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Arnaldo Forlani

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Arnaldo Forlani
Arnaldo Forlani nel1983

Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana
Durata mandato18 ottobre 1980 –
28 giugno 1981
Capo di StatoSandro Pertini
PredecessoreFrancesco Cossiga
SuccessoreGiovanni Spadolini

Vicepresidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana
Durata mandato4 agosto 1983 –
18 aprile 1987
Capo del governoBettino Craxi
PredecessoreUgo La Malfa
SuccessoreGiuliano Amato

Segretario della Democrazia Cristiana
Durata mandato9 novembre 1969 –
18 giugno 1973
PresidenteBenigno Zaccagnini
PredecessoreFlaminio Piccoli
SuccessoreAmintore Fanfani

Durata mandato22 febbraio 1989 –
12 ottobre 1992
PresidenteCiriaco De Mita
PredecessoreCiriaco De Mita
SuccessoreMino Martinazzoli

Presidente della Democrazia Cristiana
Durata mandato1980 –
1982
PredecessoreFlaminio Piccoli
SuccessoreFlaminio Piccoli

Durata mandato1986 –
1989
PredecessoreFlaminio Piccoli
SuccessoreCiriaco De Mita

Ministro degli affari esteri
Durata mandato29 luglio 1976 –
4 agosto 1979
Capo del governoGiulio Andreotti
PredecessoreMariano Rumor
SuccessoreFranco Malfatti

Ministro della difesa
Durata mandato23 novembre 1974 –
29 luglio 1976
Capo del governoAldo Moro
PredecessoreGiulio Andreotti
SuccessoreVito Lattanzio

Ministro delle partecipazioni statali
Durata mandato6 agosto 1969 –
28 marzo 1970
Capo del governoMariano Rumor
PredecessoreGiorgio Bo
SuccessoreFranco Maria Malfatti

Ministro senza portafoglio
con delega per i rapporti con l'ONU
Durata mandato12 dicembre 1968 –
5 agosto 1969
Capo del governoMariano Rumor

Deputato della Repubblica Italiana
Durata mandato12 giugno 1958 –
14 aprile 1994
LegislaturaIII, IV, V, VI, VII, VIII, IX, X, XI
Gruppo
parlamentare
X:DC
XI:DC-PPI
CircoscrizioneAncona
Sito istituzionale

Europarlamentare
Durata mandato25 luglio 1989 –
18 luglio 1994
LegislaturaIII
Gruppo
parlamentare
PPE
CircoscrizioneItalia centrale
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoDC(1948-1994)
Titolo di studioLaurea in Giurisprudenza
UniversitàUniversità degli Studi di Urbino
ProfessioneGiornalista

Arnaldo Forlani (Pesaro,8 dicembre1925Roma,6 luglio2023[1]) è stato unpoliticoitaliano.

È stato uno dei massimi esponenti dellaDemocrazia Cristiana nonché uno dei più importanti politici italiani daglianni settanta fino ai primianni novanta. Dopo essere stato per molti anni il principale collaboratore diAmintore Fanfani nellacorrente politica"Nuove Cronache", la abbandonò agli inizi deglianni ottanta e diede vita infine conAntonio Gava eVincenzo Scotti alla corrente"Azione Popolare" (o"Grande centro") alla fine di quel decennio. Fupresidente evicepresidente del Consiglio dei ministri,ministro degli affari esteri,ministro della difesa eministro delle partecipazioni statali; ha ricoperto l'incarico disegretario della Democrazia Cristiana dal 1969 al 1973 e in seguito dal 1989 al 1992, mentre per un lungo periodo è stato presidente del Consiglio nazionale del partito.

Candidato allapresidenza della Repubblica dal suo partito nel 1992, fu ostacolato daifranchi tiratori. Giunto all'età di 97 anni, Forlani è stato l'expresidente del Consiglio italiano più longevo di sempre.

Biografia

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Giovinezza ed esordi in politica

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Arnaldo Forlani nacque l'8 dicembre1925 aPesaro, nelleMarche, da Luigi Forlani, proprietario terriero del Montefeltro e Caterina Remies, maestra elementare. Prima dell'inizio della sua lunga attivitàpolitica, neglianni quaranta Forlani ebbe una breve carriera agonistica comecalciatore: giocò infatti comemezzala nellaVis Pesaro, squadra della città medesima, inSerie C.[2][3] Laureatosi ingiurisprudenza all'Università degli Studi di Urbino, intraprese la sua carrierapolitica nel 1948 quando gli fu conferito l'incarico di segretario provinciale dellaDemocrazia Cristiana di Pesaro e con i successivi ruoli politici come consigliere del comune di Pesaro e della provincia.

Il decennio successivo, nel 1954, Arnaldo Forlani entrò a far parte per la prima volta della direzione nazionale della Democrazia Cristiana. Il 7 ottobre del 1955 ottenne il suo primo rilevante incarico di partito, arrivando a dirigere l'importante sezione del partito "Studi, Propaganda e Stampa" (S.P.E.S.). Forlani si sposò in quegli anni con Alma Maria Forlani, deceduta il 6 ottobre 2015 all'età di ottantasei anni, ed ebbe con lei tre figli:Alessandro, il quale, come il padre, ha svolto per diversi anni l'attivitàpolitica, Marco (divenuto nel 2022 amministratore delegato dellaBFC Media) e Luigi.

