Brienno è un piccolo paese che si affaccia sulla riva occidentale del lago di Como. Dominato dal Monte Comana (1200m s.l.m.), il paese è posto ad un'altitudine di 203m s.l.m. ed è composto da un rilevante centro storico, nucleo compatto a prevalente sviluppo verticale, su suolo roccioso in marcata pendenza.
Tra i corsi d'acqua che attraversano il territorio comunale si menzionano i torrenti Torascia e Corrente[6].
Il toponimo "Brienno" (Brien) deriva dalla parola, di origineceltica, "Brig", che significa "luogo scosceso". Nel dialetto comasco i monti vengono ancor oggi indicati con la parola "bricch".
Significativa è anche l'assonanza con le parole celticeBrennan oBran (Dio celta della guerra) eBrenno oBrehin (condottiero, capo, vertice). Altre teorie attribuiscono il toponimo a un altro termine celtico: "blein", ossia "porto".[7]
Le origini del borgo non sono certe; sono stati però trovati reperti che fanno risalire, con buone probabilità, il paese all'epocaceltica, mentre è delX secolo la prima fonte scritta.
Sul territorio sono stati ritrovati alcune are pagane del IV-V secolo a.C. e un gioiello a forma di serpente di epoca preromana.[7]
All'epoca romana risalgono invece due lapidi trascritte daGirolamo Borsieri, il quale le collocò nel giardino della propria abitazione di Como. Successivamente, le lapidi divennero proprietà delvescovo di ComoLazzaro Carafino, che dapprima posizionò le due lapidi nei giardini dell'episcopio comense (1644) e poi le spostò nella nativaCremona.
Inetà comunale, durante le dispute che videro contrapposti comaschi e milanesi, Brienno - che disponeva di unacinta muraria[8] - si schierò con i primi.[7]
Gli annessi agli Statuti di Como del1335 riportano Brienno come il comune che, all'interno dellapieve di Nesso, aveva l'incarico della manutenzione del tratto di via Regina fino al "pontem de Zognio”[9].
Nei secoli successivi Brienno risulta sempre inserito all'interno della stessa pieve, che nel1497 era stata concessa in feudo aLucrezia Crivelli dal ducaLodovico Maria Sforza[9]. Nel1647 il comune venne invece affidato famigliaGallio D’Alvito, che mantenne i diritti feudali Brienno fin'oltre la seconda metà del XVIII secolo[9].
Nel XIX secolo, l'economia di Brienno si basava non solo sulla pesca ma anche sulle colture digelso e sulla tessitura.[7]
Una riaggregazione al comune di Laglio si ebbe nel1927[12] e durò fino al1948, quando Brienno riacquisì l'autonomia comunale[13].
Nel mese di luglio2011 ha avuto notevoli danni, ancora leggibili su taluni edifici, causati da una disastrosa alluvione. Una catastrofe analoga, in forma forse ancora maggiore e analogamente a quanto accaduto nei comuni limitrofi, si è ripetuta il 27 luglio 2021[14][15][16].
Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 22 maggio 2002.[17]
«Campo di cielo, alcastello di argento, murato di nero, merlato alla ghibellina, le due torri di tre ciascuna, il fastigio di tre, le torri munite di forte marcapiano e finestrate con tre grandi finestre di nero, poste una, due, il corpo del castello chiuso con grande porta dello stesso, il merlo centrale del fastigio sostenente il fusto di nero, posto in palo, a guisa di albero di nave, con pennone dello stesso, esso pennone munito di vela anomala, di forma triangolare, di verde, con la punta accollante il fusto sopra il detto merlo centrale, esso castello fondato sullapianura di azzurro, fluttuosa di argento. Ornamenti esteriori da Comune.»
Lo stemma di Brienno riprende e rielabora il blasone dell'importante famiglia Bianchi di Velate che era:d'argento, al castello di rosso torricellato di due pezzi, e sormontato da uno stendardo d'argento; col capo d'oro, all'aquila di nero coronata del campo.[18]La vela, al posto dello stendardo, ricorda quella di uncomballo, storica imbarcazione lacustre su cui si basava l'economia del paese.[19]
Il gonfalone è un drappo di bianco con la bordatura di azzurro.
Sulla destra: la punta del Ronco con la chiesa dell'Immacolata
LaChiesa dell'Immacolata[29], detta anche chiesa della Madonna del Ronco[30] o chiesa della Beata Vergine di Ronca (dal toponimo della punta che ospita il complesso)[31] è un edificio religiosocattolico in stile eclettico[23]. La chiesa è posta in una posizione panoramica, su uno sperone roccioso in una zona detta "Puncett", alla fine del paese vicino al cimitero.
