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Basilica di San Pietro Apostolo

Coordinate:43°40′47″N 10°20′48″E43°40′47″N,10°20′48″E
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Basilica di San Pietro Apostolo
Veduta dell'esterno
StatoItalia (bandiera) Italia
RegioneToscana
LocalitàSan Piero a Grado (Pisa)
IndirizzoVia Vecchia di Marina 5
Coordinate43°40′47″N 10°20′48″E43°40′47″N,10°20′48″E
ReligioneCristiana cattolica dirito romano[1]
TitolarePietro
Arcidiocesi Pisa
Stile architettonicoromanico pisano
Inizio costruzioneX secolo (terzo quarto)
CompletamentoXII secolo (seconda metà)
Sito webwww.sanpieroagrado.it
Modifica dati su Wikidata ·Manuale

Labasilica di San Pietro Apostolo, in localitàSan Piero a Grado, è unabasilica[1] nei pressi diPisa. Mirabile esempio di architettura ecclesiastica romanica precedente allacattedrale pisana, la suggestiva basilica sorse in prossimità di uno scomparso scalo fluviale, chiamato Grado, dell'anticoPorto Pisano, dove secondo la tradizione sarebbe approdatosan Pietro nel42-44.[2][3]

Ha come peculiare caratteristica quella di avere 2absidi contrapposte e nessunafacciata.[1]

Storia

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Età antica

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Ripetuti scavi archeologici hanno permesso di ricostruire la storia della chiesa. Sul sito sorgeva un edificio romano non religioso (forse una villa suburbana o un edificio portuale) avente un piano di calpestio circa un metro sotto quello attuale.[3]

Un primo edificiopaleocristiano fu costruito nelIV secolo.[2] Era orientato verso sud-est (leggermente inclinato rispetto alla chiesa di oggi orientata ad est), aveva tre navate di cui solo l'ultima terminante con abside semicircolare.[2] Le mura di quest'ultima sono ancora visibili oggi e costituiscono il semicerchio più esterno messo in luce dagli scavi.[2] Al centro dell'abside venne posta la colonna con l'altare di san Pietro visibile ancora oggi.

Medioevo

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NelVI oVII secolo (ma secondo alcuni ancheVIII oIX secolo) venne ricostruita una seconda chiesa, forse a causa di un incendio. In tale occasione vennero di poco ampliate le navate laterali, aggiunte le due absidi laterali (di cui la sinistra visibile dagli scavi) e diminuita la dimensione di quella centrale, con l'aggiunta di un secondo muro concentrico più interno, anch'esso visibile ancora oggi. Il piano di calpestio di questo edificio era circa 40 cm sopra il precedente e 40 cm sotto quello attuale.

La facciata occidentale della basilica con la grande abside e il basamento del campanile

Nel terzo quarto delX secolo iniziarono i lavori della chiesa attuale che proseguirono fino all'inizio dell'XI secolo.[3] La chiesa venne orientata in direzione est e venne costruita da due cantieri che lavorarono in concomitanza a partire da tre archi trasversali (poi abbattuti) che si ergevano al livello dei due grossi pilastri delle mura centrali.[3] Un cantiere procedette verso le absidi riportando nove archi laterali per lato, mentre l'altro procedette verso la facciata riportando ben otto archi laterali per lato e un ambiente molto più esteso in lunghezza di quello attuale.[3]

Tra la metà delXII secolo e i primi decenni del secolo successivo (data non precisata) un fulmine o un'esondazione dell'Arno distrussero la facciata e la parte anteriore della chiesa.[3] Venne quindi costruita l'attuale facciata con la sua grande abside, in posizione più avanzata rispetto alla facciata precedente, e lasciati solo quattro degli otto archi originari.[3] In tale occasione venne anche aperta la porta sul lato nord per consentire l'accesso all'edificio e costruito il grande campanile romanico oggi distrutto.[3]

L'eta' di massimo splendore si ebbe tra le due metà dei secoliXIII eXIV. Nel primo decennio del XIV secolo furono affrescate le pareti daDeodato Orlandi e fu costruito il grande porticato esterno ad uso dei Pellegrini, poi rimosso. Nel1463/1464 fu costruito il piccolo porticato a tre archi entro l'abside occidentale per ricavare una cappella devozionale dedicata aSanta Petronilla.

