Ilcampo di concentramento di Auschwitz (in tedescoKonzentrationslager Auschwitz, abbreviatoKL Auschwitz[1] o ancheKZ Auschwitz[2]) è stato un vasto complesso di oltre 40campi di concentramento edi sterminio situato nelle vicinanze della cittadinapolacca diOświęcim, intedesco chiamataAuschwitz.[3][4][5] Nel complesso vi trovarono la morte 1,1 milioni di persone su 1,3 milioni di prigionieri totali, rendendolo il principale luogo di avvenimento dellaShoah, delPorrajmos, dello sterminio degli oppositori politici e di altre categorie considerate ostili o di razza inferiore dai nazisti, oltre che dell'Olocausto in generale.
Attivo tra il giugno1940 e il gennaio1945, consisteva di 3 campi principali[6]:
Oltre a questi, il complesso comprendeva 44 sottocampi costruiti durante l'occupazione tedesca della Polonia in cui i deportati venivano sfruttati come manodopera nelle diverse industrie tedesche costruite nei dintorni.[7]
Così come tutti gli altri campi nazisti, era gestito da un'apposita unità delleSS, leUnità testa di morto (SS-Totenkopfverbände), alle quali si aggiungevano leSS-Aufseherin (tra cui si distinsero le ferociMaria Mandl eIrma Grese). Diversi gruppi di ebrei e criminali comuni furono designati come funzionari del campo agli ordini delle SS, ricoprendo ruoli come quello diKapo o formando iSonderkommando, le "squadre speciali" incaricate di smaltire i corpi degli uccisi nelle camere a gas. Nel campo fu adottato unregolamento apposito in 14 regole e si sviluppò un apposito linguaggio, illagersprache. Erano in uso unavaluta di deposito creata all'uopo e uncomplesso sistema di simboli per l'identificazione visiva dei prigionieri. Nell'autunno del 1943 l'intero complesso fu dotato anche dibordelli per i detenuti per volontà di Himmler, che cercava di aumentarne così la produttività[8][9].
La struttura subì varie trasformazioni: operativa nella sua parte iniziale dal giugno 1940 con l'arrivo dei primi prigionieri, nei primi due anni servì principalmente per la detenzione e l'eliminazione di polacchi e sovietici. Dal1942, dopo la definitiva delineazione del piano della "soluzione finale della questione ebraica" fatta da Reinhard Heydrich con la collaborazione di Adolf Eichmann a seguito dellaconferenza di Wannsee del gennaio di quell'anno - si passò allo sterminio pianificato delle popolazioni considerate nemiche del Reich, con il primo "treno della morte" carico di ebrei arrivato al campo il26 marzo 1942[10][11].
Dopo vari esperimenti e soluzioni, il3 settembre 1941 vi fu adoperato per la prima volta loZyklon B, un potente pesticida, per la gassificazione sistematica di centinaia di deportati; nei tre anni successivi il complesso ne ricevette una ventina di tonnellate, sotto forma dipellet che venivano buttati nelle camere a gas da fessure predisposte sul tetto delle stesse. Le operazioni di sterminio giunsero al culmine tra aprile e giugno 1944 con ladeportazione e l'uccisione di mezzo milione di ebrei ungheresi. Le operazioni di gassificazione furono condotte l'ultima volta il 30 ottobre 1944[12]; subito dopoHimmler ordinò di fermarle tutte nel territorio del Reich per occultarne le prove, data la veloce avanzata alleata.[13]
In previsione dell'arrivo delletruppe sovietiche, nel gennaio 1945 i nazisti spostarono la maggior parte dei prigionieri del comprensorio di Auschwitz, con lemarce della morte, verso altri lager in Germania e Austria.[14][15] Il campo fu liberato dai sovietici alle otto del mattino del27 gennaio 1945[16], giorno commemorato dal 2005 comeGiorno della Memoria.[17][18]
I responsabili dell'amministrazione subirono unapposito processo del 1947 e molti furono condannati a morte e impiccati nello stesso ormai ex-campo.
Nel 1947 il parlamento polacco lo trasformò in un memoriale-museo[19] (modificando poi anche il suo nome ufficiale[20][21]); nel 1979 il sito fu dichiaratopatrimonio dell'umanità dell'UNESCO.[1]
LaBahnrampe, la rampa dei treni, all'interno del campo di Birkenau dove, dal 1944, arrivavano i convogli dei deportati, come si presentava nel 1945Le baracche in legno del campo come si presentavano nel 1941
Facevano parte del complesso tre campi principali e quarantacinque sottocampi. L'area di interesse del campo (Interessengebiet), ampliata sempre più con espropri e demolizioni delle proprietà degli abitanti locali, a dicembre 1941 arrivò a ricoprire circa quaranta chilometri quadrati. All'interno di questa superficie avevano sede anche alcune aziende agricole modello, di coltivazione e di allevamento, volute personalmente daHitler, nelle quali i deportati venivano sfruttati come schiavi.
Era unKonzentrationslager (campo di concentramento). Operativo dal 14 giugno 1940, era centro amministrativo dell'intero complesso. Il numero di detenuti stabili fluttuò tra le 15 000 e le oltre 20 000 unità. Qui furono uccise nella camera a gas ricavata nell'obitorio del crematorio 1, o morirono a causa delle impossibili condizioni di lavoro, di esecuzioni, per percosse, torture, malattie, fame, criminaliesperimenti medici, circa 70 000 persone, per lo più intellettuali polacchi e prigionieri di guerra sovietici. Nei sotterranei delblock 11, la prigione del campo, il 3 settembre 1941 dal vicecomandante del campoKarl Fritzsch fu sperimentato per la prima volta, per l'uccisione di 850 prigionieri, il gasZyklon B - veleno normalmente usato come antiparassitario, poi impiegato su vasta scala per il genocidio degli ebrei.
Era ilVernichtungslager (campo di sterminio). In questo immenso lager persero la vita oltre un milione e centomila persone, in stragrande maggioranza ebrei, sovietici di varie nazionalità, polacchi,rom esinti, prigionieri di guerra, omosessuali, oppositori politici,testimoni di Geova. All'arrivo i prigionieri subivano una procedura di selezione, e quelli considerati «inabili al lavoro» - soprattutto anziani, donne e bambini - venivano condotti direttamente alle camere a gas e assassinati subito.
Birkenau fu il più esteso lager del mondo. Arrivò a contare oltre 100 000 prigionieri contemporaneamente detenuti. Era dotato di quattro grandi crematori, nonché di «roghi», fosse che ardevano ininterrottamente giorno e notte, usate per l'eccedenza delle vittime che non si riusciva a smaltire nonostante le pur notevoli capacità distruttive delle installazioni di sterminio. Gli internati, reclusi separatamente in settori maschili e femminili, venivano usati per il lavoro coatto o vi risiedevano temporaneamente in attesa di trasferimento. Il campo, situato nell'omonimo villaggio diBrzezinka (in tedescoBirkenau), distava circa tre chilometri da quello principale e fu operativo dall'8 ottobre 1941.
Era l'Arbeitslager (campo di lavoro). Sorgeva nei pressi del complesso industrialeBuna Werke per la fabbricazione digomma sintetica (di proprietà dell'aziendaI.G. Farben) che però, nonostante l'impegno profuso, non entrò mai in produzione. Il campo, situato a circa tre chilometri da Auschwitz, fu operativo dal 31 ottobre 1942 e accolse fino a 12 000 internati, tra cuiPrimo Levi edElie Wiesel.
Riparazione dei padiglioni della Gleiwitzer Hütte, produzione di armi, munizioni e ruote ferroviarie. Azienda: Zieliewski – Maschinen- und Waggonbau GmbH, Cracovia
L'unica camera a gas rimasta intatta ad Auschwitz IForni crematori del campo di Auschwitz I; distrutti per ordine delle SS, vennero ricostruiti nel dopoguerraScorcio dei blocchi in Auschwitz I
Auschwitz, che fu centro amministrativo dell'intero complesso, fu fondato il 20 maggio 1940, convertendo vecchie caserme dell'esercito polacco in un campo di concentramento e di lavoro. 728 prigionieri politici polacchi provenienti daTarnów furono i primi deportati ad Auschwitz il 14 giugno 1940; lavorarono come manovali al riadattamento delle caserme, danneggiate dai bombardamenti, e alla costruzione delle recinzioni perimetrali.
