Fondato nel 1911, il club figura al quindicesimo posto nella graduatoria dellatradizione sportiva italiana secondo i criteri dellaFIGC e detiene i record di partecipazioni totali[N 1] e di partecipazioni consecutive[N 2] ai campionati diSerie B. Tra i ventitré campionati diSerie A disputati, il miglior risultato del Brescia è stato l'ottavo posto ottenuto al termine della stagione2000-2001.
Il 17 luglio 1911 laVictoria, l'Unione Sportiva Bresciana e laGimnasium si fusero, dando vita alFoot Ball Club Brescia, che nella stagione1913-1914 fu iscritto allamassima serie nazionale, nel girone veneto-emiliano. Nel campionato1919-1920 arrivò il primo risultato di rilievo: classificandosi secondo nel girone A dellaLombardia, il Brescia centrò la qualificazione alle semifinali nazionali, dove arrivò quinto nel girone B.
Nella stagione1929-1930 il Brescia partecipò al primo campionato diSerie A della storia, che si concluse con il nono posto per lerondinelle. Anche nellaSerie A 1930-31 il Brescia si classificò al nono posto. Nel campionato del1931-1932 la squadra si classificò penultima: i lombardi andarono così incontro alla loro prima retrocessione in assoluto. La risalita fu immediata: i bresciani furono promossi classificandosi secondi nellaSerie B 1932-1933. Dopo tre stagioni in Serie A, il Brescia retrocesse in Serie B nella stagione1935-1936, al termine della quale dovette italianizzare il proprio nome nell'ambito delleleggi volute dallo stato fascista, rinominandosi inAssociazione Calcio Brescia, denominazione che manterrà fino al 1976. Nella stagione1937-1938 la squadra retrocesse, per la prima volta nella sua storia, inSerie C, per poi tornare, tuttavia, nella serie cadetta dopo una sola stagione. Il Brescia fu promosso in Serie A nella stagione1942-1943 e disputò poi ilcampionato Alta Italia 1944 a seguito degli eventi bellici, piazzandosi secondo dietro all'Ambrosiana-Inter e perdendo in seguito lo spareggio con ilVarese per l'ammissione alle semifinali nazionali.
Al termine delsecondo conflitto mondiale, la squadra bresciana ottenne subito un buon risultato nel campionato1945-1946, quando giunse quinta nella Serie A Alta Italia, mancando l'accesso al girone nazionale solo dopo i due spareggi giocati contro ilMilan[3]. Tuttavia, il diciottesimo posto della stagione successiva costò al Brescia la retrocessione inSerie B. Da qui al 1965 il Brescia disputò 18 campionati di Serie B consecutivi, durante i quali perse due spareggi per la promozione in serie A, rispettivamente nel1951-1952 con laTriestina e nel1956-1957 con l'Alessandria[4]. La massima serie venne mantenuta per tre stagioni di seguito, fino alla stagione1967-1968, dapprima con l'allenatoreRenato Gei, sostituito poi daAzeglio Vicini. Dopo un immediato ritorno in Serie A nella stagione1969-1970, i biancoblù caddero ancora in B.
La squadra bresciana che ottenne il ritorno in Serie A nell'annata1985-1986
Nel 1976 la società assunse la nuova denominazione diBrescia Calcio. La massima serie venne ritrovata nel campionato1980-1981, dopo il terzo posto dellastagione precedente in cadetteria. La squadra andò successivamente incontro ad un periodo nero, retrocedendo dapprima in Serie B e, nella stagione successiva, financo in terza serie, dopo più di quarant'anni[5].