Età moderna e contemporanea

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Nel corso dei secoli successivi la chiesa subì ulteriori rimaneggiamenti che vennero però eliminati nel corso dell'Ottocento per restituire alla chiesa l'aspetto originario.[3]

Il campanile fu distrutto il 22 luglio1944, dai soldati dellaWehrmacht in ritirata, per impedire aglialleati di beneficiare di un punto strategico per avvistamenti a lungo raggio.[3] Dopo la guerra si intraprese la costruzione di un nuovo campanile, ma i lavori si interruppero precocemente.[3]

Esterno

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La basilica con il campanile negli anni venti

La basilica presenta una pianta rettangolare, con la facciata est chiusa da un'abside maggiore, a cui si affiancano le due minori; una quarta abside è posta sul fronte occidentale.L'esterno, composto da un paramento in pietre di diversa provenienza, è scandito dalesene earchetti pensili, sotto i quali sono postioculi elesene, tipici elementi dellostile romanico pisano, a livello delle tre absidi posteriori e delle due navate laterali. Sopra gli archetti, e spesso anche entro gli oculi, sono inseriti preziosibacini ceramici (copie; gli originali sono alMuseo nazionale di San Matteo) di produzione islamica, maiorchina e siciliana decorati con ricercati motivi geometrici e figurati (X-XII secolo).

Dell'imponentecampanile delXII secolo, distrutto il 22 luglio1944, dai soldati dellaWehrmacht in ritirata, è stato ricostruito solo il basamento per mancanza di fondi.[4] All'interno della basilica sono state collocate le tre campane recuperate dalle macerie del campanile abbattuto.

La basilica è stata proclamata Monumento messaggero di pace dai clubUNESCO, come ricorda un cippo di granito collocato in prossimità del sacro edificio.

Interno

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L'interno

L'interno vasto e solenne, con copertura acapriate, è diviso in tre navate dacolonne di spoglio concapitelli classici, confermando l'uso diffuso durante tutto ilMedioevo di reimpiegare elementi classici di diversa provenienza nelle nuove costruzioni.[3] Una colonna con capitello con sfingi bicorpi ha precise corrispondenze con uno ritrovato all'Auditorium di Mecenate aRoma.[3] Le colonne descrivono tredici archi per lato.[3]

Una particolarità della basilica è quella della totale assenza di portali di ingresso e facciata ad occidente, sostituita da un'abside di grosse dimensioni. Fu una decisione presa tra la metà del XII secolo e l'inizio del successivo quando si preferì adottare questa soluzione anziché ricostruire la facciata distrutta. Le ipotesi fatte sono molteplici: (i) per dare una veste di sacralità anche architettonica all'altare di San Pietro posto davanti; (ii) in analogia alla zona absidale dell'anticabasilica di San Pietro aRoma posta ad occidente; (iii) per richiamare le costruzioni nordiche delSacro Romano impero che avevanocontrofacciate elaborate.

Sempre nella parte occidentale, davanti all'abside sopracitata, unciboriogotico, degli inizi delXIV secolo, segna il luogo in cuisan Pietro avrebbe costruito l'altare appena approdato qui nel I secolo. Sono qui visibili gli scavi archeologici condotti a più riprese nel1919-25 e nel1950-1960.