Inizialmente venivano internati gli intellettuali e membri dellaresistenza polacca; più tardi vi si aggiunsero prigionieri di guerra sovietici, criminali comuni tedeschi, prigionieri politici ed "elementi asociali" come mendicanti,prostitute,omosessuali, testimoni di Geova, nonchéebrei. Normalmente vi erano rinchiuse dalle 13 000 alle 16 000 persone, ma nel 1942 si raggiunsero 20 000 detenuti.
Sopra il cancello d'ingresso si trovava la cinica scrittaArbeit macht frei ("Il lavoro rende liberi"), ideata, a quanto parte, dall'SS-SturmbannführerRudolf Höss, primo comandante responsabile del campo. Sembra anche che il fabbro che costruì la scritta, un dissidente politico polacco di nome Jan Liwackz, matricola 1010, avesse saldato la lettera "B" al contrario in segno di protesta, conscio di quale sarebbe stata la vera funzione di Auschwitz; questo gesto gli sarebbe potuto costare la vita. Si dice che quando il campo fu liberato dall'Armata Rossa, Liwackz chiese di riavere l'insegna, perché "gli apparteneva" in quanto realizzata da lui; cosa che non avvenne, dato che la scritta apparteneva ormai alla storia. I prigionieri che uscivano dal campo per recarsi al lavoro, o che vi rientravano, erano costretti a sfilare sotto questo cancello, accompagnati dal suono di marce marziali eseguite da un'orchestra di deportate appositamente costituita,Mädchenorchester von Auschwitz (letteralmente "Orchestra delle ragazze di Auschwitz"). Contrariamente a quanto rappresentato in alcuni film, la maggior parte degli ebrei non era detenuta ad Auschwitz e quindi non passava per questo cancello.
LeSS designarono alcuni prigionieri, spesso criminali comuni di origine tedesca oariana (e quindi appartenenti alla "razza superiore"), come supervisori per gli altri detenuti. Tali supervisori, chiamatiKapo, nella maggior parte dei casi si macchiarono di orrendi crimini, abusando del proprio potere e divenendo così complici dei carnefici.
Gli internati vivevano in baracche chiamateblock dotate diletti a castello a tre piani di tipo militare; il sovraffollamento delle baracche, spesso utilizzate al doppio della capienza, costringeva i prigionieri a dividere un pagliericcio in due o più, favorendo la trasmissione di parassiti e germi, che aumentavano le già elevate possibilità di infezioni e malattie.
Nella scala sociale del campo gli ebrei erano all'ultimo posto e ricevevano il peggior trattamento. Tutti gli internati avevano l'obbligo di lavorare (quelli inabili al lavoro venivano uccisi appena arrivati nel campo); gli orari variavano a seconda delle stagioni e si assestavano su una media di dieci o undici ore di lavoro giornaliero. Una domenica ogni due, tranne per chi lavorava presso aziende belliche che funzionavano a ciclo continuo, era considerata festiva e veniva dedicata alla pulizia e manutenzione del campo e all'igiene personale. Le condizioni di lavoro disumane, le razioni scarse e l'igiene pressoché inesistente portavano rapidamente i detenuti alla morte.
Le baracche di Birkenau, come apparivano nel 2001Targa commemorativa della baracca nel campo ove venivano condotti esperimenti su cavie umane. Essa recita:In questa baracca, dalla fine del 1942, uomini e donne, quasi tutti ebrei, furono sottoposti a esperimenti criminali di sterilizzazione condotti da medici nazisti: il prof.Carl Clauberg e il dottorHorst Schumann. La maggioranza dei prigionieri morì o durante gli esperimenti o per le loro conseguenze.
Il complesso di Birkenau, divenuto operativo il 7 ottobre 1941, era stato concepito daHimmler nel marzo 1941 inizialmente per i prigionieri di guerra sovietici catturati in gran numero durante le prime fasi dell'invasione tedesca. Birkenau fu il principale campo di sterminio del complesso concentrazionario di Auschwitz. Qui, in diversi sotto-campi, furono imprigionate centinaia di migliaia di deportati e trovarono la morte circa 1,1 milioni di persone. Degli oltre 13 000 sovietici giunti con i primi convogli solo 92 erano ancora vivi il 27 gennaio 1945, giorno della liberazione del campo.
Il campo fu installato presso la cittadina aBrzezinka (dal polaccobrzoza - betulla; in tedesco Birkenau), a circa3 km dal campo Auschwitz. Il luogo fu scelto per la vicinanza della ferrovia, che avrebbe semplificato le operazioni logistiche per grandi deportazioni successive previste già allora. Successivamente il campo divenne strumento principale di sterminio nel contesto della tristemente famosasoluzione finale della questione ebraica. (Il libroMein Kampf, pubblicato da Hitler nel 1925 e considerato una sorta di manifesto dell'ideologia nazista, oltre a propugnare l'espansione territoriale del Reich tedesco verso est, una visione politica primitiva e brutale, un regime totalitario di tipofascista e ispirato al culto della razza, esprimeva anche una forma di antisemitismo radicale, ma non prefigurava lo sterminio degli ebrei).
Per costruire il lager, furono espropriate e distrutte le abitazioni del villaggio di Brzezinka; il materiale ricavato fu adoperato nei lavori.
Le dimensioni di Birkenau erano immense: circa2,5 km per2 km. Era circondato da filo spinato elettrificato, ed ogni giorno moltissimi prigionieri, stremati dalle impossibili condizioni di vita, a volte peggiori di quelle di Auschwitz e di Monowitz, andavano a gettarsi sul reticolato ad alta tensione per porre fine alle loro sofferenze; era la morte "svelta e dolce"[34], nel gergo del campo si diceva «andare al filo».
Foto aerea del campo, scattata nel 1944, in cui si nota il fumo dei roghi umani diBirkenau.
Il campo arrivò a contenere fino a 100 000 persone internate in diversi settori, completamente separati tra loro e senza alcuna possibilità di comunicazione tra uno e l'altro:
Settore B-I-a, campo femminile. A partire da agosto 1942 vi venivano internate donne ebree e non ebree deportate insieme ai figli da diverse nazioni. Nel luglio 1943, con l'arrivo di sempre più trasporti, il campo fu ampliato fino ad incorporare il settore B-I-b, precedentemente occupato dal campo maschile. Nel novembre 1944 il campo fu liquidato, alcune donne e bambini furono trasferiti al settore B-II-e, le altre, "abili al lavoro", al settore B-II-b.
Settore B-I-b. A partire da marzo 1942 conteneva uomini ebrei e non ebrei deportati da diverse nazioni. Nel luglio 1943 gli uomini furono trasferiti al settore B-II-d a causa della necessità di ampliare il settore femminile contiguo B-I-a.
Settore B-II-a, campo di quarantena (Quarantänelager). Dall'agosto 1943 al novembre 1944 uomini ebrei e non ebrei vi trascorrevano il periodo di quarantena, per identificare coloro che avrebbero potuto essere affetti da malattie contagiose. Era inoltre utilizzato dalle autorità per "iniziare" gli internati alla dura vita del campo, terrorizzandoli, e abituarli all'obbedienza indiscussa ad ogni ordine impartito. A partire dall'aprile 1944 in alcune baracche venivano tenuti segregati uomini e donne ammalati trasferiti da altri settori.
Settore B-II-b, campo per famiglie di Theresienstadt (Familienlager Theresienstadt). Fu occupato da famiglie ebree provenienti dalcampo di concentramento di Theresienstadt da settembre 1943 a luglio 1944, quando il campo per famiglie fu "liquidato" e i suoi occupanti furono sterminati (solo un numero esiguo di prigionieri fu selezionato per il lavoro coatto e trasferito altrove).[35] Successivamente il settore accolse donne polacche provenienti dai rastrellamenti seguiti all'insurrezione di Varsavia, nonché, nel novembre 1944, le poche scampate alla liquidazione del settore B-I-a.
