Bernalda sorge su un altopiano prevalentemente pianeggiante a 127 ms.l.m. nella parte finale dellaVal Basento nella parte meridionale dellaProvincia di Matera, al confine con la parte nord-occidentale dellaProvincia di Taranto.
Il suo territorio è compreso tra i fiumiBradano ad est, che separa il Comune bernaldese dal Comune diGinosa (TA) (29 km), eBasento che ad ovest separa Bernalda daPisticci (18 km). A nord confina con il comune diMontescaglioso (24 km), mentre a sud si affaccia sulMar Jonio (12 km) con 6 km di coste. Ilcentro storico sorge su unaltopiano scosceso verso il mare, dal cui affaccio sono visibili ilMar Jonio e la frazione diMetaponto.
Il clima di Bernalda è di tipomediterraneo, è influenzato dalla vicina presenza delmare, che ne mitiga notevolmente il clima invernale e dalla sua modestaaltitudine. Tuttavia la neve, sebbene evento non molto ripetitivo nel corso dell'inverno, cade generalmente ogni anno, ma raramente con grandi accumuli (uno dei più importanti degli ultimi anni è quello dei 20 cm del 16 dicembre2007). Letemperature minime possono essere, in caso di nottate stellate, sotto gli 0 °C, creando estese gelate e forti inversioni termiche. Le mezze stagioni sono umide e nebbiose, mentre le estati sono molto calde e secche, anche se la zona è soggetta a fortitemporali durante le ore più calde del giorno. L'afa estiva può essere opprimente, e le temperature possono superare i 40 °C nei periodi discirocco, anche se l'umidità relativa non è quasi mai alta.
Secondo i dati medi del trentennio1961-1990, latemperatura media del mese più freddo,gennaio, si attesta a +7,8 °C, mentre quella del mese più caldo,agosto, è di +26,1 °C.
La Petra di San Giovanni (o parete) in Contrada Avinella, testimonianza di epoca medievale del villaggio precamardense.
La storia di Bernalda non è molto antica, se la si mette in relazione con altri centri delMetapontino.Verso la fine delIII sec. a.C. la città diMetaponto fu saccheggiata e completamente distrutta dai romani. Una parte dei suoi abitanti si spostò sulla collina tra l'attuale chiesetta di San Donato e la Madonna degli Angeli, dove dettero origine ad un agglomerato di case denominatoCamarda. Di queste origini greche non si è ancora in grado di fornire alcuna testimonianza certa. Il primo documento in cui si trova citato unvillaggio con il nome di Camarda risale al1099. Successivamente, nell'anno1180, Camarda, già costituita come feudo, fu assegnata a Riccardo e nel1350 ne divenne proprietarioBertrando del Balzo, conte diMontescaglioso.
Sebbene il lungo periodo che la precede sia tuttora avvolto nel mistero, la storia di Bernalda emerge dall'incertezza soltanto alla fine delXV secolo, in seguito al progetto del primo nucleo voluto da Pirro Del Balzo[5]. Il nome Bernalda risale, infatti, al1497 quando, sulle rovine dell'antica città di Camarda, il segretario del reAlfonso II d'Aragona, il nobile cosentino Bernardino de Bernaudo, membro dell'omonima famiglia patrizia calabrese, decise di spostare il villaggio di Camarda nella zona delCastello. Il barone prestò la massima attenzione nel costruire il nuovo centro abitato, che infatti da lui prenderà il nome di Bernalda, situandolo sul promontorio sporgente sulla vallata delBasento e dandogli un impianto viario in cui sette strade larghe vennero intersecate da otto stradine trasversali che oggi formano il centro storico. Lungo le strade più importanti sorsero i palazzi signorili, caratteristici del paese.
