in questa terra devastata.Chi mai si può sentire felice in questo mondo effimero?
Dite alle mie emozioni di andare via, non c'è più spazio nel mio cuore ferito.
Ho chiesto di vivere a lungo: mi sono stati concessi quattro giorni.Due li ho passati a sognare e due ad aspettare.
Certo che l'usignolo non si può lamentare del giardiniere o del cacciatore:Essere messi in gabbia a primavera è solo colpa del destino.
Come è sfortunato Ẓafar! Per la sua tombanemmeno due metri di terra ci sono per lui, con la sua amata. (Poesia di Bahadur Shah II)»
Fu l'ultimo membro delladinastia timuride. Era figlio diAkbar II e di Lāl Bai,rajput hindu. Divenne imperatore Mughal alla morte di suo padre, nel settembre 1837. Ha usato il nomeẒafar, che vuol dire "vittoria", come poetaurdu e ha composto numerosighazal sotto tale nome. Nel 1857,Lord Dalhousie, governatore generale dell'India al tempo, aveva insultato l'imperatore chiedendo a lui e ai suoi discendenti di lasciare ilForte Rosso, il palazzo imperiale di Delhi. In seguito, Lord Canning, il successivo Governatore Generale dell'India, annunciò nel 1856 che ai successori di Bahādur Shāh non sarebbe mai più stato consentito di usare il titolo di Re. Simili scortesie furono avvertite chiaramente e sfavorevolmente dal popolo e dai vari governanti indiani.
Durante iMoti indiani del 1857, Bahādur Shāh Ẓafar si autoproclamò Imperatore di tutta l'India. Molti osservatori contemporanei e studiosi moderni suggeriscono tuttavia che egli fosse obbligato a ciò daisepoy e dai suoi cortigiani - contro la sua stessa volontà - a sottoscrivere tale proclamazione. I civili, la nobiltà e altri dignitari, giurarono fedeltà all'Imperatore. L'Imperatore coniò monete a suo nome, uno dei simboli più antichi per asserire il proprio status imperiale, e il suo nome fu così aggiunto nellakhuṭba: l'accettazione da parte deimusulmani, nella preghiera del mezzogiorno del venerdì in moschea, del fatto che egli fosse il legittimo sovrano.
Inizialmente i soldati indiani erano in condizione di respingere in modo credibile le forze dellaCompagnia e conquistarono numerose importanti città nell'Haryana, nelBihar, nelle Province Centrali e nelle Province Unite diĀgrā eOudh. Allorché i britannici ricevettero rinforzi e avviarono il loro contrattacco, i sepoy che erano insorti furono svantaggiati in modo particolare dalla loro mancanza di un comando centrale e di un sistema unico di controllo. Sebbene identificassero alcuni leader naturali, comeBakht Khan (che sarebbe stato in seguito nominato dall'Imperatore comandante in capo, dopo che suo figlioMĭrzā Mughal s'era dimostrato inetto al compito), per la maggior parte essi furono obbligati a rivolgersi per l'azione di comando araja e prìncipi. Alcuni di questi si dimostrarono capaci e motivati, altri invece mostrarono tutto il loro egoismo e la loro incapacità.
Rao Tularam dell'Haryana, unitamente aPran Sukh Yadav, combatté contro l'esercito britannico aNasibpur e poi si recò ad acquisire armi provenienti dallaRussia, che all'epoca era in guerra colRegno Unito nellaGuerra di Crimea, ma morì lungo la strada. Quando un capo tribale diPeshāwar inviò una missiva offrendo il proprio aiuto, il Re rispose che non sarebbe andato aDelhi per il fatto che le casse del Tesoro erano vuote e perché l'esercito sarebbe diventato ingovernabile.[1]
I britannici furono forzatamente lenti nella loro reazione. Sarebbe stato necessario un lungo lasso di tempo perché le truppe britanniche in patria giungessero in India per via marittima, sebbene alcuni reggimenti si muovessero attraverso laPersia dalfronte crimeano e altri reggimenti già lungo la strada per raggiungere laCina fossero dirottati alla volta dell'India.
