Il nome deriverebbe da un gruppo di soldati Ungari stanziati nel luogo intorno al 507 d.C. che gli diedero il nomeAlessium in onore del loro re Alessio. Il toponimo mutò nel tempo inArexium in epoca longobarda e poi in Arese da cui il nome dellafamiglia omonima.
La prima comparsa del nome di Arese (Arexio) su una pergamena del 1185.
Il primo insediamento nell'area dell'attuale Arese è fatto risalire alla preistoria.[5] In epoca romana,Aresium era attraversata dallavia Mediolanum-Bilitio, che collegavaMediolanum (Milano) conLuganum (Lugano) passando daVarisium (Varese).
Il nome della moderna località,Arexio, compare per la prima volta in un atto notarile del 1185 e in un contratto di compravendita e permuta di terreni del 1188 dal quale si evince che il borgo era propriamente uncastrum, luogo fortificato dove era presente anche una chiesa intitolata a San Pietro.[6][7]
Il castello fu abbattuto e parzialmente ricostruito due secoli più tardi da nuovi signori residenti nel luogo (probabilmente iPallavicini).[8] La chiesa è citata nell'inventario delle cappelle e delle chiese della diocesi di Milano, redatto alla fine del XIII secolo daGoffredo da Bussero, come parte dellapieve di Trenno.[9]
Arese fu comune autonomo nel XV secolo. Dopo leguerre napoleoniche, in seguito a una riorganizzazione del territorio, nel 1809 al comune di Arese venne aggregato quello di Valera. Intorno al 1838 fu fondata la prima attività industriale in frazione Torretta dove sorse unafilanda di proprietà della famiglia Gallazzi. Con l'adeguamento dellastrada Varesina e con la realizzazione del primo servizio pubblico di trasporto tra Milano eSaronno, dal 1877 untram a vapore la popolazione aresina iniziò cercare occupazione fuori dal paese trasformandosi da contadina in manovale, soprattutto muratori e sterratori, ma anche in operai e artigiani.
Dagli anni venti del XX secolo fino agli anni cinquanta il nome di Arese era conosciuto soprattutto per l'Istituto Cesare Beccaria[10] per il recupero dei ragazzi “traviati” (iBarabitt). Dal 1955 l'Istituto divenne il Centro Salesiano San Domenico Savio[11].
Con l'abbandono dell'agricoltura, i terreni ormai incolti divennero sede di nuove industrie. Nel 1959 fu realizzata la sede dell'industria chimica Italcolloid e l'anno successivo i nuovi impianti dell'Alfa Romeo nella frazione di Valera sbordando nei vicini comuni diLainate eGarbagnate Milanese.[12]. La conversione industriale del territorio fece aumentare notevolmente la popolazione di Arese.
Ilgonfalone cittadino è stato realizzato nel 1926 su richiesta del podestàPiero Eusebio daGiuseppe Giacchi e vuole rappresentare il passaggio della cittadina dalla vita militare a quella agricola:
«Tagliato da una sbarra d'argento: al 1°campo di cielo, alla tenda da campo barbarica posta su una campagna al naturale ed accostata in alto a sinistra da unsole raggiante d'oro; al 2º d'azzurro, al fascio dispighe di grano d'oro, legate in basso da un nastro dai colori nazionali.Capo del Littorio: di rosso (porpora) al Fascio Littorio d'oro circondato da due rami di quercia e d'alloro annodati da un nastro dai colori nazionali. Ornamenti esteriori da Comune.[13]»
Nel 1944 fu eliminato il fascio littorio e, dopo aver ottenuto iltitolo di Città nel 1985, la corona d'argento è stata sostituita con quella d'oro con cinque torri visibili.
Il presbiterio della Chiesa dei Santi Pietro e Paolo.
La parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo sorge sulla omonima piazza. Costruita tra il 1880 e il 1882 su progetto dell'ingegnere architetto Enrico Strada, il campanile fu aggiunto nel 1887 e la facciata fu completata nel 1927 su disegno dell'architetto Ugo Zanchetta[14].
