Aviazione Navale | |
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Descrizione generale | |
Attiva | 1913 -1937 1956 -oggi |
Nazione | ![]() ![]() |
Servizio | ![]() ![]() |
Tipo | Aviazione di marina |
Ruolo | Guerra aerea Contraerea Supporto tattico e logistico |
Equipaggiamento | aerei /elicotteri |
Battaglie/guerre | Prima guerra mondiale Seconda guerra mondiale Guerra del Kosovo Guerra del golfo Guerra in Iraq Prima guerra civile in Libia Guerra civile in Libano Guerra civile yemenita Guerra civile somala Crisi di Timor Est del 1999 |
Parte di | |
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Comandanti | |
Comandante | Contrammiraglio Marco Casapieri (dal 7 luglio 2021) |
Simboli | |
Stemma dei Reparti volo della Marina Militare | ![]() |
Coccarda | ![]() |
coccarda a bassa visibilità | ![]() |
Fonti citate nel corpo del testo | |
Voci su marine militari presenti su Wikipedia |
L'Aviazione Navale è dal1956 lacomponente aerea dellaMarina Militare italiana, le cui origini risalgono al 1913. Comprende poco più di 4000 uomini e donne e circa cento aeromobili. Gestita dal Comando delle forze aeree (COMFORAER, guidato da uncontrammiraglio), dipende dalComando in capo della squadra navale.
Le origini della aviazione navale inItalia sono fatte risalire al 1913, quando fu costituito ufficialmente il «Servizio Aeronautico dellaRegia Marina», che affiancata ilServizio Aeronautico delRegio esercito, ma la sua storia moderna ebbe inizio un decennio dopo la fine dellaseconda guerra mondiale, il 1º agosto 1956, quando allaMarina Militare furono consegnati gli elicotteriAB-47G che costituirono il Iº Gruppo elicotteri, con base all'eliporto allestito presso l'Arsenale militare marittimo di Augusta.
Gli inizi di un'aviazione di marina risalgono ai primi anni delXX secolo, quando alcuni ufficiali dellaRegia Marina cominciarono a interessarsi alle prime possibili applicazioni di un mezzo aereo, prima attraverso dei palloni frenati, successivamente con idirigibili e infine con la sperimentazione e l'uso dei primiaerei.
In questa fase pionieristica emerse la figura delsottotenente di vascelloMario Calderara, che nel1909 prese alcune lezioni di volo daWilbur Wright, in visita inItalia, conseguendo sul campo il brevetto di pilota e ottenendo nel 1910 il comando della prima scuola di volo italiana, ubicata all'aeroporto romano diCentocelle.[1] Altra figura emergente di questa fase pionieristica fu quella delcapitano delGenio navaleAlessandro Guidoni, il cui nome è legato anche a una serie di progetti, in particolare modo quello delle «Navi Hangar».
Nel giugno del 1913, con un decreto ministeriale, fu costituito ufficialmente il «Servizio Aeronautico della Regia Marina», e il successivo 20 luglio fu nominatocapo di stato maggiore della Regia Marina l'ammiraglioPaolo Thaon di Revel, sostenitore dell'Aviazione navale, che diede un notevole impulso allo sviluppo e al potenziamento del settore. La Marina commissionò anche la costruzione di una base aerea per idrovolanti, l'idroscalo di Orbetello.
Con l'evolversi dello sviluppo, il mezzo aereo fu ritenuto indispensabile per una più completa condotta delle operazioni in mare. Venne quindi a profilarsi l'esigenza di disporre di unità navali appositamente attrezzate al fine di usufruire al meglio delle potenzialità dei velivoli e per questo motivo, sin dal 1912, furono effettuate anche le prime prove relative alla sistemazione di aerei a bordo di unità navali con idrovolanti di tipo Curtiss, impiegati sullacorazzataDante Alighieri, prima nave a imbarcare unidrovolante. In via sperimentale furono dotati di idrovolanti anche gliincrociatori corazzatiAmalfi eSan Marco.
A seguito delle esperienze fatte, la Regia Marina decise di trasformare l'incrociatore protettoElba innave appoggio idrovolanti, con la rimozione dell'intero armamento principale e la costruzione di ricoveri per alloggiare alcuni idrovolanti del tipoCurtiss «Flying Boat», da calare in mare per il decollo e recuperare al termine del volo tramite dei verricelli. L'aviorimessa era chiusa ai lati da teloni e poteva ospitare due aerei, mentre gli altri dovevano rimanere sulla piattaforma. La dotazione aerea era completata da un pallone frenato a bordo, mentre non era stato possibile ricavare uno spazio sufficiente per allestire una adeguata officina. L'Elba entrò in servizio come nave appoggio idrovolanti nel giugno1914.[2]
A queste unità ne fu affiancata un'altra, la nave mercantileQuarto, che fu acquistata dellaRegia Marina nel gennaio1915 e ribattezzataEuropa. I lavori di trasformazione di tale unità furono realizzati in pochi mesi all'Arsenale di La Spezia, con la nave che fu consegnata alla Regia Marina in prossimità dello scoppio del primo conflitto mondiale. Al termine dei lavori la nave era in grado di imbarcare quattro idrovolanti di medie dimensioniMacchi M.5.
Lo scoppio dellaprima guerra mondiale diede un notevole impulso allo sviluppo dell'Aviazione navale. Il 24 maggio 1915, all’entrata in guerra dell'Italia, il Servizio Aeronautico della Regia Marina era così organizzato:
La Regia Marina aveva quindi a disposizione una trentina di idrovolanti (ma nessuno di essi era impiegabile con finalità belliche), due dirigibili e disponeva di 12 piloti di prima linea. Nel luglio 1915 fu trasferito alla Marina l'idroscalo di Grado, sull'omonima laguna, con la253ª Squadriglia idrovolanti, che fu la base più vicina al fronte.[4]
Con regio decreto del 7 settembre1916 il Servizio Aeronautico della Regia Marina, inteso comeunità militare aerea, fu posto alle dipendenze delMinistero della guerra, cosa che provocò le dimissioni dell'ammiraglio Thaon di Revel. La successiva mancata attuazione del decreto stesso fece però ritornare sulle sue posizioni l'ammiraglio, che riprendendo così il controllo della situazione, portò il Servizio Aeronautico a un livello di tutto rispetto. Per dare un ricovero aidirigibili che avevano il compito di avvistare isommergibili che tentavano di transitare attraverso lostretto di Messina, fu anche costruito l'hangar dirigibili di Augusta che, tuttavia, fu ultimato solo nel1920, a conflitto terminato.
