La città, quasi completamente distrutta dalterremoto del 1915[10], è stata decorata con lamedaglia d'argento al merito civile[11] avendo subito nel 1944, pochi anni dopo la ricostruzione, gravi danni a causa deibombardamenti aerei anglo-americani nonché atti di violenza e rappresaglienazifasciste[12]. A vocazione agricola, oltre che industriale e commerciale[13], costituisce un nodo geografico stradale e ferroviario nell'area appenninica dell'Italia centro-meridionale[14].
La città, distesa sul bordo nordoccidentale dellaconca delFucino, è dominata a nord dalmassiccio del Velino, confinando con il colle diAlbe, e a ovest dalmonte Salviano, oltre il quale ai margini deipiani Palentini sorge la frazione diCese, al confine con il comune diCapistrello. A est del territorio comunale la località diPaterno segna la delimitazione conCelano, mentre a sud ricade in una porzione della piana fucense. Il terreno su cui poggia la città è in lieve declivio con salita in direzione nord-nordovest[15].
Il settore urbano presenta un'altitudine che va dai 670ms.l.m. dell'area adiacente alcastello Orsini-Colonna ai 740 m della moderna zona nord. Ildislivello del comune nel complesso varia dai 652 m del Fucino ai 1 398 m del gruppo montuoso deiTre Monti; l'escursione altimetrica è dunque pari a 746 m, mentre l'altitudine media si attesta a 782 m, pertanto lazona altimetrica attribuita è quella montana[16].
Il territorio fucense è attraversato da una serie di canali realizzati dopo il prosciugamento e la bonifica del lago. Il collettore centrale raccoglie l'acqua che dalGiovenco e dai torrenti circostanti si riversa nel reticolo dei canali e che viene utilizzata soprattutto per scopi irrigui[19]. Alcune sorgenti, tutte di piccola portata, sgorgano lungo i pendii del Velino e dei Tre Monti di Paterno[20]. I piani Palentini sono in parte attraversati dall'Imele che confluendo con il torrente Ràfia, tra i comuni diScurcola Marsicana eMagliano de' Marsi, dà origine alfiume Salto[21]. Oltre che nellafascia ripariale dell'Incile del Fucino lezone umide, caratterizzate dalla presenza di piccoli laghi, si trovano nelle località di Pozzone e Papacqua[22][23].
I rilievi che circondano la città a nord-nordovest, facenti parte dei gruppi montuosi delMagnola-Velino e del monte Salviano, sono caratterizzati dalle tracce delglacialismopleistocenico-olocenico per via della loro natura geologica di tipocalcareo-dolomitica[24]. Coperture detritiche si evidenziano alle pendici dei monti circonfucensi. Le pareti montuose, lungo la direttrice fucense di nordest fino aVenere, sono segnate dalla successionecarbonaticameso-cenozoica.
Nell'area di Avezzano i bordi della piana del Fucino presentano depositi fluvialighiaioso-sabbiosi,limi eargille[24]. Isedimenti sono databili almeno al periodo dell'ultima glaciazione[20]. Su entrambi i versanti del monte Salviano e sul monte Cervaro sono presenti fenomenologiecarsiche come piccole caverne o ripari rocciosi[25][26].
Collocata tra la catena centrale e quella occidentale dell'Appennino abruzzese, la città è caratterizzata da unclima continentale con inverni freddi e piovosi ed estati calde[27]. Il maltempo di matriceatlantica, proveniente dal bacinotirrenico, fa registrare nel periodo invernale precipitazioni anche di carattere nevoso, tuttavia le nevicate più intense si hanno con irruzioni fredde di matrice artica continentale dai settoribalcanici[28], quando le temperature in taluni casi possono sfiorare i -30 °C. La suaposizione geografica, ai bordi della conca fucense, favorisce l'inversione termica specialmente in autunno, inverno e primavera, con la formazione dinebbia e un tasso diumidità elevato. Le estati sono generalmente torride ma caratterizzate anche da fasi temporalesche con temporaneo incremento dell'umidità dell'aria.
Di seguito è riportata la tabella riassuntiva dei principali dati della locale stazione meteorologica in funzione dal 1926[29][30].
Iscrizione dell'ara funeraria della contrada Avidia
Sull'origine del nome Avezzano ci sono diverse ipotesi:
la più accreditata è quella relativa altoponimopredialeAvidianum (fundus Avidianus), da cui deriverebbe il nomeAvezzano, con una solav e laz sonora[7]. L'ara funeraria, rinvenuta nei pressi della città contemporanea, indicava la tenuta dellagens Avidia e in seguito la contrada del centro abitato[31][32]. IlgentilizioAvidius ricorre in altre iscrizioni della vicinaAlba Fucens[33].
stando a una supposizione l'origine del nome sarebbe invece connessa al predialeAd Vetianum oAd Vettianum[32]. Il luogo infatti sarebbe stato frequentato inepoca romana dallagens Vezzia[34] da cui il toponimovetiano ovettiano trasformatosi linguisticamente inAvezzano[35].
l'ipotesi che lega l'origine del nome all'invocazioneAveJane è stata giudicata inverosimile per mancanza di evidenze di carattere scientifico[32].
Tracce delle necropoli di epoca romana, risalenti tra l'VIII e il V secolo a.C., sono emerse nelle località situate lungo la linea di confine dei territori occupati daEqui eMarsi come colle Sabulo, Cretaro-Brecciara e valle Solegara[36][39]. Ilfundus Avidianus, riconducibile al II-I secolo a.C., fu incluso totalmente nell'ager diAlba Fucens dopo lacolonizzazione romana[40].
