La città ha un passato glorioso: emporio commercialegreco-massaliota, assunse caratteristiche propriamente urbane in etàromana, divenendo una delle metropoli più fiorenti delleGallie. Fu fra i massimi centri religiosi dell'occidente romano e, di fatto, una delle capitali dell'Impero in etàcostantiniana. Nel407 divenne sede dellaprefettura del pretorio delle Gallie e dieci anni più tardi fu prescelta come residenza del vescovo primate (417), subentrando rispettivamente aTreviri e aLione. In epoca medievale fu capitale di uno stato, ilregno di Arles, che si estese per gran parte della Francia centro-orientale e sud-orientale e dell'odiernaSvizzera.
Arles e la sua gente sono state fonti di ispirazione per letterati, musicisti e pittori:L'Arlésienne (L'Arlesiana) è il titolo di un racconto diAlphonse Daudet che Daudet stesso trasformò in un dramma in tre atti per cuiGeorges Bizet compose le musiche di scena; mentre l'opera liricaL'Arlesiana, sempre tratta dal racconto di Daudet su libretto diLeopoldo Marenco, fu musicata daFrancesco Cilea.L'Arlesiana è anche il titolo di due celebri dipinti diVincent van Gogh (il primo del1888 eil secondo del1890), che qui visse dal febbraio del1888 al maggio1889 e vi dipinse, oltre che ai citati quadri, alcuni dei suoi maggiori capolavori tra cui i celeberrimiGirasoli.
Alcune fonti indicano come origine del nome della città le paroleceltiche"Ar Laith", ovvero"luogo umido", o le parole latine "Ara Lata", come riferimento ad un presunto tempio diDiana.[2]
La città è situata sulle due rive delRodano, agli inizi deldelta del fiume. Con circa 759 km² il suo comune è il più esteso dellaFrancia metropolitana ed ha una superficie maggiore dei più piccoli dipartimenti francesi (Territorio di Belfort, con 102 comuni eParigi, con i tre dipartimenti suburbani). Il suo territorio si articola in tre aree naturali: a meridione laCamargue che in massima parte le appartiene (la parte minore è amministrata dal comune diSaintes-Maries-de-la-Mer, che è il secondo per estensione ma raggiunge solo la metà della superficie di quello di Arles), a settentrione il piedimonte occidentale del sistema collinoso delleAlpilles, a oriente l'arida pianura dela Crau. Il comune comprende, oltre ad Arles, numerose altre località e frazioni (Albaron, Gageron, Gimeaux, Le-Sambuc, Mas-Thibert, Moules, Pont-de-Crau, Raphèle, Saliers, Salin-de-Giraud, Villeneuve).
Arles è inoltre capoluogo dellacircoscrizione omonima, una delle quattro del dipartimento, che comprende 9 cantoni e 36 comuni.
Fino al 2014 la città è stata suddivisa in due cantoni:
Arles-Est, che comprende la parte centro-orientale e orientale del suo territorio con i due comuni diFontvieille e diSaint-Martin-de-Crau
Arles-Ouest, che include la zona centro-occidentale e occidentale del comune
A seguito della riforma approvata con decreto del 18 febbraio 2014[3], che ha avuto attuazione dopo le elezioni dipartimentali del 2015, il territorio comunale della città è stato riunito in ununico cantone.
Arles ha unclima mediterraneo e presenta una temperatura media annua di 14,6 °C (1948 -1999). Le estati sono calde e moderatamente asciutte, con medie stagionali generalmente comprese fra i 22 °C e i 24 °C, e gli inverni miti, con temperature medie di circa 7 °C (gennaio, il mese più freddo, ha un valore medio di 6,2 °C - 6,3 °C nel periodo 1948 - 1999). La città è soggetta tuttavia, soprattutto durante i mesi invernali, all'influenza delmistral, vento freddo che può provocare gelate forti e improvvise. Le piogge (636 mm) sono abbastanza ben distribuite da settembre a maggio e la siccità estiva è meno marcata che in altre contrade delMediterraneo. Le precipitazioni di tipo nevoso costituiscono un fenomeno piuttosto raro.[4]
Resti del foro romano (Colonnes de Saint-Lucien) in place du ForumResti dell'esedra all'estremità di uno spazio scoperto annesso al Foro romano, nel cortile del Muséon Arlaten (Hôtel Lavan-Castellane)
Il territorio della foce delRodano fu occupato in etàprotostorica da popolazioniliguri, che allacciarono presto relazioni commerciali con le vicine popolazioniceltiche, con cui in parte si fusero e con gli emporifenici. Furono tuttavia iFocesi, fondatori della città diMassalia, a costituire, attorno alVI secolo a.C., un emporio commerciale (Théliné), primo embrione della futura città di Arles. Il sito aveva una notevole importanza non solo commerciale ma anche strategica, trovandosi all'incrocio del percorso che collegava l'Italia allaSpagna con il corridoio formato dallavalle del Rodano, via di penetrazione di commerciantigreci,fenici edetruschi. Nei secoli successivi si andò sviluppando un primo, modesto, abitato: sono delIV secolo a.C. i resti di alcune edificazioni rinvenute (1975) durante i lavori per un parcheggio presso una zona verde della città nota come "Giardino d'inverno". Tale abitato originario dovette essere soggetto, o per lo meno fu sottoposto al controllo, della città di Massalia, cui era sempre rimasto unito da legami storici, commerciali e di sangue. A partire dalII secolo a.C., in età ancora preromana, la presenza italiana [sic] ad Arles si fa molto forte sotto il profilo economico, ma forse, fin da allora, anche sotto quello culturale.[5]