UnCrocifisso ligneo settecentesco, in origine disposto sull'altare maggiore, è oggi collocato nella navata destra.[3]

Sono stati completamente eliminati i numerosi altari laterali seicenteschi.[3]

Gli affreschi

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Deposizione di san Pietro eDeposizione di san Paolo

Sulle pareti della navata centrale si svolge un vasto ciclo diaffreschi, recentemente restaurato, eseguito dal luccheseDeodato Orlandi (attivo agli inizi delXIV secolo), su commissione dell'importante famiglialongobarda pisana deiGaetani in occasione del Giubileo indetto nel1300 dalpapa Bonifacio VIII (Benedetto Caetani), famiglia proprietaria di vasti territori aPisa tra San Pieroad gradum Arni eSan Giovanniad ripam Arni e intorno al castello diTerriccio nellaMaremma Pisana.[2]

Nella parte inferiore sono raffigurati iRitratti dei Pontefici, dasan Pietro apapa Giovanni XVII (1003): questa serie di ritratti oggi è una fonte iconografica ancora più preziosa dopo il disastroso incendio del1823 che distrusse quasi completamente labasilica di San Paolo fuori le mura aRoma e a causa del quale fu gravemente danneggiata anche la celebre serie di ritratti dei pontefici.[2][3]

Nella zona intermedia, in trenta riquadri, si sviluppano leStorie della vita di san Pietro, comprendenti anche alcuniEpisodi della vita disan Paolo,Costantino esan Silvestro, esemplati su quelli dell'antica basilica vaticana e sugli affreschi diCimabue adAssisi.[2][3]

Nella zona superiore sono raffigurate leMura della città celeste, in alcuni tratti completamente rifatte in epoche successive: si tratta di una serie di finestre ad arco dipinte con attenzione a particolari architettonici tridimensionali dove si affacciano ritmicamente angeli e santi.[2][3]

Lungo le pareti e nelle absidi restano alcune testimonianze delle decorazioni pittoriche che in varie epoche hanno arricchito l'importante basilica.[2][3] Da segnalare nell'abside laterale sinistra l'affresco dellaAssunzione della Vergine (XI secolo), in cui sono visibili gliapostoli acefali nel registro inferiore e laVergine affiancata da angeli in quello superiore.[2][3] Lungo la navata laterale sinistra troviamo unaAnnunciazione (fineXIII secolo)[2][3]

Altre immagini

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  • Bacini ceramici (oggi copie) all'esterno
    Bacini ceramici (oggi copie) all'esterno
  • Ritratti della serie dei papi
    Ritratti della serie dei papi
  • Ciborio con la colonna di San Pietro
    Ciborio con la colonna di San Pietro
  • Resti delle absidi della precedente basilica presso la colonna
    Resti delle absidi della precedente basilica presso la colonna
  • Colonne di Spoglio
    Colonne di Spoglio
  • Affreschi interni del lato sinistro
    Affreschi interni del lato sinistro
  • Affreschi interni del lato destro
    Affreschi interni del lato destro
  • Campane del campanile abbattuto nel 1944
    Campane del campanile abbattuto nel1944

Note

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  1. ^abc(EN)Basilica di S. Pietro Apostolo a Grado, suGCatholic.org.URL consultato il 18 marzo 2020.
  2. ^abcdefghijkBasilica di San Pietro Apostolo, sucomune.pisa.it.URL consultato il 18 marzo 2020.
  3. ^abcdefghijklmnopqrstuvweb.rete.toscana.it,http://web.rete.toscana.it/Fede/ricerca.jsp?lingua=italiano Titolo mancante per urlurl (aiuto).URL consultato il 18 marzo 2020.
  4. ^ Il Tirreno,Non ci sono più soldi per il campanile, suiltirreno.gelocal.it.URL consultato il 18 marzo 2020.

Bibliografia

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  • Stefano Sodi e Mariagiulia Burresi,La basilica di San Piero a Grado, Pisa, Edizioni ETS, 2010, p. 69,ISBN 978-88-467-2747-3.
  • Mario Chiaverini,La basilica di San Pietro a Grado. Cenni storici e artistici, MARICH, 2016, p. 4,ISBN 978-88-95382-02-9.

Voci correlate

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