| AC Saluzzo Calcio | |
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| Granata,Salusse,Marchionali | |
| Segni distintivi | |
| Uniformi di gara | |
| Colori sociali | |
| Dati societari | |
| Città | Saluzzo |
| Nazione | |
| Confederazione | UEFA |
| Federazione | |
| Campionato | Serie D |
| Fondazione | 1901 |
| Rifondazione | 1922 |
| Rifondazione | 1937 |
| Presidente | |
| Allenatore | |
| Stadio | Amedeo Damiano (1.730 posti) |
| Sito web | www.saluzzocalcio.it |
| Palmarès | |
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L'Associazione Calcio Sportiva Dilettantistica Saluzzo, comunemente nota comeSaluzzo, è unasocietàcalcisticaitaliana con sede nel comune diSaluzzo, inprovincia di Cuneo.
Fondata nel 1901 come polisportiva, sotto il nome diUnione Ginnico Ricreativa Jolanda Margherita e successivamente evolutasi in club puramente calcistico, è stata rifondata nel1937 col nome della città d'appartenenza. Il suo maggior successo sportivo è costituito dalla partecipazione, subito dopo laseconda guerra mondiale, a tre edizioni dellaSerie C, con un nono posto quale piazzamento più prestigioso. Per gran parte della propria storia ha comunque militato nelle divisioni dilettantistiche piemontesi.
Milita inSerie D, la quarta divisione delcampionato italiano di calcio.
La storia sociale ha inizio il 15 settembre 1901 con la fondazione della polisportivaUnione Ginnico Ricreativa Jolanda Margherita, patrocinata e presieduta dal torinese Eugenio Mortarini, allora dirigente dell’Ufficio delle Entrate del comune di Saluzzo, che decise di intitolarla allafiglia primogenita di reVittorio Emanuele III e diElena del Montenegro, venuta alla luce proprio quell'anno. La prima partita del nuovo sport, a carattere puramente stracittadino, venne disputata il 25 agosto; quindi una settimana dopo la società organizzò un mini torneo cui prese parte anche laJuventus[1].
Nel1902 la selezione calcistica dell'UGR Jolanda Margherita, in casacca bianca, si mette in luce vincendo un torneo provinciale tra squadre cuneesi, successo bissato nel1911, anno in cui organizza altresì una prestigiosa amichevole contro l'Étoile-Sportive du Lac Leman di Ginevra. Qualche tempo arriva la prima fusione con la concittadinaSocietà Ciclo Sportiva Saluzzese, che comporta la ridenominazione inUnione Ginnico Sportiva: oltre che del "foot-ball", la società passa dunque a occuparsi anche di ciclismo, atletica leggera, polo, cricket e ginnastica[1].
Nel1912, a seguito di un periodo di crisi, l'UGS Jolanda Margherita cessa l'attività: i superstiti confluiscono perlopiù nellaSocietà Sportiva La Saluzzo. Segue un decennio in cui il calcio cittadino resta orfano di una società di riferimento, ché alla S.S. La Saluzzo si contrappongono laSocietà Sportiva Italia (che veste maglie granata), ilFootball Club Savoia[1] e, in un secondo momento, l'Aurora[2].
Lo scoppio dellaprima guerra mondiale non fa altro che deprimere il livello del movimento, che mostra segnali di ripresa nel1922, anno di fondazione delFoot Ball Club Ginnico, che in poco tempo, forte di un'organizzazione accurata, ha ragione della concorrenza concittadina, decidendo nel1926 di affiliarsi allaFIGC, esordendo inTerza Divisione[2]; un anno dopo, nel1927, la dirigenza della S.S. La Saluzzo trova un accordo per la fusione col Ginnico. Nel1929-1930 il Ginnico (che qualcuno giò inizia a chiamareFoot Ball Club Saluzzo), piazzatosi quarto nel proprio raggruppamento, ottiene il ripescaggio inSeconda Divisione; già nel1932 tuttavia insorgono problemi economici che obbligano a sospendere l'attività. La rinascita avviene nel 1937 con la fondazione dell'Associazione Calcio Saluzzo, che ottiene di potersi iscrivere in Prima Divisione, giocandovi poi stabilmente fino agli anni dellaseconda guerra mondiale. La pratica calcistica saluzzese prosegue anche in pieno conflitto, fino all'annata 1943-1944, nella quale la squadra riesce a vincere (con una rosa totalmente "autoctona") un improvvisato "campionato propaganda" tra società cuneesi.