IRomani si installarono stabilmente in Provenza nel122 a.C. e con ogni probabilità alcuni anni più tardi, al momento della costituzione della Narbonense (118 a.C. circa), l'emporio arlesiano fu incorporato nella nuova provincia.[6] Nel104 a.C.Mario fece scavare un canale nei pressi di Arles, che congiungeva il Rodano al golfo diFos per facilitare e ampliare la navigazione nella regione. In questa prima epoca romana l'abitato dovette svilupparsi notevolmente acquisendo connotazioni pienamente urbane e assumendo il nome diArelate, toponimo di probabile originegallica, con il significato di luogo presso (are) lo stagno (late); con tale denominazione sarà menzionata daGiulio Cesare nelDe bello civili[7]. Durante laguerra civile tra Cesare e Pompeo si schierò a fianco di Cesare riuscendo ad armare in un solo mese dodici navi da guerra che egli stesso aveva richiesto[8] e dopo la vittoria di quest'ultimo ottenne buona parte del territorio dell'antica madrepatria, la pompeiana Massalia. Nel46 a.C. divennecolonia romana[9] accogliendo i veterani dellalegio VI Ferrata e ottenendo il privilegio di dotarsi di una cinta muraria che racchiudeva un'area urbana di 40 ettari.[10] In questi anni il suo porto fluviale conobbe un ulteriore sviluppo, così come lo sfruttamento sistematico del fertile territorio che circondava la città.
Agli inizi delIV secolo fu una delle residenze preferite dell'imperatoreCostantino I e nel314 vi si tenne ilprimo concilio di Arles di unanumerosa serie tenutasi nei secoli successivi. A partire dal328 ebbe il nome ufficiale diConstantina, datole da Costantino I in onore del proprio figlioCostantino II che vi era nato; nel340, tuttavia l'uso cessò con la morte e ladamnatio memoriae di Costantino II. L'altro figlio di Costantino I,Costanzo II, mutò nuovamente il nome ufficiale della città inConstantia nel353, in occasione della celebrazione nella città dei propritricennalia; il nuovo nome tuttavia fu scarsamente utilizzato e la sua ultima attestazione risale al423, anno in cui si ha l'ultima emissione monetaria, per l'usurpatoreGiovanni Primicerio, ancora recante il segno di zecca col nuovo nome.[11] A partire dal328, la città, sostituendosi aNemausus e aBurdigala come il centro più popoloso ed importante dellaGallia meridionale, venne dotata di unazecca imperiale. Nel407 divenne sede dellaPrefettura delle Gallie al posto diTreviri e dieci anni più tardi il suo vescovo subentrò a quello di Lione come primate ecclesiastico della Gallia. Nel473 fu, per la prima volta, espugnata e occupata da una popolazionebarbara, seppure parzialmente romanizzata, quella deiVisigoti. In quegli anni, che videro il crollo definitivo dell'Impero romano d'Occidente, Arles riuscì a conservare una certa importanza non solo come centro politico ed economico, ma anche, e soprattutto, religioso.
Nel508, con la conquistaostrogota Arles entrò a far parte del regno diTeodorico il Grande. Era allora vescovo della cittàCesario, il quale riuscì a ottenere daPapa Simmaco anche la primazia sulla Spagna, conferendo alla diocesi arlesiana un prestigio, nell'Occidente cristiano, secondo solo a quello diRoma. Nel524 vi si tenne un concilio cui parteciparono vescovi provenienti non solo da ogni parte della Gallia, ma anche da un certo numero di diocesi iberiche e persino dall'Italia. Nel536 la città fu occupata daiFranchi e nel730 fu espugnata e saccheggiata dai musulmani provenienti dalla Spagna. Continuò tuttavia a essere un attivo centro commerciale e quando, nel934, vennero unite in un unico stato laProvenza e laBorgogna, la nuova formazione politica prese il nome diregno di Arles ed ebbe nella città provenzale una delle sue capitali più prestigiose, oltre che centro organizzatore di rilievo. Dopo circa un secolo di vita indipendente, nel1032, tale regno si smembrò e le sue parti (regione d'Arles, Borgogna e Provenza) vennero assorbite dalSacro Romano Impero. Ilregno di Arles, pur se con una ridotta base territoriale, continuò tuttavia a vivere come stato vassallo del Sacro romano Impero fino alla definitiva trasformazione della contea di Provenza (suo antico feudo) in entità statuale pienamente autonoma (XIII secolo) e oltre.
