Anticamente chiamataRiccia oLa Riccia o semplicemente 'A Riccia neidialetti dei Castelli Romani[5], Ariccia è una delle località più conosciute e popolari deiCastelli Romani, sia per la rilevanza turistica del complesso monumentale chigiano e per l'importanza storica e architettonica delle opere delBernini, sia per l'importanza religiosa delsantuario di Santa Maria di Galloro.
Il territorio comunale di Ariccia, con un'ampiezza di18,59 km², è il decimo comune per estensione deiCastelli Romani. Una prima misurazione del territorio ariccino venne eseguita su commissione deiChigi non appena essi entrarono in possesso del feudo, nel febbraio1662.[6] Nelcatasto Gregoriano (1835)[7] il territorio di Ariccia era calcolato in 914 rubbia, una quarta e tre scorzi,[8] che, calcolando 1,848438ettari come superficie corrispondente ad 1rubbio,[9] equivalgono a circa16,90 km² correnti.
Panoramica
Il territorio ariccino, come quello dell'intera area dei Colli Albani, è stata soggetto tra i 600.000 ed i 20.000 anni fa circa[10] all'attività vulcanica delVulcano Laziale. Il suolo è dunque composto in massima parte di materiale vulcanico, ed abbondano rocce caratteristiche come ilpeperino, lapietra sperone del Tuscolo ed iltufo.
Il vasto cratere ovale diVallericcia, che occupa la maggior parte del territorio comunale, secondo la "Carta Geologica d'Italia" redatta dal Servizio Geologico d'Italia è classificata come zonaav ("tufiti alluvio-lacustri; [...] arenarie straterellate entro depressioni crateriche (Prata Porci, Ariccia) conBos taurus L.,Cervus elaphus L. e avifaunaGyps a Valle Marciana; prodotti del dilavamento entro valli radiali, provenienti dalle formazioni vulcaniche del Vulcano Laziale".[11] Le alture del centro storico e di Colle Pardo ai confini conGenzano di Roma sono classificate comesc ("scorie solidificate senza stratificazione, in ammassi e tumuli; lapilli più o meno stratificati nella parte superiore dei coni; "Sperone" Auct.: scorie caotiche in grossi banchi").[11] con inserimenti diβ7 ("agglomerati lavici, intercalati in ammassi polimorfici, fino a colate leucitiche").[11]
I due profondi valloni che corrono ai lati dell'abitato storico sono classificati comedt, "detriti di falda, conoidi".[11] I bordi del cratere di Vallericcia sono invece composti dav1, ovvero "manifestazioni eruttive finali. Brecce piroclastiche d'esplosione con lapilli, proiettili leucocratici, ultrafemici, pirosseniti biotitiche, più xenoliti di lave leucitiche e del substrato, facies cineritiche superiormente straterellate, in strati e banchi più o meno consolidati ("Peperino" Auct.) rapidamente assottigliatosi allontanandosi dai centri d'emissione",[11] quindi dapeperini emessi dallo stesso cratere diVallericcia. Infine, c'è da notare come la porzione di Vallericcia adiacente alle alture diGalloro sia zonase ("scorie e lapilli giallastri sciolti, talora agglomerati, scoriette e lapilli stratificati").[11]
Il resto del territorio è, come la maggior parte dell'area nord-occidentale deiColli Albani, composto da terreni classificati comev2,[11] ovveropeperini emessi dalcratere formato dalLago Albano.
Anticamente la depressione diVallericcia era occupata, almeno parzialmente, da un lago vulcanico, simile ai due vicini laghi vulcaniciAlbano edi Nemi. L'ipotesi sarebbe confermata dalla periodica ricomparsa di un bacino lacustre nella parte più depressa della valle, nella località dall'emblematico nome di Pantanelle: un lago o pantano compare menzionato in diversi atti notarili del1223, del1462 e del1630,[14] mentre lo storico e canonico settecentesco Emanuele Lucidi afferma che il 17 gennaio1793 con grande sorpresa degli ariccini comparve un laghetto in Vallericcia, originato dall'intasamento di alcuni canali di scolo e sgombrato il 4 febbraio dello stesso anno.[15] Per evitare l'allagamento della valle, già in età antica fu scavato un sistema di canali di scolo nella valle che portavano tutti ad un emissario posto in località Ginestreto, che liberava le acque verso ilmar Tirreno in direzione sud-ovest:[16] alcuni eruditi sei e settecenteschi sostennero che queste acque formavano il leggendario fiume Numico, che bagnavaLavinium, antica capitale latina fondata daEnea ed identificata comunemente conPratica di Mare.[17] In Vallericcia sfocia anche l'emissario dellago di Nemi, scavato anch'esso in età antica ma non accomunabile con la perfetta tecnica costruttiva dell'emissario dellago Albano.[16]
La località Montagnanello, ai margini meridionali del territorio comunale ai confini conAprilia, si trova a 131ms.l.m., altitudine minima del territorio ariccino, mentre Fontana di Papa è a190 m s.l.m.: proseguendo in direzione nord, Ginestreto è a290 m s.l.m. eVallericcia è ad un'altitudine minima di284 m s.l.m. e massima di318 m s.l.m. (lo sbocco dell'emissario dellago di Nemi è a290 m s.l.m.).[19]
Dal punto di vista climatico il territorio rientra nel dominio delclima temperato mediterraneo con inverni miti, temperature autunnali superiori a quelle primaverili, estati ventilate. Nell'area deiColli Albani, dunque anche ad Ariccia, si presenta il fenomeno dettostau, che consiste nella riduzione del vapore acqueo nelle nuvole man mano che il terreno si alza. Perciò la piovosità maggiore si avrà sulle prime alture dei colli, rivolte verso il mare, verso sud sud-ovest, e la minore verso nord.Ariccia, trovandosi sulla traiettoria delle correnti umide tirreniche, risulta discretamente piovosa con 900 mm annui di precipitazioni.[20] I venti spirano prevalentemente da sud e da ovest, più raramente da nord e da est.
Normalmente la zona è battuta da venti discirocco elibeccio, ma talvolta compare anche ilponentino, vento caratteristico della zona diRoma. Durante l'inverno invece si ha la presenza ditramontana egrecale, il primo proveniente dalla vasta pianura dell'Agro Romano.