In via Antonio Gramsci. È la chiesetta della frazione Torretta, ricca di storia pregressa[15] ma sempre molto povera nell'aspetto. Il grande quadro dell'Annunciazione potrebbe risalire al 1705[16]. Si è recentemente (2010) arricchita di otto vetrate policrome realizzate dagli artigiani del vetro di Tauca in Perù[17].
La villa Lattuada-Settala-Marietti-Ricotti, comunemente conosciuta come "La Valera", è un complesso architettonico delXVIII secolo nella frazione di Valera, che conserva le linee originarie, importante testimonianza di insediamento signorile settecentesco tipico lombardo. I cortili della villa vengono utilizzati per manifestazioni culturali, come ad esempio i "Concerti in Villa".
Nonostante la comprensibile necessità dei residenti di adeguare le abitazioni alle attuali condizioni di vita, i tre centri storici (quello del paese principale e delle due località Valera e Torretta) conservano in buona parte l'aspetto dell'antico paese rurale della campagna milanese.
La parrocchiale vista da via Sant'Anna.
La strada principale del centro (via Caduti e parte di via Giannetto Mattei), leggermente digradante da Nord a Sud, si snoda con andamento sinuoso fra le costruzioni ricalcando la configurazione già presente nel catasto Teresiano; il selciato da poco rifatto inporfido e lastre diserizzo, conserva al centro una striscia di acciottolato che ricorda la classicarizzada che dal Settecento caratterizzava l'intera sede delle strade “interne” dei centri abitati[20]. Numerose case hanno mantenuto l'accesso a volta tipico delle corti lombarde e alcune conservano ai lati dell'ingresso i paracarri posti a protezione degli spigoli; qualche balconcino di antica fattura sta a indicare le case signorili. Dove ancora è possibile accedere liberamente nella corte vi si possono trovare le strutture necessarie all'attività agricola (stalle, fienili, ripostigli), la scala esterna che portava alle camere ai piani superiori e la caratteristicaringhera[21] «che serve per passare per di fuori da una ad altra abitazione [...] o per dar luogo agli abitatori di ricrearsi all'aria aperta[22]».
La piazza della parrocchiale (piazza Santi Pietro e Paolo), se scenograficamente forse non molto bella, racchiude in sé gli otto secoli di storia della città: l'antico rifacimento del castello, oggi adibito a uffici comunali (la Torrazza oal colombée[23]), la villa patrizia di fine Ottocento che attualmente ospita le suore salesiane (ex villa Borghi), l'imponente facciata della “nuova” parrocchiale, la chiesa medievale trasformata in canonica e la vecchia rimessa delNorge[24] adibita poi a spaccio della cooperativa e a negozio di merceria.
Di fronte alla piazza si apre uno stretto vicolo tortuoso (via Sant'Anna) in cui ancor meglio sono identificabili gli elementi caratteristici del borgo agricolo e dove si ritrova l'ultima villa padronale ancora abitata dai proprietari (villa Gallazzi) che nel parco antistante ospita una pittoresca cappella privata[25].
Edifici rurali nel borgo di Valera
La località Torretta è lambita dalla strada statale Varesina e per questo motivo ha sempre rivestito il ruolo di “porta orientale” del paese dove sostavano i viandanti. Almeno dal Seicento ha ospitato un'osteria, probabilmente con alloggi, che successivamente si è trasformata in stazione di posta e in punto di ristoro per i passeggeri del tram per Saronno; oggi vi si trova un apprezzato ristorante-pizzeria. Il borgo agricolo unisce fabbricati almeno settecenteschi ad altre unità abitative realizzate a fine Ottocento[26]. La piccola e raccolta chiesetta risale allo stesso periodo avendo sostituito un antico oratorio del Seicento[27].
