Reperti archeologici documentano che il territorio è stato abitato fin dallapreistoria; in età preistorica vi era un piccolo insediamento deiLiguri, i quali furono assoggettati poi daiRomani nelII secolo a.C. durante la loro espansione verso nord. Di Barga sappiamo che nelX secolo erafeudo deiLongobardi e successivamente, attraverso imarchesi di Toscana, fu soggetta all'Impero, conservando però ampia indipendenza.
Nel periodo comunale il territorio subì continui assedi da parte deilucchesi e deipisani, finché nel1341 Barga preferì sottomettersi aFirenze. Questo rappresenta il periodo di maggiore splendore: iMedici ebbero grande interesse per questa zona da cui traevano importantimaterie prime e concessero privilegi ed esenzioni fiscali che consentirono lo sviluppo di fiorenti attività e commerci. La ricchezza conseguita permise, durante ilXV,XVI eXVII secolo, la costruzioni di palazzi di stile rinascimentale, fra cui Palazzo Pancrazi, sede comunale, Palazzo Balduini e Palazzo Bertacchi, che ospiterà in tempi diversi igranduchi di Toscana. Nell'organizzazione amministrativa delGranducato di Toscana Barga fece parte del Distretto fiorentino per passare poi, dopo la restaurazione, alla provincia pisana. Nel 1849, a seguito dell'annessione delDucato di Lucca alla Toscana, fu creato ilCompartimento di Lucca. Tale struttura territoriale fu formata dai territori dell'ex Ducato di Lucca meno quelli ceduti a Modena (Montignoso,Gallicano, le tre terre in comune diFosciandora,Castiglione di Garfagnana eMinucciano), da Barga, dal capitanato diPietrasanta e dallaValdinievole.
Con l'annessione alRegno d'Italia il Compartimento Lucchese fu trasformato inprovincia di Lucca, e Barga - sino al1927exclave dellaProvincia di Firenze - ne divenne il comune più settentrionale al confine con laprovincia di Massa e Carrara (che, al tempo, comprendeva l'interaGarfagnana). Con l'annessione al neocostituito Regno iniziò un lento declino economico che portò una considerevole parte della popolazione ad emigrare verso ilRegno Unito e gliStati Uniti d'America. Non si trattò un'emigrazione definitiva per molti di loro, poiché, alla fine del XIX secolo, cominciarono a ritornare a Barga, investendo i loro risparmi in terreni e nella costruzione di ville nell'allora immediata periferia cittadina.
Eco della Corsonna, rivista del 1962 (numero unico) che raccoglieva le storie degli emigrati barghigiani
Negli ultimi anni il territorio si è industrializzato a valle favorendo un'economia mista, mentre sono diminuiti gli insediamenti più alti che non offrivano concrete possibilità di sviluppo. Di recente si sono sviluppate le attività turistiche favorite dalla particolare posizione di Barga, che si trova al centro di una zona di interesse naturalistico e geologico.
Lo stemma e il gonfalone sono stati riconosciuti con decreto del Capo del Governo del 26 febbraio 1932.[5]
Stemma
«D'azzurro, alla barca alberata di un pino con le sue fronde al naturale, velata di argento, navigante sul mare al naturale. Ornamenti esteriori da Città.»
Gonfalone
«Drappo di colore bianco riccamente ornato di ricami d'argento e caricato dello stemma, con l'iscrizionecentrata in argento: Città di Barga.[6]»
La chiesa diSan Cristoforo, l'edificio religioso più importante di Barga, è stata costruita in tempi diversi. La primitiva costruzione risale a prima dell'anno 1000. Negli ampliamenti successivi si evidenziano elementi architettonici e decorativi di suggestiva bellezza che vanno dal romanico al gotico. Con la realizzazione delle due cappelle laterali e del coro si completa la costruzione della chiesa. Al suo interno si distinguono un pulpito marmoreo di scuola comacina del XIII secolo, la statua lignea di origine medioevale, raffigurante San Cristoforo, pregevoliterrecotte robbiane, ed un crocifisso ligneo del XV secolo di scuola bolognese. Questo contesto è sovrastato dalla torre campanaria con le antiche campane, fra le quali la piccola è datata 1580; i rintocchi di queste campane ispirarono al poetaGiovanni Pascoli la poesiaL'ora di Barga.