A seguito della frattura nella corrente diIniziativa democratica tra il gruppodoroteo e quello degli amici dell'ex segretario nazionale epresidente del ConsiglioAmintore Fanfani (Nuove Cronache), Forlani scelse di aggregarsi a quest'ultimo, affermandosi nel congresso nazionale di Firenze del 1959 come uno fra gli esponenti e leader più rilevanti all'interno della corrente fanfaniana insieme aLorenzo Natali,Giovanni Gioia,Clelio Darida eFranco Malfatti.

Proprio in rappresentanza di quest'area, nel 1962 fu eletto vicesegretario nazionale del partito, contribuendo così alla gestione unitaria della Democrazia Cristiana che seguì al congresso nazionale diNapoli e che avrebbe portato alla nascita delcentro-sinistra. Mantenne quest'incarico, con una breve pausa di pochi mesi, fino all'inizio del 1969, lavorando assieme a tre segretari politici diversi:Aldo Moro,Mariano Rumor eFlaminio Piccoli.

Inizio della carriera di governo, prima segreteria DC e"preambolo" del 1970

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Forlani nel 1972

Nelprimo governo Rumor venne nominatoministro delle partecipazioni statali; nelsecondo governo Rumor fu invece ministro per i rapporti con leNazioni Unite. Nel settembre 1969 si svolse ilpatto di San Ginesio,[4][5] cui parteciparono Arnaldo Forlani eCiriaco De Mita. Il convegno tenuto aSan Ginesio passò alla storia come quello che stabilì un patto generazionale per un ricambio nella guida del partito, favorendo i "quarantenni" e causando la disgregazione della vecchia maggioranza dorotea. Nell'ottobre 1969, un mese dopo il convegno, infatti, i dorotei di "Impegno Democratico" si divisero in due correnti: Mariano Rumor e Flaminio Piccoli (allora al vertice, rispettivamente, del governo e del partito) si separarono daGiulio Andreotti edEmilio Colombo.

Rumor e Piccoli fondarono "Impegno Popolare", Andreotti e Colombo mantennero la stessa denominazione di "Impegno Democratico". Piccoli si dimise dalla segreteria e il consiglio nazionale elesse il 9 novembre 1969 al suo posto Forlani con 157 voti a favore e 13 schede bianche. Pochi giorni dopo Ciriaco De Mita divenne vicesegretario: erano i frutti del patto di San Ginesio, al punto che Forlani e De Mita vennero ribattezzati"i gemelli di San Ginesio". Contemporaneamente all'elezione a segretario, Forlani si dimise da ministro del governo Rumor. Durante la sua segreteria, Forlani tentò di evitare il disfacimento dell'alleanza politica di centro-sinistra, minata dall'incapacità di reagire in modo efficace alle difficoltà economiche e sociali del periodo. Fu così che formulò il"preambolo" del 1970, che mirava a rinforzare la collaborazione dei partiti di governo e a estenderla a tutti i livelli istituzionali, comprese le neonate Regioni. Seguì una fase politica travagliata.

Sempre a novembre del 1969 laCamera approvò la legge sul divorzio con una maggioranza diversa da quella di governo e l'opposizione di DC,MSI emonarchici. Il presidente del Consiglio Rumor si dimise nel febbraio 1970, per ricostituire un governo organico di centro-sinistra nel marzo dello stesso anno. Nonostante il successo politico per le primeelezioni regionali del giugno 1970, ilterzo governo Rumor non sopravvisse alle tensioni politiche e sociali nel Paese (lo sciopero generale del luglio 1970). Il centro-sinistra organico venne salvato dal nuovogoverno presieduto da Emilio Colombo, dall'agosto 1970 al gennaio 1972. La DC, nel consiglio nazionale del partito del settembre 1970, ratificò all'unanimità il sostegno politico alcentro-sinistra. Forlani organizzò nell'ottobre 1970, aFermo, un convegno di studio per dare seguito alle conclusioni delconvegno di San Ginesio, mentre la legge sul divorzio venne definitivamente approvata dal Parlamento, con la forte preoccupazione dei vescovi italiani e provocando un'immediata reazione del mondo cattolico, che, con il movimento"Un popolo per la famiglia" organizzò la raccolta di firme per il referendum abrogativo.

Il clima di violenza diffusa contribuì a uno spostamento a destra dell'elettorato, con una crescita significativa del MSI diAlmirante nelle elezioni amministrative parziali del 1971. Alle elezioni del presidente della Repubblica del 1971, Forlani propose la candidatura di Amintore Fanfani, ma di fronte al diniego degli alleati e alla presenza di franchi tiratori interni, che impedirono anche l'elezione di Aldo Moro, la DC ripiegò suGiovanni Leone, che venne eletto con l'appoggio determinante del MSI. Nel gennaio 1972 i repubblicani uscirono dalgoverno Colombo, e venne aperta la crisi. L'impossibilità a ricostituire un'alleanza di centro-sinistra portò la DC a proporre un governo monocolore guidato da Giulio Andreotti, che non ottenne la fiducia del Parlamento. Si ebbero così elezioni anticipate, che evitarono anche momentaneamente ilreferendum sul divorzio.

