Basilica di San Giacomo | |
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Stato | ![]() |
Regione | Lombardia |
Località | Bellagio |
Indirizzo | Piazza della Chiesa, 27 - 22021 - Bellagio (CO) e Via Roma |
Coordinate | 45°59′16.62″N 9°15′43.24″E45°59′16.62″N,9°15′43.24″E |
Religione | cattolica |
Diocesi | Como |
Stile architettonico | romanico |
Inizio costruzione | XI secolo |
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Labasilica di San Giacomo si trova aBellagio, sullago di Como. Fu costruita fra ilXI e ilXII secolo.[1] Quando venne elevata aparrocchiaprepositurale nel1657, venne trasformata sia internamente che esternamente in stilebarocco, come rimase fino ai primi decenni del Novecento quando venne ristrutturata e riportata al suo stile originale.[1] Fu dichiaratamonumento nazionale con decreto ministeriale nel1904.
Labasilica fu eretta tra la fine dell'XI secolo e l'inizio delXII secolo daimaestri comacini.[2] La prima descrizione che si possiede agli Atti dellavisita pastorale delvescovo di ComoFeliciano Ninguarda nel1580, commentati dallo storiografo Santo Monti. Fu elevata canonicamente aparrocchiaprepositurale nel1657 con istromento rogato dal notaio della Curia Vescovile di Como Pietro Antonio Bello[3], il cui territorio fu smembrato dalla chiesa matrice diSan Giovanni. In occasione dell'evento, il diritto di patronato sulla nuovaparrocchia venne attribuito alla famiglia Sfondrati. Si propose di trasformare tutto il complesso in stilesettecentesco.
Nel1904, sotto la guida dell'architetto Perrone, venne avviato il restauro per ottenere l'originale aspettoromanico[4] dell'edificio, con la ricostruzione di due delleabsidi, conferendo alla basilica l'aspetto attuale, con cornice sommitale con archetti ciechi nella facciata, conoculi emonofore sopra l'unicoportale.
Nel1990 venne restaurato ilcampanile, la cui parte superiore era stata rifatta nel corso del Seicento[1].
Presenta un impianto rettangolare a trenavate con latorre campanaria impostata a sinistra nella facciata. Del primitivo edificio rimangono all'esterno le treabsidi, decorate da archetti a doppia ghiera,dentelli eparaste;[1] all'interno i quattrocapitelli e i simboli deglievangelisti dell'androne. Ilcampanile si ottenne sovralzando ed alterando nel Seicento unatorre di difesa dellemura nella partenord, che arrivava circa all'altezza deltetto dellachiesa. Con le trasformazioni del Settecento, ilcampanile assunse l'odierno aspetto. Rimase inoltreintonacato, come anche il resto della chiesa, fino ai restauri del1990.
Il corpo della chiesa e le colonne vennero costruiti con la grigia pietra di Moltrasio, materiale universalmente impiegato in area lariana[5], mentre i capitelli e le basi delle colonne in granito, materiale cavato da massi erratici situati sui monti del Lario.[6]
L'interno è decorato con opere d'arte risalenti a diversi periodi storici. Ne sono esempio le due tavole quattrocentesche, uno di scuolaumbra ed uno di scuolalombarda, le diversescultureromaniche e i quadri risalenti al tardo Cinquecento e Seicento, fra cui laDeposizione di Gesù nel sepolcro e laMadonna delle Grazie, il primo realizzato nel XIX secolo ispirandosi alPerugino[7] e il secondo, delXVI secolo, attribuito aVincenzo Foppa[7].[2] Di scuola spagnola è invece la Cinquecentesca scultura che, al di sotto del dipinto peruginiano, raffigura nuovamente la scena della deposizione.[7] La chiesa conserva inoltre un dipinto della scuola delMoretto.[2]
Nelle treabsidi si trovano, partendo da sinistra, lacappella diSant'Orsola, con unmosaico opera della ditta Castemari diVenezia, risalente ai primi anni del Novecento; l'ancona inlegno dorato, sovrastante iltabernacolo, opera dello scultorebellagino Domenico Pini; lacappella diSant'Antonio, con ilmosaico, anch'esso opera della ditta Castemari diVenezia, che sostituì unaffresco rovinato dall'umidità. L'altare, risalente al1985, è stato realizzato dalla ditta Sampietro, con lastre dimarmo diMusso. AdAntonio Pino si deve invece l'esecuzione della parte alta dell'altare maggiore[7].
L'ambone, frutto della ricostruzione guidata dall'arch. Perrone durante i lavori di ripristino dell'antica chiesa, incorpora alcunicapitelli romanici databili alXII secolo,[8] già appartenenti alla primitiva chiesa[9]. Facevano parte dell'anticoambone anche i simboli deglievangelisti,[7] anch'essi databili alMillecento, recuperati sullaparete delcampanile.[8]
Vi si trova anche unCristo morto, di fatturaspagnola seicentesca, che secondo la tradizione apparteneva ad un insediamentospagnolo in località Pian di Spagna, alla sommità dellago di Como, travolto durante una piena del fiumeAdda e trasportato nellago; venne trovato da pescatori bellagini e messo in venerazione nella chiesa. Viene recato inprocessione ogniVenerdì Santo.
Anche ilbattistero è il risultato degli interventi operati durante i lavori di ripristino della chiesa. La sistemazione dell'insieme, come si presenta oggi, risale al1986. Ilmosaico della scuolaveneziana, raffigura ilBattesimo di Cristo della tela delBergognone, che si trova nellabasilica di San Giovanni Battista diMelegnano. Il supporto della vasca è opera dello scultore Daverio diBergamo.
Sul campanile è installato un pregevole concerto di 5 campane realizzato interamente nel 1849 dalla celebre fonderia Valtellinese "Pruneri" che aveva sede a Grosio (So).
Il concerto formato da 5 campane in scala diatonica maggiore di Re3 risulta perfettamente accordato.
Le campane sono installate secondo il tipico sistema di suono "Ambrosiano" come da tradizione della zona.
Nr. | Nominale | Fonditore | Anno di Fusione | Diametro (cm) | Massa (kg) |
1 | Re3 | Giorgio Pruneri (Grosio) | 1849 | 127,3 | ≈ 1200 |
2 | Mi3 | Giorgio Pruneri (Grosio) | 1849 | 113,3 | ≈ 800 |
3 | Fa#3 | Giorgio Pruneri (Grosio) | 1849 | 100,7 | ≈ 580 |
4 | Sol3 | Giorgio Pruneri (Grosio) | 1849 | 95,3 | ≈ 500 |
5 | La3 | Giorgio Pruneri (Grosio) | 1849 | 83,3 | ≈ 350 |
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