Settore B-II-c, campo di transito (Durchgangslager). Dal maggio al novembre 1944 in questo settore trovarono temporanea collocazione le donne ebree provenienti dall'Ungheria in previsione di essere inviate a lavorare presso altri settori di Auschwitz o altri campi. Non venivano registrate ufficialmente, dato che dovevano essere mandate al lavoro oppure, in molti casi, alla morte senza lasciare traccia. Ad ottobre 1944 arrivarono anche poche donne sopravvissute alla liquidazione del settore B-III (Mexico).
Settore B-II-d, campo maschile (Männerlager). Dal novembre 1943 al gennaio 1945 fu il principale campo maschile (per ebrei e non ebrei) di Birkenau.
Settore B-II-e, campo per famiglie zingare (Familienzigeunerlager). Dal febbraio 1943 all'agosto 1944 fu il campo di internamento per le famigliezingare deportate, dove le continue epidemie e le condizioni alimentari e igieniche al di sotto di ogni stardard compirono una terribile falcidia; i pochi superstiti furono mandati nelle camere a gas nell'agosto 1944. A partire dal maggio 1944 alcuni uomini ebrei furono rinchiusi in baracche isolate del settore, come riserva di manodopera, similmente alle donne del B-II-c.
Settore B-II-f, ospedale (Häftlingskrankenbau), chiamato dai deportati, ad esempio Primo Levi, ancheKa-Be. Dal luglio 1943 al gennaio 1945 fu l'ospedale per i prigionieri maschi, spesso chiamato "anticamera del crematorio", dato l'elevatissimo numero di ammalati che morivano per le selezioni periodiche[non chiaro] e assenza di cure. Il personale medico delleSS effettuava anche"esperimenti medici" su cavie umane.
Settore B-II-g, deposito (Effektenlager) oKanada. Operativo dal dicembre 1943, era destinato allo stoccaggio e al successivo invio in Germania dei beni di proprietà dei deportati. Nel gennaio 1945, mentre stavano abbandonando il campo, leSS cercarono di nascondere le tracce dei loro crimini, bruciando le baracche delKanada.
Settore B-III, campo di transito (Durchgangslager) oMexico. La costruzione si protrasse dalla fine del 1943 fino all'aprile 1944, ma non fu mai completata. Almeno 10 000 internate ebree furono rinchiuse nel campo incompiuto dal giugno al novembre 1944, spesso senza neppure un ricovero, in terribili condizioni. Molte furono mandate nelle camere a gas, altre trasferite nel settore B-II-c (ottobre 1944) o presso altri campi. Nel novembre 1944 la direzione decise di smantellare il settore; i materiali recuperati furono inviati alcampo di concentramento di Gross-Rosen.
Lo scopo primario della struttura era l'eliminazione di massa: vi si trovavano quattro camere a gas con annessi crematori. L'eliminazione ebbe inizio nellaprimavera del 1942.
Il campo di Monowitz nacque a circa sette chilometri a est dal campo principale di Auschwitz al fine di collocarvi la manodopera a basso costo per l'impianto chimicoBuna Werke, allora in costruzione, evitando lunghe marce tra il campo principale e il sito e aumentando così la produttività.Buna Werke, di proprietà dellaIG Farben, era destinato alla produzione su vasta scala digomma sintetica (Buna, da cui il nome del complesso), benzina sintetica e altri sottoprodotti delcarbone. Nonostante i grandi sforzi compiuti, che causarono la morte di circa 25 000 lavoratori schiavi su un totale di 35 000, l'impianto non arrivò mai a produrre. Era la più grande fabbrica chimica dell'epoca.
Se questo è un uomo diPrimo Levi, deportato italiano di origineebraica, descrive la tragica situazione degli internati a Monowitz. La salvezza di Levi si deve probabilmente alla sua laurea in chimica, che gli permise di essere assunto in qualità di "specialista" all'interno del complesso e poter così allieviare ogni tanto le terribili condizioni (acuite dal freddoinverno polacco) delle normali squadre di lavoro.
I sottocampi erano situati nelle vicinanze dei tre campi principali. Avevano lo scopo di far lavorare i prigionieri in allevamento, agricoltura e costruzione di fattorie.
Sin daglianni trenta i piani nazisti prevedevano la deportazione e lo sterminio del 90% dei polacchi. Una volta eliminati gli ebrei, i campi della morte della Polonia sarebbero stati usati contro i polacchi stessi[36]. LaPolonia avrebbe dovuto essere smembrata, depredata di tutti i territori e di tutte le risorse nazionali e una piccola percentuale di popolazione sopravvissuta ridotta in schiavitù al servizio dei coloni tedeschi, in aree da ripopolare con individui dirazza germanica; il numero dei polacchi da lasciare in vita, necessario per la colonizzazione, era stimato in due-tre milioni. Ogni famiglia tedesca avrebbe avuto i propri schiavi slavi di cui disporre a piacimento[37].
In questo contesto, già durante l'invasione della Polonia, avvenuta il 1º settembre 1939, le truppe tedesche venivano seguite da specialiEinsatzkommandos che avevano il compito di sterminare gli ebrei e le personalità politiche e culturali polacche. Presto tutte le prigioni polacche furono piene e si ebbe la necessità di trovare nuove aree di internamento per i numerosi prigionieri che venivano catturati durante i rastrellamenti.
Durante le prime fasi dell'invasione nazista i soldati eseguivano numerose fucilazioni di massa dei "nemici del popolo tedesco": ebrei, zingari, oppositori politici. Ci furono numerosi casi di diserzione e suicidi nelle file dell'esercito tedesco, poiché i militari faticavano ad accettare ordini che comportavano la fucilazione di vecchi, donne e bambini. La scelta di aprire campi di sterminio veniva incontro anche all'esigenza di evitare il lavoro "sporco" ai semplici soldati di leva. I campi di sterminio assolvevano tre necessità:
segretezza delle operazioni;
efficienza nello sterminio, effettuato su scala industriale;
indipendenza dall'esercito, in quanto svolto da corpi speciali.
Il luogo fu scelto per la presenza alla confluenza dei fiumiVistola eSoła di una caserma diartiglieria polacca caduta nelle mani dellaWehrmacht, situata fuori dalla città, quindi facile da isolare dal mondo esterno. La posizione offriva inoltre comodi collegamenti ferroviari con laSlesia, ilGovernatorato Generale, laCecoslovacchia e l'Austria, che avrebbero semplificato la deportazione degli elementi "ostili", "asociali" e degli ebrei.
Tra gennaio e aprile 1940 furono vagliate diverse ipotesi alternative per l'ubicazione del campo, con l'intervento dello stesso comandante delleSSHeinrich Himmler, desideroso di risolvere quanto prima i problemi della creazione di un nuovo complesso (ad esempio, a febbraio l'esercito ebbe qualche difficoltà con la consegna della caserma).
L'8 aprile 1940 il generale Halm stipulò con leSS un contratto per la realizzazione della struttura. Il 18-19 aprile 1940Rudolf Höß, già aiutante presso ilcampo di concentramento di Sachsenhausen, fece un ultimo sopralluogo. Prima di visitare il campo, Höß si incontrò con Wingand a Bratislava e fu aggiornato circa i dettagli del progetto: creare un campo di quarantena per prigionieri polacchi destinati alla successiva deportazione in altri campi all'interno delTerzo Reich.
Il 27 aprile 1940, in seguito al rapporto di Höß, Himmler ordinò all'ispettore dei campi di concentramentoSS-OberführerRichard Glücks di costrure quello che sarebbe diventato Auschwitz, ricorrendo alla manodopera di detenuti già internati in altri campi. Il 29 aprile Glücks nominò Höß comandante provvisorio del nuovo campo (la nomina definitiva è del 4 maggio 1940). Höß raggiunse il sito il 30 aprile, scortato da cinque uomini delle SS. Per i lavori di sistemazione dell'area furono immediatamente impiegati alcuni civili polacchi e circa trecento ebrei, forniti dal locale consiglio ebraico (Judenrat).
Il 20 maggio 1940 arrivarono i primi trenta prigionieri, provenienti dal campo di concentramento di Sachsenhausen, per la maggior parte criminali comuni selezionati per la loro crudeltà e ottusa obbedienza a ogni ordine, destinati a diventare il primo nucleo diKapò e "prominenti", e ad aiutare le SS nel successivo "lavoro" di controllo della massa dei deportati.
