Sono numerose le testimonianze storiche e artistiche del passato cittadino; tra le più importanti si ricordano ilbattistero, lacattedrale, il campanile di Santo Stefano e numerose ville e palazzi.
Il clima di Biella è quello tipico delle zone prealpine. In inverno il termometro scende sovente sotto lo zero, con frequentinevicate egelate. La primavera e l'autunno sono le stagioni piùpiovose, con le maggiori concentrazioni in maggio e novembre. L'estate è calda e soventeafosa; talvolta le temperature arrivano a toccare o addirittura superare i30 °C; frequenti in questa stagione sono anche itemporali.
I reperti preistorici attestano la presenza nel Biellese di cacciatori/raccoglitorineanderthaliani tra i 120 000 e i 35 000 anni or sono.Homo sapiens comparve invece nelpaleolitico superiore, attorno ai 35 000 anni fa, come attestano tra gli altri alcuni ritrovamenti sulBric Burcina (oggi al confine tra i comuni di Biella e diPollone). In questo sito è anche documentata la presenza di un insediamento protostorico risalente alleetà del bronzo e delferro. A questi reperti si possono associare le popolazioni deiLiguri e deiCelti.[9]
La miniera diVittimuli oVictimuli si insediò lungo i territori della zona dellaBessa (pianura biellese) e sfruttò i giacimentiauriferi che dopo le glaciazioni si erano disciolti nel torrenteElvo. Tale sfruttamento continuò anche in epoca romana e continua ancora, sia pure come semplicehobby.
Sulla collina dove sorge l'attualeParco della Burcina furono ritrovati nel1959 attrezzi da lavoro e monili risalenti all'età del ferro che testimoniano le antiche origini di Biella[10].
È questa la prima volta che il nome della città compare in un testo ufficiale; un altro documento (anno882) testimonia poi di un'altra cessione, questa volta da parte diCarlo il Grosso alla Chiesa diVercelli[12].
Il nome Bugella deriva dalla binata celto-latino dibu-cellae dovecellae significa luogo di dimora, mentre il prefissobu è particella intensiva per indicarne la minore importanza, in questo caso rispetto a Vercelli dove il prefisso "ver" significa appunto maggiore importanza.[13]
Il Piazzo, borgo medioevale che costituisce la parte alta di Biella, è considerato il cuore della città e fino alXIX secolo era sede del municipio. All'interno del borgo si possono ammirare spunti architettonici tipicamente medioevali come piazza Cisterna e la duecentesca chiesa di San Giacomo. Il borgo è collegato al resto della città con numerose coste e salite medioevali, ma vi si può accedere più comodamente utilizzando lafunicolare.
Piazza Martiri della Libertà: statua aQuintino Sella; sullo sfondo il Teatro Sociale Villani
Tra ilXIV secolo e ilXV secolo vi furono numerosi scontri tra iVisconti e iSavoia per conquistare il possesso del Biellese. Nel1377 una rivolta cittadina capeggiata dalcanonico Ardizzone Codecapra pose fine al dominio deiVescovi di Vercelli, con la dedizione ai Savoia. A partire dal 1500 fu edificata la basilica di San Sebastiano.[14]
IlXVII secolo vide invece guerre contro i francesi e gli spagnoli e la città fu occupata dai primi nel1704; nel1706 l'eroico soldato biellesePietro Micca salvò a prezzo della propria vita la città diTorino e di conseguenza Biella dall'invasione francese.
Nel1798 Biella fu però nuovamente occupata dai francesi con l'approvazione deiliberali biellesi che speravano in un futuro prospero e privo di conflitti. Nella piazza della chiesa di Santo Stefano fu innalzato l'albero della libertà. Dopo labattaglia di Marengo, la città venne annessa allaFrancia. IlCongresso di Vienna la ridiede nuovamente ai Savoia[15].