Nel 41 d.C.[41] l'imperatoreClaudio avviò i lavori finalizzati al prosciugamento del lagoFucino attraverso unemissarioipogeo servito da alcunicunicoli, realizzati a sud della contemporanea Avezzano. L'opera idraulica, considerata tra le più ardite dell'epoca romana, fu completata nel 52 d.C. portando al prosciugamento di una buona parte del bacino lacustre attraverso lo scolo delle acque nel fiumeLiri[42]. Con lacaduta dell'Impero romano d'Occidente e le successiveinvasioni barbariche venne a mancare l'attività di manutenzione tanto che i sottopassi si ostruirono causando il totale ritorno del lago nel suoalveo naturale[43].
Devastato dalle incursioni degli eserciti stranieri deiGoti,Greco-bizantini eAlemanni[44][45] per quasi tutto il periodoaltomedievale il territorio fu caratterizzato dalla presenza di centri abitati sparsi, gli antichipagi, alcuni dei quali situati sui contrafforti montuosi[46].
Glistatuti dell'universitas risalgono presumibilmente al XIV secolo[49] mentre il centro urbano si sviluppò ulteriormente quando diversi villaggi adiacenti alla località Pantano completarono l'accorpamento per motivi logistici[50] intorno alla chiesa dedicata in origine a San Salvatore e poi a Sant'Antonio Abate[51] o, secondo altre fonti, a San Pietro o a San Clemente[52] e solo successivamente aSan Bartolomeo[47][53]. La città fedele aFilippo II d'Angiò fu fatta devastare daFrancesco I del Balzo che nella seconda metà del Trecento ordinò ilsacco compiuto dal capitano di venturaAmbrogio Visconti e da 12 000 scorridori[49].
Il XV secolo segnò il declino definitivo di Albe, fino ad allora centro di riferimento politico e amministrativo dellacontea, a favore della cittadina confinante[54]. Il territorio fu al centro delle lotte di potere tra le famiglie romane degliOrsini e deiColonna.Gentile Virginio Orsini fece trasformare ilcastello trecentesco in una rocca rinascimentale, conformandola ai nuovi criteri dell'architettura militare[55][56]. Gli Orsini mantennero il controllo delle contee e dellebaronie marsicane fino agli anni 1495-1499, periodo in cui alcuni diplomi di reFederico I di Napoli attestano chiaramente il predominio dei Colonna sulla famiglia rivale[57]; la loro signoria durò ininterrottamente per circa tre secoli fino all'abolizione dei feudi[58]. Nel 1811Gioacchino Murat decretò l'istituzione deldistretto di Avezzano[59].
«Che meraviglioso specchio dev'essere stato il lago nella sua integrità! Ancora esso appare così incantevole nello splendore della sera, che si può pensare, guardandolo, alle ninfe e alle galatee nuotanti nei suoi flutti…»
Tra il 1855 e il 1876Alessandro Torlonia fece prosciugare definitivamente il lagoFucino che era il terzo bacino lacustre in Italia per superficie, dopo ilGarda e ilMaggiore[64]. Fu ripreso il progetto di diciotto secoli prima e attraverso il restauro e l'ampliamento dell'incile, dell'emissario e deicunicoli di Claudio l'alveo fucense divenne una pianura coltivabile di oltre 14 000 ettari[19]. Successivamente alla bonifica delle terre emerse la zona venne dotata di diverse infrastrutture come la rete viaria interna[65], a cui seguì la realizzazione delle strade perSulmona eTivoli tra il 1873 e il 1881, dellaferrovia Roma-Sulmona nel 1888 e della linea diretta aSora eNapoli nel 1902 dopo la realizzazione dellagalleria elicoidale di Capistrello[66][67]. Risale alla seconda metà dell'Ottocento anche ilprogetto di ferrovia Rieti-Avezzano che non fu mai portato a termine[68].
Nel pieno dello sviluppo socioeconomico l'area fucense fu colpita il 13 gennaio 1915 dalterremoto della Marsica, classificato tra i maggiorieventi sismici avvenuti in Italia per forza distruttiva e numero di vittime[69]. La scossa principale, registrata dall'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia alle ore 07:52:43[70], provocò 30 519 morti e la devastazione di numerosi comuni dell'Italia centrale[71][72]. Ad Avezzano, prossima all'epicentro, le vittime furono oltre diecimila[73].
La città subì durante laseconda guerra mondiale diversibombardamenti aerei, nuovamente distrutta per oltre il 70%[76] fu liberata dall'esercito neozelandese il 10 giugno 1944[77]. In seguito alle lotte contadine delsecondo dopoguerra fu attuata lariforma agraria che permise l'espropriazione anticipata dei terreni del Fucino ai danni deiTorlonia, l'assegnazione agli agricoltori diretti e il miglioramento delle condizioni socioeconomiche del territorio[78].
Lo stemma in uso è il decimo nella storia di Avezzano[79], è stato concesso con decreto del presidente della RepubblicaOscar Luigi Scalfaro dell'8 agosto 1994.[8][80]
Stemma
«D'azzurro, al San Bartolomeodi carnagione, in maestà, aureolato d'oro, capelluto e barbuto di nero, mirante verso l'alto, i fianchi e parte delle gambe drappeggiati di rosso, il braccio destro alzato, la mano destra impugnante il coltello del martirio, postoin banda, con la punta all'insù, d'argento, la spalla sinistra coperta dalla pelle del Santo, al naturale, pendente fino al fianco sinistro, attraversante il drappeggio, terminante con le mani e con il viso, rovesciati, il Santo sostenuto dallapianura diminuita, d'oro. Ornamenti esteriori da Città.[80][81]»
Gonfalone
«Drappo di giallo, riccamente ornato di ricami d'oro e caricato dallo stemma sopra descritto con la iscrizione centrata in oro, recante la denominazione della città, le parti in metallo ed i cordoni saranno dorati. L'asta verticale sarà ricoperta di velluto giallo con bullette dorate poste a spirale. Nella freccia sarà rappresentato lo stemma della città e sul gambo inciso il nome. Cravatta con nastri ricolorati dai colori nazionali frangiati d'oro.[80][81]»
«Sotto l'infuriare dei bombardamenti e delle rappresaglie nemiche, che causavano gravissime perdite umane e materiali, conserva intatta la sua fede nella libertà e nei destini della Patria.» — 31 dicembre 1961[11]
La chiesa madre delladiocesi è dedicata asan Bartolomeo, patrono di Avezzano insieme allaMadonna di Pietraquaria, proclamata compatrona nel 1978[82][83]. La cattedrale, voluta dopo ilterremoto del 1915 dal vescovo Pio Marcello Bagnoli, venne progettata dall'autore delpiano regolatore generale comunale, l'ingegnere Sebastiano Bultrini, subendo tuttavia notevoli modifiche[84]. Realizzata inpiazza Risorgimento e consacrata la prima volta nel 1942 venne danneggiata due anni dopo daibombardamenti alleati[85]. Con il progetto di restauro, elaborato prima dall'architetto Pasquarelli[82] e in seguito dall'ingegnere Giuseppe Mazzocca, venne realizzata la facciata di travertino instile neorinascimentale[86].
