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Battaglia di Vukovar

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Battaglia di Vukovar
parte dellaGuerra d'indipendenza croata
Latorre idrica di Vukovar, nel 2005. Gravemente danneggiata nella battaglia, essa è stata preservata come simbolo delle sofferenze della città nel conflitto.
Data25 agosto – 18 novembre1991
LuogoVukovar,Croazia
EsitoVittoria pirrica serba
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
Variabili, fino a un massimo di 36 000Circa 2 000 (nella sola città di Vukovar)
Perdite
Cifre non ufficiali serbe:
1 103 morti
2 600 feriti
400-600 carri e mezzi corazzati distrutti
20 velivoli abbattuti
Cifre ufficiali croate:
5 403 morti
3 277 feriti
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Manuale

Labattaglia di Vukovar indica l'assedio della cittàcroata diVukovar da parte dell'Armata Popolare Jugoslava (JNA) con l'appoggio di milizie paramilitariserbe nell'ambito dellaguerra d'indipendenza croata.

L'assedio durò 87 giorni, tra l'agosto e il novembre1991 e si concluse con la sconfitta e il ritiro della locale guarnigione dellaGuardia Nazionale Croata e la quasi totale devastazione di Vukovar, pesantemente sottoposta al fuoco delle artiglierie.

Lo svolgimento

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Il 3 novembre, le truppe regolari jugoslave attraversarono ilDanubio e lanciarono un violento attacco combinato che, a prezzo di severe perdite in uomini e mezzi, riuscì a dividere in due sacche il perimetro dei difensori: a nord, il villaggio di Borovo Selo (già per metà occupato dalle truppe jugoslave) e a sud la città di Vukovar. Le condizioni della difesa erano ormai disperate: l'artigliera croata, schierata aNuštar eOsijek, era scarsa e poco efficace, i mezzi corazzati erano solo 2 carri T-55 catturati, le munizioni scarse. I rifornimenti arrivavano ormai solo di notte e col contagocce attraverso l'unica strada utilizzabile, una strada sterrata attraverso i campi di mais battuta dal fuoco jugoslavo.

Nell'ospedale di Vukovar i feriti si ammassavano nei corridoi e nelle cantine: il personale sanitario era ormai privo di tutto. I medicinali erano gli unici rifornimenti che giungevano dall'esterno, prevalentemente grazie a degli espedienti; i croati utilizzarono perfino vecchi biplaniAntonov An-2 decollati da Osijek in missioni notturne di aviolancio di medicinali. Tutti gli apparecchi vennero perduti.

Una bandiera dellaJugoslavia socialista fra le rovine della città

Il 10 novembre un feroce assalto jugoslavo conquistò i 2/3 della città, costringendo i difensori in pochi isolati addossati al Danubio. La città, ridotta a un cumulo di macerie dagli incessanti bombardamenti, era ormai del tutto circondata. Per un'intera settimana, la guarnigione croata contese disperatamente l'avanzata alle soverchianti forze jugoslave, finché Vukovar cadde il 19 novembre.

Sporadiche sacche di resistenza vennero soffocate entro il giorno 20. Le milizie paramiltari serbe furono le prime ad entrare in città: fra di esse vi erano le famigerate "Aquile Bianche" (Beli Orlovi) e i reparti del famigerato ComandanteArkan. Pochissimi dei difensori croati riuscirono a fuggire, attraverso sentieri nei campi di mais e a prezzo di gravi rischi: la maggior parte dei sopravvissuti della guarnigione venne fatta prigioniera.

La dottoressa Vesna Bosanac, direttrice dell'ospedale di Vukovar, si offrì di restare per garantire ai feriti ricoverati un corretto trattamento da parte dei serbi; ma fu arrestata e condotta via, ed i feriti croati, civili e militari sono stati sterminati ed i corpi occultati. Anche la popolazione civile di Vukovar, a maggioranza croata, subì molte violenze e maltrattamenti, e centinaia di persone risultano scomparse a tutt'oggi in quanto non rinvenuti i corpi.

Le conseguenze

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Vukovar dopo la battaglia

Sebbene la sconfitta fu una perdita simbolicamente significativa per la neonata Croazia – che tornò in possesso della città solo nel1998 – rappresentò per l'JNA unavittoria di Pirro, consentendo aZagabria di coronare la propria lotta per l'indipendenza ottenendo l'appoggio e il consenso della comunità internazionale e l'attenzione dei media occidentali.