L'estate è calda e asciutta, l'inverno mite e piovoso senza, in genere, che vengano raggiunte temperatura eccessivamente basse. Ad Ariccia nevica piuttosto raramente e solo in presenza di un freddo generalizzato marcato. Inestate le temperature possono raggiungere i 35 °C con punte di 37 °C in casi rari.La temperatura non ha mai raggiunto i 40 °C.[senza fonte]
I dati seguenti si riferiscono all'anno2008 e sono stati rilevati presso la stazione meteorologica diGenzano di Roma situata nella frazione di Landi, a quota 210ms.l.m.:[21]
Il poeta latinoPublio Ovidio Nasone nel libro XV vv. 536-546 de "Le metamorfosi"[22] racconta come il figlio del mitico fondatore e primore di AteneTeseo, Ippolito, dovette fuggire dallaGrecia dopo essere stato accusato diincesto con sua madre Fedra, e si rifugiò perciò inItalia dove venne accolto dalla dea Artemide nel suo bosco sacro sito inLazio presso illago di Nemi suiColli Albani: la dea cambiò nome ad Ippolito chiamandolo Virbio (in lingua latina probabilmentevir bis, "due volte uomo", l'uomo nato due volte). La tradizione vuole che Virbio sia stato il fondatore diAricia, il cui toponimo deriverebbe dal nome della moglie indigena del fondatore, chiamata appunto Aricia.[23]
In alternativa, lo storiografo latinoGaio Giulio Solino al capitolo VII del suo "Collectanea rerum memorabilia"[24] sostiene che la città venne fondata da alcuni Siculi comandati da un certo Archiloco, dal quale deriverebbe il toponimo della città.
Aricia venne fondata in epoca imprecisata, senz'altro prima diRoma: l'erudito seicentescoFilippo Cluverio ipotizza (non si sa con quali fondamenti) la data del2752 a.C.,[25] mentre la tradizione antica ha fatto risalire la fondazione della città al figlio del mitico fondatore diAteneTeseo, Ippolito detto Virbio,[22] o al comandante siculo Archiloco.[24] In seguitoAricia fu un'importante città dellaLega Latina, teatro nel505 a.C. dellabattaglia di Aricia;[25][26] nel338 a.C., infine, disciolta definitivamente la Lega Latina,Aricia ottenne lacittadinanza romana.[25]
Il territorio aricino fu attraversato a partire dal312 a.C. dallavia Appia Antica, edAricia era la primamansio ("stazione di sosta") lungo la via Appia provenendo da Roma.[27] La decadenza della città è probabilmente da collocare dopo ilsacco di Roma del 410 da parte deiVisigoti diAlarico, anche se la vita cittadina continuò fino alla metà delV secolo.[28]
Con il progressivo abbandono diAricia andò consolidandosi il nuovo abitato posto sul colle dell'antica acropoli aricina, e del moderno centro storico: alla fine delX secolo l'abitato risulta sotto il dominio deiConti di Tuscolo, come gran parte deiColli Albani. Dopo la caduta in disgrazia dei Conti di Tuscolo e la distruzione della loro roccaforte,Tusculum, nel1191,[29] il feudo di Ariccia fu governato dalla famiglia Malabranca, che era probabilmente un ramo della famiglia dei Conti di Tuscolo originario diVelletri.[30] Ad ogni modo, nel1223 i Malabranca vendettero il feudo apapa Onorio III per 2000 provisini, ed Ariccia rimase probabilmente sotto il possesso dellaCamera Apostolica benché sia stata occupata brevementemanu militari dallafamiglia Savelli, che per legittimare il proprio possesso sul feudo millantarono una donazione del964 fatta dall'imperatoreOttone I di Sassonia in favore di Virginio Savelli.
Porta medioevale in una foto del 1870 ca
Nel Trecento Ariccia fu praticamente spopolata, e nel1399 il "tenimentum Ritiae" risulta annesso alla castellanìa diGenzano di Roma, anch'essa possedimento della Camera Apostolica. Nel Quattrocento si perdono le tracce del feudo, che nel1463 risulta sotto il "pieno dominio" dell'abbazia di Santa Maria di Grottaferrata.[31] Ilcardinale Giuliano della Rovere, eletto nel1503papa Giulio II, abate commendatario dell'abbazia criptense, nel1473 siglò con Mariano Savelli la permuta del "castrum dirutum" di "Ritiae" con le case in rovina,Vallericcia e tutte le attinenze e dipendenze in cambio delBorghetto di Grottaferrata:[32] iniziava così la dominazione feudale dei Savelli su Ariccia.
Mariano Savelli, nell'atto di permuta, si impegnò "ad costruendum [castrum Ritiae], aedificandum, reparandum" ("alla costruzione [del castello di Ariccia], edificazione, riparazione"):[33] ed in effetti nel corso del Cinquecento la popolazione di Ariccia aumentò fino a poco meno di 800 unità, superando addirittura la popolazione della vicinaAlbano Laziale,[34]sede vescovile suburbicaria. Nel1610 Paolo e Caterina Savelli firmarono e si impegnarono a rispettare gli "Statuti" della Comunità ariccina.[35]
I Savelli, che si trovavano in cattive condizioni economiche, furono costretti a vendere il feudo ariccino aiChigi nella persona del cardinaleFlavio Chigi, che agiva anche a nome dei fratelli Agostino e Mario e dello ziopapa Alessandro VII: la vendita fu conclusa il 20 luglio1661 per la somma di 358.000scudi pontifici.[41] L'antica casata dei Savelli si estinse con lo sfortunato Giulio Savelli, che oberato dai debiti fu costretto a vendere il feudo diAlbano Laziale allaCamera Apostolica nel1697.[42][43] I Chigi non tardarono a beneficare Ariccia con la loro munificenza: nel1662 Alessandro VII autorizzò la fiera di Galloro,[44] e tra il1661 ed il1665 fu completata la costruzione dellacollegiata di Santa Maria Assunta,[45] dipalazzo Chigi e degli altri edifici del complesso monumentale chigiano dipiazza di Corte.[46] Inoltre, i Chigi si impegnarono nella costruzione dellachiesa sconsacrata di San Nicola di Bari con l'attiguo collegio deipadri dottrinari[47] (già presenti ad Ariccia per l'istruzione superiore dei fanciulli dal1638)[48] e nell'ampliamento delparco Chigi[49] e delsantuario di Santa Maria di Galloro, con la costruzione dell'ultimacampata e della cupola rivestita di piombo.[50] Molti di questi lavori di abbellimento del feudo ariccino furono eseguiti daGian Lorenzo Bernini, e la collegiata costituisce un esempio paradigmatico dell'architettura barocca:[51] altre opere minori, come la chiesa sconsacrata di San Nicola ed il parco Chigi, furono eseguite rispettivamente dal fratello di Gian Lorenzo,Luigi Bernini, e daCarlo Fontana.
