Motivo:La pagina tratta quasi esclusivamente del Beat in Italia trascurando, o quasi, l'argomento in altri stati
Contribuisci ad ampliarla o proponi le modifiche indiscussione. Se la voce è approfondita, valuta se sia preferibile renderla una voce secondaria, dipendente da una più generale.
Il movimento nasce da un gruppo di scrittori americani, venendo alla ribalta nel1950, come anche i fenomeni culturali da esso ispirati. Gli elementi centrali della cultura "Beat" sono il rifiuto di norme imposte, le innovazioni nello stile, la sperimentazione delledroghe, l'interesse per le religioni orientali, un rifiuto del materialismo e delle rappresentazioni esplicite e crude della condizione umana[4].
I movimenti sottoculturali delmaggio 1968, tra cui l'opposizione alla guerra del Vietnam e glihippy diBerkeley eWoodstock, hanno le loro radici nella Beat Generation. Esempio della ribellione giovanile degli anni cinquanta, come la «gioventù bruciata»[5], è stata costituita da individui ostentatamente ribelli, asociali, anticonformisti, oscillanti fra l’esistenzialismo e lo zenismo.
Jack Kerouac ha introdotto l'espressioneBeat Generation nel1948, per caratterizzare quel movimento giovanile anticonformista emergente dell'undergroundnewyorkese. Il nome nasce da una conversazione con lo scrittoreJohn Clellon Holmes. In realtà fuHerbert Huncke che originariamente, come riconobbe anche lo stesso Kerouac, utilizzò la parolabeat in una precedente discussione.
L'aggettivobeat potrebbe colloquialmente significarestanco oabbattuto, in riferimento alla comunitàafroamericana del periodo, ma Kerouac fa sua quell'immagine e altera il significato includendo le connotazioni diottimista,beato, e l'associazione musicaleessere sul beat (contraendo il termine "beatific"). Kerouac, devoto cattolico fin dall'infanzia, ha più volte spiegato che, nel descrivere la sua generazione come "beat", ha cercato di catturare la "sacralità" segreta degli oppressi.
John Clellon Holmes definisce il movimento in un articolo in qualità di manifesto estetico, pubblicato sulNew York Times nel mese di novembre del1952, dal titoloThis Is the Beat Generation[6].
È opinione comune che la Beat Generation abbia avuto fisicamente inizio allaColumbia University, nell'occasione dell'incontro di Kerouac, Ginsberg,Lucien Carr, Hal Chase e altri. Anche se questi personaggi sono conosciuti di fatto come anti-accademici, molte delle loro idee si sono formate in risposta a professori comeLionel Trilling eMark Van Doren. Carr e Ginsberg, compagni di scuola, osservarono la necessità di individuare una "nuova visione"[7], concependo un ideale di rottura, in contrasto con la "tradizione" idealistica e letteraria dei loro professori.
Burroughs venne introdotto nel gruppo grazie ad un vecchio amico, David Kammerer. Carr aveva fatto amicizia con la matricola Allen Ginsberg presentandolo a Kammerer e Burroughs. Carr conosceva anche la fidanzata di Kerouac, Edie Parker; fu grazie a lei che, nel1944, Burroughs incontrò Kerouac.
Il 13 agosto1944 Carr uccise Kammerer con un coltello daboy scout aRiverside Park, affermando in seguito di averlo fatto per legittima difesa. Carr si costituì il mattino seguente, fu poi dichiarato colpevole di omicidio colposo, mentre Kerouac accusato di favoreggiamento e Burroughs come testimone, ma nessuno venne perseguito. Kerouac ha scritto in merito a questo episodio due volte nelle sue opere: una volta nel suo primo romanzo,The Town and the City, e ancora una volta in uno dei suoi ultimi,Vanity di Duluoz. Sull'omicidio, ha scritto anche un romanzo in collaborazione con Burroughs,And the Hippos Were Boiled in Their Tanks.
Neal Cassady venne introdotto nel gruppo nel1947; fu un personaggio di rottura, una sorta di "musa" maschile per Ginsberg. Ebbero una relazione e Ginsberg divenne iltutor-writing personale di Cassady. I viaggi stradali di Kerouac e Cassady alla fine del1940, divennero il centro del secondo romanzo di Kerouac,Sulla strada (On the Road).