La battaglia suscitò un'enorme eco nell'opinione pubblica croata ed europea, e la stampa battezzò Vukovar "la Stalingrado croata".[1]

Le forze in campo

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I combattimenti furono tra i più violenti del conflitto, i difensori croati (inquadrati nella 3ª e 204ª Brigata ZNG) contesero ogni palmo di terreno agli assalitori. L'armata popolare jugoslava (JNA), lanciò numerosi attacchi per tutto il mese di ottobre 1991 che si conclusero con la perdita di decine di veicoli corazzati e centinaia di uomini.

Artisti, letterati, giornalisti croati si arruolarono volontari per partecipare alla difesa della città; anche l'anziano conte tedesco Jakob zu Elz, originario di Vukovar, si arruolò tra i difensori. In particolare, tra i difensori croati si distinsero gli uomini della compagniaHOS di Vukovar (Vukovarska SatnijaHOS-a), giunti a metà settembre, e gli altri volontari HOS, arrivati alla spicciolata attraverso l'unica strada rimasta aperta (Osijek-Nustar-Bogdanovci), comandati dal maggiore Robert Šilić, che cadrà in combattimento il 13 novembre assieme a quasi tutti i suoi uomini, in uno degli ultimi disperati contrattacchi per tentare di respingere le colonne corazzate dell'esercito federale jugoslavo.

Al culmine degli scontri l'esercito federale jugoslavo aveva schierato ben 2 Corpi (Nord e Sud) con 5 Brigate d'élite attorno alla città (18ª meccanizzata, 51ª meccanizzata, 1ª meccanizzata Guardie, 453ª meccanizzata, 251ª corazzata) per un totale di 19 000 uomini, più un numero imprecisato di volontari serbi appartenenti alle milizie paramilitari (Cetnici). Stime neutrali ritengono che ci fossero più di 30 000 combattenti impegnati a stringere d'assedio la città, contro meno di 2000 difensori.

Note

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  1. ^LA GUERRA IN CASA #5: L'assedio di Vukovar, la Stalingrado croata di Luca Rastello, da .eastjournal.net, 28 maggio 2012

Bibliografia

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  • Yves Debay,Balkans on Fire 1991-95, ed. Concord 1998
  • Luca Poggiali,Balkan Storm voll. 1-2, ed Lupo

Voci correlate

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Altri progetti

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Guerre jugoslave
Guerre
GuerreGuerra d'indipendenza croata ·Guerra in Bosnia ed Erzegovina ·Guerra del Kosovo
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1993Operazione Deny Flight ·Massacro di Kravica ·Operazione Maslenica ·Massacro di Zenica ·Massacro di Budakovići ·Operazione sacca di Medak
1994Massacri di Markale ·Operazione Tigar 94 ·Operazione Pauk ·Patto di Washington
1995Operazione Lampo ·Massacro della Kapija ·Sblocco di Sarajevo ·Massacro di Srebrenica ·Operazione Tempesta ·Operazione Una 95 ·Operazione Deliberate Force ·Accordo di Dayton
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Partecipanti
Principali partecipantiJugoslavia (bandiera) Jugoslavia ·Jugoslavia (bandiera) Jugoslavia (bandiera Serbia · Montenegro) ·Croazia (bandiera) Croazia ·Bosnia ed Erzegovina (bandiera) Bosnia ed Erzegovina ·  Repubblica Serba ·Repubblica Serba di Krajina ·Repubblica Croata dell'Erzeg-Bosnia ·Kosovo (bandiera) Kosovo
Altri partecipantiSlovenia (bandiera) Slovenia ·Macedonia (bandiera) Macedonia ·Repubblica della Bosnia Occidentale
Forze armate belligerantiArmata Popolare Jugoslava ·Forze armate della RF Jugoslavia ·Forze armate di Croazia ·Consiglio di difesa croato ·Armata della Bosnia ed Erzegovina ·Esercito della Republika Srpska ·Esercito della Repubblica Serba di Krajina ·Difesa territoriale slovena ·NATO
ParamilitariUÇK ·UÇK macedone ·Aquile Bianche ·Guardia Volontaria Serba ·Forze di Difesa Croate ·Bosnia ed Erzegovina (bandiera)Berretti verdi ·Grecia (bandiera)Guardia Volontaria Greca
Fattori esterniONU ·Stati Uniti (bandiera) Stati Uniti ·Germania (bandiera) Germania ·Italia (bandiera) Italia ·Città del Vaticano (bandiera) Città del Vaticano ·Austria (bandiera) Austria ·Regno Unito (bandiera) Regno Unito ·Francia (bandiera) Francia ·Russia (bandiera) Russia ·Canada (bandiera) Canada ·Arabia Saudita (bandiera) Arabia Saudita ·Albania (bandiera) Albania ·Grecia (bandiera) Grecia
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ParamilitariNaser Orić ·Vojislav Šešelj ·Željko Ražnatović ·Hashim Thaçi ·Ramush Haradinaj
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