Nella campagna elettorale del 1972, Forlani lanciò la cosiddetta politica dicentralità:[6] le elezioni del 7 maggio 1972 confermarono la leadership della DC nel panorama politico del Paese e al tempo stesso l'inconsistenza numerica dei nuclei e dei movimenti dell'estrema sinistra: in un clima difficile e di forti tensioni, sia all'interno della vecchia maggioranza di centro-sinistra sia nello stesso associazionismo cattolico, la DC guidata da Forlani ottenne il 38,7% dei voti allaCamera dei deputati e il 38,1% al Senato. Anche la paventata avanzata della destra del MSI venne contenuta dal punto di vista elettorale. La DC varò allora una nuova alleanza centrista, riallacciando l'alleanza con ilPLI nel governo. La sinistra DC si oppose e non entrò a far parte delsecondo governo Andreotti costituito da DC,PSDI e PLI con l'appoggio esterno delPRI. Le conseguenze del ritorno a una formula centrista provocarono, all'interno della DC, le dimissioni dalla Direzione centrale dei rappresentanti delle correnti di "Forze Nuove" e deimorotei. SoloBenigno Zaccagnini, su indicazione di Moro, rimase presidente del consiglio nazionale.

"Quaresima" e carriera di governo, sconfitta nel congresso del 1976, ministro della difesa e degli esteri

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Arnaldo Forlani nel 1979

Alla fine del 1972 emersero le insoddisfazioni verso la politica economica espressa dal secondo governo Andreotti. Forlani accolse allora la richiesta della sinistra del partito di riaprire un dibattito interno sulla situazione politica. Le spinte verso un riavvicinamento al PSI e alla ripresa della collaborazione governativa di centro-sinistra erano sempre più forti e sfociarono nel XII Congresso nazionale della DC del 1973 che pose fine all'alleanza centrista, riportando alla segreteria Amintore Fanfani e alla guida del governo Mariano Rumor, alleato nuovamente coi socialisti. Ebbe così iniziò per Forlani e per Andreotti un periodo diquaresima, secondo la definizione di Fanfani, che escluse per qualche tempo Forlani da incarichi politici di rilievo.

Laquaresima per l'ex segretario democristiano durò solo un anno. Infatti Forlani fuministro della difesa nelquarto e nelquinto governo Moro. In questo periodo, Forlani fu uno dei protagonisti dell'opposizione democristiana alla politica disolidarietà nazionale ventilata daMoro e dal neo-segretario DC Benigno Zaccagnini, eletto nel 1975. Proprio per questo, nel XIII congresso nazionale del 1976 Forlani fu il candidato del blocco moderato del partito alla guida del partito: appoggiato daidorotei diPiccoli eBisaglia, nonché dai seguaci di Andreotti e di Fanfani, Forlani sfidò nella corsa alla segreteria Zaccagnini, proponendo una piattaforma moderata che escludeva qualsiasi tipo di rapporto d'attenzione e di governo con ilPCI.

La sfida fu molto combattuta, ma alla fine la linea di Forlani risultò sconfitta, seppure solo per pochissimi voti. Nonostante la sua opposizione al nuovo corso e alla politica di solidarietà nazionale, Forlani fu nominato alla prestigiosa carica diministro degli affari esteri nelgoverno Andreotti III. I motivi di questo importante incarico furono, da un lato, la necessità di recuperare un clima di unità nel partito dopo le divisioni congressuali e, dall'altro, l'opportunità, in un mondo ancora segnato dallaguerra fredda, di assegnare la politica estera a una personalità chiaramente anticomunista in grado di tranquillizzare gli alleati europei e atlantici sul permanere della fedeltà italiana alPatto Atlantico. Per questi motivi mantenne la carica di ministro degli esteri nei successivi governi (IV eV) presieduti daAndreotti fino al 1979, quando la formula disolidarietà nazionale fu accantonata definitivamente. In qualità di ministro degli esteri, si recò in visita inPortogallo nel luglio 1977 per esprimere l'appoggio del governo italiano alla richiesta, avanzata daLisbona, di adesione allaCEE.

"Preambolo" del 1980, presidente della DC e presidente del Consiglio dei ministri

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Lo stesso argomento in dettaglio:Governo Forlani.
Quirinale 1980: i ministri delgoverno Forlani con ilPresidente della RepubblicaSandro Pertini

Nel 1980 Forlani fu tra gli artefici della vittoria al Congresso di una maggioranza moderata che elesse come segretario Flaminio Piccoli e pose fine all'esperienza della collaborazione con ilPCI, rilanciando la formula del centro-sinistra. Le quattro correnti alleate (dorotei, fanfaniani, Forze Nuove e il gruppo di Proposta) furono concordi nel voler porre fine alla collaborazione con il Partito Comunista per far posto a un nuovo rapporto organico con il PSI, ora guidato da Bettino Craxi. Il Congresso, nel quale svolse una funzione politica importanteCarlo Donat-Cattin, venne chiamato del"preambolo" in quanto le mozioni associate alle liste delle quattro correnti alleate presentarono un preambolo politico comune, sul quale si formò la nuova maggioranza del partito, che poté contare sul 57,7% dei voti congressuali. La sinistra democristiana e gli andreottiani rimasero all'opposizione, mentre Donat-Cattin divenne vicesegretario unico.