Nel 1982 però,Franco Baribbi subentrò aMario Cervati alla presidenza[6].Dopo tre stagioni trascorse in Serie C1, il Brescia fu protagonista di un doppio salto di categoria sotto la presidenza diFranco Baribbi e conAntonio Pasinato in panchina[7], vincendo dapprima il campionato diSerie C1 1984-1985 e classificandosi poi al secondo posto nel successivo campionato diSerie B 1985-1986, ritrovando così la Serie A, dove tuttavia la squadra rimase solo per una stagione, retrocedendo infatti come terzultima con 22 punti, ad un solo punto di distacco dalla quartultima Empoli che ottenne la salvezza con 23 punti, scavalcando leRondinelle all'ultima giornata. Nel campionato diSerie B 1988-1989 i lombardi si salvarono dalla retrocessione solo allo spareggio[8].
Tornato in Serie A nella stagione2000-2001, nella quale ottenne l'ottavo posto, miglior piazzamento della sua storia nella massima serie[13], il Brescia, allenato prima daCarlo Mazzone e poi daGianni De Biasi, conservò il posto nella divisione di vertice per cinque stagioni, durante le quali disputò per due volte laCoppa Intertoto UEFA e giunse in semifinale diCoppa Italia nell'edizione2001-2002, ottenendo il proprio miglior risultato di sempre nella competizione[13]. Dopo aver perso la finale dei play-off nel campionato diSerie B 2008-2009, il Brescia risalì in Serie A prima della stagione2010-2011, conclusa con la retrocessione tra i cadetti[13], dove il club rimarrà per otto anni.
Una formazione del2000-2001, stagione dell'ottavo posto in Serie A, miglior piazzamento di sempre del Brescia nella massima serie.
Nel 2017Massimo Cellino divenne presidente del Brescia[14]. Nella stagione2018-2019 le rondinelle vinsero, per la quarta volta nella loro storia, il campionato di Serie B, venendo per la prima volta premiati con laCoppa Ali della Vittoria[15]. Tornata in Serie B nel 2020, la squadra retrocesse inSerie C[16] nella stagione2022-2023 tramite i play-out, perdendoli contro ilCosenza, salvo poi venire riammessa inSerie B 2023-2024 per la mancata iscrizione dellaReggina 1914[17], in cui il Brescia, sotto la guida diRolando Maran, subentrato aDaniele Gastaldello alla quattordicesima giornata[18], termina all'ottavo posto in classifica, venendo sconfitto dal Catanzaro per 4 a 2 ai supplementari nella gara secca del turno preliminare dei play off.[19]
La stagione2024-2025, ancora sotto la guida di Maran, esonerato[20] e sostituito alla sedicesima giornata daPierpaolo Bisoli[21] per poi essere richiamato alla ventiquattresima[22], termina con la salvezza all'ultima giornata grazie alla vittoria interna per 2 a 1 contro la Reggiana e agli scontri diretti col Frosinone.[23] Tuttavia, il 22 maggio 2025, il Brescia Calcio viene deferito dalla procura dellaFIGC per presunte irregolarità nei pagamenti di contributiIRPEF edINPS riguardanti gli stipendi dei mesi di dicembre e gennaio riscontrati dallaCovisoc dopo una verifica all'agenzia delle entrate[24][25] e dall'udienza del 29 maggio il Tribunale Federale Nazionale sanziona il Brescia con 8 punti di penalizzazione, dei quali 4 da scontare nella corrente stagione sportiva, declassando la squadra al terzultimo posto con conseguente retrocessione in Serie C.[26][27] A seguito della mancata ottemperanza delle scadenze federali riguardanti gli emolumenti dei propri tesserati e dipendenti entro il termine ultimo del 6 giugno[28], in data 3 luglio 2025 laFIGC delibera la non concessione della Licenza Nazionale con conseguente esclusione dal campionato di Serie C 2025-2026.[29][30]
1911 - Dalla fusione delClub Forti e Liberi Brescia, fondato nel 1907 e già affiliato alla FIGC, e delClub Sportivo Brixia fondato nel 1908, nasce laSocietà Ginnastica La Victoria Brescia che prende parte da seconda classificata alla III Categoria Lombarda, e il 17 luglio si fonde nelFoot Ball Club Brescia con laUnione Sportiva Bresciana e ilGymnasium Brescia fondate nel 1908.
