IlPrincipato delle Asturie (in spagnoloPrincipado de Asturias, in asturianoPrincipáu d'Asturies; ineonaviegoPrincipao d'Asturias) è unacomunità autonoma dellaSpagna settentrionale, è composta da una sola provincia, di cui l'erede al trono spagnolo è tradizionalmenteprincipe.
La superficie è di circa 10 000 chilometri quadrati, mentre la sua popolazione supera leggermente il milione di abitanti. Le lingue ufficiali sono lo spagnolo e l'asturiano. Il suo capoluogo è la città diOviedo (in asturianoUviéu), mentreGijón (Xixón) è la più abitata. Altri centri importanti sonoAvilés,Mieres,Langreo (Llangréu),Cangas de Onís (Cangues d'Onís),Villaviciosa,Cangas del Narcea eLlanes.
Le Asturie sono formate da varietà e diversità di luoghi, da alte e scoscese montagne a coste frastagliate alternate da lunghe ed apprezzate spiagge oceaniche a breve distanza dalle prime.
Dopo la morte diPelagio (attorno all'anno737), che governò le Asturie - come suo figlioFavila - come un semplicePrincipato, il territorio asturiano aveva più o meno le dimensioni attuali.
Già nel libroLiber Testamentorum del vescovo Pelagio, nelXII secolo, si definisce la provincia delle Asturie come:
«Intra fines asturiarum a pirineis montibus usque in ora maris a flumine magno quod dicitur Ove usque in flumin quod dicitur Deva»
Nella maggior parte delle cartine fatte a partire dalXVI secolo si vede una provincia divisa in due parti: LaAsturias de Oviedo e laAsturias de Santillana. Quella di Oviedo aveva la sua frontiera occidentale nelfiume Eo e dalla parte orientale nelfiume Sella, dove cominciava la parte diSantillana. Questa arrivava fino aSan Andero, vicino aSantander, che in quel periodo faceva parte del territorio di Vizcaya, che più tardi, insieme aLaredo,Santoña eCabezón de la Sal formò il territorio "de las Cuatro Villas" dal quale successivamente è sorta la regione diCantabria. A sud le Asturie confinano con laCordigliera Cantabrica.
Nella mappa disegnata nel1700 da Charles Hubert (primo geografo delre di Spagna) comincia a essere nominato ilPrincipato delle Asturie, diviso ancora tra Santillana e Oviedo.
Poiché nel1835 fu adottata la divisione provinciale secondo il modello "francese", fu disegnato il profilo attuale della regione, e scomparve momentaneamente la Asturias de Santillana, in modo da integrare il territorio, dalfiume Deva in poi nella provincia diSantander.
LaCordigliera Cantabrica raggiunge nelle Asturie, specialmente in prossimità del confine con laProvincia di León, le altitudini più elevate e gli scenari forse più suggestivi e famosi dell'intera catena, culminanti nei ben notiPicos de Europa nella parte orientale. I Picos raggiungono i 2 648 metri di altitudine massima col monteTorrecerredo, ma è degno di nota anche il celebreNaranjo de Bulnes (oPico Urrielu), un suggestivo monte a forma conica con pareti pressoché verticali per 500 metri, alto in totale 2 519 metri. È situata nei Picos de Europa anche la famosaGarganta del Cares, un suggestivocanyon lungo 9 chilometri attraversabile esclusivamente a piedi in una gola naturale affascinante scavata dal fiumeCares.
Oltre ai Picos di notevole interesse un'altra catena meno orientale, sempre in gran parte formata di calcare, costituita dalle cime che rientrano nel Parco Naturale delRedes, i centraliUbiñas a sud di Oviedo ed il Parco Naturale di Somiedo ad ovest. I monti Cantabrici, specialmente nella parte dei Picos, sono molto apprezzati per attività sportive come scalate, camminate, sci, estendendosi per circa 200 chilometri in totale, sconfinando nelle vicine Galizia e Cantabria.
Il dato curioso dei monti asturiani è che si innalzano in maniera rapidissima dopo un piccolo tratto collinare che li separa dal mare, distante soltanto20 km.