In riconoscimento del suo ruolo nella nuova maggioranza, Forlani venne eletto per la prima volta alla presidenza del Consiglio nazionale. In quello stesso anno la carriera governativa di Forlani raggiunse il suo apice: infatti, dal 18 ottobre 1980 al 26 giugno 1981 fupresidente del Consiglio dei ministri, guidando un quadripartito formato da DC, PSI, PSDI e PRI. Il governo Forlani consentì alla DC di ritrovare la sua unità interna, sia nella riunione del Consiglio nazionale del dicembre 1980 sia in quella del marzo 1981. Inoltre, la DC si aprì nell'Assemblea nazionale dell'aprile 1981 al suo retroterra culturale e sociale: da quell'Assemblea scaturirono infatti cinque convegni nazionali e uno conclusivo nel novembre 1981, la cosiddetta Assemblea degli "Esterni".

Il governo Forlani dovette affrontare una serie di difficili prove, dal terrorismo che continuava a colpire i democratici cristiani, all'attentato apapa Giovanni Paolo II alla sconfitta delreferendum sull'aborto, fino allo scandalo dellaloggia P2, che portò Forlani alle dimissioni. Infatti, durante lapresidenza di Forlani furono scoperti gli elenchi degliaderenti alla loggia massonica P2; il ritardo di due mesi nella pubblicazione delle liste, considerato, specie dalPCI, una sua diretta responsabilità, lo costrinse a rassegnare le dimissioni e ad allontanarsi da posizioni di primaria importanza per qualche tempo. Dopo oltre un mese di crisi, e un nuovo tentativo di Arnaldo Forlani finito senza esito positivo, nascerà il primo governo non guidato da un democristiano dal 1945: ilprimo governo Spadolini.

Sconfitta al Congresso del 1982, vicepresidente del Consiglio dei ministri e nuovamente presidente della DC

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Durante il Congresso nazionale del 1982, che elesse per la prima voltaCiriaco De Mita alla segreteria nazionale, Forlani mantenne la sua posizione candidandosi alla segreteria in rappresentanza delle componenti moderate del partito. La sconfitta di Forlani fu, però, in larga parte determinata dal cambiamento di posizione del suo vecchio maestro Amintore Fanfani che sostenne il candidato a lui opposto.
In quest'occasione, Forlani uscì dalla corrente fanfaniana di“Nuove Cronache”, seguito da molti esponenti storici della componente comeFranco Maria Malfatti,Luciano Radi,Ivo Butini,Lorenzo Natali eOscar Luigi Scalfaro. La nuova area forlaniana cominciò così l'avvicinamento ai "dorotei", che poi avrebbe determinato la nascita della nuova corrente moderata di"Azione Popolare".

Ancora una volta, come già nel 1976, la sconfitta congressuale non segnò affatto per Forlani un'eclisse politica. Coerentemente con la linea già evidenziata nei congressi precedenti, Forlani mantenne per tutti glianni ottanta il ruolo di leader della parte moderata del partito, spingendo la Democrazia Cristiana a rafforzare il rapporto di governo con ilPSI. Leelezioni politiche del giugno 1983, con la DC guidata da De Mita, segnarono il più significativo arretramento elettorale della DC: perse il 5,4% alla Camera e il 6,9% al Senato. La sconfitta elettorale della DC provocò uno scossone politico all'interno del partito e dell'area dei partiti di governo. La DC avviò un processo di riflessione interna sulle cause che avevano portato al crollo elettorale, e si orientò unanimemente a favorire la nascita delprimo governo Craxi il 4 agosto 1983. Nacque in questi anni la sintonia tra Forlani e il segretario socialistaBettino Craxi, che li portò a una stretta collaborazione: negli anni in cui il leader socialista resse laguida del governo, Forlani ricoprì l'incarico divicepresidente, guidando la cospicua e autorevole delegazione democristiana al governo.

Nel febbraio 1984 si svolse il XVI Congresso nazionale del partito, che vide la conferma di Ciriaco De Mita alla segreteria politica. L'unico sfidante,Vincenzo Scotti, vicino politicamente a Forlani, ottenne un risultato personale migliore rispetto a quello della lista che lo sosteneva, mentre Flaminio Piccoli venne confermato presidente del Consiglio nazionale.Furono gli anni della battaglia del governo Craxi sulla "scala mobile", in cui il governo si diede un profilo riformista tendente a isolare il PCI. Nonostante il successo del PCI alle elezioni europee del giugno 1984 (divenne il primo partito italiano, anche per l'emozione suscitata dalla morte diEnrico Berlinguer), i comunisti in Italia ebbero difficoltà a espandere il loro ruolo politico-sociale.

La DC non rinunciò al processo di rinnovamento interno, soprattutto in alcune aree del Paese, come laSicilia. Avviò pure una riflessione sulla necessità di riforme istituzionali, per adeguare il sistema italiano alla nuova realtà del Paese. Uno dei temi sostenuti era quello della necessità di presentarsi agli elettori con patti preelettorali, per consentire di scegliere non solo il partito di appartenenza ma anche la coalizione di governo. I risultati delle elezioni regionali e amministrative del maggio 1985 confortarono le scelte interne e di governo compiute dalla DC. In molte città, fino a quel momento guidate dalla sinistra, si costituirono giunte di pentapartito. Il clima positivo nel Paese e tra le forze politiche venne confermato dall'elezione al primo scrutinio diFrancesco Cossiga alla presidenza della Repubblica.