Nell'ottobre del 1918, la Regia Marina disponeva anche di quattro squadriglie con i biplaniCa.44 (Ca.5), da 600 CV, e i grandi triplaniCa.40 (Ca.4) da 1 200 CV, con un carico bellico di 3 000 kg, per un peso totale di 6 500 kg.
Durante il conflitto il Servizio Aeronautico perse 121 uomini, ottenendo 405 decorazioni, tra cui duemedaglie d'oro al valor militare,[5] conferite aitenenti di vascello pilotiGiuseppe Garrassini Garbarino edEugenio Casagrande.[6] Ebbe anche degli assi dell'aviazione come il tenente di vascelloGiuseppe Miraglia eOrazio Pierozzi, Tenente di vascello che operò con gli idrocaccia da Brindisi per il contrasto all'aviazione austro-ungarica sul Mar Adriatico diventando l'ufficiale della marina italiana con il maggior numero di vittorie aeree nel conflitto.
Alla fine del conflitto disponeva di ben 25 dirigibili, 550 idrovolanti e 86 aerei da caccia.
Il 30 settembre 1920, lo stessoreVittorio Emanuele III attribuì ufficialmente al Servizio Aeronautico la denominazione di «Forza Aerea della Regia Marina»[7] concedendole labandiera di guerra,[8] che fu insignita dellamedaglia d'argento al valor militare «per l'intensa attività svolta con onore durante tutto il corso della Prima guerra mondiale».
Nel 1923 la nave da trasporto delleFerrovieCittà di Messina, appena varata, fu incorporata nella Regia Marina per fornire supporto logistico agli idrovolanti in dotazione alle navi da battaglia e agli incrociatori, con compiti di nave officina per l'assistenza e la riparazione degli aerei e nel contempo per trasportarli presso le squadre navali cui fornire supporto. I lavori di trasformazione, effettuati presso ilRegio arsenale della Spezia, iniziarono il 24 gennaio 1925 e ribattezzatanave appoggio idrovolantiGiuseppe Miraglia entrò in servizio il 1º novembre 1927.
Nel1923 fu costituita laRegia Aeronautica quale terza forza armata, mentre la Forza aerea della Regia Marina mantenne inizialmente la propria autonomia.
Dalla seconda metà deglianni venti la Regia Marina valutò l'opportunità di dotare le sue maggiori unità di velivoli di supporto per permettere il lancio degli aerei con la nave in moto, anche in presenza di onde di altezza tale da non permettere il decollo dalla superficie del mare. Furono installate delle catapulte, che erano delle strutture a traliccio, brandeggiabili o fisse, sulle quali scorreva un carrello di lancio al quale era fissato l'aereo, con il carrello che veniva accelerato mediante l'immissione di aria compressa all'interno di appositi cilindri di espansione. Dopo una serie di prove con vari idrovolanti, progettati per uso civile come iMacchi M.18, o i più specifici come iPiaggio P.6 e iCANT 25, neglianni trenta fu adottato il più moderno idrovolante daricognizione marittimaIMAM Ro.43, biplano biposto a galleggiante centrale in legno, che pur non essendo dotato di brillanti doti marine raggiungeva i 300km/h e con circa 1 000 km di autonomia.[9] Esso divenne la dotazione standard per tutte le maggiori unità della Marina, le cui ali potevano essere ripiegate all'indietro per permettere il ricovero degli aerei sulle navi.
Con legge, nel 1931, la Forza Aerea della Regia Marina fu posta alle dipendenze di un generale della Regia Aeronautica, con gli ufficiali piloti della Regia Marina chiamati a svolgere funzioni di Osservatore dall'aeroplano, compito che manterranno anche quando una legge del 1937 assegnò definitivamente tutti i velivoli aerei militari allaAviazione Ausiliaria per la Marina della Regia Aeronautica.
Con lo scoppio dellaseconda guerra mondiale il Ro.43 era l'unico aereo imbarcato e sulle varie unità della Regia Marina erano pronti all'impiego 42 di questi idrovolanti che si trovarono a ricoprire anche l'improbabile ruolo dicaccia, assolutamente inadeguato, essendo dotati questi aerei solamente di due mitragliatriciBreda-SAFAT da 7,7 mm, una fissa sul muso e una brandeggiabile in posizione dorsale. Una serie di deficienze strutturali rivelatesi a causa dell'intenso uso costrinsero alla progettazione di una seconda versione migliorata, che portò il numero totale degli esemplari prodotti a 194, ma che restava relegata al ruolo di ricognizione e di osservazione di supporto all'artiglieria navale. Rimanevano molto complesse poi le operazioni di reimbarco a fine missione che dovevano essere eseguite a nave ferma, e compatibilmente alle condizioni meteorologiche, tramite l'imbragatura del velivolo che veniva issato sul ponte con una gru, aumentando così però la vulnerabilità dell'unità navale impegnata all'operazione di recupero, tanto che alla fine si preferì che i velivoli rientrassero in un idroscalo costiero per effettuare successivamente il reimbarco con la nave in porto, consentendo in pratica, per ogni singola navigazione, l'utilizzo di ogni velivolo imbarcato per un'unica missione.
Con questi mezzi la copertura aerea si dimostrò inadeguata se posta in contrapposizione a quella dellaMediterranean Fleet dellaRoyal Navy che l'11 novembre 1940, nella cosiddettanotte di Taranto con gli aerosiluranti decollati dallaportaereiIllustrious mise fuori combattimento lecorazzateLittorio,Duilio eCavour. Alcuni mesi dopo nel marzo 1941, nellabattaglia di Capo Matapan, altri aerosiluranti, decollati dalla portaereiFormidable danneggiarono la corazzataVittorio Veneto che riuscì a rientrare aTaranto e soprattutto causarono indirettamente l'annientamento dell'interaI Divisione incrociatori, attardatasi per prestare soccorso ad alcune unità della stessa divisione danneggiata fu coinvolta in un violento combattimento notturno con la squadra principale britannica, guidata sul posto dalla ricognizione e dal Radar. Affondarono gliincrociatori pesantiZara,Fiume ePola (ovvero tutti gli incrociatori presenti) e icacciatorpediniere della scortaCarducci eAlfieri (ovvero metà dei cacciatorpediniere presenti), causando la morte di 2023 marinai, di cui 783 delZara, 813 delPola, 211 dell'Alfieri e 169 delCarducci.[10]
Quando, dopo lo scontro di Capo Matapan, l'assenza di portaerei dimostrò incidere pesantemente sulle sorti della Squadra Navale in mare aperto, si cercò di correre ai ripari predisponendo itransatlanticiRoma eAugustus alla trasformazione in portaerei, sulla base di studi preliminari effettuati sin dal1936, ribattezzandoli rispettivamenteAquila eSparviero.