1911-1912 - 1º nella Terza Categoria Lombarda. Si iscrive al nuovo campionato di Promozione.
Dario Hübner nel 2000 con la tradizionale seconda divisa bresciana, a tinte inverse.
Nel 1911, anno di fondazione, la maglia fu a strisce verticali arancione-blu, poi dal 1914-15 assunse i colori della Città di Brescia bianco azzurro. Al termine della prima guerra mondiale le divise divenneroazzurroSavoia (era anche il colore dellanazionale) e furono lasciatebianche solamente nel colletto.
Il motivo a Vbianco venne introdotto nel1927 per poter utilizzare il nuovo campo di calcio della Voluntas (lo Stadium), per essere usato fino al1940, quando si ritornò alla casacca completamenteazzurra.
Nel1948, anche a causa dell'avvento dellarepubblica sullamonarchia, la società propose una maglia completamentebianca, con l'azzurro (simbolo della casata deiSavoia) ridotto a colore dei pantaloncini e delle calze.
L'azzurro ritornò presto colore principale e il motivobianco a V venne reintrodotto nel1961 in veste augurale dal nuovo presidenteRanzanici. Un'altra modifica arrivò nel1968 quando la Vbianca venne sostituita da una striscia dello stesso colore in diagonale.
La divisa ritornò completamente azzurra nel1974 (per due anni con una piccola V bianca sul cuore) e rimase così, con l'esclusione del1985, fino al1991 quando divenne come quella attuale.
Nel 2011 venne utilizzata, in occasione dei festeggiamenti per il centenario della società, una maglia azzurra con banda verticale centrale bianca, in omaggio a una delle divise utilizzate nelle prime gare agli inizi del '900. Su questa maglia speciale venne riportato anche uno stemma celebrativo, simile al precedente ma con il leone rampante più particolareggiato e due rami d'alloro dorati ai lati dello scudo.
Per la stagione 2012-2013 la società ha indetto un sondaggioonline[31] per far scegliere ai tifosi la seconda maglia, tra due proposte. La stessa cosa è avvenuta pure per scegliere la terza maglia, con ben 8 proposte tra cui poter scegliere.
Fino aglianni 1960 il Brescia non ha avuto un proprio emblema societario[32].
Il primo stemma apparve nel 1965, consistente in un semplice scudetto azzurro, nel quale la figura del leone rampante aureo (simbolo araldico della città) si sovrapponeva al disegno delloscaglione rovesciato bianco. Da tale primo disegno si articolarono gran parte dei simboli successivamente adottati dallerondinelle[32].
Nel 1970 la forma dello scudetto venne modificata, assumendo un profilo più affusolato, il leone fu ridisegnato, lo scaglione venne compresso orizzontalmente e centrato rispetto all'insieme. In capo a tutto fu inserita una fascia ricurva dorata contenente la denominazione socialeA.C. Brescia a lettere azzurre. Sei anni dopo l'emblema assunse la foggia discudo svizzero, leone e scaglione furono nuovamente ridisegnati, mentre la fascia col nome (modificato inBrescia S.p.A.) venne incurvata nel senso opposto, colorata di bianco e separata dalla cuspide dello scudo[32].
Una novità significativa fu introdotta nel 1980, allorché venne introdotto un nuovo logotipo sotto forma di cerchio azzurro contenente a tutto campo il disegno della testa di un leone di colore bianco (la quale, a differenza dei loghi precedenti, guardava a destra anziché a sinistra), senza scritte o finiture di corredo. Già due anni dopo, tuttavia, tale identificativo fu accantonato in favore di quello del 1970, leggermente rivisto nella foggia e nei colori[32].