Nel 1986 Forlani fu eletto nuovamente alla carica di presidente del Consiglio nazionale della DC, al fine di garantire la massima unità possibile tra le varie anime della ‘Balena bianca’.La costante mediazione esercitata da Forlani nel suo doppio ruolo di vicepresidente del Consiglio e presidente del partito consentirono di superare i forti contrasti tra De Mita e Craxi e di dar vita a unsecondo governo guidato dal segretario socialista, che ottenne la fiducia nell'agosto del 1986. Fu il governo del cosiddetto"patto della staffetta", avendo De Mita condizionato la fiducia a Craxi all'impegno non scritto di quest'ultimo di dimettersi dopo un anno per consentire l'avvicendamento con un presidente democristiano che avrebbe portato a termine la legislatura. Tuttavia Craxi, in un'intervista aGiovanni Minoli nella trasmissioneMixer del 17 febbraio 1987 sconfessò pubblicamente quell'accordo, negando la disponibilità alla "staffetta".

La reazione di De Mita non si fece attendere: dopo qualche settimana la DC ritirò l'appoggio al governo e chiese a Cossiga di conferire l'incarico alpresidente del Senato Amintore Fanfani, che diede vita a un monocolore democristiano privo dei numeri necessari per la fiducia, con l'obiettivo già preventivato di andare immediatamente alle elezioni anticipate. Nel gioco delle rivalse tra De Mita e Craxi si registrò però un inaspettato colpo di scena: Craxi, accogliendo il suggerimento diMarco Pannella, decise di votare la fiducia a Fanfani insieme con lo stesso leader radicale, costringendo così la DC, che voleva le elezioni anticipate, a far mancare, tramite astensioni concordate, i voti di fiducia al proprio esponente. Leelezioni del 1987 consentirono alla DC di recuperare parte dei voti persi nel 1983 e di riconquistare la guida del governo, che venne temporaneamente assegnata al giovane esponente della sinistra democristianaGiovanni Goria, ministro uscente del Tesoro, già con la prospettiva di un avvicendamento col segretario Ciriaco De Mita, come avvenne circa un anno dopo.

Forlani non entrò a far parte dei governi presieduti da Fanfani, Goria e De Mita e si dedicò interamente alla vita di partito nella sua funzione di presidente, lavorando attivamente alla ricomposizione dell'area moderata della DC e riuscendo a dare vita a una nuova corrente centrista, denominata"Azione Popolare" o"Grande Centro", nata dalla fusione di quella da lui stesso guidata con i dorotei diAntonio Gava e con la partecipazione di alcuni ex-fanfaniani, che gli consentirà di affermarsi al Congresso nazionale della DC del 1989 (che risulterà poi l'ultimo della storia democristiana), nel quale sarà nuovamente eletto segretario nazionale.

Vittoria al Congresso del 1989, seconda segreteria DC eCAF

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Arnaldo Forlani conGiulio Andreotti

Il XVIII Congresso nazionale della DC elesse nuovamente Arnaldo Forlani alla segreteria politica del partito. L'elezione fu largamente condivisa (85% dei voti), con l'ex segretario Ciriaco De Mita che divenne presidente del Consiglio nazionale. De Mita mantenne la guida del suo governo, pur nella costante difficoltà di rapporti con il PSI di Bettino Craxi. Le difficoltà aumentarono con il "caso Palermo", quando la DC governò la città conLeoluca Orlando sindaco, alleandosi col PCI invece che col PSI. Alla fine Craxi ritirò l'appoggio del PSI algoverno e De Mita fu costretto alle dimissioni il 19 maggio 1989. Forlani gestì allora la lunga crisi di governo che ne seguì, protrattasi sino a luglio, allorché Andreotti costituì il suosesto governo, con la stessa maggioranza di pentapartito. Nacque così il cosiddettoCAF, un asse politico tra Craxi, Andreotti e Forlani, che fu il perno della politica italiana per la restante parte della legislatura fino alle elezioni del 1992.

Alleelezioni europee del giugno 1989 la DC ottenne il 32,9%, riconquistando il primato perso nel 1984 e ottenendo un seggio in più, mentre nelleelezioni comunali di Roma ottenne il 31,9%. Nel novembre 1989 cadde ilMuro di Berlino ed ebbe inizio la frantumazione delblocco comunista filosovietico. All'inizio del 1990 si consumò la crisi della gestione unitaria della DC, soprattutto per gli effetti del "caso Palermo": proprio nel capoluogo siciliano un accordo tra area dorotea e corrente andreottiana pose fine all'esperimento della giunta Orlando.

A livello nazionale la sinistra DC, nel febbraio 1990, abbandonò il cartello che garantiva la gestione unitaria del partito e a luglio dello stesso anno i ministri del governo Andreotti appartenenti a quella corrente (Martinazzoli,Mattarella,Misasi,Fracanzani eMannino) si dimisero dalla loro carica in dissenso dall'approvazione della cosiddetta "legge Mammì" sul sistema radiotelevisivo. Il conflitto interno tra la sinistra DC e il CAF verrà peraltro ricomposto nel novembre successivo.

Alleelezioni amministrative del 1990 il PCI confermò l'emorragia di voti, mentre laLega Lombarda conquistò molte posizioni al Nord. Nel frattempo, il segretario del PCIAchille Occhetto annunciò il cambiamento del nome del suo partito inPartito Democratico della Sinistra e il Presidente della Repubblica Cossiga cominciò una serie di esternazioni fortemente polemiche nei confronti della situazione politica esistente (le "picconate") e, dal 1991, anche sul sistema dei partiti e sulla stessa DC.