Nell'attesa della trasformazione in portaerei dei due transatlantici, fu deciso di affiancare all'idrovolante Ro 43 un caccia terrestre catapultabile. La scelta cadde sulReggiane Re.2000, dotato di buona velocità (530 km/h) e discreta autonomia, da cui fu sviluppata la versione «Catapultabile», per l'impiego imbarcato sulle unità della Regia Marina. Le prime prove furono effettuate sullanave appoggio idrovolantiGiuseppe Miraglia, pilotaGiulio Reiner, da una squadriglia appositamente costituita, laSquadriglia di Riserva Aerea delle FF. NN. BB. (Forze Navali da Battaglia) il cui simbolo era una paperella posta sulla deriva di coda, e alcuni di questi velivoli furono imbarcati sulle corazzateRoma,Vittorio Veneto eLittorio. Nell'aprile 1943 la squadriglia fu sciolta per formare ilGruppo di Riserva Aerea delle FF. NN. BB., su tre squadriglie. I due prototipi ebbero le MM 471 e 485, mentre gli 8 esemplari di serie le MM dalla 8281 alla 8288[11]. Dopo ilproclama Badoglio dell'8 settembre 1943 sull'armistizio di Cassibile, alcuni Re.2000 ricevettero le insegne dell'Aeronautica Cobelligerante Italiana.
All'entrata in vigore dell'armistizio l'8 settembre 1943, gli idrovolanti Ro 43 imbarcati erano 19 mentre 20 erano in forza alle Squadriglie Forze Navali, mentre i velivoliRe 2000 «Catapultabile» erano 6, di cui due sullaRoma e uno ciascuno sullaItalia (exLittorio) e sullaVittorio Veneto.
La realizzazione delle portaereiAquila eSparviero, avviata nelCantiere navale di Sestri Ponente dellaAnsaldo e preventivata in 8-9 mesi di lavori, si protrasse sino alla prematura sospensione decisa nel giugno del 1943, con le due unità rispettivamente complete al 90% e al 40%, e la portaereiAquila che aveva già effettuato le prime prove statiche dell'apparato motore. Nessuna delle due vide però l'impiego operativo e l'Aquila fu auto-affondato da sommozzatori dei reparti speciali italiani cobelligeranti per evitare che venisse usata per bloccare l'imboccatura del porto di Genova.
IlTrattato di pace fu durissimo per laMarina Militare nuova denominazione dellaRegia Marina dopo la proclamazione della Repubblica, con le maggiori unità spartite tra i vincitori e il divieto di possedere portaerei, sommergibili, motosiluranti e navi d'assalto, tuttavia con i nuovi scenari dellaguerra fredda che si venivano a profilarsi in Europa e con l'adesione dell'Italia allaNATO molte delle clausole limitative del trattato di pace venivano automaticamente a decadere.
Con ilMutual Defence Assistance Program (MDAP), gliStati Uniti d'America cedettero all'Italia materiali provenienti dai loro surplus, tra cui 24bombardieriCurtiss S2C-5 Helldiver equipaggiati con apparecchiature per la lotta antisommergibili. Questi velivoli giunti in Italia nel settembre del 1950 furono presi in carico dall'Aeronautica Militare e inquadrati nell'86º Gruppo Antisom presso l'aeroporto di Grottaglie.
Nello stesso anno una delegazione della Marina Militare si recò negli Stati Uniti per valutare la possibilità dell'acquisto di una portaerei dai surplus bellici americani, ma gli eccessivi costi di gestione, insostenibili per l'Italia del dopoguerra, costrinsero a rinunciare a questa opportunità. Fu lasciata però aperta la porta alla disponibilità americana di fornire dei mezzi per la ricostituzione di una componente aerea navale da operare presso le basi a terra.
Un primo nucleo di allievi piloti e specialisti fu inviato presso le scuole di volo dellaUnited States Navy, dove nell'estate del 1952 conseguirono i brevetti di volo dopo aver compiuto anche una serie di missioni a bordo delle portaerei americane. Nello stesso tempo la Marina Militare ricevette i primi due aerei ceduti dagli Stati Uniti per la ricostituzione di un'aviazione Navale e anche in questo caso erano due Curtiss S2C-5 Helldiver, sui quali furono apposte le coccarde tricolori italiane con un'ancora e in coda dipinto il simbolo della Marina Militare. I due aerei, denominatiGabbiano I eGabbiano II, furono imbarcati sulla portaereiMidway diretta verso ilMediterraneo, ma giunti all'aeroporto di Napoli-Capodichino il 19 dicembre 1952 questi aerei furono presi in carico dall'Aeronautica Militare, in ottemperanza alla Legge del 1937 che assegnava all'Aeronautica Militare tutti i velivoli militari, e inquadrati nell'86º GruppoA/S; inoltre l'Aeronautica non riconobbe i brevetti di pilotaggio e i brevetti delle varie specializzazione dei tecnici conseguiti dal personale della Marina Militare italiana negli Stati Uniti.
Nell'estate del 1953 fu eretta a bordo dell'incrociatoreGaribaldi una piattaforma per elicotteri su cui un elicotteroBell 47G effettuò una serie di prove di appontaggio e decollo. L'esito positivo di queste prove portò a un ordine di tre esemplari all'Agusta da parte della Marina Militare, passati poi a sette, mentre un primo gruppo di specialisti fu inviato alle scuole dell'Aeronautica Militare per il conseguimento delle relative specializzazioni.
Nel 1956 fu varata una legge che limitava il monopolio dell'Aeronautica Militare ai soli velivoli ad ala fissa con peso superiore ai 1 500 kg, consentendo così alla Marina Militare di costituire una propria componente aerea elicotteristica autonoma.
Per dirimere i dissensi tra la Marina e l'Aeronautica con la Legge 7 ottobre 1957 n. 968, fu creata l'Aviazione Antisommergibile che prevedeva l'impiego, presso i Gruppi di volo ASW (Antisom) dell'Aeronautica, di equipaggi misti con personale al 50% della Marina. Gli aerei erano inquadrati organicamente nell'Aeronautica che si assumeva la responsabilità logistica e la manutenzione dei velivoli ma alla Marina veniva attribuito il loro impiego operativo. Con la legge veniva costituito un Ufficio per le attività di coordinamento tra le due Forze Armate per tutte le attività relative all'impiego, all'addestramento e alle funzioni tecnico/logistiche della componente aerea, posto alle dirette dipendenze delCapo di Stato Maggiore della Marina Militare e retto da ungenerale pilota dell'Aeronautica Militare, a capo dell'Ufficio dell'Ispettore dell'Aviazione per la Marina[12].
