Bartolomeo Merelli (Bergamo,1794 –Milano,10 aprile1879) è stato unimpresario teatrale elibrettistaitaliano.
È conosciuto soprattutto per essere stato l'impresario delTeatro alla Scala diMilano tra il1829 ed il1850 e per aver supportatoGiuseppe Verdi ancora emergente nella rappresentazione di alcune delle sue opere più famose come ilNabucco.
Merelli nacque aBergamo e studiò composizione conJohann Simon Mayr (Gaetano Donizetti era nella stessa classe di Merelli). Egli si trasferì aMilano attorno al1812 e lavorò come agente teatrale nei teatri locali, scrivendo nel contempo alcuni libretti per Mayr, Donizetti,Nicola Vaccaj e altri compositori.[1] Egli decise di mettere in piedi una propria agenzia nel1826 ed amministrò stagioni teatrali aVarese,Como eCremona tra il1830 ed il1835, aiutato in questo daCarlo Balochino delTheater am Kärntnertor diVienna, dal1836 al1848.
Dal1829 al1850, Merelli amministrò il Teatro alla Scala, inizialmente con altri (tra i quali spiccavaDomenico Barbaja) e poi da solo dal1835. Durante questo periodo, egli fu responsabile nel1831 dell'organizzazione della prima dellaNorma diVincenzo Bellini[1] e poi di moltissime opere di Donizetti (come ad esempioUgo, conte di Parigi,Lucrezia Borgia,Maria Stuarda eGemma di Vergy) come diSaverio Mercadante (Il giuramento edIl bravo).
Malgrado l'amicizia di Donizetti con Merelli, il compositore si lamentò sovente delle iniziative che l'impresario prendeva sulle sue opere.[2] Egli si risentì in particolar modo nel settembre del1839 quando scoprì che Merelli, senza consultarlo, stava montando una produzione delGianni di Parigi che, pur essendo stato composto tra il1828 ed il1832, non era mai apparso sul palcoscenico. Il 6 settembre Donizetti manifestò una viva protesta, ma era ormai troppo tardi e lapremière dell'opera partì e rimase senza il consenso del compositore.[3] Successivamente, Donizetti ebbe nuovamente modo di questionare con Merelli dopo alcune produzioni insoddisfacenti delle sue opere al Kärntnertor Theatre.[1]
Nel frattempo, nella primavera del1839, Merelli aveva chiamatoGiuseppe Verdi, che si trovava in un periodo cupo e improduttivo della sua vita, per rappresentare l'Oberto, e dopo aver ottenuto un successo della musica da parte dei principali cantanti della Scala comeGiuseppina Strepponi eGiorgio Ronconi che accettarono di prendere parte alla rappresentazione, gli offrì il palcoscenico della Scala per la stagione successiva. Verdi accettò questa occasione incredibile, l'opera ebbe un discreto successo eGiovanni Ricordi si accaparrò i diritti di pubblicazione dello spartito. Merelli stesso diede una mano a Verdi nella composizione suggerendogli di comporre una scena e un quartetto per l'atto II, scena 2.[4]
Merelli propose quindi a Verdi un contratto per tre nuove opere e Verdi lo accettò. La prima,Un giorno di regno, fu "un inqualificabile disastro",[5] ma la seconda,Nabucco, originariamente offerta dal Merelli aCarl Otto Nicolai e da questi rifiutata, fu un trionfo, per poi dare alle sceneI Lombardi alla prima crociata nel1843.Giovanna d'Arco (1845) fu l'ultima delle opere di Verdi ad essere montata dal Merelli, e fu comunque un grande successo, sebbene vi furono problemi con le inadeguate scenografie, coi costumi e con l'orchestra che era troppo ridotta. La rottura con Merelli avvenne quando Verdi lo vide contrattare con Ricordi per vedersi riconosciuti alcuni diritti sulle opere di Verdi e pertanto il compositore bussetano giurò che non avrebbe più collaborato né con Merelli né col suo staff e che non avrebbe mai più messo piede alla Scala.[2]
Con la rivoluzione del1848, Merelli venne sospettato daRadetzky di essere una spia e trascorse pertanto alcuni anni aVienna dopo aver lasciato la Scala. Nel1861 egli fece ritorno aMilano e nuovamente ottenne il proprio incarico a teatro come impresario della Scala, ma nel1863, dopo aver perso gran parte del proprio patrimonio, si ritirò aBergamo. Malgrado la sua generosità, il suo spirito artistico e le sue pratiche finanziarie avevano portato al fatto che molta gente non avesse ora fiducia in lui. Suo figlio, Eugenio (1825–1882) si preoccupò da impresario egli stesso di organizzare dei tours europei toccando città comeEdimburgo,Venezia,Vienna,Parigi eSan Pietroburgo.[1]
| Titolo | Compositore | Genere | Anno |
|---|---|---|---|
| L'idolo Birmanno | Paolo Brambilla | 1816 | |
| Lanassa (conGaetano Rossi) | Simon Mayr | melodramma eroico | 1818 |
| Alfredo il grande | Simon Mayr | melodramma serio | 1818 |
| Enrico di Borgogna | Gaetano Donizetti | opera semiseria | 1818 |
| Una follia | Gaetano Donizetti | farsa | 1818 |
| Il lupo d'Ostenda | Nicola Vaccai | opera semiseria | 1818 |
| Le nozze in villa | Gaetano Donizetti | opera buffa | 1820–21 |
| Zoraida di Granata | Gaetano Donizetti | opera seria | 1822 |
| Pietro il grande, ossia Un geloso alla tortura | Nicola Vaccai | opera buffa | 1824 |
| La pastorella feudataria | Nicola Vaccai | opera semiseria | 1824 |
| Il precipizio, ossia Le fucine di Norvegia | Nicola Vaccai | melodramma semiseria | 1826 |
| Don Desiderio ovvero Il disperato per eccesso di buon cuore | Francesco Morlacchi | opera buffa | 1829 |
| Emma, ossia Il protettore invisibile | Julius Benoni (1832–1862?) | 1851 |
Altri progetti
| Controllo di autorità | VIAF(EN) 15880972 ·ISNI(EN) 0000 0000 6632 3858 ·SBNRAVV094225 ·BAV495/121283 ·CERLcnp00685466 ·LCCN(EN) n84198906 ·GND(DE) 130551600 ·J9U(EN, HE) 987011065407205171 |
|---|