La piccola chiesa originaria risalente con ogni probabilità al Duecento cadde in rovina in seguito all'abbandono del centro fortificato diPietraquaria e venne ricostruita nel 1614[87] e ampliata nel corso dell'Ottocento[83][88]. Il santuario con base a croce latina ha un'unica navata e un'ampia abside. Esternamente è affiancato dal campanile a base quadrata e dal convento costruito nel 1840 e successivamente ampliato[83]. Lateralmente si trova la "Domus Mariae" che venne inaugurata nel 1957 e affidata allesuore benedettine di carità[89].
Di costruzione quattrocentesca fu in origine dedicata asan Francesco. Quasi completamente distrutta dal sisma del 1915, venne ricostruita negli anni trenta su progetto dell'ingegnere Loreto Orlandi che aggiunse sulla facciata laterale il portale cinquecentesco della scomparsachiesa di Santa Maria in Vico. Presenta stili architettonici variegati con interno e facciata caratterizzati da elementi decorativi in stiletardobarocchi, mentre il portale centrale è di fatturarinascimentale[90].
La chiesa originariabassomedievale, la cui facciata richiamava lo stileromanico, era situata oltre la cinta muraria. Dopo il sisma del 1915 venne riedificata in un'altra area, su progetto dall'architetto Giuseppe Zander, e inaugurata nel 1958[91]. Esternamente le parti inferiori di facciata e campanile sono rivestite di travertino e quelle superiori con ceramiche gialle e verdi[92].
La chiesa di San Francesco fu edificata insieme al convento tra il 1920 e il 1922 nel quartiere Frati. Nel 1939 furono abbattute le strutture con gravi problemistatici[94]; la riedificazione avvenne nel 1971. Nel 2020 la chiesa è stata elevata a santuario diocesano intitolato alla Madonna del Silenzio[95]. Una nicchia ospita il dipinto su tavola di autore ignoto riconducibile inizialmente allostile bizantino (IX-X secolo)[96], da studi successivi invece altardo gotico del XV secolo[97]. Fu recuperato, insieme al tabernacolo ligneo settecentesco, dalle rovine della chiesa di Vico[93]. Le pitture murali sono opera di Francesco Antonio Bianchi[98].
Chiesa di San Giuseppe
Fu il primo edificio sacro ricostruito in città dopo il 1915, fungendo da cattedrale fino alla ricostruzione della chiesa di San Giovanni Decollato e, successivamente, della nuova cattedrale di Avezzano. Di piccole dimensioni è dedicata al cultoortodosso[99].
Chiesa della Madonna del Passo
Situata nel moderno quartiere diBorgo Pineta, venne completata nel 1959 e affiancata dal campanile negli anni settanta. La struttura a croce latina presenta tre navate. In fondo alla navata centrale si trova l'abside poligonale, in quelle laterali sono collocati ifonti battesimali[100].
Progettato nel 1917 in stileneoclassico-eclettico dall'architetto Luigi Gallo, l'edificio venne inaugurato nel 1930[101] per ospitare la sede deltribunale istituita nel 1861[102][103]. Nel 1944 il palazzo subì gravi danni dai bombardamenti[104].
Ultimato il 15 dicembre 1927 su progetto di Sebastiano Bultrini[105] presenta uno stile architettonico ispirato alleville toscane del Quattrocento. La sala consiliare è adornata da affreschi realizzati da Ciro Mantegna sui bozzetti del pittore siciliano Ferdinando Stracuzzi, i cui simboli littori furono sostituiti dopo la caduta del fascismo da Francesco Antonio Bianchi con covoni di fiori e grano. Le pitture raffigurano la bonifica del Fucino e la ricostruzione della città dopo il 1915[106].
Costruito alla fine dell'Ottocento crollò quasi completamente nel 1915. Il palazzo originario era dotato di tre piani sormontati da una piccola torre campanaria con orologio. Sulla facciata del palazzo fatto ricostruire nel 1925 daGiovanni eCarlo Torlonia fu esposta intorno al 1927 la scultura raffigurante lo stemma del principato del Fucino con l'effigie dell'araba fenice sulrogo a simboleggiare la rinascita del territorio. L'opera che nel 1944 sarebbe stata trafugata dai tedeschi in ritirata venne successivamente sostituita. Le sale del primo piano sono decorate con i pavimenti in ceramiche dipinte diVietri sul Mare e gli affreschi di Vincenzo Alicandri, Francesco Antonio Bianchi ePietro Cascella[107]. Dopo lariforma agraria del 1950 il palazzo ha ospitato gli uffici amministrativi dell'ente Fucino e dell'agenzia regionale per i servizi di sviluppo agricolo, prima di essere gestito dal comune insieme alle pertinenze dell'omonimavilla[108].