I significati che si possono attribuire alla parola «beat» in italiano sono molteplici. Gli venne attribuito il significato dibeatitudine (beatitude), nel senso di salvezza ascetica ed estatica, tipica dello spiritualismoZen, ma anche aderente al falsomisticismo indotto dalle droghe, dall'alcol, dall'incontro carnale e frenetico, dal parlare incessantemente, con lo scopo di scaricare tutti i contenuti mentali.Beat può anche essere tradotto con «battuto», «sconfitto»: denota l'inevitabile sconfitta dovuta alla società, dalle sue costrizioni, dagli schemi imposti ed inattaccabili; beat è il richiamo alla vita libera e alla consapevolezza dell'istante.
Beat come ribellione. Beat come battito. Beat come ritmo. Il ritmo della musicajazz, che si ascolta in quegli anni, il ritmo delbebop e della cadenza dei versi nelle poesie. Il jazz di Frisco, frenetico, sudato, vissuto ecatartico; il jazz diCharlie Parker, "The bird", personaggio eroico e deificato da questa generazione; la poesia di Carlo Marx (Allen Ginsberg) declamata fino a tarda notte, e i versi sconnessi deiMexico City Blues o della poesia "Mare, suoni dell'Oceano Pacifico aBig Sur", da appendice a "Big Sur" di Kerouac. "Essere Beat" significa la scoperta di sé stessi, della vita sulla strada, del sesso liberato dai pregiudizi, delladroga libera, deivalori umani, dellacoscienza collettiva. Beat non è politica, nonostante molti movimenti abbiano nella politica la loro origine. Beat non è religione, nonostante sia forte la componente spirituale.
«Aiuteremo a modificare le leggi che governavano i cosiddetti paesi civili di oggi: leggi che hanno coperto la Terra di polizia segreta, campi di concentramento, oppressione, schiavitù, guerra, morte»
(Allen Ginsberg)
In principio vi erano glihipster. Questo gruppo di figure distaccate, rappresenta la correnteesistenzialista statunitense, che riconosce il rischio di unaguerra atomica, sente il peso oppressivo della società consumistica statunitense del dopoguerra e dell'asfissiante standardizzazione delle masse. Gli hipster sono distaccati, conoscono i pericoli, quindi si "licenziano dalla società", iniziando a contattare la loro essenza. Gli hipster sono tipi seri, falsamente e misticamente in preda all'eroina che Kerouac descrive nella prima parte deI sotterranei. Accanto a questi personaggi, emergono i beat, giovani sofferenti, spesso dediti all'alcol e allamarijuana, poeti, romanzieri, che vorrebbero condividere con l'umanità il loro amore per il tutto, invece si sentono incompresi. Per il loro stile di vita sono accomunati spesso alla "Lost Generation", alla "Generazione Perduta", e, per stessa ammissione di molti scrittori beat,Whitman edHemingway sono alle origini delle loro creazioni letterarie. In realtà, il movimento beat ebbe una portata assai più sconvolgente, grazie anche a diverse coincidenza avvenute nel periodo in cui emerse.
«l'hipster caldo è il folle dagli occhi scintillanti, innocente e dal cuore aperto, chiacchierone, che corre da un bar all'altro, da una casa all'altra, alla ricerca di tutti, gridando irrequieto […].»
(Jack Kerouac)
Simbolo del beat è, di certo,Neal Cassady, ispirazione di molte opere di Kerouac, ma anche diGinsberg, citato da altri autori statunitensi, qualiCharles Bukowski, per l'eccezionale personalità che "l'ultimo sacro idiota d'America" riusciva a deflagrare, ad esplodere. Il movimento beat è una "corsa velocissima" che lascia il segno: pochi sono riusciti a fermarsi prima del punto di non ritorno, una "gioventù bruciata".