AgliHelldiver furono affiancati i bimotoriLockheed PV-2 Harpoon e iGrumman S2F-1 Tracker anche questi di provenienza americana, dislocati prima presso l'86º Gruppo Autonomo di Napoli Capodichino e successivamente presso il 41º Stormo di base a Catania.
Con la nascita delIº Gruppo Elicotteri nel1956, fu creata adAugusta, all'eliporto di Augusta Terrevecchie, la prima base con il nomeMariEliport. Il gruppo fu dotato di AB-47 G cui si aggiunsero nel 1958 gli Agusta-Bell AB-47 J, versione migliorata del precedente. Questi elicotteri, non potendo imbarcare contemporaneamente sia gli apparati di ricerca sia di attacco, furono realizzati in due differenti configurazioni, una di ricerca con un apparatosonar per la scoperta dei sommergibili, e una di attacco armata con unsiluroMk 44 ad autoguida acustica. A questi velivoli da osservazione, furono affiancati gli elicotteriSH-34 Seabat, armati di siluri e dotati di sensori antisommergibili che disponevano di un'ampia autonomia e di unaavionica completa con capacità ognitempo che consentiva anche il volo notturno.
Questi velivoli aumentarono le dimensioni del reparto che, all'arrivo nel marzo1959, fu costretto a ridislocarsi in una struttura più grande, individuata presso l'aeroporto di Catania-Fontanarossa, condividendolo con l'87º gruppo A/S dell'Aeronautica Militare per 4 anni. A partire dal1963 la nuova stazione aerea fu denominataMARISTAELI - Catania, e nel1964 fu costituito anche ilIIº Gruppo Elicotteri. A fianco degli SH 34 G/J entrarono in linea gliAB 204 AS, elicotteri medi che a differenza degliSH 34 G/J, viste le minori dimensioni, potevano anche operare a bordo delle unità navali minori. Questi velivoli a turbina, dotati di un sistema automatico di controllo del volo, furono equipaggiati disonar a immersione per la scoperta di sommergibili nemici abbinabile a uno o due siluri ASW leggeriMk 44. Furono installati anche un radar ARI 5955 e un paio di missiliAS 12, che consentivano anche di svolgere missioni di attacco verso unità nemiche di superficie, in particolare contro la minaccia delle motovedette lanciamissili, fortemente armate ma quando individuate con scarse capacità di autodifesa. Questi elicotteri nella lotta antisommergibile non si dimostrarono del tutto adatti, in quanto il motore a turbina francese Gnome H-1200 si dimostrò poco potente e i sotto-sistemi, molto pesanti, riducevano le prestazioni. GliAB 204 AS andarono a sostituire progressivamente gliAB 47 che furono ceduti aiCarabinieri.
Il 31 ottobre 1964 una tromba d'aria sull'aeroporto di Catania-Fontanarossa causò la distruzione di buona parte della flotta di velivoli, delle strutture e attrezzature tecniche e logistiche e il reparto fu trasferito in nuove strutture ricostruite a sud dell'aeroporto e intitolate alsottotenente di vascelloMario Calderara, il primo pilota italiano.
Nel 1968 a Catania-Fontanarossa viene costituito il3º Gruppo elicotteri, mentre nello stesso anno aLuni, nei pressi diLa Spezia, fu inaugurata la Stazione Elicotteri M.M. «MARISTAELI - Luni», con compiti di supporto tecnico degli elicotteri imbarcati sulle unità dellaI Divisione navale diLa Spezia.
Il 21 ottobre1969 in occasione dell'arrivo a Catania dei più moderniSH-3D Sea King, due elicotteri AB-47J furono trasferiti presso la base della Marina diLuni - Sarzana inprovincia di La Spezia, che costituirono il primo nucleo del «5º Gruppo Elicotteri», costituitosi ufficialmente il 1º novembre successivo. Con l'arrivo dei Seabat, non più validi per l'impiego come mezzi antisommergibili, il Gruppo iniziò un periodo di collaborazione con ilCOMSUBIN e con ilBattaglione San Marco e con la rimozione degli apparati antisommergibile ormai obsoleti, i Seabat furono trasformati in elicotteri da trasporto per gli incursori del COMSUBIN e per gli uomini del San Marco, per i quali fu modificata agli inizi del1971 la poppa dell'Bafile per imbarcarne stabilmente almeno due di questi elicotteri che operarono fino al 30 giugno1979, data della radiazione definitiva degli ultimi tre velivoli in servizio.
Nel gennaio1971, per problemi di sovraffollamento, il I Gruppo fu trasferito daMARISTAELI - Catania presso la base diLuni-Sarzana, dove ha la sua sede attuale, con i moderniAgustaWestland EH-101.[13][14][15]
Per quanto riguarda la componente aerea antisommergibile ad ala fissa, i Grumman S2F-1 Tracker americani furono sostituiti da 18 nuovi velivoliBreguet BR.1150 Atlantic di fabbricazione francese, il primo dei quali giunse in Italia nel 1972, dislocati presso il 41º Stormo aSigonella e presso il 30º Stormo diElmas. Dal 2002 l'unico Stormo Antisom è il 41°, che attualmente, dismessi gli Atlantic ormai dal 2017, dispone di quattroP-72 A Surveyor che però, almeno per ora, non hanno piena capacità dilotta antisommergibile.
Oltre alla componente aerea basata a terra, la Marina Militare cominciò a sviluppare una componente imbarcata. L'esito positivo delle prove di appontaggio di un AB 47G sulGaribaldi, effettuate nell'estate del 1953, spinse la Marina Militare a dotarsi di unità navali polivalenti equipaggiate di elicotteri antisommergibile e dotate delle relative attrezzature quali ponte di volo ehangar del tipo fisso o telescopico. La necessità di questo tipo di unità con elicotteri antisommergibile che consentivano di estenderne il raggio di azione delle navi su cui gli elicotteri erano imbarcati, derivava anche dalla percezione della minaccia sempre più concreta rappresentata dalla flotta subacquea sovietica, i cui battelli avevano iniziato proprio in quegli anni a fare la loro comparsa nel Mediterraneo operando dalla basealbanese diValona, avviando lo sviluppo di una nuova categoria di unità navale, di cui l'Italia precorse i tempi, con la costruzione dellefregateclasseBergamini, le prime unità portaelicotteri al mondo, entrate in servizio agli inizi deglianni sessanta e degliincrociatori classeDoria, le cui sistemazioni elicotteristiche divennero di fatto uno standard per tutte le costruzioni successive.