La chiesa, che oggi si presenta con linee settecentesche[32], fu costruita nel XVII secolo[29][32] sul luogo ove già si trovava unoratorio[32]. Già eretta nel 1707, la chiesa fu successivamente dotata del campanile (metà del Settecento) e ampliata con l'aggiunta di un porticato (1865).[31]
Detta anche chiesa di Sant'Anna[30],[24] la Chiesa di San Vittore, che oggi deve il suo aspetto ad alcuni interventi del XVII secolo[33], è un edificio a navata singola costruito verso la fine del XVI secolo[34] sulla base di un precedente edificio religioso databile all'XI secolo[24]. Internamente, la chiesa è decorata da affreschi e stucchi databili al Seicento[24]. Tra i dipinti, un'insolita rappresentazione di unSan Carlo Borromeo in corporatura robusta[35].
Il campanileromanico,[25] risalente all'epoca della chiesa originaria, presentalesene angolari ebifore murate e sovrapposte ed è sormontato da unacuspide a forma di cono[34].
Il borgo è rimasto inalterato nel tempo coi suoi vicoli antichi, caratterizzato dalla verticalizzazione di molti edifici in poco spazio edificabile e le strette scalinate che portano alla piazza della chiesa ed alla via Regina, la Casaforte sul molo detta la "Tur", la vecchia filanda vicino all'imbarcadero. Un importante segno di discontinuità nel tessuto storico centrale è costituito dalla strada carrabile, realizzata solo nella seconda metà dell'800.
Lungo la pedonale che conduce verso il cimitero di Brienno si trova Villa Zita, edificio eclettico pressoché integro, costruita agl'inizi del XX secolo[36].
Poco sotto alla chiesa dell'Immacolata si trova il mausoleo della famiglia Comitti, briennesi che fecero fortuna aLondra costruendo,brevettando e vendendobarometri etermometri. Un cospicuo lascito da parte di tale famiglia consentì di rendere carrozzabile il tratto divia Regina che ancora oggi attraversa l'abitato.
In posizione dominante sullavia Regina si trova la Torrazza, detta anche Torre di San Vittore[37]. Si tratta dei resti di un'antica torre[38]medievale, costruita allo scopo di presidiare il territorio e, all'occorrenza, bloccare il passaggio[8]. Al tempo dellaguerra decennale, la torre avrebbe fatto parte di un sistema di segnalazione di cui faceva parte anche ilcastello di Nesso[37]. Nel XVIII secolo fu utilizzata come luogo atto all'isolamento di malati contagiosi[6].
Sotto il piazzale della chiesa dell'Immacolata vi è una fortificazione, in galleria, dellaprima guerra mondiale, appartenente allaLinea O.A. Frontiera Nord, scavata per scopi bellici e perfettamente conservata con pozzi da mina (larghi poco meno di 1 m2 e profondi da 10 a 12 m), bunker sotterranei, locali di servizio.[39] In caso di invasione straniera, far saltare la galleria del Puncett significava bloccare la via Regina lungo la sponda occidentale del lago e salvareMilano e laPianura Padana.
Brienno è unicamente raggiungibile daComo tramite laStrada statale 340 Regina, che dal 1986 evita il centro storico tramite una moderna galleria.
La carrozzabile che si snoda attraverso il centro storico venne costruita nell'ultimo decennio delXIX secolo, grazie a un lascito della famiglia Comitti, abbattendo una quarantina di abitazioni private. Fino ad allora, il tratto diVia Regina che attraversava il paese era molto stretto, a tal punto che - stando a quanto riportato daAnton Gioseffo Della Torre di Rezzonico - lo spazio a disposizione dei viaggiatori sarebbe stato appena sufficiente a lasciar passare due uomini e certamente inadatto al passaggio di carri.
^Per ildialetto comasco, si utilizza l'ortografia ticinese, introdotta a partire dal 1969 dall'associazione culturaleFamiglia Comasca nei vocabolari, nei documenti e nella produzione letteraria.
Luigi Mario Belloni, Renato Besana e Oleg Zastrow,Castelli basiliche e ville - Tesori architettonici lariani nel tempo, a cura di Alberto Longatti, Como - Lecco, La Provincia S.p.A. Editoriale, 1991.
Annalisa Borghese,Brienno, inIl territorio lariano e i suoi comuni, Milano, Editoriale del Drago, 1992, p. 111.
Touring Club Italiano (a cura di),Guida d'Italia - Lombardia (esclusa Milano), Milano, Touring Editore, 1999,ISBN88-365-1325-5.
Franco Bartolini,I segreti del Lago di Como e del suo territorio, Cermenate, New Press Edizioni, 2016[2006].