Chiesa di San Francesco, chiesa-convento che fu fatta costruire nella seconda metà del XV secolo da Frate Beato Michele da Barga.
Chiesa del Santissimo Crocifisso, si tratta della chiesa più antica dopo il duomo. Della primitiva costruzione, un oratorio risalente al XIII secolo, non rimangono tracce. La facciata attuale, della fine del XVI secolo, ha ai lati del portale due statue di marmo raffiguranti San Giovanni e una figura femminile di controversa identità. All'interno un bellissimo coro ligneo, della meta del Seicento, delimita l'area presbiterale; alla stessa epoca appartiene anche l'altare maggiore, in legno intagliato e dorato, realizzato nel 1646 daFrancesco Santini da Borgo a Mozzano[7].
Chiesa di San Frediano, chiesa che recava sulla porta maggiore la data 1505, ma che è probabilmente anteriore, è stata distrutta durante laseconda guerra mondiale e ricostruita nel 1954.
Conservatorio di Santa Elisabetta, antico convento delle Clarisse, fondato dal Beato Michele da Barga nel 1456, alla fine del XVIII secolo fu adibito a educandato femminile e prese il nome di conservatorio. Attualmente è adibito, in parte, a casa di riposo per anziani. Annessa al complesso sorge l'omonimachiesa.
Pieve di Santa Maria a Loppia, antica chiesa della quale si hanno tracce risalenti all'845, è stata parzialmente ricostruita nel XII secolo. All'interno alcune teleseicentesche.
Chiesa di San Pietro in Campo, fondata dagli agostiniani, fu ristrutturata già nel XIII secolo ed oggi ha aspetto ottocentesco, L'interno è un'aula absidata piuttosto allungata[9].
L'arringo è il vasto prato fra il duomo e il palazzo pretorio, dove il popolo si riuniva a parlamento. Da ogni lato del piazzale, si può osservare il panorama che circonda Barga, costituito dai monti delle Pizzorne, dalle Alpi Apuane e dagli Appennini.
La loggia del podestà è un edificio civile del XIV secolo, residenza dei commissari e podestà inviati a Barga dallaSignoria di Firenze. Nell'interno si trovano la sala delle udienze e al di sotto le vecchie prigioni; sul muro esterno sono visibili le unità di misura di quei tempi: lo staio, il mezzo staio, il braccio barghigiano.
È sede delMuseo Civico dove sono conservati reperti del territorio barghigiano.
Casa Pascoli, sita sul Colle di Caprona nella frazione diCastelvecchio Pascoli, fu costruita intorno alla metà del Settecento dalla famiglia Cardosi Carrara come villa di campagna. Fu abitazione diGiovanni Pascoli dal 1895 al 1912. L'edificio conserva la struttura, gli arredi, la disposizione degli spazi che aveva al momento della morte del poeta; vi sono conservati i suoi libri e i suoi manoscritti. Annessa alla villa sorge la cappella dove Pascoli è sepolto.Ci sono conservate anche alcune foto del soggiorno del poeta a Messina del periodo immediatamente precedente ilterremoto del 1908.
Il 23 aprile 1688 si costituì a Barga un'accademia che prese il nome di Accademia deiDifferenti. Per poter svolgere l'attività recitativa, alcuni accademici decisero di edificare un teatro, che successivamente venne ampliato e ristrutturato: l'inaugurazione avvenne il 25 luglio 1795. Nel corso degli anni vi furono rappresentate varie opere e operette, ed è qui che, nel pomeriggio del 26 novembre 1911, Giovanni Pascoli pronunciò l'orazioneLa grande proletaria s'è mossa, a sostegno dellaguerra di Libia.