Effimero fu anche il rebranding del 1990, allorché la combinazione leone rampante-scaglione fu ridisegnata nel solo colore bianco (con sottili finiture dorate) e collocata in un cerchio azzurro avente in capo la nuova denominazioneBrescia Calcio e inferiormente l'anno di fondazione, il tutto a caratteri candidi. Già nel 1991 venne infatti ripristinato il vecchio scudetto del 1970, modificato al fine di renderne le forme più essenziali e moderne, nonché aggiornato nelle parti testuali, ai sensi del nuovo assetto societario[32].
Tale simbolo venne ulteriormente ammodernato nel 2011, sempre e comunque mantenendone inalterato il disegno di base: la modifica riguardò unicamente le parti testuali (ricollocati, a lettere bianche, entro lo scudo), l'eliminazione del bordo aureo attorno allo scaglione e il redesign della figura del leone rampante. Nel corso delle celebrazioni per il centenario di fondazione a tale logo vennero aggiunti un bordo aureo più spesso, una corona di rami d'alloro di cintura e la dicituraBrescia Century 1911-2011[32].
Nel 2016 l'emblema uscì tuttavia dalla disponibilità delle "rondinelle": nel 2006 infatti Brescia Service - il soggetto giuridico che all'epoca controllava il club sotto l'egida del gruppo Corioni - l'aveva conferito alla Selmabipiemme Leasing, società del gruppoMediobanca, nel quadro di una complessa operazione finanziaria volta a garantire liquidità alle finanze sociali, salvo poi non riuscire a far fronte al ripianamento del leasing e non poter più dunque usufruire di tale scudetto[33]. Il successivo fallimento di Brescia Service, irrogato nel 2021 anche su istanza del Brescia Calcio (passato a Massimo Cellino),[34][35] pone il logo storico nelle pertinenze della relativa curatela fallimentare.
Dopo aver utilizzato per qualche tempo il solo disegno del leone, senza altri segni grafici, nel novembre 2017 il club si dotò di un nuovo logo, che consiste nella testa del leone stilizzata e colorata di bianco e blu, tagliata solo dallo scaglione rovesciato. Sopra la testa del leone campeggia la siglaBSFC, abbreviazione diBrescia Football Club[36], di colore oro.
Prima della fondazione delFootball Club Brescia, avvenuta nel 1911, le società sportive bresciane che giocavano anche a calcio, come ilClub Forti e Liberi, laGymnasium dei Padri della Pace, l'Unione Sportiva Bresciana e ilClub Sportivo Brixia, si esibivano in partite sul Campo Marte, dalle parti di Porta Trento, e sul campo sportivo dei Mitraglieri Fiat, in via Mantova.
Nel1911, sulle ali dell'entusiasmo per la fondazione della nuova società calcistica, si pensò alla costruzione di un primo campo ufficiale e comune all'intera città: la scelta cadde sul "Campo Fiera", situato fra il cimitero Vantiniano e il ponte di San Giacomo, in quella che sarebbe poi diventata la via Francesco Nullo. Considerato il cuore della Brescia sportiva, il nuovo campo misurava 90x50 metri, con tribune, spogliatoi, docce, garage per carrozze, biciclette e automobili, ed era circondato da una spalliera di legno. Venne inaugurato il 19 maggio1912, quando il Brescia giocò contro ilSavoia Milano, partita valida per la finale di ritorno del gironelombardo del campionato diTerza Categoria: le due squadre pareggiarono 1-1, ma dato che leRondinelle avevano vinto la partita di andata per 3-2, per somma di reti vinsero il titolo di campioni regionali e l'accesso al campionato successivo diPromozione.
