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Avenue des Champs-Élysées

Coordinate:48°52′11″N 2°18′27″E48°52′11″N,2°18′27″E
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Disambiguazione – "Champs-Élysées" rimanda qui. Se stai cercando altri significati, vediChamps-Élysées (disambigua).
Avenue des Champs-Élysées
Veduta dall'Arco di Trionfo
Nomi precedentiAllée du Roule, Avenue de Neuilly
Localizzazione
StatoFrancia (bandiera) Francia
CittàParigi
CircoscrizioneVIIIarrondissement
QuartiereChamps-Élysées eFaubourg-du-Roule
Informazioni generali
Tipoviale
Lunghezza1 910
IntitolazioneCampi Elisi
Costruzione1670
Mappa
Mappa di localizzazione: Parigi
Avenue des Champs-Élysées
Avenue des Champs-Élysées
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L'Avenue des Champs-Élysées (/av.ˈny de ʃɑ̃.ze.li.ˈze/; lett. "Viale dei Campi Elisi") è uno dei più larghi e maestosiviali diParigi. Con i suoicinema,cafés e negozi di lusso, è una dellestrade più famose del mondo e una di quelle che delimitano il cosiddettoTriangolo d'oro di Parigi.

Il viale, prosecuzione dellaRue de Rivoli, si sviluppa per 1910 metri attraverso l'VIIIarrondissement, nella parte nord-occidentale di Parigi, daPlace de la Concorde a est, con il suoobelisco, aPlace Charles-de-Gaulle (già Place de l'Étoile) a ovest, dove si trova l'Arco di Trionfo, formando parte della linea dell'Asse storico.

Originariamente semplici campi, nel 1616Maria de' Medici fece realizzare un lungo viale alberato che collegava ilLouvre aigiardini delle Tuileries, poi esteso nel XVIII secolo fino alla sommità della collina di Chaillot, dove oggi sorge l'Arco di Trionfo. Tuttavia, fu solo durante ilSecondo Impero che questa strada, originariamente malfamata, si trasformò definitivamente in una vera avenue alla moda, grazie alla costruzione di elegantihôtel particulier e negozi di lusso che ne fecero un luogo privilegiato per le passeggiate, simbolo di prestigio e modernità.

Toponomastica

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Prende il nome daiCampi Elisi, il luogo degliInferi dove, nellamitologia greca, dimoravano le anime virtuose.

Posizione e accesso

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Tracciato

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L'Avenue des Champs-Élysées si trova nell'ottavo arrondissement diParigi, nella zona nord-occidentale della città. Si sviluppa lungo un asse est-ovest per una lunghezza di 1.910 metri, collegandoPlace de la Concorde, dove si erge l'Obelisco di Luxor, aPlace Charles-de-Gaulle (precedentemente nota comePlace de l’Étoile), situata sul versante settentrionale della collina di Chaillot, nel suo punto altimetricamente più elevato. Tra il 1768 e il 1774, la sommità di questa altura fu abbassata di circa cinque metri. Il materiale di risulta fu impiegato per attenuare la pendenza della strada, ancora oggi caratterizzata da una pendenza regolare dal Rond-Point des Champs-Élysées fino a Place Charles-de-Gaulle, dove si trova l'Arco di Trionfo dell'Étoile.[1] Il viale ha una larghezza complessiva di 70 metri: al centro si trova una carreggiata di 30 metri, suddivisa in quattro corsie per ciascun senso di marcia, fiancheggiata da due ampi marciapiedi di circa 20 metri ciascuno.

Il tracciato rettilineo del viale offre una maestosa prospettiva urbana che si sviluppa a partire dalPalazzo del Louvre, lungo un asse monumentale in cui si susseguono elementi simbolici ed architettonici di grande rilievo: lastatua equestre di Luigi XIV nella Cour Napoléon del Louvre, l'Arco di Trionfo del Carrousel, iGiardini delle Tuileries, l'Obelisco di Luxor diPlace de la Concorde, l'Arco di Trionfo e, più a ovest, al di fuori dei confini cittadini, laGrande Arche della Défense. Questo allineamento costituisce il cosiddetto "asse storico" (axe historique) dell'ovest parigino.

Nella sua parte inferiore, a est della rotonda Champs-Élysées-Marcel-Dassault, il viale è affiancato dacontre-allées, note come "promenade des Champs-Élysées", che costeggiano igiardini degli Champs-Élysées, i quali si estendono per circa 700 m.

Giardini eplaces

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Con una larghezza variabile tra i 300 e i 400 metri, i giardini sono articolati in una serie di spazi rettangolari denominatipiazze (places), distribuite simmetricamente lungo i due lati del viale.

  • sul lato nord, da est a ovest:
    • Place des Ambassadeurs, che prende il nome dagli hôtel particulier progettati daAnge-Jacques Gabriel nella vicina Place de la Concorde, un tempo destinati a ospitare diplomatici stranieri. Ospita oggi l’Espace Cardin;
    • Carré de l'Élysée, situato di fronte alPalazzo dell'Eliseo, comprendente il Padiglione Gabriel;
    • Carré Marigny, all’estremità di Rue du Cirque, sede delteatro Marigny e del ristorante Laurent.
Targa degli Champs-Élysées.
  • sul lato sud, sempre da est a ovest, si trovano

Ad eccezione dell'ultima, ciascuna di queste piazze ha unafontana fin dai lavori di ristrutturazione realizzati sotto la direzione dell'architettoJakob Ignaz Hittorff nel 1840-1847.

Trasporti

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Pannello della stazione Champs-Élysées-Clemenceau sulle linee 1 e 13

Di seguito sono riportate le stazioni della metropolitana e della RER che servono l'Avenue des Champs-Élysées:

Storia

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XVII secolo: una nuova passeggiata

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Gli Champs-Élysées nel 1890.

In origine, l'area oggi occupata dagli Champs-Élysées era costituita da terreni paludosi e disabitati. Nel 1616 la reginaMaria de' Medici promosse la realizzazione di un lungo viale alberato, costeggiato da olmi e tigli, lungo laSenna oltre ilPalazzo delle Tuileries. Il Cours la Reine, ispirato alparco fiorentino delle Cascine e destinato al passeggio aristocratico, fu così inaugurato nel 1616.[2] Sebbene distinto dall’attuale Avenue des Champs-Élysées, ne rappresentò un precursore concettuale: è infatti una delle prime realizzazioni del disegno urbano volto a estendere la città verso ovest attraverso viali alberati e spazi di rappresentanza.

All’inizio del regno diLuigi XIV, l'espansione territoriale del Regno di Francia rese obsolete le fortificazioni di Parigi. Il sovrano, influenzato dalle idee diJean-Baptiste Colbert e desideroso di ampliare e abbellire la capitale, decise così di demolirele mura medievali e di aprire nuovi assi viari. Con un decreto del 26 agosto 1667[3], fu ordinata la creazione di una strada destinata a facilitare il transito delle carrozze di corte dirette verso latenuta reale di Saint-Germain-en-Laye e alPalazzo di Versailles, allora in costruzione.

L'incarico fu affidato adAndré Le Nôtre, celebre paesaggista delPalazzo di Versailles e, a Parigi, deiGiardini delle Tuileries. Egli tracciò un nuovo asse monumentale partendo dallaresidenza regia delle Tuileries, in direzione della collina della Roule (oggi scomparsa), che attraversava l’attuale Place de la Concorde fino all’attuale Rond-point des Champs-Élysées[4]. Questo tracciato, affiancato da giardini, viali di olmi e ampie distese erbose, fu inizialmente conosciuto con varie denominazioni:Grand Cours,avenue de Neuilly,route de Saint-Germain,Avenue Royale de la Grille (1678),Avenue du Palais des Tuileries (1680).[5]

Il nomeChamps-Élysées fece la sua prima apparizione nel 1694, ma si consolidò ufficialmente solo nel 1709, come attestano i registri della contabilità reale. L’espressione fa riferimento aiCampi Elisi della mitologia greca, luogo mitico di pace e beatitudine per gli spiriti dei giusti. Tale denominazione fu forse scelta in contrasto con la parte inferiore del viale, all’epoca ancora insalubre, paludosa e associata alla prostituzione.