Palazzo Balduini, prospiciente piazza Garibaldi, fu fatto costruire alla fine del XVI secolo da Antonio padre di BalduinoBalduini di Barga,vescovo di Aversa,archiatra dipapa Giulio III. L'edificio, per l'uso del bugnato e di alcuni elementi architettonici, ricorda l'architettura di alcuni palazzi presenti a Lucca e a Firenze ed è attribuito all'architettoBartolomeo Ammannati. Sulla porta centrale della facciata si trova, in alto, lostemma dei Medici, arricchito della corona granducale: sullo spigolo sinistro della facciata si trova lo stemma della famiglia Balduini unito a quello della casata di Giulio III. All'interno ha un cortile d'onore di stile rinascimentale.
Palazzo Pancrazi, edificio di stile rinascimentale, sede comunale, è ornato dipietra serena lavorata a punta di diamante. Nell'adiacente piazza Salvo Salvi si innalza la colonna medicea eretta dai barghigiani in onore diCosimo I nel 1548; sul lato sinistro della piazza si trova la Loggia dei Mercanti adibita, un tempo, a mercato settimanale, istituito nel 1547.
Palazzo Angeli, si trova nell'omonima piazza, anticamente detta Piazza dell'Aiaccia, dedicata all'umanistaPietro Angeli (1517-1596). II busto marmoreo dell'illustre personaggio è posto sulla facciata del Palazzo stesso. L'edificio, benché abbia subito diversi rifacimenti, conserva le caratteristiche dei palazzi cinquecenteschi.
Palazzo Mordini, edificio del XVIII secolo di proprietà della famiglia Mordini, è sede di uno dei più importanti archivi risorgimentali italiani. Qui nacque nel 1819 il garibaldinoAntonio Mordini, che fu anche senatore e Ministro dei Lavori pubblici. All'interno si trovano dal 1866 anche due altorilievi con laVergine annunciata e l'Arcangelo Gabriele, realizzati dalla bottega diAndrea della Robbia all'inizio del Cinquecento e provenienti dallachiesa di San Francesco[10].
Palazzo Bertacchi-Cordati, edificato sulle rovine di un'antica torre, conserva all'interno strutture ed elementi originali di notevole interesse. Ospitò i Granduchi di Toscana durante le visite fatte a Barga. È sede della mostra permanente delle opere del pittoreBruno Cordati.
Palazzo Salvi, appartenente alla famiglia dell'importante sindacoSalvo, morto nel 1903, ricordato nella targa in bronzo eseguita daRaffaello Romanelli nel 1905, corredata da un'epigrafe scritta da Giovanni Pascoli[11].
Mount Tabor Ecumenical Centre for Art & Spirituality, una villa del XVII secolo perfettamente conservata, costruita sulle mura medievali, oggi ospita suore e frati della comunità ecumenica Community of Jesus di Cape Cod.
Le porte di entrata al Castello erano tre: Porta Manciana (o mancianella), Porta di Borgo e Porta Macchiaia. Porta Mancianella venne successivamente denominata Porta Reale, in omaggio al Granduca di ToscanaLeopoldo di Lorena che nel 1787 fece visita a Barga. Porta di Borgo, che delimitava l'accesso a via di Borgo, fu demolita nel1833. La terza porta denominata Macchiaia o Latria è posta a nord-est della città storica, verso le macchie appenniniche.
II piazzale portava il nome di reVittorio Emanuele II. Dal secondo dopoguerra, è stato ripristinato il nome antico "del Fosso" in ricordo del fossato che scorreva lungo le mura esterne, ricoperto nel 1834. Sull'antico bastione si trova ilMonumento adAntonio Mordini, statua in bronzo eretta su una base a sua volta posta su una roccia, opera dello scultoreRaffaello Romanelli, inaugurato il 28 agosto1905. La figura, con e braccia conserte e il mantello sulla spalla, appare una rimeditazione sulSan Giorgio di Donatello[11].
Opera diFrancesco Petroni ed eseguito nel 1927, il monumento si compone di un bassorilievo in bronzo in una struttura in muratura, davanti alla quale arde la fiamma, tributo agli eroi[12].