La residenza vescovile, progettata negli anni venti da Sebastiano Bultrini, venne inaugurata nel 1928. Posteriormente a essa è situato l'edificio che ha ospitato il seminario diocesano; le due strutture sono state realizzate dopo lo spostamento della cattedra diocesana daPescina ad Avezzano[82]. Lo stile architettonico è caratterizzato da elementi semplici e lineari[109].
Progettato nel 1971 dall'architetto Furio Cruciani è stato inaugurato nel 2006, dopo una lunga fase progettuale e burocratica. La moderna struttura ha una capienza di circa 800 posti a sedere, ampia platea, galleria, foyer disposto su due piani e possiede caratteristiche tecniche congeniali a concerti, opere liriche e prosa[110].
L'edificio delle malterie italiane nei pressi dell'ex zuccherificio
Edificio instile Liberty situato accanto alla chiesa della Madonna del Passo. Edificato esternamente alcampo di concentramento nel 1916 per ospitare gli uffici delgenio militare, divenne dal 1942 il quartier generale cittadino delleSS. Riutilizzato come asilo e successivamente abbandonato è statovincolato dallaSoprintendenza[111].
Il complesso dismesso è un sito d'interesse archeologico-industriale[112]. Fu costruito da una società italo-tedesca alla fine del XIX secolo, alcuni anni dopo il prosciugamento del Fucino, e reso completamente funzionante nel 1903. Le parti che subirono gravi danni dal sisma del 1915 e durante laseconda guerra mondiale furono ricostruite con uno stile architettonico distinto. L'attività industriale cessò nel 1986[113].
Sul sito in cui si trovavano i resti della torre di avvistamento a base quadrata innalzata nel 1181 da Gentiledi Palearia e fatta espugnare nel 1363 daFrancesco I del Balzo[49] ha avuto inizio la costruzione del castello dallo stile essenziale, con mastio interno circondato da cinta muraria quadrata ai cui angoli spiccavano le torrette rompitratta. Nel 1490 venne rimaneggiato nelle formerinascimentali per volontà diGentile Virginio Orsini, con il probabile concorso tecnico diFrancesco di Giorgio Martini[55]. Nel 1546 il maniero fu fatto ampliare daMarcantonio Colonna con l'adeguamento a palazzo fortificato e la realizzazione del giardino. Gravemente danneggiato nel 1915 e nel 1944 è stato parzialmente restaurato su progetto dell'architetto Alessandro Del Bufalo nel 1994[114][115].
In località Borgo Incile all'imbocco dell'emissario si trova l'infrastruttura monumentale instile neoclassico completata nel 1876 in occasione del prosciugamento totale del bacino fucense, la cui progettazione architettonica insieme a quella del giardino venne curata daCarlo Nicola Carnevali[116]. Il ponte delleparatoie a tre archi è sovrastato dalla testata dell'emissario e dalla statua alta circa sette metri dell'Immacolata Concezione diMaria. La statua presente è la copia identica di quella originale crollata nel 1915[117]. Sul capo della Vergine si trova una corona di dodici stelle, mentre altri elementi in bronzo richiamano l'apocalisse biblica. L'opera funzionante, realizzata già inepoca romana, connette il canale esterno all'emissarioipogeo servito sulmonte Salviano dal sistema deicunicoli di Claudio.
Sul monte Salviano si trovano ilmemoriale realizzato in ricordo delle vittime del terremoto del 1915 e dellaprima guerra mondiale, il cuiobelisco è stato realizzato nel 1965 dallo scultorePasquale Di Fabio[121] e la sculturaTeatro della Germinazione, opera del 1998 diPietro Cascella collocata nei pressi del valico[122].
L'area di scavo archeologico dell'ex collegiata seicentesca di San Bartolomeo è situata nel vecchio centro urbano di Avezzano. A cominciare dai primi anni 2000 sono tornati alla luce i sepolcri collettivi e i resti delle chiese preesistenti risalenti alle diverse fasiimperiale,medievale erinascimentale. L'abate e storicoMuzio Febonio, nell'operaHistoriae Marsorum, asserì che la chiesa originaria venne edificata sui resti di un tempiopagano, in località Pantano, tra il IX e il X secolo[115].
A sud della città, alle pendici del monte Salviano, si affacciano sulla conca fucense gli imbocchi dei cunicoli di servizio dell'emissario sotterraneo. Il tunnel, lungo circa sei chilometri, presenta una sezione variabile da 5 a 10 metri quadrati e un dislivello pari a 8,44 metri. L'opera, fatta realizzare daClaudio tra il 41 e il 52 d.C.[41], servì a diminuire notevolmente la portata del lago Fucino[42] allontanando i rischi connessi a inondazioni e malsane secche estive, favorendo così le attività agricole. I lavori coinvolsero oltre 25 000 uomini tra schiavi e maestranze; per semplificare la perforazione e l'estrazione del materiale roccioso vennero scavati, in parte a mano, trentadue pozzi verticali e sei cunicoli inclinati[43]. Con lacaduta dell'Impero romano, in assenza di manutenzione, la galleria si ostruì facendo ritornare lo specchio d'acqua ai livelli originari. Il progetto fu ripreso e ampliato circa diciotto secoli dopo la messa in opera daAlessandro Torlonia che portò a termine il totale prosciugamento e la successiva bonifica. L'area è tutelata dal parco archeologico istituito nel 1977[123].
Situata alle pendici del monte Salviano è un sito d'interesse archeologico e speleologico. Le prime notizie scientifiche divulgate daPietro Barocelli risalgono al 1949[36] pochi anni dopo il termine della seconda guerra mondiale, durante la quale venne utilizzata dagli avezzanesi come unrifugio antiaereo. Dal sito sono emersi vari strumenti per la caccia e frammenti litici risalenti alPaleolitico superiore e all'Eneolitico, oltre a numerose tracce strutturali dell'età del ferro e materiali ceramici databili al IV-I secolo a.C.[37][124] Non distante è situata la piccola grotta Afra indagata nel 1956[36].