Nel frattempo era iniziato quel lungo percorso che doveva portare Arles, attorno al1135, all'elezione di un console[12] e, successivamente, a darsi degli statuti di città libera. I vincoli feudali che la città e il suoregno intrattenevano con il Sacro romano Impero rischiarono di spezzarsi e indusseroFederico Barbarossa a recarsi ad Arles nel1178 per cingere la corona di unostato che esisteva ancorade jure e riaffermare in tal modo la propria autorità su tutto il territorio compreso fra leAlpi e ilRodano. La cerimonia dell'incoronazione ebbe luogo con la massima solennità nellacattedrale di Saint Trophime, da poco edificata. Nel1239, per volere della sua borghesia, Arles accettò l'autorità deiconti di Provenza[13], gravitanti anch'essi nell'orbitaimperiale, riuscendo tuttavia salvaguardare, almeno in parte, le proprie libertà civiche. Nel1481 Arles e la Provenza tutta passarono, dopo la morte senza eredi del loro ultimo sovrano, il conteCarlo III, aLuigi XI e furono annesse alregno di Francia.
L'annessione di Arles al regno di Francia non comportò inizialmente problemi di sorta, anche perché la città e la sua regione di appartenenza tornarono a unirsi ad altre aree occitane che per lingua e cultura le erano affini: basti pensare al Languedoc, alla regione diTolosa e anche a quella parte dellaGuascogna che da tempo faceva parte dello stato francese. Agli inizi del Cinquecento tuttavia, venne inaugurata daLuigi XII quella politica di centralizzazione linguistica che, perseguita anche dai suoi successori, sfociò nell'editto diVillers-Cotterêts (1539) che stabiliva l'ufficialità della lingua francese in tutti gli atti pubblici a scapito del latino e degli idiomi autoctoni parlati sia nel sud di Francia (in gran maggioranza di ceppooccitano ofrancoprovenzale), sia inBretagna. Tale editto segnò, ad Arles, l'inarrestabile decadenza delprovenzale che sarebbe durata fino ai giorni nostri.
Sotto il profilo economico e finanziario la città dovette subire, nella prima metà del Cinquecento, un aumento generalizzato della fiscalità, volto a sostenere, sia la politica di espansione territoriale della monarchia francese in Italia (in funzione anche anti-asburgica), sia la lotta contro icorsari barbareschi particolarmente attivi nel litorale arlesiano (Saintes-Maries-de-la-Mer), sia lo sforzo militare contro le truppe imperiali diCarlo V che per ben due volte, negli anni trenta del Cinquecento, avevano invaso la Provenza. Nel1525 la città fu costretta persino ad arruolare un contingente di 200 uomini per reprimere bande di briganti (bandouliers) formate da ex-militari italiani o corsi che desolavano la contrada.[14]
Con il ritorno della pace, attorno alla metà delXVI secolo, Arles conobbe un nuovo periodo di sviluppo urbano ed economico favorito dal rinato interesse per la cultura classica, di cui la città era stata, nelle Gallie, uno dei massimi centri propulsori. Numerose costruzioni, sia private sia pubbliche, furono erette con forme, il più delle volte, di ispirazionerinascimentale. Fra gli edifici pubblici più significativi dell'epoca possiamo ancora ammirare la celebreTorre dell'Orologio (Tour de l'Horloge) (1555) e le due torri dellaPorte de la Cavalerie (1588) e, fra quelli civili, i palazzi aristocratici diVaradier Saint-Andiol,Arlatan,Laval-Castellane, che riflettono il gusto delle grandi famiglie locali per la monumentalità, la magnificenza e per dei tratti italianizzanti rari in Provenza.[15]. Durante le guerre di religione (1562 -1598) Arles restò fedele alla causa cattolica. L'arcivescovo Prosper de Sainte-Croix (1566-1574) indusse le autorità locali a cacciare i protestanti dalla città e ad accogliere i rifugiati cattolici provenienti dalla vicina Nîmes, fra cui Mons. Bernard Del Bene, che divenne per alcuni anni suo vescovo ausiliare. L'allontanamento dei protestanti permise ad Arles di restare al margine della guerra civile che si era scatenata fra "papisti" e "riformati", condotta con inaudita violenza da entrambe le parti nel mezzogiorno francese, ma non di evitare la terribile epidemia del1579-1581 che ne decimò la popolazione e che tornò a flagellare la città otto anni più tardi.
Nella prima metà delXVII secolo si impose in città unmanierismo di tipo "borgognone" sia nell'architettura civile che in quella religiosa, trovando posto persino nellacattedrale di Saint-Trophime con la sistemazione al suo interno, negli anni compresi fra il1620 e il1627, dellaCappella dei re Magi (Chapelle de Rois Mages). Tale manierismo cederà il posto, attorno alla metà del secolo, a uno stile più sobrio, di ispirazione classicheggiante, e, negli ultimi decenni della centuria, a forme tipicamentebarocche.[16]. In quegli anni il centro urbano subì alcune importanti trasformazioni che l'avrebbero contraddistinto fino ai giorni nostri, fra cui la definitiva sistemazione del cuore della città, l'odiernaplace de la République con il nuovo 'Hotel de Ville, (1673-1675) che incorporò anche laTorre dell'Orologio e, al centro della piazza, il bell'obelisco di epocatardo-imperiale (IV secolo), ivi trasportato dalCirco romano in cui si trovava.