Nel1735 dimorò a BernaldaCarlo III di Borbone, il quale volle visitare i territori del suo regno, appena acquisito in seguito alla guerra di secessione polacca.Per la grande ospitalità ricevuta, il re volle premiare il centro che lo aveva ospitato e il 20 gennaio1735, con un decreto legislativo, conferì a Bernalda iltitolo di città. Il 9 febbraio1799 il generaleJean Antoine Étienne Vachier dettoChampionnet inserì il paese nel circondario diPisticci.[6] Giuseppe Maria Alfano, negli anni Venti del1800, descrive l'economia agricola del paese, appartenente alladiocesi di Acerenza (PZ), ricca di grano, legumi, olio, cotone e pascoli.[7] Nello stesso periodo, il 21 dicembre del1819, reFerdinando I di Borbone firmò il decreto (n. 2020) che permise la celebrazione di una fiera annuale: «da' 16 fino al mezzodì de' 19 di maggio», dedicata al patronoSan Bernardino da Siena[8]Il successoreFerdinando II di Borbone, il 1º dicembre del1831 autorizza, (decreto n. 636), l'ampliamento del borgo, scegliendo il fondo denominato “Difesa di san Donato”, che si trova all'estremo opposto rispetto al nucleo urbanistico sorto attorno alla Chiesa Madre e al castello.[9] Qualche anno più tardi, nel1834, venendo incontro ai tanti contadini bisognosi, fu istituito anche qui un monte frumentario. Imoti del 1820-1821 e dei decenni successivi suscitano anche in paese posizioni contrastanti, arresti e aiuti per laspedizione garibaldina.
Nel1864 gli abitanti censiti sono circa seimila, ma l'economia è ancora prevalentemente agricola, grazie al cotone e allo zafferano. Non manca la pesca, grazie alla vicinanza del fiumeBasento e la caccia nei boschi limitrofi.[10]
L'8 settembre del1865 Bernalda, grazie ad un altro decreto firmato dall'allora re d'Italia,Vittorio Emanuele II, diventa una sezione del collegio elettorale diMatera numero 53, staccandosi daPisticci (MT). Il sovrano accetta così la richiesta della municipalità bernaldese del 13 novembre1865, in cui si segnalava la lunghezza e la difficoltà delle strade attraversate dai fiumi. Era assai disagevole, dunque, per i 40 elettori residenti recarsi nel territorio pisticcese ad esprimere il proprio voto.[11]
Anche Bernalda è stata teatro di eccidi della popolazione civile, stragi legate alle situazioni storico-politiche e sociali del tempo: da quella del 26 marzo1862, perpetrata nel quadro della repressione del brigantaggio, che provocò 10 o 12 vittime,[12] a quella dell'8 aprile1888, provocata dalla repressione delle proteste popolari contro la "tassa di capitazione", che fece quattro morti,[13] fino a quella fascista del 31 gennaio1923, che costò la vita a 3 persone.
Come nel resto delMezzogiorno, tra gli ultimi decenni dell'Ottocento e la prima metà delNovecento anche molti abitanti di Bernalda emigrarono in cerca di fortuna.
Nel1930 il territorio comunale, prima molto piccolo, si ampliò notevolmente con l'acquisizione dell'area diMetaponto e il conseguente sbocco sul mare, prima appartenente al comune diPisticci.
Nel2001 viene pubblicato il saggio dell'antropologa statunitense Dorothy Louise Zinn intitolatoRaccomandazione: Clientelism and Connections in Italy,[15] frutto di uno studio sul campo effettuato dall'autrice proprio a Bernalda,[16] sulle orme del lavoro diEdward C. Banfield nel paese — anch'esso lucano, ma del potentino — diChiaromonte.
Nello stemma comunale è raffigurato unbue di colore bianco su sfondo azzurro che reca nella bocca tre spighe d'oro simbolo delle memorie di Metaponto, accompagnato in capoa destra da tre stelle, anch'esse d'oro, che celebrano la concessione del titolo di Città.[17]
Il gonfalone è un drappo partito di rosso e d'azzurro.
