Il dioAlfeo, figlio diOceano, si innamorò di lei spiandola mentre faceva il bagno nuda.
Aretusa però fuggì dalle sue molestie, scappando sull'isola di Ortigia, a Siracusa, chiedendo soccorso alla deaArtemide, che la tramutò in unafonte[1].Zeus, commosso dal dolore di Alfeo, lo mutò in fiume a sua volta, permettendogli così, dalPeloponneso, inGrecia, di percorrere tutto ilMar Ionio per unirsi all'amata fonte. Forse in ragione di questa unione simbolica tra le due sponde dello Ionio, Strabone afferma:
«Ogni volta che a Olimpia si celebrava un sacrificio – si diceva –, le acque della fonte Aretusa si macchiavano di rosso; e se a Olimpia si gettava una coppa nel fiume Alfeo, questa riemergeva nelle acque del mare diSiracusa.»
Fernando Palazzi e Giuseppe Ghedini,Piccolo dizionario di mitologia e antichità classiche, 15ª ed., Milano, Arnoldo Mondadori, luglio 1940[agosto 1924],SBNUMC0744566.