| Aurelio Padovani | |
|---|---|
| Nascita | Portici, 28 febbraio 1889 |
| Morte | Napoli, 16 giugno 1926 |
| Cause della morte | incidente |
| Luogo di sepoltura | Napoli |
| Dati militari | |
| Paese servito | |
| Forza armata | |
| Arma | Fanteria |
| Corpo | Bersaglieri |
| Anni di servizio | |
| Grado | |
| Guerre | Guerra Italo-Turca Prima guerra mondiale |
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| Manuale | |
Aurelio Padovani (Portici,28 febbraio1889 –Napoli,16 giugno1926) è stato unmilitare,sindacalista epoliticoitaliano, esponente delfascismo aNapoli.
Figlio di Vincenzo Padovani e di Maria Annunziata Braccioli, si diplomò Perito industriale, presso l'Istituto Tecnico Industriale "Alessandro Volta" di Napoli, si arruolò volontario come AllievoSergente, a 18 anni, nel1907, nell'11º Reggimento Bersaglieri, accasermato nella Caserma diPizzofalcone aNapoli. Nel1915 si sposa con una maestra elementare, Ida Archinard; non lasciò figli[2].
Volontario nellaguerra di Libia, dove combatte aSciara Sciat, essendo uno degli 11 sopravvissuti nelle file italiane in quella battaglia. Riceve una medaglia di Bronzo al V.M. il 1º agosto1912, da Sottotenente, passa dal Complemento al Servizio Permanente Effettivo con R.D. del 12 agosto1912 (G.U.R.d'I. nº 204 del 29 agosto1912).
Passa ai reparti ciclisti dei Bersaglieri, e Sottotenente partecipa alla prima guerra mondiale dove ottenne ben 3 medaglie d'argento al V.M., perdendo sull'Hermada, il 23 aprile1916 un piede. Promosso da Sottotenente a Tenente con D.Lgt. del 29 luglio1915 (G.U.R.d'I. nº 204 del 17 agosto1915).
Fondò ilFascio napoletano il 4 aprile1920, insieme all'avvocatoDomenico Miranda, al capitanoAlberto Navarra degliArditi e all'avvocatoPasquale Spiezia. Nel marzo1921, fu eletto Segretario politico del Fascio di Napoli, mentre dall'ottobre dello stesso anno occupò la carica di Segretario Provinciale, divenendo l'organizzatore del fascismo campano e partecipando, nello stesso anno, al Congresso Fascista aRoma. Nel novembre1921 fu eletto nel Comitato centrale delPartito Nazionale Fascista. Il 1º ottobre1922, da Capitano, fu collocato a riposo con R.D. del 5 agosto1922 (G.U.R.d'I. nº 252 del 26 ottobre1922). All'inizio del1922 cominciò lo sciopero portuale che durò, con alterne vicende, sei mesi, durante i quali Padovani svolse un'intensa azione che valse a far cessare lo sciopero ed a determinare il passaggio di tutte le organizzazioni portuali alsindacalismo fascista. Aurelio Padovani fu uno dei cinque Comandanti di Zona che vollero lamarcia su Roma ed organizzò leSquadre di Azione dellaCampania, condotte aRoma dal 27 al 31 ottobre1922.
Segretario regionale dei Fasci della Campania, organizzò l'adunata di Napoli, al campo sportivo dell'Arenaccia e comandò la sfilata per le vie cittadine e, alTeatro San Carlo, fu lui a presentareBenito Mussolini al popolo napoletano. Luogotenente generale dellaMilizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale fino al maggio 1923.[3]
Nel maggio del1923, fu espulso dalPartito Nazionale Fascista e poi riammesso, pur rimanendo in odore di eterodossia con le conseguenze del caso:
(Verbale della testimonianza del maestro Antonio Sera (23 febbraio 1925), p. 2[4])
Successivamente si dimise, in contrasto con l'apertura delP.N.F. agli esterni. Le dimissioni, respinte per due volte, furono infine accettate dopo che egli ebbe respinto anche il Comando di Zona diBologna, che gli era stato offerto.[5]
Morì aNapoli il 16 giugno1926 alle 17:30, invia Generale Giordano Orsini, 46, in seguito al crollo della balaustra di un balcone al quarto piano[6]: quel pomeriggio, per rispondere al saluto della folla lì convenuta nel giorno del suo onomastico, ilComandante si era affacciato con un gruppo di amici a lui più vicini, quando all'improvviso ci fu il crollo fatale in cui perirono, oltre che lo stesso Padovani, altre otto persone: Ferdinando Vetere (avvocato), Salvatore Grasso (squadrista diMugnano di Napoli ventiquattrenne)[7], Raffaele Esposito, Salvatore Schioppa (brigadiere della Milizia Portuaria), Alfredo de Filippis, Luigi Corcione (quindicenne), Antonino Micillo (elettricista diGiugliano in Campania) e Giovanni Dell'Aquila (appaltatore), mentre i feriti furono quattro, tutti gravi ma si salvano: Pasquale Ruocco, Nicola Cioffi (professore), Francesco Iodice e Fortunata Decenza (portinaia dello stabile).[8][9]

Dopo la sua morte fu costruita una statua monumentale per ricordare il suo ruolo disindacalista rivoluzionario nel recinto degli uomini illustri nelCimitero di Poggioreale a Napoli. Un altro monumento a lui dedicato fu inaugurato aNapoli nella piazza Santa Maria degli Angeli aPizzofalcone nel1934: fu progettato daMarcello Canino e scolpito daCarlo de Veroli, con la collaborazione diGuglielmo Roehrssen, e in quel momento la piazza cambiò nome e prese quello del comandante fascista. La piazza mantenne il nuovo nome, e l'imponente monumento, per una decina d'anni.
Nel dopoguerra, con la ritrovata libertà, sì fece forte la volontà di cancellare ogni simbolo delfascismo, la statua fu rimossa e la precedente toponomastica restituita. Nel mese di marzo del2010 i resti del monumento sono stati ritrovati neltunnel borbonico nella zona del Chiatamone, sepolti sotto cumuli di macerie.[10]
| Controllo di autorità | VIAF(EN) 35522473 ·ISNI(EN) 0000 0000 3556 7913 ·LCCN(EN) n2004042806 ·GND(DE) 128964669 ·BNF(FR) cb15550408m(data) |
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