Nel 1991, dopo essere uscito dalla DC, Leoluca Orlando fondò il nuovo partito-movimentoLa Rete, che non impedì alla DC di raccogliere un buon successo alleelezioni regionali siciliane (42,4%). Nello stesso anno Andreotti formò ilsettimo governo, senza più l'appoggio deirepubblicani, ma con la presenza anche di ministri appartenenti alla sinistra DC.

Alla fine del 1991 si riunì a Milano la Conferenza nazionale programmatica della DC, avvertendo l'esigenza di un forte cambiamento del partito. Il 1992 vide l'inizio in Italia delle inchieste della Procura di Milano che colpiranno prima il PSI e poi la DC, determinandone la crisi e la dissoluzione. In questo clima si tennero leelezioni politiche del 1992, che videro la DC perdere quasi il 5% alla Camera e la nascita dell'ultimo quadripartito guidato dal socialistaGiuliano Amato. Ebbe così fine l'esperienza delCAF e la stessa carriera di Forlani, sconfitto daifranchi tiratori nellacorsa al Quirinale, costretto alle dimissioni da segretario e poi sottoposto a procedimenti giudiziari nell'ambito dell'inchiestaMani pulite.

Corsa alla Presidenza della Repubblica

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Lo stesso argomento in dettaglio:Elezione del Presidente della Repubblica Italiana del 1992.

Nonostante fosse scesa al minimo storico del 29,66% alleelezioni politiche del 1992, la Democrazia Cristiana era comunque il partito con più consensi in unquadripartito che aveva ancora la maggioranza assoluta nel Parlamento con il 48,85% dei voti; loScudo Crociato era pertanto in grado di condurre il gioco nella scelta del nuovoPresidente della Repubblica. La DC, dopo alcuni voti al candidato di bandieraGiorgio De Giuseppe nei primi tre scrutini e l'astensione concordata al quarto, propose il nome del proprio segretario nelleelezioni presidenziali. La corsa di Forlani al Quirinale, tuttavia, non ebbe un esito felice poiché lacoalizione quadripartitica, indebolita dall'esito deludente dellepolitiche del '92, non garantiva a Forlani un margine sufficientemente largo per un'elezione senza sorprese.

Così, l'alto numero difranchi tiratori nel suo partito (tra questi la correnteAndreottiana) gli impedì di superare la soglia di voti richiesta per l'elezione. Nel corso del quinto e del sesto scrutinio, svoltisi il 16 maggio 1992, Forlani mancò l'elezione rispettivamente di 39 e di 29 voti. A seguito di questa duplice sconfitta, Forlani ritirò la sua candidatura aPresidente della Repubblica. Questa resa, successiva al vistoso calo di voti registrato dallo Scudo Crociato nelle elezioni politiche, segnerà di fatto la conclusione della carriera politica di Forlani, che di lì a pochi mesi, in seguito al tracollo della Democrazia Cristiana in termini di consensi e l'inizio dell'inchiesta diMani pulite, si dimetterà da Segretario nell'ottobre del 1992 proseguendo così la sua attività di deputato in modo defilato e non si presenterà più alleelezioni politiche del 1994, dopo una permanenza nel Parlamento durata per novelegislature dal 1958. La fine della sua seconda segreteria diede inizio al percorso che, sotto la segreteria del suo successore Martinazzoli, porterà allo scioglimento della DC e alla costituzione delPartito Popolare Italiano.

Fine dell'attività politica

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Nelprocesso Enimont, in cui Forlani ricevette un avviso di garanzia nell'inchiesta di Tangentopoli, venne condannato a due anni e quattro mesi di reclusione per finanziamento illecito. La pena fu sostituita con l'affidamento al servizio sociale ed espiata attraverso la collaborazione con laCaritas. Forlani sosterrà di ritenere ingiusta la condanna inflittagli e di accettarla in spiritosocratico come la suacicuta da bere.[7][8][9] Forlani fu inveceassolto con formula piena nel 2004 nel processo per ricettazione e concussione di varie tangenti sugli appalti inerenti alle autostrade.[10] Dopo l'espiazione della pena inflittagli nel processo per la tangenteEnimont, apparirà rare volte, conducendo una vita ritirata, interrotta solo dalla presentazione di un libro nel 2009 e da alcune interviste.

Morte ed esequie

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I funerali di Arnaldo Forlani (10 luglio 2023)

Forlani è deceduto aRoma il 6 luglio2023 all'età di 97 anni. Avendo detenuto la carica di Presidente del Consiglio, ha avuto diritto per legge aifunerali di Stato, cui ilgoverno Meloni ha deliberato in aggiunta anche illutto nazionale[11]. Le esequie, officiate dall’arcivescovoVincenzo Paglia, si sono svolte il 10 luglio nellabasilica dei Santi Pietro e Paolo, alla presenza delPresidente della RepubblicaSergio Mattarella, delpresidente della CameraLorenzo Fontana, diPier Ferdinando Casini in rappresentanza delSenato e delministro dell'università e della ricercaAnna Maria Bernini in rappresentanza delgoverno.[12] Alle esequie erano presenti anche molti compagni di partito, tra i qualiVincenzo Scotti,Paolo Cirino Pomicino eBruno Tabacci. È stato poi sepolto nelcimitero Laurentino.[13]

