| Benelli Q.J. | |
|---|---|
| Stato | |
| Forma societaria | Società a responsabilità limitata |
| Fondazione | 1911 aPesaro |
| Fondata da | Teresa Boni Benelli e dai suoi sei figli (Giuseppe, Giovanni, Francesco, Filippo, Domenico eAntonio) |
| Sede principale | Pesaro |
| Gruppo | Qianjiang Group Co. Ltd |
| Persone chiave |
|
| Settore | Metalmeccanica |
| Prodotti | Motociclette Scooter e-bike |
| Dipendenti | 70 circa (2021) |
| Slogan | «pura passione dal 1911» |
| Sito web | www.benelli.com/ |
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Benelli Q.J. è un'aziendaitaliana con sede nella città diPesaro che opera nel settore motociclistico.
Dal 2005 è di proprietà del gruppoQianjiang Motor, una società cinese che a sua volta è controllata dalGeely Holding Group. Fondata nel 1911 a Pesaro è la più antica azienda motociclistica italiana in attività.
Nella sede italiana della Benelli QJ a Pesaro (PU) si svolgono le attività di progettazione, sviluppo e marketing in sinergia con la casa madre diWenling inCina dove le motociclette sono prodotte.

Nel1911 Teresa Boni Benelli, vedova da quattro anni, si poneva il difficile compito di assicurare un solido futuro ai sei figli: Giuseppe, Giovanni, Francesco, Filippo, Domenico e Antonio, detto Tonino, di soli nove anni.

Verificato che i fratelli avevano scarsa attitudine a proseguire l'occupazione paterna nel condurre il fondo agricolo avuto in eredità e che, per contro, manifestavano una grande passione per la meccanica, la madre decise di vendere buona parte dei terreni e di investire il ricavato per l'acquisto di alcune macchine utensili, realizzando una piccola officina in via dell'Annunziata, nel centro storico diPesaro. I figli maggiori, Giuseppe e Giovanni, avevano già terminato gli studi presso l'Istituto Tecnico Industriale Montani diFermo e in breve tempo l'officina iniziò a funzionare, eseguendo riparazioni e realizzando artigianalmente pezzi di ricambio. Data l'esiguità di veicoli a motore esistenti aPesaro nella prima metà deglianni dieci, gli introiti non erano certo copiosi, ma paradossalmente le cose migliorarono con lo scoppio dellaprima guerra mondiale con l'arrivo di numerose commesse di aziende che erano impegnate nello sforzo bellico, quali:Isotta Fraschini, Colombo,OM eAlfa Romeo.[1]
Nel1916, unviolento terremoto rese inagibile l'officina e l'abitazione. Teresa Boni Benelli & Figli pensano allora di trasferire l'attività a Milano, proposito a cui rinunciano una volta che un amico di famiglia gli mette a disposizione alcuni locali di sua proprietà nella prima periferia di Pesaro. La fabbrica quindi trasloca in via del Lazzaretto, vicino alla Molaroni, la prima azienda motociclistica pesarese, le cui officine, nel1933, saranno acquistate dalla Benelli una volta che la Molaroni decise di cessare la produzione.[3]Da questo sito, l'opificio si espanderà progressivamente raggiungendo la sua massima dimensione neglianni settanta con una superficie complessiva di circa 33 000 m², di cui 23 000 coperti e con all'interno una pista ovale per testare le moto sia di serie sia da competizione.


Complice l'univoca passione per i motori, i fratelli Benelli avevano preso l'abitudine, sin dal1910, di riunirsi per progettare, sotto la direzione di Giuseppe e Giovanni, un motore tutto loro con il quale equipaggiare una motocicletta. L'opera di progettazione, prototipazione e sviluppo, eseguita fuori dall'orario di lavoro, durò otto anni e partorì una motocicletta con un motore a due tempi di 75cm³ montato sulla forcella anteriore di bicicletta, soluzione che si rivelò poco soddisfacente. Nel1921, allaIII Esposizione del Motociclo di Milano, viene presentata quella che ufficialmente è considerata la prima vera motocicletta Benelli: il Velomotore tipo A. Cambio a due rapporti, trasmissione a catena con parastrappi, magnete Bosch, carburatore Amal, forcella anteriore elastica, telaio in tubi d'acciaio, serbatoio sotto canna e motore maggiorato a 98 cm³ sempre a 2 tempi. Le critiche saranno lusinghiere tanto che presto seguirà il Velomotore tipo B di 125 cm³. Sulla base di quest'ultima moto, portata a 147 cm³ e opportunamente modificata per le competizioni, comincerà a gareggiare nel 1923Tonino Benelli (all'anagrafe Antonio), ottenendo qualche piazzamento di prestigio pur gareggiando nella categoria 175 cm³.[1][2]Ma il motore di maggior successo, che fece conoscere la Benelli in campo nazionale e internazionale, è stato il 175 cm³ 4 tempi con distribuzione a "cascata" d'ingranaggi e albero a camme in testa del1927. Soluzione ardita e sofisticata che divenne ben presto il "marchio di fabbrica" della casa diPesaro. Giuseppe Benelli prenderà spunto da uno studio teorico di un motore diEdward Turner pubblicato nel 1925 dalla rivista francese Moto Revue. Giuseppe, nell'intento di battere sul tempo la concorrenza, non perde tempo e reinterpreta completamente quella soluzione introducendo una semplice quanto geniale soluzione per eliminare gli effetti negativi delle dilatazioni termiche che affliggevano queste applicazioni.[4]
I cinque ingranaggi cilindrici a denti diritti della distribuzione (uno dell'albero motore, tre oziosi, uno dell'albero a camme) furono inseriti (a cascata) in una sottile cartella di alluminio collocata sul lato destro del motore, sulla sommità della quale vi era montato il "castelletto" della distribuzione con l'albero a camme e bilancieri annessi. Il tutto era fissato alla testa del motore non rigidamente, ma lasciando l'accoppiamento con un grado di libertà. La soluzione consisteva nell'inserire due viti con il gambo parzialmente filettato (colonnette) in due fori ricavati nel castelletto e avvitate sui due dei quattro prigionieri della testa termica. La parte filettata si univa solidamente alla testata, mentre la parte della vite non filettata creava un accoppiamento libero, ma molto preciso con i due fori ricavati nel castelletto. Le viti erano serrate in modo da non "schiacciare" il castelletto, ma in maniera che potessero lasciare un gioco di qualche decimo di millimetro sufficiente ai due "blocchi" (cartella-castelletto/cilindro-testata) di scorrere l'uno sull'altro nella fase di dilatazione per effetto del calore, senza interferire e creare quelle deformazioni che avrebbero reso inaffidabile il sistema. Soluzione che fu brevettata nel 1927 e diede inizio al successo commerciale e sportivo della Benelli, protrattosi fino allo scoppio dellaseconda guerra mondiale. (brevetto n. 255634 del 29 ott. 1927 "Disposizione per formare e fissare la scatola della trasmissione per il comando dell'albero di distribuzione in testa nei motori a scoppio").[4]





Le più significative evoluzioni delle moto dotate di motore a "cascata d'ingranaggi" furono[1]:

Nel 1938 la Benelli aveva circa 800 dipendenti ed entrò a pieno titolo nella cosiddetta "pentarchia" insieme aGilera,Moto Guzzi,Sertum eBianchi.[2]
Durante il periodo bellico l'azienda si dedicò esclusivamente alla fornitura di mezzi di trasporto a due o tre ruote a uso militare anche con motori ad "aste e bilancieri" e a "valvole laterali", meno sofisticati e prestazionali, ma più affidabili ed economici.