Il 10 giugno 1940, prima ancora che i primi deportati giungessero al campo, furono ordinati progetti per un primo crematorio dotato di tre forni, ciascuno a doppia muffola, prodotti dallaJ.A. Topf und Söhne diErfurt; i progetti furono rapidamente approvati e la costruzione fu ultimata entro il 23 settembre dello stesso anno, data della prima cremazione di prova conosciuta.
Il 14 giugno 1940, seppur ancora in fase di costruzione e ampliamento, il campo di Auschwitz ricevette il primo convoglio di 728 deportati, accolti dal primo direttore del campoSS-HauptsturmführerKarl Fritzsch con le parole[38]:
«Voi non siete venuti in un sanatorio, ma in un lager tedesco. Qui esiste solo l'entrata e non c'è altra via d'uscita che il camino del forno crematorio. Se a qualcuno questo non piace, può andare subito a buttarsi sul filo spinato ad alta tensione. Siete venuti qui per morire: gli ebrei non hanno diritto a sopravvivere più di due settimane, i preti un mese e gli altri tre mesi.»
«Una volta mi avevano dato del sapone, una tavoletta grezza, rettangolare, con sopra impresse le iniziali RJF. Allora non sapevo cosa significassero quelle lettere, ma nel giorno dello Yom Kippur qualcuno me lo rivelò. Nel giorno in cui si prega e Dio perdona il suo popolo ed è vicino a lui in spirito di amore e conciliazione, quel giorno imparai il significato di RJF.Rein Juden Fett, puro grasso ebreo. Ci avevano dato la possibilità di pulirci con i cadaveri dei nostri fratelli ebrei.»
La sigla RIF (e non RJF) in realtà stava perReichsstelle für Industrielle Fettversorgung, ovvero "Centro nazionale per approvvigionamento grassi industriali". Si trattava di un surrogato di sapone di scarsa qualità, che non conteneva grassi né umani né di altra provenienza[40]. La produzione di sapone con grasso umano in alcuni campi è effettivamente avvenuta, ma solo in casi isolati in via sperimentale e mai su grande scala[41].
Auschwitz fu inizialmente fondato come campo di concentramento e di smistamento dei prigionieri di origine polacca e non specificamente per lo sterminio del popolo ebraico. Infatti, nonostante il violentoantisemitismo proprio della dittatura nazionalsocialista, all'epoca Hitler e i gerarchi del Reich non avevano ancora trovato quella che, eufemisticamente, denominarono in seguito la "soluzione finale del problema ebraico".
Tale "soluzione" sarebbe stata decisa da Hitler tra l'ottobre e il dicembre 1941[42] e pianificata nel corso dellaconferenza di Wannsee del 20 gennaio 1942, durante la quale si decise lo sterminio scientifico del popolo ebraico (e di altre minoranze) e che a metà del 1942 diede avvio alla fase più brutale dell'Olocausto, quella del genocidio. Per quella data ad Auschwitz era stato reso pienamente operativo ed efficiente il grande complesso di sterminio di Birkenau[43].
Si riportano qui sotto alcuni termini tipici dellalingua dei lager ricorrenti anche nel campo di Auschwitz[44][45].
Block: blocco, è la baracca che riunisce le camerate dove alloggiano gli internati, in condizioni di sovraffollamento, costretti a dormire almeno in due per ogni pagliericcio disponibile;
Blocksperre: chiusura del blocco, è un ordine che impone a tutti i prigionieri di rientrare nelle baracche. Quest'ordine è impartito anche in vista di una "selezione", per evitare che gli internati vi si sottraggano;
Häftling: prigioniero, è l'espressione spesso utilizzata in associazione con il numero di matricola tatuato sull'avambraccio sinistro, per identificare uno specifico prigioniero, ad esempioHäftling 174.517;
Ka-Be: è l'acronimo diKrankenbau, l'infermeria del campo;
Kapo: è un prigioniero investito dalle SS di una carica di comando e di sorveglianza sui deportati;
Kommando: squadra di lavoro;
Muselmann: musulmano, è un prigioniero sfinito dal lavoro e dalla fame, senza più alcuna volontà di sopravvivenza, destinato allaselezione. L'origine del termine deriva dal fatto che questi individui, stremati e senza neanche più la forza di reggersi in posizione eretta, dondolano sulle gambe in un modo che può ricordare la preghiera islamica;
Prominent: prominente, è il prigioniero che gode di una condizione privilegiata rispetto agli altri internati;
Selektion: selezione, è la scelta tra gli abili al lavoro e quelli che sono da inviare immediatamente allecamere a gas, effettuata dal personale medico SS sia all'arrivo dei convogli di deportati sia in modo regolare sui prigionieri indeboliti dalla fame e dal lavoro;
Sonderkommando: squadra speciale, è composta da prigionieri segregati, che lavorava presso i forni crematori e aveva l'obbligo di collaborare alle operazioni di smaltimento dei cadaveri.
I convogli di deportati (2 000 – 2 500 prigionieri per treno), spesso chiamatitrasporti, composti da vagoni merci contenenti da 80 a 120 persone costrette a inimmaginabili condizioni di vita e igieniche, che spesso viaggiavano per 10-15 giorni per raggiungere la loro ultima meta, venivano organizzati da uno speciale dipartimento dell'RSHA (Ufficio centrale per la sicurezza del Reich): l'Amt IV B 4 comandato daAdolf Eichmann. Eichmann e i suoi collaboratori in qualità di esperti di "problemi ebraici" gestirono l'intera parte logistica dello sterminio, indirizzando i convogli in diversi centri in base alla capacità "ricettiva" di essi; il grande complesso di Auschwitz ricoprì sempre un ruolo fondamentale nel processo di "soluzione finale". Le azioni di sterminio (chiamateAktion), della durata di 4-6 settimane, si susseguirono per tutta la durata del conflitto coinvolgendo successivamente diversi gruppi provenienti dalle nazioni sotto il controllo tedesco.
Dal 14 giugno 1940 (data del primo arrivo dei deportati) al 1942 (quando fu messa in funzione laJudenrampe) i treni sostavano sui binari nei pressi del campo principale di Auschwitz – i grandi impianti di sterminio di Birkenau non erano ancora stati costruiti. Questo avvenne anche in seguito, soprattutto nel caso di rastrellati polacchi (non ebrei) da internare nel campo principale. A volte si "scaricava" nella stazione della cittadina diOświęcim a causa dell'eccessivo numero di convogli in arrivo.
Dal 1942 fino al maggio 1944 i treni arrivavano a una piccola banchina ferroviaria, universalmente nota comela rampa degli ebrei (in tedescoJudenrampe), situata a circa ottocento metri all'esterno del campo di Auschwitz, nei pressi dello scalo merci della stazione diOświęcim. La maggior parte dei convogli di deportati italiani ebbe come ultima fermata proprio laJudenrampe, compreso il treno che trasportavaPrimo Levi, che ha vividamente descritto la scena del suo arrivo notturno come «una vasta banchina illuminata dai riflettori» inSe questo è un uomo.Dopo la guerra laJudenrampe, luogo di arrivo e selezione di almeno 800 000 deportati da tutta Europa,non fu inclusa nell'area divenuta museo del campo e scomparve quasi completamente. Solo nel2005 è stata in parte recuperata e inserita nei percorsi di visita al campo di Auschwitz.
Nel maggio 1944, per semplificare le operazioni di sterminio dei numerosi convogli provenienti dall'Ungheria, la linea ferroviaria fu prolungata all'interno del campo di Birkenau fino a una nuova banchina a tre binari chiamataBahnrampe. LaBahnrampe, resa famosa dalle evocative scene del capolavoroSchindler's List diSteven Spielberg, fu utilizzata fino al novembre 1944 quando, per ordine del comandante delleSSHeinrich Himmler, con l'avvicinarsi delle truppe sovietiche le operazioni di sterminio furono sospese e si procedette alla liquidazione del campo.