Dopo la battuta d'arresto del 1944-1945, a guerra finita il Saluzzo viene inserito inSerie C, dalla quale retrocede nel1948; seguono quindi cinque stagioni tra Prima Divisione e Promozione, dopodiché nel1952-1953 i granata vincono il loro girone e accedono allaIV Serie, al termine di un testa a testa coll'Ivrea, decisosi solamente mediante uno spareggio disputato sul campo neutro delloStadio Filadelfia diTorino[3].
La categoria viene però persa già nel1955, dando inizio a un trentennio di anonimi campionati regionali e provinciali, con gestioni societarie prive di ambizione. Per avere un segno di ripresa occorre attendere glianni 1980, con l'avvento alla presidenza di Giorgio Pagliero e di Gianpiero Boretto alla direzione generale: nelle stagioni 82-83 e 83-84 il Saluzzo, guidato in panchina daSandro Damilano (meglio noto per la sua attività di tecnico dimarcia) ricomincia a lottare al vertice, mancando il salto nella lega superiore per pochi punti. L'obiettivo-promozione viene conseguito nella stagione 1985-1986, che vede il Saluzzo dominare il proprio girone grazie ai goal degli attaccanti Arioli e Origlia e al talento del futuro capitano Gigi Barale[3].
Nel 1989 un malore improvviso si porta via il presidente Pagliero: gli subentra, senza particolari problemi, Boretto. Nella seguente annata1990-1991 i granata vincono il loro girone di Promozione e salgono in Eccellenza, dopodiché nel1994-1995 riescono a tornare nella quarta serie (frattanto divenutaCampionato Nazionale Dilettanti), rimanendovi però soloun anno. Per farvi rientro occorre attendere sino alla stagione 2004-2005, quando con Vittorio Zaino allenatore (succeduto a Damilano) e Piero Calandri presidente (succeduto nel 2000 a Boretto), la squadra del Marchesato (divenutaassociazione sportiva dilettantistica) vince il girone B dell'Eccellenza piemontese[3].
I tre successivi anni diSerie D sono tribolati: nel primo (2005-2006) la salvezza arriva ai play-out, nel secondo (2006-2007) gli spareggi finiscono con una sconfitta, ma interviene il ripescaggio, nel terzo (2007-2008) arriva inappellabilmente la retrocessione. Frattanto nel 2006 la presidenza era passata a Gigi Barale[3].
La crisi prosegue inizialmente anche nella stagione 2008-2009: dopo 14 giornate il Saluzzo è penultimo nella classifica del girone B di Eccellenza piemontese, con soli quattro punti frutto di altrettanti pareggi. Dopo un primo infruttuoso cambio in panchina tra Sandro Damilano e Giacomo Dogliani, si decide di ingaggiare Antonio Caridi come giocatore-allenatore; insieme a lui il "mercato di riparazione" porta in granata il portiere Nebiolo dall'Ivrea, Scoglio dal Don Bosco Nichelino, Masante dal Cambiano, Simonetti dal Carmagnola, Muctar dal Busca, Marchetti dal Cuneo e Demaria dall'Albese. Con l'apporto dei nuovi innesti il Saluzzo ingrana un "ritmo promozione" e chiude il campionato con 30 punti; il successivo confronto ai play-out contro il Chisola si risolve in una vittoria per 0-2 all'andata e un pareggio per 2-2 al ritorno, che consegna la salvezza ai marchionali[3].
