L'ariosofia (o "gnosticismo iperboreo") è un movimentoreligioso sorto inGermania all’inizio delNovecento con le pubblicazioni di alcuniteosofi comeGuido von List eJörg Lanz von Liebenfels.Il termine, coniato da Lanz, può essere tradotto come “conoscenza degli ariani” ed identifica unagnosi i cui scopi principali erano fondamentalmente due: il primo era ottenere il trionfo degliariani sulle altre presunte razze umane attraverso vie mistiche e politiche, il secondo invece era recuperare l’antica religione ariana e le sue antiche tradizioni per far ritornare alla loro purezza originaria i popoli germanici e per ritrovare la “Land” (Terra) originaria degliiperborei, gli uomini divini dai quali gli stessi ariani discenderebbero.[1]
I fondatori dell'ariosofia rielaborarono varie dottrinevölkisch, sorte a cavallo traOttocento eNovecento in opposizione sia all'Illuminismo sia alPositivismo, tutte accomunate dall'ostilità nei confronti del sapere scientifico e della nuova società di massa originatasi con laRivoluzione Industriale. Tra queste dottrine alcune si rifacevano alnazionalismo e alRomanticismo, altre alle religioni orientali e alle teorie razziali concepite nel contesto dell'imperialismo coloniale: da un lato quindi l'ariosofia coniugò tra loroneopaganesimo,pangermanesimo,neotemplarismo emovimento völkisch, dall'altroinduismo,teosofia e altre correnti derivate da quest'ultima, il tutto condito da concezioni razziste ed antisemite. Riprendendo ad esempio la cosmogonia delle razze e la prospettiva del regresso della civiltà di matrice teosofica, gli ariosofi asserirono che i popoli germanici, in quanto più vicini alla natura e ad una presunta perfezione fisica e spirituale di tipo ariano, fossero i discendenti degli iperborei , due razze superiori e divine che sarebbero vissute nell’antichità la cui purezza originaria sarebbe stata inquinata con l’avvento del mondo storico. Era necessario perciò recuperare questa purezza mediante una palingenesi della civiltà, da attuarsi come nuova Età dell'oro all’interno della concezione delle quattro ere del tempo ciclico (idea questa che invece era di derivazione induista).
Sostenitori di una teoria della cospirazione globale, gli ariosofi intendevano contrapporsi in modo manicheo ad un presunto complotto dei popoli semitici, considerati avversari irriducibili degli ariani in quanto incarnazione delle forze malefiche ed oscure delKali Yuga comandate daYahweh, interpretato come ilDemiurgo gnostico e quindi come il creatore delmaterialismo. Questa lotta doveva essere condotta senza quartiere, adoperando in contraltare le forze benefiche e luminose degli ariani che avrebbero dovuto ritrovare la loro antica religione e riformare la leggendaria casta sacerdotale Armanenschaft, custode d’immense conoscenze esoteriche e di vasti poteri mistici. Ilcristianesimo, rompendo il legame tra i popoli germanici e la natura, aveva costretto questi saggi ad entrare nell’anonimato ed era necessario perciò cercarli in Asia, ove si presumeva essi si nascondessero, ed allo stesso tempo porre fine al decadimento della razza ariana creando un nuovo Regno Ariano che sottomettesse le razze inferiori, sterminasse gli ebrei, abolisse i matrimoni misti e con una politicaeugenetica restaurasse la purezza di sangue dellarazza superiore risvegliandone le potenzialità latenti atrofizzatesi proprio per via della commistione di sangue con le razze inferiori. L'ariosofia giustificò così l'antisemitismo senza alcuna prova scientifica e, in maniera altrettanto arbitraria, riconobbe una comune origine ariano-iperborea della tradizioneesotericaindiana e di quellaodinica. Secondo i teorizzatori della distorta visuale pseudostorica dell'ariosofia, la tradizione religiosa deipopoli indoeuropei avrebbe avuto inoltre la preminenza su quella di tutte le altre etnie fin dallapreistoria, ponendo così le basi spirituali, morali e sapienziali delle più grandi civiltà del passato, quali ad esempio: laciviltà vedica, la civiltà greco-romana, la civiltà germanica.
Von List giunse addirittura a predire come imminente l'avvento di un “forte disceso dall’alto” che avrebbe svolto il ruolo dimessia e di salvatore degli ariani: costui sarebbe stato finalmente in grado di dare avvio alla rinascita dell’età dell’oro ariana. Le sette segrete ariosofe riconobbero ben presto inAdolf Hitler l'Avatara che doveva opporsi al nemico ebraico e materialistico del Kali Yuga. Ilmovimento nazionalsocialista hitleriano, erede politico dell'ariosofia, condivideva per contraccambio tutte le posizioni ariosofiche, divenute autentici pilastri ideologici del nazismo.[2]. Ne derivarono in tal modo la fiducia degli adepti nelTerzo Reich come precursore di quel Regno Ariano vagheggiato dall'ariosofia e la connotazione metapolitica e mistica del nazismo. Occultisti come Guido von List e Jörg Lanz von Liebenfels ispirarono politici comeDietrich Eckart eAlfred Rosenberg, i quali a loro volta prepararono il terreno ad Adolf Hitler, che concepì l'ideologia nazista entrando in contatto con sette esoteriche legate al contesto ariosofico come ilGermanenorden e laThule Gesellschaft e finì per ritenersi unprofeta del nuovo ordine ariano. All'ariosofia si sono ispirate soprattutto leSS Schwarze Sonne diHeinrich Himmler, divenute ai gradi più elevati un vero e proprio ordine iniziatico che si riuniva in un centro spirituale situato presso il castello diWewelsburg.[3]
Dopo il secondo dopoguerra, spiccano esponenti comeSavitri Devi eMiguel Serrano, i quali elaborano unsincretismo tra la tradizione esoterica indiana e quella nordica, entrambi considerati di provenienza ariano-iperborea.
L'ariosofia fu in definitiva una setta elitaria, irrazionale e razzista, che si potrebbe collocare tra ilmovimento völkisch di fine XIX secolo e le moderne religioniNew Age di fine XX secolo, per via dell'influenza orientale e dei suoi forti capisaldi pseudoscientifici, pseudostorici ed occultistici.
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