Lo Stato di Bahia fu l'ultimo ad aderire alla confederazione nata dopo la dichiarazione di indipendenza del Brasile, rimanendo sotto il controllo della corona portoghese fino al 2 luglio 1823.
Bahia fu un importante centro della coltivazione dicanna da zucchero dalXVI alXVIII secolo, periodo a cui risale la fondazione di numerose città storiche. L'economia dipendeva dal lavoro deglischiavi africani (basti pensare che il 37% degli schiavi neri deportati nelle Americhe furono condotti in Brasile), la maggioranza dei quali entrava in Brasile passando per Bahia, da dove venivano poi condotti nelle piantagioni disseminate nel Paese[1].
Un tempo centro deltraffico degli schiavi in Brasile, Bahia possiede la più forte impronta africana, in termini di cultura e usanze, di tutto il Brasile. Questo patrimonio include le pratiche disincretismo religioso di origineYoruba delCandomblé, le arti marziali note comecapoeira, le musiche di chiara impronta africana (samba,afoxé eaxé) e una cucina che presenta molte caratteristiche in comune con quella dell'Africa occidentale.
Vi sono inoltre alcunetribù diindios, fra cui iPataxó, che risiedono lungo la costa meridionale e nelle zone interne, nella riserva delMonte Pascoal.Inoltre l'incrocio con le popolazioni native (vari popoli ma abbastanza omogenei geneticamente) e quelle africane diede origine a una nuovaetnia, dettacafusa, tipicamente bahiana, formata da individui di alta statura, con capelli lisci, carnagione mulatta e una fisionomia più simile a quella degli abitanti originari che non a quella africana, anche per successivi incroci con le popolazioni di origine europea.
Nel 2017 la regione nord-orientale è stata il maggior produttore dicocco nel Paese (il 74,0% della produzione nazionale, 351 milioni di frutti). Tuttavia, il settore ha subito una forte concorrenza e ha perso mercato a favore diIndonesia,Filippine eIndia, i maggiori produttori mondiali, che esportano acqua di cocco persino in Brasile. Oltre ai problemi climatici, la bassa produttività delle palme da cocco è legata alla varietà coltivata e alla tecnologia utilizzata nelle regioni costiere, dove cresce la maggior parte degli alberi di cocco e dove prevale ancora il sistema di coltivazione semi-estrattiva, a bassa fertilità e senza l'adozione di pratiche di gestione colturale. I tre stati che hanno la produzione maggiore (Bahia, Sergipe e Ceará) hanno una resa tre volte inferiore a quella del Pernambuco, che si trova al 5º posto nella produzione nazionale.[3]
Nella produzione dicacao Bahia ha guidato a lungo la produzione brasiliana. Oggi condivide la leadership della produzione nazionale con lo stato del Pará, che nel 2017 ha ottenuto per la prima volta la prima posizione. Nel 2019 nel Pará sono state raccolte 135 000 tonnellate di cacao contro 130 000 del Bahia. L'area del cacao di Bahia è tre volte più grande di quella del Pará, ma la produttività del Pará è tre volte maggiore. Ciò è dovuto al fatto che i raccolti a Bahia sono più estrattivi e quelli in Pará hanno uno stile più moderno e commerciale; inoltre, i paraensi utilizzano semi più produttivi e resistenti, e la regione favorisce resistenza a Scopa della strega.[4]
Nel 2020 Bahia produceva 4,7 milioni di tonnellate dicanna da zucchero, a fronte di una produzione nazionale di 672,8 milioni di tonnellate (il Brasile è il più grande produttore mondiale).[5]
Con 1,5 milioni di tonnellate raccolte nel 2019, Bahia è il secondo maggior produttore dicotone in Brasile, dopo il Mato Grosso.[6][7][8]
Nel 2019 il Brasile, il più grande produttore mondiale disoia, ha prodotto quasi 120 milioni di tonnellate, di cui Bahia 5,3 milioni di tonnellate.[9]
Nella produzione dimais nel 2018 il Brasile è stato il terzo produttore mondiale, con 82 milioni di tonnellate, e Bahia il più grande produttore del Nordest: 2,2 milioni di tonnellate.[10] Insieme a Cearà, Bahia è il maggior produttore del Nordest anche per quanto riguarda ifagioli.[11]
Comemanioca, nel 2018 il Brasile ha prodotto 17,6 milioni di tonnellate nel 2018. Bahia è decima a livello nazionale con 610 000 tonnellate.[12]
Nella produzione diarance, Bahia è stato il 4° produttore del Brasile nel 2018, con un totale di 604 000 tonnellate, il 3,6% della produzione nazionale.[13]
Bahia è il secondo più grande produttore di frutta del Paese, con oltre 3,3 milioni di tonnellate all'anno, dietro a San Paolo, e uno dei principali produttori nazionali di dieci tipi di frutta. Nel 2017 ha guidato la produzione di cajarana, cocco, frutta secca o pigna, soursop, umbu, jackfruit, licuri, mango e frutto della passione, ed è al secondo posto in cacao mandorla, atemoia, cupuaçu, lime e limone, terzo in banana, carambola, guava, papaya, anguria, melone, ciliegia, melograno e uva da tavola. In tutto, 34 prodotti della frutticoltura di Bahia hanno un ruolo importante nell'economia nazionale.[14][15]