Al termine del conflitto gran parte dello stabilimento restò distrutto, le attrezzature disperse o danneggiate e furono necessari tre o quattro anni per riavviare l'attività in un quadro di precarietà e miseria. Per rimpinguare le scarse risorse finanziarie i Benelli acquistarono un migliaio di motociclette abbandonate dagli alleati durante il conflitto mondiale e raggruppate nei campiA.R.A.R. che vennero poi ricondizionate e riconvertite ad uso civile.
Giuseppe Benelli, in seguito a insanabili contrasti con i fratelli sulle strategie produttive, si divide dalla società per fondare nel1946 laBBC. La gestione della Società passerà al secondogenito Giovanni che, pur non avendo il talento progettuale del fratello maggiore, era dotato di grandi capacità organizzative avendo sempre gestito l'apparato produttivo dell'azienda. Sotto la sua direzione Giovanni fornisce ai progettisti le linee guida del modello della rinascita: la nuova motocicletta dovrà essere leggera, affidabile ed economica. Nasce così il modello Letizia dotato di unmotore a due tempi (più economico del4 tempi) di 98 cm³ con quattro cuscinetti di banco, montato su un telaio essenziale, ma elastico su entrambi gli assi. Letizia, prodotta dal 1949 al 1950, sarà l'antesignana del modello più famoso della Benelli nel dopoguerra: ilLeoncino. Dal 1951 ne produssero circa 45 000 esemplari fino alla fine del decennio, la motorizzazione più diffusa fu il 125 cm³ 2 tempi, ma anche 150 cm³ per la versione "motocarro" e 125 cm³ 4 tempi con distribuzione a "cascata d'ingranaggi", soluzione subito abbandonata per problemi di affidabilità.[4]
Nei primi anni '60, complice la profonda crisi del motoveicolo a vantaggio dell'automobile, i vertici di Benelli e Motobi (entrambe fondate da Giuseppe Benelli) trovarono un accordo per fondersi in un'unica realtà, pur mantenendo attivi entrambi i marchi, nasce così la G.O.BEN., acronimo di Gestione Officine Benelli. Lo scopo era quello di contrastare la crisi facendo economie di scala unendo i modelli e ilknow how di ambedue le aziende. Nel1962 la produzione complessiva raggiunse i 300 esemplari al giorno. Alla fine deglianni sessanta con la crescente diffusione delle case giapponesi inizia il rapido declino dell'industria motociclistica italiana, cui la Benelli/MotoBi non fa eccezione. Declino che i cugini Marco Benelli (figlio di Giuseppe) e Paolo Benelli (figlio di Tonino), tentano di arginare con investimenti nel campo sportivo e con la progettazione di nuovi motori bicilindrici a due tempi, per i quali viene ingaggiato lo specialista tedescoPeter Dürr.

Dagli anni 60, nel momento di maggior crisi del mercato in Italia, la Benelli salva i bilanci con le esportazioni negliUSA. Negli anni sessanta infatti sceglie due strade diverse per vendere oltreoceano: tramite l'importatore Cosmopolitan e con la Montgomery Ward e presentò i seguenti modelli:


De Tomaso è stato indubbiamente uno degli industriali più discussi e potenti d'Italia negli anni '60, '70 e '80. Fonda nel 1959 laDe Tomaso automobili aModena e realizza una propria serie di autovetture stradali e da competizione. Acquisirà poi una serie di aziende italiane comeMaserati,Innocenti,Ghia eVignale e successivamente, nel 1971, la Benelli per 11 miliardi (la Casa è indebitata per 9) e la Moto Guzzi nel 1973. De Tomaso aveva quindi molti e diversificati interessi, acquisiva aziende in difficoltà attraverso laGEPI per poi ristrutturarle e cercare di rivenderle intascandone le plusvalenze. Questo suo approccio non aveva evidentemente una lungimirante continuità industriale, per cui nelle sue acquisizioni ci sono state più "ombre" che "luci". Non fa eccezione la Benelli, che vivrà il periodo più travagliato della sua centenaria storia.