La frazioneValera (e non “La Valera” che identifica solamente la famosa villa) sarebbe sorta tra il XV e il XVI secolo su una preesistente struttura di proprietà dellaPia Casa della Misericordia[28]. Avendo sempre ospitato la comunità che prestava la propria opera per l'unico proprietario dell'intero territorio, si è sviluppata in maniera armonica a fianco della villa padronale. Entrando dall'ampio portale a volta posto quasi di fronte alla piccola chiesa del borgo, si ha subito l'impressione di lasciarsi alle spalle la modernità: l'ambiente raccolto, quasi silenzioso nonostante la presenza viva degli abitanti, i caseggiati la cui struttura identifica immediatamente l'epoca di realizzazione sempre antecedente il XX secolo[29], gli animali da cortile che circolano liberamente per i viottoli lasciati in terra battuta appena rivestita di un leggero strato di pietrisco e ghiaia riportano a un altro tempo ormai quasi dimenticato.
Dall'inizio deglianni sessanta il nome della città è associato con l'aziendaAlfa Romeo, in quanto è qui che si trasferì dalla storica sede delPortello diMilano, ed è qui che nacque il più grande stabilimento automobilistico della stessa.[30]
Nell'area restano attivi ilMuseo storico Alfa Romeo (unitamente al Centro Documentazione Storica dell'omonima casa automobilistica)[31] e il centro commerciale Il Centro, condiviso con il comune diLainate, tra i più grandi d'Europa.[32] L'area di 700.000 metri quadrati, non più in utilizzo, sarà oggetto di una maxi riqualificazione e de-cementificazione dal valore di 120 milioni di euro che comporterà la creazione di una foresta urbana di 300.000 metri quadrati e la conseguente eliminazione di una delle più grandi isole di calore della provincia metropolitana.[33][34][35]
La squadra dipallacanestro maschile dell'Aresium è stata per anni protagonista nel campionato italiano fino alla stagione 1990-91, disputata in A2. Nel campionato successivo la squadra si spostò aMilano.[senza fonte]
Dal 1979 è inoltre presente il G.S.O. Don Bosco Arese, gruppo sportivo comprendente vari sport fra cui spicca iltennistavolo con diverse squadre a livello nazionale, regionale e provinciale.[47]
È inoltre attiva una squadra dipallanuoto, denominata SG Arese, che vanta una prima squadra in Serie C e una serie di altre squadre amatoriali.[senza fonte]
^ Gualberto Vigotti,La diocesi di Milano alla fine del secolo XIII: chiese cittadine e pievi forensi nel “Liber Sanctorum” di Goffredo da Bussero, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 1974.
^Giulio Alonzi:L'Associazione Nazionale “Cesare Beccaria” e il primo tribunale italiano per minorenni in Milano - Rivista mensile del Comune di Milano, Stucchi Ceretti, Milano 1929.
^AA. VV.:Arese anni cinquanta – Centro salesiano San Domenico Savio, Arese 2007.
^Marco Buroni:Alfa Romeo: dal Portello ad Arese inQuaderni di storia n.6, op. cit.
^Definizione tratta da Francesco Cherubini:Vocabolario Milanese-Italiano, Imp. Regia Stamperia, Milano 1843.
^Nella campagna milanese gli edifici a torre che sovrastano in altezza quelli vicini sono spesso indicati con questo termine (= colombaia) perché vi si raccolgono i piccioni.
^Con questo termine, probabilmente ispirato dalla vaga rassomiglianza con la cabina del dirigibile che nel 1926 ha sorvolato per primo il Polo nord, veniva indicato l'autobus a due piani che da quello stesso anno collegava Arese con Milano.
^Melissa Tondi e Marco Buroni:L'oratorio di San Carlo e dell'Immacolata inQuaderni di storia n.5, Centro Salesiano San Domenico Savio Editore, Arese 2008.
^Stefania e Sergio Silvi:Arese Oratorio e Cascina alla Torretta, Edito in proprio, Arese 1996.
^Melissa Tondi e Marco Buroni:La chiesa dell'Annunciazione della Beata Vergine e di San Luigi Gonzaga inQuaderni di storia n.5, op. cit.
^Salvatore Capodici:Arese - Storia di una comunità, Johnson Wax, Trieste 1982.
^Ilaria Cappelli, Daniela Marroccoli, Emilio Scarano, Petra Seregni:Analisi e recupero del borgo "La Valera" di Arese, Milano, Edito in proprio, Milano 2007.