Onorificenze

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Cancelliere e Tesoriere dell'Ordine militare d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
— Dal 23 novembre 1974 al 29 luglio 1976
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme - nastrino per uniforme ordinaria

Epiteti

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Gianfranco Piazzesi, scrittore e giornalista, nonché collaboratore de "Il Giornale" diIndro Montanelli, gli conferì l'epiteto di "conigliomannaro"[14], nomignolo tratto dal celebre romanzo diRiccardo BacchelliIl mulino del Po e che non lo avrebbe più abbandonato durante la sua lunga carriera politica. IlFinancial Times, quotidiano britannico, lo definì neglianni ottanta "supremamenteadattabile" mentre il settimanale britannicoThe Economist lo descrisse come un "managertranquillo". Nel congresso dellaDemocrazia Cristiana del 1989 fu invece soprannominato la "tigrechedorme".

Opere

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  • Il P.S.I. di fronte al comunismo. Dal 1945 al 1956, Roma, Cinque lune, 1956.
  • Discorso pronunciato al VII Congresso nazionale della DC, Firenze, 24 ottobre 1959, Roma, Ediz. "Periferia", 1959.
  • Il piano verde, un mezzo di ripresa per l'agricoltura italiana, Roma, Tip. InGraRo, 1961.
  • Il "miracolo" non basta, conFranco Maria Malfatti, Roma, A.B.E.T.E., 1962.
  • I democratici cristiani e la società nuova. Relazione all'Assemblea nazionale della Democrazia cristiana. Sorrento, 3 novembre 1965, Roma, Cinque lune, 1966.
  • Una linea di coerenza e di lealtà. X Congresso nazionale della DC. Milano, 23-26 nov. 1967, Roma, A.B.E.T.E., 1967.
  • Blocco d'ordine e frontismo sullo sfondo della lunga crisi. La risposta della DC. Discorso pronunciato il 16 aprile 1970 alla Camera dei deputati in occasione del dibattito sulla fiducia al III governo Rumor, Roma, Cinque lune, 1970.
  • Le regioni con la D.C., Roma, Cinque lune, 1970.
  • La difficile alleanza. Discorsi dal palazzo e nei dintorni, Roma, Cinque lune, 1983.
  • L'immaginaria corsa per il potere, Roma, Orlandi, 1989.
  • Il taglio della balena e la deriva. Breve dialogo sui travisamenti con qualche annotazione per gli amici dispersi o dovunque acquartierati, Ancona, Stella, 1996.
  • Fuori campo con memoria, Bagni di Tivoli, Casa della stampa, 2001.
  • Potere discreto. Cinquant'anni con la Democrazia cristiana, Venezia, Marsilio, 2008.

Note

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  1. ^E’ morto a 97 anni Arnaldo Forlani, pezzo di storia della Dc, suLa Stampa, 6 luglio 2023.URL consultato il 6 luglio 2023.
  2. ^Forlani: "un arbitro resta sopra le parti", Corriere della Sera, 16 gennaio 1992, p. 7.URL consultato il 2 febbraio 2012(archiviato dall'url originale il 13 marzo 2013).
  3. ^ Sebastiano Messina,Forlani, la fine della pena è vicina. Fui condannato come Pinocchio, la Repubblica, 25 febbraio 2002, p. 6.URL consultato il 2 febbraio 2012..[6680] - Riunione della direzione del Pci: fine del compromesso storico | RadioRadicale.it
  4. ^Antonio Giangrande,Comunisti e post comunisti prima parte - se li conosci li eviti, CreateSpace Independent Publishing Platform, 2016,ISBN 978-15-39-09844-7.
  5. ^Miriam Mafai,Tutto cambia, Arnaldo no, suricerca.repubblica.it, 7 aprile 1993.
  6. ^Direttamente ispirata alla teoria dellareversibilità delle formule diAmintore Fanfani, ma anche con una inedita sottolineatura deipericoli eversivi provenienti dall'estrema destra, come avvenne nel comizio elettorale della Spezia in cui disse: "È stato operato il tentativo più pericoloso che la destra reazionaria abbia mai tentato e portato avanti, dalla Liberazione a oggi, con una trama disgregante che aveva radici organizzative e finanziarie consistenti, che ha trovato solidarietà internazionali" (GIORGIO GUIDELLI,Piazza Fontana, Forlani: "Tentativo eversivo", Il resto del carlino, 13 dicembre 2019).
  7. ^Resoconto dell'interrogatorio in aula, Corriere.it,Forlani cade dalle nuvole: non sapevo, di Goffredo Buccini, 18 dicembre 1993
  8. ^Sebastiano Messina,Forlani, la fine della pena è vicina Fui condannato come Pinocchio, suricerca.repubblica.it, 25 febbraio 2002.
  9. ^Forlani: ingiusto ma berrò la mia cicuta, suarchiviostorico.corriere.it.
  10. ^Tangenti, assolto Forlani La telefonata di Casini, inCorriere della Sera, 16 gennaio 2004(archiviato dall'url originale il 13 marzo 2013).
  11. ^Forlani, lunedì funerali di Stato a Roma e lutto nazionale, suTiscali Notizie, 7 luglio 2023.URL consultato il 7 luglio 2023.
  12. ^ Sky TG24,Arnaldo Forlani, Mattarella presente ai funerali di Stato, sutg24.sky.it, 10 luglio 2023.URL consultato il 10 luglio 2023.
  13. ^Arnaldo Forlani (1925-2023) - Find a..., suit.findagrave.com, 6 luglio 2023.URL consultato il 6 luglio 2023.
  14. ^Caro paranoico Bocchino, ma dove vive? Il falco finiano ci accusa di stalking - italo bokkino, stalking, libero, giampaolo pansa, denuncia, il giornale, giampaolo pansa, futuro e libertà, fli - Libero Quotidiano, suliberoquotidiano.it.URL consultato il 30 aprile 2025(archiviato dall'url originale il 1º febbraio 2014).
    «Quando Gianfranco Piazzesi, e non il sottoscritto come molti pensano, cominciò a chiamarlo il Coniglio Mannaro, non s'inalberò e continuò a mostrare la sua calma olimpica»