Con l'arrivo di De Tomaso, Marco Benelli (figlio di Giuseppe) rimase in azienda come dirigente, mentre il cugino Paolo (figlio di Tonino) lasciò per dedicarsi allaBenelli Armi fondata dallo zio Giovanni. Nel 1976 Paolo, insieme allaMorbidelli, costituirà una società con sede aSant'Angelo in Vado (PU) per la produzione di moto da GP denominataMBA (Morbidelli Benelli Armi).[6]

Il manager italo-argentino decide di sfidare le case giapponesi sul loro stesso terreno, a tal fine chiede ai progettisti di prendere "ispirazione" dal motoreHonda CB 500 Four. Nacque così la500 Quattro (1974) che sarà la base della750 Sei con il suo motore a seicilindri in linea, primo al mondo su una moto stradale. Gli esperti del settore giudicarono la 750 Sei una moto facile da guidare, con una elevata elasticità del motore, una eccezionale tenuta di strada e degli ottimi freni. L'unica nota negativa era l'accensione che doveva portare la corrente al momento giusto alle candele. Nel 1974 divenne "Moto dell'anno" e nel 1975 ci furono le prime consegne. Aveva una velocità massima di 200 km/h, 75 cv a 9500 giri al minuto e fu prodotta in 3200 esemplari fino al 1977. La motocicletta però fin da subito evidenzia diverse criticità dovute a scelte progettuali, materiali e lavorazioni non all'altezza della concorrenza nipponica a cui si abbineranno una rete di distribuzione e di post vendita carenti, una politica industriale che ben presto di rivelerà deleteria. Quindi, il colpo finale, sarà inferto dalla fusione con l'acerrima e storica rivale (nelle corse)Moto Guzzi nellaGuzzi-Benelli Moto (G.B.M. S.p.A.) che porterà entrambi i marchi sull'orlo del baratro.[7]
Negli anni 80 la Benelli si trasforma in una scatola vuota. Le cause sono molteplici, ma tutto inizia a fine anni 70, quando il Gruppo De Tomaso perde colpi a causa delle difficoltà che incontrano Maserati e Innocenti in campo auto. Tutto ciò si riflette negativamente anche sulle moto, poco sviluppate e costruite con sempre minor cura. Tra queste ci sono la 125 Turismo e la 125 Sport, la 125 BX Cross con telaio e motoreTM Racing (piccola Azienda Pesarese specializzata in moto da cross) costruita in collaborazione conFMI e col Team Italia; senza dimenticarsi della custom 125 CS; della 125 E, una enduro 2 tempi, con raffreddamento a liquido, cambio a 6 marce e una potenza di 20 cv e infine della Jarno (denominazione dedicata al pilota Saarinen) presentata nel 1987, fu la prima 125 ad avere 3 freni a disco. Aveva inoltre un motore da 27 cv a 10500 giri e un gran telaio ma la ridotta rete vendita e una produzione limitata ne decretarono l'insuccesso.
Anche tra il segmento dei ciclomotori, le idee a De Tomaso non mancano e, agli inizi degli anni 80, lancia l'S50 (presentato al MotorShow nel 1980): un ciclomotore, clone della Yamaha Passola (mai importata in Italia) di 50 cc, con raffreddamento ad aria, cilindro verticale, cambio automatico a 2 velocità e che richiedeva una miscela all'1% (un record); l'S125, presentato nel 1982 ma messo in vendita due anni dopo e con la trasmissione che prevedeva due frizioni, una comandata a mano e l'altra automatica. Un altro ciclomotore degno di nota è il Laser (del 1985) di 50 cc: si trattava dell'S50 con una carrozzeria in plastica differente, con lo scudo anteriore che avvolgeva completamente la ruota e che disponeva di uno sportello attraverso cui si accedeva al vano portaoggetti. Fu commercializzato ad un prezzo analogo a quello della Vespa e nel 1988 uscì di produzione.
A fine anni 80, l'attività produttiva si ridusse ai minimi termini e nel 1989 solo un'ottantina di operai lavoravano, mentre altri 153 erano incassa integrazione.[8]
In questo periodo la Benelli si trasferirà nell'area industriale di Chiusa di Ginestreto in prossimità diPesaro, mentre lo storico stabilimento di viale Mameli sarà quasi completamente demolito per far posto ad un centro direzionale.
De Tomaso decide a quel punto di cedere l'azienda e la sopravvivenza della Benelli sarà garantita daGiancarlo Selci, pesarese, anno 1936, ex tornitore della Benelli, fondatore dellaBiesse, uno dei maggiori gruppi industriali al mondo per la produzione di macchine per la lavorazione del legno, vetro e pietra, che rileva la Casa del Leoncino il 23 ottobre 1989.[9]
Selci acquista la Benelli cercando di rilanciare il settore dei ciclomotori. Tiene in produzione l'economico "S50" e il "City Bike" (aggiornato con nuove colorazioni e denominato City Bike 90), lancia nuovi scooter come il "Così", lo "Scooty" e due moto sportive di 50 cc a marce: lo Spring e il Devil. Di quest'ultimo viene anche organizzato un trofeo monomarca, ma le vendite non decollano e Selci decide di gettare la spugna dedicandosi esclusivamente al suo business principale: la Biesse Group.[2]
Dal momento in cui la Benelli fu venduta dagli ultimi eredi della sua dinastia, la Casa andò, anno dopo anno, sempre più in declino: lo sfavorevole momento del mercato motociclistico, e la scarsa convinzione dei successivi proprietari, portarono la Benelli a un punto morto: i nuovi modelli immessi sul mercato non ebbero l'accoglienza sperata e quelli esistenti erano ormai superati.
Nel dicembre 1995 ci fu la svolta decisiva: il giovane Andrea Merloni, di soli 28 anni, rampollo dellanota dinastia marchigiana diindustriali degli elettrodomestici e appassionato motociclista, decise di rilevare la Benelli e rilanciarla sul mercato mondiale, prima inaugurando uno nuovo stabilimento in Strada della Fornace Vecchia, dove la stessa Benelli ha sede ancora oggi, poi entrò nei settori più difficili, avvalendosi di giovani e dinamici progettisti e designer, lanciando una serie di scooter e maximoto per dare immediato ossigeno alle casse e organizzare la rete di vendita e assistenza. Trasformò la Società das.r.l. aS.p.a. con un aumento di capitale da 180 milioni a 20 miliardi di lire. Il 55% del capitale societario faceva capo alla famigliaMerloni, la restante parte era detenuta con il 10% ciascuno da Giancarlo Selci, da Augusto Baronciani, dai fratelli Montagna, dalla famiglia Colombo di Bergamo e il restante da una finanziaria regionale.[2]

Così, in poco più di un anno dalla rinascita, furono immessi sul mercato i primi nuovi prodotti come i modelliAdiva (nelle cilindrate 125 e 150) dotato di tettuccio rigido ripiegabile nel bauletto (primo scooter al mondo a essere dotato di questo meccanismo, poi copiato dalla concorrenza), ilVelvet (nelle cilindrate 125, 150, 250, 400) che rimase in listino fino al 2012, il491, molto di voga tra i quattordicenni dell'epoca, che montava un raro motoreMorini orizzontale di 50 cm³ a 2 tempi con raffreddamento a liquido e che lo rendeva uno dei più performanti del lotto, ilK2 (50 e 100 cm³) e ilPepe (di 50 cm³ divenuto poi lo scooter Benelli più venduto degli ultimi anni); questi ultimi, motorizzati con motoreMinarelli, che riscossero un buon successo commerciale. Negli Stati Uniti prese il nome di Andretti M50.
