Antichissima città di origineetrusca, fu sede della più anticauniversità dellaToscana, una delle prime inEuropa. È nota per la celebreGiostra del Saracino e per essere il luogo natale di numerosi personaggi di alto rilievo storico.
Lacittà di Arezzo è situata nella parte settentrionale della Valdichiana; i due torrenti che l’attraversano, il Castro e il Vingone, si gettano nel Canale Maestro della Chiana, che ripercorre l’alveo dell’antico fiume Clanis. Direttamente a nord della città ha inizio ilCasentino, che è la valle percorsa dal primo tratto dell'Arno; a nord-ovest si trova laValdarno superiore, sempre percorsa dall'Arno nel tratto che scorre fra Arezzo eFirenze. Tramite l'agevolevalico del Torrino, lavalle del Cerfone e il passo della Scheggia si ha accesso a nord-est alla quarta vallata, laValtiberina, percorsa dal primo tratto delTevere, fiume che scorre vicino ad Arezzo.
Il clima della città di Arezzo e delle zone limitrofe presenta le caratteristiche di continentalità più accentuate di tutta laToscana, vista la posizione a cavallo tra ilValdarno e laVal di Chiana con la dorsale appenninica nelle relative vicinanze.[senza fonte]
Secondo laclassificazione dei climi di Köppen il clima della città di Arezzo appartiene al gruppo Cfa (clima subtropicale umido), anche se secondotaluni[chi??] vista l’estrema vicinanzaappenninicaborderline[non chiaro] con il clima del gruppo Cfb (clima oceanico) in quanto la temperatura media del mese più caldo è soltanto di poco superiore a22 °C (22,1 °C secondo la media 1971–2000).Le precipitazioni presentano un carattere irregolare, perché la zona può essere influenzata sia dalle correnti umide atlantiche che da quelle secche continentali provenienti da settentrione e da oriente.[senza fonte]
L'escursione termica risulta elevata sia nei valori giornalieri che annui. La neve in inverno non è rara e la media storica si aggira intorno ai20 cm annui ma fra il2001 al2012 l'accumulo medio annuo è sceso a8,25 cm in base ai rilevamenti effettuati alla stazione meteorologica dell'Aeronautica Militare.[senza fonte]
Il nomeArezzo ha radici antiche, risalenti al periodo etrusco-romano. Si ritiene che il nome derivi dal termine etruscoAritim, che potrebbe significareelevato ofortezza.
Secondo lamitologia etrusca, Arezzo sarebbe stata fondata dalla deaArtume, dea della notte, della luna, della morte, della natura, delle foreste e della fertilità, fondatrice di Arezzo identificabile con la dea grecaArtemide o con la dea romanaDiana.
Arezzo sorse in epoca pre-etrusca in una zona abitata fin dallapreistoria, come dimostra il ritrovamento di strumenti di pietra e del cosiddetto "Uomo dell'Olmo", risalente alPaleolitico, avvenuto nei pressi della frazione dell'Olmo durante i lavori di scavo di una breve galleria della linea ferroviaria Roma-Firenze nel1863.
La zona posta nella parte nord della Valdichiana dove confluisce il Casentino e il Valdarno, è infatti passaggio naturale per chi voglia attraversare l'Appennino. Si ha notizia poi di insediamenti stabili di epoca pre-etrusca in una zona poco distante dall'attuale area urbana, il colle di San Cornelio, dove si sono rinvenute tracce di una cinta muraria di difficile datazione poiché sovrimpresse dalle poderose mura romane.L'abitato etrusco sorse invece sulla sommità del colle di San Donato, occupata dall'attuale città. Si sa che la Arezzo etrusca, chiamataAritim (latinoArretium), esisteva già nelIX secolo a.C.
Arezzo fu poi una delle principali cittàetrusche insieme a Cortona, Chiusi e Orvieto all’interno della Valle del Clanis e molto probabilmente sede di una delle 12 lucumonie. Sicuramente la Valle del Clanis per gli Etruschi aveva un ruolo preminente vista l’importanza delle quattro città che vi si trovavano, prova è anche il fatto che i cosiddetti “giochi pan etruschi” si svolgevano presso la rupe di Orvieto che sovrastava la confluenza del Clanis sul Tevere. In quel punto il Tevere aumentava enormemente la sua portata ricevendo le acque dal Monte Falterona, (Trono del Cielo, toponimo etrusco), attraverso l'Arno che proseguiva nel Clanis e dal Monte Fumaiolo, attraverso il ramo tosco-umbro del Tevere.A questo periodo risalgono opere d'arte di eccezionale valore, come laChimera, conservata aFirenze, la cui immagine caratterizza talmente la città quasi da diventarne un secondo simbolo e inoltre è da segnalare l'ampia necropoli diPoggio del Sole, formatasi nel VI secolo a.C. e utilizzata fino all'età romana.
Al sorgere della potenza diRoma la città, insieme alle consorelle etrusche, tentò di arginarne le tendenze espansionistiche, ma l'esercito messo insieme da Arezzo,Volterra ePerugia fu sconfitto aRoselle, oggi pressoGrosseto, nel295 a.C.; e così nelIII secolo a.C. Arezzo fu conquistata daiRomani che latinizzarono il suo nome etrusco inArretium.