Dopo la turbolenta parentesi dellaRepubblica Romana (1798-1799) e dell'occupazione napoleonica, nel1816 iChigi rinunciarono al dominio feudale su Ariccia, pur conservandovi tutte le loro proprietà.
Papa Pio VI si era interessato al ripristino dellavia Appia, ed aveva avviato la bonifica dellePaludi Pontine fino aTerracina a questo scopo: l'opera, incominciata dapapa Pio VI nel1777,[52] fuportata a termine entro il1780:[53] alla medioevale via postale corriera traRoma eNapoli passante perMarino,Nemi eVelletri si sostituì nuovamente la più rettilinea via Appia. L'evento pose le basi per lo sviluppo commerciale diAlbano Laziale, Ariccia eGenzano di Roma, a scapito di Marino che finora era stata la stazione di posta privilegiata sulla via postale. Il tracciato originario della strada, tuttavia, per arrivare da Albano a Genzano evitava Ariccia con un lungo giro attorno aVallericcia, per evitare i forti dislivelli in entrata ed in uscita. Fupapa Gregorio XVI che, per ovviare all'inconveniente, incominciò la costruzione dei ponti di San Rocco e di Galloro e pose le basi per la costruzione delponte di Ariccia, iniziato nel1847 e completato nel1854 sotto il regno dipapa Pio IX.[46]
Nel1897 i contadini diAlbano Laziale ed Ariccia organizzarono una delle prime invasioni di terre delLazio,[54] occupando alcuni terreni a Santa Palomba e Cancelliera: nell'aprile dello stesso anno la lega contadina ariccina sollevò il problema delle case, che a dire delle stesse autorità locali esisteva, poiché c'era una sproporzione di rapporto tra le case abitate e gli abitatori: sicché si registrarono occupazioni delle seconde case e dei villini utilizzati dalla media borghesia per le vacanze estive, così numerosi ad Ariccia e nei dintorni.
Ilfascismo ebbe difficoltà ad insediarsi aiCastelli Romani,[55] e spesso dovette valersi di personaggi "riciclati" dal partito socialista, popolare o repubblicano: in reazione alle violenze fasciste a Genzano, Ariccia e Rocca di Papa si costituirono nuclei di "Arditi del Popolo",[56] ben presto sciolti dall'inettitudine delle stesse forze anti-fasciste.
Dopo lamarcia su Roma (28 ottobre1922) i fascisti presero baldanza, ed il 1º novembre assaltarono simultaneamente i municipi di Ariccia,Frascati,Monte Compatri eRocca di Papa, ma riuscirono ad ottenere subito solo le dimissioni della giunta repubblicana di Ariccia guidata da Ubaldo Mancini.[57] Benché i fascisti avessero dato pessima prova di sé con l'occupazione violenta del municipio, della palestra comunale e addirittura del cinema parrocchiale, i repubblicani ariccini pensarono di allearsi con loro: in seguito tuttavia i repubblicani ariccini si pentirono della scelta, e Vezio Mancini, figlio dell'ex-sindaco Ubaldo, fu iscritto al casellario politico centrale come "antifascista irriducibile".[57] Il "gagliardetto" di Ariccia venne inaugurato solo il 21 gennaio1923.[58]
Durante laseconda guerra mondiale, il centro storico fu bombardato per la prima volta il 1º febbraio1944:[59] durante la guerra i tedeschi fecero saltare ilponte di Ariccia e fu distrutto l'adiacente torrione dell'aggiunta settecentesca dipalazzo Chigi.
Conseguentemente alla distruzione del ponte venne realizzato un ponte provvisorio parallelo che attraversò, scempiandolo, ilparco Chigi per quasi tutta la sua lunghezza. Il ponte fu ricostruito dopo la seconda guerra mondiale, ma è crollato nuovamente nel1967: ricostruito, nel2009 l'amministrazione comunale ha lanciato l'allarme per la stabilità del viadotto, gravato dal traffico pesante in transito sullavia Appia Nuova,[60] ed ha promosso la pedonalizzazione del ponte e di piazza di Corte creando una tangenziale alternativa, proposta che ha scatenato vivaci polemiche tra i residenti nell'area proposta per il passaggio della tangenziale.[61]
Originariamente, la Comunità ariccina utilizzava come proprio stemma solo le lettere "AR" inscritte in una circonferenza:[62] poi il 4 agosto1613 un pubblico consiglio decretò di utilizzare come stemma l'immagine di una donna "moglie del re stesso edificatore di questa Terra anticamente città detta Aritia".[62] Lo stemma raffigurerebbe la leggendaria Aricia, moglie dell'altrettanto leggendario fondatore diAricia Ippolito detto Virbio. Tuttavia, già nel Settecento si era persa memoria di ciò, e si pensava che la donna rappresentata nello stemma fosse in realtà la ninfaEgeria,[62] mitologica compagna del secondore di RomaNuma Pompilio, legata allago di Nemi, presso cui la deaDiana avrebbe concesso alla ninfa affranta di ritirarsi dopo la morte di Numa, tramutandola in una fonte d'acqua.
La descrizione ufficiale redatta dalla Regia Commissione Araldica il 25 marzo1939 opta per la ninfa Egeria, e così descrive lo stemma comunale:[63]
«Campo di cielo, alla ninfa Egeria in maestà coronata e recante nella destra lo scettro, nella sinistra un mazzo di tre fiori movente dalla punta; il tutto al naturale.»
Pur tuttavia, il colore porpora nel quale è avvolta la divinità femminile, e la prevalenza assoluta del culto di Anna Perenna, celebrato alle idi di marzo, e annoverato da Ovidio (neiFasti) tra i massimi culti della Latinitas, lascia oggettivamente propendere per l'identificazione con la Diva Anna, sorella di Didone.
Ilgonfalone comunale invece è così descritto nello statuto comunale:[63]
«Drappo di stoffa di colore cremisi, bianco e azzurro, caricato della stemma civico sormontato dall'iscrizione in oro "Comune di Ariccia".»
