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Avlonyalı Mehmed Ferid Pascià

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Avlonyalı Mehmed Ferid Pascià

Gran visir dell'Impero ottomano
Durata mandato15 gennaio 1903 –
22 Luglio 1908
MonarcaAbdül Hamid II
PredecessoreKüçük Mehmed Said Pascià (VI mandato)
SuccessoreKüçük Mehmed Said Pascià (VII mandato)

Avlonyalı Mehmed Ferid (turco:Avlonyalı Ferit Paşa oAvlonyalı Mehmet Ferit Paşa (Valona,1851Sanremo,1914) è stato unpoliticoottomano di etnia albanese.

Ha servito come Gran Visir dell'Impero Ottomano dal 15 gennaio 1903 al 22 luglio 1908,[1] nel momento in cui il Sultano restaurò laCostituzione del 1876 dopo laRivoluzione dei Giovani Turchi. Oltre alturco ottomano, parlava l'albanese, l'arabo, ilfrancese, l'italiano ed ilgreco.[2][3]

Biografia

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Mehmed Ferid Pascià discendeva dalla illustre ricca famiglia di proprietari terrieri Vlora che aveva molta influenza nell'Albania meridionale (fino a Preveza) e nell'Albania centrale e fornì allo stato ottomano alti funzionari per più di quattro secoli.[1] Suo fratelloSyrja Vlora servì come consigliere economico del sultanoAbdul Hamid II[1] e fra gli altri membri della famiglia, si include il fondatore dello stato moderno albaneseIsmail Qemal Bej Vlora.[4] Durante la sua giovinezza, Ferid frequentò illiceo greco Zosimea aGiannina dove imparò il greco, il francese e l'italiano. Alla fine degli anni '70 del XIX secolo, Ferid Pascià fu coinvolto nellaShoqëri e të Shtypuri Shkronja Shqip (società per la pubblicazione dei letterati albanesi).[1] Dopo il crollo dellaLega di Prizren si dedicò a una carriera nella burocrazia ottomana, diventando governatore diKonya inAnatolia.[1]

Ferid Pascià fu nominatoGran Visir (sadrazam) da Abdul Hamid II nel 1903, dopo che il sultano aveva sconfitto il movimento dellaLega di Peja e chiuso tutte le scuole di lingua albanese inAlbania.[1] In mezzo a una situazione geopolitica in deterioramento nei Balcani, le ragioni per cui il sultano scelse Ferid Pascià per ricoprire questo ruolo, erano che proveniva da Valona, che era di etnia albanese, aveva una buona reputazione e che teneva gli albanesi in grande considerazione per il loro servizio e lealtà all'impero.[1] Le aspettative del sultano erano che Ferid Pascià avrebbe mantenuto gli albanesi fedeli all'impero e li avrebbe mobilitati se una crisi geopolitica lo avesse richiesto.[1] Ferid Pascià offrì al sultano la sua promessa di fedeltà dicendo: "Un albanese che dicebesa una volta non può in alcun modo rompere la [sua] promessa e non può essere infedele [ad essa]".[1] Portò una solida esperienza burocratica e una rete di collegamenti etnici albanesi da un'area strategica e importante dell'impero.[1] In qualità di Gran Visir di recente nomina, Ferid Pascià voleva che fossero prese precauzioni forti contro il movimento deiGiovani Turchi per contrastare ogni possibile tentativo di colpo di stato contro il sultano.[5] Nel febbraio 1904 Ferid Pascià ordinò che Necib Efendi,mutasarrif diElbasan fosse trasferito dal suo incarico, a causa delle accuse di cattiva morale e impotenza.[1]

Nel marzo 1906 scoppiò una rivolta aErzurum per l'alta tassazione e Ferid Pascià rifiutò le richieste dei ribelli affermando che le aliquote fiscali erano le stesse in tutto l'impero senza eccezioni.[5] In seguito per placare i ribelli Ferid Pascià telegrafò al clero musulmano di Erzurum che una commissione sarebbe stata inviata per indagare e in caso di abuso di potere il governatore licenziato.[5]

La geopolitica e la questione albanese furono al centro di Ferid Pascià che espresse preoccupazione nel maggio 1906.[1] Per lui l'Italia mirava a trasformare il "mare Adriatico in un lago italiano" espresso in parte attraverso la sua influenza in Albania e le connessioni di Roma con gliitalo-albanesi e alcune delle loro società che chiedevano l'autonomia albanese accanto a funzionari italiani segreti e palesi che operano nella regione.[1] Avvertendo i funzionari ottomani di diffidare delle attività dei funzionari italiani in Albania, considerava anche l'Austria-Ungheria come avente le proprie "idee e speranze vessatorie" sull'Albania.[1]

Durante larivoluzione dei giovani turchi (1908) l'ufficio del Gran Vizer incaricò Hilmi Pascià di inviare un funzionario per indagare sul motivo del raduno a Firzovik e disperdere la folla albanese senza forza.[5] Il 20 luglio due telegrammi di 194 notabili della riunione di Firzovik furono inviati a Ferid Pascià e alSeyhulislam chiedendo il ripristino dellacostituzione del 1876.[5] Il sultano licenziò Ferid Pascià il 23 luglio 1908 e lo rimpiazzò conMehmed Said Pascià dopo che non riuscì a impedire la Rivoluzione dei Giovani Turchi e a mantenere gli albanesi fedeli allo stato di cui alcuni erano coinvolti in quegli eventi.[1][5] Il suo incarico come Gran Visir durò per cinque anni, sei mesi e otto giorni e sarebbe stato il terzo più lungo durante il regno di Abdul Hamid II, rappresentando la dipendenza del sultano dagli albanesi musulmani.[1] Nel 1909, Ferid Pascià era diventato ministro degli interni e nelparlamento ottomano difese le azioni del governo inKosovo contro le critiche dei deputati albanesi sull'uso indiscriminato della forza da parte dell'esercito ottomano contro ribelli e civili coinvolti nel fuoco incrociato.[1] Ferid Pascià affermò che lo stato ottomano riscuoteva le tasse secondo la legge e gli scambi parlamentari ricevettero applausi dai deputati di ogni parte, evidenziando la polarizzazione politica del tempo.[1] Nel 1912 con larivolta albanese e il deterioramento della situazione in Kosovo, il sultanoMehmed V chiese a Ferid Pascià di diventare ministro degli interni e membro di un nuovo governo.[1]

Il suo terzo figlio Jalaluddin Pascià sposò la principessa Atiyetullah Khanum Efendi, la figlia maggiore diAbbas II d'Egitto.

Note

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  1. ^abcdefghijklmnopqrs(EN) Gawrych, George W. (George Walter), 1950-,The crescent and the eagle : Ottoman Rule, Islam and the Albanians, 1874-1913,ISBN 978-1-78672-444-1,OCLC 1030625024.URL consultato il 5 gennaio 2021.
  2. ^(EN)Rulers - Turkey, surulers.org.
  3. ^(TR) Yrd. Doç. Dr. Ahmet Emin Yalman,Osmanlı İmparatorluğu'nda Sadr-ı Âzamlık (1876 - 1922), Ankara, Ankara Üniversitesi, DTCF yayınları, 1999.
  4. ^(EN) Skendi, Stavro.,Albanian National Awakening., Princeton University Press, 2015, p. 411,ISBN 1-4008-4776-1,OCLC 927972580.URL consultato il 5 gennaio 2021.
  5. ^abcdef(EN) Hanioğlu, M. Șükrü,Preparation for a Revolution: The Young Turks, 1902-1908, Oxford University Press, 2001.

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