Scarpe raccolte e conservate nel museo di Auschwitz
Appena arrivati a destinazione, i treni venivano rapidamente scaricati del loro carico umano e avveniva la selezione tra gli abili al lavoro e quelli da mandare direttamente alla morte. Le procedure della selezione sono descritte in moltilibri di memorie dai sopravvissuti e nelle testimonianze fornite ai processi da membri delle stesse SS. Ne esiste anche una dettagliata documentazione fotografica nel cosiddettoAuschwitz Album, una serie di circa duecento foto scattate a maggio-giugno del 1944 dai militari delleSS, probabilmente per ordine delle autorità di comando tedesche desiderose di vedere quanto avveniva nel campo.[46]
L'area veniva circondata da uomini armati delleSS e da internati che accostavano rampe in legno alle porte dei vagoni per semplificare e velocizzare la discesa. Gli stessi internati – che avevano l'assoluto divieto, pena la morte, di parlare con i nuovi arrivati per evitare il panico negli stessi – scaricavano i bagagli che venivano portati presso il settoreKanada diBirkenau dove si effettuava la cernita e l'imballaggio dei beni per il successivo invio inGermania.
Gli uomini venivano separati dalle donne e dai bambini formando due distinte file. A questo punto il personale medico delleSS decideva chi era abile al lavoro. Mediamente solo il 25% aveva possibilità di sopravvivere. Il restante 75% (donne, bambini, anziani, madri con figli) veniva indirizzato direttamente alle camere a gas. Le percentuali abili/gasati fluttuarono nel corso del conflitto a seconda delle esigenze dell'industria bellica tedesca diretta daAlbert Speer. Vi furono interi treni inviati direttamente alle camere a gas senza nessuna selezione a causa del sovraffollamento del campo e dell'imminente arrivo di nuovi convogli, soprattutto durante lo sterminio degli ebrei ungheresi nel 1944.
La selezione era operata esclusivamente da personale medico delleSS, uno o più dottori a turno in servizio alla rampa.
In questa fase leSS mantenevano un comportamento gentile e accondiscendente al fine di mascherare le loro intenzioni e velocizzare le operazioni di scarico e selezione, infondendo falsa fiducia nei prigionieri appena arrivati, normalmente stanchi e confusi dal lungo viaggio.
Le persone considerate non utili allo sforzo bellico venivano mandate immediatamente in una delle quattro camere a gas mascherate da docce situate aBirkenau, dove venivano uccise a gruppi con gas letali (di solitoZyklon B). Un'altra camera a gas, la prima costruita, era presente anche ad Auschwitz e fu operativa dal 15 agosto 1940 al luglio 1943, quando fu abbandonata in favore di quelle più "efficienti" di Birkenau. I deportati venivano spostati (a piedi o con grossi camion) dall'altra parte del campo rispetto alle banchine di arrivo. Qui venivano introdotti in un locale camuffato da spogliatoio con tanto di descrizioni multilingue delle procedure per il successivo recupero dei vestiti. A documentare il momento immediatamente precedente e immediatamente successivo all'ingresso nelle camere a gas si conoscono, oltre a numerose testimonianze di prigionieri sopravvissuti e del personale SS, anche le quattrofoto del Sonderkommando, scattate clandestinamente da un membro del gruppo di lavoro ad Auschwitz-Birkenau (forse l'ebreo grecoAlberto Errera) e fatte pervenire alla resistenza polacca.[47]
I dichiarati abili al lavoro venivano invece condotti negli edifici dei bagni, dove dovevano, anzitutto, consegnare biancheria e abiti, nonché tutti i monili di cui erano in possesso; venivano privati, inoltre, degli eventuali documenti d'identità. Tutti potevano conservare solo un fazzoletto di stoffa, gli uomini anche la cintura dei pantaloni. Poi venivano spinti nel locale in cui i barbieri li radevano su tutto il corpo in maniera sbrigativa, dopo aver inumidito le zone sottoposte a rasatura con uno straccio intriso di liquido disinfettante. Il passaggio successivo era la doccia, cui seguiva la distribuzione del vestiario da campo: una casacca, un paio di pantaloni e un paio di zoccoli.
I detenuti ritenuti abili al lavoro dovevano lavorare fino allo stremo per numerose ditte tedesche, tra cui laIG Farben, produttrice del gas che serviva a sterminarli, laMetal Union e laSiemens. Nel campo non c'erano servizi igienici, l'assistenza medica era fittizia; fame ed epidemie erano all'ordine del giorno.
L'ingresso di Auschwitz, con la famigerata scrittaArbeit macht frei, ovveroIl lavoro rende liberi
Rasati a zero, scorticati con rasoi spuntati fin nelle parti intime, disinfettati con prodotti orticanti e lavati nel peggiore dei modi con acqua bollente alternata alla gelata, i prigionieri indossavano i logori panni del campo, una specie di "pigiami" a strisce grigie scure e chiare, o abiti riciclati rattoppati tolti ai deportati prima di loro. Pesanti e spaiati zoccoli di legno completavano la "divisa". Poi ai detenuti veniva tatuato sull'avambraccio sinistro un numero progressivo.
Un cartello che avvisa dell'elettrificazione della recinzione
Seguiva la registrazione mediante la compilazione di una scheda (Häftlings-Personal-Karte) con i dati personali e l'indirizzo dei familiari più prossimi. I neo entrati venivano avvisati che d'ora in avanti non sarebbero più stati chiamati per nome, ma per numero che dovevano imparare a memoria in tedesco in modo da saperlo sia pronunciare sia riconoscere quando si veniva chiamati. Diventavano così solo dei "pezzi" (Stücke) numerati. Il numero era indispensabile in tutte le operazioni, dalla somministrazione della brodaglia alle estenuanti conte durante gli appelli; qualunque errore sarebbe stato punito senza pietà.
Dalla pratica del tatuaggio erano esentati i cittadini tedeschi ariani, i prigionieri "da rieducare", nonché gli ebrei provenienti daVarsavia durante e dopo l'insurrezione del ghetto nell'agosto-settembre 1942; a costoro era riservato un trattamento punitivo particolare, effettuato con efferatezza e sadismo estremi. Non era necessario registrarli perché sarebbero stati uccisi di lì a poco in modo atroce.[48]
Il numero di matricola, impresso su un pezzo di tela, era anche cucito sul lato sinistro della casacca, all'altezza del torace, e sulla cucitura esterna della gamba destra dei pantaloni. Al numero era associato un contrassegno colorato, che indicava la categoria del detenuto:
un triangolo rosso identificava i prigionieri politici, nei confronti dei quali era stato spiccato un mandato di arresto per ragioni dipubblica sicurezza;
anche ai religiosi cristiani era attribuito un triangolo di colore rosso, poiché di solito venivano internati comunque in seguito ad azioni repressive naziste;
una stella a sei punte di colore giallo identificava i prigionieriebrei; dalla metà del 1944 gli ebrei venivano contrassegnati come le altre categorie ma con l'apposizione sopra il distintivo triangolare di un rettangolo di stoffa giallo;
un triangolo verde identificava i criminali comuni;
un triangolo verde appoggiato sulla base identificava i prigionieri assoggettati a misure di sicurezza, dopo che avevano scontato la pena loro inflitta;
la lettera "E" prima del numero di matricola identificava i detenuti "da educare" (Erziehungshäftling);
un cerchietto rosso recante la sigla "IL" identificava i prigionieri ritenuti pericolosi o sospetti di tentare la fuga;
un cerchietto nero identificava i prigionieri della "compagnia penale".
Sul triangolo che indicava la categoria era anche dipinta o impressa con inchiostro l'iniziale tedesca della nazionalità del detenuto, a meno che questi non fosse cittadino tedesco o apolide.
I contrassegni sono, dall'alto in basso: numero del prigioniero, rettangolo per recidivo, stella per ebreo, membro del battaglione penale, sospettato di fuga
Polacco: "P" su un triangolo rosso
Ceco: "T" (Tscheche in tedesco) su un triangolo rosso
Membro delle forze armate: triangolo rosso
La registrazione proseguiva con tre foto, che ritraevano il detenuto di fronte, di profilo destro e di profilo sinistro. Dal 1943, a causa delle difficoltà nel reperire materiale fotografico, le foto furono generalmente limitate ai soli detenuti tedeschi.
