Labanconota (detta anchebiglietto di banca[1],cartamoneta[2] omoneta cartacea) è uno strumento dipagamento rappresentato da un bigliettocartaceostampato, privo divalore intrinseco diretto.
Il termine deriva dall'espressionenota dibanco, e risale alXIV secolo; in origine essa riconosceva il diritto del possessore della nota di ritirare il metallo prezioso (solitamenteoro oargento) depositato presso unbanchiere (si trattava cioè dimoneta cartacea rappresentativa).
BanconotaJiaozi delladinastia Song, la prima banconota conosciuta del mondo.
Il primo a introdurre l'uso di banconote di carta fu l'imperatore cineseXian Zong nell'806 d.C. Chi possedeva metallo prezioso aveva interesse a depositarlo presso operatori specializzati nella sua conservazione e protezione dai ladri. Inoltre aveva interesse a rivolgersi ai banchieri per trasferire i metalli preziosi senza doversi sobbarcare il costoso e rischioso trasporto. Bastava trasferire iltitolo finanziario e incassare il metallo presso un secondo orafo-banchiere, collegato al primo da legami di affari.
Tali documenti, già impiegati inCina ai tempi diMarco Polo, erano più facili da trasportare del metallo prezioso e inoltre potevano essere emessi anche per valori nominali superiori al valore del metallo prezioso custodito dai banchieri.
Ciò era possibile perché le esigenze di cassa dei banchieri consentivano loro di tenere sotto forma di riserva solo una parte del metallo prezioso depositato, usando la restante parte per concedereprestiti o effettuare pagamenti per conto di terzi; inoltre le effettive richieste di conversione delle riserve metalliche depositate divennero sempre minori, dato che la fiducia degli operatori aveva determinato l'affermazione delle banconote stesse come circolante; infine l'emissione di moneta sotto forma di banconote, costituendo una forma dicredito, aveva effetti espansivi sull'economia (oltre che suiprofitti dei banchieri), che pertanto era beneficiata dalla scelta di detenere solo una parte del metallo prezioso sotto forma di riserve.
Il più antichi esempi di banconote giunti sino a noi, quelle definite da Marco Polo "moneta volante", furono emesse tra il 1264 e il 1341, durante la dinastia Yuan[3]. La carta con cui esse erano realizzate era ricavata dalla scorza di gelso, facilmente reperibile in quel periodo in Cina.
La vera nascita e diffusione delle banconote in Europa risalirebbe alXVIII secolo, ma non si può che restringere il campo all'Inghilterra e a qualche altro paese, dal momento che pochissimi paesi in quel periodo ne facevano uso. Il primo grande deterrente contro la contraffazione era la pena di morte per i falsari, ma questo non era di per sé sufficiente a ostacolare la contraffazione. Nel XVIII secolo in Inghilterra la circolazione delle banconote non era particolarmente diffusa e, a causa di ciò, il miglioramento delle tecniche di produzione di banconote non era considerato una questione urgente.
Il primo tentativo di unabanca centrale di emettere banconote ci fu nel 1661 grazie alle idee diJohan Palmstruch durante la sua direzione delBanco di Stoccolma;[5] la prima banca che iniziò a emettere banconote in modo permanente fu però laBanca d'Inghilterra, che iniziò a emettere banconote nel 1695 con la promessa di pagare al portatore il valore della moneta su richiesta. Erano inizialmente scritte a mano per un valore prestabilito e legate al deposito personale o come prestito.
In Italia la prima serie di cartamoneta riporta la data del 1 gennaio 1746, autorizzata con Regio Editto del 26 settembre 1745 daCarlo Emanuele III di Savoia ed emessa nei tagli da 100, 200, 500, 1000 e 3000 lire, molto elevati per l'epoca. Le "banconote" fruttavano l'interesse del 4% annuo per quattro anni e si erano rese necessarie per finanziare la guerra contro Francia e Spagna (che si concluse nel 1748 con i trattati diAquisgrana). Di questa serie, il 13 febbraio 2025, il numismaticoGerardo Vendemia ha donato al Museo della Moneta dellaBanca d'Italia il "disegno originale" del valore da mille lire. Il disegno era necessario per realizzare i cliché per la stampa e riporta le firme dei due "mastri auditori" Bocca e Rambaudi, i quali firmarono anche gli esemplari destinati alla circolazione[6]. La serie del 1746 venne particolarmente apprezzata dalla popolazione e quindi estesa ai tagli inferiori, fino a quello da 10 lire, che consentivano di utilizzarle più agevolmente nelle transazioni commerciali. Dopo qualche anno dalla prima emissione, si perse l'interesse annuo dall'emissione, avvicinando la cartamoneta al più moderno concetto di banconota.