Nel1849, lungo le rive del torrente Cervo, Massimo Sella acquistò un edificio presso il ponte di Chiavazza che dal1796 ospitava la cartiera Robiolio e il cui salto d'acqua era probabilmente sfruttato da un mulino fin dal XIII secolo e vi trasferì il lanificio da Mosso, dove Pietro Sella nel1816 aveva introdotto l'innovazione della "ruota idraulica" per azionare i telai. Verso il1836 i lanifici che sfruttavano la forza idraulica erano già una decina nella zona di Biella: nella stessa città sorgevano i due lanifici degli Amosso e quello dei Bossù.[16]
Verso il1840 l'antica industria deilanaioli era scomparsa e gli artigiani erano divenuti tutti operai dei nuovi lanifici, tuttavia rimanevano ancora i telai domestici, a cui gli industriali facevano ricorso nei periodi di incremento della produzione e soprattutto durante i frequenti scioperi.[17]
Con l'introduzione dei nuovi telai meccanici (il primo introdotto a Biella fu loSmith, seguito dalCrompton, poi nel 1870 dall'Hartman e nel 1880 dalloSchöner[18]) nasceva così il primo lanificio moderno, con una lavorazione della lana che continuava una tradizione risalente a più di cinquecento anni prima, se si considera che già nel1245 erano inseriti negli statuti di Biella ilCollegio dei Lanaioli e quello deiTessitori[12].
Il processo di industrializzazione si compie lentamente nel corso dell'Ottocento, gli operai impiegati nell'industria laniera passano da 6 500 a 7 339 dal 1864 al 1891, crescita che pare modesta, ma che avviene in un periodo in cui l'introduzione dei telai meccanici crea una minore esigenza di manodopera a parità di prodotto. A cavallo dei due secoli registra unboom e nel 1907 gli operai sono già 15 068.[19]
Nell'Ottocento è comune nelle fabbriche il lavoro infantile, talvolta preferito a quello degli operai adulti, perché pagati tre-quattro volte meno e più deboli nel rapporto con i proprietari. Si arrivano ad impiegare fanciulli di 7 anni e talora anche di 5 e i capireparto spesso li maltrattano o li percuotono. Le condizioni di lavoro sono proibitive: le fabbriche sono basse, umide, polverose, male illuminate, l'aria è densa di vapori di sostanze irritanti. Gli uomini lavorano dalle 12 alle 14 ore al giorno. Gli incidenti sul lavoro sono molto frequenti. Nelle fabbriche sono impiegate anche molte operaie, che possono essere vittime delle profferte dei capireparto e dei proprietari.[20]
Nellaseconda guerra mondiale Biella – una delle città fulcro dellaResistenza inPiemonte – fu teatro, con le sue colline e le sue montagne che le fanno da corona rendendola pari ad un'inespugnabileenclave, di intense lotte partigiane.
Luogo della memoria della Resistenza partigiana contro il nazifascismo èVilla Schneider, un edificio storico divenuto poi sede di un assessorato comunale e di una sala permanente della memoria allestita a ricordo degli eventi accaduti nel Biellese negli anni che vanno dal1943 al1945.
Biella è stata negli anni finali dellaseconda guerra mondiale un centro vitale per la realizzazione dei macchinari dellaPiaggio, che aveva trasferito nella città piemontese, daPontedera, i propri stabilimenti, a rischio a causa dei bombardamenti verso le truppe dellaGermania nazista in fuga verso il nord. È stato qui che nel1944 venne progettato il prototipo progenitore della "Vespa", il "Paperino", da cui negli anni seguenti sarebbe derivato uno dei modelli più diffusi dimotoscooter.
In anni ancor più recenti, ed in campo televisivo, grazie all'opera dell'imprenditoreGiuseppePeppo Sacchi, nel1971 nacqueTelebiella, primatv libera italiana e la prima emittente privata a rompere ilmonopolio dellaRai (l'emittente di Sacchi fallì poi negli anni ottanta, ma rinacque in seguito sotto altra proprietà)[21].
In seguito anche il mobilificio bielleseAiazzone sarà un altro importante protagonista dello sviluppo delle televisioni locali.
Lo stemma del comune di Biella è stato riconosciuto con decreto del capo del governo del 7 agosto 1931.[22]
«D'oro, all'olmo al naturale, nodrito sulterrazzo erboso di verde, all'orso al naturale, passante ai piedi dell'olmo; il tutto sormontato da corona comitale gemmata per diritto concesso con ducali lettere patenti del 26 aprile 1660.»
La tradizione vuole che lo stemma di Biella sia stato concesso dalvescovo di Vercelli, a seguito del contributo fornito dalla guarnigione biellese nel 1306 controfra Dolcino, rifugiatosi nei pressi di Mosso e Trivero. La sua più antica rappresentazione risale al 1344, quando comparve sui sigilli dei documenti comunali. Come simbolo venne adottato l'orso, fino al XIV secolo animale tipico delle valli locali, soprattutto nelle zone di Oropa, Graglia e Muzzano. All'epoca, ogni volta che se ne uccideva un esemplare, la sua testa veniva donata al vescovo di Vercelli.L'albero è stato interpretato come un olmo o come una betulla[23] ma la versione più attendibile lo descrive come un faggio, dal momento che avrebbe dovuto raffigurare la pianta maggiormente diffusa nel Biellese.[24]
Il gonfalone, concesso con regio decreto del 12 marzo 1931, è un drappo di colore rosso.[25]
«Per le genti del biellese - ribelli da sempre al servaggio e all'ingiustizia, dalle gloriose tradizioni Risorgimentali, prime nelle grandi lotte sociali - la Resistenza fu spontanea riaffermazione d'attaccamento alla Libertà ed agli insopprimibili diritti dell'uomo. Migliaia di Ebrei e di ex militari italiani e alleati furono sottratti alla deportazione dalla popolazione generosa, fonte e supporto determinante delle formazioni armate. Eroica quotidiana lotta, nonostante feroci rastrellamenti e barbare rappresaglie - sabotaggio della produzione per i nazisti - fabbricazione di armi per le Formazioni partigiane - incursioni di sabotatori anche lontano dalle basi biellesi - massicce azioni di collegamento con le Forze Alleate - atti di autogoverno del CLN in tutta la zona, quali: tassazione straordinaria, stipulazione ed applicazione "Contratto sindacale della Montagna", in uno con il salvamento totale delle fabbriche e l'autoliberazione di Biella, prima tra le Città del Nord, completano il quadro operativo ed illustrano l'efficienza della Resistenza Biellese. 667 Caduti, 313 invalidi e mutilati furono il prezzo della lotta per la libertà conclusasi con la resa incondizionata - in Biella - del 75º Corpo d'armata tedesco e dipendentiDivisioni alpina Monterosa egranatieri Littorio. Biella, settembre 1943 - aprile 1945» — 31 marzo 1980[27][28]
Il più importante luogo di culto del biellese è ilSantuario mariano di Oropa, situato a una dozzina di chilometri dal capoluogo, nella frazione diOropa, e meta di pellegrinaggi di devozione mariana.
Nel centro-città, invece è situato ilduomo, dedicato al patronoSanto Stefano.
La basilica di San Sebastiano e il suo campanile
Sempre nellacittà bassa si trovano importanti monumenti come ilBattistero romanico (X-XI secolo) con all'interno affreschi delXIII secolo e la rinascimentalebasilica di San Sebastiano (1504), ancora intatta all'interno, conserva ottime pitture di artisti piemontesi, tra i quali ancheRodolfo Morgari (Il profeta Daniele, affresco dei pennacchi della cupola, risalente al1866). Il chiostro di San Sebastiano ospita ilMuseo del Territorio, in cui sono esposti reperti di una necropoli romana, ceramiche e quadri, soprattutto degli ultimi due secoli[31].
La Piazza centrale del Piazzo è piazza della Cisterna. Qui con vista sul palazzo CisternaLafunicolare che collega Biella Piano con il borgo delPiazzo vista dall'alto
Di interesse turistico anche la stessa città di Biella con il suo nucleo storico delPiazzo, ricco di atmosfere medievali e di pregevoli palazzi delXV secolo e delXVI secolo: un esempio èPalazzo Cisterna situato nell'omonima piazza.