In località Macerine, nelle adiacenze dellastrada statale 5 Via Tiburtina Valeria, sono emersi i resti della villa romana edificata nel II secolo a.C. lungo l'originario tracciato dellavia Tiburtina Valeria. Il sito, incluso nell'ager publicus diAlba Fucens, presenta un settore rustico e uno residenziale. Con gli scavi iniziati nel 2005 sono tornati alla luce i resti delle terme, risalenti al II-III secolo, il pavimento a mosaico con motivi figurati, le tombe del V-VI secolo e altri reperti. L'area archeologica è stata aperta al pubblico nel 2008[125].
Altri siti
La necropoli di località Cretaro-Brecciara è stata rinvenuta durante i lavori di realizzazione dell'interporto. Le tombe sono risalenti all'VIII-VII secolo a.C., mentre altri reperti appartengono all'età repubblicana[126]. Nel 2018 altre tre tombe a fossa del VII secolo a.C., contenenti ossa e corredi funerari, sono emerse da un banco sabbioso della località colle Sabulo[127]. Sul monte Salviano sono presenti i resti del recinto fortificato databile all'XI secolo appartenuto al feudo diPietraquaria che governò una parte del territorio montano circostante[128]. Nel 1978 presso l'insediamentoneolitico diPaterno, situato a pianura di Cellitto lungo il tragitto primordiale della via Tiburtina Valeria, è stata rinvenuta l'omonima statuetta litica, oltre al vasellame ceramico[129]. I monumenti funerari di valle Solegara, realizzati in epoca imperiale, sono collocati tra il versante meridionale del colle Pettorino di Alba Fucens eAntrosano, al lato dell'originaria via Valeria; nella stessa area sono state rinvenute tracce di tombe databili con ogni probabilità tra il VII e il V secolo a.C.[130] Il sito archeologico di Alba Fucens, fondata come una colonia di diritto latino e divenuta una città commerciale, sorge a circa sette chilometri a nord di Avezzano; sul colle di San Pietro si trova l'anfiteatro romano, mentre su un fianco del colle Pettorino si apre lacavea delteatro albense[131].
L'area protetta, già parco periurbano dal 1993[132], è stata ufficialmente istituita nel 1999 in un'area di circa 722 ettari. Nell'ex bar in pietra è stata realizzata la casa del Pellegrino, un centro culturale in cui sono esposte le fotografie della fauna e della flora locale ed è allestito l'erbario[122]. Il percorso denominatovia dei Marsi, incluso nelsentiero europeo E1, risale all'epoca preromana[133]; altri itinerari sono la via dellatte[134] e il sentiero intitolato aRobert Baden-Powell che conduce al crocione, una grandecroce cristiana di legno innalzata nel 1902 a poca distanza dalsantuario della Madonna di Pietraquaria[135]. Nel 2024 è stato inaugurato nei pressi dell'aula verde didattica ilparco tematico della fauna, un'area dotata di pannelli divulgativi e alcune sculture lignee a grandezza naturale degli animali della riserva[136]. Ilmonte Salviano è indicato tra isiti di interesse comunitario dell'Abruzzo.
Il parco a pianta rettangolare si estende per oltre tre ettari comprendendo l'omonimopalazzo storico, il palazzo di vetro e la sala convegni intitolata ad Antonio Picchi, gli ex granai, laneviera e ilmuseo della civiltà contadina e pastorale. Quest'ultimo è adibito tra il parco e ilpadiglione Torlonia, struttura lignea a pianta ottagonale realizzata nel 1891[137]. Nel giardino fatto realizzare daiTorlonia dimorano diversi tipi di piante e alberi comeacacia,cedro del Libano,ciliegio giapponese,ginkgo etasso[138] e sono esposti alcuni frammenti dei capitelli in pietra della statua originaria della Madonna dell'Incile edificata nel 1876 e crollata nel 1915[139].
A pianta triangolare si trova su un'area pianeggiante del centro urbano. Precedentemente chiamata piazza Aia[140] venne adeguata daGiulio Del Pelo Pardi[141][142] a un giardino dotato di viali alberati e siepi dibosso. Al centro della piazza è posta la fontana monumentale donata daAnna Maria Torlonia e Giulio Borghese nel 1899, in seguito alla realizzazione del primo acquedotto cittadino[141]. Il busto bronzeo raffigurante il principe Alessandro Torlonia, realizzato dopo la sua morte[140], e il monumento ai caduti per la Patria sono collocati lateralmente[119].
Pineta
Venne piantumata durante ilperiodo fascista con lo scopo primario di proteggere la zona dai gelidi venti invernali provenienti dalmassiccio del Velino. È collocata a nord del contemporaneo quartiere diBorgo Pineta, in località Tre Conche, nei pressi del sito dell'excampo di concentramento[143]. La vegetazione della pineta consiste inpini neri di medio e alto fusto.
Parco periurbano La Pulcina
Area verde situata nella zona nord della città. Nel 2019 è stato realizzato un parco tematico comunale grande circa 4 000 metri quadrati denominato Dino Park che ospita le riproduzioni in dimensioni reali di alcunidinosaurianimatronici[144][145]. Nel 2023 è stata inaugurata l'area attrezzata di sgambatura per icani[146].
I dati dell'istituto nazionale di statistica rilevano al 1º gennaio 2023 una popolazione straniera residente pari a 3 392 persone[148], rappresentante l'8,3% della popolazione residente ad Avezzano[149]. Le comunità maggiormente rappresentate sono le seguenti:
Il dialetto avezzanese, come quello dell'areafucense-marsicana, presenta relativamente ad alcune caratteristichefonetiche una somiglianza con ilnapoletano[152], ciò a causa degli scambi economici documentati tra le due aree durante ilRegno di Napoli attraverso la via perSora eCassino.
