I primi documenti del paese sono dell'882 col nome diRoveredum, villaggio ricco di alberi dirovere, oltre checonifere ecerri. Essendo queste vegetazioni a legno scuro, ai confini tra le ombrose foreste chiamate dai romani Fullicia e Gerulfia, il territorio fu, tempo dopo, soprannominato semplicemente ilBosco-nigro, con le abitazioni principalmente situate sulle sponde deltorrente Orco. Fu solo a partire dall'XI secolo, grazie alla vicinaAbbazia di Fruttuaria fondata nel vicino paese diSan Benigno Canavese, che il piccolo villaggio si espanse, popolato da molti contadini che trasformarono lentamente tutto il territorio boschivo in terre spianate e coltivabili. Le copiose esondazioni deltorrente Orco però, fecero spostare nelXIV secolo tutto l'agglomerato urbano di circa due chilometri più in là delle rive del fiume. Nacquero quindi le due piccole borgate diBosco Negro e diLotti come frazioni sottoRivarolo, quindi proprietà del marchesato deiSan Martino di Agliè, e poi accorpate ufficialmente in un unico comune autonomo chiamato Bosconero soltanto a partire dal1694.
Come gran parte dei paesi delcanavese, Bosconero divenne poi famoso per la coltivazione e la produzione dicanapa tessile, di cui alcuni resti storici rimangono oggi nel parco del Gerbido, con le sue fosse di essiccazione del filo tessile, chiamate in dialettocanavere.
Lo stemma comunale e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 17 novembre 1992.[4]
«D'azzurro, ai treroveri d'oro, il centrale nodrito nellacampagna erbosa di verde a mezza altezza, i laterali con chiome minori, nodriti nella campagna a due terzi di altezza, essi roveri attraversanti e con le sommità ordinatein fascia. Ornamenti esteriori da Comune.[5]»
Il gonfalone è un drappo troncato di giallo e di azzurro.
Secondo i datiIstat al 31 dicembre 2017, i cittadini stranieri residenti a Bosconero sono 211[7], così suddivisi per nazionalità, elencando per le presenze più significative[8]: