Bertrandi | |
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Blasonatura | |
(IT) D'oro, al leone di nero (arma antica) alias: |
IBertrandi (o, nellalingua francese,Bertrand, oppureBeltrandi) sono una nobile famiglia di antiche origini, incerte tuttavia fraPiemonte eSavoia, terre un tempo unite sotto il dominio dei conti diSavoia.Nel 1227 si ha notizia del capostipite dall'atto di infeudazione diBruzolo, inValle di Susa, (Piemonte), concessa daTommaso I di Savoia[1]. I Bertrandi si divisero poi in diversi rami fra XIII e XIV secolo. Diversi Bertrandi furono esponenti di alto rango della corte dei Conti diSavoia che in quei secoli governava sia sulle terre di Savoia, sia su quelle delPiemonte. Secondo gli studiosi di araldica, uno dei rami dei Bertrandi si sarebbe poi stabilito definitivamente in Savoia,Francia.
Il capostipite fu "Bertramino" detto di Montmelliant, secondo l'Atto di donazione e investitura concessa dal Conte di Savoia Tommaso I a Bertramino de Montemeliano, di tutto ciò che il Conte possedeva a Bruzolo[2] del 30 agosto 1227.Esponenti importanti presso la Corte furono:
Alcuni esponenti appartennero al ceto ecclesiastico[1] con cariche importanti soprattutto nella zona dellaTarantasia:
Risulta particolarmente intricato risalire nei rami della famiglia Bertrandi, che da Beltramino moltiplica i propri esponenti con una elevata ricorrenza di nomi simili: Ugone, Ugonetto, Giovanni, Bertrando, i quali assumono titolazione non sempre univoca[2]. Pare tuttavia che si possa distinguere la famiglia in due rami, uno diBruzolo e uno diChianocco-San Giorio[1].
Appartenenti al ramo di Bruzolo, certi sono il capostipite Beltramino, che ottiene il feudo da Tommaso I di Savoia il 30 agosto 1227. Il territorio corrisponde a quello della parrocchia diBruzolo, dal fiumeDora Riparia fino alla sommità della montagna.
Del 5 marzo 1304[3] è l'investitura concessa dal ConteAmedeo di Savoia a favore di "Francesco, e Giovanni fratelli fu Ugone Bertrandi, e Gioannetto fu Cuniberto fu detto Ugone della Giuridizione, mero, e misto Impero di Bruzolo, e di tutti li feudi che li medesimi possiedono nella Valle di Susa, con prestazione d'omaggio".Data al 13 marzo 1324[4] la "Infeudazione di Bruzolo a Giovanni Bertrandi milite e a Giovanni e Guglielmo Bertrandi del fu Umberto suoi nipoti, fatta dal conte Edoardo richiamandosi alle investiture precedenti, cioè: Investitura (..) a Bertramino (..) (1227, 30 agosto) e Investitura come sopra data dal Conte Amedeo V a Ugoni Bertrandi milite (1300, 8 novembre), mentre nel 1335 si apprende della rinuncia di Francesco de Bertrandi, priore dellaCertosa di Montebenedetto nella vicinaVillar Focchiardo, a favore di suo zio Giovanni Bertrandi, rispetto all'eredità spettanti da Umberto Bertrandi e dai suoi fratelli Giovanni e Guglielmo, al di qua delColle del Moncenisio[5]. Un atto del 1357 cita Bertrando de Bertrandi "prior monasterii in tharantasia" e suo fratello Umberto Bertrandi come consignori di Bruzolo[6], dall'anno successivo pare tuttavia certo un disimpegno dal feudo avito[1].
Interessante un documento del 1282 riguardante il Cartario dellaCertosa di Montebenedetto, secondo cuiIl monastero di Montebenedetto, ad istanza d'Ugone Bertrandi diChianoc, dà in enfiteusi boschi e pascoli a certi Carrera e Ventura che intendevano impiantare fucine da lavorarvi il ferro, precisamente, secondo il documento, sul territorio di Bruzolo e con tutta certezza da identificare con l'ancora oggi esistenteFucina di Bruzolo[7].NelCastello di Chianocco si intravedono sulle decorazioni delle pareti della sala del feudatario, (XIII-XIV sec.) una rara testimonianza che attende ancora di essere restaurata, tondi che inscrivono un leone nero, richiamo al simbolo araldico della famiglia proprietaria.
Parecchi furono i possedimenti della famiglia dei Bertrandi fra il XIII e il XV secolo. Si può dire che essi furono una delle pochissime famiglie feudali a riuscire a consolidare un dominio con una certa stabilità su un'area della Valle di Susa, a quel tempo importante punto di transito per pellegrini, mercanti ed eserciti e al centro di strategie di dominio da parte di parecchi soggetti civili ed ecclesiastici in competizione fra loro e di un interesse fortissimo da parte diCasa Savoia per il controllo dell'accesso alPiemonte e allaSavoia. Un tentativo, quello dei Bertrandi, forse paragonabile a quello del periodo iniziale degliChallant inValle d'Aosta, ma che per una serie di motivi, tra cui le molteplici divisioni ereditarie, non riuscì a andare oltre il XIV secolo.Rimangono tuttavia numerose vestigia di quell'epoca:
Ancora da chiarire dal punto di vista storiografico è il legame con il Casato dei Bertrandi de La Perouse e di Chamousset, che le fonti antiche presentano in continuità con il Casato dellaValle di Susa.Dai documenti emerge invece con certezza la corrispondenza tra i membri della famiglia e gli esponenti che ricoprivano cariche laiche alla Corte sabauda o ecclesiastiche (anche episcopali) presso la diocesi diMoûtiers inTarantasia[1].
Una leggenda che riguarda la famiglia viene rappresentata dagli anni venti del XX secolo aSan Giorio di Susa, antico possedimento dei Bertrandi: in occasione della festa patronale di San Giorgio, nellaSoppressione del feudatario i paesani si ribellano alloius primae noctis che il feudatario vorrebbe esercitare a danno di una fanciulla del paese. Si tratta di un falso storico che ha avuto il pregio di inglobare e forse salvare una tradizione più antica, quella del ballo degliSpadonari, attiva anche in altri paesi della valle.
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