Nella produzione dipapaya, nel 2018 Bahia è stato il 2º stato produttore del Brasile, quasi alla pari con Espírito Santo: 337 000 tonnellate.[16]
Bahia è stato il più grande produttore dimango nel 2019: 281 000 tonnellate. Juazeiro (130 000 tonnellate all'anno) e Casa Nova (54 000 tonnellate all'anno) sono in cima alla lista delle città brasiliane che guidano la coltivazione della frutta.[14]
Nella produzione dibanana nel 2018 Bahia è stata il secondo produttore nazionale.[17]
Bahia è il più grande produttore brasiliano diguaraná. Nel 2017 la produzione brasiliana è stata di circa 3,3 milioni di tonnellate. Bahia ha raccolto 2,3 milioni (principalmente nella città di Taperoá). Nonostante il frutto sia originario dell'Amazzonia, dal 1989 Bahia l'ha battuta in termini di volume di produzione e produttività del guaranà, grazie al fatto che il suolo di Bahia è più favorevole, oltre all'assenza di malattie nella regione. Gli utilizzatori più famosi del prodotto, comeAmbev eCoca-Cola, acquistano tuttavia dal 90% al 100% del guaranà dalla regione amazzonica. I prezzi del guaranà baiano sono ben al di sotto di quelli di altri stati, ma le esenzioni fiscali del Sudam portano l'industria delle bevande a preferire l'acquisto di semi nel nord, il che aiuta a mantenere il più alto valore aggiunto del guaranà amazzonico. Le industrie farmaceutiche e gli importatori, invece, acquistano più guaranà da Bahia, a causa del prezzo.[18]
Nel 2017 Bahia aveva il 30,9% dicapre e il 20,9% dipecore rispetto al totale nazionale.Casa Nova si è classificata al primo posto nella classifica municipale con il maggior numero di entrambe le specie.[19]
Nel 2017 Bahia aveva l'1,68% della partecipazione mineraria nazionale (4º posto nel paese). Bahia aveva una produzione dioro (6,2 tonnellate per un valore di 730 milioni diR$),rame (56 000 tonnellate, per un valore di 404 milioni di R$);cromo (520 000 tonnellate, per un valore di 254 milioni di R$) evanadio (358 000 tonnellate, per un valore di 91 milioni di R$).[20]
Bahia aveva un PIL industriale di 53,0 miliardi di R$ nel 2017, pari al 4,4% dell'industria nazionale. Impiega 356 997 lavoratori nel settore. I principali settori industriali sono: edilizia (24,8%), servizi industriali di pubblica utilità, come elettricità e acqua (15,0%), derivati del petrolio e biocarburanti (13,8%), prodotti chimici (9,4%) e alimenti (6,1%). Questi 5 settori concentrano il 69,1% dell'industria statale.[21]
In Brasile, il settoreautomobilistico rappresenta quasi il 22% del PIL industriale. Bahia ha una fabbricaFord. È stata aperta aCamaçari nel 2001. Il settore automobilistico baiano, guidato da Ford, è stato nel 2005 il terzo maggior contributore (14,6%) alPIL baiano.[22][23]
Date le sue particolari caratteristiche Bahia è considerata una delle principali località turistiche internazionali. La sua fama è dovuta in gran parte al patrimonio artistico-culturale lasciato dai popoli colonizzatori venuti da altri continenti, dalla fusione di dottrine religiose di origine diversa, e per la varietà culturale. Il suo importante passato è testimoniato dalquartiere delPelourinho dichiarato dall'UNESCO patrimonio mondiale dell'umanità. Oltre al lato culturale, Bahia offre molte attività mondane. La sua capitale, Salvador è una dellemetropoli brasiliane più importanti, e conta molte bellezze naturali, tra cui50 km dispiagge e moltiparchi naturali, quale ad esempio la zona naturalistica diPraia do Forte, bellissimo paesino sulla costa50 km a nord di Salvador, sede del progettoTAMAR, associazione naturalistica che si occupa della salvaguardia delletartarughe marine.
Salvador si sviluppa in parte su unapenisola che costituisce la porta di ingresso dellaBaía de Todos-os-Santos, laBaia di Tutti i Santi, così chiamata dai primi navigatori portoghesi che vi giunsero il 1º novembre, giorno di Ognissanti, appunto.
Molto frequentata dagli abitanti di Salvador è l'isola di Itaparica, situata10 km a sud-est della Bahia e raggiungibile in 30 minuti dibattello dal porto vecchio di Salvador oppure, con l'auto al seguito, in 50' ditraghetto partendo dal terminale di S. Joaquim. L'isola, collegata a ovest alla terraferma attraverso un ponte di1500 m, è ricoperta da una lussureggiantevegetazione tropicale.
^Stuart B. Schwartz,Sugar Plantations in the Formation of Brazilian Society: Bahia, 1550-1835, 0521313996, 9780521313995, Cambridge University Press, 1986.