Durante l'epoca romana, specialmente nel periodo repubblicano, Arezzo divenne una città importantissima per il nascituro impero, grazie alla sua posizione strategica che ne faceva tappa obbligata per l'attraversamento degliAppennini assieme aRimini (Ariminum) a est. Arezzo si trovò dunque a doversi difendere daiGalli Senoni che marciavano contro Roma. In suo soccorso giunse una robusta armata guidata dal consoleLucio Metello, che trovò la morte in battaglia ma arrestò l'avanzata dei Galli. Del fatto rimane traccia in un toponimo,Campoluci, che indica il tratto di piana vicino all'Arno in cui il console combatté e morì. Dopo il fatto, Arezzo divenne sede di un presidio romano permanente.
Rimase però sempre gelosa della sua autonomia, tanto che cercò più volte di riconquistare l'indipendenza nel corso delle guerre civili della Roma repubblicana, schierandosi prima conMario e poi conPompeo.Silla eCesare si vendicarono facendone una colonia per i loro veterani, il che provocò un notevole riassestamento demografico che cancellò da Arezzo – come da tutta l'Etruria – le rimanenti tracce della vecchia cultura.
All'inizio dell'età imperiale la città, operosa e ricca di inventiva, divenne ricca e prospera come al tempo delleguerre puniche, quando era stata la principale fornitrice di armi per la spedizione diScipione inAfrica. Sorsero numerosi stabilimenti pubblici, come il teatro, le terme, e un anfiteatro di notevoli dimensioni che è giunto fino ai nostri giorni.La vita culturale ebbe un grande impulso grazie alla feconda attività del primo degli aretini illustri nel mondo delle arti e delle lettere,Gaio Cilnio Mecenate, il cui nome rimarrà per sempre legato alla promozione della cultura.Arezzo fu anche un centro di lavorazione dei metalli e, soprattutto, di vasi di ceramica: i vasi prodotti ad Arezzo erano detti "corallini" per il loro colore.
Dopo la perdita di unità e la conseguente frammentazione dell'Impero romano, il prestigio secolare e la favorevole posizione sullavia Cassia mantennero ad Arezzo una forte importanza anche durante i secoli nell'Alto Medioevo. Terra di confine tra i domini deiGoti e l'esarcato bizantino diRavenna fu testimone di aspri scontri fra le due fazioni e fu uno dei primi centri occupati daiLongobardi. I Goti e i Longobardi incisero molto sulla composizione etnica e sulla lingua degli aretini. I longobardi costruirono castelli e pievi gettando le basi di Arezzo medievale.Con l'arrivo deiFranchi diCarlo Magno che privilegiarono i rapporti con quello che ritenevano il più alto potere locale, il vescovado, la diffusione delCristianesimo, infatti, era divenutasede di episcopato. Si tratta di una delle poche città di cui sono noti tutti i vescovi che si sono succeduti fino a oggi.Dopo il mille il suo vescovo iniziò a fregiarsi, primo in Italia, del titolo di "Conte".A questo periodo risalgono il perduto "Duomo Vecchio" delColle del Pionta, ai cui lavori partecipòMaginardo, laCattedrale e la pieve di Santa Maria Assunta.
Sotto la protezione del vescovo si sviluppò nel contado aretino anche un folto numero di abbazie, che contribuirono a ricostruire un sistema di scambi e un minimo ambito culturale. In questo periodo Arezzo vide la nascita di un altro dei suoi figli illustri:Guido Monaco. Fattosi benedettino nell'abbazia di Pomposa e successivamente aRoma, elaborò il nuovo metodo dinotazione musicale e iltetragramma.
Dopo il1000 al potere feudale, identificato con il vescovo che risiedeva fuori dalla città sull'altura del Pionta, arroccato come in un castello, venne affiancandosi un potere cittadino, l'ordinamento della città ebbe un'evoluzione e si affermò il libero comune: la presenza di un console è attestata ad Arezzo nel1098.La duplicità di poteri generò presto un conflitto tra il vescovo, che vedeva la sua autorità feudale provenire dall'imperatore e quindi incarnava la prima espressione del partito ghibellino, e la magistratura cittadina. L'attrito sfociò in varie sollevazioni popolari contro il vescovo e nella rappresaglie di questo, che chiamò in soccorso l'imperatore Arrigo, il quale scendendo in Italia verso Roma, trovava per l'appunto Arezzo nella sua strada. La rappresaglia fu durissima ma non arrestò lo sviluppo del Comune, che proseguì soprattutto dopo ilconcordato di Worms del 1122 che poneva fine alle controversie tra impero e papato e, di fatto, alla figura deivescovi-conti.È a questo periodo, all'inizio delXIII secolo, che risale l'avvio della costruzione della Pieve, concepita per ospitare un vescovo ridimensionato alle sue funzioni pastorali, e di altre chiese che accogliessero gli ordini monastici inurbati forzatamente dopo la confisca dei loro possedimenti feudali. L'influenza territoriale di Arezzo crebbe notevolmente culminando con la presa di Cortona, avvenuta nel 1298 dopo una sanguinosa battaglia.Alla rinnovata importanza politica si accompagnò una fioritura culturale: la città si dotò di unauniversità, loStudium, i cui ordinamenti risalgono al1252, brillarono i primi ingegni della nuova poesia lirica italianaGuittone d'Arezzo eCenne da la Chitarra; della scienza con quelRistoro che nel1282 scrisse "La composizione del mondo" prima opera scientifica involgare; e della pittura, conMargaritone d'Arezzo, poi affiancato da maestri fiorentini e senesi qualiCimabue ePietro Lorenzetti.
