Dopo il sacco della città la maggior parte dei territori fu divisa tra i crociati. Alcuni uomini di spicco bizantini stabilirono anche una serie di piccolistati superstiti, tra cui l'Impero di Nicea e ilDespotato d'Epiro, che alla fine avrebbero riconquistato Costantinopoli nel1261. Tuttavia, l'Impero ricostituito non riuscì mai a raggiungere nuovamente la sua precedente forza militare ed economica e fu definitivamente annesso dall'Impero ottomano nel1453.
Il sacco di Costantinopoli è considerato una svolta importante nellastoria medievale. La decisione dei crociati di attaccare la più grande città cristiana del mondo fu senza precedenti e molto controversa. Le notizie di saccheggi e brutalità dei crociati scandalizzarono e inorridirono il mondo ortodosso; le relazioni tra lachiesa cattolica e quellaortodossa furono irrimediabilmente compromesse per gran parte dei secoli successivi e non sarebbero state sostanzialmente riparate fino ai tempi moderni. Inoltre, il sacco di Costantinopoli ebbe come conseguenza la recisione definitiva degli ultimi legami diVenezia con l'Impero Bizantino, la quale a seguito di questi avvenimenti divenne formalmente uno stato totalmente indipendente.
Alessio IV Angelo, salito al trono deibasileis insieme al padreIsacco II Angelo grazie all'aiuto militare dei crociati con l'assedio di Costantinopoli (1203), doveva aiveneziani e crociati il pagamento promesso per l'aiuto ricevuto. Tuttavia l'usurpatoreAlessio III Angelo, quando si era reso conto cheCostantinopoli era perduta, riuscì a scappare inGrecia con la maggior parte del tesoro imperiale. Alessio IV, non avendo più il denaro per aiutare i crociati, fu costretto a sottoporre la popolazione bizantina ad una fortissima tassazione. Nel frattempo i crociati, spazientitisi per il ritardo nel pagamento, iniziarono a saccheggiare i pressi di Costantinopoli, dando così inizio a scontri con la popolazione bizantina; era chiaro oramai che Alessio IV aveva perso il controllo della situazione.
Roberto de Clari, nel suo resoconto, chiarisce in modo inequivocabile il punto a cui erano giunti i rapporti tra i crociati e Alessio. Il dogeDandolo, prima che i crociati gli si scagliassero contro, avvertì il nuovobasileus di stare "attento che noi ti abbiamo tratto da grave prigionia: noi ti abbiamo fatto signore e incoronato imperatore" (…) "ti abbiamo cavato dalla merda e nella merda ti ributteremo" (…) "e io ti sfido, e sappi che ti procurerò tanto male quanto potrò, da oggi in avanti".[1]
Nella capitale bizantina iniziò a tirare aria di cospirazione e di questa situazione approfittò ilprotovestiarioAlessio V Ducas, dettoMurzuflo, un potente nobile bizantino proveniente dalla famiglia imperiale deiDucas. Alessio Murzuflo si adoperò per ottenere l'appoggio della nobiltà bizantina nella salita al trono, poi, l'8 febbraio1204 irruppe nel palazzo imperiale avvisando Alessio IV del divampare di una rivolta. Questi si fece convincere ad uscire dal palazzo dove i sicari lo aspettavano per assassinarlo.
Anche Isacco II, il co-imperatore, morì durante la notte, a seguito di cause misteriose, probabilmente assassinato, ma non si esclude che sia morto, per ironia della sorte, di morte naturale. Alessio Murzuflo raggiunse quindi laBasilica di Santa Sofia e si fece incoronare dalpatriarcaGiovanni X Camateroimperatore bizantino, col nome di Alessio V Ducas.
Alessio V sparse la voce che il predecessore fosse morto soffocato nella notte e lo fece seppellire con tutti gli onori destinati a unbasileus, fingendo addirittura di piangerlo.
Il lutto del nuovo regnante non convinse però i principali sostenitori dei precedenti imperatori, ovvero le armate dellaquarta crociata e la flotta dellaRepubblica di Venezia, che si trovavano aCostantinopoli su richiesta dei due Angelo, dopo aver permesso ad Alessio IV di conquistare il potere scacciando suo zioAlessio III.
La popolazione di Costantinopoli non appoggiò subito il nuovo sovrano, infatti venne acclamato imperatoreNicola Canabo a minaccia della sua stessa vita se si fosse rifiutato di accettare la carica, ma, per togliere di mezzo l'usurpatore, Alessio V non esitò a inviare le sueguardie variaghe e a gettarlo in prigione.
I latini, dal canto loro, sospettando a ragione che Alessio V fosse il responsabile della morte di Alessio IV, lo accusarono di avere usurpato il trono. In risposta, Alessio V chiuse i negoziati con i crociati e con la Repubblica di Venezia, rifiutandosi di rispettare le promesse di aiuti e finanziamenti alla spedizione che il suo predecessore aveva fatto ai capi della crociata per ottenerne l'appoggio e conquistare il trono.