Nei primi decenni del Settecento Arles fu funestata da una gravecarestia (1709) e dallapeste (1721), in cui perì oltre un terzo della propria popolazione che all'epoca ammontava a 23.000 abitanti circa. La carestia tornò a desolare la città nel1752, dando luogo a saccheggi repressi con durezza: un agitatore venne impiccato, altri furono incarcerati, altri ancora condannati alle galere. Nella seconda metà del secolo si segnalano anche i primi timidi tentavi di industrializzazione della città, con l'apertura di alcuni stabilimenti al di fuori delle mura cittadine e oltre ilRodano, nel quartiere di Trinquetaille.
L'adesione della città allaRivoluzione si produsse ancor prima dellapresa della Bastiglia, allorquando esplose in città una rivolta popolare dovuta al carovita (13 marzo1789), seguita da manifestazioni antimonarchiche che culminarono con l'occupazione del palazzo comunale. Le redini del potere furono prese, fin da allora, dall'aristocraticoPierre-Antoine Antonelle, che da tempo aveva fatti propri gli ideali di libertà e giustizia sociale che avevano ispirato i patrioti rivoluzionari francesi e che nel1790 fu eletto sindaco della città.
In epoca napoleonica fu decisa la soppressione dell'Arcidiocesi di Arles (1801) e la sua unione con ladiocesi di Aix. Ripristinata nel1817, fu nuovamente soppressa nel1822 incorporandosi definitivamente in quella diAix-en-Provence. All'epoca l'economia della città era ancora basata sul porto fluviale, ma attorno alla metà dell'Ottocento, a causa del rapido sviluppo dei trasporti per ferrovia, si andò gradualmente riconvertendo. L'apertura degliateliers ferroviari, a ridosso degliAlyscamps, nel1848, segnò l'inizio di una nuova era per Arles, che cominciò a perdere le connotazioni portuali che fino ad allora l'avevano contraddistinta, per assumere sempre più quelle di una centro dall'economia diversificata. Negli anni delSecondo Impero viene aperto a Salin-de-Giraud, località appartenente al comune di Arles, uno stabilimento per lo sfruttamento del sale (1856). Quest'epoca vide anche la costruzione di importanti arterie (fra cui l'attualerue Gambetta), di un ponte ferroviario sul Rodano, di nuovi argini lungo il fiume per proteggere il centro storico dalle ripetute inondazioni (1856) e di numerosi edifici pubblici fra cui scuole, caserme, magazzini e un teatro. L'attività edificatoria continuò in età repubblicana: nel1875 venne inaugurato un secondo ponte fluviale per unire il centro urbano al quartiere di Trinquetaille e in alcune zone periferiche della città iniziarono a sorgere i primi nuclei abitativi destinati prevalentemente agli operai. In quegli anni, nel quartiere arlesiano di Barriol, fu aperto un cantiere navale sopravvissuto fino ai giorni nostri. La città che nel1875 vide nascereJeanne Calment la donna più longeva di ogni tempo (122 anni legalmente provati) e che ospitòVincent van Gogh nel1888-1889 ispirando tante sue immortali creazioni, era certamente profondamente diversa da quella che solo alcuni decenni primi basava la propria esistenza sul porto fluviale.
Le due guerre mondiali segnarono profondamente la città: se nella prima molte giovani reclute arlesiane perirono sul fronte franco-tedesco, nella seconda ai morti fra le truppe combattenti si aggiunsero quelli causati dai bombardamenti aerei anglo-americani (giugno - agosto1944) che falcidiarono molti civili inermi e causarono gravi danni al patrimonio edilizio e monumentale di Arles. Secondo fonti ufficiali, per quanto riguarda la sola edilizia residenziale su 5.500 alloggi esistenti 1.156 andarono totalmente distrutti o risultarono inabitabili e 1.120 subirono distruzioni parziali di varia entità e gravità[17]. Interi quartieri come quello diTrinquetaille o deLa Cavalerie furono in massima parte rasi al suolo insieme ai due ponti sul Rodano, al Palazzo delle Poste, alla stazione ferroviaria e a svariati altri edifici civili e religiosi. Fra questi ultimi andò irrimediabilmente perduta la l'Église de Saint-Pierre, a Trinquetaille, che venne riedificata nel dopoguerra con forme moderne, mentre l'église Notre-Dame-la-Major', nonostante i gravi danni subiti venne riaperta al pubblico dopo essere stata sottoposta, per otto anni, a una serie di interventi strutturali e di restauri. L'opera di ricostruzione, data la l'importanza della città sotto il profilo storico e monumentale, fu affidata alla direzione di uno dei massimi architetti del tempo, il francese di origine ungherese Pierre Vago (1910-2002) e si protrasse fino agli inizi degli anni sessanta del Novecento.