Mentre la potenza di Arezzo cresceva sempre di più, cresceva contemporaneamente la voglia delle città vicine di pareggiarne l'importanza, ed era perciò inevitabile che si arrivasse allo scontro conFirenze. Dopo alterne vicende la Arezzoghibellina subì una disfatta contro le armate fiorentine nellabattaglia di Campaldino (1289) nei pressi diPoppi. In questa battaglia, a cui partecipòDante Alighieri per la parteguelfa, morì anche il vescovo di ArezzoGuglielmino Ubertini. In seguito si affermò la signoria deiTarlati di Pietramala, il cui principale esponente fuGuido Tarlati che pur essendo divenuto vescovo nel1312 continuò a mantenere buoni rapporti con la fazione ghibellina, in Toscana e fuori, come ad esempio con gliOrdelaffi diForlì.La signoria di Guido Tarlati mise temporaneamente fine alle dispute di fazione tra i Tarlati e gliUbertini e la famiglia guelfa deiBoscoli; tanto feroci cheSan Francesco si era rifiutato a suo tempo di entrare in città, vedendola "infestata dai diavoli", episodio ricordato daGiotto negli affreschi dellaBasilica superiore di San Francesco d'Assisi.
Guido Tarlati risanò il bilancio dello Stato, portandolo a una tale floridità che Arezzo prese a battere moneta propria, ampliò la cinta muraria, concluse una onorevole pace con Firenze e riuscì ad allearsi con Siena e a espandere il dominio territoriale verso sud e verso est, lui vescovo, a spese dei possedimenti pontifici; tanto che il Papa daAvignone lo scomunicò e lo dichiarò eretico. Ciò non gli impedì, nel1327, di incoronare imperatore a MilanoLudovico il Bavaro.In questo periodo si era anche sviluppata una forte borghesia mercantile che aveva imposto alcune modifiche nel governo della città, come la creazione della magistratura del capitano del popolo e delle corporazioni delle arti, e la costituzione di una magistratura rappresentativa delle quattro parti in cui la città venne divisa: porta Crucifera, porta del Foro, porta Sant'Andrea e porta del Borgo, alle quali si richiamano i quattro quartieri che disputano l'odiernaGiostra del Saracino.
A Guido Tarlati passato a miglior vita nel1327 successePier Saccone, il fratello, che non era della stessa pasta. Arezzo cominciò progressivamente a perdere terreno nei confronti della rivale Firenze, perdendo per la prima volta l'indipendenza nel1337: Pier Saccone, pressato dagli oppositori interni, dai nemici esterni (fiorentini e perugini) e dalla crisi economica, cedette Arezzo a Firenze per dieci anni in cambio di denaro. Trascorso questo periodo, l'indipendenza fu recuperata, ma non la prosperità. La seconda metà del Trecento fu caratterizzata tuttavia da una sostanziale pace sociale, che terminò bruscamente con il progetto del vescovo Giovanni Albergotti di fare entrare Arezzo nella sfera d'influenza del papato.Le lotte tra guelfi e ghibellini riesplosero con violenza, e la città conobbe più volte l'esperienza del saccheggio da parte di soldataglie mercenarie chiamate in soccorso ora dall'una ora dall'altra parte, o anche venute per l'una e passate all'altra se questa pagava meglio, secondo il costume dell'epoca.Ultimo fu il capitano di ventura franceseEnguerrand de Coucy che transitava nella zona diretto a Napoli, dove doveva attaccareCarlo III di Napoli per conto diLuigi I d'Angiò, e fu assoldato dalla parte ghibellina che era stata appena espulsa dalla città. Enguerrand prese con facilità quel che rimaneva di Arezzo, ma nel frattempo il suo signore Luigi d'Angiò moriva, lasciando l'armata senza scopo e senza soldo. Firenze ne approfittò immediatamente, offrendo al capitano francese quarantamila fiorini perché consegnasse Arezzo, ed egli accettò. Dopo di che, Enguerrand valicò l'Appennino, recando con sé la preziosa reliquia della testa di san Donato, patrono di Arezzo. Alla sua venuta aForlì,Sinibaldo Ordelaffi, il signore di quella città, riscattò la reliquia, che tenne con grande venerazione fino a che essa fu restituita agli aretini.[6]
Nel1384, dunque, Arezzo fu annessa allo Stato toscano dominato daFirenze.Il dominio fiorentino è visibile d'ora in poi anche nell'architettura e nell'Arte:Spinello Aretino fu l'ultimo artista di scuola autoctona; dopo di lui prevale la scuola fiorentina. In questo periodo furono realizzati daPiero della Francesca gli affreschi dellaLeggenda della Vera Croce nellabasilica di San Francesco.Il governo fiorentino tentò di rendersi gradito alla città, riuscendovi in parte grazie alla saggia elezione a segretario della Repubblica di un aretino di alto spessore, lo storico e poetaLeonardo Bruni, che si adoperò per favorire l'integrazione di Arezzo nel nuovo Stato toscano ormai, con l'eccezione di Siena e Lucca, interamente sotto il controllo di Firenze. Vi fu tuttavia un lento decadimento economico e culturale della città. La parte più antica, comprendente la rocca e la cattedrale, fu profondamente modificata con la costruzione dellaFortezza Medicea, esempio precoce difortificazione alla moderna.