XVIII secolo: un viale malfamato

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Gli Champs-Élysées nel 1730

Il nuovo viale si sviluppava oltre lacinta muraria di Luigi XIII e attraversava, all'altezza dell'attuale rue Marbeuf, il Grand Égout, un canale di scolo che seguiva il tracciato di un ruscello proveniente daMénilmontant per sfociante nella Senna all'altezza dell'attualePont de l'Alma. Solo nel 1710, su iniziativa delDuca d'Antin, sovrintendente degliedifici del Re, fu costruito un ponte in pietra che permise di estendere gli Champs-Élysées fino alla cosiddettaÉtoile de Chaillot, corrispondente all’attuale tracciato completo del viale. L’opera fu completata nel 1724.[6]

Nel 1722, il villaggio di Le Roule, situato alla periferia della città, fu annesso a Parigi. In seguito, nel 1765, fu autorizzata la costruzione di edifici lungo entrambi i lati dell’Avenue des Champs-Élysées. Cinque anni più tardi, ilmarchese di Marigny, direttore generale degli Edifici, delle Arti, dei Giardini e delle Manifatture del Re, fece livellare la collina di Le Roule, rinnovò le piantumazioni e tracciò nuove vie come l’Avenue de Marigny, l’Avenue Matignon e l’Allée des Veuves (l'odiernaAvenue Montaigne). Nel 1774, il viale fu ulteriormente allargato e prolungato fino alla Senna, in direzione delPont de Neuilly, tramite l’attuale Avenue de la Grande-Armée a Parigi e Avenue Charles-de-Gaulle a Neuilly-sur-Seine. In quel periodo, i tratti del viale assumevano nomi diversi:Avenue Royale de la Grille presso la barriera di Chaillot, eAvenue de Neuilly oltre tale punto.

Nonostante i lavori di abbellimento, gli Champs-Élysées mantennero a lungo una reputazione negativa: la zona era gremita di bancarelle da fiera e mediocricaffè all'aperto che attiravano malviventi, prostitute e persino briganti. Nel 1771 fu inaugurato all'altezza del Rond-point un un lussuoso parco divertimenti ovauxhall, il Colisée, ma lo stabilimento cadde presto in declino perché il pubblico era riluttante ad andare la sera in quella che era ancora una parte periferica e particolarmente malfamata di Parigi. IlCours la Reine, lungo la Senna, restava più popolare tra i parigini per le attività di svago, tra cui il gioco delle bocce, il tennis e le frequentazioni nei bar. Alla sua estremità sorgeva ilPetit Moulin-Rouge, locale di fama ambigua costruito su un terreno appartenente aMadame du Barry.[7] Per migliorare la sicurezza del viale, che come si è visto era ancora percepito come molto insicuro, nel 1777 fu istituito un posto di guardia svizzera presso la barriera di Chaillot.

La popolarità del viale, che nel 1789 prese il nome definitivo di «avenue des Champs-Élysées» (1789), crebbe solo durante laRivoluzione francese. Fu lungo gli Champs-Élysées che sfilò il corteo delle donne di Parigi, guidato daThéroigne de Méricourt, in marcia verso Versailles per riportare la famiglia reale a Parigi. Ed è sempre lungo questo asse che, il 25 giugno 1791, la famiglia reale fu ricondotta a Parigi dopo lafuga a Varennes, scortata da due ali diGuardie Nazionali.

Durante ilTerrore, Place de la Concorde - all'estremità orientale del viale - fu teatro di sanguinose esecuzioni capitali. Sempre in quel periodo, furono collocati nei pressi dell’ingresso ovest del viale i celebriCavalli di Marly, gruppi scultorei diGuillaume Coustou, provenienti dall'abbeveratoio delCastello di Marly e sistemati su piedistalli disegnati dal pittoreDavid.

Il padiglione Ledoyen, costruito nel 1792.

Durante ilDirettorio furono condotti interventi per migliorare la sicurezza e la reputazione della zona: il viale centrale fu ampliato, alcune bettole vennero chiuse, e furono murati passaggi sotterranei che offrivano rifugio a criminali. Cominciarono ad aprire eleganti caffè, come ilCafé des Ambassadeurs, e ristoranti come quello di Dupe, inaugurato nel 1800, frequentato da personaggi di spicco dell’epoca comeBarras. L’edificio che lo ospitava, una graziosa casa bianca con persiane verdi, corrisponde all’attuale ristorante Ledoyen. Con il tempo, così, gli Champs-Élysées si affermarono come luogo di passeggio elegante e meta delle gite fuori porta verso la campagna di Longchamp.

XIX secolo: gli interventi di Jakob Ignaz Hittorff

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Nel primo decennio del XIX secolo, il tratto degli Champs-Élysées compreso tra la rotonda e la Barrière de l’Étoile conobbe una limitata attività edilizia: furono realizzati solo sei edifici, tra cui l’Hôtel de Massa. Tuttavia, lungo il viale sorsero numerosi giardini e luoghi di intrattenimento, tra balli all’aperto e spazi ricreativi: nonostante ciò, l’area continuò a essere considerata molto insicura.[8]

È attraverso il viale che il 15 dicembre 1840 si effettuò restituzione delle ceneri di Napoleone, davanti a 100 000 spettatori.
Arredo urbano: particolare di un lampione

Il 2 aprile 1810, l’Avenue des Champs-Élysées fu il teatro dell’ingresso solenne nella capitale diMaria Luisa d'Austria, nuova imperatrice dei Francesi, accolta da un arco di trionfo effimero eretto per l’occasione. Poco meno di quattro anni dopo, il 29 marzo 1814, l’imperatrice lasciò Parigi percorrendo lo stesso viale, mentre il giorno seguente lo zarAlessandro I di Russia, il re di PrussiaFederico Guglielmo III e il principeKarl Philipp Schwarzenberg assistettero a una parata delle truppe alleate da una tribuna allestita nei pressi del Palazzo dell’Eliseo. Le truppe bivaccarono nei giardini degli Champs-Élysées, lasciandoli in condizioni deplorevoli.

Il 25 giugno 1815, dopo lasconfitta a Waterloo e l'abdicazione, Napoleone lasciò definitivamente Parigi attraversando proprio il viale, sulla cui sommità era ancora in costruzione l’Arco di Trionfo.Luigi XVIII ne ordinò la ripresa dei lavori e aprì l’Avenue Gabriel per migliorare la connessione con i quartieri circostanti.