Nel 1999 fu ingaggiato il tecnico Riccardo Rosa (exCagiva) e fu quindi presentata la nuovaTornado Tre, una moto sportiva (da 900 cm³, poi portata a 1130 cm³), con interessanti innovazioni tecnologiche. Si trattava infatti di una moto sportiva pura, dotata di un motore a 3 cilindri in linea che presentava una inedita disposizione del radiatore di raffreddamento posizionato sotto ilcodino posteriore e dotato di due ventole di estrazione forzata dell'aria di scenografico effetto e di un inedito telaio "misto" costituito da una pressofusione di alluminio e da tubi in acciaio uniti fra loro con una tecnologia di provenienza aeronautica.[10]
Della Tornado furono presentati due prototipi: il primo con motore a scoppi irregolari "big bang" (poi non andato in produzione) e con doppio iniettore per cilindro; e il secondo con telaio in tubi di acciaio vincolati tramite colla aeronautica alle piastre verticali (fuse in terra) e fissati da viti traenti, scarico in alluminio, carbonio e titanio, coperchi motore in magnesio, cambio estraibile e motore che non presentava ancora il radiatore dell'olio (introdotto poi nella versione 900 RS).
La Tornado 900 nacque con l'intento di riportare le moto Benelli nel mondo delle competizioni: ametà stagione SBK del 2001 infatti debuttò aMisano conPeter Goddard a pilotarla e svilupparla.
Qualche anno dopo, la Tornado, portata a 1130 cc, correrà grazie a privati in campionati nazionali italiani e non, nella24 ore di Spagna, e nelMondiale Endurance del 2007 (con Stefano Cordara). Nel 2001 la Benelli adottò per il primo prototipo SBK uno scarico laterale sdoppiato, mentre in gara presentò la soluzione dello scarico sdoppiato simmetricamente ai lati della coda, per tornare nel 2002 poi allo scarico singolo laterale in quanto permetteva un rendimento migliore. In gara poi, anche la frizione a secco della Tornado superbike era differente: non Surflex (montata sulla versione stradale), bensì EVR.
La Tornado 900 partecipò anche alTourist Trophy del 2000 (che differiva dalla versione di serie per il motore "big bang", per il coperchio frizione differente e per l'oblò del livello olio).
Vista l'esperienza Benelli nel campo scooter, nel 2000 laRenault stipulò un accordo con la Benelli per la produzione di scooter da 50 cc a 250 cc: identici nella struttura, differivano solo per la presenza del marchio della Casa francese,[11] come il Renault Specimen su base Benelli Pepe, il Renault Campus su base Benelli 491, il Renault Fulltime su base Benelli Adiva e il Renault Kouranos su base Benelli Velvet.

"Le corse migliorano la razza" e Merloni, ex pilota, lo sapeva bene per cui il passo successivo fu preparare la nuova Tornado per le gare. Come da suo stile, Merloni cominciò immediatamente a correre nel2001 e nel2002 nelCampionato mondiale Superbike con il pilota AustralianoPeter Goddard, che con la sua lunga esperienza ha saputo dare le indicazioni per migliorare la moto e di conseguenza anche quella di serie. Tenuto conto che la squadra era all'esordio e la concorrenza agguerrita, i risultati furono superiori alle attese con un 36º posto nella classifica finale nel 2001 (con 7 punti) e un 22º posto in quella del 2002 (con 23 punti). Fu così realizzata una versione limitata da 150 esemplari della Tornado (denominata Tornado LE, dove LE sta per Limited Edition).[12]
Nel 2003 si pensa di rispolverare il marchioMotoBi, ma solo per la gamma scooter, sostituendo semplicemente il logo Benelli con il nuovo logo MotoBi.
Nel2004 Benelli irrompe con un nuovo modello naked dal design futurista che rimarrà in gamma fino al 2017: laTNT, una roadster caratterizzata dello stesso motore a 3 cilindri portato ad una cilindrata di 1130 cm³, disposizione laterale sdoppiata del radiatore di raffreddamento ed untelaio che utilizzava le stesse tecnologie aeronautiche della Tornado. Nel 2004 fu premiata da una rivista tedesca come miglior moto dell'anno.[13]
I risultati della nuova Benelli sono incoraggianti ma i forti investimenti per la Tornado non sono compensati dalle vendite e anche Andrea Merloni decide di fermarsi.





Tonino si laureeràCampione Italiano nel1927,1928,1930 e1931, guidando nei primi tre casi la Benelli175 super sport monoalbero e nel1931 la bialbero. Con quest'ultima moto nel1932 conquisterà anche la piazza d'onore nelCampionato d'Europa, alle spalle del compagno di squadraCarlo Baschieri.[3][31]
Le moto Benelli senza Tonino, che dovette interrompere la sua brillante carriera di pilota nel1932 a causa di un grave incidente occorsogli nel circuito del Tigullio, risultarono comunque vittoriose e arrivarono a conquistare nuovamente ilCampionato d'Europa nel1934 della classe "175" con il centauro belgaYvan Goor; nel1935 il record mondiale di velocità di categoria del miglio e del chilometro lanciato con il pilota milaneseRaffaele Alberti in sella alla "250" sport bialbero con 182,500 km/h; nel1939 ilTourist Trophy con l'ingleseTed Mellors sempre con una "250" sport bialbero.
Il più giovane dei sei fratelli Benelli, dopo aver rischiato la vita su tutti i circuiti d'Italia e di mezza Europa, perderà la vita in un banale incidente stradale il 27 settembre 1937 all'età di 35 anni;Tonino era di ritorno da Rimini in sella a una Benelli "500 Sport" e in prossimità della curva San Lorenzo di Riccione si scontrerà frontalmente con una vettura proveniente dal senso contrario, l'impatto non darà scampo al campione pesarese che perderà la vita sul colpo. Il clamore della sua scomparsa riecheggerà per settimane sui media dell'epoca.[3]

Nel dopoguerra il marchio del Leoncino ha ottenuto due titoli mondiali nella classe250 con il cesenateDario Ambrosini nelmotomondiale 1950 e con l'australianoKel Carruthers nelmotomondiale 1969; si è imposta anche in cinque Campionati Italiani Velocità nella classe 250 con Dario Ambrosini (1950), con l'emilianoTarquinio Provini (1965,1966), con il rimineseRenzo Pasolini (1968,1969); in tre Campionati Italiani Velocità nella classe350 con il pesareseSilvio Grassetti (1967) e ancora con Pasolini (1968,1969). Numerose furono le affermazioni e i piazzamenti nelle classiche di gran fondo dell'epoca, laMilano-Taranto e ilMotogiro d'Italia, con il Leoncino 125, decisamente la motocicletta di serie più iconica della Benelli degli anni 50/60.[3][4]
Nel Trofeo Pesaro Mobili del 1971, svoltosi in località Villa Fastiggi diPesaro, gareggiarono alcuni dei più grandi nomi del motociclismo mondiale dell'epoca comeGiacomo Agostini,Mike Hailwood,Jarno Saarinen eRenzo Pasolini. Nella classe "350" "Mike the Bike" in sella a una vecchia Benelli arrivò secondo dietro ad "Ago" alla guida della tre cilindriMV Agusta.