Sulle unità della classe Bergamini operarono inizialmente gli AB 47J, ma successivamente agli inizi deglianni settanta il ponte di volo fu allungato con l'eliminazione di un cannone poppiero per permettere di ospitare a bordo gli AB 204 in configurazione antisommergibile.
Sulle unità della Classe Bergamini furono sviluppate le unità dellaClasseAlpino e successivamente quelle delle classiLupo eMaestrale[16].
Sulla base dei dueDoria fu sviluppato ilVittorio Veneto,incrociatore lanciamissiliportaelicotteri entrato in servizio nel1969, sul quale potevano operare ben sei elicotteriSH-3D Sea King[16].
Nel 1970 sugliImpavido, prime unità missilistiche entrate in servizio nella Marina Militare, fu avviata la sperimentazione dell'Agusta A106, ma le difficoltà all'impiego notturno e la scarsa autonomia del velivolo portarono nel luglio 1972 all'abbandono del progetto.
Nello stesso periodo entrarono in servizio le unità dellaClasseAudace, sui quali operavano due elicotteri antisommergibili, che inizialmente erano gliAB 204 e sui quali fu sviluppata la successivaDurand de la Penne[17].
Nel 1976 iniziarono le consegne degliAgusta-Bell AB 212ASW che andavano progressivamente a sostituire gli AB 204 ASW che furono ceduti alCorpo Nazionale dei Vigili del fuoco e nello stesso anno all'aeroporto di Grottaglie pressoTaranto, fu costituito il4º Gruppo elicotteri. Nella stessa sede, nel1979, fu costituita «MARISTAELI - Grottaglie», per fornire il supporto tecnico ai velivoli imbarcati sulle unità dellaII Divisione navale di base aTaranto[17].
Sul finire deglianni settanta il ruolo dell'aviazione navale italiana entrò in una fase più matura ed ebbe un ulteriore forte impulso nel1978, anno di impostazione dellaportaereiGaribaldi. La nave, definita all'epocaincrociatore portaelicotteri, era dotata di ponte di volo continuo (incrociatore tuttoponte) e quindi aveva tutte le potenzialità per diventare una portaerei leggera. Entrato in servizio il 30 settembre1985, a causa della legislazione vigente all'epoca, ilGaribaldi non ebbe alcuna dotazione di aerei. Infatti, una legge del1931 aveva assegnato all'alloraRegia Aeronautica la gestione di tutti i velivoli ad ala fissa italiani e il divieto era rimasto valido anche nell'ordinamento delle forze armate repubblicane.[18]
Il 20 dicembre 1984, mentre ilGaribaldi era ancora in allestimento nelcantiere di Monfalcone, fu presentato, anche su sollecitazione da parte dell'alloracapo di stato maggiore della MarinaVittorio Marulli, ildisegno di legge n. 1083 con cui veniva richiesta l'istituzione dell'Aviazione Navale della Marina. La proposta, firmata da 19 senatori, fu presentata all'allora presidente del SenatoFrancesco Cossiga, e aveva come primo firmatario il senatoredemocristiano, nonché ammiraglio in congedoSeverino Fallucchi. Il 26 gennaio1989 fu approvata la proposta di legge 2645, come legge 36, e la Marina fu autorizzata a dotarsi di velivoli ad ala fissa.[18]
Dopo una valutazione tra ilSea Harrier britannico e ilAV-8B Harrier II Plus americano, la scelta italiana ricadde su quest'ultimo.[19]
Nel1990 fu fatto l'ordine per l'acquisto di 18 esemplari allaBAE Systems - Boeing: 2 nella versione biposto da addestramento e 16 nella versione monoposto, completata dal radar multifunzionale APG-65, all'epoca di nuova introduzione.[20] La consegna dei primi velivoli, dueTAV-8B, avvenne il 7 giugno1991, mentre la cerimonia di consegna avvenne il successivo 23 agosto a bordo delGaribaldi, ormeggiato nella base dellaUnited States Navy diNorfolk inVirginia.
Dal gennaio 2000 l'Aviazione Navale dipende dalCOMFORAER. La componente ad ala fissa, oltre agliHarrier e agliAtlantic, comprende 3P180 Maritime, velivoli bi-turbina a elica, che hanno compiti di collegamento e trasporto logistico, capaci di trasportare fino a sette passeggeri oltre all'equipaggio, il primo dei quali fu consegnato nell'ottobre 2001. Si tratta di velivoli dalle eccellenti prestazioni estremamente versatili che con l'installazione di sistemi elettro-ottici IR possono essere utilizzati anche in missioni di ricognizione e sorveglianza marittima.
Nel 2006 è nato il Centro Sperimentale Aeromarittimo.
La componente aerea imbarcata si avvale anche della nuova portaereiV/STOLCavour, in servizio dal 10 giugno2009, quando in occasione della festa della Marina Militare, ricevette aCivitavecchia la bandiera di combattimento, e sulla quale a partire dal2023 dovrebbero operare i nuoviF-35B (sempreSTOVL).
Dal giugno 2015 al 2016 dall'ammiragliaCavour ha operato con gli EH-101 nel corso dell'operazione Eunavfor Med, sostituita dal 1º giugno dallaGaribaldi[21].
Il primo esemplare dei 15 caccia a decollo verticaleF-35B in ordine, è stato consegnato alla Marina il 25 gennaio 2018.
L'Aviazione Navale dipende dalCOMFORAER, ilComando forze aeree con sede aRoma, da cui dipendono la Sezione Aerea diPratica di Mare con tre velivoliPD-180, e le tre stazioni aeree di MARISTAELI - Catania, MARISTAELI - Luni e MARISTAER - Grottaglie.[22]
MARISTAELI - Catania è considerata la «culla» dell'Aviazione Navale Italiana, in quanto vi si tengono tutti i corsi per gli specialisti tecnici, ufficiali e sottufficiali, e per gli operatori di volo ed è pertanto un passaggio obbligato per tutto il personale della specialità.MARISTAELI - Catania nacque con il trasferimento dei velivoli delIº Gruppo Elicotteri da Augusta aCatania, in un hangar messo a disposizione dall'Aeronautica Militare presso l'aeroporto di Catania-Fontanarossa[23] e nel1964 fu anche costituito ilII Gruppo elicotteri. L'area dalla quale decollavano i grossiSeabat era dettaPentagono per la sua forma geometrica[23].