Chiesa di San Bernardino da Siena, edificata nel1530 da Bernardino de Bernaudo. Il nucleo originario della chiesa Madre risulta piccolo e proporzionato alla popolazione iniziale del villaggio. La Matrice nasce, infatti, come chiesa ad una sola navata, di ridotte dimensioni. Nel corso delXVII secolo la chiesa subì un primo e sostanziale ampliamento che si concretizzò nell'aggiunta di una secondanavata. Nella chiesa Madre vi erano: uncimitero riservato ai sacerdoti, che si trovava al disotto del coro, e un altro, corrispondente albattistero, riservato ai bambini che morivano entro il settimo anno di età e regolarmentebattezzati.[18] Prima dell'attuale restauro, la chiesa fu ritoccata nel1930,1952 e alla fine degli anni settanta. Nella piazza antistante la Chiesa, sul lato sinistro guardando verso l'ingresso, è collocata un'opera (statua in bronzo) dello scultoreNicola Morelli raffiguranteSan Bernardino da Siena. Molto particolare la rappresentazione che l'artista materano ha voluto dare al volto del santo patrono. Sull'epigrafe della statua si legge: "Il Comitato Festa - e il popolo di Bernalda - con la collaborazione - della civica - amministrazione - all'amato patrono - S. Bernardino da Siena - custode forte e sicuro - della concordia civile - soccorritore premuroso - e potente dei bernaldesi - testimone impetuoso - delle implicazioni umane - della fede in Gesù Cristo - via verità e vita - Bernalda - Festa di S. Bernardino - 23 agosto1988".
Chiesa della Madonna del Carmine, Bernalda
ChiesaMadonna del Carmine, edificata nel XVI secolo è andata soggetta ad almeno due o trerifacimenti ed ampliamenti, prima di raggiungere le attuali dimensioni. Nel1678 la chiesa è dotata di un soloaltare con l'immagine della Madonna del Carmelo dipinta sul muro. Nella seconda metà dell'Ottocento fu ampliata per ospitarvi delle statue e un grande Crocifissoligneo delXVII secolo.
Chiesa del Convento, il Convento diSant'Antonio da Padova, con l'annessa chiesa, fu fondato nel1616. Al momento dell'intitolazione della chiesa si formarono due fazioni tra i fedeli: una voleva che fosse dedicata all'Immacolata, l'altra a sant'Antonio di Padova. Per non scontentare nessuno ci si affidò alla sorte, che scelse Sant'Antonio. Il prospetto attuale della chiesa fu costruito nell'Ottocento. Dopo l'unità d'Italia, si dispose la conversione del patrimonio immobiliare di tutti gli enti ecclesiastici. Tali conseguenze videro l'allontanamento dei religiosi e l'arrivo degli uffici comunali. Di notevole importanza in questa chiesa il Crocifisso ottocentesco che vedeCristo inchiodato sulla croce con il capo reclinato sulla spalla destra e i fianchi cinti da un drappo bianco.
Castello di Bernalda: Il castello fu costruito con ogni probabilità daiNormanni, nell'XI secolo e restaurato dagliAragonesi, durante la loro dominazione, dove fu ampliato, fortificato e difeso da un fossato e da unponte levatoio. A ponente si nota unatorre sottile e quadrata più antica degli altri bastioni di forma rotonda e la facciata che guarda laChiesa Madre è frutto di un successivo rifacimento.
Il dialetto bernaldese fa parte deldialetto metapontino, parlato in tutti i paesi della costa jonica lucana e alto-calabrese, seppure con inflessioni che variano leggermente da paese a paese.Molti termini coincidono con quelli deldialetto campano, altri con quelli deldialetto pugliese, soprattuttodialetto tarantino; c'è da dire che seppure trovandosi inprovincia di Matera, il dialetto bernaldese è piuttosto differente da quello di quest'ultima città poiché si avvicina di più a quelli lucani centro-meridionali, seppur presentando alcune similitudini con i dialetti pugliesi-salentini e calabresi.[21][22]Un dialetto molto simile al bernaldese lo si parla nei comuni diPisticci,Montalbano Jonico eScanzano Jonico, e, in misura minore, anche nei comuni diMontescaglioso,Miglionico eGinosa, sebbene questi ultimi tre siano più a diretto contatto con il dialetto pugliese.
A Bernalda è presente la sede dell'Istituto d'Istruzione Superiore Bernalda-Ferrandina, che comprende ilLiceo Scientifico "Matteo Parisi" e l'Istituto tecnico-commerciale "Adriano Olivetti" con gli indirizzi AFM (Amministrazione, Finanza e Marketing), CAT (Costruzione Ambiente e Territorio) e Turismo. Per effetto del dimensionamento della rete scolastica, il 1º settembre 2015, in seguito alla fusione del primo e del secondo ciclo d'istruzione, è stato costituito l'Istituto Comprensivo "Pitagora".[23]
Radio Bernalda 103mHz, prima radio lucana, cominciò le trasmissioni nell'agosto1976; negli anniottanta invece si affermò una radio chiamata Radio Libera 100, ora fusasi insieme aRadio anch'io in Radio Radiosa.