Nell'edizione del1972 Jarno Saarinen in sella alle nuovissime Benelli 4 cilindri "500" e "350", progettate daPiero Prampolini, vinse in entrambe le classi precedendo rispettivamente Giacomo Agostini su MV Agusta e Renzo Pasolini suAermacchi. Inizia in questo modo così promettente l'era di De Tomaso, ma questa sarà la prima e l'ultima competizione della sua gestione. Infatti il manager italo-argentino, dopo la morte aZandvoort del pilota inglesePiers Courage alla guida della monoposto di F1De Tomaso 505, non ne volle più sapere di corse. La Benelli tornerà a gareggiare solo nel periodo di Andrea Merloni in due edizioni diWSBK (2001-2002) con il pilota australianoPeter Goddard in sella al Tornado 900 Tre.[2][7]
Ilmuseo Benelli e MotoBi sorge a Pesaro, in Viale Mameli 22, proprio negli ex stabilimenti della fabbrica, in uso fino alla fine degli anni 80.
Nel 2021 è uscito il film-documentario «Benelli su Benelli» girato a Pesaro e incentrato sulla vita di Tonino Benelli. Il film è stato presentato allaMostra del Cinema di Venezia nello stesso anno. Nel agosto del 2022 il docufilm dedicato al "Cigno della moto", ha rappresentato Pesaro e le Marche a Los Angeles in occasione del conferimento della stella "Walk of Fame" aLuciano Pavarotti, cittadino onorario della città di Pesaro.[40]
| Nome modello | Cilindrata | Prodotto dal | sino al | Note | Immagine |
|---|---|---|---|---|---|
| Velomotore A | 98,17 cm³ | 1921 | Motore: monociclindrico due tempi cilindro di acciaio ricavato da barra biella di acciaio con testa munita di grandi cuscinetti a rulli. Cuscinetti a sfere ai lati pistone in lega speciale di alluminio segmento superiore alloggiato in armatura di ghisa | ||
| Velomotore B | 123,54 cm³ | 1921 | Motore: monociclindrico due tempi cilindro di acciaio ricavato da barra biella di acciaio con testa munita di grandi cuscinetti a rulli. Cuscinetti a sfere ai lati pistone in lega speciale di alluminio segmento superiore alloggiato in armatura di ghisa | ||
| 147 Tipo Sport[42] | 147,03 cm³ | 1924 | |||
| Motoleggera 1 H.P. tipo A | 98,17 cm³ | 1924 | |||
| Motoleggera 1,25 H.P. tipo B | 123,54 cm³ | 1924 | |||
| Motoleggera 125 Tipo Sport | 123,54 cm³ | 1925 | |||
| Motoleggera 147 Tipo Sport | 147,03 cm³ | 1926 | |||
| Bicicletta a motore Tipo Signora | 123,54 cm³ | 1926 | |||
| 175 Sport | 172,08 cm³ | 1927 | |||
| 175 Turismo | 172,08 cm³ | 1928 | |||
| 175 Extra Lusso | 172,08 cm³ | 1929 | |||
| 175 Turismo | 172,08 cm³ | 1930 | |||
| 175 Gran Lusso | 172,08 cm³ | 1930 | |||
| 175 Sport | 172,08 cm³ | 1931 | |||
| 175 Gran Sport Monza | 172,08 cm³ | 1931 | |||
| 175 con carrozzino | 172,08 cm³ | 1933 | |||
| 175 Furgoncino | 147,08 cm³ | 1933 | |||
| 500 Turismo | 493 cm³ | 1933 | Motore: monocilindrico quattro tempi inclinato in avanti di 12° cilindro e testa in ghisa con doppio tubo di scarico | ||
| 500 Sport | 493 cm³ | 1934 | Motore: monocilindrico quattro tempi inclinato in avanti di 12° cilindro e testa in ghisa con doppio tubo di scarico | ||
| 220 Turismo | 215,69 cm³ | 1934 | |||
| 220 Sport | 215,69 cm³ | 1934 | |||
| 250 Turismo | 246,79 cm³ | 1935 | |||
| M36 Mototriciclo | 493,6 cm³ | 1936 | |||
| 250 Sport | 246,79 cm³ | 1937 | |||
| 250 M37 | 246,79 cm³ | 1937 | |||
| 500 Motocarro | 493 cm³ | 1938 | Motore: monocilindrico quattro tempi inclinato in avanti di 12º cilindro e testa in ghisa con doppio tubo di scarico | ||
| 250 4TSS Monotubo | 248,87 cm³ | 1940 | Motore: monocilindrico quattro tempi inclinato in avanti di 12º cilindro e testa in alluminio con un tubo di scaricoi | ||
| 500 VLC | 493 cm³ | 1940 | Motore: monocilindrico verticale quattro tempi a valvole laterali | ||
| 500 VLM/VLMB | 493 cm³ | 1940 | Versione militare per ilRegio Esercito prodotta anche nella versione biposto VLMB Motore: monocilindrico verticale quattro tempi a valvole laterali | ||