La tromba d'aria che il 31 dicembre1964 distrusse gran parte della struttura, compresi i magazzini materiali il cui contenuto fu sparso per l'area aeroportuale, falcidiò anche la linea di volo deiSeabat; infatti per un cortocircuito prodottosi all'interno della struttura, sette dei dieci velivoli in dotazione, visto che l'undicesimo (4-03 con seriale 80237) era andato perso in un incidente di volo, furono ridotti in polvere dimagnesio[23][24], e uno fu talmente danneggiato che fu praticamente ricostruito in Belgio dalla SABCA; i due superstiti si salvarono solo perché al momento dell'evento erano imbarcati[23] sulDoria; per rimpiazzarli furono immediatamente donati dagli Stati Uniti tre esemplari di SH-34G ritirati direttamente dal ponte di volo della portaereiSaratoga all'ancora nelGolfo di Napoli chiamati «Calmieri» dagli equipaggi[23] per le loro condizioni di volo particolarmente usurate,[25] che rimasero in servizio per poco tempo in quanto non considerati allo stesso standard degli altri esemplari e perché provati da un'attività molto intensa con la Marina degli Stati Uniti e furono affiancati e in seguito sostituiti da altri sei elicotteri SH-34J nuovi di fabbrica codificati da 4-09 a 4-14, che gli Stati Uniti cedettero, per colmare le perdite, tra il 1964 e il1967;[26] su queste basi avvenne il trasferimento in tempi record in nuove strutture ricostruite a sud dell'aeroporto e consegnate alla Marina Militare nel dicembre1967; in concomitanza con il trasferimento dei due gruppi nella nuova struttura, che avvenne qualche giorno prima diNatale[23], nel1968 fu costituito anche il3º Gruppo elicotteri.
Nel1971 per problemi di sovraffollamento, il I Gruppo fu trasferito daMARISTAELI - Catania presso la base diLuni-Sarzana, e da alloraMARISTAELI - Catania è rimasta la base operativa del 2º e del 3º Gruppo.
Il Comando di MARISTAELI - Catania oltre al coordinamento e al controllo dell'attività del 2º e del 3º Gruppo, cura anche i servizi amministrativi e logistici della base assicurando l'efficienza delle infrastrutture, gestendo il magazzino che rifornisce sia i due Gruppi elicotteri che i Servizi Volo delle Unità Navali.
La base dispone delDilbert Dunker per l'addestramento degli equipaggi dei velivoli all'ammaraggio forzato e al successivo abbandono del mezzo inabissatosi.
Attualmente nel 2º Gruppo Elicotteri operano gliAB 212 ASW, e nel 3º Gruppo Elicotteri gliEH-101 ASW e HEW, mentre per la sostituzione degliAB 212 del2º Gruppo con i moderniNH-90 si prospettano tempi lunghi.
MARISTAELI - Luni nasce il 1º settembre1967 quando, presso un'installazione dell'Aeronautica Militare in disuso, il piccoloaeroporto di Sarzana-Luni a circa dieci km dalla base dellaSpezia, fu oggetto di importanti lavori per la costruzione d'un eliporto con l'utilizzo dei fondiNATO.
Presso la nuova struttura, consegnata alla Marina Militare il 1º novembre1968 fu costituito il Comando della Stazione Elicotteri M.M. di Luni e nel novembre 1969 il 5º Gruppo elicotteri. All'inizio del 1971 presso la nuova struttura fu anche trasferito da Catania il1º Gruppo elicotteri per missioniASW/ASuW e CSAR. Sulla pista possono operare anche velivoliV/STOL e nella struttura trova posto anche una base aeromobili dellaGuardia Costiera. Dal 1996 la base è sede anche del Gruppo di Lavoro EH101, dal 2006 denominato "Centro sperimentale aeromarittimo", a cui spetta la valutazione operativa degli elicotteri e dei sistemi relativi allo specifico impiego marittimo.
A Luni è stato realizzato l'«Helo Dunker» per l'addestramento degli equipaggi degli elicotteri all'ammaraggio forzato e al successivo abbandono del mezzo inabissatosi; la struttura è una delle poche in Europa ed è utilizzata in modo interforze nonché da vari operatori NATO[27]. A differenza delDilbert Dunker di Catania che è essenzialmente impiegato per velivoli ad ala fissa, l'Helo Dunker è utilizzato per l'addestramento di piloti elicotteristi. La struttura, realizzata con fondi interforze, riproduce da un lato la cabina di un AB 212 e dall'altro quella di un SH-3D ed è sospesa su una piscina in cui viene immersa simulando l'ammaraggio forzato di un elicottero.
Il Comando di MARISTAELI - Luni coordina l'attività dei due Gruppi della base e si occupa dell'efficienza delle infrastrutture aeroportuali e del magazzino che rifornisce sia i gruppi di volo della base sia i velivoli delle unità imbarcate presso la base di La Spezia.
Ilreparto Eliassalto del1º Gruppo elicotteri opera da terra o dalla portaereiGaribaldi, ai cui servizi di volo vengono assegnati per operazioni speciali per le quali cooperano strettamente con il vicinoComsubin.GliAW-101 nelle diverse versioni quali l'antisommergibile/antinave (ASW/ASuW), l'early warning (HEW) e l'eliassalto (UTI/ASH), hanno progressivamente rimpiazzato i Sea King.
Il5º Gruppo elicotteri ha il compito di preparare gli elicotteri da destinare alle unità di superficie della base di La Spezia. Inoltre alcuni elicotteri vengono utilizzati in missioni antincendio e in missioniSAR.
Il 15 giugno2011 al5º Gruppo elicotteri è stato consegnato il primo esemplare diNH-90 NFH (matricola ditta HITN-04, Matricola Militare 3-04)[28] elicottero destinato a rinnovare profondamente le flotte europee ad ala rotante e che si appresta a divenire il velivolo tattico standard dei Paesi NATO del vecchio continente. Il nuovo elicottero dovrà inizialmente affiancare e successivamente sostituire il glorioso AB212 ASW, per anni pilastro portante dell'Aviazione Navale Italiana.
Le origini dellabase aerea diGrottaglie risalgono allaprima guerra mondiale dall'esigenza di difendere ilporto di Taranto, quando negli anni1915-1916 furono costruiti i primihangar perdirigibili e piccoli aerei che operavano prevalentemente inAdriatico.
Nel1923 con la costituzione dellaRegia Aeronautica la base passò sotto il controllo della neocostituita forza armata e nel corso dellaseconda guerra mondiale l'aeroporto subì cinque pesanti bombardamenti che distrussero la gran parte degli aerei della base e le strutture aeroportuali.