Per proseguire lo sviluppo del viale, il prefetto della SennaGilbert Chabrol de Volvic applicò la legge del 20-27 agosto 1828, con cui lo Stato trasferì alla Città di Parigi la proprietà di Place della Concorde e degli Champs-Élysées, inclusi gli edifici statali (esclusi i fossati ai margini dei Giardini delle Tuileries). In cambio, la città si impegnava a:

(francese)
«° de pourvoir aux frais de surveillance et d’entretien des lieux ci-dessus désignés ;

° d’y faire, dans un délai de cinq ans, des travaux d’embellissement jusques à concurrence d’une somme de deux millions deux cent trente mille francs au moins ;

° de conserver leur destination actuelle aux terrains concédés, lesquels ne pourront être aliénés en tout ou en partie»
(italiano)
«° provvedere alle spese di sorveglianza e manutenzione dei luoghi sopra designati;

° di realizzare, entro un termine di cinque anni, lavori di miglioramento fino ad un importo di almeno due milioni e duecentotrentamila franchi;
° di mantenere la destinazione attuale del terreno concesso, che non può essere venduto in tutto o in parte»

(Decreto[9])

Hittorf progettò anche i lampioni in ghisa ancora presenti, alimentati inizialmente a gas e ancora oggi presenti sul viale, che, secondo laRevue de l’Art, produssero “l’effetto più piacevole che si possa vedere” («l'effet le plus agréable qu'il soit donné de voir»).[10] A partire dal 1856, le sculture e i lampioni presenti lungo l’avenue furono inoltre trattati con un innovativo sistema diramatura industriale, sviluppato da Léopold Oudry, che ne garantì la conservazione nel tempo. Nel 1835, Hittorff propose al consiglio comunale di Parigi un progetto ambizioso per trasformare l’avenue in un polo culturale, includendo la creazione di un panorama, un circo, ristoranti di lusso, caffè-concerto e un teatro.[11] Il viale fu anche teatro di eventi politici significativi: il 22 febbraio 1848, un grande banchetto tenuto sugli Champs-Élysées fu l’innesco simbolico dellaRivoluzione del 1848.

Il viale intorno al 1850
Gli Champs Élysées intorno al 1878 in un dipinto di Gustave Maincent
Palazzo dell'Industria (1855-1896).

Nel 1839 fu inaugurato il Panorama degli Champs-Élysées, una rotonda di 40 metri di diametro e 15 di altezza, situata tra ilCours la Reine e ilGrand Carré des Jeux, dove oggi sorgono il Grand Palais e il Petit Palais. Il progetto fu firmato da Hittorff, mentre la direzione artistica fu affidata al pittore Jean-Charles Langlois, che inaugurò l’edificio conL’Incendio di Mosca. Nel 1855, il Panorama fu inglobato nei padiglioni della prima Esposizione Universale, diventando una sala espositiva per lemanifatture di Sèvres e deiGobelins, oltre che per i gioielli della Corona. Fu demolito l’anno successivo per fare spazio a un viale di collegamento con ilPalais de l’Industrie. Un nuovo Panorama fu realizzato nel 1860 da Gabriel Davioud, sempre con Langlois, all’angolo con l’odierna Avenue Franklin Roosevelt (all’epoca Avenue d’Antin), in corrispondenza dell’attuale Théâtre du Rond-Point.

Nel 1855, Hittorff fece costruire il primo teatro Marigny (600 posti) sull’angolo tra Avenue Gabriel e Avenue Marigny, affidandone la gestione aJacques Offenbach. In precedenza, il sito ospitava uno spettacolo di “fisica divertente e fantasmagoria” attivo dal 1835. Nel 1880, l’edificio fu sostituito da una nuova struttura più ampia, progettata da Charles Garnier e successivamente ristrutturata daÉdouard-Jean Niermans. Nel 1841, all'altezza del n. 8 di Avenue Gabriel, Hittorff costruì anche l’Alcazar d’Été, celebre caffè-concerto in cui si distinsero artisti come la cantante Thérésa e ilchansonnier Paulus (l’edificio è oggi noto come Pavillon Gabriel). Sempre su iniziativa di Hittorff, fu riedificato nel 1841 anche il celebre Café des Ambassadeurs in Place des Ambassades (oggi Espace Cardin), su un sito con autorizzazione originaria del 1772. Il locale, gestito dalla vedova Rouget nel 1816, divenne un popolare spazio per spettacoli di rivista dal 1897, fino alla sua demolizione nel 1929. Dal lato opposto del viale, il Concert de l’Horloge, situato in origine all’estremità ovest delCours la Reine, fu demolito nel 1852 per far spazio alPalais de l’Industrie. La sua proprietaria, Madame Picolo, lo ricollocò all’inizio dell’attuale Avenue Edward-Tuck. Dotato di un innovativo tetto mobile scorrevole, offriva riparo in caso di maltempo.

Infine, Hittorff progettò i raffinati padiglioni che ospitano due storici ristoranti ancora attivi: Laurent, nella piazza Marigny, e Ledoyen, nella piazza Ledoyen. Entrambi presentano facciate con frontoni e colonne policrome, in pieno stile ottocentesco.

Manifesto diJules Chéret per la pista di pattinaggio sul ghiaccio del Palais de Glace alla rotonda degli Champs-Élysées (1893).
L'Avenue des Champs-Élysées nel 1870

Gli Champs-Élysées sotto il Secondo Impero

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Durante ilSecondo Impero, gli Champs-Élysées conobbero una trasformazione profonda e divennero il fulcro della vita elegante parigina. A guidarne lo sviluppo paesaggistico fu l'ingegnereAdolphe Alphand sotto l'egida diNapoleone III, che si incaricò di proseguire gli interventi di Hittorff. Grazie alla sua regia, in particolare a partire dell'Esposizione universale del 1855 gli Champs-Élysées divennero una delle passeggiate più alla moda della capitale: sul viale si contavano appena sei edifici; nel giro di pochi decenni, fu costeggiato da sontuose residenze borghesi e da palazzi privati. Due nuovi quartieri residenziali sorsero attorno a esso: uno a nord, sull’area degli antichi giardini Beaujon, e uno a sud, sul sito dei giardini Marbeuf.

Tra il 1853 e il 1855, sul sito del grand carré des Jeux, fu eretto ilPalazzo dell'Industria, imponente costruzione lunga 200 metri e inaugurata il 15 maggio 1855 daNapoleone III. L'edificio fu utilizzato per leEsposizioni Universali del1855,1878 e1889 e ospitò varie fiere commerciali, esposizioni agricole e orticole, spettacoli equestri e cerimonie ufficiali. La struttura fu demolita a partire dal 1896, in vista dell'Esposizione Universale del 1900, così da far posto alPetit eal Grand Palais. La sua rimozione permise inoltre l'apertura dell'asse monumentale tra gliInvalides e ilPalazzo dell'Eliseo tramite ilPonte Alessandro III.

Cartolina dell'Avenue des Champs-Élysées, XIX secolo. Dipartimento delle collezioni di immagini, Biblioteca della National Gallery of Art.[12]

Nel 1898, sempre in preparazione dell’Esposizione del 1900, fu inaugurato il ristorante Petit-Paillard (oggi Pavillon de l’Élysée) dinanzi l'Eliseo, in un elegante padiglione progettato dall’architettoAlbert Ballu in stile eclettico. La realizzazione dell'apparato decorativo della sala da pranzo fu affidata allo scultoreJean-Baptiste Hugues, titolare delPrix de Rome nel 1875.

Nell'ottobre 1896, in occasione della loro visita in Francia, lo zar russoNicola II e la zarinaAlessandra giunsero alla stazione di Passy-la-Muette. Il corteo raggiunse poi la Porte Dauphine, l'Avenue du Bois e infine gli Champs-Élysées, percorso che li condusse all'ambasciata russa. Lungo il viale, si radunò una grande folla, a volte appesa agli alberi pur di vedere il corteo.[13]

Vista panoramica degli Champs-Élysées nel 1900.

XX secolo

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Il 25 dicembre 1908, mentre passeggiava sugli Champs-Élysées, un cameriere e venditore ambulante di nome Jean Mattis si avventò sul Presidente della RepubblicaArmand Fallières tentando di tirargli la barba. Il presidente reagì prontamente all'aggressione dell'energumeno, ma fu comunque graffiato al collo e all’orecchio destro. Mattis fu condannato a quattro anni di carcere.