Tipico esempio di costa asturiana, ampie spiagge tra scogliere impervie, qui laTorimbia e laBallota nei pressi di LlanesLa particolare spiaggia diGulpiyuri nei pressi di Llanes
La costa asturiana è molto lunga e presenta centinaia di spiagge, piccole baie e caverne marine naturali. Uno degli esempi più celebri è la notaPlaya del Silencio ("Spiaggia del Silenzio") vicino al caratteristico villaggio peschereccio diCudillero, poco ad ovest diGijón, ma anche molte spiagge intorno al centro balneare diLlanes, come ilBarro, laBallota, ilTorò e laTorimbia (quest'ultima destinata anche ai nudisti). In particolare la costa di Llanes è molto conosciuta anche per un fenomeno naturale particolare, ibufones, degli spruzzi violenti e improvvisi d'acqua e vapore che fuoriescono da fessure sul terreno: non si tratta di attività geotermica, anche se c'è una certa affinità con igeyser a prima vista, ma è l'Oceano che si insinua nel sottosuolo scoglieroso, come dimostrano varie caverne naturali molto suggestive nell'area, tra tutte laCueva Bolado e, in giornate di particolare vento ed alta marea, tende a fuoriuscire da buchi scavati con l'erosione. Molte delle spiagge asturiane sono sabbiose, pulite e circondate da suggestive scogliere. Nei pressi di Salinas la costa è più piatta e sabbiosa ed è protetta per l'importanza nellabiosfera.
Tra i numerosi promontori è da evidenziareCabo Vidio che si estende verso nord, una lingua di terra rocciosa molto apprezzata per i paesaggi che offre, eCabo Peñas, che raggiunge le latitudini più elevate della comunità.
Per il suo territorio mutevole, non ci sono grandi fiumi nelle Asturie. Sono tutti decisamente brevi e con portata relativamente modesta. Spiccano ilCares, sfruttato per ricavareenergia idroelettrica (la famosa ruta nella Garganta del Cares è stata del resto creata per costruire poi la centrale elettrica), e l'Eo, che segna però gran parte del confine con laGalizia. Si segnalano inoltre il Nora ed il Deva.
Anche i laghi sono piuttosto piccoli, anche se alcuni godono di ottima fama, specialmente quelli montani, tra tutti i due piccoli ma celebriLaghi di Enol.
Secondo lostatuto di autonomia delle Asturie, la Comunità è divisa in 78concejos, figura che corrisponde al municipio. La entità di minoranza alconzejo è laparrocchia civile, che non deve per forza coincidere con la parrocchia ecclesiastica. Dentro ad ogniparrocchia si amministrano i diversi quartieri.
La popolazione attuale è caratterizzata dal maggiortasso di mortalità di tutta laSpagna (12 per mille) e il più bassotasso di natalità (6 per mille), perciò dal 1987 la popolazione sta diminuendo. C'è tuttavia da sottolineare che le grandi città mantengono sostanzialmente lo stesso numero di abitanti, il che significa che la diminuzione è molto più sensibile nelle aree rurali, specialmente quelle più interne:
Laconquista romana avvenne tra il29 e il19 a.C. ove le legioni si scontrarono con la confederazioni dei celtiberi degli Asturi (da cui il nome della regione), composta da varie tribù come i Luggoni e i Pesico.Nel379 l'imperatoreGraziano scelse un generale iberico,Teodosio I per farne l'imperatore d'Oriente. Convertito alCristianesimo nel380, Teodosio ne fece la religione di Stato. Proibendo le versioni eretiche dell'arianesimo e deimanichei e iculti pagani. Egli, dopo aver eliminato un usurpatore in Occidente nel388, regnò sulla totalità dell'Impero romano. L'unità fu di breve durata, alla sua morte l'impero fu diviso tra i suoi due figli.
Il 31 dicembre406, spinti dagliUnni, alcuni popoli germanici attraversano ilReno ed entrano inGallia. Questi popoli furono in seguito sospinti verso lapenisola iberica. ISuebi si stabilirono inGalizia mentre iVandali e gliAlani scesero verso l'Andalusia.In questo periodo,Alarico I, capo deiVisigoti, conquistòRoma nel410. Il suo successore,Ataulfo, sposò, nel414,Galla Placidia, figlia dell'imperatore Teodosio. Scacciato dal governo diRavenna, si trasferì inSpagna. Da allora le guerre tra barbari si moltiplicarono nella penisola iberica.
Con il tempo questi popoli s'integrarono parzialmente con la popolazione romana iberica, alcuni di questi popoli barbari, come i Visigoti e iFranchi, si allearono con l'impero per arrestare le ordeunne diAttila nel451. Questa coalizione affrontò gli Unni nellaBattaglia dei Campi Catalaunici, pressoOrléans, dove trovò la morteTeodorico I.
