Considerato come uno dei più grandi difensori dellastoria del calcio,[1][2][3] occupa la 14ª posizione nella speciale classifica dei migliori calciatori delXX secolo pubblicata dalla rivistaWorld Soccer[1] e la 24ª posizione nell'omonima classifica stilata dall'IFFHS.[2] Nel mese di novembre del 2003 venne inoltre insignito del titolo onorifico diGolden Player dell'Inghilterra come miglior giocatore inglese dell'ultimo mezzo secolo (1954-2003).[3] È stato anche inserito per sette volte tra i candidati alla vittoria delPallone d'oro (1964,1966,1968 e dal1970 al1973), arrivando a ricoprire la seconda posizione nel 1970 dietro al soloGerd Muller.[4] Ha ricevuto l'OBE nellaNew Year Honours List[5] e nel 1966 fu il primo calciatore a ricevere la BBC Sports Personality of the Year.[6] Inserio anche nelWorld Team of the 20th Century,[7] è stato nominato membro inaugurale dellaHall of Fame del calcio inglese nel 2002[8] e nello stesso anno è stato nominato nella lista della BBC dei100 Greatest Britons.[9]
«Contro chiunque giocassi avevo sempre i migliori difensori a marcarmi, ma i più forti sono stati Bobby Moore eFranz Beckenbauer. Beckenbauer è stato fantastico, molto intelligente, molto difficile da battere. E Bob è stato il miglior difensore centrale che abbia mai visto»
Difensore centrale composto, Moore era meglio conosciuto per la sua lettura di gioco e la capacità di anticipare i movimenti degli avversari, prendendo così le distanze dall'immagine del difensore robusto impegnato unicamente nei contrasti e nei duelli aerei.[17]
Moore entrò giovanissimo nelle giovanili del West Ham, esordendo a 17 anni con la prima squadra l'8 novembre 1958 contro ilManchester Utd, diventando subito titolare della squadralondinese.[18]
In seguito Moore guidò il West Ham al successo nellaFA Cup aWembley contro ilPreston N.E. nel 1964. L'anno successivo, sempre a Wembley, il West Ham sconfisse il Monaco 1860, conquistando laCoppa delle Coppe.
All'inizio del 1966, alla vigilia del suo più grande trionfo con la nazionale, vennero resi noti alla stampa dei dettagli secondo cui Moore voleva lasciare il West Ham per ilTottenham.[19] Moore fece scadere il suo contratto e solo dopo l'intervento diSir Alf Ramsey ed essersi reso conto che tecnicamente non era qualificato a giocare in quanto la FA non permetteva a calciatori senza contratto di giocare per la Nazionale, firmò nuovamente con il West Ham per poter capitanare la squadra inglese del 1966.[19]
Il 14 marzo 1974 a Moore venne permesso di lasciare il West Ham dopo più di 15 anni e di entrare a far parte dei rivali londinesi delFulham, che giocavano inseconda divisione, per 25.000 sterline.[20] Durante la stagione 1974-75, la squadra raggiunse la finale dell'FA Cup, dove incontrò proprio la ex squadra di Moore, il West Ham. Non ci fu però il lieto fine per Moore, il Fulham perse per due a zero.
Moore giocò la sua ultima partita in patria per il Fulham il 14 maggio 1977, contro ilBlackburn. Nel 1976 ha la sua prima nordamericana in prestito aiSan Antonio Thunder (24 partite, 1 gol) e poi, lasciato il Fulham, con iSeattle Sounders nel 1978 (7 partite).
Nel corso del 1976, ci fu anche un'ultima apparizione in campo internazionale per il Team USA, in incontri contro Italia, Brasile e un'Inghilterra capitanata daGerry Francis. Seguirono un'esperienza presso i danesi dell'Herning Fremad e un ritorno negli Stati Uniti in forza aiCarolina Lightnin'.
Dopo alcune presenze con la maglia della nazionale giovanile dell'Inghilterra,[21] esordì ufficialmente in nazionale maggiore il 20 maggio 1962 aLima contro ilPerù,[22] per poi disputare i successivimondiali del Cile che videro l'eliminazione dell'Inghilterra ai quarti di finale contro ilBrasile. Divenne capitano alla sua dodicesima presenza in nazionale, il 20 maggio 1963 contro laCecoslovacchia.
Moore partecipò come capitano dell'Inghilterra aiMondiali del 1966 giocati in casa, in cui divenne il leader della squadra che diede al calcio inglese la sua finora unica vittoria mondiale e lo consacrò come giocatore e icona dello sport.[14] Dopo aver superato la fase ai gironi ed aver eliminato con successo l'Argentina ai quarti di finale ed ilPortogallo diEusebio in semifinale, l'Inghilterra raggiunse la finale contro laGermania Ovest.