Avenue des Champs-Élysées nel 1939.
Avenue des Champs-Élysées nel 1968.

Il 5 maggio 1921 le cerimonie per il centenario della morte diNapoleone Bonaparte si svolsero proprio sugli Champs-Élysées e all’Hôtel des Invalides. Ben presto, tuttavia, lo spettro dellaseconda guerra mondiale offuscò l'Europa: il 14 giugno 1940 le truppe naziste marciarono per la prima volta sotto l’Arco di Trionfo. L’11 novembre dello stesso anno, una manifestazione di studenti sugli Champs-Élysées, uno dei primi atti di resistenza pubblica contro l’occupazione, fu duramente repressa dai nazisti. Il 26 agosto 1944, dopo la liberazione di Parigi, il generaleCharles de Gaulle sfilò lungo gli Champs-Élysées, preceduto da carri armati della 2ª divisione corazzata. Il 30 maggio 1968, in risposta alla crisi studentesca e sindacale, una grande manifestazione di sostegno a de Gaulle radunò tra 300.000 e 500.000 persone sugli Champs-Élysées.

Il 12 luglio 1998, dopo la vittoria della Francia nella finale delCampionato mondiale di calcio, oltre un milione di persone festeggiarono sugli Champs-Élysées; il giorno dopo la nazionale sfilò lungo il viale su un autobus scoperto. Scene analoghe si ripeterono nel 2000 dopo la vittoria agli Europei.

Riassetto urbano del 1992-1994

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Il progetto, definito dal Dipartimento delle Autostrade nell’aprile 1990 e avviato nel febbraio 1992 con un budget di 240 milioni di franchi, fu completato in anticipo rispetto ai tempi previsti. Guidato dall’urbanista Bernard Huet e dai progettisti Jean-Michel Wilmotte eNorman Foster, prevedeva:

  • la rimozione dellecontre-allées laterali di servizio;
  • la piantumazione di una seconda fila di platani su entrambi i marciapiedi;
  • la creazione di marciapiedi larghi circa 21,5 mètres tra ilRond-Point ePlace Charles-de-Gaulle, con pavimentazione in granito policromo (grigio Tarn, blu Bretagna e bianco sardo);
  • l'installazione di nuovi arredi urbani.

XXI secolo

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Il viale dallaprospettiva dei Giardini delle Tuileries (foto del 2005).
Avenue des Champs-Élysées nel 2021.

Il 14 luglio 2002, durante la parata militare sugli Champs-Élysées,Maxime Brunerie tentò di assassinare il presidente Jacques Chirac.

Il 16 marzo 2019, durante l’atto XIX dellaprotesta dei gilet gialli, il viale fu teatro di violenti scontri con la polizia e danni ingenti. Un gruppo di oltre 1.500 rivoltosi, tra cui anche frange più radicali appartenenti aiblack bloc, tentò di assaltare l’Arco di Trionfo, causando danni a 216 negozi (con l’80% colpiti gravemente), e saccheggiandone 27, tra cui la celebre brasserie Fouquet’s. Furono segnalati 79 incendi, di cui 5 in edifici, e quasi tutti i chioschi dei giornali vennero distrutti. Trentuno agenti e vigili del fuoco rimasero feriti.[14][15][16][17][18][19]

Quale futuro per gli Champs‑Élysées?

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Attualmente, gli Champs-Élysées stanno attraversando un periodo di cambiamento, e il loro ruolo nella città è in fase di ridefinizione. Da una parte è presentata come una delleavenue più iconiche della capitale, se non del mondo,[20][21][22] un simbolo di lusso e potere economico, e continuano ad attrarre marchi di alta gamma come Dior, Saint Laurent, Louis Vuitton, affiancati da brand di fascia più accessibile che sfruttano l'enorme afflusso turistico. Parallelamente, i cittadini locali tendono a evitarlo, percependolo come uno spazio turistico, affollato, rumoroso e privo di autenticità, distante dall'identità quotidiana della città.

Le amministrazioni locali, insieme aglistakeholder commerciali, sembrano orientate a riequilibrare questa tensione, puntando su una trasformazione che valorizzi l’esperienza urbana, la sostenibilità e l’identità locale. Diverse iniziative e piani sono in corso o prospettati, con lo scopo di “riconquistare” il viale per i parigini: tra le direzioni probabili, vi sono la messa a dimora di un maggior numero di essenze arboree, la riduzione del traffico motorizzato, la diversificazione dell'offerta commerciale (incoraggiando attività maggiormente legate alla cultura e agli eventi, per offrire un'esperienza distinta dal semplice shopping), un controllo degli affitti e una regolamentazione immobiliare (per evitare che prezzi troppo alti continuino a spingere fuori i piccoli commercianti locali) e, infine, la promozione di eventi culturali, manifestazioni locali e in generale iniziative che promuovono il viale come luogo vissuto, non solo come “vetrina turistica”.[23][24]

Residenti famosi

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Targa al n. 122, in omaggio a Henry de La Vaulx.
  • Hervé Vilard (1946-), cantante e compositore francese. Con il suo successo planetarioCapri, c'est fini, guadagnò a 18 anni un milione di dollari, che impiegò per comprare un appartamento accanto al Lido; abitò nello stesso edificio di Antoine e Les Charlots. Alla morte della madre, nel 1981, si trasferì in avenue Pierre Ier de Serbie, nelsedicesimo arrondissement.[25][26][27]
  • Marie d'Agoult (1805-1876), scrittrice francese con lo pseudonimo diDaniel Stern (n. 20, nel 1852).
  • Émilienne d'Alençon (1870-1945), cortigiana (n. 32).[28]
  • Bernard Bauer (1829-1903), ebreo convertito, divenuto uno dei confessori dell’imperatrice Eugenia. Abbandonò la Chiesa dopo la caduta del Secondo Impero e, dopo aver frequentato assiduamente l’opera, nel 1899 sposò un’ex ballerina e si lanciò in una carriera come esperto di cavalli da corsa (n. 93).[29]
  • Sarah Bernhardt (1844-1923), attrice teatrale.
  • Émilie Marie Bouchaud, dettaPolaire (1874-1939), attrice e cantante (n. 53, nel 1910).[30]
  • Ernest Constans (1833-1913), primo governatore generale dell’Indocina francese e più volte ministro dell’Interno durante la Terza Repubblica (n. 93, nel 1902).[31]
  • Julie-Victoire Daubié (1824-1874), prima donna in Francia a ottenere il diploma di maturità (1861) e giornalista economica (n. 70, nel 1870).
  • Émile de Girardin (1806-1881), giornalista e uomo politico, e sua moglie, la scrittrice Delphine Gay (1804-1855).
  • Abel Hermant (1862-1950), uomo di lettere, membro dell’Académie française, destituito dopo la Seconda guerra mondiale per collaborazionismo (n. 63).[32]
  • Jacques François Édouard Hervieux (1818-1905), presidente dell’Académie nationale de médecine (n. 71).
  • Thomas Jefferson (1743-1826), terzopresidente degli Stati Uniti.
  • Henry de La Vaulx (1870-1930), esploratore francese.
  • Marie-Anne Detourbay, contessa di Loynes, teneva il suo salotto sugli Champs-Élysées.
  • Joseph Pelet de la Lozère (1785-1871), ministro dell’Istruzione pubblica (n. 4).
  • Aimable Pélissier (1794-1864), duca di Malakoff, maresciallo di Francia (n. 115).
  • Raymond Poincaré, Presidente della Repubblica Francese (n. 26, nel 1908).[33]
  • Paul Porel (1843-1917), direttore teatrale ed ex marito della celebre attrice Réjane (1856-1920) (n. 63, nel 1910).[34]
  • Cécile Sorel (1873-1966), attrice (n. 99, nel 1910).[35]
  • Anne de Rochechouart de Mortemart, prima donna in Francia a ottenere una patente di guida automobilistica nel 1897 e scultrice con lo pseudonimoManuella.
  • Joseph Vitta (1860-1942), barone italiano, banchiere, mecenate e collezionista d’arte (n. 51).