SS-BrigadeführerCarl Clauberg (1898-1957). Medico responsabile di esperimenti sui detenuti ad Auschwitz. Processato nell'URSS, nel 1948 fu condannato a 25 anni di detenzione in un lager, ma fu liberato nell'ottobre 1955 e cercò di riprendere l'attività medica in Germania, dove però fu nuovamente arrestato nel novembre dello stesso anno. Morì nell'agosto 1957 per un attacco cardiaco pochi mesi prima che si aprisse il nuovo processo contro di lui.
SS-ObergruppenführerKarl Gebhardt (1897-1948). Giudicato colpevole di crimini di guerra e crimini contro l'umanità e per questo condannato a morte il 20 agosto 1947, venne impiccato il 2 giugno 1948 nella prigione di Landsberg am Lech in Baviera.
SS-ObersturmführerJohann P. Kremer (1883-1965). Medico del campo.
SS-HauptsturmführerJosef Mengele (1911-1979). Soprannominato "l'angelo della morte", fu medico responsabile delle selezioni e di esperimenti medici sui detenuti ad Auschwitz, speciebambini gemelli. Dopo la guerra riuscì a sfuggire alla giustizia, riparando in Sud America: Argentina, Paraguay e infine Brasile, dove morì il 7 febbraio 1979.
SS-ObersturmführerErich Mußfeldt (1913-1948). Medico responsabile delle camere a gas a Majdanek e a Auschwitz-Birkenau, processato nel 1947 e giustiziato a Cracovia nel 1948 mediante impiccagione.
SS-SturmbannführerHorst Schumann (1906-1983). Medico responsabile di esperimenti sui detenuti d Auschwitz. Riuscì per anni a sfuggire alla giustizia, prima in Germania e poi in Egitto, Sudan e Ghana. Estradato nel 1966 e condannato per crimini di guerra nel 1970, uscì dal carcere per motivi di salute nel 1972. Morì nel 1983.
SS-HauptsturmführerHeinz Thilo (1911-1945). Medico responsabile delle selezioni a Birkenau. Arrestato alla fine della guerra, si tolse la vita in carcere.
SS-HauptsturmführerEduard Wirths (1909-1945). Dal 1942 medico responsabile delle selezioni e di esperimenti sui detenuti ad Auschwitz. Arrestato alla fine della guerra, si tolse la vita impiccandosi il 20 settembre 1945.
Nel novembre 1944, di fronte all'avanzata dell'Armata Rossa,Himmler diede l'ordine di cessare le esecuzioni nelle camere a gas e di demolirle assieme aiforni crematori, per nascondere le prove delgenocidio; i nazisti, tuttavia, distrussero solo le camere e i forni di Birkenau, mentre quella di Auschwitz 1 fu adibita a rifugio "antibomba". Sino a quel momento erano stati uccisi oltre un milione e centomila persone.
Il numero esatto delle vittime di Auschwitz è difficile da stabilire, perché molti prigionieri non furono registrati e molte prove vennero distrutte dalle SS negli ultimi giorni della guerra.[50] Uno studio più ampio, incominciato daFranciszek Piper che confrontò gli orari di arrivi dei treni e i dati di deportazione, calcola che su 1,1 milioni totali almeno 960 000 morti furono ebrei.[51]
Il 27 gennaio 1945 il campo fu liberato dalle truppesovietiche durante la loro rapida avanzata invernale dallaVistola all'Oder. Il primo reparto che entrò nel campo faceva parte della LX Armata del generalePàvel Aleksèevič Kùročkin del1º Fronte ucraino delmarescialloIvàn Kònev[16]. Furono trovati circa 7 000 prigionieri ancora in vita. Inoltre, furono rinvenuti migliaia di indumenti abbandonati, oggetti vari che possedevano i prigionieri prima di entrare nel campo e otto tonnellate di capelli umani imballati per il trasporto.
L'ingresso del campo principale sormontato dall'insegna che recita "il lavoro rende liberi"
Auschwitz non fu il primo campo di sterminio a essere scoperto: in precedenza i sovietici avevano già liberato campi come quello diMajdanek,Chełmno eBełżec; questi, essendo di sterminio e non di concentramento, erano vere e proprie fabbriche di morte dove i deportati venivano immediatamente gasati, salvo pocheunità speciali.
Tra i corrispondenti che seguivano le truppe sovietiche entrate ad Auschwitz c'era il giornalista dellaStella RossaVasìlij Gròssman, divenuto poi noto scrittore. Egli pubblicò varie opere sul tema della Shoah, ispirandosi anche alla sua esperienza ad Auschwitz; la più celebre di queste è il romanzoVita e destino.
Dopo la dismissione il campo di concentramento di Auschwitz è divenuto un luogo simbolo, dedicato alla memoria delle vittime. Dal 1979 èpatrimonio dell'umanità dell'UNESCO.
Dal 1996 inGermania il giorno della liberazione di Auschwitz - 27 gennaio - è la giornata ufficiale del ricordo delle vittime delnazismo; anche inItalia questa data è ricordata comeGiorno della Memoria.
Auschwitz e i resti delle camere a gas sono aperti al pubblico.
Questa scrittaintroduceva al campo tutti i deportati che, a loro insaputa, andavano verso un destino fatale. La falsa promessa (presenza del lavoro) con cui accoglieva gli sfortunati di Birkenau, il campo con il più elevato tasso di mortalità[52] secondo i dati delmuseo di Auschwitz Birkenau[1], non era casuale: l'insegna aveva lo scopo di illudere i deportati con finto buonismo, non rivelando la verità e ingenerando vane speranze con un crudele gioco psicologico.
Furto
Nella notte tra il 17 e il 18 dicembre 2009 l'insegna "Arbeit macht frei" posta all'ingresso del campo venne rubata[53]. Sostituita provvisoriamente con una copia, fu rinvenuta pochi giorni dopo, spaccata in tre parti, nel nord dellaPolonia[54].
Oltre a essere costantemente visitato da turisti provenienti da ogni parte del mondo, Auschwitz è stato meta anche di personaggi celebri, tra cui tre papi. Il primo fuGiovanni Paolo II, nel suo primo viaggio da papa inPolonia il 7 giugno 1979; durante la visita pregò all'interno della cella dove fu detenutoMassimiliano Kolbe. Il 28 maggio2006, l'ultimo giorno del suo primo viaggio apostolico in terra polacca, ancheBenedetto XVI pregò nella cella di Kolbe, e dopo la visita del campo di Birkenau lesse un duro discorso contro ilgenocidio.Papa Francesco, recatosi in Polonia in occasione della GMG di Cracovia, onorò il campo il 29 luglio2016 con una visita silenziosa. Le sue uniche parole le scrisse sul libro dei visitatori: «Signore abbi pietà del tuo popolo, Signore perdona per tanta crudeltà.»
Nel 1990 il numero di vittime del complesso di Auschwitz riportate sulla targa commemorativa fu messo in discussione, scatenando un acceso dibattito mai sopito. Alla fine passò da 4 000 000 a 1 500 000, allineandosi con le stime degli storici moderni che ritengono ragionevole una cifra compresa tra 1 100 000 e 1 500 000 morti.
Principale promotore della correzione fuFranciszek Piper, direttore del Dipartimento di Ricerca storica del Museo di Auschwitz, che, dopo un approfondito esame, considerò errato il valore precedente. Il numero di quattro milioni traeva origini da un articolo della rivista sovieticaKràsnaja Zvezdà dell'8 maggio 1945, basato sull'indagine di una commissione sovietica che aveva tenuto conto esclusivamente del rendimento massimo teorico giornaliero dei forni crematori e del periodo in cui sono stati in funzione. L'ipotesi fu parzialmente confermata nel successivoprocesso di Norimberga, quando il comandanteRudolf Höß testimoniò che tra il 1940 e il 1943 (il campo di Auschwitz fu operativo fino al gennaio 1945) vi erano morte circa tre milioni di persone.
La cifra di quattro milioni, spinta anche dall'orrore per la scoperta dei campi di sterminio nazionalsocialisti, è stata successivamente contestata da molti storici, che, pur non essendo mai addivenuti ad una stima definitiva, la fanno oscillare tra uno e due milioni. Tali studi, insieme a quelli dello stesso Piper che propende per 1 100 000 morti, lo convinsero a portare avanti - con successo - la sostituzione della targa commemorativa.