Durante la dominazione fiorentina, a Barga venne praticata l’estrazione delDiaspro: una pietra dura composta da quarzo di color rosso sanguigno e trame bianche, utilizzata a scopo ornamentale. Il Diaspro di Barga è stato utilizzato per decorare leCappelle Gentilizie Medicee dellaBasilica di San Lorenzo a Firenze. FuCosimo I de’ Medici a voler realizzare la struttura che doveva preservare la memoria della dinastia dei Medici. Osservando le pareti della cappella funebre, si può notare ancora oggi il tipico colore rosso del Diaspro di Barga.[13]
Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre2010 la popolazione straniera residente era di 864 persone.Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sulla popolazione totale residente erano:
Il dialetto barghigiano, in virtù delle vicende storiche della città, presenta differenze peculiari rispetto al resto dei dialetti dellaValle del Serchio. Il barghigiano fa, infatti, parte delgruppo fiorentino[15] pur avendo inevitabilmente subìto influssi dal dialetto lucchese e dalle parlate basso garfagnine-versiliesi. Numerose sono, quindi, le espressioni di chiara derivazione fiorentina: ad esempio l'ingresso di un palazzo, noto come "loggia" in lucchesia, a Barga è definito "àndito", infiorentino; analogamente, a Barga ci si riferisce alle ore 13.00 come altocco, proprio come aFirenze ed analogamente a Barga si sente dire " in du vai bischero " proprio come a Firenze. Diversi segni portano, inoltre, a pensare che le varianti montane del barghigiano (parlate a Renaio, Sommocolonia, Tiglio e nella montagna del comune di Coreglia Antelminelli) fossero, in origine, parlate di tipo basso garfagnino-alto versiliese poi, in parte, toscanizzatesi[15].
La cucina barghigiana è principalmente basata sullacucina fiorentina, con adattamenti che si sono resi inevitabili sulla base delle caratteristiche e dei prodotti tipici del territorio. Tra le specialità di origine fiorentina che è possibile trovare con facilità a Barga (a differenza del resto dellaProvincia di Lucca) vi sono:pane sciocco (senza sale otoscano), crostini di fegatini, ribollita,baccalà alla fiorentina, peposo alla fornacina, fagioli all'uccelletto, farinata,castagnaccio (torta di necci nel resto della lucchesia), cenci, frittelle di necci, schiacciata toscana (focaccia nel resto della lucchesia), zuccotto. Numerose sono state, nel corso dei secoli, le influenze dellacucina lucchese, garfagnina e pisana, riscontrabili nei seguenti piatti: crostini con salse vegetali, zuppa frantoiana, zuppa di farro, pappardelle al cinghiale, trota di fiume alla griglia,manafatoli, salumi suini di origine locale, formaggi pecorini e caprini di origine locale, fritto misto di verdure di bosco, buccellato con uvetta.
A Barga si svolge durante la seconda metà di luglioLive in Barga (meglio conosciuta comeFesta del Centro Storico akaFesta delle Piazzette), vero e proprio festival della musica dal vivo (nell'ultima edizione2013 si sono tenuti più di 50 concerti in 11 serate). Organizzato dalla localeAssociazione Pro Loco[17] in collaborazione con l'amministrazione comunale e con la direzione artistica delBarga Jazz Club[18].
Nella seconda metà di agosto si tiene il famoso concorso internazionaleBarga Jazz Festival che richiama ogni anno appassionati di musica jazz da tutta Italia ed oltre.
Nel 2009 l'attoreJoseph Fiennes ha scelto Barga come location per il suo matrimonio con la modella Maria Dolores Dieguez.
La frazione principale del comune èFornaci di Barga, che sorge a 165 m s.l.m. sulla riva sinistra del fiume Serchio e costituisce il centro nevralgico e commerciale del territorio comunale e dell'interaMedia Valle del Serchio grazie alla presenza di numerose attività commerciali e industriali.
Le altre frazioni del comune di Barga vengono convenzionalmente suddivise in urbane e montane: Albiano,Castelvecchio Pascoli, Loppia, Mologno, Ponte all'Ania e San Pietro in Campo sono considerate frazioni urbane, mentre Renaio,Sommocolonia e Tiglio sono frazioni montane.