Poco dopo il re dei Visigoti,Eurico, prese il controllo di quasi tutta la penisola, divenendo il primo monarca spagnolo, mentre l'impero romano scomparve. Questo monarca, di fede ariana,[1] impose anche al re svevo delle Asturie di convertirsi alla sua fede.
L'arianesimo spagnolo e la riconversione al Cattolicesimo
Nel325 unvescovo diCordova aveva fatto convocare dall'imperatoreCostantino I ilprimo concilioecumenico aNicea, per far condannare le ideesubordinazioniste (Cristo subordinato a Dio). Questo fatto indica che anche in terra iberica a quel tempo le idee ariane erano molto diffuse, molto prima dell'arrivo dei barbari.
La venuta in terra iberica deiVisigoti, pure loro ariani, contribuì ad affermare maggiormente l'arianesimo nella penisola. Pur essendo solo all'incirca il 5% della popolazione della penisola, imposero l'arianesimo come religione dello Stato. I riti venivano tenuti in lingua gota e l'arcivescovo ariano diToledo, capitale del reame goto, era pure ilprimate di Spagna.
Il clero cattolico si rifugiò nelle campagne. Sorsero degli edifici religiosi, eremi e monasteri in regioni discoste. In gran parte la popolazione ispano-romana rimase cattolica, la popolazione urbana diminuì e le città si chiusero su sé stesse.
Nell'ultimo quarto delVI secolo il re visigotoLeovigildo sposò Teodosia, sorella cattolica diIsidoro di Siviglia[2]. Il re cercò di riconciliare i visigoti e gli ispano-romani e si allineò alsimbolo di Nicea per quel che concerne lanatura del Cristo. Uno dei suoi figli sposò una delle nipoti cattoliche diClodoveo. Un altro figlio, Ricaredo, si convertì al cattolicesimo nel587 e abiurò ufficialmente l'arianesimo durante ilconcilio di Toledo nel589, coinvolgendo la regina, tutta la corte e tutti i vescovi visigoti eretici. L'arcivescovo di Toledo rimase primate di Spagna e laChiesa fu sostenuta dai sovrani. Questi nominavano i vescovi che, in cambio, esercitavano un controllo sull'amministrazione reale.
Ma i visigoti dovettero fronteggiare epidemie, carestie e incursionifranche. Tutto questo accompagnato da frequenti guerre fratricide per le successioni al trono. Un pretendente al trono di Toledo, Akhila, rifugiato aCeuta (Marocco), ebbe la sventurata idea di assicurarsi la vittoria sul suo nemicoRoderico[3] chiedendo l'aiuto delle truppe delMaghreb per cui, nel711,Tariq ibn Ziyad attraversò lo stretto che da allora è associato al suo nome[4].
I settemila uomini di Tariq non erano Arabi, maBerberi, il cui territorio nordafricano era appena stato occupato dagli Arabi che in tal modo se ne sbarazzarono per diminuire la loro resistenza. L'antagonismo esistente tra queste due etnie, che divennero i nuovi signori della Spagna, rese fragile il regno musulmano di Spagna sin dall'inizio. La folgorante conquista iniziale fu ottenuta in quanto la popolazione ispano-romana, che costituiva la grande maggioranza della popolazione iberica, semplicemente non si sentì coinvolta in questi eventi e li percepì solo come un cambiamento di padrone. In tre anni la penisola fu interamente occupata, ad eccezione della Cordigliera Cantabrica (futuroregno delle Asturie) all'estremo nord-ovest del paese, dove i rilievi montuosi raggiungono spesso i 2 000 metri, e perfino i 2 600 aiPicos de Europa, ostacolarono i tentativi d'occupazione. In questa regione ben presto si rifugiarono molti cristiani, provenienti in particolare daToledo. QuiPelagio si mise alla testa dei rivoltosi e incominciò una lotta di resistenza agli invasori, attaccando le loro fortezze.
Gli invasori si insediarono aCordova, con frequenti razzie nel sud della Francia. Nel722 fu inviata una spedizione nelle Asturie dovePelagio, con il suo esercito, li attirò nelle gole diCovadonga e li sconfisse. A seguito di questa vittoria, un piccolo gruppo di nobili visigoti ed asturiani, inizió a recuperare il territorio perso durante la conquista musulmana del 711, incorporando nella propria orbita le terre di nessuno fra i fiumi Eo e Duero, creando durante questo periodo un'arte propria, l'arte preromanica asturiana, che si estese in tutti i suoi possedimenti, fino all'attuale Galizia meridionale.