Avezzano ospita la sede dell'omonimadiocesi, intitolata ufficialmente aiMarsi fino alla modifica del nome avvenuta nel 1986[75]. La cattedra ha avuto due spostamenti, il primo nel 1580 dall'anticachiesa di Santa Sabina a quella diSanta Maria delle Grazie aPescina[75], infine in modo ufficiale dal 1924 in città, dove diversi anni dopo venne consacrata la nuova chiesa madre della diocesi, lacattedrale di San Bartolomeo[82].
Il culto dellaMadonna di Pietraquaria risale al XII secolo, mentre la festa in onore della compatrona della città contro le siccità, le pestilenze e i terremoti si tiene ufficialmente dal 1779[155]. Il 25 aprile si svolge lafiera, mentre la notte del 26 aprile vengono accesi in tutti i quartieri i cosiddetti "focaracci",falò devozionali sul modello della festairlandese diBeltane, tradizione che risale al 1870[156]. Il giorno successivo è dedicato alle celebrazioni religiose con la statua della Vergine che viene portata in processione dal santuario alla cattedrale, scendendo lungo il sentiero dellaVia Crucis e percorrendo le strade cittadine[157]. In occasione di particolari ricorrenze[158] viene trasportato a spalla il grande quadro raffigurante laMadonna col Bambino[83]. Nel mese di maggio il santuario, meta di pellegrinaggi mariani, viene raggiunto salendo a piedi lungo il sentiero dellaVia Crucis[159].
L'ospedale civile Santi Filippo e Nicola era originariamente situato in via san Francesco, dinanzi allachiesa dei Santi Filippo e Nicola da cui prese il nome. Dopo il sisma del 1915 fu ricostruito in via monte Velino, infine spostato in un moderno edificio nella periferia nord della città non distante dal casello autostradale dellaA25, su un'area di circa 50 000 metri quadrati[160].
Sede della biblioteca presso l'ufficio regionale delle attività culturali
Lasezione di Archivio di Stato di Avezzano istituita nel 1999 è ubicata nelpalazzo Torlonia[161]. Il materiale archivistico comunale è conservato presso l'ASCA, l'archivio storico del comune di Avezzano[162]. La diocesi locale si avvale della biblioteca del seminario intitolata aMuzio Febonio in cui si trova una delle tre ristampe deLe opere di Galileo, raccolta di scritti diGalileo Galilei del XVII secolo[163], e dell'archivio storico "Angelo Melchiorre" creato intorno al X secolo[164] che custodisce l'Exsultet commissionato nel 1056[165]. L'archivio-biblioteca "Enea Merolli" è costituito da migliaia di volumi e centinaia di fascicoli processuali della prima metà del Novecento[166].
La biblioteca comunale con un fondo di circa 3 000 volumi sulla storia del territorio è stata allestita nel palazzo Torlonia insieme all'archivio storico del Centro Studi Marsicani "Ugo Maria Palanza"[167]. Dal 1982 la biblioteca, intitolata aIgnazio Silone, è collocata presso l'edificio realizzato nel 1970 dall'architettoPaolo Portoghesi in collaborazione con l'ingegnereVittorio Gigliotti che ospita l'ufficio regionale delle attività culturali[168]. La biblioteca "Bruno Cassinelli" e quella intitolata a "Nicola Irti" con il fondo librario "Benedetto Croce" sono specializzate in diritto e letteratura giuridica[169][170].
Polo della ricerca è il CRUA, consorzio di ricerca unico d'Abruzzo. È stato istituito per incentivare la cooperazione fra ricerca e industria e per promuovere e supportare le piccole e medie imprese del territorio abruzzese nei processi dell'innovazione rivolti ai prodotti del comparto agro-industriale e ai settori microrganismi/starter e alta formazione[171].
Il polo espositivoAia dei Musei ospita il museo lapidario marsicano, istituito nel 1888 dopo il prosciugamento del lago Fucino, e l'allestimento multimediale che ripercorre l'opera idraulica. Nella sezione lapidaria sono esposti i resti dei portali in pietra di alcune chiese distrutte dal sisma del 1915 e vari reperti di epoca romana, medievale e rinascimentale[178][179].
Hanno sede in città le televisioni locali Antenna 2[182], Info Media News[183] eTelesirio[184] e quattro emittenti radiofoniche: Radio Antenna Futura[182], Radio Luna[182], Radio Monte Velino[185] e Radio Stella[186].
Ilpremio Avezzano, organizzato annualmente dal 1949 al 1970, è una rassegna nazionale diarti figurative,pittura escultura riservata agli artisti contemporanei a cui partecipano esponenti del mondo della cultura di fama nazionale[187]. Negli anni cinquanta fu inclusa nella kermesse intitolataSettimana Marsicana[188], una serie di eventi legati adagricoltura,artigianato,commercio,industria,musica esport[189][190].
L'attività teatrale viene svolta perlopiù alteatro dei Marsi e alcastello Orsini-Colonna da alcune compagnie cittadine come Il Teatro dei Colori[191] e il Teatro Lanciavicchio[192] che promuovono la formazione attraverso i laboratori e le attività scolastiche. Sono diverse le associazioni teatrali amatoriali e dialettali attive[193].
Sono presenti ad Avezzano alcuni cori polifonici che spaziano dalla musica sacra alla classica come l'associazione corale La Fenice[199], il coro Claudio Monteverdi[200], l'orchestra I flauti di Toscanini[201] e l'orchestra giovanile della diocesi dei Marsi[202]. L'ente concertistico Harmonia Novissima fa parte del Cidim, il comitato nazionale italiano di musica[203].