In Epoca moderna la battaglia di Campaldino viene ricordata con un programma di eventi curati dall'Associazione Signa Arretii. Infatti ogni 11 Giugno vengono ricordati i caduti aretini con la deposizione di corone presso il canto degli Aretini in Firenze, alla stele della battaglia in Poppi e sulla tomba di Guglielmino degli Ubertini presso il duomo della città di Arezzo
Il quadrante dell'orologio di Felice da Fossato in Piazza Grande,1552Casa dei Lappoli
Nel primo cinquecento Arezzo si trovò coinvolta in una rivolta antifiorentina, che oppose a Firenze il capitano di venturaVitellozzo Vitelli, il "duca Valentino"Cesare Borgia e suo padrepapa Alessandro VI, e il re di FranciaLuigi XII. La sommossa si spense però dopo pochi giorni, e costò la vita al Vitelli che fu fatto uccidere dallo stesso Cesare Borgia durante un banchetto, con un metodo cuiNiccolò Machiavelli dedicò un trattato datato1503.Nel1525 sulla città e sul contado si abbatté una pestilenza, cui seguì una carestia che mise in ginocchio l'economia aretina e portò a una nuova sollevazione contro Firenze nel1529, anche questa però più legata ad avvenimenti esterni che a una vera volontà popolare. IMedici, che erano stati scacciati da Firenze nel1527, avevano ora dalla loro ilpapa Clemente VII, appartenente alla famiglia dei Medici. Questi concluse una pace con l'Impero e si assicurò così un'armata imperiale, comandata daFiliberto di Chalon, per imporre a Firenze il ritorno dei Medici. L'armata proveniente da Roma passò dal territorio di Arezzo, allora parte dei possedimenti fiorentini e presidiata da una guarnigione fiorentina, e la città anziché tentare una improbabile resistenza all'assedio pensò di profittare della situazione per riconquistare l'indipendenza, trattando la resa tramite un ufficiale dell'esercito imperiale originario dellaValtiberina, taleFrancesco di Bivignano, detto "il conte rosso". La guarnigione fiorentina si rifugiò in fortezza ma fu presto cacciata, mentre il Conte Rosso si impadroniva di parte delValdarno,Anghiari eSansepolcro.Ma terminata la contesa con la sconfitta della Repubblica fiorentina aGavignana nell'agosto del1530, i Medici non videro più la ragione per tenere Arezzo separata dal resto della Toscana, e inviarono di nuovo l'esercito imperiale a prenderne possesso.Nel1554 cadeva ancheSiena, e una quindicina di anni dopo tutta la Toscana, con l'eccezione diLucca e delloStato dei Presidi presso l'Argentario, diveniva granducato.
Cosimo I de' Medici attuò ad Arezzo un piano di ristrutturazione urbanistica a scopi difensivi: il perimetro della cinta muraria fu ridotto come il numero delle porte, la fortezza fu ricostruita e ampliata. In questo contesto fu anche completata la cattedrale, e furono abbattuti tutti gli storici edifici della città, tra cui l'antico palazzo del comune e ilpalazzo del Capitano del Popolo, il palazzo dei Tarlati di Pietramala e 17 edifici religiosi: in pratica l'intero centro storico turrito della città antica sede della città etrusca e del foro romano, creando con il materiale derivato dalla distruzione degli edifici uno spazio piano fra i due colli di San Pietro e San Donato, furono costruite le Logge Medicee dovute alla mano diGiorgio Vasari. Durante i lavori di scasso vennero rinvenute le celebri statue di bronzo dellaMinerva di Arezzo e dellaChimera di Arezzo.Venne inoltre completamente abbattuto il Duomo Vecchio e gli edifici ecclesiastici millenari che lo circondavano sul Colle del Pionta, il cosiddetto "Vaticano" aretino situato fuori delle mura trecentesche per evitare che potesse essere utilizzato a scopi militari da nemici che assediassero Arezzo.Il periodo del Granducato Mediceo a partire dalla seconda metà del Cinquecento vide però, in tutta la Toscana, un lento ma inesorabile decadimento economico e culturale accompagnato da decremento demografico, che si invertirà solo nel settecento, con le iniziative illuminate diPietro Leopoldo di Lorena.
Nello stesso 1796, cominciò una campagna militare di invasione dell'Italia da parte dei francesi. Il generale comandante di questa invasione eraNapoleone Bonaparte. Anche Arezzo fu conquistata, ma nel1799 fu il centro del movimento del "Viva Maria" (ispirato proprio all'immagine della Madonna del Conforto), una delleinsorgenze antinapoleoniche avvenute in quegli anni inItalia. Gli aretini affrontarono gli invasori nellabattaglia di Rigutino, costringendoli a ripiegare verso Firenze rinunciando a riconquistare la città. Nel 1849, il Prefetto di Arezzo,Gregorio Fineschi, sbarrò le porte della città, aGiuseppe Garibaldi, in ritirata dopo aver difeso laRepubblica romana (1849)[7].
In seguito a questi fatti Arezzo fu riconosciuta dal Granduca diToscana capoluogo di provincia. Nel1860 il Granducato diToscana, e quindi Arezzo, entrò a far parte delRegno d'Italia.