Nei pressi dei giardini pubblici intitolati al botanicoMaurizio Zumaglini si trovaPalazzo Ronco, un edificio in stile neogotico eretto nel 1925 secondo i progetti dell'architetto Gottardo Gussoni.
Gli stranieri residenti a Biella al 31 dicembre 2023 erano 4 147 ovvero il 9,68% della popolazione. Di seguito sono riportati i gruppi più consistenti[34]:
Biella è dalXVI secolo sede di una piccola ma significativacomunità ebraica. Agli inizi delSettecento, come nel resto del Piemonte, fu istituito ilghetto, nel quale si conserva la piccolasinagoga settecentesca, con i suoi arredi originali. Degno di nota è anche il cimitero ebraico di Biella, in via dei Tigli.
Lacittà di Biella è molto famosa per le molte eccellenzeenogastronomiche tipiche piemontesi: ilmacagn, la mostarda, ilmiele locale, iformaggi come ilMurtarat e ilBeddu, isalumi (Salam), la carne di maiale con patate bollite, lapaletta, la salsiccia diriso e altri salumi tipici regionali.Tra i dolci tipici troviamo icanestrelli, i croccanti del Ciavarin, dall'aroma di caramello, mandorle e fiori d'arancio, lemiasce, a base di farina di mais, e molte altre tipiche golosità piemontesi.
Uno dei dolci tradizionali di Biella è ilPan d'Oropa. Fu inventato nel1935 da alcune donne della zona e veniva inviato aisoldati inguerra sul fronte etiopico. Oggi ilPan d'Oropa è una specialità preparata nei principaliforni della città.[35]
Un piatto tipico della tradizione biellese è lapolenta concia che cambia significativamente da zona a zona. Viene cucinato con polenta, burro,toma e/omaccagno.
La città di Biella nell'ottobre del 2019 è diventata città creativaUNESCO. Dopo esser diventata città Capitale dell'arte moderna (Cittadellarte-Fondazione Pistoletto), nel 2016 si è confermata Capitale della Lana.
Ogni anno intorno a fine ottobre si svolge il Biella Festival, organizzato dall'Associazione Artistica AnniVerdi che richiamacantautori e autori da tutta Italia e non solo. La manifestazione, giunta alla ventesima edizione, sta acquistando un'importanza sempre maggiore[42].Da tre anni è affiancato da Biella Festival Music Video, rassegna riservata ai videoclip musicali di area indipendente.
"I colori del silenzio: Jean Michel Folon" produzione il Punto, regia di Renato Iannì
Teatro Sociale Villani: aperto all'inizio dell'Ottocento dai fratelli Villani, appartenenti a una famiglia piuttosto in vista nell'ambiente culturale biellese, la sua prima sede fu progettata dall'architetto di corte Fabrizio Sevesi trasformando un preesistente edificio situato a Biella piano. A causa della notevole affluenza di pubblico però si rese necessaria la costruzione di un teatro più ampio che fu completato nel1875 nella sua attuale collocazione di Piazza Martiri della Libertà dall'ing. Giuseppe Bollati. Il teatro a seguito di un incendio avvenuto nella notte del 16 agosto1892 dovette essere parzialmente ricostruito; i restauri più recenti datano al2002 ed hanno riguardato la messa a norma dell'edificio. L'attività del Teatro Sociale Villani ha mantenuto nel tempo un elevato profilo qualitativo e si caratterizza tuttora come un'importante presenza nel panorama teatrale italiano.[43]
In campo teatrale, è storica la compagnia del Teatro Stabile di Biella, creata da Gianni Franzoi negli anni Cinquanta (molte e importanti le sue partecipazioni in RAI e nella TV Svizzera) e dal 1997 guidata da Renato Iannì, regista e autore teatrale della Scuola di Drammaturgia di Eduardo De Filippo. Con il grande maestro napoletano ha scrittoUn pugno d'acqua e ha collaborato alla stesura diLezioni di teatro.