Il movimento è sostanzialmente frutto di un'utopia che nasce all'interno di un gruppo di amici, amanti dellaletteratura e completamente saturi della società che vivono, delle regole, dei tabù. I beat desiderano scappare, viaggiare, farel'autostop fino a dove possono arrivare, ma non per un senso di fuga dalle responsabilità, ma per trovarsi da soli nuove regole e stili di vita. Da qui viene l'avvicinamento alla spiritualitàZen, alcattolicesimo, altaoismo, che tanto viene approfondito, discusso e rimodellato in un'ottica beat; ma da qui viene anche l'abuso di sostanze stupefacenti, di alcol per trovare un nuovo sistema di regole, per tentare di sedare la sofferenza e per riunire l'io e il Tutto.
Inizialmente, il movimento beat, anche grazie al successo del libro diKerouac,Sulla strada, raccoglie un grande consenso e dà vita al movimento deifigli dei fiori e deibeatniks. Entrambi i gruppi saranno motivo di grave malcontento della società contro gli scrittori beat che, per il loro modo di vivere, non sembravano differenziarsi da questi personaggi che intendevano tutta la corrente, come una rivolta contro la borghesia statunitense che infine sfocerà nella protesta contro laguerra del Vietnam. Ad un certo punto essere beat diventa scomodo sia per gli attacchi pressanti delle associazioni statunitensi, che per le intrusioni nella sfera personale da parte di fan e giornalisti che vedevano in questi uomini dei simboli di una rivolta che non avevano il coraggio di iniziare.
«[…] un fiume inesauribile di telegrammi, telefonate, visite, giornalisti, ficcanaso, o quella volta che il giornalista si precipitò di sopra in camera mia mentre vi sedevo in pigiama sforzandomi di trascrivere un sogno… teenager scavalcano lo steccato alto un metro e ottanta che avevo fatto costruire intorno al giardino per restare solo…»
(Big Sur)
Inizialmente la compagine dei beat era formata dalla triade composta da Kerouac, Neal Cassady e Allen Ginsberg che si incontrava con altri ragazzi alGreenwich Village diNew York, discutevano, si divertivano, e condividevano i propri lavori fino a tarda notte. Pur essendo più anziano, ancheWilliam S. Burroughs venne considerato un elemento importante di questa prima formazione, seppur la sua figura sia, per i giovanissimi Kerouac e Ginsberg, meglio definibile come quella di una guida utile per districarsi attraverso i meandri dellaletteratura e dellafilosofia. Sarà una fase ricca di viaggi negli USA, specie versoSan Francisco, di fama, ma anche di momenti storici come ilVietnam, la paura dell'atomica, le rivendicazioni razziali e studentesche.
In seguito si aggiungerannoGary Snyder,Lawrence Ferlinghetti eGregory Corso, spesso considerato il migliore della trinità Beat[8] e che instaurerà proprio con Kerouac, il re dei beatniks, un rapporto contrastato di odio, amore e amicizia in chiave beat. Quando Ginsberg si trasferì aSan Francisco, sede di tutti i beat e residenza del "santone"Henry Miller, idolo assoluto di questo movimento, iniziò una fase che molti considerano della "Scuola di San Francisco", ma sulla quale non v'è molto da aggiungere se non il fatto che Ferlinghetti, nella sua libreriaCity Lights Bookstore nel North Beach diSan Francisco, pubblicò alcune opere beat tra cui ilpoemaHowl, uno dei più famosi manifesti del movimento. Il movimento, con il tempo, andò via via scemando, come idea di gruppo, di pari passo con la fine delle contestazioni. Si lasciò dietro le morti premature di Cassady e Kerouac, una lunga disapprovazione sociale, soprattutto dovuto all'uso delle droghe, e tante opere che ancora oggi sono custodite presso City Lights, diffuse e stampate in molte lingue e in molti stati. Nonostante tutto, si porta dietro la leggenda di quei ragazzi che giravano sulla strada, verso l'ignoto, e che ancora oggi stimolano le fantasie di milioni di persone.
«È stato un fuorilegge il padre della nostra patria? Sì. È stato un fuorilegge Galileo per aver detto che il mondo è rotondo? Io dico che il mondo è rotondo! Non èsquare»
Gli autoribeat riprendono e amplificano i temi dellacontestazione giovanile della loro epoca, che, partendo da una critica radicale allaguerra del Vietnam, si estendono all'intero sistema statunitense, mettendo in discussione lasegregazione razziale dei neri, la condizione subordinata della donna, le discriminazioni in base all'orientamento sessuale.