Ilmotto contenuto nello stemma, èUniversitas nobilis et vetustae terrae Ariciae ("Università della nobile ed antica terra di Ariccia").[62]
Con D.P.R. del 10 febbraio 2015 lo stemma è stato modificato con l'aggiunta degli ornamenti esteriori da Città.[64]
«Stemma di cielo, alla ninfa Aricia in maestà, d'argento, tenente con la mano destra lo scettro posto in palo, dello stesso, capelluta e coronata d'argento, vestita da matrona romana con lastola e lapalla, dello stesso. Sotto lo scudo, su lista bifida e svolazzante, d'oro, la scritta, in lettere maiuscole, di nero,Universitas nobilis et vetustae terrae Ariciae. Ornamenti esteriori da Città.»
Collegiata di Santa Maria Assunta. La collegiata è il principale luogo di cultocattolico di Ariccia, e l'attuale edificio venne costruito tra il1664 ed il1665 su progetto dell'architettoGian Lorenzo Bernini, grazie all'interessamento dipapa Alessandro VII e di suo nipote, il cardinaleFlavio Chigi.[45] L'architettura di questa chiesa, una delle più famose attrazioni turistiche deiCastelli Romani, è volutamente ispirata alPantheon di Roma,[65] ed è stata definita "esempio paradigmatico dell'architettura barocca". Gli stucchi dell'interno della cupola sono diAntonio Raggi:[66] all'interno, sono conservate opere di Jacques Cortois detto "il Borgognone", Raffaele Vanni, Ludovico e Giacinto Gimignani, Bernardino Mei ed Alessandro Mattia da Farnese.[66]
Chiesa di Santa Maria Assunta. La chiesa è il principale luogo di culto della località Fontana di Papa, presso la parte ariccina diCecchina, situata lungo lastrada statale 207 via Nettunense. La parrocchia conta circa 2 500 abitanti.[70]
Chiesa sconsacrata di San Nicola di Bari. La chiesa, costruita nel1665 su progetto di Luigi Bernini,[47] fratello del più noto Gian Lorenzo attivo in quello stesso periodo al complesso monumentale chigiano, ed affidata allaCongregazione dei Padri della Dottrina Cristiana, sorge nel sito dell'antica collegiata, sostituita dalla nuova collegiata berniniana: l'antica chiesa risaliva probabilmente addirittura alX secolo.[71] Dal2008 la chiesa, sconsacrata, ospita uno spazio teatrale comunale.[72]
Locanda Martorelli già Casino Stazi, nota per gli affreschi eseguiti daTaddeo Kuntze relativi alla storia mitica della fondazione di Ariccia, fu un'importante tappa di grandi artisti e viaggiatori delGrand Tour. Appartenuta alla famiglia di Angela Cameresi dal primo decennio del XX secolo sino alla metà degli anni '70; al 1998 è proprietà del Comune di Ariccia.
Sono stati rinvenuti diversi tratti delle mura difensive dell'anticaAricia, sia dalla parte dell'acropoli (due cortine parallele in blocchetti dipeperino con terrapieno interno)[76] che dalla parte diVallericcia (muratura inopera quadrata).[76] Le mura antiche, già esistenti nelV secolo a.C., vennero probabilmente rifatte nelIII secolo a.C. (con l'inclusione del sobborgo cresciuto nel frattempo lungo lavia Appia Antica) e nelII secolo a.C. con la costruzione di una porta d'accesso verso sud-est:[76] tuttavia alla fine del periodo repubblicano la loro efficienza doveva essere già stata compromessa da nuove costruzioni civili addossate alle mura stesse.[76]
L'abitato moderno di Ariccia non è dotato di alcuna opera difensiva,[77] ma semplicemente circondato da case sufficientemente protette dal forte pendio del colle, almeno su tre lati. Due erano le porte d'accesso al paese:
Porta Napoletana; già rifatta ed allargata daiSavelli nel1642,[77] l'aspetto attuale, su disegno diGian Lorenzo Bernini, le venne dato daiChigi immediatamente dopo che ebbero acquistato il feudo, nel1661. Fu il principale accesso al paese fino alSettecento: dal piazzale adiacente alla porta si gode una spettacolare panoramica a 360° suVallericcia.
Porta Romana oPortella; a causa delle sue piccole dimensioni, venne murata nel1642 ed in tale stato rimase fino all'Ottocento.
Altre fortificazioni minori insistenti sul territorio ariccino sono l'antico castello diMalafitto, ai confini settentrionali del comune presso ilconvento di Santa Mariaad Nives di Palazzolo, menzionato per la prima volta nel1294 e passato in proprietà delle famiglie Conti, Savelli e Chigi[78] e le torri di Cancelliera e Montagnano.
A dire dell'erudito settecentesco Emanuele Lucidi un tempo ancheCastel Savello sarebbe stato sottoposto alla giurisdizione ariccina, maattualmente[quando?] esso risulta incluso nel territorio comunale diAlbano Laziale.[79]
Il complesso monumentale chigiano di piazza di Corte,oggi[quando?] denominata piazza della Repubblica, è una delle più importanti attrazioni turistiche dei Castelli Romani, luogo conosciutissimo anche grazie a numerosi film e videoclip e simbolo del comune. Sulla piazza, rettangolare, si aprono lacollegiata di Santa Maria Assunta ed i casini laterali che ne rappresentano la continuazione visiva orizzontalmente (Gian Lorenzo Bernini,1663-1665),palazzo Chigi e porta Napoletana (Gian Lorenzo Bernini eCarlo Fontana1661-1672, espanso per volere di Augusto Chigi nel1740),[74] e le pittoresche anche se snaturanti aggiunte ottocentesche delponte di Ariccia (Giuseppe Bertolini1847-1854) e del ponte di San Rocco.[46] La piazza si articola come un triangolo il cui vertice è posto all'interno del cortile di palazzo Chigi, in direzione delparco Chigi.[46]
Il sito archeologico più importante del territorio comunale sarebbe rappresentato dall'area della città latina e poi romana diAricia, situato nell'area diVallericcia più prossima all'attuale centro abitato: il sito archeologico tuttavia non è ben determinato, e parte dei reperti rinvenuti è andata perduta in tre secoli di scavi accidentali o programmati.