La riconquistata autonomia amministrativa e l'apertura delle comunicazioni ferroviarie con Firenze e Roma stimolarono nuovi fermenti.Lo sviluppo continuò tra Ottocento e Novecento, com'è dimostrato dalla forte crescita della popolazione, dal progressivo spostarsi del centro cittadino verso la pianura con la costruzione di nuovi quartieri, nonché da varie iniziative industriali e commerciali. Nel 1925 fu edificato il Palazzo della Provincia, affrescato daAdolfo de Carolis con la sala dei "Grandi aretini". Una brusca interruzione di questo processo evolutivo fu causata dallaseconda guerra mondiale, quando i bombardamenti distrussero quasi il 60% degli edifici, con danni ingenti anche al patrimonio artistico il quale venne comunque recuperato. Gli Aretini parteciparono con coraggio alla lotta partigiana, pagando un pesante tributo di vittime.[8]
La città fu liberata dall'esercito neozelandese (2nd New Zealand Division) e britannico il 16 luglio 1944.
Nel dopoguerra ci si accinse con fervore alla ricostruzione, e già negli anni cinquanta era ripreso in pieno lo sviluppo, che tendeva ormai a conferire alla città nuovi connotati urbanistici, economici e politici.
«Nella forma degli antichi gonfaloni toscani: Di rosso, caricato dello stemma civico con l'iscrizione centrata in argento:Comune di Arezzo. L'asta a forma di picca, cravatta e nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d'argento.»
Questo fu in uso dagli anni Trenta fino a quando venne sostituito negli anni Sessanta del XX secolo dal gonfalone attuale, costituito da un drappo di rosso, frangiato di argento, caricato dello stemma comunale timbrato dalla corona di Città e accostato da due scudetti, uno di rosso alla croce d'oro e uno partito di verde e di rosso[11] insegne storiche rispettivamente del popolo e del comune.[12]
«La città di Arezzo, con indomito spirito patriottico e alta dignità morale, partecipava alla Guerra di Liberazione e sopportava bombardamenti, rastrellamenti e atroci rappresaglie che causarono centinaia di vittime civili e militari. I sopravvissuti diedero prova di incrollabile volontà, reagendo agli orrori della guerra, per intraprendere, poi, la difficile opera di ricostruzione morale e materiale. Ammirevole esempio di spirito di sacrificio ed amor Patrio. 1943-1945 Arezzo» — 21 aprile 2011[13]
Santa Maria della Pieve (la Pieve), con una torre alta 59 metri, detta ancheil campanile dalle cento buche, nell'archivolto del portale principale si ammira il complesso scultoreo lapideo policromo del XII secolo raffiguranteCiclo dei mesi e all'interno il polittico diPietro Lorenzetti e il busto reliquario diSan Donato.
Castello diBattifolle, conosciuto anche come Castel Pugliese, dal nome della famiglia Pugliese, originaria di Prato, che ne fu proprietaria per un paio di secoli, è sito nell'omonima frazione.
Monumento al Granduca Ferdinando I de Medici, scolpito daPietro Francavilla su disegno diGiambologna e collocato nel 1594 all'angolo della scalinata dellaCattedrale. Il Granduca, rappresentato in abiti militari contemporanei, si distacca dall'immagine eroica all'antica che era stata elaborata daBandinelli perCosimo I.[14]
Al 31 dicembre 2023 gli stranieri residenti nel comune erano 11 431, ovvero l'11,47% della popolazione. Di seguito sono riportati i gruppi più consistenti:[16]
Secondo i dati elaborati dall'ufficio statistico del comune nel 2013, circa un terzo dei cognomi era di origine straniera, con una marcata rappresentanza di titoli appartenenti alla nobiltà storica diBangladesh,India ePakistan, quali: Hossain, Singh, Rahman e Khan.[17] Più in dettaglio, 46 degli 8 661 cognomi censiti (pari al 5,3 per mille del totale) ricorrevano in 5 804 unità della popolazione residente, pari ad una quota parte del 5,8%, oltre10 volte più grande.
La Biblioteca città di Arezzo, la biblioteca pubblica del comune, possiede un notevole patrimonio che comprende 170 000 libri moderni e oltre 90 000 tra manoscritti, incunaboli, opere a stampa e periodici antichi.[18]
Ogni prima domenica del mese e il sabato precedente si tiene per le vie del centro storico e in Piazza Grande la "Fiera antiquaria", nata nel 1968 da un'idea dello storico antiquario aretino Ivan Bruschi.[32] Il 9, 10 e 11 settembre di ogni anno si tiene la "fiera di settembre" (Fiera del Mestolo).
L'ultima settimana di agosto si svolge dal 1952 ilConcorso polifonico Guido d'Arezzo, concorso internazionale dedicato aGuido Monaco al quale partecipanocori provenienti da tutto il mondo. Il concorso è una tappa delGran premio europeo di canto corale che si svolge periodicamente ad Arezzo circa ogni sei anni. La Fondazione Guido da Arezzo organizza annualmente anche il Concorso Polifonico Nazionale[33] a cui partecipano cori provenienti da tutta Italia.
In autunno si svolge il Festival Internazionale "I Grandi Appuntamenti della Musica" organizzato dall'Ente Filarmonico Italiano con il patrocinio delMinistero per i Beni e le Attività Culturali e il contributo dei principali enti territoriali.
Le feste proprie della città sono quelle del patronoSan Donato, il 7 agosto, e quella dellaMadonna del Conforto, il 15 febbraio. Il 10 gennaio si festeggia ilBeato Gregorio X, compatrono della città.