Dopo l'8 settembre l'aeroporto fu occupato dallaRAF e nell'estate del1945 quel che era rimasto dell'aeroporto fu restituito all'Aeronautica Militare Italiana, pur restando presidio degliAlleati sino al1950 e vista la particolare posizione geografica con la vicinanza con la base navale di Taranto è stata la sede di reparti che hanno cooperato strettamente con la Marina Militare con la dislocazione dei gruppi antisommergibili dell'Aeronautica.
Nel1972 fu raggiunto un accordo tra la Marina e l'Aeronautica per la realizzazione di infrastrutture per prestare assistenza ai Servizi Volo delle unità stanziate nella base Taranto che fino ad allora facevano riferimento al 2º GRUPELICOT diMARISTAELI - Catania e il 1º marzo1976 a Grottaglie fu costituito ufficialmente il 4º Gruppo elicotteri.
Nel 1979 venuti a cessare i servizi logistici assicurati dall'Aeronautica Militare, a Grottaglie fu costituita il Comando Stazione Marittima Elicotteri denominatoMARISTAELI Grottaglie.
Dalla seconda metà deglianni ottanta, essendo stato deciso da parte dei vertici della Marina di dislocare a Taranto l'incrociatore portaelicotteriGaribaldi, fu costituito ilGruppo Aereo cui furono assegnati i velivoli ad ala fissa.
AttualmenteMARISTAER - Grottaglie, ilComando della Stazione Marittima aerea, coordina l'attività del 4º Gruppo elicotteri e del Gruppo aereo e si occupa della gestione di tutti i servizi logistici e amministrativi della base, dell'efficienza delle infrastrutture aeroportuali e della gestione del magazzino di cui si servono sia i Gruppi di volo della base sia i Servizi Volo delle unità della base di Taranto. Di particolare rilevanza è l'attività del laboratorio elettronico che si occupa delle schede elettroniche dei velivoli; questo perché ormai tutte le componenti di bordo di un aeromobile moderno sono gestite elettronicamente, con vari sottosistemi collegati tra loro da unbus, detto DataLink e standardizzato con delle specifiche norme militari.
Il 4º GRUPELICOT svolge compiti di preparazione e manutenzione dei velivoli imbarcati sulle unità di base a Taranto e missioni addestrative a favore di altri Enti o Reparti della Marina Militare, in particolare MARICENTADD, il centro di addestramento della Marina di Taranto presso cui si addestrano gli equipaggi della Marina Militare.
I piloti del 4º GRUPELICOT hanno a lungo cooperato con il COMSQUALI, ilComando squadriglia aliscafi dellaIII Divisione navale per fornire alle unità dellaClasse Sparviero la copertura radar e il supportoECM/ESM di cui queste particolari unità navali avevano bisogno.
Nel maggio1994 nell'ambito del 4º GRUPELICOT è stato costituito ilNucleo lotta anfibia che coopera con ilReggimento "San Marco" e dispone di elicotteri che hanno ricevuto opportune modifiche per questo compito.
L'aeroporto è intitolato al tenente di vascelloMarcello Arlotta, scomparso nel corso di un'azione bellica svolta a bordo di un dirigibile inAdriatico durante il primo conflitto mondiale, ed è articolata in cinque aree differenti, ognuna delle quali caratterizzata da unhangar, di cui uno assegnato in concessione allaGuardia di Finanza.
Degli altri hangar uno è in uso al «GRUPAER», un secondo viene impiegato come struttura tecnica per la manutenzione degli elicotteri, il terzo per il ricovero degli elicotteri in linea di volo e il quarto a disposizione per una futura utilizzazione.
Il GRUPAER, ilGruppo Aeromobili Imbarcati, è la componente aerotattica multiruolo nazionale della Marina Militare con sede nella stazione aeromobili di Grottaglie. È nato ufficialmente nel febbraio 1991 in previsione della consegna dei primi Harrier II. La consegna ai piloti e tecnici della Marina Militare dei primi due velivoli, due TAV-8B bi-posto in versione da addestramento, avvenne il 7 giugno 1991 presso la base deimarine a Cherry Point nellaCarolina del Nord.
La cerimonia ufficiale di consegna dei velivoli alla Marina Militare avvenne il successivo 23 agosto a bordo delGaribaldi ormeggiato nella baseamericana diNorfolk inVirginia. Il Gruppo fece rientro in Italia il successivo 24 settembre con i velivoli che raggiunsero la base aerea di Grottaglie.
Nella primavera del1994 ilGaribaldi fece ritorno negli Stati Uniti per ricevere i primi treAV-8B[29] in versione monoposto. Il resto dei velivoli verrà costruito in Italia su licenza dallaAlenia (confluita poi inFinmeccanica) con la linea di volo composta in totale da 18 velivoli, completata nel novembre1997.
Il Gruppo Aereo Imbarcato delGaribaldi tra l'11 gennaio e il 23 marzo 1995 ha avuto il suo primo impegno operativo reale con la partecipazione allamissione Ibis III inSomalia per il ritiro del contingente di pace delleNazioni Unite, con gli Harrier II del GrupAer che hanno svolto numerose missioni di ricognizione e supporto aimarine statunitensi e alReggimento San Marco. Il GrupAer ha ricevuto la Bandiera di combattimento il 28 giugno1996 donata dal gruppoANMI diAndria.
Da marzo a giugno del1997 il GrupAer ha partecipato all'Operazione «Alba NEO» («Albania Non Combat Evacuation Operation») con velivoli armati che giornalmente decollavano dalla base diGrottaglie, che è un aeroporto civile e con cui l'ente militare condivide l'uso della pista di volo. Nel1999 con laguerra del Kosovo e l'impegno dell'Italia nell'Allied Force icacciaAV-8B II+ Harrier del GrupAer imbarcati a bordo delGaribaldi, hanno svolto, a partire dal 13 maggio 1999, 30 sortite per 63 ore di volo, impiegandobombeMk 82 eGBU-16 e missiliAGM-65 Maverick.
In seguito agliattentati dell'11 settembre 2001 e laguerra al terrorismo proclamata dalPresidente degli Stati UnitiBush, con la partecipazione dell'Italia all'operazione Active Endeavour il GrupAer imbarcato a bordo delGaribaldi ha operato inOceano Indiano dal 3 dicembre2001 al successivo 1º marzo2002 e nel corso della missione gliAV-8B del GrupAer hanno effettuato 288 missioni per complessive 860 ore di volo e i quasi 1500 componenti degli equipaggi delle unità navali e del gruppo aereo che hanno partecipato alla missione hanno svolto compiti di controllo, intercettazione/interdizione in mare e di supporto aereo e interdizione aerea in territorioafgano.