Scrivono di viaggi mentali - anche mediante la sperimentazionepsichedelica didroghe quali l'LSD - e fisici, in lungo e in largo attraverso le strade degli USA, come ad esempioSulla strada diKerouac, scritto viaggiando in autostop da una costa all'altra degliStati Uniti.
È stataFernanda Pivano, con le sue traduzioni, a favorire la conoscenza del pensiero Beat in Italia, agevolata dal fatto di essere amica di diversi autori della beat generation, ed autrice di molte prefazioni delle loro opere.
Molti "appartenenti" alla Beat Generation, in diversi momenti vennero in Italia. Alcuni per trovarvi ispirazione[10].Allen Ginsberg alFestival di Spoleto del1965.Jack Kerouac, nell'ottobre del1966 protagonista di un tour di conferenze, organizzato dalla Mondadori, in alcune di esse facendosi accompagnare dal cantautoreGian Pieretti[11].
Poesia, letteratura, musica e stili di vita vennero, in qualche modo, coinvolti e condizionati da queste presenze.
A differenza di quello che avvenne negli USA, la poesia e la letteratura di ispirazione beat in Italia si sviluppò[12] dal1965 ai primi anni settanta[13], in un lungo crepuscolo, che si esaurì solo alle soglie degli'80. Tra i punti di riferimento, la libreria Hellas e l'editrice Pitecantropus[14][15], ilBeat '72[16], l'aperiodico, "I lunghi piedi dell'uomo" curato da Poppi Ranchetti e la rivista Pianeta Fresco, ispirata e diretta daFernanda Pivano, per un certo periodo anche stimolo diretto per molti giovani creativi che incontrava spesso nella sua abitazione milanese di via Manzoni[17].
Tra gli scrittori e i poeti beat di lingua italiana si ricordanoGianni Milano, Vasco Are,Aldo Piromalli[18], Vittorio di Russo, Carlo Silvestro e ilticineseFranco Beltrametti. Tra gli scrittori, Silla Ferradini[19], autore molto underground di un solo libro,I Fiori Chiari[20], cronaca della scena Beat milanese anni sessanta, Andrea D'Anna con il romanzo psichedelicoIl Paradiso delle Urì[21], Melchiorre Gerbino conGamla Stan[22], Gianni De Martino conHotel Oasis[23], il poeta e cantautoreAntonio Infantino conI denti cariati e la patria 1966.
Negli anni settanta la deriva beat influenzò ancora alcuni giovani autori italiani che nel frattempo avevano stravolto le loro visioni poetiche filtrandole attraverso l'influenza della freak-generation nord-statunitense. Da ricordare, tra questi,Giulio Tedeschi editore diTampax, organizzatore di letture pubbliche di poesia e musica, e autore di "Madras Ice Cream", Piero Verni e il ticinese Antonio Rodriguez, curatore della rivista psichedelicaParia.
A metàanni sessanta, il circolo anarchicoSacco e Vanzetti di Milano divenne per un certo periodo un punto di appoggio del movimento beat. Furono Vittorio Di Russo, Melchiorre Gerbino, Renzo Freschi, Gennaro De Miranda e il finanziatore Umberto Tiboni, a ideare il titolo diMondo Beat, sicché Melchiorre Gerbino a partire dal n.1[24], fu incaricato dal gruppo di registrare la nuova testata in Tribunale.
Mondo Beat è considerata la prima rivista underground italiana : inizia le pubblicazioni nel novembre 1966[25]. In tutto ne uscirono sette numeri. Ben presto, la rivistaMondo Beat divenne la "voce" del movimento dei "capelloni"[26] e ispiratrice di una libera comunità denominata dai suoi abitanti, "il campeggio", creata in una zona che negli anni sessanta era la periferia di Milano, in via Ripamonti. La stampa "benpensante" inizia una forte campagna tesa a denunciare il fenomeno Beat, accusando gli occupanti della tendopoli[27], di contravvenire alle regole della moralità[28], e di rappresentare un serio pericolo dipandemia, a causa delle precarie condizioni igieniche.