L'area dell'antica città doveva estendersi probabilmente anche sull'attuale centro storico, poiché nel1892 furono rinvenuti alcuni tratti delle mura a nord-est in blocchi parallelepipedi inpeperino oltre porta Napoletana, in via Antonietta Chigi.[76] Altri tratti di mura sono stati rinvenuti in Vallericcia sul lato sud-ovest dell'abitato:[76] a sud-est, lungo lavia Appia Antica, si apre una porta adarco a tutto sesto larga 4.30 metri frutto di un rifacimento delle mura delII secolo a.C.[80] Lungo l'antico tracciato della via Appia si trovava probabilmente la parte più vitale dell'antica città: vi si trovano infatti i resti dellamansio, la "stazione di sosta" posta ad un giorno di viaggio daRoma, comunemente chiamati "l'Osteriaccia",[80] e a 60 metri a nord dellaregina viarum i resti di un tempiotuscanico dietà repubblicana largo circa 15 metri per 18, databile al II secolo a.C.[80] Il rudere più notevole dell'antica città è la sostruzione della via Appia, che permetteva alla strada di superare il forte dislivello tra Vallericcia e Colle Pardo verso l'attualeGenzano di Roma: dell'opera, realizzata inopus quadratum riempito diopus caementicium, restanooggi[quando?] solo 198 metri di lunghezza per un'altezza massima di 11.5 metri dei 231 metri di lunghezza e 13 di altezza originari.[81]
Fuori dall'area dell'antica città, sono state ritrovate dueville romane, la prima scavata nel1919 in località Quarto Le Cese, presso Fontana di Papa, e la seconda nel1976 in localitàMonte Gentile, quest'ultima attribuita all'imperatoreVitellio.[82] Inoltre, in località Casaletto, pressoCecchina, nel1927 furono rinvenuti diversi bustifittili femminili.[82]
Il parco ed il palazzo Chigi dal ponte di Ariccia.
Una piccola parte del territorio comunale di Ariccia è inclusa nel perimetro delParco Regionale dei Castelli Romani, ente di tutela ambientale regionale istituito nel1984 dallaRegione Lazio nell'area deiColli Albani. In origine, l'intero territorio comunale era situato all'interno del parco (legge regionale nº 2 del 13 gennaio1984),[83] ma già il 28 settembre1984 le aree assegnate al parco furono drasticamente ridotte,[84] per ovvi motivi legati all'espansione edilizia futura dei centri abitati inclusi. Gli attuali confini del parco, stabiliti nel1998, sono più vasti dei confini precedenti.[85]
La principale area di verde pubblico è ilparco Chigi, la tenuta di caccia deiChigi attigua apalazzo Chigi dal 1988 acquisita dal Comune di Ariccia. L'estensione attuale dell'area verde è di ventotto ettari,[86] ma all'inizio dell'Ottocento aveva raggiunto l'estensione massima di 274 ettari.[87]
La particolarità del parco Chigi è che la scrupolosa tutela esercitata dai Chigi ha evitato (fino al secondo dopoguerra) la contaminazione tra l'originaria flora deiColli Albani (formata daquerce,tigli edaceri) ed ilcastagno, introdotto per ragioni economiche tra il Seicento ed il Settecento.[88]Attualmente[quando?], il parco si presenta caratterizzato in gran parte come un bosco dilecci elatifoglie.[89]
Negli ultimi anni si è assistito ad un netto aumento della popolazione di cittadinanza non italiana residente ad Ariccia. Al 31 dicembre2007 essa ammontava a 1 122 individui,[105] più del doppio rispetto a quella del2003. Degli stranieri residenti, 466 erano maschi e 656 femmine;[105] i minorenni erano 232, di cui 149 nati inItalia;[105] le famiglie con almeno un elemento straniero erano 565, di cui 411 con almeno il capofamiglia straniero.[105]
Al 31 dicembre 2023 la popolazione straniera era di 1491 persone, pari all'8,28% della popolazione.[106]
Lalingua italiana è l'unica lingua ufficiale di Ariccia, dato che non esistono sul territorio presenze di stanziamenti tali da giustificare l'esistenza di una minoranza linguistica. Ildialetto ricciarolo è uno deidialetti dei Castelli Romani afferenti al gruppo deidialetti mediani: tuttavia è sempre meno parlato a causa dell'attuale tendenza generale all'espansione deldialetto romanesco un po' in tutta l'area metropolitana diRoma e soprattutto nel quadrante meridionale dellaprovincia di Roma.[107]
Il territorio comunale è ripartito in tre parrocchie: la parrocchia dellacollegiata di Santa Maria Assunta, con circa 7 500 abitanti,[111] ilsantuario di Santa Maria di Galloro,attualmente[quando?] accorpata alla parrocchia della collegiata, con circa 3 000 abitanti,[112] e la parrocchia della chiesa di Santa Maria Assunta a Fontana di Papa, con circa 2 500 abitanti.[70]
GiudaismoDal periodo medioevale al Seicento è attestata la presenza ad Ariccia di unacomunità ebraica. Il canonico e storico ariccino Emanuele Lucidi ipotizza che i primi ebrei giunsero adAricia dopo la morte diSimon Mago,[116] che secondo la leggenda morì in città per le ferite riportate aRoma nella sfida dilevitazione consan Pietro. Nell'archivio dellaBasilica di Santa Maria in Via Lata aRoma il Lucidi vide un atto di donazione del1235, da parte di una"Ebrea vidua religiosa" alla Chiesa di San Nicola in Ariccia.[116] Nonostante labollaHebraeorum gens, promulgata dapapa Pio V nel1569, ordinasse l'allontanamento delle comunità ebraiche da tutte le città delloStato della Chiesa (eccettoRoma,Ancona edAvignone),[116] sembra che ad Ariccia la comunità ebraica continuò a risiedere fino all'inizio del Seicento.[116]
Il 14 dicembre1597 ilcardinale Silvio Savelli e sua cognata Artemisia Savelli tennero a battesimo nellaCollegiata di Santa Maria Assunta"Lucia figliuola d'Isacco hebreo, di Lucia sua consorte".[117] Un atto di successione del1603, controfirmato dal governatore di Ariccia, viene firmato"actum in domi sopradicti Moisi in Aricia":[117] dunque gli ebrei continuavano a possedere beni ad Ariccia, come confermato da una deposizione del1608, fatta da"Belladonna uxor Rubini de Castro Cynthiani hebrea", dalla quale emerge che l'ebreo Elia Capone non solo possedeva una casa di propria abitazione ad Ariccia, ma affittava un'altra casa ad altri ebrei.[117] Infine, il Lucidi afferma che ancora alla fine del Settecento presso ilghetto di Roma alcuni ebrei venivano chiamati "dell'Ariccia" per cognome,[117] cognome del restoancora oggi[quando?] piuttosto diffuso.