Mentre il regno delle Asturie si rafforzava e si popolava di rifugiati del sud della Spagna, i cattolici assoggettati all'islam si ritrovano sottoposti al pagamento di imposte fissate solo per loro, non avevano diritto di edificare nuovi edifici di culto e nuovi conventi. Anche in questa occasione molti furono quelli che si rifugiarono nelle campagne, mentre gli occupanti si concentravano nei grandi centri. Ancora una volta, eremi sorsero in zone appartate. I cristiani che vivevano in terra musulmana non potevano praticare la loro religione, se non dopo aver fatto atto di sottomissione a un signoreMoro.
Estensione del Regno delle Asturie, in giallo, nel790
Nel789 il reBernardo delle Asturie trasferì di nuovo la capitale a Oviedo; la città fu saccheggiata nel794, ma nonostante questa sconfitta, laReconquista incominciò.
QuandoCarlo Magno morì, nell'814, i «confini del suo impero coincidevano con la linea delle coste del continente europeo dalla foce dell'Elba aiPirenei» che a loro volta dividevano l'impero carolingio dal mondo islamico. Dopo la conquista della Spagna da parte degli Arabi, erano comunque rimaste dueenclave: «un piccolo numero di Visigoti si era infatti ritirato all'estrema periferia nord-occidentale della penisola dove aveva fondato il piccolo regno delle Asturie eGalizia. Il re di questo piccolo stato,Alfonso II il Casto aveva dimostrato la più profonda devozione per Carlo Magno e spesso gli aveva inviato ricchi doni».[5]
Nel905, Alfonso III, con colpo di Stato, depose il re diPamplona,Fortunato Garcés sostituendolo conSancho I Garcés. Col sostegno dei nobili galiziani conquistò il Nord delPortogallo. Alla sua morte, il regno asturiano occupava tutto il nord ovest peninsulare, daPorto adÁlava. Prima di morire divise il regno fra i suoi tre figli: a García, il figlio maggiore, andò il León, a Ordoño, il secondogenito, andò la Galizia e a Fruela, terzogenito, andarono le Asturie.
Nella divisione il regno più importante fu quello di León e quando Fruela II, nel 925, riunificò nuovamente i tre regni in un unico regno, trasferì la capitale a León, dando vita ad un nuovo regno: ilRegno di León.
La monarchia asturiana si trasformò nelX secolo nelRegno di León. Durante i secoli medievali, l'isolamento permesso dalla Cordigliera cantabrica e la scarsa vocazione alla navigazione degli abitanti del luogo fecero sì che le fonti storiche a nostra disposizione siano scarse. Dopo la rivolta del figlio diEnrico II di Trastámara, si stabilì ilprincipato.
NelXVI secolo il territorio raggiunse per la prima volta i 100 000 abitanti, raddoppiati grazie all'arrivo delmais americano nel secolo seguente.
Il 5 ottobre1934 si scatenò una rivolta (Rivoluzione delle Asturie) principalmente di minatori, contro l'entrata delCEDA nel governo.
Laguerra civile dette luogo alla divisione della regione in due schieramenti, dal 18 luglio al 20 ottobre1937. Dopo 20 anni si concluse la definitiva industrializzazione della regione.
Le Asturie possiedono un ricco patrimonio artistico caratterizzato: da una fasevisigotica, visibile soprattutto nei residuiarchitettonici, conservati grazie alla resistenza opposta in questa regione all'invasionearaba iniziata nel711 d.C.; dalla fase visigota derivò un'architettura autoctona (Arte asturiana), in qualche modo conclusiva del periodo artistico visigoto e comunque definibilepreromanica suddivisibile in tre periodi: il primo in corrispondenza con il regno diAlfonso II el Casto (791-842), di stile preromanicoalfonsino, rappresentato da monumenti comeSan Julián de los Prados aOviedo (840), realizzato grazie all'architetto Trioda, uno dei primi noti nell'ambito dell'architetturaeuropea.[6]
La chiesa risente dell'influenza visigota nella pianta, evidenziata nella ricerca di sintesi fra lo schemagreco a croce e quello basilicale, nelle duecappelle in testa e nella sala posta sopra l'abside, ma si distacca, invece, dall'architettura visigota per l'introduzione di un grande spazio trasversale che accoglie trenavate e termina con tre absidi, anziché una sola, caratterizzate dalla presenza diarcate cieche.
