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Brandolino Conte Brandolini

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Brandolino Conte Brandolini
Signore diValmareno
Stemma
Stemma
TrattamentoSignore
NascitaBagnacavallo,1365
Mortedopo il 13 novembre1456
DinastiaBrandolini
PadreGuido Brandolini
Madre?
ConiugiGiovanna della Tela
FilippaAlidosi
FigliTiberto
Cecco
Ettore (illegittimo)
ReligioneCattolicesimo
Brandolino Conte Brandolini
NascitaBagnacavallo, 1365
Mortedopo il 13 novembre1456
Luogo di sepolturaChiesa di San Francesco,Treviso
Dati militari
Forza armataMercenari
GradoCondottiero
Battaglie
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Manuale

Brandolino Conte Brandolini (Bagnacavallo,1365 – dopo il13 novembre1456) è stato uncondottieroitaliano,signore diValmareno.

Biografia

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Nato, sembra, da Guido, ilBrandolini proveniva da un'antica famiglia patriziaforlivese con vasti possedimenti, oltre che a Forlì, anche attorno aBagnacavallo.

Nel 1391 partecipò, nelle fileviscontee, allabattaglia di Alessandria[1]. Fu poi compagno delGattamelata con il quale condivise l'esperienza militare.

Nel1416, assieme all'amico, militava nell'esercito diBraccio da Montone. Nel giugno1419 si distinse nell'assedio diViterbo ferendo il comandante avversarioMuzio Attendolo Sforza. Nel settembre successivo fu però lo Sforza ad avere la meglio perché riuscì ad arrestare lui e il Gattamelata mentre si trovavano aCapitone. Liberati dietro riscatto, parteciparono allabattaglia dell'Aquila del 2 giugno1424 e si dice che il Brandolini fosse stato il combattente più coraggioso.

Se il Gattamelata già tre mesi dopo combatteva al servizio del papa, il Brandolini si unì all'esercito pontificio più tardi e la sua presenza è documentata nel1427. Dopo essersi spostati tra l'Umbria e laMarca d'Ancona, il 31 marzo1427 i due ebbero l'ordine di partire per ilRegno di Napoli con PaoloColonna. Nel1428-30 parteciparono all'assedio diBologna nell'esercito diJacopo Caldora.

Negli anni successivi i due furono attivi inRomagna, restando nell'esercito pontificio anche dopo l'elezione diEugenio IV (1431). Attestati aForlimpopoli nel1432, nel settembre del1433 il Brandolini conquistòMonteveglio ad AntonioBentivoglio. Ma il 26 dicembre1433Antonio Ordelaffi fomentò una rivolta aForlì (tra le motivazioni, anche il cattivo comportamento dei soldati del Brandolini); il condottiero non si oppose, ottenendo di ritirarsi nel contado per potersi unire, nel gennaio successivo, al Gattamelata. Con questi occupòCastelfranco Emilia a garanzia del versamento, da parte del papa, delle loro retribuzioni.

Il 28 dicembre1433 furono chiamati dalSenato veneziano ed entrarono al servizio dellaSerenissima. Ebbero l'ordine di combattere inLombardia, Romagna e nella Marca d'Ancona "come se fossero impiegati del papa" e in effetti il passaggio dall'uno all'altro esercito rientrava nell'alleanza tra Venezia e il pontefice. Il loro compito era quello di difendere la Romagna sia dalle minacce interne, con le ribellioni capitanate dai Canetoli, sia dalle aggressioni delDucato di Milano.

La campagna fu però un fallimento perché nel1434 Bologna venne travolta da una rivolta antipapale, mentre il territorio circostante veniva occupato dalle truppe milanesi agli ordini diNiccolò Piccinino. All'inizio del1435 tentarono di attaccare Bologna, ma fu un insuccesso. SeFlavio Biondo li accusava di aver perso troppo tempo nelle razzie, è più probabile che la sconfitta fosse dovuta alle ben più consistenti forze milanesi; il 28 maggio1434, tra l'altro, i due condottieri avevano richiesto altri ottomila uomini, ma gliene arrivarono molti meno.

Il 17 febbraio1436 Venezia nominava il Brandolini e il Gattamelata conti diValmareno. Ma qualche tempo dopo i due litigarono; solo il 30 novembre1437 raggiunsero un accordo con il quale il Brandolini rinunciava ad esercitare il mestiere delle armi, assumendo, in cambio, l'esclusivo dominio sulla contea.

Brandolino ebbe tre figli: dalla prima moglie, Giovanna della Tela, Tiberto VIII; dalla seconda moglie, Filippa degli Alidosi, Cecco, ossia Francesco; fuori dal matrimonio, Ettore.

Il 13 novembre1456 stilò il testamento. Nel documento condannò il figlio Tiberto che nel1453 aveva tradito i Veneziani passando sotto gli Sforza. Morì qualche tempo dopo e fu sepolto aTreviso nellachiesa di San Francesco.

Note

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  1. ^ Fabio Romanoni,«E la gente di Francia malaccorta, tratta con arte ove la rete è tesa». La battaglia di Alessandria del 1391: il trionfo di Iacopo dal Verme, inBollettino Storico-Bibliografico Subalpino, vol. 120, 2022.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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