Nel2010 per la missione umanitaria «White Crane» a Haiti dalla portaereiCavour hanno operato principalmente elicotteri pesanti EH-101 e SH-3D, configurati in modo ottimale per massimizzare le capacità di trasporto logistico e di assistenza medica.
I velivoli Harrier AV8B Plus del gruppo nel2011 hanno partecipato all’intervento NATO inLibia (Operazione Unified Protector), operando da bordo della portaeromobili Giuseppe Garibaldi.[30]
L'aeroporto di Pratica di Mare è sede dal2001 delSEZAER, la sezione aerea per le esigenze di trasporto logistico della Marina Militare, con tre velivoliPD-180,[22] che svolgono un ruolo importante anche in missioni di sorveglianza marittima grazie alsistema FLIR di cui questi aerei sono equipaggiati.
Inoltre dallabase aerea di Sigonella opera l'88º Gruppo Antisom del41º Stormo, con equipaggi misti diAeronautica Militare e Marina Militare. Lo stesso gruppo di volo è posto alle dipendenze operative della Marina.[31] Compiti dell’unità sono la ricerca antisommergibile, il pattugliamento marittimo, la ricognizione fotografica ed elettronica e la ricerca e il soccorso. Utilizza dal 2016 iP-72 A Surveyor dopo aver utilizzato proficuamente gliAtlantic fino al 2017.
L'Aviazione Navale Italiana è stata coinvolta a partire daglianni ottanta a tutte le operazioni in cui vi è stata la partecipazione della Marina Militare.
Operazioni militari | 1982-1984 | Missione Italcon Libano |
---|---|---|
1985 | Operazione Margherita (Dirottamento dell'Achille Lauro) | |
1986 | Operazione Girasole (crisi di Lampedusa) | |
1987 -1988 | Operazione Golfo 1 | |
1991 | Operazione Golfo 2 | |
1992 | Operazione Sharp Vigilance | |
1993–1995 | Operazione Restore Hope (Somalia) | |
1994 | Operazione Sharp Guard | |
1999 | Operazione Dinak | |
1999–2000 | Stabilize Timor Est | |
1999 – 2001 | Operazione Kosovo | |
2000 | Operazione Stabilize Eritrea | |
2001-2002 | Operazione Enduring Freedom | |
2003 | Operazione Iraqi Freedom | |
2007 | Operazione Leonte (Libano) | |
2011 | Operazione Unified Protector (Libia) | |
Protezione Civile | 1976 | terremoto del Friuli |
1980 | terremoto dell'Irpinia | |
2000 | alluvione del Piemonte | |
Missioni umanitarie | 2010 | operazione White Crine |
2015 | operazione Sophia |
Sezione aggiornata annualmente in base al World Air Force di Flightglobal del corrente anno. Tale dossier non contempla UAV, aerei da trasporto VIP ed eventuali incidenti accorsi durante l'anno della sua pubblicazione. Modifiche giornaliere o mensili che potrebbero portare a discordanze nel tipo di modelli in servizio e nel loro numero rispetto a WAF, vengono apportate in base a siti specializzati, periodici mensili e bimestrali. Tali modifiche vengono apportate onde rendere quanto più aggiornata la tabella.
Aeromobile | Origine | Tipo | Versione (denominazione locale) | In servizio (2025)[34][35] | Note | Immagine |
Aerei da combattimento | ||||||
---|---|---|---|---|---|---|
AV-8B+ Harrier II | ![]() | Caccia multiruolo a decollo verticale conversione operativa | AV-8B+ TAV-8B | 12[35][36] 1[35] | Originariamente 18 (16 AV-8B Plus + 2 TAV-8B), 2 AV-8B+ persi, uno a marzo 2002 e uno ad aprile 2010.[36] | ![]() |
Lockheed Martin F-35 Lightning II | ![]() | Caccia multiruolo a decollo verticale | F-35B | 7[34][35][37][38][39] | Con l'ultimo ordine comunicato nel DPP 2024/26, salgono a 20 gli F-35B in ordine per la Marina Militare (altri 20 F-35B sono stati ordinati per l’Aeronautica Militare), il primo esemplare consegnato alla Marina il 25 gennaio 2018.[38][34] | ![]() |
Aerei da trasporto | ||||||
Piaggio P.180 Avanti II | ![]() | aereo da trasporto leggero | P.180AM | 3[34][35] | I 3 P.180AM in servizio saranno sostituti da 3 nuovi P-180EVO Plus.[34] | ![]() |
Elicotteri | ||||||
AgustaWestland AW101 | ![]() | Anti Submarine Warfare Eliassalto HEW | SH-101A MH-101A AW-101 HEW | 10[34][35] 8[34][35] 4[34] | 22 esemplari consegnati.[34] I quattro AW-101HEW destinati all'allarme radar avanzato e al comando e controllo in volo, vista l'obsolescenza degli apparati di bordo, vengono convertiti in MH-101A per incrementare il numero degli elicotteri destinati al supporto anfibio e tattico.[34] | ![]() |
NHIndustries NH90 | ![]() ![]() ![]() ![]() | Anti Submarine Warfare Eliassalto | SH-90 (NH-90NFH) MH-90 (NH-90MITT) | 46[34][35][40][41][42] 10[34][35][40][43][44][41] | 46 NFH con funzione antisommergibile e 10 TTH da trasporto tattico ordinati nel 2011, per 56 esemplari complessivi.[44][45] L'ultimo MH-90A è stato consegnato il 26 agosto 2021.[43] L'ultimo NH90 dei 46 NH-90 NFH è stato consegnato il 29 settembre 2023.[42][41][40][34] | ![]() |
Agusta AB-212 | ![]() | Eliassalto Anti Submarine Warfare | SH-212A | 10[34][35] | in sostituzione con gliSH-90 | ![]() |
AgustaWestland AW139 | ![]() | elicottero utility | PH-139D | 1[34][35] | 1 PH-139D preso a noleggio per operazioni di ridotto impatto operativo tipo trasporto da bordo a terra, antincendio e brevi pattugliamenti.[34] | |
Aeromobili a pilotaggio remoto | ||||||
Schiebel Camcopter S-100 | ![]() | APR | S-100 | 2 | Ciascun sistema si compone di 2 velivoli e di una stazione di controllo. Acquisiti in leasing. | ![]() |
Boeing ScanEagle | ![]() | APR | ScanEagle | 2 | Ciascuno è composto da 5 macchine, un lanciatore, un sistema recupero e una stazione di controllo. Saranno impiegati per 5 anni dalle fregate classe MAESTRALE. |
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