Economia

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L'Arco di Trionfo fotografato all'altezza del n. 133 di Avenue des Champs-Élysées nel 2017.
Avenue des Champs-Élysées vista dall'Arco di Trionfo.
Marciapiede nord dell'Avenue des Champs-Élysées.
Avenue des Champs-Élysées in primavera, con vista sull'Arco di Trionfo.

Nel corso del XIX secolo l’Avenue des Champs-Élysées divenne un luogo privilegiato di passeggio e svago per la società parigina. Lungo il viale si svilupparono numerose attività legate al tempo libero e al mondo equestre, stante il vicinoippodromo di Longchamp, quali scuole di equitazione, scuderie, laboratori di carrozzieri, sellerie, sartorie specializzate per cavalieri, società di autonoleggio e sale da ballo. L’intensa vita mondana, sia nei salotti privati sia negli stabilimenti aperti al pubblico, favorì parallelamente l’insediamento di boutique di moda e gastronomia.[36]

Un punto di svolta si verificò con l'arrivo dellalinea A della RER, che rese gli Champs-Élysées facilmente accessibili a una platea amplissima, comprendente residenti di ogni estrazione sociale. Questo processo accelerò l'arrivo di marchi e di attività più popolari, come testimoniato dall'apertura di Virgin Megastore nel 1988.[37]

Nel 1994, su iniziativa del sindacoJacques Chirac e con la collaborazione di Roland Pozzo di Borgo, fu istituito il Comité des Champs-Élysées, un importante programma di riqualificazione urbanistica e commerciale volto a rinnovare l'immagine del viale pur mantenendone l'identità storica e sociale. al viale una nuova immagine di marca. L’Avenue continuò così a riflettere la diversità del pubblico che la frequentava, distinguendosi tuttavia tra i due lati del viale: il marciapiede nord (lato pari), più soleggiato e direttamente collegato alla stazione della RER, è caratterizzato da un traffico pedonale più intenso e da una maggiore densità commerciale, con canoni di locazione annuali per i locali al piano terra compresi tra 8.000 e 10.000 euro al metro quadrato (al netto di imposte e oneri).[37] L'apertura prolungata dei negozi, spesso fino a mezzanotte e anche nei giorni festivi, ha contribuito al successo economico del viale, che nel 2012 accoglieva in media circa 300.000 visitatori al giorno, un quarto dei quali provenienti dall'estero. Nei periodi festivi, il flusso poteva raggiungere i 600.000 passaggi giornalieri. I circa 120 esercizi presenti sul viale generavano allora un fatturato annuo pari a un miliardo di euro, con una spesa media per turista straniero stimata in 1.160 euro (in aumento rispetto ai 950 euro del 2007). Il settore rappresentava da solo il 12% del volume totale delle vendite esentasse della capitale.[38]

Negli ultimi decenni, l’aumento dei valori immobiliari e la forte pressione speculativa hanno reso l’Avenue des Champs-Élysées uno degli assi più costosi al mondo: nel 2018, il viale occupava il quarto posto a livello globale per il costo medio degli affitti commerciali, con un valore di 16.350 dollari al metro quadrato, superato solo daCauseway Bay (Hong Kong),Fifth Avenue (New York) eNew Bond Street (Londra).[39] Tali valori hanno contribuito a un progressivo spopolamento residenziale, con i piani superiori degli edifici convertiti in uffici o spazi commerciali. La distribuzione commerciale riflette ancora una certa asimmetria: il lato nord, meglio esposto al sole e più frequentato, è tradizionalmente più costoso del lato sud. Tuttavia, a partire dagli anni 2000, anche quest’ultimo ha attirato marchi di rilievo qualiLouis Vuitton,Nike,Omega,Montblanc Eden Shoes e il palazzo pariginoFouquet's Barrière e il lato nord daCartier,Guerlain,Montblanc,McDonald's,Adidas e dal ilMarriott, l'unico hotel con ingresso diretto sul viale.

La crescita dei canoni di locazione rischia tuttavia di compromettere la diversità commerciale, poiché solo alcuni settori – in particolare quello tessile e i marchi di lusso, come quelli appartenenti al gruppoLVMH – sono in grado di sostenere tali costi. Uno studio del Comune di Parigi (2006) segnalava che circa il 20% delle attività sul viale era dedicato al tessile, percentuale che saliva al 39% se si includevano anche i centri commerciali. Superare questa soglia, secondo le autorità municipali, metterebbe a rischio la varietà merceologica dell’avenue.[40]

Nonostante i tentativi di regolamentazione degli affitti, alcuni proprietari adottano strategie per eludere le norme, come il mancato rinnovo dei contratti di locazione, accompagnato da indennizzi di sfratto pari a 10-12 volte l'affitto annuo e da tasse d'ingresso imposte ai nuovi locatari. Tali dinamiche, unitamente alla crescente omogeneizzazione dell’offerta commerciale, sollevano interrogativi sul futuro equilibrio tra prestigio, accessibilità e attrattività turistica del viale. A oggi, solo interventi politici sollecitati da movimenti associativi sembrano offrire prospettive concrete per la conservazione della sua identità plurale e del suo ruolo simbolico nella vita urbana parigina.