Attivo nel territorio dal 1989 è anche Patatrac Teatro, che nel 2002 diventa Associazione Arcipelago Patatrac che gestisce il Centro di Teatro Educativo diretto da Massimo Ozino e Franca Bonato. Arcipelago Patatrac cura progetti, interventi, formazioni, spettacoli e anche una scuola di teatro articolata in diversi livelli didattici e metodologici per bambini, adolescenti, adulti.
In ultimo A.R.S. Teatrando (Associazione Ricerca e Spettacolo), associazione e compagnia teatrale fondate nel 1988.
Biella è sempre stata in primo piano nel mondo della televisione. Nel1972 nascevaTelebiella, la quale è stata una delle prime televisioni a rompere il monopolio della RAI. Dopo una dura reazione del governo italiano che soppresse la televisione, Telebiella intraprese una dura battaglia legale vittoriosa e poté ricominciare a trasmettere. Nel 1992 Telebiella fallì definitivamente. Nel 1993 rinacque sotto il nome di ReteBiella TV con telegiornali, partite in diretta della locale squadra di basket, nonché i telegiornali e alcune trasmissioni della programmazione dellaRSI LA1.
Panorama della collina di Biella: sulla sinistra, quartiere di Riva, strada di accesso allaValle Cervo; al centro, la collina di Pavignano e gli stabilimenti lanieri; sulla destra l'abitato di Chiavazza.
L'economia di Biella e del biellese è tradizionalmente legata al settore tessile ed in particolare a quello della lana. La lavorazione della lana ha origini antiche e si è progressivamente sviluppata determinando il tessuto economico dell'area, con grandi ed importanti aziende del settore, tra le quali occorre ricordare, per l'importanza che tuttora mantengono, anche se in parte non più in mani biellesi, il gruppoErmenegildo Zegna, il lanificio Vitale Barberis Canonico 1663[45], il gruppoLanificio fratelli Cerruti, laFila e laFilatura di Pollone S.p.A., azienda quest'ultima quotata allaBorsa di Milano, unica azienda industriale di Biella e della sua provincia, accanto alla holding finanziariaBorgosesia S.p.A.
Per quanto riguarda l'artigianato, importante è la lavorazione locale del ferro battuto, finalizzata soprattutto alla produzione di mobili.[46] Un grande esempio il mobilificioAiazzone
Sede Banca Sella
A Biella hanno inoltre sede aziendestoriche in altri settori come ad esempio laBanca Sella, una delle principalibanche private italiane, fondata nel1886 su iniziativa diQuintino Sella[47].
LaMenabrea, una delle più antiche fabbriche di birra italiane, è stata fondata nel1846. Di Biella era anche laTua Ski, produttrice di sci, mentre nel1746 veniva fondata in questa città la ditta Avandero per il trasporto dei prodotti tessili.
La città è servita dallastrada statale 142 Biellese, che nella zona sud prende la forma di unatangenziale, che innestata dal raccordo (strada regionale 142) collega la città da est alla tangenziale ovest (strada provinciale 400/a).Nel 2026/2027 si prevede la fine dei lavori per laPedemontana Piemontese, con partenza da Biella (BI) e fine a Romagnano Sesia (NO).
Dal 2019 ha inizio il progetto di ammodernamento per tutta la trattaBiella-Santhia che consiste nell'elettrificare tutta la linea. I lavori sono iniziati a luglio 2020 e si stima la conclusione per fine 2021.[48][49]
Una vasta rete di ferrovie e tranvie secondarie che serviva il territorio, comprendeva le seguenti linee:
L'aeroporto di Biella-Cerrione, distante circa 10 km dalla città, è utilizzato per voli nazionali o a medio raggio. Inizialmente collegava Biella con Roma, poi, la rotta fu cancellata per gli alti costi di manutenzione.
In città itrasporti pubblici sono assicurati da autolinee gestite dalla societàATAP, che fino all'anno 2018 ha altresì gestito lafunicolare di Biella, poi trasformata in ascensore inclinato senza operatore[50].