Le squadre della polizia iniziano a perquisire sistematicamente la tendopoli, alla ricerca di minorenni "scappati di casa" che trovano facile rifugio nelle tende del movimento. In seguito ad alcune perquisizioni avvenute con "modi bruschi", il 7 marzo1967, un centinaio di "capelloni" inscena una manifestazione per protestare contro la brutalità della Polizia venendo poi caricata da un reparto dellaCelere. Il 12 giugno 1967 la tendopoli di via Ripamonti viene sgomberata dalla forze di Polizia e rasa al suolo dagli operatori comunali del SID[29], intervenuti con ilanciafiamme. Molti degli occupanti vengono fermati ed allontanati dalla città con foglio di via. Dopo l'uscita del n. 5, luglio 1967[30], ancheMondo Beat cessa le pubblicazioni.
Alla fine degli anni sessanta si scatenò in Italia un enorme fiorire di complessi il cui stile veniva definitomusica beat. La terminologia precisa di questa definizione nel paese non è mai stata particolarmente precisa così come la sua influenza effettiva dalla beat generation americana. In Italia vennero riprese sonorità delMersey Beat e delRock and roll sotto l'influenza dellaBritish Invasion, da qui il termine beat (letteralmente "battito") starebbe più per la definizione delle linee ritimiche che per le tematiche e l'estetica beatnik (la quale era principalmente caratterizzata più daljazz che dal rock).
Questo fiorire condusse alla nascita di riviste musicali nate espressamente per i giovani,Ciao amici,Giovani,Big, di locali dedicati espressamente alla musica beat, ilPiper Club diRoma è il più noto, ma ne nacquero in ogni città, aTorino ad esempioLa Perla, di concorsi musicali legati al beat, il più noto di tutti fu ilRapallo Davoli, ed al diffondersi in ogni città d'Italia di punti di aggregazione per i "capelloni", tra cui,piazza di Spagna epiazza Navona a Roma opiazza Castello a Torino.
Il filmPull My Daisy, del1959, diRobert Frank eAlfred Leslie, è ritenuto il manifesto del cinema beat: la voce fuori campo è diJack Kerouac e fra gli attori compaionoPeter Orlovsky,Allen Ginsberg eGregory Corso. La breve narrazione (di 28 minuti) di una divagante chiacchierata tra amici gioca sul cortocircuito tra modi e strutture della finzione e istanze di realismo documentario.
Il filmThe Beat Generation, anch'esso del1959, considerato uno degli ultimissimifilm noir, è incentrato sulle indagini alla ricerca di uno stupratore seriale che frequenta il mondo dei beat, il film, prodotto dallaMGM rappresenta in maniera estremamente sensazionalistica la controcultura beat. Similmente il filmThe Beatniks dell'anno seguente sfrutta semplicemente il termine "beatnik" come un sinonimo di malvivente, stessa cosa per il film inglese del 1960,Ragazza Beat.
Nel1960 esceLa nostra vita comincia di notte (The Subterraneans), diRanald MacDougall, trasposizione del romanzoI sotterranei di Kerouac. La pellicola è stata uno dei pochissimi tentativi di Hollywood di sfruttare il fenomeno dei beat. Ma la pellicola fu uninsuccesso di pubblico e ancora più di critica per la visione eccessivamente "hollywoodiana", ammorbidita e stereotipata della controcultura beat e del romanzo di Kerouac a tal punto da modificare il personaggio di Mardou Fox, amante del protagonista, da afroamericana a francese suscitando anche l'ilarità e la derisione da parte di Allen Ginsberg.
Nel1987 esceThe Beat Generation: An American Dream, con Burroughs, Cassady, Corso, Kerouac, Ginsberg e Ferlinghetti.
^In modo molto sotterraneo e in ritardo dall'esperienza originale d'oltreoceano.
^Giulio Tedeschi"Avvolti e indifesi" breve saggio sulla scrittura beat italiana (con bibliografia essenziale), in"Storia della musica psichedelica italiana" a cura di Lodovico Ellena (Menhir Libri, Vercelli 1998) pagg. 104/105/106.
^"La Pitecantropus e le prime esperienze editoriali" da:1965/1975. Un decennio underground. L'editoria "alternativa" a Torino e in Piemonte (tesi di laurea discussa presso l'università degli Studi di Torino, Facoltà di lettere e Filosofia, Corso di Laurea Specialistica in Storia, relatore prof. Giovanni De Luna, autore Tomaso Clavarino, anno accademico 2009/2010, pagg. 13-29).