Nel XVIII secolo, le banconote venivano prodotte principalmente attraverso l'incisione su lastra di rame e la successivastampa ed erano a faccia singola. Le tecnologie per produrre banconote rimasero sostanzialmente le stesse durante tutto il XVIII secolo.[7] Le prime banconote furono prodotte attraverso una tecnica di stampa a intaglio, che consisteva nell'incidere a mano una lastra di rame e poi coprirla con inchiostro per stampare le banconote. Solo con questa tecnica era possibile, allora, imprimere le linee dell'incisione sulla carta e produrre buone banconote. Un altro fattore che rese più difficile la contraffazione delle banconote era il tipo di carta utilizzato, dal momento che la carta utilizzata per le banconote era diversa da quella che all'epoca era in commercio. Nonostante questo, i falsari riuscirono a contraffare le banconote, coinvolgendo e consultando i produttori di carta, al fine di imparare a creare un tipo di carta simile da soli.[8] Anche lafiligrana venne usata come strumento contro la contraffazione e il suo uso per le banconote è documentato sin dall'apparizione delle prime banconote in Europa. L'applicazione della filigrana avveniva attraverso la cucitura di un sottile filo dopo la stesura della polpa di carta. Il primo utilizzo documentato della filigrana all'interno di banconote risale al 1697 per opera di un produttore di carta diBerkshire il cui nome era Rice Watkins.[8] La filigrana, insieme a un tipo di carta speciale, avrebbero dovuto rendere più difficile e costoso falsificare banconote, dal momento che, per poterle falsificare, erano necessari anche macchinari per la produzione di carta più complessi e costosi.
In seguito inInghilterra ci fu una graduale evoluzione verso note di valore fisso, e a partire dal 1745 furono stampate banconote standardizzate del valore che andava da £20 a £1,000. Banconote stampate per intero, che non richiedevano il nome del creditore e lafirma del cassiere, apparvero per la prima volta nel 1855.[9] All'inizio del XIX secolo l'aumento rapido della richiesta di banconote costrinse le banche a migliorare gradualmente le tecnologie impiegate.[8] Nel 1801, lafiligrana, che in precedenza era rettilinea, divenne ondulata, grazie all'idea di un produttore di filigrana il cui nome era William Brewer. Ciò rese ancora più difficile la contraffazione delle banconote, perlomeno nel breve periodo: nel 1803 il numero di banconote contraffatte era sceso a soli 3000, rispetto ai 5000 dell'anno precedente.[10] Nello stesso periodo le banconote diventarono anche a doppia faccia e con disegni più complessi; le banche arrivarono addirittura a chiedere a maestranze di incisori e artisti di aiutarli a rendere le loro banconote più difficili da contraffare (la cosiddetta "ricerca della banconota inimitabile").[11]
Dopo l'esperienza dellarivoluzione francese con l'istituto degliassegnati, furono i funzionari francesi diNapoleone a imporre in tutta Europa l'uso di carta moneta. NelXIX secolo però, la moneta cartacea poteva ancora essere sentita come un sostituto della vera moneta metallica, essendo sempre possibile la riconversione in oro. Si arrivò, nei momenti di crisi, a stabilire ilcorso forzoso, cioè la sospensioneex lege della convertibilità. In Europa poi, nel periodo di relativo benessere dell'inizio delXX secolo, si assistette addirittura ad una situazione in cui il corso delle banconote faceva aggio sull'oro: nella libera fluttuazione tra moneta cartacea fiduciaria e moneta aurea, ci furono momenti in cui i cittadini preferivano la comodità della cartamoneta rispetto alla poca praticità della moneta metallica.
Lo scoppio dellaprima guerra mondiale portò ben presto allaiperinflazione, addirittura rovinosa per ilmarco tedesco: il finanziamento delle spese belliche era avvenuto infatti attraverso l'emissione di moneta cartacea. La libera convertibilità rimase una prerogativa degliStati Uniti d'America, che anche per questo divennero il centro dell'economia monetaria mondiale fino allagrande depressione del1929, per affrontare la quale il presidenteRoosevelt effettuò unasvalutazione a freddo, accompagnata da altre drastiche misure.[12]
Con questi provvedimenti Roosevelt stabilì che le monete d'oro non avevano piùcorso legale negli Stati Uniti, e la gente dovette convertire le proprie monete d'oro in altre forme di valuta; questa legge portò gli Stati Uniti fuori dal cosiddettogold standard, e inoltre implicò anche la fine della regola per cui la valuta cartacea degli Stati Uniti poteva essere scambiata con oro in tutte le banche della nazione.[13] La centralità dell'oro venne comunque ribadita nel sistema diconferenza di Bretton Woods.
Il passaggio alla moneta cartacea avvenne nelsecondo dopoguerra con la fine degliaccordi di Bretton Woods nel1971, quando gli Stati Uniti dichiararono la fine di ogni rapporto di conversione tra banconote e oro (passando definitivamente allamoneta cartacea convenzionale). Ciononostante su alcune banconote è rimasta per lungo tempo una scritta che ricordava l'antico diritto del portatore di ricevere metallo prezioso presentando la banconota posseduta.