| 500 VTA | 493 cm³ | 1940 | Motore: monocilindrico verticale quattro tempi a valvole in testa |
| Nome modello | Cilindrata | Prodotto dal | sino al | Note | Immagine |
|---|---|---|---|---|---|
| Letizia 1ª Serie / 2ª Serie | 97 cm³ | 1949 | |||
| Leoncino 125 | 123 cm³ | 1951 | |||
| Leoncino 125 Normale | 123 cm³ | 1952 | |||
| Leoncino 125 Sport | 123 cm³ | 1952 | |||
| Leoncino 125 Carenato | 123 cm³ | 1952 | |||
| Motofurgoncino Leocino 125 | 123 cm³ | 1953 | |||
| Leoncino Sport S53 | 123 cm³ | 1953 | |||
| Leonessa 250 | 246 cm³ | 1954 | |||
| Leoncino 125 Lusso | 123 cm³ | 1955 | |||
| Leoncino Rikshaws | 123 cm³ | 1956 | |||
| Leoncino Normale 4 Tempi | 123 cm³ | 1956 | |||
| Leoncino Sport 4 Tempi | 123 cm³ | 1956 | |||
| Leoncino 150 | 145 cm³ | 1958 | |||
| 125 Normale/Extra | 123 cm³ | 1959 | |||
| 175 Normale/Extra | 172 cm³ | 1959 | |||
| Nuovo Leoncino | 123 cm³ | 1963 | |||
| Sprite 5V 125 | 123 cm³ | 1967 | |||
| Sprite 5V 250 | 245 cm³ | 1967 | |||
| Leoncino Scrambler | 123 cm³ | 1968 | |||
| Sport Special 125 | 123 cm³ | 1969 | |||
| Sport Special 250 | 245 cm³ | 1969 | |||
| 125 Scrambler | 123 cm³ | 1969 | |||
| 250 Scrambler | 245 cm³ | 1969 |
| Nome modello | Cilindrata | Prodotto dal | sino al | Immagine |
|---|---|---|---|---|
| 48 | 49 cm³ | 1956 | ||
| Normale | 49 cm³ | 1957 | ||
| Scooter | 49 cm³ | 1958 | ||
| Gran Turismo | 49 cm³ | 1958 | ||
| Sport Super Sport | 49 cm³ | 1958 | ||
| Scooter 52 cc | 51 cm³ | 1958 | ||
| Sport 52 cc | 51 cm³ | 1959 | ||
| Export | 49 cm³ | 1959 | ||
| Export Lusso | 49 cm³ | 1960 | ||
| Sprint | 49 cm³ | 1962 | ||
| Cicloscooter | 49 cm³ | 1963 | ||
| Lusso | 49 cm³ | 1963 | ||
| Export | 49 cm³ | 1963 | ||
| Monomarcia | 49 cm³ | 1963 | ||
| Sport Lusso | 49 cm³ | 1963 | ||
| America | 49 cm³ | 1965 | ||
| Fireball | 49 cm³ | 1965 | ||
| Special Sport Special Sport | 49 cm³ | 1965 | ||
| Trial | 49 cm³ | 1965 | ||
| Gentlemen | 49 cm³ | 1966 | ||
| Sprint 3V Turismo Sprint 3V Sport Sprint 4V | 49 cm³ | 1967 | ||
| Minibike 3 Marce | 49 cm³ | 1967 | ||
| Citybike | 49 cm³ | 1967 | ||
| Bobo | 49 cm³ | 1967 | ||
| Motorella | 49 cm³ | 1967 | ||
| California | 49 cm³ | 1967 | ||
| Export FA Export 3V-P Export 3V-K | 49 cm³ | 1967 |
| Nome modello | Cilindrata | Prodotto dal | sino al | Immagine |
|---|---|---|---|---|
| Leoncino 70 | 123,6 cm³ | 1970 | ||
| Leoncino Cross | 123,6 cm³ | 1970 | ||
| Tornado 650 | 642,8 cm³ | 1971 | 1975 | |
| 90 Turismo | 87,8 cm³ | 1971 | ||
| 90 Trial | 87,8 cm³ | 1971 | ||
| Tornado 650 S | 642,8 cm³ | 1972 | 1975 | |
| 125 2C | 124,77 cm³ | 1972 | ||
| 250 2C | 231,4 cm³ | 1972 | ||
| 125 Cross | 120,62 cm³ | 1972 | ||
| 125 Enduro | 120,62 cm³ | 1973 | ||
| Tornado 650 S2 | 642,8 cm³ | 1973 | 1975 | |
| 500 Quattro | 498,51 cm³ | 1974 | ||
| 750 Sei | 747,77 cm³ | 1975 | 1977 | |
| 125 Turismo | 120,62 cm³ | 1976 | ||
| 125 2C SE | 124,77 cm³ | 1976 | ||
| 250 2C SE | 231,4 cm³ | 1976 | ||
| 250 Quattro | 231,4 cm³ | 1976 | ||
| 350 RS | 345,57 cm³ | 1976 | ||
| 500 LS | 458,91 cm³ | 1976 | ||
| 125 Sport | 124,77 cm³ | 1978 | ||
| 354 Sport | 345,77 cm³ | 1978 | ||
| 504 Sport | 498,51 cm³ | 1978 | ||
| 900 Sei | 905,91 cm³ | 1979 | ||
| 254 | 231,40 cm³ | 1979 | ||
| 354 Sport II | 345,57 cm³ | 1980 | ||
| 354 | 345,57 cm³ | 1980 | ||
| 654 T | 603,94 cm³ | 1980 | ||
| 125 T | 124,77 cm³ | 1981 | ||
| 654 Sport | 603,94 cm³ | 1982 | ||
| 304 | 231,10 cm³ | 1982 | ||
| 124 | 123,57 cm³ | 1982 | ||
| S 125 | 124,8 cm³ | 1984 | ||
| 900 Sei | 905,91 cm³ | 1986 |
| Nome modello | Cilindrata | Prodotto dal | sino al | Immagine |
|---|---|---|---|---|
| Bobo | 49 cm³ | 1970 | ||
| Mini Bike 4 Marce | 49 cm³ | 1970 | ||