Una mostra permanente sulla Shoah a cura di Yad Vashem
Il 13 giugno 2013, al blocco 27 di Auschwitz-Birkenau, è stata aperta una mostra permanente intitolataShoah, resa possibile grazie al più importante[55] ente museale che si occupa dell'Olocausto:Yad Vashem[56][57]. L'iniziativa partì dopo la visita ai campi di concentramento e di sterminio fatta nel 2005 dal primo ministro israelianoAriel Sharon. Yad Vashem ha curato sia la progettazione sia la realizzazione della mostra, che è stata finanziata in parte dalloStato d'Israele[58].
Mario Finzi, magistrato e musicista italiano, membro dellaDELASEM, deportato ad Auschwitz nel maggio 1944. A detta di Eliakim Cordoval, un ebreo di Rodi che lo assistette, morì per una grave infezione intestinale il 22 febbraio 1945, a quasi un mese dalla liberazione. Secondo un'altra versione, Finzi si suicidò gettandosi contro il filo spinato ad alto voltaggio; sembra che abbia lasciato un messaggio ai genitori, chiedendo il loro perdono per questo gesto disperato.
Anna Frank, famosa per il suoDiario, prigioniera ad Auschwitz dal settembre all'ottobre del 1944, spostata poi aBergen-Belsen, dove morì ditifo.
Kurt Gerron, attore, regista e cantante ebreo tedesco.
Etty (Esther) Hillesum, olandese deportata insieme alla famiglia ad Auschwitz, dove morì il 30 novembre 1943. Fu l'autrice di un intensoDiario, scritto adAmsterdam tra il 1941 e il 1943.
Massimiliano Kolbe, frate francescano che si sacrificò prendendo il posto di un prigioniero condannato a morire di fame nel Block 11, le prigioni del campo. Ucciso dopo due settimane di agonia con un'iniezione di veleno al cuore nell'agosto del 1941.
Irène Némirovsky, scrittrice francese, morta ad Auschwitz il 17 agosto 1942.
Riccardo Pacifici, rabbino di Genova, deportato e ucciso ad Auschwitz l'11 dicembre 1943.
Edith Stein, conosciuta anche comeSanta Teresa Benedetta della Croce, patrona d'Europa, dei martiri e degli orfani. Ebrea ortodossa convertita, divenne suora carmelitana, teologa e filosofa. Fu deportata ad Auschwitz dalla Gestapo con la sorella Rosa, anch'essa convertita; morirono il giorno stesso dell'arrivo, uccise nelle camere a gas il 9 agosto 1942.
Viktor Ullmann, compositore, direttore d'orchestra e pianista ebreo austriaco.
Árpád Weisz, calciatore e allenatore di calcio ungherese, morto dopo che la moglie Elena (Ilona Rechnitzer) e i figli Roberto e Clara furono gassati.
Sissel Vogelmann, bambina italiana di otto anni. Partita con la madre Anna Disegni e il padre Schulim il 30 gennaio 1944 dalbinario 21 dellastazione di Milano Centrale, giunse ad Auschwitz il 6 febbraio 1944. Selezionata all'arrivo per la camera a gas, venne eliminata insieme alla madre. Il padre Shulim, unico sopravvissuto della famiglia, è «stato l'unico ebreo catturato in Italia a salvarsi grazie aOskar Schindler»[59].
Else Ury, scrittrice tedesca, nota per i suoi racconti per bambini.
Marta Ascoli (1926-2014), nata a Trieste, fu arrestata il 19 marzo 1944, arrivò ad Auschwitz il 4 aprile 1944. Trasferita a Bergen Belsen, fu liberata il 15 aprile 1945. Ha scritto il libroAuschwitz è di tutti (Rizzoli) uscito nel 2011 (una ristampa è stata pubblicata nel gennaio 2022).
Denis Avey (1919-2015), prigioniero di guerra britannico internato nel campo di sterminio tra il 1943 e il 1945. Durante la prigionia si scambiò con un prigioniero ebreo per trovare conferma alle voci riguardanti l'inumano trattamento riservato agli ebrei. Raccontò la propria esperienza nel2011 nel libroAuschwitz. Ero il numero 220543.
Wilhelm Brasse (1917-2012), polacco di origini austriache, è stato il "fotografo di Auschwitz" le cui foto sono state recuperate grazie alla sua disobbedienza ai nazisti.
Edith Bruck (1931), ungherese naturalizzata italiana, internata in vari campi tra i quali Auschwitz e Bergen-Belsen e liberata nell'aprile del 1945. Ha svolto in seguito attività di scrittrice, traduttrice e regista.
Andra e Tatiana Bucci, nate nella città di Fiume, cugine diSergio De Simone. Raccontano la loro esperienza inNoi bambine ad Auschwitz - La nostra storia di sopravvissute alla Shoah (Mondadori, 2019).
Luigi Ferri (n. 1932), nato a Milano da famiglia mista e deportato a 11 anni, sopravvisse grazie all'aiuto del dottorOtto Wolken. Uno dei primi testimoni a parlare nell'aprile 1945 dell'esistenza delle camere a gas a Birkenau in una deposizione ufficiale di fronte a uno dei primi tribunali internazionali d'inchiesta.
Nedo Fiano (1925-2020), ebreo fiorentino, fu deportato ad Auschwitz all'età di 19 anni. Sopravvissuto grazie alla conoscenza del tedesco. Ogni anno incontrava i ragazzi per raccontare la sua storia che descrisse anche in un libro pubblicato nel 2003,Il coraggio di vivere. Si è spento all'età di 95 anni il 19 dicembre 2020.
Wieslaw Kieler (1919-1990) nato aPrzeworsk, Polonia, prigioniero politico e scrittore, autore diAnus Mundi - Cinque anni ad Auschwitz-Birkenau, che narra la sua terribile esperienza durata per ben 5 anni e quella dei suoi compagni, compresa la famosa e tragica storia d'amore tra Mala Zimetbaum ed Edek Galinski.
Imre Kertész (1929-2016),Premio Nobel ungherese, restò ad Auschwitz per tre giorni nell'estate dal 1944, prima di essere dichiarato abile al lavoro e trasferito aBuchenwald.
Settimio Limentani (1919-), figlio di David Limentani e Virginia Piperno nato a Roma il 29 aprile 1919. Arrestato l'8 maggio 1944, fu feportato dapprima nel campo di Fossoli e il 30 giugno 1944 arrivò ad Auschwitz[60]. Viene ricordato nel libro diSami ModianoPer questo ho vissuto. La mia vita ad Auschwitz-Birkenau e altri esili.
Liana Millu (1914-2005), partigiana italiana di origini ebree, fu trasferita ad Auschwitz nel 1944 e poi aRavensbrück, dove fu liberata dagli Alleati. Riporta le proprie memorie nel libroIl fumo di Birkenau.
Frida Misul (1919-1992), ebrea livornese, nel 1946 pubblicòFra gli artigli del mostro nazista, una delle prime memorie di deportati italiani di Auschwitz.
Sami Modiano (1930), ebreo italiano originario di Rodi (allora possedimento italiano), giunto ad Auschwitz a 13 anni, si è dedicato a far conoscere la sua esperienza ai ragazzi di scuole medie e superiori insieme con la moglie. Era la matricola B7456, il numero successivo a quello del padre (B7455).
Luciana Nissim Momigliano (1919-1998), pediatra e psicoanalista italiana, racconta l'esperienza della deportazione nel libroDonne contro il mostro (1946).
Miklós Nyiszli (1901-1956), medicoanatomo-patologo ungherese deportato con la moglie e la figlia ad Auschwitz. Fu scelto per rendere operante una sala per autopsie nel crematorio II e per fare il medico delSonderkommando nei crematori di Birkenau, dove fu recluso. Nel gennaio 1945 riuscì a nascondersi tra i deportati evacuati con la marcia della morte, giungendo prima a Mauthausen e poi a Melk e a Ebensee, dove fu liberato. Scrisse il libro di memorieMedico ad Auschwitz. Memorie di un deportato assistente del dottor Mengele, testimoniando i lati più segreti degli indicibili orrori di Birkenau e l'attività diJosef Mengele.