Ci volle tempo perché i britannici organizzassero le truppe già stanziate in India in truppe da combattimento, ma infine due colonne militari lasciaronoMeerut eSimla. Avanzarono lentamente versoDelhi e impegnarono battaglia, uccisero e impiccarono numerosi indiani lungo il tragitto. Due mesi dopo il primo esplodere della guerra a Meerut, i due fronti contrapposti si scontrarono pressoKarnal. La forza combinata (che comprendeva due unitàGurkha che servivano nell'Esercito del Bengala a contratto, provenendo dalRegno del Nepal), affrontarono il grosso dell'esercito nemico aBadli-ke-Serai e li respinsero su Delhi.
I britannici stabilirono una base sul crinale settentrionale di Delhi e l'assedio di Delhi cominciò, per proseguire con durezza dal1º luglio al21 settembre. Tuttavia l'accerchiamento fu eseguito fra gravi difficoltà e gli insorti ebbero facilmente modo di ricevere rifornimenti e rinforzi. Per numerose settimane sembrò che quelle difficoltà, unite alle defatiganti e continue sortite degli insorti da Delhi, avrebbero obbligato i britannici al ritiro, ma l'esplodere dell'insurrezione delPunjab fu prevenuta o soppressa sul nascere, consentendo alla britannicaColonna Mobile del Punjab, composta da soldatiSikh ePathan, al comando del generale John Nicholson di rafforzare l'esercito britannico assediante sul Ridge il 14 agosto.
Il pesante assedio tanto lungamente atteso riuscì finalmente a essere organizzato e dal 7 settembre i cannoni d'assedio aprirono brecce nelle mura della città e misero a tacere l'artiglieria dei patrioti indiani. Un tentativo di irrompere nella città attraverso le brecce e laPorta del Kashmir fu attuato il14 settembre. Gli attaccanti guadagnarono un punto d'appoggio all'interno della città ma soffrirono pesanti perdite, ivi compreso John Nicholson. Il comando britannico avrebbe voluto ritirarsi ma fu persuaso a resistere dai suoi giovani ufficiali. Dopo una settimana di combattimenti strada per strada, i britannici conquistarono ilForte Rosso. Bahadūr Shāh era a quel punto già fuggito verso latomba di Humāyūn. I britannici avevano preso nuovamente il controllo della città.
Le truppe della forza assediante procedettero al saccheggio e alla devastazione di Delhi. Un ampio numero di cittadini fu massacrato per ritorsione delle uccisioni da parte degli insortisepoy di cittadini europei e di loro collaboratori indiani. L'artiglieria fu portata nella moschea principale della città e i dintorni entro il raggio d'azione dei cannoni furono distrutti dai loro bombardamenti. Furono coinvolte le abitazioni dell'aristocrazia islamica originaria di ogni parte dell'India, che contenevano innumerevoli opere d'arte, di grande valore culturale, artistico, letterario e le collezioni di gioielli in esse contenute furono del tutto perdute o depredate. Tra i capolavori per sempre annichiliti si possono ricordare i capolavori letterari originali del poetaMirza Asadullah Khan Ghalib.
La cattura di Bahadur Shah II dopo l'assedio.
I britannici incarcerarono immediatamente Bahādur Shāh e il giorno dopo stesso l'ufficiale britannicoWilliam Stephen Raikes Hodson sparò ai suoi figli Mīrzā Mughal,Mīrzā Khiżr Sulṭān eMīrzā Abū Bakr che erano sotto la sua custodia nellaKhooni Darwaza (la Porta insanguinata) presso la Porta di Delhi. Le loro teste mozzate furono portate al loro padre nella stessa giornata.
Poco dopo la caduta di Delhi, gli attaccanti vittoriosi organizzarono una colonna per salvare dall'assedio tutte le forze britanniche adĀgrā e poi si mossero alla volta diCawnpore, che fu riconquistata. Ciò concesse ai britannici l'opportunità di poter fruire di una linea di comunicazione continua, anche se esile, fra l'est e l'ovest dell'India.
Bahadūr Shāh fu incriminato per alto tradimento da una commissione militare riunita a Delhi ed esiliato aRangoon,Birmania dove poi morì nel1862, ponendo così fine alla lunga e gloriosa dinastia Mughal. Il 1º marzo 1876 la ReginaVittoria del Regno Unito assunse il titolo diImperatrice d'India su proposta del suo primo ministro,Benjamin Disraeli.
^Qizilbash, Basharat Hussain (30th June 2006) The tragicomic hero. The Nation. Nawai-e-Waqt Group.Copia archiviata, sunation.com.pk.URL consultato il 23 maggio 2007(archiviato dall'url originale il 9 ottobre 2007).