Tra idolci sono da menzionare lescorzette, preparate conalbume,mandorle ecioccolato fondente fuso.[25] Una variante sostituisce mandorle e cioccolato fondente con nocciole e cioccolato bianco.
ilcentro storico, che va dalcastello Aragonese, la Chiesa Madre, piazza San Bernardino, il trecentesco Palazzo Fischetti (in via Manzoni con le balconate in via Cavour) fino a piazza Plebiscito;
ilcentro, nato dai quartieri sorti fra l'Ottocento e il Novecento che delimitano su entrambi i lati il lungo corsoUmberto I, lungo circa 1,2 km, che parte in piazzaCavour e termina in largo San Donato percorrendo longitudinalmente tutto il centro abitato e dividendolo di fatto in due metà. È il nucleo della vita cittadina e su ambo i lati si estendono larghi marciapiedi alberati con numerose attività commerciali.
Bernalda nuova, che nasce con l'unificazione urbanistica dei nuovi quartieri sorti negli anni ottanta-novanta e si sviluppa attorno a tre direttrici: da via Nuova Camarda verso il cimitero Monumentale Comunale, da via Veneto verso la provinciale perMatera ed infine da Viale della Resistenza al rioneMatine Angeliche e loStadio Comunale "Michele Lorusso".
In generale, lo schema urbanistico-architettonico della zonacentro fu progettato come schema a maglia ortogonale, in cui ogni via interseca le proprie perpendicolari continuativamente all’intersezione di ogni incrocio. Ogni edificio (o insieme di essi) diventa così un isolato. Di conseguenza ogni via della zona diventa automaticamente o perpendicolare o parallela al corso Umberto I.[26]
I principali snodi centrali della viabilità cittadina sono due ed entrambi intersecano il corso Umberto I:
via Nuova Camarda e via Cairoli;
viale Benigno Zaccagnini e viale della Resistenza.
Una ZTL è attivata dal Comune di Bernalda per il transito pedonale e ciclabile sul tratto del Corso compreso tra questi snodi nelle giornate festive di tutto l’anno e durante le sere anche feriali della stagione estiva.
L'economia si fonda sull'agricoltura del metapontino e sulturismo archeologico e balneare, che coinvolge prevalentemente la frazione diMetaponto, dove sono presenti ilmuseo archeologico e le rovine della colonia magnogreca e numerosi stabilimenti balneari, campeggi e villaggi turistici. Nel 2024, per il settimo anno consecutivo, è stato assegnato al comune il riconoscimentoBandiera Blu dellaFEE.
La città di Bernalda è attraversata da due superstrade ad alto scorrimento (una di categoria strada extraurbana secondaria e l'altra extraurbana principale) a quattro corsie che si intersecano a croce tra loro nei pressi di Metaponto Borgo (frazione di Bernalda) e tagliano il territorio di Bernalda in quattro spicchi: laSS 407 Basentana da Potenza verso Metaponto e laSS 106 Jonica da Taranto verso Reggio Calabria.
La società sportiva che ha partecipato al campionato di maggior livello è l'ASD Bernalda Futsal, squadra che ha raggiunto laSerie A2 del Campionato Nazionale dicalcio a 5 e con il settore giovanile sempre nelcampionato nazionale Under 19.
Iscritta al campionato regionale di calcio a 5 vi è anche l'Old Boys Bernalda, che disputa laSerie C2.
Avevano sede nel comune la società Cestistica Bernalda fondata nel1954, che ha militato ininterrottamente per 15 anni nei campionati nazionali di Serie B e C e la Stella Azzurra, entrambe non più attive in paese.
La squadra di calcio locale è la società Peppino Campagna Bernalda, militante in Promozione Basilicata, che raccoglie l'eredità dell'U.S. Bernalda (Unione Sportiva Bernalda), squadra storica del panorama lucano partecipante in passato per più volte alla Serie D.
La squadra dipallavolo è la Camarda Volley Bernalda, nata dall'unione delle società Carioca e Olimpia, anch'esse in passato partecipanti alla serie B Nazionale.