AdOropa era attiva unafunivia che collegava il santuario con ilLago del Mucrone, attualmente (2025) chiusa, con voci di ristrutturazione. Dai pressi del lago Mucrone era anche attiva una piccola cestovia, che portava in vetta alMonte Camino (Alpi Biellesi) e al rifugio Capanna Renata, entrambe le strutture chiuse da tempo. Il sempre minore afflusso turistico nella zona, al di là delle presenze sporadiche per grandi eventi, e lapandemia di COVID-19 hanno influito definitivamente sulla chiusura delle strutture.
Il club sportivo di maggior sucesso in città è ilPallacanestro Biella, che ha militato fino alla stagione 2012/13 in serie A1: il 24 maggio 2009, sconfiggendo Roma neiplay-off, raggiunse per la prima volta nella storia le semifinali scudetto, perse poi contro Milano.Questo risultato diede la possibilità a Biella di disputare la Eurocup, svoltasi tra dicembre 2009 e gennaio 2010.Nella stagione 2013/14 Pallacanestro Biella si aggiudicò la Coppa Italia DNA Gold.La stagione successiva partecipò al'EuroChallenge.
Biella ha figurato nei campionati di vertice sia a livello maschile che femminile.Fu in quest'ultimaclasse di competizione che la città fu rappresentata per la prima volta in massima divisione:l'Orso, nata nel 2007 a seguito della chiusura del settore femminile delBiella Rugby Club[53], disputò due stagioni inserie A prima di sciogliersi.
Il calcio di vertice a Biella è rappresentato dalle squadre giovanili e femminili dellaJuventus diTorino, rispettivamente laNext Gen, militante nella serie C maschile, eWomen, campione d'Italia femminile al 2025, che negli impianti cittadini disputano le proprie gare interne.
Per quanto riguarda le società cittadine, l'ASD Biellese milita in categoria regionale dopo un passato nei professionisti in serie B come massima categoria raggiunta.
Per quanto concerne la pallavolo, ha sede nel comune la società Biella Volley: militante in B2. Nel settore femminile la società Virtus: ha militato in serie B2[55]
Il comune di Biella ha ospitato per nove volte l'arrivo di una tappa del Giro d'Italia e due partenze. La prima nel1964, l'ultima nel2024. In sette occasioni il traguardo è stato posto alSantuario di Oropa.
Biella e il suo territorio hanno una grande tradizione anche nel campo dell'automobilismo sportivo e hanno dato i natali a numerosi piloti che, dai primi anni del XX secolo fino ad oggi, si sono distinti a livello nazionale e internazionale, soprattutto nelle gare su strada. Fra questi:
La principale competizione automobilistica del Biellese è stata il Rally della Lana, che si è corso dal 1973 al 2001 e che, dal 1982, è stato valido per ilCampionato Europeo. Dal2018 la competizione è tornata a svolgersi regolarmente ogni anno nel fine settimana di metà luglio. Negli ultimi anni i motori sono tornati ad accendersi nel biellese, grazie a due rally ronde ed alla disputa del Rally della Lana Storico (valido per il campionato italiano).
Lostadio Lamarmora ospita, oltre alle partite domenicali della Biellese, anche gare di atletica leggera, organizzate dall'Unione Giovane Biella, una delle storiche società sportive biellesi, e dallaFIDAL, la Federazione Italiana di Atletica Leggera, comitato di Biella e Vercelli.Nello stesso stadio si allenano frequentemente ancheElena Romagnolo,Valeria Roffino, Fatna Maraoui eNadia Ejjafini, atlete di livello internazionale: Romagnolo è triverese di nascita, Roffino è biellese, mentre Maraoui e Ejjafini sono atletemarocchine con cittadinanza italiana e da tempo residenti in città.
^Regio decreto del 5 giugno 1910che approva gli annessi elenchi degli enti e delle persone ai quali vennero conferite medaglie ed attestazioni di menzione onorevole per l'opera da essi data in occasione del terremoto del 28 dicembre 1908, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italian. 131 (straordinario) del 5 giugno 1910
In neretto icapoluoghi di regione, in corsivo lecittà metropolitane. (1): lo statuto dell'Emilia-Romagna indica lacittà metropolitana di Bologna come capoluogo della regione.