Edifici rilevanti

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  • nº 6: antica ubicazione delLa Pâtisserie Gloppe.
  • nº 21: durante l'Occupazione nazista, sede delSoldatenheim Champs-Élysées.
  • nº 23: antica ubicazione del cinemaLe Paris, riservato, durante l'Occupazione nazista, a tutti i tedeschi delReich. L'edificio fu demolito nel 1983 per far posto all'immeuble diMarcel Dassault. Successivamente, l'edificio ospitò la sede diThaï Airways e infine un negozio della marcaAbercrombie & Fitch.
Hôtel de la Païva al n. 25
  • nº 25:hôtel de la Païva. Questohôtel particulier, uno degli ultimi a essere costruito nel viale, fu edificato tra 1856 e 1866 dall'architettoPierre Manguin per Esther Lachmann, marchesa della Païva (1818-1884), celebre cortigiana delSecondo Impero. Di un lusso sfolgorante, l'edificio, celebre per il fasto della sua decorazione interna, costituisce uno dei migliori esempi conservati di architettura privata del Secondo Impero. Dopo la morte di La Païva, l'hotel fu venduto a un banchiere di Berlino e poi, nel 1895, al ristoratore Pierre Cubat. Dal 1904 ospita un circolo privato, il Travellers. Recentemente è stato oggetto di un ampio restauro.[41]
  • nº 27-33: cinéma Gaumont Champs-Élysées Marignan.
  • nº 28: durante laSeconde Guerre mondiale e l'Occupazione, sede del gruppo filonazista «Jeune front», situato nell'orbita delPartito Francese Nazional-Collettivista. L'attività principale del «Jeune front» consisteva nella distrubuzione del giornale antisemitaAu Pilori, uno dei più radicali organi di stampa della collaborazione, finanziato direttamente dalle autorità tedesche. «Jeune Front» rappresentava la sezione giovanile (16-21 anni) delle «Gardes françaises». Il gruppo fu fondato daRobert Hersant, che agli inizi di agosto 1940 ottenne un locale presso questo indirizzo per insediarvi la propria sede operativa. Oltre alla propaganda, i membri delJeune Front si resero responsabili anche di azioni violente contro commercianti di religione ebraica attivi nei dintorni del loro quartier generale.[42].
  • nº 30: domicilio delconte di Montecristo nel romanzo omonimo diAlexandre Dumas[43].
  • nº 31-33: la scrittriceColette vi ha soggiornato dal 1935 al 1938, dopo aver vissuto nei cinque anni precedenti all'hôtel Claridge, sempre sul viale[44].
  • nº 36: hôtel de M. G. Béjot (nel 1910).
  • nº 37 (angolo conrue Marbeuf) : residenza di Béatrice Charlotte Antoinette Denis de Kérédern de Trobriand (1850-1941).
Negozio Citroën C42 al n. 42
  • nº 42: negozio Citroën C42 (tra il 1928 e il 2018).
  • nº 50: antico cinéma Gaumont Champs-Élysées Ambassade. Fu inaugurato il 23 settembre 1959 con la proiezione del filmFurore di vivere. All’epoca, noto comeAmbassade-Gaumont, disponeva di una sala con una capienza di 1.100 posti, di cui 300 in galleria. Nel marzo 1981, si fuse con una sala cinematografica adiacente, il Paramount-Élysées, situato al n. 5 di rue du Colisée, dando origine a un complesso multisala composto da tre sale e una capienza complessiva di circa 1.500 posti. RibattezzatoGaumont Champs-Élysées Ambassade, il complesso operava in sinergia con il vicino Gaumont Champs-Élysées Marignan, situato sul lato opposto del viale. Il cinema cessò definitivamente l’attività il 31 luglio 2016, in seguito alla decisione della direzione di Gaumont, che riteneva la struttura non più conforme agli standard contemporanei in termini di qualità, comfort e accessibilità.[45]
  • nº 52-60: edificio costruito originariamente daAndré Arfvidson sul sedime del preesistentehôtel de Massa, residenza del XVIII secolo classificata come monumento storico. Quest’ultima fu smontata pietra per pietra e ricostruita al n. 38 di rue du Faubourg-Saint-Jacques, dove si trova tuttora. Il nuovo edificio fu inizialmente realizzato per ospitare la sede parigina dellaCitybank of New York. In seguito, ha accolto varie attività commerciali, tra cui ilVirgin Megastore (attivo dal 1988 al 2013) e, successivamente, un punto venditaMonoprix. Nel 2012, la proprietà è stata acquistata dal Qatar attraverso la compagnia assicurativa Groupama. Dopo la chiusura del Virgin, l’immobile è stato oggetto di un’importante ristrutturazione a partire dal 2016. Nel 2018, ha riaperto al pubblico come nuova sede delleGaleries Lafayette Champs-Élysées, progetto che ha comportato anche la chiusura della vicina galleria Élysées-La-Boétie.[46]
Boutique Guerlain al 68, avenue des Champs-Élysées (iscritta)
BoutiqueGuerlain al n. 68
Hôtel Marriott al 70, avenue des Champs-Élysées
Marriott Hotel al n. 70
Facciata del 52-60, avenue des Champs-Élysées, ingresso del Monoprix
Facciata dei n. 52-60, dove si situa l'ingresso alMonoprix
  • nº 53: L'Atelier Renault. Nel 1910,Louis Renault decise personalmente di insediare la presenza della propria casa automobilistica sull’avenue des Champs-Élysées, aprendo un ampio showroom dedicato all’esposizione e alla vendita dei modelli di lusso del marchio. In seguito, fu acquisito anche il n. 51, al fine di ampliare la superficie destinata all’attività commerciale. All’inizio degli anni 1960, l’intero complesso fu demolito e ricostruito secondo un nuovo progetto architettonico, che conferì all’edificio l’aspetto attuale: una struttura con ampia facciata sulla celebre avenue e un secondo affaccio, meno noto, su rue Marbeuf. L’edificio ingloba la Maison de l’Alsace, che vi è circondata. Particolarità dell’edificio è la presenza, sul tetto, di una villa di servizio riservata al presidente della Renault, nonché di una sala del consiglio di amministrazione, concepita per riunioni lontane dal clima agitato che si respirava all’epoca sull’île Seguin, sede storica degli stabilimenti Renault. Nel 1962 fu inaugurato al suo interno il Pub Renault, che divenne rapidamente un luogo iconico della vita parigina. Si trattava di una novità assoluta per l’epoca: era infatti la prima volta che uno spazio commerciale integrava al proprio interno un ristorante, presto celebre per le sue insalate e i gelati di grandi dimensioni. Dopo quasi quarant’anni di attività e una media annuale di 800.000 visitatori, Renault scelse di rinnovare completamente il concept: nel 2000 fu inaugurato L’Atelier Renault, spazio multifunzionale dedicato all’immagine del marchio. L’Atelier ospita ancora oggi un ristorante, situato al mezzanino e articolato su cinque passerelle, e continua a fungere da vetrina internazionale per la casa automobilistica. Il sito registra attualmente una media di 2,5 milioni di visitatori all’anno.
  • nº 63: nel 1910 ospitava l'Aéro-Club de France, oggi ubicato al nº 6 dirue Galilée. A questo numero si trova anche laParfumerie Kerkoff.
  • nº 68: edificio costruito nel 1913 dall'architetto Charles Mewès e occupato al piano terra dalla profumeriaGuerlain.[47]
  • nº 70: Vuitton Building (oggi hotelMarriott), con la sua facciata in stileart nouveau tardivo, su progetto diLouis Bigaux[47].
  • nº 68 e 70: i piani di questi due edifici[48] sono occupati dal 1914 al 1933 dalla maison Jenny, fondata daJenny Sacerdote nel 1909; vi si trovano 20 laboratori di sartoria e isaloni della maison.
  • nº 74: anticohôtel Claridge.
Portici ai n. 76-78 degli Champs-Élysées
  • nº 76-78: L’edificio situato a questo indirizzo comprende, al piano terra, una galleria commerciale che collega l’avenue des Champs-Élysées alla rue de Ponthieu. Denominata Arcades des Champs-Élysées, questa elegante galleria fu concepita come una “fiera permanente di negozi di lusso” e realizzata nel 1925 dagli architetti Charles Lefèbvre, Marcel Julien e Louis Duhayon, sul sito dell’anticohôtel particulier diGeorges Dufayel. Il terreno, stretto e allungato tra le due vie, era stato acquistato dal diamantaio e promotore immobiliare Léonard Rosenthal. L’inaugurazione ufficiale delle Arcades avvenne il 1º ottobre 1926. Nella costruzione vennero reimpiegate alcune colonne di marmo provenienti dall’edificio preesistente. L’ornamentazione della galleria fu affidata a rinomati artigiani e artisti dell’epoca: il fabbroRené Gobert, i maestri vetraiFernand Jacopozzi eRené Lalique, quest’ultimo autore delle fontane di vetro oggi scomparse che ornavano il passaggio. Nel seminterrato della galleria si trovava il celebre Lido, attivo in questa sede fino al 1976. Inaugurato nel 1928 come raffinato salone di bellezza con piscina mondana, fu progettato dall’architettoRené Félix Berger. A partire dal 1946, il locale fu trasformato in un cabaret, assumendo una notorietà internazionale e conferendo al passaggio il nome con cui è talvolta ancora identificato: Arcades du Lido.
  • nº 77: appartamento occupato per breve tempo daJoséphine Baker, poi riacquistato daRuth Virginia Bayton nel 1929.
