Nato inLussemburgo da padre francese e madre tedesca, ebbe la cittadinanza francese ma corse con licenza belga[1], gareggiando per sei stagioni inFormula 1.
La carriera automobilistica di Bertrand Gachot inizia nel1984 con laBenelux Formula Ford series. Nel1987 passa inFormula 3 britannica, dove arriva secondo. L’anno dopo, forte di alcuni buoni risultati nelle precedenti categorie, passa inFormula 3000 con ilTeam Spirit. Arriva quinto in campionato con una vittoria al Gran Premio di casa aZolder.
Gachot debutta in Formula 1 nel1989 con il teamOnyx dell'eccentrico miliardarioJean-Pierre van Rossem, e per ultime due gare del 1989 corse con il teamRial. Poi nel1990 c'era stata l'esperienza nel piccolo team italianoColoni, motorizzata con il boxer 12 cilindri dellaSubaru, che rende la vettura pesante ed inguidabile. La stagione si conclude senza nessuna qualificazione da parte del belga.
Al termine della stagione 1990, il costruttoreEddie Jordan, noto agli appassionati per la partecipazione dei suoi team alle formule minori, annuncia di voler prendere parte alla successiva stagione della massima serie con il suo team di Formula 1, laJordan Grand Prix. A pilotarla sono chiamati il romanoAndrea De Cesaris e Gachot.
Gachot e De Cesaris ottengono discreti risultati a bordo della sorprendenteJordan 191, con il belga che ottiene i suoi primi punti iridati in Formula 1 e i primi della Jordan inCanada, e successivamente inGran Bretagna e inGermania. Tutto sembra andare per il meglio, fino al clamoroso arresto del belga. Nel dicembre 1990, durante una lite con un tassista nel centro diLondra, dovuta ad un tamponamento, per difendersi spruzza unospray urticante acquistato inGermania sugli occhi del malcapitato avversario, ma, non sapendo che la bomboletta fosse illegale inInghilterra, in quanto equiparata ad un'arma, viene arrestato e condannato a 11 mesi di carcere diversi mesi dopo, pochi giorni prima delGran Premio del Belgio.[2] La sua detenzione si prolunga per mesi, minando il suo equilibrio psicofisico,[3] senza che si intraveda una possibilità di uscita e solo dopo una lunga battaglia legale, con petizioni dei suoi colleghi piloti,[2] uno sconto di pena di 2 mesi ed interrogazioni alParlamento europeo da parte di deputati di varie nazioni, ottiene di nuovo la libertà.
La sua carriera è però ormai definitivamente compromessa.[3] Si era presentato aSuzuka per correre ilGran Premio del Giappone, ma scopri di essere stato sostituito da Eddie Jordan da un promettente pilota tedesco, il ventiduenneMichael Schumacher, che in quel periodo si stava mettendo in luce nelCampionato del Mondo Sport Prototipi (noto all'epoca comeGruppo C). Gachot torna in Formula 1 in tempo per la fine della stagione1991 inAustralia, firmando un contratto con laLarrousse, senza però riuscire a qualificarsi.
Rimane con la scuderiafrancese per tutto il1992, ottenendo 1 punto alGran Premio di Monaco. Nel1994 venne ingaggiato dal neonato teamPacific Racing come prima guida al fianco diPaul Belmondo, ma la mancanza di competitività della vettura non gli permise che qualche qualificazione e molti ritiri. Abbandonò la Formula 1 alla fine del1995 insieme al team d'appartenenza, la Pacific (di cui era diventato socio), che era alle prese con una crisi finanziaria insanabile.
Nonostante Gachot si fosse ritirato dalla Formula 1 al termine del 1995, rimarrà nello sport sotto forma di Sponsor. Acquisterà laHype Energy Drinks nel2000, una azienda produttrice di bevande energetiche. La Hype farà da Sponsor allaForce India dal2015 al2018, quando nella metà del 2018 il team verrà acquistato dal milionarioLawrence Stroll (padre diLance Stroll, che corre nel team di Lawrence), cambiando nome inRacing Point. Lo sponsor rimarrà anche per il resto della stagione con la Racing Point, ma nel2019 la Hype perderà la sponsorizzazione con il team diSilverstone.
Gachot fu tra i primi sostenitori dell'identità europea, forse per via del suo “miscuglio culturale” in famiglia, manifestando questo suo "orgoglio nazionalista" attraverso il proprio casco. Durante la sua carriera nella massima Formula, infatti, Gachot, utilizzò sempre un casco che, come personalizzazione, riprendeva i colori della bandiera dell'Unione europea[1].