Nel quadro delle rievocazioni storiche, di cui il centro Italia è ricco, si colloca laGiostra del Saracino. Ripristinato in rievocazione storica nel1931, la Giostra del Saracino si corre ad Arezzo nella Piazza Grande il terzo sabato di giugno in notturna e la prima domenica di settembre in edizione diurna. Nella giostra si sfidano i 4 quartieri della città:Quartiere di Porta del Foro,Quartiere di Porta Crucifera,Quartiere di Porta Sant'Andrea e ilQuartiere di Porta Santo Spirito.Ogni cavaliere corre lalizza in base all'ordine stabilito dall'estrazione delle carriere, un rito che si svolge nella piazza del Comune una settimana prima della Giostra. Il cavaliere porta una lancia con la quale deve colpire il tabellone sostenuto dal buratto, una statua lignea rappresentate ilSaraceno (da cui il nome). Il punteggio è compreso tra uno e cinque punti; ogni quartiere corre due volte finché, ricorrendo talvolta allo spareggio, un quartiere non predomina sugli altri.
La città è stata suddivisa fino al 2011 in sei circoscrizioni[34]:
Circoscrizione 1 - Giovi
Circoscrizione 2 - Fiorentina
Circoscrizione 3 - Saione
Circoscrizione 4 - Giotto
Circoscrizione 5 - Rigutino
Circoscrizione 6 - Palazzo del Pero
La legge finanziaria 42/2010, entrata in vigore l'anno successivo, ha disposto l'abolizione delle circoscrizioni amministrative nei comuni con un numero di residenti inferiore a 250 000.[35]
L'agglomerato cittadino viene comunemente suddiviso in zone o quartieri e, per motivi storici, un certo numero di località diffuse sul territorio comunale e situate a una certa distanza dal capoluogo possono essere considerate frazioni di Arezzo.
Per quanto riguarda i quartieri cittadini, che vengono definiti "zone" nella cartellonistica stradale urbana, abbiamo:
Agazzi, Antria, Bagnaia, Battifolle, Battifolle-Ruscello-Poggiola, Bossi-Cellaio, Bottega, Buon Riposo, Campi,Campoluci, Casa al Cincio, Casa alla Sisa,Ceciliano, Chiassa, Chiassa-Tregozzano, Donatiella, Dosso, Frassineto, Fusatone-Molin Bianco, Gaville, Giovi d'Arezzo,Giovi-Ponte alla Chiassa, Gorgone-Marmorino, I Ponti, I Sadotti, Il Busco, Il Matto, Il Torre, Indicatore, La Costa, La Filandra, La Pazienza, Le Lastre, Le Poggiacce, Lentignano, Madonna di Mezzastrada, Marcena, Meliciano, Molin Bianco-Pian d'Usciano, Molin Nuovo, Molinelli, Monte Petrognano, Monte Sopra Rondine, Muciafora, Mugliano-Fattoria Mugliano,Olmo, Osteria Nuova,Ottavo, Palazzetti,Palazzo del Pero, Patrignone, Peneto, Petrognano Basso, Pieve al Bagnoro, Poggiola,Policiano, Ponte alla Chiassa,Ponte Buriano-Cincelli, Porcile, Poti, Poggiolo,Pratantico, Pratantico-Indicatore, Puglia,Quarata, Ranco di Frassineto,Rigutino, Ristradelle,Rondine, Ruscello, Salceta-Formicheto-Osteria, San Cassiano, San Firenze-Fonte di Sala, San Giuliano d'Arezzo, San Leo, San Polo, Sant'Agata alle Terrine,San Zeno, Santa Firmina, Santa Maria alla Rassinata, Sargiano, Scopeto, Sereni,Staggiano, Stoppedarca, Stroppiello, Talzano, Terrarossa, Tregozzano, Venere, Vignale,Vitiano.
Giovi è una frazione situata a 241 metri sul livello del mare, arroccata sulla riva sinistra del fiumeArno sopra lo strapiombo dominante la confluenza del torrente Chiassa. Al limite della piana di Arezzo, dista 6,16 km in direzione Nord dalla città. Allocato nei pressi dell'intersezione fra laS.R. 71 (ex S. S. Umbro Casentinese) e la S. P. della Libbia che, a Est, attraverso i valichi della Scheggia e diAnghiari raggiunge laValtiberina e, a Ovest innesta, in loc.Quarata, sulla S. P. Setteponti che dirige verso ilValdarno eFirenze.
Nel 2008 la sua popolazione era di 737 abitanti, e la sua parrocchia, comprendente Borgo a Giovi, Ponte alla Chiassa, Petrognano e frazioni minori, aveva una consistenza 1 750 abitanti residenti.
La frazione diOlmo, con i suoi 3 500 abitanti, è situata a circa due km dalla città e cinque km dal centro storico.Olmo è famoso per l'importante ritrovamento di un teschio, il cosiddettoUomo dell'Olmo, probabilmente attribuibile alla specieHomo sapiens, appartenuto secondo alcune analisi a un individuo donna vissuto possibilmente nelPleistocene medio.[36] Al confine tra Olmo e la vicina frazione di S. Anastasio si trova la storicaVilla Mancini.
La chiesa del paese di Olmo risale alla fine degli anni sessanta, fino al 1995 è appartenuta al movimento dei francescani e successivamente è stata ceduta alla curia vescovile. Ultimo frate francescano a guidare la parrocchia è stato "padre Graziano" (Sante Conti). Negli ultimi anni, inoltre, vi sono state eseguite varie opere di ristrutturazione e ampliamento tra le quali la costruzione del campanile di cui la chiesa stessa era sprovvista. I santi patroni del paese sono S. Vincenzo e S. Anastasio che si festeggiano il 22 gennaio. Per gli amanti delle camminate, delle corse in montagna a piedi e inmountain-bike, il paese di Olmo è adatto come punto di partenza in quanto dallo stesso hanno inizio alcune strade e sentieri che portano verso ilmonte Lignano, visibile voltando lo sguardo a est, confluendo nel famoso "Sentiero 50" che unisce illago Trasimeno, partendo daPassignano (PG), fino al monte dellaVerna inCasentino (AR).