^Nasce a Roma nel 1964 nei locali di via Belli ad opera di Ulisse Benedetti.
^La stessa Pivano il 6 febbraio 1967 presentò presso la Feltrinelli di Milano il programma delle "Edizioni di Libreria", una collana di minuscoli opuscoli di poesia, da lei curati, da vendere a prezzo bassissimo, esclusivamente nel circuito delle librerie Feltrinelli.Vennero pubblicati soltanto i primi due volumi, "I denti cariati e la patria" di Antonio Infantino e l'Antologia del Beatnick's Clan di Monza. Mentre non vennero mai mandati alle stampe la raccolta di Poppi Ranchetti "Sui cessi rotti della guerra", "Poesie quasi d'amore" di Carlo Silvestro, "I giardini di asfalto" di Pier Franco Mercenaro.
Questa voce o sezione sull'argomento scienze sociali è ritenutada controllare.
Motivo:Ampia bibliografia da sfoltire, mantenendo le pubblicazioni che, in linea conWP:Bibliografia, sono state utilizzate nella stesura dei contenuti o inequivocabilmente autorevoli.
Gianni Milano"Un Beat con le Ali, poesie sparse 1965/1968" (Tedeschi/Il Mio Libro, Roma 2009), a cura di Giulio Tedeschi, introduzione di Poppi Ranchetti, note di copertina di Giulio Tedeschi.
Gianni Milano,Il Maestro e le Margherite, millelire Stampa Alternativa, 1996.
Nicola Sisto,C'era una volta il beat. Gli anni sessanta della canzone italiana, edizioni Lato Side, 1982
Emanuele Bevilacqua,Guida alla beat generation, Theoria, Roma 1994.
Gianni De Martino, Marco Grispigni,I capelloni. Mondo Beat 1966-67, storia, immagini, documenti, Castelvecchi, Roma 1996.
Matteo Guarnaccia (a cura di),Beat & Mondo Beat,Stampa Alternativa, 1996.
Claudio Pescetelli,Ciglia ribelli - Editrice I libri di Mondo Capellone, Arezzo, 2003
AA.VV.,ma l'amor mio non muore: origini documenti strategie della 'cultura alternativa' e dell'underground' in Italia, a cura diGianni-Emilio Simonetti,Arcana Editrice, Roma 1971; ripubblicato da DeriveApprodi, Roma 2004.
Tiziano Tarli, Beat italiano: dai capelloni a Bandiera Gialla, Castelvecchi, Roma 2005.
Alberto Tonti,Ballarono una sola estate. 70 meteore della canzone italiana degli anni sessanta, edizioniRizzoli, 2007
Gianni De Martino (a cura di),Capelloni & Ninfette. Mondo Beat 1966-1967, prefazione diMatteo Guarnaccia, introduzione di Marco Grispigni, Costa & Nolan, Milano 2008.
Francesco Tabarelli - Alessandro Manca - "I Figli dello Stupore. La Beat Generation Italiana" (antologia poetica a cura di Alessandro Manca + DVD a cura di Francesco Tabarelli) - Edizioni Sirio (2018)https://www.siriofilm.com/ifiglidellostupore/Archiviato il 22 luglio 2020 inInternet Archive.
Tomaso Clavarino, "Coito Ergo Bum", Edizioni Seb 27, 2012, Torino
Silla Ferradini, "I Fiori Chiari. Il romanzo della Beat Generation a Milano dal '66 al '69" - a cura di Alessandro Manca. Strade Bianche di Stampa Alternativa (ediz. 2019)
Alessandro Manca, "Kerouac. Viaggio in Italia. Un giorno a Milano". Strade Bianche di Stampa Alternativa (2019)
Andrea D'Anna, "Il Paradiso delle Urì", Strade Bianche di Stampa Alternativa, 2020, a cura di Alessandro Manca
Alessandro Manca, "La vita è un paese straniero. Jack Kerouac in Italia 1966", El Doctor Sax, 2023
Alessandro Manca (a cura di), "Uccello nel guscio. La letteratura beat italiana" - Prefazione di Gianni Milano, La nuova carne, 2024