaCasa Bianca, dove Hemingway era stato invitato dalpresidente Roosevelt, e poi il 10 luglio inCalifornia, durante una serata, che si tenne a casa diFrederic March, presentiDorothy Parker eFrancis Scott Fitzgerald, nel corso della quale lo scrittore raccolse fondi per inviare ambulanze in Spagna. Sulla base delle sue esperienze nella guerra di Spagna, nel1940 scrisse il suo romanzo, forse il più famoso,Per chi suona la campana che venne pubblicato in luglio a New York con una vendita immediata di centomila copie. Nello stesso anno fu realizzata lariduzione cinematografica del libro.
^considerato fra i migliori comandanti repubblicani
«Pur considerando che i migliori ufficiali dell'esercito repubblicano Líster, Modesto,El Campesino erano comunisti, come pure molti comandanti di brigata e di divisione, essi non sarebbero stati certo in grado di condizionare tutto l'apparato militare»
^scrittore, poeta e columnist nero (1º febbraio1902 - 22 maggio1967). Hughes è molto conosciuto per il suo lavoro durante il soprannominatoHarlem Renaissance.
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^Professore Ordinario, presso il Dipartimento di storia.Membro della Facoltà di Lettere e Filosofia, università' diPisa