Nell'agosto del1919 si giunse all' inaugurazione del nuovo campo sociale nell'attuale via Cadorna. Era cintato, con annessi spogliatoi, chalet, recinto per automobili e un'ampia tribuna coperta; venne utilizzato dalla squadra bresciana per alcuni anni, fino al1923. Dal1924, la squadra si trasferì nel più esteso impianto situato dalle parti di Porta Venezia, costruito in origine per laGymnasium e dettoStadium di viale Piave. Progettato nel 1921 dal Cav. Giuseppe Freschi, oltre al campo di calcio, era provvisto di una pista podistica, una pedana per salti e lanci, una tribuna coperta in legno per assistere comodamente alle manifestazioni, spogliatoi, docce e bagni. Questo impianto è stato il campo di gioco del Brescia per trentacinque anni, fino al1959.
Tuttavia, già nel1956 il Comune ebbe l'idea di trasferire la società in uno stadio più moderno e più adatto a ospitare le partite della nuovaSerie B: incominciarono così i lavori di ristrutturazione e costruzione delle tribune al campo che già esisteva in via Giovanni Novogani. Questi furono completati appunto nel 1959 e leRondinelle poterono incominciare a disputare le proprie partite casalinghe nel nuovo stadioMario Rigamonti, intitolato all'omonimogiocatore delGrande Torino originario della zona di Brescia e scomparso nellatragedia di Superga.
Nel corso degli anni, lo stadio ha subito numerosi interventi di ristrutturazione, il più significativo dei quali nel 2007, con l'adeguamento delle norme di sicurezza. Nel 2012 è stata ristrutturata la curva Nord, con la costruzione di una nuova struttura in tubolari, avvicinata per una migliore visuale; per lo stesso motivo, sono state eliminate le reti di protezione. La nuova curva è stata inaugurata in occasione della partita contro laPro Vercelli, disputata il 28 ottobre di quello stesso anno[38][39]. L'11 agosto 2013, la curva viene intitolata ad Andrea Toninelli, ragazzo morto tornando dalla trasferta della semifinale play-off di due mesi prima.
La squadra, fino all'estate 2018, si allenava presso ilCentro Sportivo San Filippo, dove si trovava anche la sede della società (ora sita in via Solferino 32)[40] e dove tutt'oggi disputa le proprie gare interne la squadra Primavera[41]. Dal 2019 al 2025, la squadra si è allenata presso un nuovo centro sportivo realizzato su volontà del presidenteMassimo Cellino situato nel comune diTorbole Casaglia[42].
Secondo l'organigramma attuale,[43] il settore giovanile del Brescia, diretto da Christian Botturi, comprende, oltre alla Scuola calcio, un totale di undici formazioni:Primavera,Under 17,Under 16,Under 15, Giovanissimi (che includono le squadreUnder 13 e Under 14),Under 12,Under 11 ePulcini (con le squadreUnder 8,Under 9 eUnder 10).
Nella sua storia, laPrimavera delleRondinelle ha conquistato l'ultima edizione del campionato di categoria della Serie B (1968-1969) e, pochi anni dopo, il suo primo e finora unico Campionato Primavera (1974-1975). In quest'ultima occasione, i bresciani sconfissero in finale i pari età delNapoli.[48] Fra i membri di quella squadra figuravano il terzino destroGabriele Podavini (futuro caposaldo sia della prima squadra bresciana, sia dellaLazio) e il fantasistaEvaristo Beccalossi, che poi conobbe il periodo più fortunato della sua carriera con le stesseRondinelle e con l'Inter. L'allenatore, invece, eraMauro Bicicli, che proprio nel Brescia aveva chiuso la carriera da giocatore: in seguito, fu chiamato alla guida della prima squadra in due diverse occasioni. I bianco-azzurri si sono aggiudicati anche ilTorneo di Viareggio del1996, presentando una squadra che comprendeva i centrocampistiRoberto Baronio eAndrea Pirlo e l'attaccanteMarcello Campolonghi, risultato alla fine capocannoniere del torneo.[49]
Fra le altre cose, il Brescia deve la sua fama anche alla generosità del suo vivaio, da cui lungo gli anni sono emersi numerosi talenti capaci di affermarsi a livello nazionale e, in alcuni casi, anche internazionale. Il portiereGiuseppe Trivellini, che esordì ad appena sedici anni nelle prime partite ufficiali della squadra, è solo il primo di una serie di giocatori che, una volta emersi in giovane età, decisero di legare la maggior parte della loro carriera, se non tutta, alla maglia bianco-azzurra: fra questi,Carlo Albini,Giovanni Azzini,Egidio Salvi,Stefano Bonometti (tuttora primatista assoluto di presenze con i lombardi) eMarco Zambelli.