Donne ariccine in costume d'epoca durante lafesta della Pentecoste in localitàGalloro
Festa della Signorina. Durante lapeste del 1656 Ariccia fu risparmiata dal flagello, anche in conseguenza del suo relativo isolamento: gli ariccini tuttavia attribuirono la grazia alla Madonna di Galloro, e si iniziò a celebrare una solenne festa presso ilsantuario di Santa Maria di Galloro, fissata per la prima o la seconda domenica diAvvento.[118] A partire dal1668, quandopapa Clemente IX istituì la festa dell'Immacolata Concezione, la data della festa venne spostata all'8 dicembre, festa appunto dell'Immacolata Concezione:[119]ancora oggi[quando?] questo evento viene celebrato e prende il nome di "festa della Signorina".[120]
Festa dellaMadonna di Galloro. Il giorno diPentecoste si celebra la festa vera e propria della Madonna di Galloro, nella giorno della consacrazione del santuario avvenuta nel1633.[121] In questa circostanza si tiene la fiera di Galloro, autorizzata dapapa Alessandro VII nel1662[44] ed ancora celebrata.
L'ospedale specializzato regionale "Luigi Spolverini", struttura specializzata per la cura dei motulesi, è stato fondato nel1909 con i contributi della principessa Antonietta Chigi: nel1936 l'ospedale diventò il principale centro di riferimento nazionale per la cura dellapoliomielite.[122]
Nel 2013 sono iniziati in località Fontana di Papa i lavori per la costruzione delPoliclinico dei Castelli Romani che andrà a servire, date le grandi dimensioni, l'intera area dei castelli romani e dell'agro comprese Pomezia, Ardea e Aprilia. Per questo la realizzazione del policlinico prevederebbe la chiusura di tre ospedali castellani, il "San Giuseppe" diAlbano Laziale, lo storico "Spolverini" di Ariccia ed il "De Sanctis" diGenzano di Roma, e la revisione dei trasporti con l'apertura di una stazione del treno a Montegiove e linee bus da tutti castelli e da Ardea fino a Fontana di Papa.
Alla fine del 2018, il Policlinico dei Castelli Romani, è stato inaugurato e ha ricevuto il primo paziente.
Ilreddito medio dichiaratopro capite nel comune di Ariccia ammonta a 21.215 euro (2005): il 19% della popolazione dichiara tra 10.000 e 15.000 euro (per un importo percentuale dell'10%), il 21% tra 15.000 e 20.000 (per un importo percentuale del 15%), il 17% tra 20.000 e 26.000 (per un importo percentuale di 17%), solo l'1.1% della popolazione dichiara oltre 100.000 euro (per un importo percentuale dell'8%) e lo 0.7% meno di 1000 euro (per un importo percentuale pari allo 0%).[123]
Il Comune di Ariccia è uno dei sedici comuni aggregati nelsistema bibliotecario dei Castelli Romani, che si ripropone di creare una rete tra le biblioteche deiCastelli Romani. Presso il centro storico di Ariccia è attivo da alcuni anni unPunto Prestito Interbibliotecario Comunale,[124] che ha sede presso il centro Informagiovani e permette di consultare il catalogoon-line di tutte le biblioteche della zona.Inoltre, nel novembre2002 il SBCR ha firmato una convenzione con il Circolo Didattico di Ariccia per aprire al pubblico laBiblioteca Scolastica "Pinocchio".[125]
PressoPalazzo Chigi inoltre è conservata laBiblioteca Chigi, che raccoglie interessanti opere settecentesche e introvabili copie di opere di storiografia locale.[126]
Il canonico ariccino Emanuele Lucidi, autore delleMemorie storiche dell'illustrissimo municipio ora terra dell'Ariccia, e delle sue colonie di Genzano e Nemi, afferma che i documenti comunali più antichi che era riuscito a reperire risalivano al1602:[127] tuttavia solo in una seduta delconsiglio comunale del 24 novembre1647 venne stabilito di creare un archivio comunale e di raccogliere tutti questi documenti e le deliberazioni reperibili all'interno di un unico locale,[127] decisione messa in atto solo nel1652.[127]
Dal 2018 è attiva la biblioteca Somebody's Knocking del centro culturale protestante Martin Luther King, specializzata in storia dei diritti civili, storia del cristianesimo, storia degli Stati Uniti d'America, teologia protestante,[128] dal 2024 è parte del Polo Bibliotecario della Regione Lazio.[1]
IlLiceo classico statale sperimentale James Joyce invia ogni anno una selezione di studenti meritevoli del quarto anno a fare unostage presso i Laboratori Nazionali di Fisica diFrascati, dove i ragazzi entrano in contatto con l'ambiente della ricerca ad alto livello sotto la guida di tecnici e ricercatori.[129]
Ad Ariccia ha sede unaUniversità popolare della Terza Età, ubicata presso porta Napoletana, accanto aPalazzo Chigi. Tra i corsi che vi si svolgono ci sonoStoria dell'Arte,Storia Contemporanea eGeografia. L'istituzione culturale ha il patrocinio del Comune di Ariccia.[130]
Il polo museale più importante di Ariccia è il complesso monumentale diPalazzo Chigi, dal1988 di proprietà comunale, all'interno del quale sono ospitati diversi percorsi museali.
La più importante raccolta museale del palazzo è laCollezione Chigi,[131] composta da dipinti, sculture, decorazioni, arredi e suppellettili raccolte nel palazzo dai principi Chigi nei quattrocento anni della loro permanenza nella residenza. Tra la fine deglianni novanta e il Duemila la collezione Chigi si è arricchita di nuove opere d'arte, radunate nell'autunno2007 nelMuseo del Barocco,[132] composto dallaCollezione Fagiolo[133] -raccolta dal critico d'arte Maurizio Fagiolo dell'Arco- e dalle donazioni di Luigi Koelliker.
