Secondo la tradizione frigia, conservata inPausania[4] e inArnobio[5], ildemone ermafroditaAgdistis (un essere che si pone come intermediario fra il mondo divino e il mondo umano) sarebbe nato dallosperma diZeus caduto sulla pietra, mentre il dio cercava di accoppiarsi con laGrande Madre sul monteAgdistis chiamato anche Agdos.[6]
Glidei dell'Olimpo spaventati dalla potenziale forza del figlio di Zeus, in cui si sommavano le caratteristiche del maschile e femminile, mandaronoDioniso, che lo evirò mentre dormiva[7] e lasciandolo solo con i caratteri sessuali esterni femminili; il sangue sgorgato al momento dell'asportazione del membro virile del ragazzo generò un albero dimandorlo (o dimelograno).
La figlia del fiumeSakarya (Sangarios),Nana, colse un frutto dall'albero e rimase incinta. Il figlio che nacque venne chiamato Attis, in quanto fu allattato da una capra (in frigioattagos), dopo essere stato cacciato sulle montagne per ordine diSakarya[8].
Attis crebbe allevato da alcuni pastori che lo avevano trovato fra i monti. Si distinse per la sua bellezza, cosicché CibeIe, la figlia di Macone re di Frigia che era stata anch'essa abbandonata ed allevata dai pastori, se ne innamorò e ne ebbe un figlio[7]. Poco tempo dopo, Cibele fu riconosciuta e raccolta dal padre che, informato della sua relazione, fece uccidere Attis e lo lasciò insepolto. Cibele ne fu talmente afflitta che errò impazzita per la campagna.
Secondo altri, la dea Cibele era invaghita di Attis, malgrado ciò egli si innamorò dellaninfa chiamataSangaride, figlia diSangario fiume della Frigia. Cibele, scoperto questo segreto, fece morire Sangaride tagliando un albero al quale erano attaccati i suoi giorni, ed Attis, nel suo dolore, simutilò in modo da non poter più corrispondere alle brame della Dea. Cibele considerò questo castigo troppo crudele e gli restituì il membro virile, prendendolo al suo servizio[9].
Secondo un altro mito, Attis fu mandato aPessinunte per sposare la figlia del reMida. Durante la celebrazione del matrimonio, Agdistis, innamorato del giovane, fece impazzire tutti gli invitati e lo stesso Attis, che, sotto un pino, si amputò ilpene. Dal suo sangue nacquero leviole mammole. Cibele, madre degli dei, ottenne che il giovane si salvasse e diventasse il cocchiere del suo carro.
I poeti ed i mitologi variano moltissimo nel raccontare gli amori di Cibele e di Attis.Catullo ne compose un piccolo poema, mentre secondoOvidio, Attis fu trasformato in un pino, rappresentato in molti antichi monumenti[9].
Attis fu adorato in Frigia e chiamato ilDio di Pessinunte; alcuni autori dicono che Cibele lo trasformò in unaquercia per cui questo albero fu a lei sacro, ma i più vogliono che l’albero sacro a Cibele fosse il pino, ed in pino fu da lei mutato Attis[10].
Già durante ilI secolo a.C. le vicende del giovane erano ben note ai Romani come dimostra la reinterpretazionecatulliana del mito nelcarmen LXIII delLiber Catullianus. In epocaimperiale il ruolo di Attis, la cui morte e resurrezione simboleggiava il ciclo vegetativo della primavera, si accentuò gradualmente, dando al culto una connotazionemisterica esoteriologica.[11]
Ad Attis erano dedicate un ciclo di festività che si tenevano fra il 15 e il 28 marzo, e che celebravano la morte e la rinascita del dio. Tra queste vi erano ilSanguem, celebrato daiGalli e l'Hilaria. Tracce di questi culti, che presero il nome diAttideia, sono presenti anche in colonie greco-romane (ad esempio quella diEgnazia inPuglia).
Monumento funeraio con bassorilievo raffigurante Attis, I d.C.,Pavia,Musei Civici.
Secondo lo storico edetnografoAntonio Basile[12], il rito del sangue del dio Attis sopravvive tuttora[13] in una manifestazione dei riti dellasettimana santa aNocera Terinese inCalabria, dove ivattienti compiono il "rito devozionale" della flagellazione consistente nel percuotersi cosce e gambe con tredici pezzi di vetro collocati su un pezzo di sughero denominato "cardo"[14]. Nella pubblicazioneFolklore della Calabria, Basile asseriva che: «"[…] non è meraviglia che sopravviva ancora in un vecchio paese della Calabria il rito antichissimo del sangue: originario per la morte di Adone e per la sua resurrezione e per la morte e la resurrezione di Attis esso rimane in Nocera Terinese, ma adottato alla commemorazione della morte e della resurrezione del Cristo, come sopravvivenza o meglio reviviscenza"»[15][16].
Il dio Attis è associato dagli studiosi a tutte divinità legate agli antichi riti di propiziazione della fecondità della terra, trovando corrispondenza inAdone[17][18], nel mesopotamicoTammuz e inSandan diTarso diCilicia[19][20].