La curva nord dello stadio Rigamonti durante una partita interna del Brescia
Il primo gruppo organizzato nacque agli inizi degli anni 1960 col nome21+ (questo nome derivò dal numero dei soci fondatori, tutti ragazzi della città, che erano appunto 21). Nel 1979 furono invece fondati gliUltras Brescia (conosciuti anche come "U*BS"), settore della tifoseria che negli anni ha guidato la curva nord delRigamonti e si è fatto apprezzare per calore e attaccamento alla maglia, ma si è anche reso famoso per essere stato un gruppo intransigente e molto turbolento, facile a scontrarsi con le tifoserie rivali e con le forze dell'ordine, allo stadio Rigamonti come in trasferta.
Ad esempio, nella gara del 1992 disputata aPiacenza, i tifosi bresciani sfondarono la cancellata del settore ospiti invadendo il terreno di gioco con la conseguente sospensione della partita. L'anno seguente, nelderby lombardo con l'Atalanta, dopo il furto dello striscione ai "rivali" bergamaschi, seguirono violenti scontri in campo e per tutto l'arco della giornata, con numerosi feriti tra le due tifoserie e le forze dell'ordine.
A causa delle continue pressioni dei media e della polizia, dopo la partita Brescia-Roma delcampionato 1994-1995, famosa per l'accoltellamento delvice questore Selmin da parte dei tifosi giallo-rossi, si sciolsero gliUltras Brescia. Da allora si è creata una divisione nella tifoseria organizzata: in curva nord si posizionarono iBrescia 1911 e il gruppo deiBrixia; in curva sud presero invece posto iBrescia Curva Sud e il gruppoSezione.
Nel2011, i gruppiBrigata Sballata,Brescia Curva Sud,Brixia,Castel,Brigata Leonessa eSezione, capendo che le continue scaramucce tra tifosi bresciani erano oramai diventate insostenibili, si riunirono, dando vita al gruppoCurva Nord Brescia e cercando di soffocare le diatribe interne, mentre iBrescia 1911 si trasferirono in gradinata bassa.
Tra i gemellaggi della tifoseria bresciana, spicca quello con ilMilan, nato neglianni '80 e tra i più duraturi del panorama calcistico italiano[51][52], e con la “Curva Te” delMantova. Esistono poi altri gemellaggi con le tifoserie diSalernitana[53][54],Catanzaro[55][56] eCesena[57][58]. Da alcuni anni esiste un gemellaggio molto sentito con i tedeschi delNorimberga.[59]
«In un “Turina” che propone la cornice di pubblico delle grandi occasioni, anche per la folta presenza di tifosi calabresi (compresi parecchi sostenitori del Brescia gemellati con i giallorossi) [...]»
Giuseppe Valgoglio,Il volo delle rondinelle, Edizione del Moretto.
Marco Bencivenga, Ciro Corradini;Carlo Fontanelli,Tutto il Brescia (1911-2007 tremila volte in campo), Empoli (FI), Geo Edizioni S.r.l., 2007.
Ubaldo Mutti,Brescia A: il calcio azzurro dalle origini al 1965, a cura di Giuseppe Valgoglio, Brescia, Industrie grafiche bresciane, 1965.
Mauro Agretti, Massimiliano Bragaglio, Ciro Corradini, Guido Franchi, Andrea Ronchi:Il Brescia Addosso (Le maglie che hanno fatto la storia del Brescia calcio), Marco Serra Tarantola 2014