Loppia, situata tra Barga e Fornaci di Barga, è sede di una pieve romanica; in località Filecchio nel mese di settembre si svolge invece la sagra della Polenta e degli Uccelli.Castelvecchio Pascoli è nota per il fatto che vi si stabilì, nel 1895, il poetaGiovanni Pascoli: la casa, rimasta così com'era alla sua morte per volontà della sorella Maria, è ancora pervasa dall'atmosfera creata dal poeta. Mologno sorge lungo laStrada regionale 445 della Garfagnana, attorno allastazione ferroviaria di Barga-Gallicano. La frazione, mero agglomerato di caseggiati fino a pochi anni or sono (onde la denominazione alternativa diBarga Stazione), ha conosciuto un importante sviluppo edilizio a partire dagli anni novanta. Nell'ex magazzino merci ferroviario è stata realizzata una chiesa, dedicata ai SS. Angeli Custodi, e nel paese sono state impiantate alcune attività commerciali.San Pietro in Campo sorge a circa 1,5 km a sud di Barga lungo l'omonima via che prende origine da Largo Roma e prosegue con il Viale dei Barghigiani nel Mondo, dedicato al fenomeno dell'emigrazione che caratterizzò Barga e il suo versante appenninico nel Novecento. San Pietro in Campo ha acquisito, nel corso degli anni ottanta, una vocazione agro-artigianale. Da segnalare è la chiesa di San Pietro Apostolo, sita nell'omonima via, restaurata nei primi anni 2000. Tipica è, ogni fine agosto, la Sagra del maiale nella quale si possono assaggiare le prelibatezze della cucina barghigiana che mantiene i caratteri tipici della cucina fiorentina. Il comitato del quartiere (patrocinato dall'amministrazione comunale) organizza periodicamente tornei e feste. Da ricordare una lirica diGiovanni Pascoli, barghigiano d'adozione: "Il soldato di San Pietro in Campo".
La montagna barghigiana è costituita dalle frazioni di Renaio, Sommocolonia e Tiglio. In tale contesto è particolarmente apprezzato il piccolo borgo diSommocolonia, dominato da una Rocca da cui è visibile un ampio panorama sullaMedia Valle del Serchio. Nellachiesa di San Giusto a Tiglio di sopra è un gruppo trecentesco dell'Annunciazione, di cultura pisana con influenze nordiche[20] ed un altare ligneo iniziato nel 1653 daGiovanni Verzoni, della famiglia di intagliatori di Barga e completato daFrancesco Santini, della bottega di legnaioli di Borgo a Mozzano[7].
^abClaudio Casini,La scultura dalla seconda metà del Quattrocento al Settecento, inArte nella Valle del Serchio. Tesori in Garfagnana e Mediavalle dall'Alto Medioevo al Novecento, Lucca, 2018, pag. 185.
^Paola Betti,La pittura tra Cinquecento e Settecento, inArte nella Valle del Serchio. Tesori in Garfagnana e Mediavalle dall'Alto Medioevo al Novecento, Lucca, 2018, pagg. 214 - 215.
^Marco Frati,Scrigni di pietra. Edifici religiosi nella valle del Serchio tra XI e XIV secolo, inArte nella Valle del Serchio. Tesori in Garfagnana e Mediavalle dall'Alto Medioevo al Novecento, Lucca, 2018, pag. 34.
^Claudio Casini,La scultura dalla seconda metà del Quattrocento al Settecento, inArte nella Valle del Serchio. Tesori in Garfagnana e Mediavalle dall'Alto Medioevo al Novecento, Lucca, 2018, pag. 172.
^abSilvestra Bietoletti,Per un itinerario otto-novecentesco nella valle del Serchio, inArte nella Valle del Serchio. Tesori in Garfagnana e Mediavalle dall'Alto Medioevo al Novecento, Lucca, 2018, pag. 264.
^Silvestra Bietoletti,Per un itinerario otto-novecentesco nella valle del Serchio, inArte nella Valle del Serchio. Tesori in Garfagnana e Mediavalle dall'Alto Medioevo al Novecento, Lucca, 2018, pag. 273.
^Stefano Martinelli,La scultura dal Duecento alla metà del Quattrocento, inArte nella Valle del Serchio. Tesori in Garfagnana e Mediavalle dall'Alto Medioevo al Novecento, Lucca, 2018, pag. 118.