Il nuovo sovrano fece rinforzare le mura e alzare la guardia sullemura Teodosiane. Queste misure, insieme alle posizioni assunte nei confronti dei latini da Alessio, che era inoltre contrario alla riunificazione tra la chiesa ortodossa e quella cattolica promessa nei precedenti accordi e considerava i crociati nemici dell'Impero, gli fecero in breve guadagnare credito tra i suoi sudditi.
Dopo questi avvenimenti, i capi latini, tra cui si distinse per determinazione soprattutto l'anziano doge di Venezia, Enrico Dandolo, pianificarono la conquista della città e la spartizione dell'impero. Scoppiò la guerra: lo scontro più importante fu quello traEnrico di Fiandra e Alessio V. Enrico aveva armato un esercito per razziareFilea, sulMar Nero; mentre i crociati tornavano all'accampamento, lungo la strada furono attaccati in un'imboscata da Alessio V: la retroguardia comandata direttamente da Enrico fu presa di sorpresa. Fu una battaglia aspra il cui esito fu tuttavia una sconfitta per i bizantini, che oltre a essere battuti persero anche il vessillo imperiale ed un'icona d'oro della Vergine portata sempre in battaglia come protezione; l'icona, che era arricchita da pietre preziose incastonate, fu portata aCiteaux.
Al ritorno, Alessio annunciò ai suoi sudditi la vittoria, e a coloro i quali gli domandavano dove fosse l'icona e il vessillo, rispose che erano stati messi al sicuro. Quando queste voci giunsero al campo dei crociati, questi caricarono il vessillo e l'icona su una nave veneziana, issandoli in modo che gli abitanti di Costantinopoli potessero vederli e sapere della menzogna del loro imperatore.
L'entrata dei crociati a Costantinopoli in un'incisione diGustave Doré.
Il primo attacco dei crociati venne sferrato il 9 aprile 1204, ma fu respinto e procurò solo forti perdite. Il 12 aprile venne compiuto un nuovo tentativo e questa volta i veneziani ricorsero ad uno stratagemma. Avevano unito con delle funi le navi da trasporto più grandi, in modo che si sostenessero a vicenda durante l'assalto alle torri. A causa del rafforzarsi del vento proveniente da nord, ilbeccheggio di una delle navi spinse a tal punto in avanti l'albero maestro o ilcastello di prua, che il veneziano Piero Alberti, che si trovava su un "ponte volante" costruito su delle piattaforme, saltò sulle mura di una torre nemica, ma fu subito ucciso. Assieme a lui c'era un francese, André Dureboise, che riuscì a piantare una fune intorno ai merli della torre, permettendo ad altri veneziani e crociati di calarsi dall'alto e occupare le mura. Poco tempo dopo le porte della città vennero aperte dagli attaccanti penetrati all'interno e per Costantinopoli non ci fu più scampo.[2]
Alessio V s'era rifugiato con alcune truppe nel suo palazzo imperiale. Nella notte, forse perché temevano un attacco di sorpresa, alcuni crociati tedeschi appiccarono il fuoco a delle case e nuovamente l'incendio divampò in città. Vista l'impossibile situazione, Alessio V si dette alla fuga. Durante quella notte dove regnava il caos a Costantinopoli, visto che l'imperatore era scappato, fu eletto imperatoreCostantino XI Lascaris, che ordinò una sortita contro i crociati, guidata dal fratello del nuovo imperatore, ilgenerale bizantinoTeodoro I Lascaris (futuroimperatore di Nicea) non ebbe successo alcuno.[3] Il giorno dopo ebbe inizio il grande saccheggio che, come tramandano i cronisti, non aveva avuto simile in tutta la storia dell'umanità. La violenza dei crociati, che non risparmiarono neppure i bambini, era dovuta anche al terribileMassacro dei Latini del1182, quando erano stati eliminati quasi tutti i60000 abitanti latini di Costantinopoli, donne e bambini compresi. I4000 superstiti furono venduti ai turchi come schiavi[4]. Mentre Bonifacio di Monserrat occupava il palazzo imperiale che, secondo il sopracitato Roberto de Clari, aveva ben 500 stanze tutte riccamente addobbate e ben trenta cappelle, gli scatenati crociati entravano nelle case ed asportavano qualsiasi cosa di valore che avessero trovato, dopo aver ucciso chiunque si trovasse dentro. Tutte le chiese vennero spogliate dei vasi sacri, delle immagini, dei candelabri e quanto non si poteva asportare veniva semplicemente distrutto.