Inizialmente Moore e i suoi compagni andarono in svantaggio per 0-1 contro i tedeschi, ma un calcio di punizione rapidamente battuto dal difensore inglese fece sì che il suo compagno nel West Ham,Geoff Hurst, segnasse il primo gol della sua storica tripletta.[14]Martin Peters segnò per portare l'Inghilterra sul 2-1, ma la Germania pareggiò nei minuti finali del tempo regolamentare, portando la partita ai supplementari. Ramsey si convinse che i tedeschi erano esausti, e dopo che Hurst segnò quello che probabilmente è il gol più controverso e discusso del calcio mondiale, l'incontro sembrò finito. Con pochi secondi rimasti da giocare e l'Inghilterra sotto la pressione dell'ennesimo attacco tedesco, la palla finì a Moore sul limitare dell'area di rigore inglese.Jackie Charlton eNobby Stiles urlarono a Moore di disfarsi della palla, ma lui con calma riuscì a metterla sul piede di Hurst a quasi 40 metri di distanza, per il gol del definitivo 4-2.[14]
Delle molte foto di quel giorno, una mostra Moore che si pulisce le mani dal fango sulla piattaforma di velluto dove era appoggiato ilTrofeo Jules Rimet, prima di stringere la mano della reginaElisabetta II che gli consegnava la Coppa del Mondo.[14]
Moore venne ancora una volta chiamato ad essere il capitano dell'Inghilterra neiMondiali del 1970. Durante una delle amichevoli preparatorie contro laColombia allo scopo di acclimatarsi all'altitudine elevata, ci fu un grave incidente nel quale Moore venne accusato di un furto di un braccialetto ad una gioielleria diBogotà.[23] Le accuse vennero poi successivamente lasciate cadere e Moore fu pienamente scagionato, permettendogli di raggiungere i suoi compagni di squadra inMessico, dove si sarebbe disputato il Mondiale. Nell'incontro del girone eliminatorio contro i favoriti del Brasile, Moore affrontò a tu per tuJairzinho disputando una grande gara, sebbene laSeleção uscì vincitrice dall'incontro. L'Inghilterra si qualificò comunque alla fase successiva grazie alle vittorie contro laRomania e la Cecoslovacchia, entrambe vinte per 1-0. Arrivati così ai quarti di finale contro la Germania Ovest, l'Inghilterra venne sconfitta ai tempi supplementari per 3-2.
Moore disputò la sua centesima partita con la nazionale inglese il 14 febbraio 1972, contro laScozia. L'ultima apparizione di Moore con la maglia dell'Inghilterra avvenne invece nel novembre 1973 nella storica amichevole contro l'Italia vinta dagli azzurri per 1 a 0 con gol diFabio Capello. Moore si ritirò così dalla nazionale con un totale di 108 presenze, superando il record detenuto dal compagno di trionfi del 1966Bobby Charlton per sole due presenze.
La statua eretta in onore di Moore davanti al nuovoWembley Stadium
Dopo essersi ritirato dal calcio giocato nel 1978, Moore ebbe una breve parentesi come dirigente diOxford City eSouthend United, con risultati relativamente insoddisfacenti.
La sua vita dopo il calcio fu difficile e piena di eventi infausti, con affari andati male e la fine del suo matrimonio.
Nel 1990 Moore entrò nell'organico di Capital Gold Radio come analista e commentatore calcistico. Ad ogni modo, dovette far fronte a una nuova battaglia contro il cancro e il 22 aprile 1991 fu sottoposto a un intervento chirurgico per un sospetto tumore al colon. Il 15 febbraio 1993 Moore annunciò di soffrire per un cancro all'intestino. Cedette alla malattia solo sette giorni dopo aver commentato un incontro vinto a Wembley dalla nazionale inglese, per 6 a 0 contro il San Marino. Il suo funerale si svolse il 2 marzo 1993 nella chiesa del cimitero di Putney Vale; la salma venne in seguito tumulata nel cimitero-crematorio del borgolondinese diNewham.
Moore fu tra i primi ad essere inseriti nellaHall of Fame del calcio inglese nel 2002, come riconoscimento del suo impatto sul calcio inglese come giocatore.
La tribuna che ha sostituito il south bank del campo delWest Ham, ilBoleyn Ground diUpton Park, è stata intitolata a Bobby Moore poco dopo la sua morte.
Moore fu sposato due volte. La prima con Christina Dean il 30 giugno 1962 - la coppia divorziò dopo 23 anni, il 6 gennaio 1986. In seconde nozze sposò Stephanie Parlane-Moore (suo vero cognome da nubile) il 4 dicembre 1991.
Una statua di bronzo di Bobby Moore venne commissionata per essere eretta fuori dall'ingresso principale del nuovoStadio di Wembley, come omaggio al suo impatto sullo sport del calcio.
Nel 2008, in occasione del cinquantesimo anniversario del debutto di Bobby Moore con la maglia del West Ham, la società ha comunicato di aver ritirato la sua maglia con il numero 6.
Moore incontrò la sua prima moglie, Tina, nel 1957. Si sposarono il 30 giugno 1962. Vivevano in una casa aChigwell, nell'Essex, che chiamavano "Morlands". Ebbero una figlia, Roberta, e un figlio, Dean.
Si separarono nel 1984, e divorziarono nel 1986. Sviluppò una relazione con Stephanie Parlane (di otto anni più giovane di lui), con cui si sposò il 4 dicembre 1991, ma Moore morì il 24 febbraio 1993, 14 mesi e mezzo dopo.[24]
Suo figlio, Dean, è morto, all'età di 43 anni, nel suo appartamento il 28 luglio 2011: la morte è stata attribuita a una condizione medica ed a cause naturali.[25]