| Motorella | 49 cm³ | 1970 | ||
| Mini Cross | 49 cm³ | 1970 | ||
| Export 3V-K | 49 cm³ | 1971 | ||
| Mini | 49 cm³ | 1971 | ||
| T 50 | 49 cm³ | 1973 | ||
| 50 Cross | 49 cm³ | 1973 | ||
| Caddy | 49 cm³ | 1975 | ||
| Magnum m 5V | 49 cm³ | 1975 | ||
| Motorella GL | 49 cm³ | 1975 | ||
| Magnum 3V | 49 cm³ | 1976 | ||
| 50 Cross | 49 cm³ | 1976 | ||
| G2 Pedali G2 Elle G2 KS | 49 cm³ | 1978 | ||
| Export 3V | 49 cm³ | 1978 | ||
| S50 | 49,6 cm³ | 1981 | ||
| Laser | 49,6 cm³ | 1985 | ||
| City Bike | 49 cm³ | 1987 |
| Nome modello | Cilindrata | Prodotto dal | sino al | immagine |
|---|---|---|---|---|
| 125 BX | 123,15 cm³ | 1988 | ||
| Jarno[45] | 123,15 cm³ | 1988 | ||
| K2 | 101 cm³ | 1998 | 2001 | |
| Naked | 101 cm³ | 1998 | 2002 | |
| Velvet | 124,77 cm³ 149 cm³ 249 cm³ 383 cm³ | 1999 | 2013 | |
| Adiva | 124,77 cm³ 149 cm³ | 2000 | 2006 | |
| Macis | 124,6 cm³ 151 cm³ | 2011 | 2015 | |
| Caffè Nero | 124,6 cm³ 151 cm³ 249 cm³ | 2011 | 2015 | |
| X125/ X150 | 124,6 cm³ 151 cm³ | 2014 | 2015 | |
| Pepe 125 | 124,6 cm³ | 2015 | ||
| Zenzero | 313 cm³ | 2013 | 2015 | |
| Tornado Tre 900 | 900 cm³ | 2002 | 2008 | |
| Tornado Tre 1130 | 1130 cm³ | 2002 | 2008 | |
| Tornado Tre 900 LE | 900 cm³ | 2002 | 2003 | |
| Tornado Tre 900 RS | 900 cm³ | 2002 | 2003 | |
| TNT 1130 | 1130 cm³ | 2004 | 2017 | |
| TNT Cafè Racer | 899/1130 cm³ | 2005 | 2011 | |
| TNT Sport | 1130 cm³ | 2005 | 2007 | |
| TNT Sport Evo | 1130 cm³ | 2007 | 2009 | |
| Titanium | 1130 cm³ | 2005 | 2008 | |
| TNT R160 | 1130 cm³ | 2010 | 2012 | |
| TNT R | 1130 cm³ | 2012 | 2016 | |
| TNT 899 | 899 cm³ | 2008 | 2016 | |
| TNT 899S | 899 cm³ | 2008 | 2016 | |
| Century Racer | 899/1130 cm³ | 2011 | 2013 | |
| Tre 1130 K | 1130 cm³ | 2006 | 2017 | |
| Tre 899 K | 899 cm³ | 2009 | 2011 | |
| Tre-K Amazonas | 1130 cm³ | 2007 | 2017 | |
| BN600R/BN600i/BN600GT | 600 cm³ | 2012 | 2017 |
| Nome modello | Cilindrata | Prodotto dal | sino al | immagine |
|---|---|---|---|---|
| E3 | 49 cm³ | 1988 | ||
| G2 Elle | 49 cm³ | 1989 | ||
| City Bike 90 | 49 cm³ | 1990 | ||
| Devil | 49 cm³ | 1991 | ||
| Spring | 49 cm³ | 1992 | ||
| Scooty | 49 cm³ | 1992 | ||
| Così | 49 cm³ | 1992 | ||
| 491 491 Sport 491 GT 491 Racing 491 RR 491 ST 491 RR-GP 491 ST-GP | 49 cm³ | 1997 | 2003 | |
| K2 | 49 cm³ | 1998 | 2001 | |
| Naked | 49 cm³ | 1998 | 2002 | |
| Pepe/Pepe LX/Pepe Classic | 49 cm³ | 1998 | 2015 | |
| QuattroNoveX | 49,2 cm³ | 2008 | 2015 |
| Anno | Totale Immatricolazioni | Fino 125 cc |
|---|---|---|
| 1949 | 20 | 20 |
| 1950 | 29 | 29 |
| 1951 | 11 | 11 |
| 1952 | 98 | 98 |
| 1953 | 173 | 173 |
| 1954 | 137 | 137 |
| 1955 | 5285 | 5097 |
| 1956 | 5463 | 5192 |
| 1957 | 3851 | 3699 |
| 1958 | 3248 | 3014 |
| 1959 | 3095 | N.C. |
| 1960 | 3773 | 2906 |
| 1961 | 3779 | 3038 |
| 1962 | 2531 | 1888 |
| 1963 | 1508 | 1205 |
| 1964 | 1623 | 1413 |
| 1965 | 951 | 805 |
| 1966 | 595 | 504 |
| 1967 | 543 | 464 |
| 1968 | 990 | 863 |
| 1969 | 2211 | 1554 |
| 1970 | 2369 | 1825 |
| 1971 | 4991 | 3364 |
| 1972 | 6915 | 4456 |
N.B. a metà degli anni 70, le immatricolazioni viaggiano intorno alle 5000 unità annuali, per poi andare a calare nei periodi successivi. Nel 1986, le vendite precipitano a poc meno di 500 unità. Chiusa la Gestione De Tomaso, passa prima a Selci nel 1989, poi a Merloni e infine, nel 2005 alla cinese QJ:
| ANNO | Totale Immatricolazioni |
|---|---|
| 1999 | 1196 |
| 2000 | 4595 |
| 2001 | 1759 |
| 2002 | 1774 |
| 2003 | 803 |
| 2004 | 932 |
| 2005 | 935 |
| 2006 | 262 |
| 2007 | 401 |
| 2008 | 484 |
| 2009 | 426 |
| 2010 | 268 |
*dati Motociclismo







In alcuni Paesi Asiatici, nel listino Benelli, sono presenti ancora diversi modelli di scooter.
In Asia il Marchio MotoBi è ancora usato dalla stessa Benelli per le moto.