  • nº 79: Il cinema Élysées-Gaumont fu inaugurato con una sala da 600 posti, distribuiti su tre livelli. Già l'anno successivo alla sua apertura, la programmazione si ampliò includendo anche spettacoli di music-hall, e il locale fu conseguentemente ribattezzato Théâtre Music-Hall Quentin-Bauchard, quindi Élysées 79. Nel 1933, l’esercizio riprese la denominazione originaria di Élysées-Gaumont, per poi essere rinominato nel 1937 Le Biarritz. Durante l’occupazione tedesca, la famiglia Siritzky, che ne era proprietaria, fu espropriata. Nel 1971, il cinema fu oggetto di un primo intervento di riconfigurazione interna, con la suddivisione in due sale. Un secondo ampliamento, avvenuto nel 1977, portò alla creazione di altre tre sale, cui se ne aggiunse una ulteriore negli anni 1980, portando il complesso a un totale di sei sale cinematografiche. Il sito, infine noto come UGC Biarritz, cessò definitivamente l’attività nel 1995. Le sale furono successivamente riconvertite ad altri usi, con l’eccezione della sala originaria, che è oggi adibita a proiezioni private.[49]
  • nº 91 (angolo conrue Quentin-Bauchart): antica sede del quotidianoLe Jour, fondato daLéon Bailby (1867-1954) negli anni trenta.
Targa in omaggio al caporale Robert Birlinger al n. 92.
Ristorante LeFouquet al n. 99.
  • nº 92: durante la seconda guerra mondiale, sede del giornaleDer Deutsche Wegleiter für Paris[50], destinato alle truppe di occupazione. Nel 1939, il nonno diJean-Jacques Schpoliansky inaugurò il cinéma Le Triomphe, dotato inizialmente di una sala da 500 posti, comprensiva di balcone. L’edificio non si limitava a ospitare un cinema, ma accoglieva anche diverse organizzazioni centrali dell’industria cinematografica, tra cui i sindacati dei datori di lavoro e dei lavoratori impegnati nella produzione, distribuzione, esercizio cinematografico e nelle industrie tecniche. Da questa concentrazione di funzioni nacque il Comitato Organizzativo dell’Industria Cinematografica. Nel 1978, il complesso fu ampliato con l’aggiunta di tre nuove sale nel seminterrato; contestualmente, la sala originale fu ridimensionata a 315 posti. In questa fase, il cinema assunse la denominazione di Paramount City Triomphe. Alla fine degli anni 1980, fu acquisito dalla catena UGC. Dopo diversi decenni di attività, il cinema ha chiuso definitivamente nel 2007.
  • nº 99 bis: All’inizio del XX secolo, l’edificio situato al n. 99 bis dell’avenue des Champs-Élysées era già noto per ospitare una residenza legata alla figura dell’attrice Madame Sorel, la quale vi abitava in un appartamento arredato situato all’angolo con l’avenue George-V, sopra l’attuale sede della celebre brasserie Fouquet’s. In quel periodo, Mme Sorel, ancora agli esordi della sua carriera teatrale, iniziata in modo discreto presso l’Odéon, riceveva lezioni private di letteratura classica da parte dell’accademicoGustave Larroumet, che si recava regolarmente nella sua abitazione. Secondo le cronache dell’epoca, mentre l’allieva si attardava nelle case di moda parigine, non era raro vedere il professore in attesa sul balcone, impaziente di riprendere la lezione.[51] Attualmente, l’edificio ospita, al piano terra, la storica brasserie Fouquet’s, rinomata per essere punto d’incontro della vita culturale e mondana parigina. Ai piani superiori si trova l’Hôtel Fouquet’s Barrière, inaugurato nell’ottobre 2006, che unisce ospitalità di lusso e valorizzazione del patrimonio architettonico del sito.
Boutique Louis Vuitton au 101, avenue des Champs-Élysées.
BoutiqueLouis Vuitton al n. 101 degli Champs-Élysées.
  • nº 101: Situato all’angolo con l’Avenue George-V, la Rue Vernet e la Rue de Bassano, l’edificio del nº 101 è stato progettato nel 1931 dagli architetti Louis-Hippolyte Boileau e Charles-Henri Besnard per ospitare gli uffici dell’Ufficio Nazionale del Turismo. Durante l’occupazione tedesca, l’edificio fu sede dell’organizzazione nazistaLa force par la joie (“La forza attraverso la gioia”) e del Fronte tedesco del lavoro. Nel vicino numero 3, i battaglioni della gioventù comunista compirono un attentato contro queste istituzioni. Le facciate e i tetti rivolti sulle strade furono dichiarati monumenti storici nel 1991, mentre nel 1993 lo stesso riconoscimento fu esteso a una parte del cabaret-ristorante Le Raspoutine, parte dello stesso complesso immobiliare con affaccio al 58 di rue de Bassano. Negli anni ’90 e nel 2004 l’edificio ha subito importanti lavori di ristrutturazione. Dal 2005 ospita il prestigioso negozio monomarcaLouis Vuitton.[52]
  • nº 103:Élysée-Palace. L’Élysée-Palace era un hotel per viaggiatori costruito nel 1898 dalla Compagnie des wagons-lits su progetto dell’architettoGeorges Chedanne. Fu il primo dei grandi alberghi per viaggiatori a sorgere sugli Champs-Élysées, precedendo l’hotel Astoria (1904) e l’hotel Claridge (1912), quest’ultimo noto per aver ospitato, tra gli altri,Alexandre Stavisky. Prima di questa epoca, gli hotel di lusso erano situati principalmente nei quartieri vicini al Louvre e all’Opéra. L’arredamento originale dell’Élysée-Palace fu distrutto dal Crédit commercial de France (poi diventato HSBC France), che acquistò l’edificio nel 1919 per farne la propria sede centrale. Tuttavia, la banca mantenne quasi intatta, trasformandola in un salone, la camera che ospitò la celebre spiaMata Hari. Da oltre dieci anni l’edificio è di proprietà del fondo sovrano Qatar Investment Authority, che lo affittava aHSBC, il cui contratto di locazione è scaduto. Nel 2022 l’intero edificio è stato sottoposto a una profonda ristrutturazione per ospitare la maison Dior.[53][54]
  • nº 114: Alberto Santos-Dumont (1873-1932), pioniere dell'aviazione, visse in questo edificio davanti al quale, nel 1903, fece atterrare il suo dirigibile (n. 9, targa commemorativa). Nel 2018 l’edificio è stato ristrutturato per ospitare unApple Store: attorno al cortile interno, ora coperto da una caleidoscopica vetrata, sono state preservate la struttura originaria delle stanze e alcuni elementi come scale e camini.
Santos-Dumont atterrissant
Atterraggio di Santos-Dumont
L'immeuble de nos jours
L'edificio oggi, sede di unApple Store
Plaque commémorative
Targa commemorativa
  • nº 116 bis-118: Sede di Radio-Paris durante l’occupazione, nei locali requisiti dalle Poste parigine. Dopo la guerra, vi si insediò la Radiodiffusion française. È da una delle finestre del secondo piano che Jacques Prévert cadde gravemente il 12 [giorno non specificato]. Il cinema Normandie vi rimase dal 1937 al 2024, con la sua sala grande, la seconda più grande di Parigi. Dal 1977 ospita il cabaret Lido (precedentemente situato al n. 78).
  • nº 119: Hôtel Carlton. Costruito nel 1907 dall’architetto Pierre Humbert. Nel 1988 divenne sede della Compagnie Air France
  • nº 120: James Gordon Bennett junior (1841-1918), proprietario del New York Herald e mecenate dell’aeronautica, abitava in questo edificio. Pierre Laval vi aveva il suo studio legale negli anni ’20.
  • nº 121: Questo imponente edificio haussmanniano fu costruito nel 1907 dall’architetto Pierre Humbert.
  • nº 122: Il conteHenry de La Vaulx (1870-1930), pioniere dell’aviazione, visse a questo indirizzo dal 1898 al 1909 (targa commemorativa).[55]
  • nº 124 (all'angolo conrue Balzac):hôtel particulier costruito intorno al 1858 perSantiago Drake del Castillo;
  • nº 129: cinéma Publicis Élysées.
  • nº 133: All’angolo con la rue de Tilsitt, il drugstore Publicis fu il primo drugstore ad aprire in Europa, il 16 ottobre 1958. Si insediò al piano terra di un edificio dei primi del Novecento che fino ad allora ospitava un hotel di lusso ormai fuori moda, l’Astoria, costruito dal diplomatico e uomo d’affari austro-ungarico Emil Jellinek. Il 13 marzo 1916, il sottotenente Guynemer vi fu curato dopo un combattimento aereo. Nel 1965, un altro drugstore Publicis aprì al 149 di boulevard Saint-Germain. Simbolo della vita notturna parigina negli anni Sessanta, il drugstore degli Champs-Élysées era frequentato da personaggi come Roger Moore, Charles Bronson, François Mitterrand e Johnny Hallyday, mentre Serge Gainsbourg e Jacques Dutronc gli dedicarono una canzone. Da questo periodo, il giornalista François Armanet ha tratto il libroLa bande du Drugstore (Denoël, 1999), poi adattato in film nel 2002. Nella notte tra il 27 e il 28 settembre 1972, il locale fu devastato da un incendio che causò la morte di una persona. Tra il 1973 e il 1975 l’edificio venne ricostruito in vetro e acciaio dall’architettoPierre Dufau[56].
  • nº 136:hôtel particulier di Mme C. B. de Beistegui (nel 1910).
  • nº 138:hôtel particulier diWilliam Kissam Vanderbilt (1849-1920).[57]
  • nº 142: Maison du Danemark.
  • nº 156:hôtel de Carcano (ambasciata del Qatar in Francia).