La Cité: centro storico, che segue ancora l'impianto di età romana, tra la collina dell'Hauture e il fiume Rodano
L'Hauture: altura rocciosa isolata fu occupata già in epoca romana
Trinquetaille, situato sulla destra del fiume, si sviluppò in epoca antica e fu la sede portuale
La Roquette: ampliamento di origine medioevale lungo le rive del fiume, con impianto a spina di pesce e case alte e strette, sede di commercianti ed artigiani
Le Méjan: ampliamento delXII secolo lungo le rive del Rodano
Cavalerie Portagnel: nasce nel corso dello sviluppo urbano a partire dall'XI secolo, con l'estensione dell'abitato verso nord nel cosiddetto "Borgo Nuovo"
Mouleyrès Griffeuille: si sviluppa nelXIX secolo in concomitanza con l'arrivo della ferrovia. Si prolunga a sud nel quartiere dellaGenouillade e ad est nel quartiere residenziale di Griffeuille.
Chabourlet: urbanizzato a partire dal1928 a sud del centro cittadino, ha carattere residenziale con palazzine e abitazioni a schiera
Les Alyscamps Bigot: urbanizzato a partire daglianni 1950, nelle immediate vicinanze della celeberrima necropoli romana degliAlyscamps, che con le sue chiese, statue e sarcofagi, fu oggetto di culto in età medievale e nei primi due secoli di quella moderna. Lo scavo del canale di Craponne e la costruzione della linea ferroviaria traAvignone eMarsiglia, hanno profondamente alterato le caratteristiche del paesaggio originario
Le Trébon Montplaisir: urbanizzato a partire daglianni 1960 a nord del centro cittadino, su terreni bonificati nelXVII secolo dall'ingegnereolandeseJean Van Ens. Vasta zona industriale e porto fluviale della città
Barriol Plan-du-Bourg: urbanizzato neglianni 1970 nella zona sud-est della città, tra il Rodano, il canale di Port-de-Bouc e la strada di Port-Saint-Louis
Fourchon: urbanizzato a partire dagli anni 1970 a qualche chilometro a sud del centro cittadino, rappresenta la zona industriale e commerciale della città e centro ospedaliero.
La conoscenza del tracciato della prima cinta muraria, eretta poco dopo fondazione della colonia, alla fine delI secolo a.C., è in gran parte incerta. Un ultimo resto del tratto di mura si sviluppava lungo il Rodano in epoca medioevale. Si conservano anche i resti della porta della Cavalleria, ricostruita nel1588, completata nelXVIII secolo e parzialmente distrutta durante laRivoluzione francese e nel1877.
Del foro vero e proprio, la piazza centrale della città romana, restano solo alcuni pezzi architettonici che permettono di ipotizzare la sua costruzione poco dopo la fondazione coloniale del46 a.C. Fa parte dei monumenti inseriti nella lista deiPatrimoni mondiali dell'umanità.
La piazza, disposta su un terreno in pendio, era in parte sostenuta da sostruzioni: tre gallerie sotterranee disposte ad U e chiuse al pubblico. Una quarta galleria con elementi in mattoni appartiene probabilmente ad un rimaneggiamento di epoca tardoantica. A partire dalV secolo il foro era in abbandono e alcune parti dei criptoportici furono chiuse per essere utilizzate come cantine e si perse la memoria della natura dei resti, che furono prima interpretati come catacombe e riconosciuti di origine romana solo in seguito al ritrovamento di un fregio scolpito nel1737. Lo scavo di queste gallerie sotterranee a partire dal1951 permise di ritrovare un deposito di marmi asportati da antichi monumenti, tra cui alcune iscrizioni che testimoniano l'esistenza nel Foro di un culto dedicato all'imperatoreAugusto.
Attualmente ai criptoportici del Foro si accede dalla cappella dei Gesuiti, costruita nel1654, notevole per il soffitto dipinto e la decorazione scolpita dell'interno, in stile barocco. La cappella fu sede del museo archeologico di arte cristiana.
Fu inaugurato nel12 a.C. presso la collina dell'Hauture, inserito nel suo tracciato urbano regolare. Insieme al foro e all'Arc du Rhone costituisce l'impianto monumentale della colonia in epocaaugustea. Fa parte dei monumenti inseriti nella lista deiPatrimoni mondiali dell'umanità.
Iniziò ad essere fortificato nelV secolo d.C. ("Torre di Rolando", inserita nella cinta fortificata della città). Parte dei materiali fu riutilizzata per nuove costruzioni nelle vicinanze. Nel Medioevo altre costruzioni vi furono edificate e si perse memoria della sua originaria funzione, che venne nuovamente riconosciuta solo alla fine delXVII secolo. I lavori di scavo e restauro iniziarono nel1823. Nuovi restauri sono iniziati nel2004.
Attualmente restano pochi gradini della cavea delTeatro, l'orchestra, il proscenio e due colonne della scena, con un frammento della trabeazione. In origine la cavea si appoggiava su tre ordini di arcate e poteva accogliere circa 10.000 spettatori. Nell'orchestra, pavimentata inmarmi colorati si trovava l'altare dedicato adApollo, rinvenuto negli scavi ottocenteschi. La scena aveva in origine tre ordini di colonne ancora in marmi colorati e una notevole decorazione scultorea, di cui rimane la celebre "Venere di Arles" e la testa di una statua colossale di Augusto.
