| Batteria Mameli Difesa costiera di Genova | |
|---|---|
| Ubicazione | |
| Stato | |
| Stato attuale | |
| Regione | Liguria |
| Città | Genova |
| Coordinate | 44°25′38.3″N 8°48′21.26″E44°25′38.3″N,8°48′21.26″E |
| Informazioni generali | |
| Tipo | Batteria costiera |
| Costruzione | 1935-successivamente rimodernata dall'O.T. |
| Costruttore | dopo l'8 settembre, l'O.T. |
| Materiale | cemento eacciaio |
| Condizione attuale | In concessione al Coordinamento ligure studi militari |
| Proprietario attuale | Comune di Genova |
| Visitabile | Completamente |
| Informazioni militari | |
| Utilizzatore | Regia Marina successivamenteWehrmacht |
| Funzione strategica | Difesa costiera delgolfo di Genova |
| Termine funzione strategica | 1945 |
| Armamento | 3 cannoni da152/50 |
| Occupanti | Wehrmacht |
| Azioni di guerra | Bombardamento navale di Genova del 1940 |
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Labatteria Mameli, costruita dalGenio militare nel1935 sulle alture diPegli a difesa del ponente della città diGenova, è insieme allabatteria Monte Moro e labatteria di Punta Chiappa, una delle più importanti opere difensive costiere delgolfo di Genova durante ilsecondo conflitto mondiale.
Nel primo dopoguerra, la costruzione e la messa in funzione di importanti opere difensive costiere procedette a ritmo lento, limitandosi tutt'al più all'installazione di qualche medio-piccolo calibro molto a ridosso della costa.A Genova, dopo aver dismesso lebatterie di San Benigno, diPunta Vagno edella Strega, e inviato nel1914 a Taranto e Brindisi le maggiori artiglierie, c'era il bisogno di potenziare il sistema difensivo dopo l'incrinatura dei rapporti diplomatici con le altre potenze europee, soprattutto conFrancia eGran Bretagna.Dal 1935 per integrare queste batterie, furono approntati una serie ditreni armati (T.A.) dotati di pezzi da120/45 e152/40. Sei di questi vengono dislocati inLiguria con base logistica aLa Spezia e comando operativo a Genova.
Sempre nel 1935 venne costruita dal genio militare e armata con tre pezzi antinave da152/50[1] la batteria Mameli sull'altura chiamata "vetta" di Pegli. Le sue artiglierie si comporteranno bene in seguito all'incursione francese, avvalorando la scelta di installare la batteria sullavetta di Pegli.Le prime modifiche si avranno nel1941, con l'ampliamento dei depositi di munizioni e con la costruzione di una casamatta per arma automatica, fornita di numerose feritoie a protezione della strada di accesso al complesso.
Dopo il precipitare dei rapporti con laFrancia dopo la dichiarazione di guerra avvenuta il 10 giugno1940 quando l'Italia dichiarò guerra alla Francia e alla Gran Bretagna, solo quattro giorni dopo il secondo gruppo navale della Terza Squadra francese comandata dall'ammiraglioHenri Duplat, si avvicina alla costa traArenzano eSestri Ponente, e inizia un violento canoneggiamento contro le installazioni industriali del capoluogo ligure.[2] La reazione delle difese costiere è immediata ma non molto efficace, la batteria Mameli spara 64 colpi con i suoi pezzi da 152, uno colpisce ilcacciatorpediniereAlbatros nel locale caldaie di poppa, provocando 12 morti tra i marinai francesi. Aprono il fuoco anche i duepontoni armati delporto di Genova; ilpontone armato GM-194 ormeggiato all'estremità del terzo molo diSampierdarena, spara due colpi con la sua gigantesca torre binata da381 mm, mentre ilpontone armato GM-269 spara un solo colpo con le suetorri binate da 190/39.[3]
Il 9 febbraio le difese costiere di Genova sono nuovamente messe a dura prova, laForce H dell'Ammiraglio ingleseJames Fownes Somerville spara 273 colpi da 381 mm e 782 colpi da 152 mm oltre a numerosi altri pezzi di piccolo calibro, la batteria Mameli risponde con soli 14 colpi da 152 mm[2] a causa della fitta foschia, che non permette neanche alle altri difese di essere efficaci.Molti colpi cadono in acqua e questa incursione offensiva inglese dimostra le vistose carenze difensive genovesi.
IlRegio Esercito correrà ai ripari costruendo le batteriedi Monte Moro,Arenzano ePortofino cercando i questo modo di coprire lo specchio di mare antistante Genova con delle fortificazioni agli estremi della città.
Questa come tutte le altre batterie diGenova passano sotto il controllo delle forze nazi-fasciste, e il primo intervento avverrà su uno dei tre pezzi, che verrà protetto con una casamatta in cemento armato con la tipica forma a "guscio". Successivamente la batteria non avrà più modo di operare, Genova subirà altre incursioni, ma dall'alto con fitti bombardamenti alleati, e la mancanza di pezzi antiaerei renderà quasi inutile il complesso di Pegli.
Oggi il complesso è visitabile, ospita un museo e la sede del Coordinamento Ligure Studi Militari (C.L.S.M.) in un giardino dedicato aicaduti di Nassirya, oltre alla casamatta "Todt" sono ancora visibili le altre due piazzole scoperte, una quarta piazzola destinata al tiro illuminante e due bunker osservatorio.
Dal 2011 è stato aperto, nel bosco che circonda la batteria, un Parco Avventura sospeso fra gli alberi, attività che ha contribuito a bonificare la zona dal degrado e dal vandalismo aumentandone il presidio e coinvolgendo scolaresche, associazioni ed enti per rendere sempre più visitato questo luogo storico.
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