Note

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  1. ^Paris. Hauts-de-Seine, Seine-Saint-Denis, Val-de-Marne, Hachette, 1972, p. 320..
  2. ^L'Urbanisme à l'époque moderne, Librairie Droz, 1982, p. 150..
  3. ^Champs-Élysées. Une histoire, éditions de la Table Ronde, 2009, p. 41..
  4. ^Les Champs-Élysées. Trois siècles d'histoire, Éditions de La Martinière, 1997, p. 345..
  5. ^Origine des noms de lieux de Paris et grande couronne, J.-M. Bordessoules, 2009, p. 14..
  6. ^Paris et ses quartiers, Éditions L'Harmattan, 1998, p. 132..
  7. ^Jacob et Léri 1991, pp. 26-27.
  8. ^Du vieux Paris au Paris moderne, Librairie Hachette, 1932, p. page 264..
  9. ^ Conseil d'État,Avis sur la propriété et la domanialité du Grand Palais (PDF), suconseil-etat.fr, 25 luglio 2005.
  10. ^Jacob et Léri 1991, p. 28.
  11. ^Jacob et Léri 1991, p. 33.
  12. ^The Changing Face of the City, suArcGIS StoryMaps, Esri, 15 gennaio 2025.URL consultato il 18 settembre 2025.
  13. ^Le Pays : journal des volontés de la France, suGallica, 8 ottobre 1896., pages 1-2.
  14. ^"Gilets jaunes": un acte 18 marqué par un regain de violence à Paris, sunouvelobs.com, 16 marzo 2019..
  15. ^Gilets jaunes, acte 18 : 216 commerces dégradés à Paris, sulexpansion.lexpress.fr, 27 marzo 2019..
  16. ^Manifestations du 16 mars à Paris : un premier bilan et des demandes, succi-paris-idf.fr, 18 marzo 2019.URL consultato il 18 settembre 2025(archiviato dall'url originale il 5 luglio 2019)..
  17. ^Violences à Paris : que faut-il retenir de l'audition de Christophe Castaner et de Bruno Le Maire devant le Sénat ?, supublicsenat.fr, 19 marzo 2019..
  18. ^«Gilets jaunes»: le Fouquet's, restera fermé «plusieurs mois», sulefigaro.fr, 22 marzo 2019..
  19. ^Gilets jaunes : Manifestations du 16 mars à Paris, la Chambre de commerce veut un plan d’urgence, suActu.fr, 18 marzo 2019..
  20. ^(FR) Achille Hermant,Les fêtes publiques, inL'Artiste, Éditions Aux bureaux de L'Artiste, 1856.
  21. ^(FR) Edwin Faxon Bacon,Une semaine à Paris, American Book Co., 1901.
  22. ^(FR) Shuchang Li, Kangqiang Shi e Viviane Alleton,Carnet de notes sur l'Occident, MSH, 1988.
  23. ^(FR)Les Champs-Élysées doivent redevenir la plus belle avenue du monde, inLe Monde, 27 gennaio 2020..
  24. ^(FR) Pauline Landais-Barrausur,«Je n’y mets plus les pieds»… Boudés par les Parisiens, les Champs-Elysées restent une vitrine prisée des touristes, inLe Figaro, 22 aprile 2024..
  25. ^(FR) Mathieu Lindon,Hervé Vilard, 51 ans, après en avoir fini avec Capri et vécu mille aventures, revient faire son Cirque d'Hiver. La chansonnette du mal-aimé, suLibération.URL consultato il 9 maggio 2021.
  26. ^(FR)Hervé Vilard "Capri, n'est plus fini" chez Thierry Ardisson | INA Arditube, suyoutube.com.URL consultato il 7 maggio 2021.
  27. ^(FR) Pierre Vavasseur,Quand Hervé Vilard se confie, suleparisien.fr, 2 novembre 2007.URL consultato il 27 maggio 2021.
  28. ^Becq de Fouquières, p. 17.
  29. ^Becq de Fouquières, p. 122.
  30. ^Rochegude, p. 85.
  31. ^Becq de Fouquières, p. 121.
  32. ^Becq de Fouquières, p. 123.
  33. ^Becq de Fouquières, p. 16.
  34. ^Rochegude, p. 86.
  35. ^Rochegude, p. 88.
  36. ^Seize promenades historiques dans Paris, Éditions du Détour, 2017, p. pages 14 à 27..
  37. ^ab Économie Sociétés (archives), par Mathilde Visseyrias,Les Champs-Élysées, une chère vitrine, sulefigaro.fr, 20 agosto 2010.
  38. ^(FR)Les Champs-Élysées prospèrent, inDirect Matin, n. 1196, 5 dicembre 2012, p. 10.
    «Étude de l'agence Global Blue citée dans l'article.»
  39. ^(FR)Causeway Bay à Hong Kong détrône la 5e Avenue à New York comme artère la plus chère du monde, sulefigaro.fr, 14 novembre 2018.
  40. ^(FR) Mustapha Kessous,Les loyers élevés menacent l'identité des Champs-Élysées, inLe Monde, 24 dicembre 2006.
  41. ^Rochegude, p. 83.
  42. ^(FR)L'état contre les juifs, Grasset et Fasquelles, 2018, p. chapitre 2,ISBN 978-2-246-86300-7.
  43. ^ Julien Bisson e Estelle Lenartowciz,Sur les traces des grands romans, Paris, Lire, 2017, p. 34-37.
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  45. ^Gaumont-Champs-Elysées-Ambassade (Paris 8e), susallesdecinemas.blogspot.com, 31 juillet 2016..
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