La presenza del lagoFucino in tutte le epoche ha garantito con ipesci d'acqua dolce le necessarie risorse alimentari, insieme allaselvaggina e allafrutta[204]. La fauna ittica presente nel bacino fucense era costituita prevalentemente daanguille,barbi,carpe,gamberi,lasche,scardole,spinarelli,tinche,trote, a cui si accostavano numerose specie dianfibi[205]. Piatti tipici della tradizione gastronomica locale erano i pesci sotto ai coppi, ovvero puliti e riempiti di foglie disalvia, infine cotti in untegame posto nella brace del camino e protetti da un coppo in ferro, ovvero un coperchio concavo[206]. Dopo il prosciugamento del lago anche la cucina locale si è radicalmente trasformata avvicinandosi alla tradizione culinaria dell'Abruzzo montano con personali interpretazioni e contributi. Avezzano è nota per la produzione dellapatata del Fucino, certificataIGP[207] ePAT[208] e dellacarota dell'altopiano del Fucino, anch'essa riconosciuta con il marchio europeo IGP[209]. Gli utilizzi in cucina di questi ortaggi sono variegati.
I primi piatti si distinguono per l'uso di formati di pasta abruzzese come i maccheroni alla chitarra, i ravioli e le fettuccine accompagnati da salse a base di pomodoro con carne di vitello o maiale. Le fettuccine possono essere condite anche con ragù bianco di patate e guanciale[210]. Tipici piatti invernali sono i brodi a base vegetale o di pollo oppure le polente di farro o semplicemente accompagnate dal sugo o dai fagioli. Primo piatto della Marsicatransumante sono gli anellini alla pecoraia, una pasta a forma di anello servita con una salsa mista di pomodoro e vegetali a cui viene aggiunta la ricotta di pecora. Eredità della cucina povera rinascimentale sono le minestre a base di legumi e farro e le sagne con i fagioli[211].
Le ricette dei secondi piatti prediligono le carni suine e bovine. Anche ad Avezzano, come nel resto d'Abruzzo, è diffusa la specialità degliarrosticini di pecora. Tra gli usi culinari tipici della frazione diAntrosano c'è lapecora ajo cotturo, la cui carne viene cotta in un grande paiolo di rame[210]. Neipiani Palentini viene prodotta la farina delgrano Solina[212], mentre i dolci tipici sono leferratelle marsicane, sfoglie realizzate con stampi in metallo dal disegno a rombi in rilievo[211].
Ilvino cotto è una bevanda che si ottiene da uva dei vitigni diMontepulciano servita calda dopo bollitura in una pentola di rame. APaterno si producono diverse varietà di vino rosso, rosato e bianco[213].
La città distrutta dalterremoto della Marsica del 1915 è stata ricostruita perlopiù entro la prima metà del Novecento con unostile tardo Liberty che in parte caratterizza il livello urbanistico e architettonico. Le ville e alcuni edifici del centro urbano presentano aspetti relativi a un sobrio Liberty, alneomedievale oppure alNeoclassico[215]. Grazie ai fondi recuperati dall'onorevoleCamillo Corradini la ricostruzione fu portata avanti adottando il piano regolatore del 1916 redatto dall'ingegnere diVilla Romana di Carsoli, Sebastiano Bultrini che immaginò unacittà giardino a bassa densità edilizia. L'area urbana, che include i punti generatori di piazza Matteotti presso lastazione ferroviaria e di piazza Castello da cui a raggiera si diramano le principali arterie, si caratterizza per la struttura regolare costituita da strade frequentemente incrociate e marciapiedi larghi e alberati[216].
Sorge a nord della città, adagiata sul versante meridionale del colle diAlbe. Fu costruita dagli abitanti di quest’ultima fuggiti dal nucleo medievale fatto distruggere daCarlo I d'Angiò dopo labattaglia di Tagliacozzo. Divenneuniversitas autonoma tra il XV e il XVI secolo fino al 1811; in seguito passò sotto il comune diMassa d'Albe prima di essere annessa al comune di Avezzano nel 1959[217]. Il paese è abitato da oltre 1 000 residenti[218].
La frazione, situata a nord di Avezzano, è adagiata sul monte Castello; la sua origine coincide con l'incastellamento. Dal 1811 al 1960 ha fatto parte del comune di Massa d'Albe[217]. È abitata da circa 170 persone[218].
Il paese con ogni probabilità è sorto dalla volontà dei pastori e dei contadini del luogo che, dopo vicissitudini di varia natura, avrebbero abbandonato capanne e casolari disseminati neipiani Palentini per aggregarsi in un unico centro. Col tempo il nucleo abitato si è consolidato intorno all'abbazia che ibenedettini fecero edificare su un preesistente tempio pagano, dopo aver lasciato il vecchio monastero che occupavano sul monte Cimarani. Il numero degli abitanti sfiora le 600 unità[218].
Immediatamente contiguo a San Pelino, dista circa cinque chilometri dal centro della città. Il centro primordiale fu totalmente distrutto dal terremoto del 1915 e ricostruito più a valle; nel 1938 fu edificata la chiesa intitolata aSan Sebastiano. Frazione diCelano fino al 1954, anno in cui fu aggregato al comune di Avezzano[217], conta oltre 1 800 abitanti[218].
Laborgata è situata nei pressi del nucleo industriale avezzanese. Attraverso l'Incile del Fucino furono convogliate le acque del lago nell'emissario ipogeo del monte Salviano per farle defluire nel fiumeLiri. La testata dell'incile è sormontata dalla statua della Madonna dell'Immacolata Concezione[117]. L'abitato è sorto grazie ai contadini giunti nella piana per lavorare le terre disseccate e bonificate. Negli anni cinquanta dopo la riforma agraria i vecchi fabbricati rurali vennero sostituiti dalle case coloniche e furono realizzate le aree di aggregazione[220]. Nel 1963 venne inaugurata la chiesa intitolata allaMadonna di Loreto[221].
Borgo Via Nuova
Area suburbana posta a sud della città, creata dopo la riforma agraria si è sviluppata durante l'industrializzazione del territorio[222]. La chiesa a navata unica, completata nel 1970, è dedicata asant'Isidoro[223].
