Il terminearte tibetana fa riferimento all'arte delTibet e di altri regni dell'Himalaya, presenti e passati (ilBhutan, ilLadakh, ilNepal ed ilSikkim).L'arte tibetana è prima di tutto una forma d'arte sacra, il che rivela l'influenza preponderante delBuddhismo tibetano su queste culture.
L'arte del Tibet può essere studiata dal punto di vista delle influenze che l'hanno alimentata nel corso dei secoli.
Le conquiste diAlessandro Magno importarono influenze artistiche greche nell'India delIV secolo a.C. La tecnicastatuaria greca, influenzando i centri buddhisti degli attualiAfghanistan ePakistan, condusse ad una nuova sintesi greco-buddhista. Mentre la rappresentazione statuaria diBuddha non era fino ad allora standardizzata, i modelli greci ispirarono la creazione per i templi di statue di Buddha sia dibronzo che dipietra.
Nel momento in cui ilBuddhismo Mahâyâna emerse come scuola separata, nel IV secolo a.C., si accentuò il ruolo deibodhisattva, esseri compassionevoli che rinunciano al proprio accesso alnirvāna per aiutare gli altri. Fin da tempi antichi, numerosi bodhisattva erano oggetto della statuaria. IlBuddhismo tibetano, in quanto discendente del Buddhismo Mahâyâna, ereditò questa tradizione. Un esempio di bodhisattva comunemente rappresentato nell'arte tibetana è la divinitàTchenrézi (Avalokitesvara), della scuola di BuddhismoGelugpa, che prende spesso i tratti di un santo dalle mille braccia, con un occhio in mezzo ad ogni mano, simboleggiando un personaggio compassionevole che vede tutto e ascolta le richieste degli uomini.
In maniera più specifica, il Buddhismo tibetano è un sottotipo del Buddhismo tantrico, ugualmente conosciuto sotto il nome diBuddhismo Vajrayâna, secondo il motivo corrente delvajra, il "diamante - Folgore" (dorje intibetano).Uno degli aspetti sorprendenti del Buddhismo tantrico è la rappresentazione corrente di divinità corrucciate, che mostrano spesso visi in collera e portano corone di fiamme o di teschi. Queste immagini rappresentano in realtà i Protettori (dharmapala insanscrito) il cui portamento terribile si oppone ad una natura realmente compassionevole. In realtà, il loro sdegno è un segno della loro dedizione alla protezione dell'insegnamentodharma e delle pratiche tantriche specifiche in uso nelmonastero, al fine di difenderle contro ogni corruzione.
Lareligione sciamanica indigena dell'Himalaya, conosciuta sotto il nome diBön, dà all'arte tibetana un pantheon di divinità tutelari locali. Nei templi tibetani (conosciuti sotto il nome dilhakhang), le statue diBuddha o diPadmasambhava sono frequentemente accoppiate a statue della divinità tutelare del distretto, che appare spesso adirata o cupa. Questi dei negativi un tempo causarono torti e inflissero malattie alla popolazione locale. Ma dopo l'arrivo di Padmasambhava, queste forze negative furono assoggettate e sono ormai al servizio di Buddha.
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