Conosciuto con il nome diles Arènes, l'anfiteatro fu edificato intorno all'80 d.C., addossato al fianco settentrionale della collina dell'Hauture, con orientamento diverso rispetto a quello del tracciato urbano. Le sue dimensioni, 136 x 107 m, sono di pochissimo superiori a quelle della vicinaArena di Nîmes e lo rendono uno dei più imponenti anfiteatri romani ancora esistenti. Fa parte dei monumenti inseriti nella lista deiPatrimoni mondiali dell'umanità.
Nel Medioevo divenne una vera e propria cittadella fortificata e vi furono innalzate quattro torri. Nel1735 il consiglio municipale proibì la ricostruzione delle abitazioni che vi si erano installate e il monumento venne liberato dalle costruzioni successive a partire dal1822. Restauri del monumento, ora esposto agli agenti atmosferici, furono condotti a più riprese e alla fine delXIX secolo fu instaurato un regolare programma di manutenzione. Nuovi grandi restauri sono iniziati nel2000.
Circa 21.000 spettatori potevano essere ospitati nella cavea, suddivisa in quattromaeniana (suddivisioni orizzontali) e sostenuta da due ordini di 60 arcate, sormontate da un attico oggi perduto. Come in molti altri anfiteatri il sistema di accesso era articolato per mezzo delle scale e dei corridoi anulari ricavati nelle strutture di sostegno. L'arena era pavimentata con un tavolato in legno sostenuto da risalti nella parte inferiore delpodium (il muro che limitava la cavea, rivestito da grandi lastre in pietra): nello spazio sotto il tavolato trovavano posto i macchinari utilizzati per gli spettacoli.
L'anfiteatro viene attualmente utilizzato per spettacoli teatrali e per laCorsa camarghese.
NelIV secolo la spina venne ricostruita con un nuovo rivestimento in lastre di marmo e l'erezione di unobelisco. NelV secolo quando vi si svolgono ancora dellecorse, inizia una parziale occupazione delle strutture. Il monumento sarà utilizzato come cava di materiale nelVI secolo in occasione della costruzione delle nuove fortificazioni. Le alluvioni del fiume ricoprirono le rovine di sedimenti e il monumento venne riscoperto solo nelXVII e nelXIX secolo, con scavi più approfonditi nelXX secolo.
La cavea poteva accogliere 20.000 spettatori ed era sorretta da un sistema di volte rampanti terminanti in facciata con un ordine di arcate.A causa della natura argillosa del terreno le fondazioni dovettero essere rinforzate con palificazioni in legno. Sono attualmente visibili solo alcuni resti delle costruzioni della cavea sul lato corto curvilineo.
Forse sul sito di un simile edificio più antico, sulle rive del fiume, l'edificio termale venne costruito nelIV secolo DC, epoca in cui la città era divenuta sede della corte imperiale diCostantino.
Nel Medioevo la costruzione fu occupata da abitazioni private che ne fecero perdere il ricordo: nelXVI secolo i resti visibili erano identificati come quelli del palazzo imperiale di Costantino e venivano chiamati palazzo dellaTrouille, con allusione a sale circolari e voltate. Degli scavi nelXIX secolo permisero di identificare i resti con un edificio termale. Ad un palazzo o alla sede della prefettura delle Gallie potrebbe appartenere una sala basilicale, visibile nel vicino palazzo d'Arlatan.
I resti dell'edificio sono tuttora in gran parte compresi nelle case circostanti, mentre è stato liberato il settore settentrionale con gli ambienti caldi e altri spazi di servizio.
La primacattedrale, sorta nelIV secolo era conosciuta solo dalle fonti fino al rinvenimento dei resti dell'abside, avvenuto nel 2003 durante lavori di costruzione sulla collina dell'Hauture.
I resti comprendono una vasta abside, poligonale all'esterno e a pianta semicircolare all'interno, che racchiude un deambulatorio pavimentato amosaico policromo, intorno ad un'abside più piccola, con pavimento rialzato e rivestito in marmo.
Il monastero femminile fu fondato con il nome di San Giovanni nel512 dal vescovoSan Cesario (502 -542) sulla collina dell'Hauture, nei pressi della prima cattedrale.
Chiamato anchegrand couvent ("convento grande"), fu chiuso durante laRivoluzione francese nel1792 e in gran parte distrutto e ne restano oggi poche vestigia.
La cappella diSan Biagio fu edificata, sui resti di edifici anteriori, a partire dalXII secolo ed è stata oggetto di scavi archeologici nel1972 e nel1982.
La cattedrale della città fu spostata nelV secolo nei pressi dell'antico Foro della città e dedicata a Santo Stefano. Ebbe diverse fasi costruttive: la chiesa oggi visibile fu edificata tra il1100 e il1152, e dedicata aSaint Trophime (San Trofimo). Rappresenta uno dei monumenti più importanti delromanico provenzale e fa parte dei monumenti inseriti nella lista deiPatrimoni mondiali dell'umanità.
La chiesa fu edificata nelXII secolo in stile romanico-provenzale sulla collina dell'Hauture, e conserva un'abside decorata esternamente da lesene di imitazione antica. Fa parte dei monumenti inseriti nella lista deiPatrimoni mondiali dell'umanità.
