L'arte italica è l'arte prodotta dai varipopoli italici nel periodoprotostorico, tra la primaetà del ferro (IX-VIII secolo a.C.) e il completo dominio diRoma sullapenisola italiana (inizio delI secolo a.C.)[1].
Per la produzione artistica anteriore si parla diarte preistorica in Italia, per quella successiva diarte romana, per la quale gli influssi provenienti dalla tradizione artistica italica divengono una delle componenti.
Tecnicamente, conpopoli italici si intendono queipopoli indoeuropei parlanti lelingue italiche, attestati nel centro-sud della penisola dal IX secolo a.C. in poi. Tuttavia, è pure possibile parlare di "popoli dell'Italia antica", includendovi cosìtutte le varie popolazioni presenti all'epoca nella penisola. Alla luce di ciò, appare evidente come la definizione stessa di "arte italica" varierà in base a quale tra queste due posizioni scegliere.
Solitamente si considera parte dell'arte greca l'espressione artistica dellecolonie greche diMagna Grecia eSicilia greca. Più sfumata la posizione sulla produzione deglietruschi: si parla generalmente diarte etrusca, considerata o una parte (rilevante) dell'arte italica o una tradizione a sé; posizione simile quella sull'arte romana, la quale - in maniera del tutto analoga al processo politico realizzato da Roma - riuscì gradualmente, in un lungo processo concluso solo nel I secolo a.C., a compiere la prima unificazione di tutti i popoli della penisola.
In linea di massima i popoli italici mantennero sempre una tendenza ad un'espressione artistica meno formalizzata, più vivace e spontanea rispetto all'arte greca, con cui pure ebbero contatti. Questa espressività "incolta" rimase più chiaramente avvertibile in particolare nelle popolazioni abitanti in aspre zone montane, più lontane dal contatto greco, come ipiceni o isanniti.
L'arte italica ha origine secoli prima del IX secolo a.C., quando ci furono i primi scambi commerciali nel sud Italia: gli esempi più chiari sono i dolmen e i menhir delSalento, insieme ai graffiti nelle grotte delGargano. Le città italiche assimilarono lentamente la cultura ellenistica greca, insieme a quella romana. Le popolazioni che meglio svilupparono un'arte propria, sempre sotto l'influenza dei coloni della Grecia, a partire dall'VIII secolo a.C., furono glietruschi e idauni diPuglia, seguiti dai campani diCapua. L'arte spaziò dall'architettura monumentale dei templi, come nel miglior esempio nell'area sacra diPaestum, all'uso della ceramica, della terracotta e del bronzo per sculture minori di monumenti funebri, di vasi e di statuette votive.
L'arte italica, sviluppatasi nell'VIII secolo a.C., si fuse con quella diRoma nelI secolo a.C. dopo le campagne di conquista dell'Urbe delIII secolo a.C., partendo daTaranto,Sicilia durante leguerre puniche, e infine durante leguerre sannitiche e laguerra sociale nel I secolo a.C.; i primi contatti, al livello architettonico, erano comparsi nel III secolo a.C. A seguito della completa assimilazione politica del territorio italico a Roma, l'arte di tali popolazioni scomparve gradualmente come tradizione autonoma.
Segue una breve rassegna sulla produzione artistica dei varipopoli italici; il criterio adottato è puramente geografico, proseguendo dal nord al sud della penisola.
La popolazione deipiceni era stanziata sulle coste delMare Adriatico (nelPiceno, attualiMarche meridionali).
Di essa ci è pervenuta l'opera più monumentale dell'arte italica, ilguerriero di Capestrano, alto 223 cm e databile alVI secolo a.C. La statuacalcarea, sorretta da due evidenti puntelli laterali, decorati da due lance incise, raffigura un guerriero a dimensione maggiore del normale, con gioielli ed armi da parata. Si tratta probabilmente della rappresentazione di un defunto, posta come segnacolo per una tomba.
L'anatomia della figura umana non è definita come neikouroi greci, ma è più approssimativa, mentre molta più cura è stata dispensata nel raffigurare i dettagli come le armi, che sottolineano il rango e l'importanza del personaggio.
Nell'Apulia (sostanzialmente corrispondente all'attualePuglia) risultavano stanziati, da nord a sud, le popolazioni didauni,peucezi emessapi, organizzate in centri urbani dai vivi rapporti con le città elleniche sulla sponda opposta dell'Adriatico.
Tra le produzioni più significative di queste popolazioni ci sono lestele funerarie, come quelle trovate aSiponto. Scolpite in calcare locale nel VII secolo a.C., riportano varie decorazioni a graffito, che rappresentano il defunto con immagini poco naturalistiche, incorniciate da motivi geometrici.
Tra i reperti più significativi spiccano, oltre la ceramica subgeometrica, tipica di questa civiltà, senz'altro le famosestele daunie, lastre funebri antropomorfe scolpite dell'VIII-VI secolo a.C., trovate nella piana sud diSiponto, adArpi,Herdonia e negli altri maggiori centri dauni dal Gargano al Subappennino, e oggi conservate per lo più nelmuseo archeologico nazionale di Manfredonia. Rappresentano i defunti, fortemente stilizzati ed erano infisse verticalmente nel terreno, in corrispondenza delle sepolture di coloro che raffiguravano. Tra i simboli scolpiti sulle stele ricorre significativamente ilsimbolo del sole nascente (associato erroneamente alla svastica) e ilfiore della vita.[2] e molti "circoli concentrici" che altro non sono che "segni d'acqua" (rappresentazione del sasso nello stagno!) sulle stele raffigurati quali simboli beneauguranti di rinascita.
Tra gli altri reperti di rilievo è doveroso citare anche ilTrapezophoros diAscoli Satriano, una famosa scultura senza precedenti analoghi, in marmo policromo, raffigurante due grifoni che sbranano una cerva, esposta anche presso il Padiglione Italia durante l'Expo 2015.[3]
Riguardo alla pittura italica, il sito più ricco di opere conservate è l'area diPaestum. Tra le opere esposte alMuseo archeologico nazionale di Paestum, un affresco raffigurante una scena dellabattaglia delle Forche Caudine combattuta durante laseconda guerra sannitica datato attorno al 320 a.C. richiama lo stile ellenistico pur mantenendo caratteristiche artistiche locali proprie. L'opera fu commissionata dai governanti della città lucana, alleata deiSanniti all'epoca della battaglia, per commemorare la vittoria sannitica. Lo stile è conforme a quello ellenistico dellaGrecia antica e vi sono analogie in tale dipinto con le opere diEfranore, artista greco che dipinse labattaglia di Mantinea nel 362 a.C.
Tracce dell'arte degliEtruschi, popolo stanziato nel territorio chiamatoEtruria, si possono ritrovare nel triangolo compreso tra l'Arno a nord, ilTevere a sud e ilMar Tirreno a ovest, con propaggini anche nel nord e sud Italia (rispettivamenteEtruria padana edEtruria campana). L'arte etrusca si distingue tra il IX secolo a.C. e il I secolo a.C. circa (l'epoca diSilla eOttaviano) rispetto a quella delle civiltà italiche di epoca preromana.[5] Tale distinzione si affievolisce in modo progressivo a partire dal III secolo a.C. quando, insieme ai contributi provenienti da altre civiltà della penisola, la produzione etrusca confluisce nell'arte detta medio italica, fondamento sul quale andrà a costituirsi l'arte romana.[6]