Famiglia Ovitz, la più grande famiglia con componenti affetti da nanismo di cui si abbia conoscenza e il più grande nucleo familiare internato e sopravvissuto ad Auschwitz[61][62][63]
Bruno Piazza (1889-1946), avvocato e giornalista di origine ebraica, arrestato il 13 luglio 1944 come antifascista e deportato ad Auschwitz, si salvò con la liberazione da parte dell'Armata Rossa. Fece in tempo a scriverePerché gli altri dimenticano prima di morire pochi mesi dopo esser tornato a casa.
Witold Pilecki (1901-1948), soldato dell'Armia Krajowa, prigioniero volontario nel campo, dove organizzò la resistenza e informò gli Alleati sulle atrocità perpetrate nei campi[64][65].
Corrado Saralvo (1894-1983), antifascista di famiglia ebraica, scrisse nel 1969 un memoriale sulla sua esperienza di deportato (Più morti più spazio).
Sofia Schafranov (1891-1994), ebrea di origine russa ma residente in Italia, lavorò come medico nell'ospedale femminile di Auschwitz. Nel 1945 la sua testimonianza fu raccolta in una lunga intervista dal cognatoAlberto Cavaliere e pubblicata neI campi della morte in Germania nel racconto di una sopravvissuta.
Eva Schloss (n. 1929), testimone e scrittrice dell'olocausto, sorella acquisita (sorella di padre) diAnna Frank;
Alberto Sed (1928-2019), ebreo romano. Nel 2009 la sua testimonianza fu raccolta in una lunga intervista daRoberto Riccardi.
Liliana Segre (n. 1930), ebrea italiana deportata ad Auschwitz a 13 anni il 30 gennaio 1944 dal binario 21; sulla Judenrampe vide per l'ultima volta, il padre, poi sparito tra le file dei selezionati per il crematorio. Sopravvissuta a una marcia della morte, fu liberata dai sovietici dalcampo di lavoro di Malchow, sottocampo diRavensbrück. Il 19 gennaio 2018 è stata nominata senatrice a vita dalPresidenteSergio Mattarella.
Piera Sonnino (1922-1999). Nel 1960 raccontò la sua esperienza di deportata ad Auschwitz in un diario, pubblicato dalla famiglia nel 2003 dopo la sua morte.
Settimia Spizzichino (1921-2000), ebrea romana deportata ad Auschwitz il 18 ottobre del 1943 dalla stazione Tiburtina. Sottoposta a esperimenti medici su cavie umane, fu l’unica donna sopravvissuta dei 1 022 ebrei catturati durante il rastrellamento del ghetto di Roma. Ha lasciato la sua testimonianza nel libroGli anni rubati.
Elisa Springer (1918-2004), nata aVienna, deportata ad Auschwitz e poi in altri tre campi di concentramento; le sue memorie sono raccontate neIl silenzio dei vivi. Dopo la liberazione è vissuta in Italia fino alla morte.
Arianna Szörényi (n. 1933), una delle più note bambine italiane[66] insieme aSissel Vogelmann. Aveva solo undici anni quando con la famiglia giunse al campo. Fu immatricolata con il numero 89219 e immediatamente separata dai parenti. Nel 1944 trasferita con una dellemarce della morte aRavensbrück e poi aBergen-Belsen, dove rimase fino alla liberazione.
Piero Terracina (1928-2019), ebreo romano deportato ad Auschwitz a 14 anni, visse aRoma fino alla morte. Negli anni fece continui incontri con i ragazzi delle scuole di tutta Italia.
Alba Valech Capozzi (1916-1999), ebrea senese, nel 1946 pubblicòA 24029, uno dei primissimi memoriali di deportati ebrei italiani.
Shlomo Venezia (1923-2012), venne arrestato con la famiglia a Salonicco nell'aprile 1944 e deportato ad Auschwitz. Aggregato con il fratelloMaurice Venezia (n. 1921, anch'egli sopravvissuto) al Sonderkommando dei crematori di Birkenau, nel gennaio del 1945 riuscì a defilarsi durante l'evacuazione, finendo prima a Mauthausen e poi a Ebensee dove fu liberato. Ha scritto "Sonderkommando Auschwitz". Consulente di Roberto Benigni perLa vita è bella, ha tenuto conferenze sulla Shoah fino alla morte.
Otto Wolken (1903-1975), medico austriaco ebreo, dal 1943 fino alla liberazione fu impiegato come medico nell'infermeria del settore quarantena (B-II-a) e quindi nell'ospedale di Auschwitz-Birkenau (B-II-f). Redasse clandestinamente giorno dopo giorno una cronaca dettagliata delle vittime del campo, che ebbe grande importanza nei processi del dopoguerra, di cui fu uno dei testimoni principali.
Viktor Emil Frankl (1905-1997), neurologo, psichiatra e filosofo austriaco, uno fra i fondatori dell'analisi esistenziale e della logoterapia, deportato insieme a tutti i familiari prima nel lager di Theresienstadt e poi ad Auschwitz.
Siegfried Lederer (1904-1972), ufficiale dell'esercito ceco e successivamente militante nella Resistenza ceca, evaso da Auschwitz il 5 aprile del 1944 grazie all'aiuto di una guardia.
Tova Friedman, accademica polacca-statunitense. Unica bambina scampata alle camere a gas in un giorno i cui i meccanismi erano stati sabotati. Il suo libro di memorie "La bambina di Auschwitz", tradotto in 11 lingue, è diventato un best seller.
^ Georges Bensoussan,La Shoah in 100 mappe, pag. 166 :«Partiti da Auschwitz il 18 e il 19 del gennaio successivo, 58.000 detenuti iniziarono una terribile "marcia della morte", disseminata di migliaia di caduti per assideramento, fame e esecuzioni sommarie», Gorizia, Leg edizioni, 2016,ISBN978-88-6102-267-6.
^Daniel Goldhagen,I volonterosi carnefici di Hitler, traduzione di Enrico Basaglia, Oscar storia, Arnoldo Mondadori Editore, 1997, p. 618,ISBN88-04-44241-7.
^ab John Erickson,The road to Berlin, Londra, Cassell, 2003, p. 472.
^ Franciszek Piper e Teresa Świebocka,Auschwitz. Nationalsozialistisches Vernichtungslager., a cura di Staatliches Museum Auschwitz-Birkenau, 2011, pp. 177-181,ISBN978-83-88526-28-2.
^Si veda anche l'articolo sul capo del sottocampo di Raisko,Joachim Caesar, agronomo e leader delle SS.
^I prigionieri erano alloggiati in vagoni merci. Intorno al 10 ottobre 1944, il 2° treno di costruzione SS fu subordinato alcampo di concentramento di Buchenwald, rinominato pochi giorni dopo "7ª brigata di costruzione ferroviaria SS" e trasferito aStoccarda (Piper, Świebocka, p. 181).
^Gli slavi, come gli ebrei, erano considerati, nella concezione nazista, una sottospecie umana (Untermensch), un errore biologico, indegno del titolo di razza umana, originato nell'antichità dal mostruoso accoppiamento degli uomini-bestia con la razza "ariana".
^ Jeremy Dixon,Commanders of Auschwitz : the SS officers who ran the largest Nazi concentration camp, 1940-1945, Atglen, Schiffer Publishing, 2005,ISBN0-7643-2175-7.
^Millie Werber ebrea polacca sopravvissuta ad Auschwitz-Birkenau, autrice diLa sposa di Auschwitz – Newton Compton Editore
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^Pare che a dare quest'ordine criminale fu proprio Hitler in persona e Himmler ne curò la realizzazione in tutti i lager dove venivano deportati gli eroici ebrei diVarsavia. Vi furono figli bruciati vivi davanti alle madri impazzite, gente impiccata a ganci da macellaio ed altri inenarrabili orrori
^Inizialmente questa combinazione (ebreo e Testimone di Geova) sembrava contraddittoria, tuttavia la definizione nazista di "ebreo", in base alla politica razziale nazista, includeva persone che avevano antenati ebrei, quindi era possibile che tali persone appartenessero ad altre religioni. Quindi un ebreo testimone di Geova, anche se forse poco probabile, non era impossibile in base a tali definizioni.
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