Negli anni seguenti il Saluzzo, di nuovo guidato dal presidente Boretto, riesce a stabilizzarsi in Eccellenza: fatta salva lastagione 2012-2013 (con la salvezza ottenuta ai play-out), i granata mantengono la categoria senza particolari problemi. Dal 2015-2016 riescono quindi a riproporsi tra le squadre di vertice e nelle stagioni2016-2017 e2017-2018 si qualificano ai play-off promozione[3].
Dopo una stagione2018-2019 nuovamente sottotono, nel2019-2020 il Saluzzo ingaggia un duello al vertice colDerthona: il campionato viene sospeso nel mese di febbraio a causa dello scoppio dellapandemia di COVID-19 del 2020 in Italia, quando le due squadre si trovano appaiate in vetta alla classifica, coi tortonesi avvantaggiati dalla vittoria nello scontro diretto. Il 21 giugno 2020 laFIGC decide infine di dichiarare ambedue le contendenti vincitriciex aequo del girone, consentendo così ai granata di fare ritorno inSerie D[4].
Dopo aver ottenuto una risicata salvezza nel 2020-2021, l'anno seguente il Saluzzo non riesce a ingranare e trascorre il campionato nelle retrovie, discendendo in Eccellenza. Dopo un altro biennio, nella stagione 2023-2024 i granata primeggiano nel loro raggruppamento e riescono a far rientro nella massima divisione dilettantistica.
| Cronistoria dell'Associazione Calcio Sportiva Dilettantistica Saluzzo |
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Dal 1901 per quasi quarant'anni le squadre calcistiche saluzzesi hanno giocato in completo bianco: l'introduzione della tintagranata si deve, neglianni 1910 alla S.S. Italia[1][7].
Nel1937, all'atto della rifondazione, l'A.C. Saluzzo decide di adottare tale colore per le proprie maglie, tipicamente abbinate a pantaloncinibianchi e calzettoni egualmente granata oppure neri[7]. Il bianco è pertanto passato ad essere la tinta connotante le divise esterne[8].
Altro colore associabile al club è ilceleste, mutuato dallostemma araldico cittadino (troncato di azzurro e d'argento alla lettera gotica S d'oro attraversante): non di rado esso è apparso come finitura delle maglie da gioco[9], se non finanche come tinta dominante per le casacche di cortesia[10].

Il calcio saluzzese si è riconosciuto, per gran parte della propria storia, nel già menzionato stemma araldico della città (a sua volta derivato da quello deimarchesi di Saluzzo): già nei primianni 1940 i giocatori del Saluzzo portano lo scudetto civico ricamato sulle loro divise da gioco[3]. L'uso di tale simbolo si riverbera altresì nel soprannome dimarchionali attribuito ai giocatori della squadra, che appunto rappresenta l'antico capoluogo delmarchesato.
Neglianni 1950 è invece segnalato l'uso quale simbolo di un monogramma contenente le lettereACS, acronimo della ragione sociale.
Dai tardianni 2000 lo stemma sociale è declinato in unoscudo francese moderno granata bordato di bianco, recante all'interno una copia araldicamente non conforme dello stemma di Saluzzo (tutto declinato in bianco-celeste - mancano le parti in oro e la troncatura inferiore è granata anziché argentea) sormontata dalla dicituraA.C. SALUZZO e con nella cuspida bassa l'anno di fondazione dell'originario clubJolanda Margherita, il tutto a caratteri tipografici bianchi.
Data la sua parabola storica, sviluppatasi perlopiù nelle divisioni dilettantistiche piemontesi, nonché la vicinanza a club più seguiti, come laJuventus o ilTorino, il seguito di tifosi del Saluzzo è sempre stato numericamente contenuto, in relazione anche alle dimensioni del proprio impianto, struttura incapace di ospitare un ingente numero di spettatori.