| Anno | Motocicletta | Motore | Campionato | Piloti | Immagine |
|---|---|---|---|---|---|
| 1927 | Benelli 175 Super Sport monoalbero | 175 cc Monocilindrica monoalbero | Grand Prix | ||
| 1931 | Benelli 175 Super Sport bialbero | 175 cc Monocilindrica bialbero | Grand Prix | ||
| 1935 | Benelli 250 Bialbero Sport | 250 cc Monocilindrica bialbero | Grand Prix | ||
| 1939 | Benelli 250 Bialbero Compressore | 250 cc Monocilindrica bialbero con compressore volumetrico | Grand Prix | ||
| 1942 | Benelli 250 4C Compressore | 250 cc 4 cilindri con compressore volumetrico | Grand Prix | prototipo, mai gareggiato in competizioni ufficiali | |
| 1948 | Benelli 250 GP | 250 cc Monocilindrica bialbero | Campionato del mondo di velocità | ||
| 1958 | Benelli 250 GP | 250 cc Monocilindrica bialbero | Campionato del mondo di velocità | ||
| 1965 | 60 cc Monocilindrica bialbero | Campionato Nazionale Cadetti | Mai gareggiato in competizioni ufficiali | ||
| 1962 | Benelli 250 4C | 250 cc quattro cilindri | Campionato del mondo di velocità | ||
| 1966-1967 | Benelli 250 4C | 250 cc quattro cilindri | Campionato del mondo di velocità | ||
| 1967-1968 | Benelli 350 4C | 350 cc quattro cilindri | Campionato del mondo di velocità | ||
| 1968 | Benelli 500 4C | 500 cc quattro cilindri | Campionato del mondo di velocità | ||
| 1970 | Benelli 350 4C | 350 cc quattro cilindri | Campionato del mondo di velocità | ||
| 1970 | Benelli 500 4C | 500 cc quattro cilindri | Campionato del mondo di velocità | ||
| 2001-2002 | Tornado Tre 900 WSBK | 900 cc tre cilindri | WSBK |
Motomondiale
La Benelli ha partecipato a diverse edizioni delMotomondiale, concentrandosi principalmente nelle classi 250 e 350, nelle edizioni1968 e1970 ha preso parte anche alla classe regina, la 500.
| Benelli Motociclismo | |
|---|---|
| Paese | |
| Categorie | Classe 500 Classe 350 Classe 250 |
| Sede | Pesaro |
| Campioni del Mondo | |
| Classe 250 | |
| Manuale | |
| Anno | Vincitore | Classe | Motocicletta |
|---|---|---|---|
| Motomondiale 1950 | Classe 250 cm³ | Benelli 250 monocilindrica bialbero | |
| Motomondiale 1969 | Classe 250 cm³ | Benelli 250 4 cilindri |
| Anno | Casa Costruttrice | Classe | Motocicletta |
|---|---|---|---|
| Motomondiale 1950 | Classe 250 cm³ | Benelli 250 monocilindrica bialbero | |
| Motomondiale 1969 | Classe 250 cm³ | Benelli 250 4 cilindri |
WSBK
All'inizio degli anni 2000 la Benelli torna a partecipare alle competizioni sportive professionistiche, facendo scendere in pista laBenelli Tornado 900 nelCampionato mondiale Superbike nelle stagioni2001 e2002 con l'australianoPeter Goddard.
| Benelli Motociclismo | |
|---|---|
| Paese | |
| Nome completo | Benelli Sport |
| Categorie | Superbike |
| Sede | Pesaro |
| Piloti nel2002 | |
| Superbike | 6 - |
| Moto nel 2002 | Benelli Tornado 900 |
| Pneumatici nel 2002 | Dunlop |
| Manuale | |
| Anno | Classe | Corridore |
|---|---|---|
| 1932 | Classe 175 cm³ | |
| 1934 | Classe 175 cm³ |
| Anno | Vincitore | Classe | Motocicletta |
|---|---|---|---|
| Tourist Trophy 1939 | Classe 250 cm³ | Benelli 250 monocilindrica bialbero | |
| Tourist Trophy 1950 | Classe 250 cm³ | Benelli 250 monocilindrica bialbero | |
| Tourist Trophy 1969 | Classe 250 cm³ | Benelli 250 quattro cilindri |
| Anno | Categoria | Vincitore | Media oraria | Classe | Motocicletta |
|---|---|---|---|---|---|
| 1953 | Categoria unica - 8 tappe per un totale di 3.414km | 96,342 km/h | Classe 125 cm³ | Benelli Leoncino 125 2 tempi | |
| 1954 | Categoria unica - 6 tappe per un totale di 3.040km | 93,450 km/h | Classe 125 cm³ | Benelli Leoncino 125 2 tempi | |
| 1955 | Categoria unica - 9 tappe per un totale di 3.438km | 95,568 km/h | Classe 125 cm³ | Benelli Leoncino 125 2 tempi | |
| 1955 | Categorie "Formula 2" e "Formula 3" - 9 tappe per un totale di 2.060km | 91,549 km/h | Classe 125 cm³ | Benelli Leoncino 125 2 tempi |
| Anno | Classe | Vincitore | Motocicletta |
|---|---|---|---|
| 1953 | 125 | Benelli Leoncino 125 2 tempi | |
| 1954 | 125 sport | Benelli Leoncino 125 2 tempi |
| Anno | Vincitore | Classe | Motocicletta |
|---|---|---|---|
| Campionato Italiano Velocità 1927 | Classe 175 cm³ | Benelli 175 monoalbero | |
| Campionato Italiano Velocità 1928 | Classe 175 cm³ | Benelli 175 monolabero | |
| Campionato Italiano Velocità 1930 | Classe 175 cm³ | Benelli 175 monoalbero | |
| Campionato Italiano Velocità 1931 | Classe 175 cm³ | Benelli 175 bialbero | |
| Campionato Italiano Velocità 1932 | Classe 175 cm³ | Benelli 175 bialbero | |
| Campionato Italiano Velocità 1934 | Classe 175 cm³ | Benelli 175 bialbero | |
| Campionato Italiano Velocità 1936 | Classe 250 cm³ | Benelli 250 bialbero | |
| Campionato Italiano Velocità 1939 | Classe 250 cm³ | Benelli 250 bialbero | |
| Campionato Italiano Velocità 1950 | Classe 250 cm³ | Benelli 250 bialbero | |
| Campionato Italiano Velocità 1965 | Classe 250 cm³ | Benelli 250 4 cilindri | |
| Campionato Italiano Velocità 1966 | Classe 250 cm³ | Benelli 250 4 cilindri | |
| Campionato Italiano Velocità 1967 | Classe 350 cm³ | Benelli 350 4 cilindri | |
| Campionato Italiano Velocità 1968 | Classe 250 cm³ | Benelli 250 4 cilindri | |
| Campionato Italiano Velocità 1968 | Classe 350 cm³ | Benelli 350 4 cilindri | |
| Campionato Italiano Velocità 1969 | Classe 250 cm³ | Benelli 250 4 cilindri | |
| Campionato Italiano Velocità 1969 | Classe 350 cm³ | Benelli 350 4 cilindri |
Altri progetti
Motoveicoli |
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|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Ciclomotori e scooter |
| ||||||||||||||
| Altro | Giuseppe Benelli ·Tonino Benelli ·MotoBi ·Museo Officine Benelli | ||||||||||||||