Caruscino
Sorge a circa tre chilometri a est del centro urbano. La borgata, che conta oltre 1 500 abitanti[218], è sorta su iniziativa dell'ente per la colonizzazione dellaMaremmatosco-laziale e del territorio delFucino con il nome di Villaggio del bracciante San Giuseppe di Caruscino[224]. Si sviluppò a cominciare dagli anni cinquanta dopo lariforma agraria e il conseguente esproprio dei terreni ai Torlonia con l'assegnazione ai contadini. Furono costruiti cinque forni per l'approvvigionamento del pane che vengono riaccesi in occasione della festa disan Giuseppe Artigiano[225].
Località nota in epoca medievale comePetram Aquarum[47][226]. Nellabolla pontificia dipapa Clemente III del 1188 sono citate le chiese di Santa Maria, San Giovanni e San Pietro[227], mentre nel XIII secolo risultò essere un feudo indipendente e il più grande incastellamento dellacontea di Albe, abitato presumibilmente da circa 650 persone[53]. Nel 1242Federico II di Svevia sarebbe stato ospitato nel centro fortificato durante la sua visita finalizzata a risolvere il problema dell'emissario di Claudio che, ostruito da tempo, era la causa principale delle inondazioni del lago Fucino[228]. Dopo l'esito della battaglia di Tagliacozzo del 1268 subì probabilmente la distruzione da parte degliAngioini diCarlo I d'Angiò, ma fu l'ultimo a scomparire tra i diversivici presenti nell'area montana[87]. In cima almonte Salviano al centro dell'omonima riserva naturale è situato ilsantuario della Madonna di Pietraquaria.
Grazie alla trasformazione lago-pianura che nelFucino ha causato stravolgimenti sociali e modificato il sistema economico si è sviluppata gradualmente un'agricoltura di tipo intensivo favorita dalle caratteristicheorografiche della piana, con la cresta delle montagne quasi mai al di sotto dei 1 500ms.l.m. e dal clima, caratterizzato dall'escursione termica estiva, che agevola la capacità produttiva[229].
Agli inizi del Novecento la costruzione dellozuccherificio di Avezzano favorì soprattutto la coltivazione dellabarbabietola da zucchero[230] che venne affiancata alla produzione deicereali[229]. Tuttavia fino agli anni cinquanta l'allevamento di bestiame e l'agricoltura hanno avuto le caratteristiche limitate delle imprese di tipo familiare; nel 1951 con l'istituzione dell'ente Fucino scomparve lazootecnia mentre l'attività agricola si è progressivamente evoluta acquisendo le caratteristiche imprenditoriali.
Dal 2006 per effetto della chiusura di quasi tutti gli zuccherifici italiani determinata dalla riformaeuropea "OCMzucchero"[231] è scomparsa la coltivazione delle barbabietole per far posto alle nuove colture, alcune delle quali utilizzando la tecnica dellarotazione, in particolarecanapa da fibra,grano,mais epomodori utilizzati per lebiomasse e comefertilizzanti[229][232].
I dati relativi alsettore primario del Cresa, centro regionale di studi e ricerche economico-sociali, attestano che il comparto agricolo fa da traino all'economia locale[13].
Tra le attività economiche più tradizionali, diffuse e rinomate vi sono quelleartigianali, come latessitura finalizzata alla realizzazione ditappeti,arazzi ecoperte, oltreché ilricamo artistico. Il territorio si contraddistingue anche per la produzione dimobili rustici[233].
Un ruolo importante è rivestito dalsettore terziario[13], in particolare il comparto tradizionale con le aree commerciali che si trovano sulla via Tiburtina Valeria, nelle direzioni diCappelle dei Marsi e diSan Pelino e con gli esercizi pubblici presenti nel centro cittadino. Due sono i mercati settimanali[234], mentre con il sistema delchilometro zero, nella piazza del Mercato si vendono i prodotti biologici e tipici locali[235].
La prima industria del territorio fu lozuccherificio di Avezzano costruito alla fine del XIX secolo e reso operativo a cominciare dal 1901[236]. Accanto a esso vennero realizzati gli edifici delle malterie italiane, annoverate tra i primibirrifici del Paese[237], oltre alledistillerie operative dal 1936. Nei primi anni del 1900 si insediarono alcune fabbriche legate all'indotto generato dall'opificio o dalle attività agricole fucensi[238] come l'industria del legname Saila, edificata dopo il prosciugamento e ricostruita dopo il sisma, nel 1924, su progetto dell'ingegnere Luigi Vendittelli[239]. Il nucleo industriale vero e proprio si è sviluppato dopo il 1962, anno della costituzione del locale consorzio di industrializzazione per un'area inizialmente pari a circa 375 ettari[240].
Nella zona, a sud della città, operano varie attività di tipo industriale e artigianale che rappresentano un volano per ilsettore secondario delle aree interne dell'Abruzzo[13][241]. Nello stabilimento exTexas Instruments, acquisito daMicron Technology e successivamente da LFoundry, di proprietà di una multinazionalecinese dell'elettronica, lavorano circa 1 300 addetti. Micron prosegue l'attività in un'altra sede del nucleo dove operano realtà industriali comeCartiere Burgo,Saes Getters,FIAMM-Siapra e Nuova Presafer. Numerose le imprese specializzate nei compartimanifatturieri, deiservizi e dellacantieristica[242].
Il centro fieristico di Avezzano, realizzato nel 2006 nei pressi del nucleo industriale, è dislocato su un'area coperta di 3 000 metri quadrati e su una all'aperto di circa 5 000. Può ospitare eventi e fiere d'importanza nazionale di vario genere[244].
Nel 1939San Pelino fu la prima frazione a essere inclusa amministrativamente al comune di Avezzano. Dal 1954 al 1960 anche le frazioni diAntrosano,Castelnuovo ePaterno sono entrate a far parte del territorio comunale.
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