Anche laBasilica di S. Sofia venne completamente saccheggiata, l'altare venne spezzato, gli arazzi fatti a pezzi.Niceta Coniata, cronista dell'epoca e testimone oculare, tramanda che una prostituta, seduta sul trono delpatriarca, cantava strofe oscene e poi si mise a ballare.[5] Mentre i veneziani si concentravano su quelle cose che avevano un grande valore, i francesi arraffavano tutto quello che luccicava e si fermavano solo per ammazzare e violentare. Le cantine vennero depredate e la città era piena di soldataglia avvinazzata che trucidava chiunque trovasse lungo il cammino. Cittadini venivano torturati perché rivelassero dove avevano nascosto i loro valori. I conventi vennero presi d'assalto, le monache stuprate. Le donne venivano violentate e subito dopo uccise, e i bambini giacevano in pozze di sangue per le strade, nudi, già morti o morenti. L'inferno durò per tre giorni interi.[6]
Infine i comandanti degli assalitori intervennero, dettero ordine di cessare il saccheggio (tanto ben poco era rimasto da depredare) ed ordinarono che qualsiasi bottino doveva essere portato in tre chiese e sorvegliato da fidati crociati e veneziani. Questo perché il contratto prevedeva la spartizione dei beni saccheggiati: tre ottavi ai veneziani, tre ottavi ai crociati; il restante quarto era destinato al futuro imperatore. Fra l'altro i veneziani portarono a casa iquattro cavalli di bronzo - un tempo situati a Roma su un arco trionfale e poi trasportati nell'Ippodromo[2] - che ornano (attualmente in copia, gli originali sono conservati all'interno) labasilica di San Marco, l'icona dellaMadonna Nicopeia e molte preziose reliquie che ancora sono serbate neltesoro di San Marco. I4000 sopravvissuti erano principalmente donne, che vennero consegnate nude ai Turchi, e bambini poi venduti come schiavi. Così ebbe fine la quarta crociata che istituita con l'intenzione di combattere i saraceni, aggredì e saccheggiò unicamente paesi cristiani.
Terminata la strage ed il saccheggio si venne alla spartizione del bottino che alcuni storici calcolano di circa900000 marche imperiali d'argento, oggi equivalente a molte centinaia di milioni diEuro. Il calcolo è però difficile perché molti degli oggetti artistici depredati hanno un valore incalcolabile. Poi si passò all'elezione dell'imperatore latino. Bonifacio del Monferrato sperava sempre di essere eletto ma trovò la forte opposizione dei veneziani. Infine crociati e veneziani furono d'accordo nell'eleggere il conteBaldovino IX di Fiandra che prese possesso del trono di Costantinopoli. Parte del regno però andò a Venezia, secondo quanto previsto dal contratto.
Per ampliare la propria potenza marittima Venezia reclamò ed ottenne la costa occidentale dellaGrecia, tutto ilPeloponneso (Morea),Nasso,Andro,Negroponte (oggi Eubea),Gallipoli (Turchia),Adrianopoli e i porti dellaTracia sulMar di Marmara. Da allora il Doge assunse il titolo diDominus quartae partis et dimidiae totius Imperii Romaniae, cioè Signore di un quarto e mezzo dell'Impero Romano d'Oriente, che i dogi continueranno a portare fino al 1356 (secondo Zorzi, qualcuno notò che il doge era "più imperatore dello stesso imperatore", poiché quest'ultimo regnava solo su un quarto dell'Impero).[7] I veneziani pretesero anche tre ottavi della città di Costantinopoli ed occuparono il quartiere dove è oggi ubicata l'Hagia Sophia, ex Basilica di Santa Sofia. A ricoprire la carica di patriarca venne nominato il nobile venezianoTommaso Morosini.[8] Baldovino fu incoronato in pompa magna il 16 maggio1204 nella Basilica di Santa Sofia.
Alla notizia degli orrori compiuti e della barbarie dimostrata dai crociatiInnocenzo III rimase esterrefatto. Inorridito scrisse lettere a Costantinopoli deplorando e condannando che, senza il suo sapere, Stato e Chiesa erano stati divisi; ma ciò non cambiò la situazione. Il suo dispiacere crebbe ancora quando venne a sapere che il suo proprio legato,Pietro di San Marcello, aveva svincolato i crociati dalla promessa di liberare Gerusalemme. La crociata da lui predicata ed indetta si era tramutata in guerra contro stati cristiani. Le atrocità commesse dai crociati durante il saccheggio di Costantinopoli non contribuirono certamente a migliorare i già difficili rapporti fra lachiesa ortodossa e quellacattolica di Roma, già di fatto separate a seguito delGrande Scisma del1054.
Il 4 maggio2001Giovanni Paolo II porse le sue scuse all'arcivescovo ortodosso di AteneChristódoulos e ai vescovi della Grecia per i peccati commessi dai crociati in occasione della Quarta crociata, che nel 1204 si mosse contro Costantinopoli anziché verso laTerra santa.[9]