Palazzo del Pero è una frazione del Comune di Arezzo ed è il capoluogo della Circoscrizione 6, è situata a10 km dalla città in direzioneSansepolcro.
La Circoscrizione con i suoi102,5 km², è poco meno di un terzo di tutto il Comune.È zona montana e con i 12 abitanti per km², risulta la zona meno densamente popolata.Le altre frazioni della circoscrizione sonoPieve a Ranco eRassinata.La zona ha un grande valore paesaggistico e racchiude nel suo territorio una serie di piccoli gioielli artistici come laPieve di S.Donnino, risalente alVII secolo (Tafi) le cui absidi (XI secolo) sono visibili dall'interno della canonica, laBadia di S. Veriano, ilCastello di Ranco e molti altri ancora.
Dettaglio della Cappella Palatina della Villa di Colle AllegroDettaglio del parco della Villa di Colle Allegro
Piccola frazione sulla via per ilCasentino situata a circa3,5 km dalla città. Fa parte della Circoscrizione 1 del comune di Arezzo. Ospita la Villa di Colle Allegro. Di origineseicentesca ha subito molti rimaneggiamenti e ampliamenti. Il più importante a fineottocento quando il proprietario di allora,Lorenzo Guiducci, l'arricchì di due ali e di simboli della libera muratoria. L'ampio parco è caratterizzato dalla presenza di numerose e rigogliose piante esotiche, sequoie, cedri del libano e un boschetto di bambù.
Quarata si trova in direzione nord rispetto al centro della città, conta circa 2 000 abitanti e amministrativamente fa parte della Circoscrizione 1. È uno dei nuclei medievali più importanti del comune d'Arezzo. Secondo alcuni studiosi, il suo castello fu usato daLeonardo da Vinci come punto d'osservazione del paesaggio che poi dipinse nellaGioconda. Il 10 gennaio1276, qui morìGregorio X, al suo ritorno dalconcilio di Lione II. Il patrono èSant'Andrea apostolo. Nel 1844 a Quarata è stata rinvenuto una statuetta[37] di un atleta in bronzo, risalente al 460–440a.C. con iscrizioneEtrusca sulla gamba destra de Klanins, riferita alla sacraltà del fiumeClanis, da cui prende il nome laval di Chiana, attualmente al Musée De LaBibliothéque National De France a Parigi.[38]
La frazione diSan Zeno si trova presso le frazioni diOlmo e Ripa di Olmo.Vi si trova una grande zona industriale, oltre a un impianto di incenerimento rifiuti.Da qui parte lasuperstrada che collega Arezzo conSiena.
Una cappella Sancti Zenoni è documentata nel1022 e risulta dipendente dallaPieve di Santa Mustiola a Quarto nel 1113. NelXIII secolo la chiesa fu costruita in stile romanico, riconoscibile soltanto nella facciata. L'interno è costituito da un'unica navata.
Ogni anno nel giorno delVenerdì Santo viene rievocata lacrocefissione di Cristo nelle colline di San Zeno: si tratta di una rappresentazione che risale a molti anni fa, una delle più antiche della provincia.
Il 30 aprile 2008 nella zona industriale di San Zeno ad Arezzo è stato inaugurato il primoidrogenodotto al mondo realizzato in area urbana. Il meccanismo di funzionamento è semplice: l'idrogenodotto, attraverso un percorso sotterraneo profondo circa un metro e 20 centimetri, porta idrogeno puro alle ditte orafe di Arezzo, all'HydroLAb e, in tempi strettissimi, anche alle abitazioni della zona di S. Zeno. La produzione energetica avviene attraverso l'utilizzo di generatori a idrogeno che hanno come unica emissione vapore acqueo.
Agazzi sorge in una collina a5 km sud di Arezzo, lo si può raggiungere da Arezzo venendo da via Chiarini oppure da via Chiari, daSiena e daSansepolcro con l'E78 "Superstrada dei due Mari Grosseto-Fano", daPerugia con la SR 71 "Umbro-Casentinese", daFirenze e daRoma con l'A1 uscendo ad Arezzo. Agazzi si presenta apparentemente come un paese di recente costruzione: in realtà la parte più bassa al di sotto della ex scuola lo è, ma le case della parte alta sono di fattura molto meno recente. Nella frazione ha notevole importanza l'"Istituto Privato di Riabilitazione Madre della Divina Provvidenza dei Passionisti", ma anche la "Chiesina delle Lampade", proprietà privata, di cui ci sono testimonianze sin dal 1217, sulla chiesa di Agazzi ossia la "Chiesa dei Santi Iacopo e Cristoforo", non si hanno fonti ben precise sulla sua nascita, è in stile settecentesco però c'è una pietra su cui è scritto che fu fatta ristrutturare nel 1623.
Fino al primo dopoguerra l'economia della città si è basata sostanzialmente sulla coltivazione delle campagne circostanti e, soprattutto, sul commercio e intermediazione dei prodotti agricoli delle quattro vallate. Risale a questo periodo un foro boario destinato al mercato degli animali come, ad esempio, ibovini di razza chianina. Questo tipo di attività non è del tutto abbandonata sebbene sia diventata marginale rispetto ad altre.