Ad Ariccia sono diffusi giornali locali a pagamento, il più diffuso èNuovo Oggi Castelli. Numerosi anche i giornali localifree-press, tra cuiCinque Giorni, stampato aColleferro e che è molto diffuso nel quadrante meridionale dellaprovincia di Roma. Altri giornalifree-press sonoControluce, stampato aFrascati,La Voce dei Castelli, stampato aMarino, e la rivistaVivavoce, organo delSistema Bibliotecario dei Castelli Romani.
Ad Ariccia viene stampata da alcuni anni la rivistaCastelli Romani: vicende - uomini - folclore, fondata aRoma nel1956 dal "romanista" Vincenzo Misserville.
L'amministrazione comunale di Ariccia pubblica dal2006Aricia, organo ufficialefree-press del Comune di Ariccia. Le parrocchie dellacollegiata di Santa Maria Assunta e delsantuario di Santa Maria di Galloro invece hanno un loro proprio organo ufficialefree-press,7 giorni, con uscita a cadenza domenicale.
Ariccia inoltre è stata sede di numerose riprese per le tre stagioni della serie televisiva "Caterina e le sue figlie" conVirna Lisi eIva Zanicchi, andate in onda dal dicembre 2005 e il marzo 2010.
Tra il maggio e l'ottobre2008 il Comune di Ariccia ha patrocinato l'iniziativaIl perCorso dell'Arte, organizzata dall'omonima associazione lungo il rinnovato corso Giuseppe Garibaldi:[134] l'evento consiste in un'esposizione di opere d'arte all'aperto, con la presenza di artisti ed artigiani all'opera.
Presso l'auditorium della sede centrale del Liceo Linguistico e delle Scienze Umane "James Joyce" si tiene ogni anno una rassegna teatrale molto ricca[135] composta sia da spettacoli interpretati da alunni della scuola stessa e di altre scuole del territorio che da spettacoli interpretati da attori professionisti. Tra gli altri, si sono esibiti presso il JoyceUlderico Pesce[136] eRolando Ravello.[137] Gli eventi teatrali in questione sono patrocinati dal Comune di Ariccia e dallaProvincia di Roma.
Nell'estate2008 il Comune di Ariccia ha organizzato l'Estate Teatrale Ariccina,[138][139] con la partecipazione di professionisti del teatro. Inoltre, nel novembre dello stesso anno è stato inaugurato uno spazio teatrale comunale nellachiesa sconsacrata di San Nicola di Bari.[72]
L'architettura della scenograficapiazza di Corte con gli edifici che vi prospettano, la verticalità delponte di Ariccia o il vasto panorama che si gode dal centro storico hanno attirato nel corso degli anni numerosi registi etroupe da tutto il mondo. Lalocation ha fatto da sfondo al filmBuonasera, signora Campbell, anche se Ariccia veniva presentata con il nome di finzione diSan Forino.[140]
Il film più celebre girato in parte ad Ariccia èIl Gattopardo (1963), per la regia diLuchino Visconti: tuttavia la scena probabilmente più nota del film, quella del ballo, è stata girata negli ambienti diPalazzo Valguarnera-Gangi a Palermo, mentre gran parte degli esterni furono girati nell'appositamente restaurata residenza palermitana divilla Boscogrande.[141] La scena più importante girata negli interni dipalazzo Chigi è stata quella del dialogo traBurt Lancaster edAlain Delon (quello del "se vogliamo che tutto rimanga com'è, bisogna che tutto cambi ").
Nella piazza principale di Ariccia è stato girato quasi interamente il video musicale del brano "I Belong to You" cantato dalla celebre Pop-StarAnastacia e dal cantante italianoEros Ramazzotti.
Alcune delle caratteristiche fraschette in Via dell'Uccelliera.
La cucina ariccina non si distingue di molto dallacucina romana, ma il prodotto culinario più conosciuto del comune è laporchetta, affiancata da altri prodotti meno caratteristici come il vino bianco, la mozzarella di bufala. Ariccia è anche uno dei pochi comuni deiCastelli Romani dove ancora esistono in gran numero le caratteristichefraschette, che attirano un gran numero di frequentatori daRoma e dall'area castellana.
Sagra della porchetta. La sagra dellaporchetta si svolge la prima domenica di settembre a partire dal1950: il programma prevede esibizioni musicali, allestimento di stand e mostre.[144]
Il centro storico di Ariccia ha una forma vagamente tondeggiante, a somiglianza dell'altopiano su cui si trova. In età antica è verosimile che in questo sito sorgesse l'acropoli diAricia, oppure un insediamento di età pre-romana che poi gradatamente "scivolò" versoVallericcia attirato dallavia Appia Antica. Lo sviluppo dell'abitato come lo conosciamoattualmente[quando?] iniziò alla fine del Quattrocento: il centro del paese, indicato dalla collegiata e dal palazzo baronale, doveva trovarsi in prossimità dell'attuale porta Romana. In seguito all'abbandono di questa porta decretato per ragioni di sicurezza in occasione dellaguerra di Castro (1641-1649)[147] è plausibile che l'abitato iniziò ad espandersi verso nord-est lungo la direttrice di corso Giuseppe Garibaldi, al termine del quale i Savelli già alla fine del Cinquecento si erano fatti costruire un palazzo presso porta Napoletana (che diventò in seguitopalazzo Chigi).
Ma fu dopo l'acquisto del feudo da parte deiChigi nel1661 che iniziò il vero sviluppo urbanistico di Ariccia in senso moderno:Gian Lorenzo Bernini progettò la scenografia barocca dipiazza di Corte,[46] ed incaricò il fratello Luigi Bernini di chiudere il rettilineo di corso Garibaldi con la progettazione dellachiesa sconsacrata di San Nicola di Bari.[47] La disposizione berniniana di piazza di Corte, che diventò il centro religioso e politico del paese, fu in parte modificata con il raddoppiamento di palazzo Chigi nel1740,[74] la risistemazione dell'aspetto dei casini e del portico d'ingresso della collegiata ad opera di Sigismondo Chigi nel1771 e soprattutto con la rottura dell'isolamento di Ariccia attraverso il ponte di San Rocco ed ilponte di Ariccia (1847-1854).[46]
Una nuova espansione dell'abitato si ebbe all'inizio del Novecento, con la costruzione di villini residenziali di villeggiatura, e poi nel secondo dopoguerra, con la nascita di aree residenziali medio-borghesi. Ilpiano regolatore generale del comune fu approvato dallaRegione Lazio il 22 luglio1977.[148]
Cancelliera. Parte di questa località appartiene al comune di Ariccia, mentre il resto ricade nel comune diAlbano Laziale: vi si trova la grande ed importante zona commerciale ed industriale denominata Cancelliera-Quarto Negroni (perché nell'Ottocento fu proprietà della famiglia romana dei Negroni, successivamente stanziatisi aiCastelli Romani), nota anche per lo stabilimento dismesso della Pork's House, realizzato nel1966 per la produzione diporchetta e chiuso alla fine degli anni ottanta, nel1991 vendutoall'incanto dal tribunale di Velletri.[149] La località è inoltre servita con unastazione ferroviaria dallaferrovia Roma-Velletri.