^ Teresa Cappello eCarlo Tagliavini,Dizionario degli etnici e dei toponimi italiani, Bologna, Pàtron, 1981.
^ F. Canali e V. C. Galati,ARCHITETTURE E ORNAMENTAZIONI DALLA TOSCANA AGLI “UMANESIMI BARONALI” DEL REGNO DI NAPOLI ALLA FINE DEL QUATTROCENTO PARTE SESTA, Pirro Del Balzo (Isabella e Federico d’Aragona) e la rifondazioni di borghi e di “Terre”: modelli insediativi e fulcri architettonici nell’orizzonte di Leon Battista Alberti, di Giuliano da Maiano, di Antonio Marchesi e di Francesco di Giorgio Martini tra Puglia, Basilicata e Campania (1451/1454-1487). Interventi a Venosa e Altamura, ad Acerra, Bernalda-Camarda, Bisaccia, Ferrandina-Uggiano, Guardia Lombarda, Lacedonia d’Irpinia, Lavello, Locorotondo, Minervino Murge, Montescaglioso, Polcarino (Villanova del Battista), Ruvo, Rocchetta Sant’Antonio, San Mauro Forte, Torre di Mare, «Vico» ovvero Trevico, Viggiano, Zungoli, inBollettino della società di Studi Fiorentini, vol. 30-31, 2021-2022, pp. 98-228.
^Proclami e sanzioni della Repubblica napoletana pubblicati per ordine del governo provvisorio, edizione fatta per cura di Carlo Colletta, stamperia dell'Iride, Napoli, 1863, p. 45: «Art. XIII. Il cantone di Pisticci è composto de' comuni di Pisticci e Bernalda, Il Ponticello, S. Basile, Piarretta, Il Selice, Ferolito, Torredimare, S. Salvatore, Le Mensole, Il Palaccio, Campagnuolo, Avenella, S. Lorenzo, Castelluccio, Serramontanara, S. Vito, S. Maria di Vetrana, Lanzano, Pomarico, Ferrantina, Oggiano e S. Angelo. Napoli, 21 piovoso, anno 7° della Repubblica».
^ Giuseppe Maria Alfano,Istorica descrizione del regno di Napoli, Napoli, R. Miranda, 1823, p. 258.
«Terra sopra un rialto, d'aria buona, Dioc. d'Acerenza, 18 miglia da Matera distante. Il suo titolo di Ducato è di Navaretta. Chiamossi anticamente Camarda, e Camandra. Produce grani, legumi, frutti, vini, olj, cotoni, e pascoli. Fa di pop. 3766»
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^Collezione delle leggi e de' decreti reali del Regno delle Due Sicilie. Anno 1820. Semestre 1. Da gennajo a tutto giugno, dalla real tipografia del Ministero di Stato della Cancelleria Generale, Napoli, 1820, p. 442.
^Collezione delle leggi e de' decreti reali del Regno delle Due Sicilie, (anno 1831 n. 4), Stamperia Reale, Napoli, pp. 171-172.
^Cfr.Attilio Zuccagni-Orlandini,Dizionario topografico dei comuni compresi entro i confini naturali dell'Italia, Firenze, Società Editrice di patrii documenti storico-statistici, 1864, p. 145.
«Nel suo territorio si fa copiosa raccolta di cotone e zafferano: nel fiume Basento si fa ricca pesca e nelle adiacenti boscaglie molta caccia. Il capoluogo, che ha il titolo di Ducato, è in riva al Basento. Si vuole che sia di qualche antichità e costruito sulle rovine dell'antica Camarda: restano gli avanzi delle antiche mura con due porte. Nel 1806 i Francesi condotti dal Generale Duchesne occuparono Bernalda dopo la battaglia di Compotenese. (Popol. 5981)»
^Raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d'Italia: anno 1867 (dal n. 3488 al 4166), Stamperia Reale, Firenze, 1867, pp. 1574-1575.
^Francesco Armento,Bernalda: chiese e clero del XVIII secolo, pubblicazione a cura del Comitato Festa Patronale San Bernardino da Siena, Bernalda, 1982, pp. 25-38.
Francesco Armento,Bernalda: chiese e clero del XVIII secolo, pubblicazione a cura del Comitato Festa Patronale San Bernardino da Siena, Bernalda, 1982, pp. 25–38