Nel Medioevo si trattava di un semplice slargo tra la chiesa diSaint-Trophime e quella diSant'Anna (1627). Nella chiesa fu ospitato dal1825 il primo museo archeologico ("Museo di arte pagana").
Nei pressi sorgeva inoltre il Palazzo del Podestà (eretto tra il1220 e il1235 instile romanico), utilizzato dal vicario del conte di Provenza dopo il1251 e fiancheggiato dalplan de la Cour, dove si svolgevano le assemblee cittadine.
Nel1676 venne terminato l'Hôtel de ville che inglobava la più antica Torre dell'Orologio (1558), che a sua volta ne sostituiva una più antica. In questa occasione fu creata la vera e propria piazza con l'abbattimento di diversi isolati. A diverse epoche appartengono le facciate degli altri edifici che la bordano: dallachiesa di Sant'Anna, ricostruita nel1627 fino al palazzo delle Poste, oggi sede di servizi pubblici e associazioni, che chiuse la piazza nel1898 (architettiAuguste eLeonard Véran).
L'obelisco di fronte al Municipio, qui rialzato nel1676, era stato posto nelIV secolo DC sulla spina del circo romano. Si tratta di una realizzazione romana, scolpita in una pietra originaria dall'odiernaTurchia. Fu rinvenuto nel1389, rotto in due pezzi. NelXIX secolo fu aggiunto il bacino d'acqua ai suoi piedi. Durante la sua erezione vennero scoperti dei resti relativi ad uno stabilimento termale di epoca romana.
Si tratta di un insieme di edifici appartenuto aiTemplari. In seguito passò agli ospedalieri di San Giovanni di Gerusalemme, oSovrano Militare Ordine di Malta. I quattro edifici riuniti intorno al cortile centrale risalgono uno probabilmente alla fine delXIII secolo, due alXV e l'ultimo fu rimaneggiato nelXVI.
Il primo convento deiCarmelitani costruito nelXIII secolo e successivamente abbandonato, fu nuovamente messo in luce durante i restauri per una banca. Comprende la cappella Desalberts, con volte gotiche dall'articolata decorazione, della seconda metà delXVI secolo.
Inizialmente insediati all'esterno delle mura, iDomenicani si insediarono nelXIV secolo sulle rive del fiume. La monumentale chiesa, consacrata aNotre-Dame-de-Confort fu completata nel1484 in forme gotiche. A partire dal1981 è stata oggetto di scavi e di lavori di restauro.
La sede del Gran Priore dell'Ordine di Malta fu realizzata a partire dalXV secolo da duecommanderies medioevali. Nel1868 fu sede del museo municipale di belle arti, attualmente orientato in particolare verso l'arte contemporanea e lafotografia.
L'antico ospedale fu costruito tra il1573 eXVII secolo e il1680, riunendo i 32 complessi di sanità presenti all'epoca in città. Nel1835 tre dei corpi di fabbrica intorno al chiostro centrale furono rialzati in seguito ad un'epidemia dicolera. Vi fu ospitatoVan Gogh, che raffigurò l'edificio nei suoi quadri. L'ospedale cessò di funzionare neglianni 1970.
Successivamente l'edificio subì ampie opere di restauro e trasformato in centro culturale. Durante i lavori fu oggetto di scavi archeologici che hanno rimesso in luce testimonianze della protostoria locale.
Sul sito dove gli scavi hanno rivelato resti di ville suburbane delII secolo DC, si eressero a partire dalXVII secolo (piazzale del Mercato Nuovo) il nuovo convento dei Carmelitani (1634 e1702), con annessa cappella (oggi unico resto visibile) e l'Ospedale della Carità delle suore agostiniane. Verso il1820 nasce il grandeboulevard des Lices, che attraversa i giardini dell'antico convento.
Gli scavi qui condotti hanno rivelato la presenza di ricche ville suburbane di epoca romana, con pavimenti decorati amosaico policromo. Alcuni dei resti sono stati lasciati visitabili nei sotterranei della banca delCrédit Agricole.
Necropoli degli Alyascamps e chiesa di Sant'Onorato
La necropoli, situata lungo l'anticavia Aurelia fu utilizzata in età romana e medievale. Acquistò importanza in epoca paleocristiana per la sepoltura qui avvenuta del martireSan Genesio e diSan Trofimo. La salma di quest'ultimo venne spostata, attorno alla metà delXII secolo, nella cattedrale di Arles. Il nome deriva daElisi campi. In una cappella della zona furono seppelliti anche i primi vescovi di Arles. Fu tappa obbligata nel cammino di pellegrinaggio versoSantiago di Compostela. Nel ciclo carolingio vi fu ambientato un combattimento traCarlo Magno e iSaraceni, per spiegare la grande quantità di tombe presenti.Dante cita il luogo nellaDivina Commedia (Inferno, IX, 112).
Risale ad epoca medioevale anche la chiesa diSan Pietrodes Mouleyrès, il cui cimitero è stato tagliato per il passaggio della linea ferroviaria. Rovinata e abbattuta, fu ricostruita nelXVII secolo.