Cecchina. Questa località, appartenente solo in parte ad Ariccia e per la maggior parte ricadente nei comuni di Albano Laziale edArdea, deve il proprio toponimo a monsignor Sebastiano Cecchini, che alla fine del Seicento si fece costruire un casale in prossimità del chilometro 20 dellavia Nettunense:[150] lo sviluppo moderno della popolosa frazione è legato alla creazione alla fine dell'Ottocento di uno snodo ferroviario importante attivo fino agli anni trenta.Oggi[quando?] Cecchina è servita da una stazione ferroviaria della ferrovia Roma-Velletri, ed ha più volte manifestato (assieme all'altra popolosa frazione albanense diPavona) spinte autonomistiche dai tre capoluoghi per via della sua raggiunta importanza e della numerosa popolazione.[151]
Galloro. Popolosa località residenziale posta lungo lastrada statale 7 via Appia Nuova in prossimità dell'omonimo santuario mariano, deve ad esso la propria notorietà. Il toponimo è da riferirsi ad una probabile corruzione di un antico toponimo latino "vallis aurea" ("valle dorata"), benché la località si trovi su un'altura a dominio di Vallericcia e del tracciato dellavia Appia Antica.
Monte Gentile. Rinomata località residenziale posta a nord-est del centro storico, ospita i moderni servizi del comune (il PalAriccia ed il PalaKilgour, illiceo classico statale sperimentale James Joyce e, più a valle verso il centro storico, il cimitero e lo stadio comunale).
Vallericcia. La località si trova nell'omonima valle ai piedi del centro storico: vi si svolge gran parte della produzione agricola del territorio ariccino, in gran parte soffocata dalla moderna crescita delle piccole industrie. Proprio in un ex-fabbrica di scarpe si trova il plesso scolasticoattualmente[quando?] utilizzato come sede succursale del liceo classico sperimentale statale James Joyce.
L'Ariccia Calcio è stata costituita nel1988 in seno alla Polisportiva Comunale.[157] La squadra è affiliata allaSocietà Sportiva Lazio, e nell'ottobre1995 gli allievi provinciali classe1995 della squadra sono stati sponsorizzati dai due calciatori biancocelestiTommaso Rocchi eGaby Mudingayi.[158] Attualmente milita inPromozione.
All'interno della Polisportiva Comunale, è operativa l'associazione sportiva Futsal Ariccia Calcio a 5.[157] Un'altra realtà ariccina per ilcalcio a 5 è stata la Carlisport Calcio a 5, attiva sempre all'interno della Polisportiva Comunale[159] e arrivata a conquistare la promozione in Serie A2 prima di essere assorbita dallaCogianco Genzano Futsal.
Dal1986/1987[161] è operativa (dal1988 all'interno della Polisportiva Comunale) l'associazione sportiva Libertas Volley Ariccia.[157][162] Nel campionato2008/2009, la Libertas Ariccia milita in Serie C maschile ed in Serie C femminile.
Il Club Scherma Ariccia,[163] inserito nella realtà della Polisportiva Comunale,[157] nasce nel1997. Il Club in poco più di dieci anni ha vinto quindici titoli nazionali, due Coppe Italia e quarantanove titoli regionali.[164]Ad oggi[quando?] inoltre vanta ben quattro atleti nelle squadre nazionali juniores ed uno in quella maggiore.
Una delle società non più ospitate nella realtà della Polisportiva Comunale è l'A.S.D. Ariccia Rugby,[157][165] che ha militato nelle stagioni dal 1993 al 2009 nel campionato di Serie C maschile, nel quale oggi è presente come A.S.D Campoleone Lanuvio Rugby.
Asd Castelli Romani, che nel 2024 ha militato in serie C "Girone 6 – C.R. Lazio" con la squadra maschile[166], e inserie A2 - girone sud, con quella femminile.[167]
^S. Ciccacci, L. D'Alessandro, L. Davoli, G.B. La Monica, E. Lupia Palmieri,Caratteristiche Climatiche, Geomorfologiche, Sedimentologiche e Idrogeologiche in Vincenzo Carunchio (ed.),Valutazione della Situazione Ambientale del Lago di Nemi, Roma: Università degli Studi di Roma "La Sapienza" e Provincia di Roma, 1987, pp. 17-45.
Mariano Fabio,Ireneo Aleandri (1795-1885). L'Architettura del Purismo nello Stato Pontificio, Milano, Edizioni Electa, 2004, p. 255,ISBN88-370-2242-5.
Giovanni Antonio Ricci,Memorie storiche dell'antichissima città di Alba Longa e dell'Albano moderno, Roma, Giovanni Zempel, 1787, p. 272. ISBN non esistente
Emanuele Lucidi,Memorie storiche dell'antichissimo municipio ora terra dell'Ariccia, e delle sue colonie di Genzano e Nemi, Iª ed., Roma, Tipografia Lazzarini, 1796. ISBN non esistente
Antonio Nibby,vol. I, inAnalisi storico-topografico-antiquaria della carta de' dintorni di Roma, IIª ed., Roma, Tipografia delle Belle Arti, 1848, p. 546. ISBN non esistente
Giuseppe Boero,Istopria del santuario della Beatissima Vergine di Galloro, IIIª ed., Roma, Civiltà Cattolica, 1863. ISBN non esistente
Renato Lefevre,Aricia. inIl Lazio antico dalla protostoria all'età medio-repubblicana, Atti del corso di archeologia tenutosi presso il Museo Civico di Albano nel 1982-1983, a cura di Pino Chiarucci, Paleani Editrice, 1986, Roma.