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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PredecessorePresidente del Consiglio dei ministri della Repubblica ItalianaSuccessore
Francesco Cossiga18 ottobre 1980 – 28 giugno 1981Giovanni Spadolini

PredecessoreVicepresidente del Consiglio dei ministri della Repubblica ItalianaSuccessore
Ugo La Malfa4 agosto 1983 – 17 aprile 1987Giuliano Amato

PredecessoreMinistro senza portafoglioSuccessore
ruolo condiviso5 agosto – 11 novembre 1969
con delega ai rapporti con l'ONU
ruolo condivisoI
ruolo condiviso4 agosto 1983 – 17 aprile 1987
con rango diVicepresidente del Consiglio
ruolo condivisoII

PredecessoreMinistro degli affari esteriSuccessore
Mariano Rumor29 luglio 1976 – 4 agosto 1979Franco Malfatti

PredecessoreMinistro della difesaSuccessore
Giulio Andreotti23 novembre 1974 – 29 luglio 1976Vito Lattanzio

PredecessoreMinistro delle partecipazioni stataliSuccessore
Giorgio Bo12 dicembre 1968 – 5 agosto 1969Franco Malfatti

PredecessoreSegretario della Democrazia CristianaSuccessore
Flaminio Piccoli9 novembre 1969 – 18 giugno 1973Amintore FanfaniI
Ciriaco De Mita2 febbraio 1989 – 12 ottobre 1992Mino MartinazzoliII
V · D · M
Italia (bandiera)Presidenti del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana
Alcide De Gasperi (1946-1953) ·Giuseppe Pella (1953-1954) ·Amintore Fanfani (1954) ·Mario Scelba (1954-1955) ·Antonio Segni (1955-1957) ·Adone Zoli (1957-1958) ·Amintore Fanfani (1958-1959) ·Antonio Segni (1959-1960) ·Fernando Tambroni (1960) ·Amintore Fanfani (1960-1963) ·Giovanni Leone (1963) ·Aldo Moro (1963-1968) ·Giovanni Leone (1968) ·Mariano Rumor (1968-1970) ·Emilio Colombo (1970-1972) ·Giulio Andreotti (1972-1973) ·Mariano Rumor (1973-1974) ·Aldo Moro (1974-1976) ·Giulio Andreotti (1976-1979) ·Francesco Cossiga (1979-1980) ·Arnaldo Forlani (1980-1981) ·Giovanni Spadolini (1981-1982) ·Amintore Fanfani (1982-1983) ·Bettino Craxi (1983-1987) ·Amintore Fanfani (1987) ·Giovanni Goria (1987-1988) ·Ciriaco De Mita (1988-1989) ·Giulio Andreotti (1989-1992) ·Giuliano Amato (1992-1993) ·Carlo Azeglio Ciampi (1993-1994) ·Silvio Berlusconi (1994-1995) ·Lamberto Dini (1995-1996) ·Romano Prodi (1996-1998) ·Massimo D'Alema (1998-2000) ·Giuliano Amato (2000-2001) ·Silvio Berlusconi (2001-2006) ·Romano Prodi (2006-2008) ·Silvio Berlusconi (2008-2011) ·Mario Monti (2011-2013) ·Enrico Letta (2013-2014) ·Matteo Renzi (2014-2016) ·Paolo Gentiloni (2016-2018) ·Giuseppe Conte (2018-2021) ·Mario Draghi (2021-2022) ·Giorgia Meloni (2022-in carica)Stendardo del Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana
V · D · M
Segretari della Democrazia Cristiana
Alcide De Gasperi (1944-1946) ·Attilio Piccioni (1946-1949) ·Giuseppe Cappi (1949) ·Paolo Emilio Taviani (1949-1950) ·Guido Gonella (1950-1953) ·Alcide De Gasperi (1953-1954) ·Amintore Fanfani (1954-1959) ·Aldo Moro (1959-1964) ·Mariano Rumor (1964-1969) ·Flaminio Piccoli (1969) ·Arnaldo Forlani (1969-1973) ·Amintore Fanfani (1973-1975) ·Benigno Zaccagnini (1975-1980) ·Flaminio Piccoli (1980-1982) ·Ciriaco De Mita (1982-1989) ·Arnaldo Forlani (1989-1992) ·Mino Martinazzoli (1992-1994)Logo della Democrazia Cristiana
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