La cappella dei Porcelet, delXV secolo è una delle poche cappelle familiari conservate della necropoli.
Il centro sorge sulla collina di Fourchon e prende il nome dal medico e sindaco di Arles Joseph Imbert (1903-1945). Fu inaugurato nel1974 ed è opera dell'architettoPaul Nelson, che elaborò la concezione di ospedale come "macchina per guarire", basandosi su due principi essenziali: la funzionalità degli spazi e massimo controllo dei fattori ambientali.
A qualche chilometro a nord-est della città, fa parte dei monumenti inseriti nella lista deiPatrimoni mondiali dell'umanità.
Il chiostro, con ricca decorazione, presenta quattro gallerie intorno ad una piccola corte scoperta. Degli edifici conventuali restano la sala capitolare, il refettorio e resti delle celle e dei magazzini. Nel1369 fu aggiunta al convento una torre difensiva, detta Torre degli abati, tuttora ben conservata.
L'abbazia declinò in seguito all'uso dellacommenda, ossia della concessione del beneficio da parte del papa anche al di fuori della congregazione monastica, anche a dei laici. Una ripresa si ebbe per iniziativa dell'arcivescovo di Arles nelXVII secolo. Verso il1730 fu costruito il convento di San Mauro, distrutto durante laRivoluzione francese e attualmente in rovina.
La comunità monastica si costituì a partire dalX secolo e prosperò grazie a numerose donazioni aristocratiche. Fu centro di pellegrinaggio grazie ad alcune reliquie della Croce (Pardon de Montmajour, il 3 maggio, celebrazione istituita nel1030).
L'edificio più antico è rappresentato dalla chiesa diSan Pietro, costruita intorno al1040, in parte scavata nella roccia,
La chiesa abbaziale di stile romanico fu invece costruita nelXII secolo in sostituzione di una chiesa precedente, nominata dalle fonti, ma di cui non abbiamo alcun resto. La chiesa era ad unica navata, attualmente di due sole campate, poiché la terza, prevista, non venne mai realizzata. La sottostante cripta a deambulatorio con cappelle radiali, presenta una pianta diversa da quella della chiesa soprastante, a cui fa da sostruzione sul pendio della collina.
Fuori dal perimetro del convento sorge la cappella della Santa Croce (fine delXII secolo), che fu costruita come centro per i pellegrini.La chiesa è a pianta centrale quadriloba e con breve campata che fa da vestibolo. I frontoni che decorano l'esterno prendono ispirazione dai monumenti romani della città.
La formazione delle collezioni risale al1614, con l'esposizione nel palazzo del Municipio delle vestigia archeologiche rinvenute in città. Nel1651 fu ritrovata ed esposta la statua della Venere di Arles, rinvenuta nel teatro, che venne poi ceduta al reLuigi XIV per il parco diVersailles. Altre collezioni erano ospitate nei conventi (in particolare nel cortile del convento della Misericordia, situato sul sito stesso del teatro). Nel1784 agli Alyscamps venne realizzato il primo museo archeologico pubblico, ma l'esperienza fu interrotta dallaRivoluzione francese. Nel1805 fu la chiesa di Sant'Anna ad essere dedicata come Museo dell'arte pagana all'esposizione degli oggetti antichi. Nel1935 la crescita delle collezioni rese necessario l'apertura di un Museo di arte cristiana nella cappella dei Gesuiti. Infine a partire dagli anni1970 fu presa la decisione di edificare un nuovo museo archeologico che venne infine inaugurato nel1995, opera dell'architettoHenri Ciriani.
Il museo ha pianta triangolare e ciascuno dei tre lati è dedicato ad una specifica funzione: esposizione, accoglienza del pubblico, restauri e studi. Gli oggetti illustrano la storia della città e il modo di vivervi dall'epoca neolitica fino alla tarda antichità, seguendo un percorso cronologico e tematico.
^In tabella vengono rilevate le temperature e le precipitazioni della città di Arles per il periodo 1948-1999, estratte dal sitoSophy.u-3mrs.fr(archiviato dall'url originale il 2 maggio 2008). e le sole temperature medie per il periodo 2005-2013 relative alla stazione di Nîmes-Garons. Volendo infatti fornire anche dei dati climatologici più recenti e non essendo più disponibili quelli relativi alla stazione meteorologica urbana, abbiamo preso in considerazione i valori rilevati nella stazione di Nîmes-Garons, situata a 94m s.l.m. (Coord. DMS: 43°45'N e 4°24'E) e a una distanza di circa 15 km in linea d'aria da Arles. Questi ultimi dati sono stati estratti anno per anno dal sitoInfoclimat.fr. e poi aggregati.
^Taluni ritengono tuttavia che Arles sia continuata a dipendere economicamente da Massalia, fino a quando quest'ultima venne definitivamente assorbita nello stato romano (49 a.C.). Cfr. a tale proposito: AA.VV.,Provence, Clermont-Ferrand, Michelin et Cie, Propriétaires-Éditeurs 1993, p. 65,ISBN 2-06-700362-3