Sebbene per motivi dicampanilismo vengano talora qualificate comederby le partite contro le maggiori squadre comprovinciali, ovveroCuneo,Fossano,Bra,Albese eSaviglianese, e contro quelle di altre zone del Piemonte, qualiPinerolo oAsti, al Saluzzo non è associato alcun movimento di tifoseria organizzata.
Neglianni 1930 venne costruito, presso l'allora piazza d'Armi, il campo sportivo Andrea Willy Burgo, intitolato alla memoria del figlio dell'imprenditore (e presidente onorario del Saluzzo)Luigi Burgo, morto nel1925 a soli 25 anni in un incidente stradale[11].
Il "Willy Burgo" (così era comunemente denominato) era dotato di una tribunetta coperta "all'inglese", di una dirimpettaia gradinata "popolari" scoperta, di campi accessori datennis e "pallalcesto" e di una pista diatletica leggera (poi rimossa), rimase stabilmente in uso fino al1974[11], anno in cui il comune di Saluzzo cedette il terreno a privati nel tentativo di racimolare i soldi per costruire un nuovo e più ampio centro sportivo[12]. Il tentativo si rivelò però infruttuoso e non si riuscirono ad espropriare i terreni necessari alla costruzione della nuova infrastruttura, sicché per diversi anni a seguire il Saluzzo e le altre società calcistiche cittadine dovettero giocare in affitto sui campi dei comuni limitrofi (segnatamenteBusca,Scarnafigi eManta)[13].
Occorse attendere il1978 perché in via della Croce, nella periferia nord-occidentale, venisse costruito e omologato un nuovo campo da gioco regolamentare[13], che nel1992 verrà intitolato a Michele Giordanengo[14], giocatore, allenatore e poi direttore sportivo granata, morto in un incidente stradale nel1991[15]. Il vecchio campo Burgo fu pertanto demolito, preservando solo la monumentale cancellata d'ingresso: il terreno fu lottizzato[11] e destinato in parte all'edilizia residenziale, in parte alla realizzazione di un complesso di campi da tennis e bocciodromi indoor e outdoor.
Dal canto suo il campo Giordanengo si rivelò una soluzione temporanea, strutturalmente carente e non implementabile per la presenza intorno di edifici residenziali. Nel 1991, poco distante, venne quindi avviata la costruzione di un vero centro sportivo, poi intitolato alla memoria del medico Amedeo Damiano, presidente dell’USL 63 di Saluzzo ucciso nel1987 in un agguato di probabile matricemafiosa[16]. Al nuovo stadio principale, dal campo inerba naturale misurante 105 x 69 m, circondato da una pista diatletica leggera e dotato di una piccola tribuna semi-coperta sul lato occidentale (la capienza è di 1730 posti[17]), si affiancano pertanto altri due terreni erbosi regolamentari (uno dei quali è il "vecchio" Giordanengo), uno minore in erba sintetica e una palestra.
Le selezioni societarie del Saluzzo sostengono le sedute di allenamento presso il suddetto stadio Amedeo Damiano e nelle relative infrastrutture accessorie, nonché ai campi sportivi Sant'Agostino (poco distante dallo stadio) e Andrea Martino (già "Arcobaleno") di via Pietro Marchisio[18][19].
In carica al 28 agosto 2020[20]
Le giovanili del Saluzzo si articolano per la parte agonistica in una squadrajuniores e due selezioni a testa per le categorieallievi egiovanissimi[21]. Le attività di base constano di due squadreesordienti, duepulcini, due primi calci e una piccoli amici[22]. Il vivaio granata, in oltre un secolo di storia, ha prodotto diversi calciatori poi passati al professionismo, quale ad esempioClaudio Morra.
Dal2020, in ottemperanza alle disposizioni dellaFIGC per l'incremento del calcio femminile, il Saluzzo ha istituito una sezione di vivaio dedicata alle calciatrici, cooperando a livello di prima squadra con la concittadinaSporting Club Musiello[23].
Di seguito la cronologia di sponsor e fornitori ufficiali del Saluzzo:
Sponsor di maglia
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Allenatori
| Presidenti[35] |