Il secondo periodo (842-850), chiamato "ramirense", è incentrato sulla figura diRamiro I.I suoi architetti sono da considerarsi tra i più creativi dell'Alto-Medioevo, e tra i monumenti più rappresentativi vi èSanta María del Naranco, nelle vicinanze diOviedo, originariamente concepita come palazzo reale, caratterizzata da una originale pianta rettangolare che presenta elementi risolutivi anticipanti ilgotico, quali lelogge coperte davolte a botte e ripartite in settecampate. Sia per ledecorazioni esterne, sia soprattutto per l'armonia all'interno fra gli elementi statici e quelli decorativi, il monumento è stato definito simbolo della "Rinascenza" austuriana. Nei pressi di questa chiesa vi è un altro monumento "ramirense" molto significativo,San Miguel de Lillo, chiesa della quale sono sopravvissute solo le due prime campate rispetto all'originale struttura a tre navate; l'insieme enumera molti elementi proto-gotici.[6]
Il terzo periodo, collocabile storicamente intorno alla fine delIX secolo e agli inizi delX secolo, evidenzia qualche elemento derivante dall'artemediorientale, come ad esempio il portico semichiuso della chiesa San Salvador de Valdedios e complessivamente attesta l'inizio di una generale decadenza.
L'arte romanica è molto presente poiché tutta la regione era attraversata da una dellerutas jacobeas (Cammino di Santiago, in cui si distinguono il monastero diSan Pedro de Villanueva (vicino aCangas de Onís) eSanta María del Junco (Ribadesella).
Il piatto più conosciuto delle Asturie è lafabada, potente stufato fatto con grossi fagioli bianchi (fabes), spalla di maiale (lacón), salsiccia nera disanguinaccio (morcilla), salsiccia piccante (chorizo) e pancetta (tocino).Oltre al piatto più famoso, per la relativa vicinanza di pascoli, oceano e monti, la gastronomia asturiana presenta pietanze particolari e molto apprezzate per ogni genere di piatto: una grande varietà di pesce fresco e frutti di mare, specialmente dalle parti diCudillero, ma anche la buona qualità della sua carne di manzo, vitello e bue.
Esistono più di 100 varietà diverse di squisiti formaggi artigianali, dei quali ilQueso de Cabrales è il più famoso. Se si preferisce un dolce, il più tradizionale è il riso col latte (arroz con leche) e lecasadiellas (sfogliatine ripiene di frutta secca come noci, mandorle o nocciole, previamente tritate, mescolate con zucchero e bagnate con un po' di liquore).
La bibita asturiana per eccellenza è ilsidro, localmente conosciuto comesidra. LaSidra asturiana viene servita in modo particolare, in grandi bicchieri di vetro sottile versando piccole quantità di sidra dalla bottiglia da posizione molto distante in alto (sopra la testa) nel bicchiere, posizionato alla vita, in modo da poter ottenere una maggior ossigenazione della bibita.
La musica e la danza sono varie e proprie della regione.Lo strumento più caratteristico è lagaita, la "cornamusa a tre canne", due sonore e una per soffiare, che viene utilizzata in numerose danze popolari.
Si tratta di una comunità montana e costiera che comprende numerose e conosciute zone naturalistiche (alcune di loro protette come parchi naturali o riserve); bisogna distinguere:
^Nel709 il baroneRoderico scatenò una guerra civile per usurpare il trono al reWitiza, l'anno seguente alla morte del sovrano, i nobili elessero re Roderico invece diAgila il figlio di Witiza. Questi, dopo un tentativo di insurrezione, si rifugiò nell'Africa del nord, da poco occupata dagli arabi e convertita all'Islam. Desideroso di vendetta, si alleò con gli arabi e nella primavera del711, con un piccolo esercito (circa 12 000 uomini, di cui 7 000 berberi) guidato dal generaleTariq ibn Ziyad, occupò dapprima la rocca diGibilterra e in seguito affrontò in varie scaramucce i Visigoti. Il 19 luglio vi fu la battaglia decisiva aGuadalete con la sconfitta dei Visigoti. Dopo la disfatta dell'esercito goto, con estrema facilità, gli arabi s'impossessarono di tutta la penisola iberica.