Nel primo dopoguerra, infatti, la posizione favorevole di Arezzo rispetto alle vie di comunicazione cominciò a essere valorizzata grazie alla costruzione dellalinea ferroviaria Roma-Firenze e di tre ferrovie secondarie: laArezzo-Fossato di Vico, laArezzo-Stia e laArezzo-Sinalunga. La prima grande industria della città, laSacfem, produceva e forniva materiale rotabile a queste ferrovie.
Dopo laseconda guerra mondiale la vocazione industriale della città proseguì non più nel settore delle costruzioni ferroviarie ma nella lavorazione dei metalli preziosi. Sorgono in questo periodo centinaia di piccole e medie aziende specializzate in questa attività e alcune grandi aziende, come laUnoaerre; la città è al centro di uno dei principali distretti orafi del paese e del mondo.L'attività industriale, fino al1980 circa, si basava anche sulla moda (si pensi, ad esempio, allaLebole) ma questo settore, sebbene largamente presente nella provincia, ha progressivamente abbandonato la città.
Sono ancora attive e diffuse varie attivitàartigianali, tra le quali sono rinomate le lavorazioni dell'oro e dell'argento finalizzate alla realizzazione digioielli e oggetti dibigiotteria, oltre all'arte della ceramica, che spazia dalle terrecotte alle terraglie e a quella anticadel mobile, grazie alla quale vengono realizzati oggetti spazianti dallo stile rinascimentale fino a quello moderno passando per quello rustico.[39]
Negli ultimi anni si sono evidenziate infiltrazioni della criminalità organizzata ad Arezzo,[40] testimoniate anche da alcuni maxisequestri di beni.[41]
LaBanca Popolare dell'Etruria e del LazioS.C., o brevementeBanca Etruria dal 22 novembre 2015 inliquidazione coatta amministrativa, è stata unabanca popolare dal forte presidio territoriale nel Centro Italia, fondata nel 1882 e con sede legale nella città. Dal giorno successivo è stata rifondata, come Good Bank, con la nuova denominazione diNuova Banca dell'Etruria e del LazioS.p.A., in breveNuova Banca Etruria, con la "parte buona" della vecchia banca senza più essere una popolare. Ha la sede sociale aRoma e la Direzione Generale in città.
Per l'informatica e le telecomunicazioni sono presenti in città 2 dei 7datacenter della societàAruba S.p.A., azienda che offre servizi diweb hosting,e-mail e registrazione dinomi di dominio. Fu fondata ad Arezzo anche la società Plug It, specializzatasi successivamente in prodotti e servizi di telecomunicazioni sotto il nomeEutelia. In seguito al fallimento aziendale per bancarotta fraudolenta, nel 2012 il ramo telecomunicazioni è stato ceduto e riconvertito nella societàClouditalia Telecomunicazioni, la quale ha mantenuto la sede aretina fino alla sua fusione inIrideos.
La principale infrastruttura viaria che serve la città è l'Autostrada A1, alla quale è collegata da unbreve raccordo che si dirama dalla tangenziale urbana e raggiunge il casello in8 km. Arezzo è toccata anche da tre ex-strade statali: laSS 69 (oraSR 69) che la collega aFirenze attraversando tutto ilValdarno superiore; laSS 73 (oraSP 157 e SR 73) che collega le località diBraccagni (GR) eSansepolcro (AR) passando perSiena e Arezzo; laSS 71 (ora SP 152, SR 71, SP 142, SP 138, SP 7 e SP 118) che collega le località diMontefiascone (VT) eRavenna passando perOrvieto,Cortona, Arezzo eCesena. La città è inoltre al centro dellaS.G.C. Due Mari Grosseto-Fano, itinerario ancora in via di realizzazione definitiva, che tuttavia consente, grazie ai tratti già in funzione (SS 680 eSS 73 var), un collegamento più veloce rispetto alla viabilità ordinaria conSiena a Sud-Ovest e laValtiberina a Nord-Est.
La principale ferrovia passante per Arezzo è laFirenze-Roma, ma da due anni un collegamento effettuato da treni frecciarossa collega tramite una breve bretella la stazione di Arezzo alla linea direttissima, assicurando così alla città e zone limitrofe un collegamento veloce perRoma,Napoli,Firenze eMilano.
La città dispone di collegamenti urbani e interurbani tramite linee autobus gestite dalla societàAutolinee Toscane.
È attivo un impianto di risalita meccanizzato (Scale Mobili) realizzato dal Comune di Arezzo e gestito da Atam che dall'area di sosta di via Pietri, situata nella zona nord del centro storico subito al di fuori delle mura medievali, conduce alla centrale piazza del Duomo.
L'Aeroporto di Arezzo, situato nella località Molin Bianco, è una piccola infrastruttura non aperta adaerei di linea ma solo a piccoli aerei privati. Lapista in asfalto è lunga750 m e larga70 m.
^Alessandra Giannotti,L'onore e la lode nella scultura fiorentina del secondo Cinquecento, inIl Cinquecento a Firenze. “Maniera moderna” e Controriforma, catalogo di mostra, Firenze 2017, p. 201.
In neretto icapoluoghi di regione, in corsivo lecittà metropolitane. (1): lo statuto dell'Emilia-Romagna indica lacittà metropolitana di Bologna come capoluogo della regione.