La moneta cartacea ha subito un'altra modifica, venendo sempre più spesso sostituita dallamoneta elettronica, costituita dacarte di credito normalmente in plastica e da una banda magnetica (emesse da società finanziarie, banche o istituti di credito o del credito al consumo all'uopo autorizzate), che consente la memorizzazione di dati sia dell'utente (titolare intestatario della carta) che di eventuali altri dati (quali: codice PIN serie numerica di cifre diverse o uguali, alfabetica insieme di vocali e/o consonanti, oppure alfanumerica composta da numeri e lettere, onde reprimere frodi), oppure altri dati riferiti a operazioni e transazioni effettuate tra le società emittenti la carta e l'utente.
Le caratteristiche delle banconote, i loro materiali e le tecniche di produzione (così come il loro sviluppo nel corso della storia) sono argomenti che solitamente non vengono studiati dagli storici in modo approfondito, sebbene ci siano oggi un certo numero di libri che spiegano in dettaglio come le banconote fossero effettivamente prodotte. Ciò è dovuto principalmente al fatto che gli storici tendono a dare la priorità alla comprensione teorica di come funzionava il denaro piuttosto che a come venisse prodotto.[14]
La banconota strettamente detta, rappresenta la parte cartacea dellamoneta legale emessa da unabanca centrale.
Si presenta in genere sotto forma di biglietto composto da fibre di cotone, lino ecanapa (che la rendono più resistente della carta), oppure sotto forma dipolimero plastico (adottato ad esempio nelle banconote emesse inRomania,Macedonia del Nord,Canada e inAustralia).
Per comprendere meglio come essa possa costituire un mezzo di scambio è opportuno fare delle distinzioni tra:
moneta cartacea rappresentativa, il cui valore dipende dal fatto che essa costituisce untitolo rappresentativo di un corrispondente deposito bancario in metallo prezioso;
moneta cartacea fiduciaria, il cui valore dipende dal fatto che unabanca garantisce la convertibilità in metallo prezioso, nonostante abbia emesso una quantità di moneta cartacea superiore rispetto alle sue effettive capacità di copertura (facendo affidamento sull'utilizzo diretto della moneta cartacea come circolante, che dipende dalla fiducia dei depositanti - e di chi riceve moneta cartacea in pagamento - relativamente alla capacità della banca stessa di far fronte a eventuali richieste di conversione in metallo prezioso);
moneta cartacea convenzionale, il cui valore è totalmente svincolato dalla presenza di metalli preziosi a copertura, ed è garantito fondamentalmente dal fatto di essere riconosciuta comemoneta a corso legale in un determinato stato (nei sistemi monetari attuali, totalmente svincolati dai metalli preziosi, la banconota appartiene a tale categoria).
In Italia hanno circolatobiglietti di Stato contemporaneamente alle banconote della Banca d'Italia. Giuridicamente il biglietto di Stato non è una banconota: non reca la dicitura della banca, ma dello Stato emittente, poiché la sua emissione era di competenza del Ministero del Tesoro. Questa tipologia di cartamoneta nacque per limitare la circolazione di moneta metallica e più volte se ne è fatto ricorso nel XIX e XX secolo.[15]
Il valore delle banconote (come in generale dellamoneta) non dipende soltanto dalledisposizioni di legge, ma anche dall'effettiva accettazione della moneta da parte di chi la usa.
Qualora non vigesse ilcorso legale, chi deve riceverla potrebbe sempre decidere di non accettarla nel caso in cui pensasse di non poterla usare come mezzo di pagamento. Anche in presenza di un regime di corso legale però la fiducia nella moneta è determinante nello stabilire il suopotere d'acquisto, e ogni calo nella fiducia può determinare fenomeni d'inflazione, che a loro volta possono aggravare la sfiducia stessa, innescando così un processo moltiplicativo, noto comeiperinflazione.
Regio decreto 28 aprile 1910, n. 204 - Che approva l'annesso testo unico di legge sugli Istituiti d'emissione e sulla circolazione dei biglietti di Banca.
Art. 142 (contraffazione)Regio decreto 28 aprile 1910, n. 204 - Che approva l'annesso testo unico di legge sugli Istituiti d'emissione e sulla circolazione dei biglietti di Banca.
^Per porre fine alla crisi generalizzata delle banche deglianni trenta, Roosevelt emanò un decreto esecutivo e, con l'Emergency Banking Act (marzo1933) e ilGold Reserve Act (gennaio1934), proibì la circolazione e il possesso privato a scopo di circolazione di monete d'oro degli Stati Uniti, con l'eccezione per le monete da collezione.
^Si ricorda l'aneddoto dello statunitense che tenta di far valere il diritto, presente sul dollaro con la dicituraRedimibile in moneta legale presso il Tesoro degli Stati Uniti o qualsiasi banca della Riserva Federale, come indice di come la riforma del 1934, che fece scomparire negli USA la distinzione tra la moneta legale e qualsiasi altro genere di moneta, stentasse ad entrare nella consapevolezza collettiva.[senza fonte]