Il territorio su cui sorge attualmente Arconate era abitato nei tempi antichi daiLiguri, che lasciarono poi spazio aiCelti nel corso delV secolo a.C. Una traccia dell'origine ligure sarebbe tuttora rintracciabile nella fonetica del dialetto locale; la conservazione di questi tratti è giustificata con la lontananza dell'antico villaggio da centri più grandi e dalle principali vie di comunicazione[4].
Come tutta laGallia Cisalpina, anche questa zona fu conquistata nelIII secolo a.C. daiRomani, che ne rivoluzionarono l'organizzazione territoriale: ripartirono i campi agricoli con una formazione a linee ortogonali e parimenti fecero per la realizzazione di strade e sentieri, sul modello della topografia degli accampamenti militari.
In questo periodo si andava completando la diffusione delCristianesimo a scapito dellareligione pagana romana e furono edificate numerose chiese, facenti capo allaPieve di Dairago.
Il nome di Arconate compare per la prima volta nel1027, su un documento delMonastero Maggiore di Milano, che possedeva dei beni in questo villaggio. Per opera diFederico Barbarossa Arconate diviene, nel1164, feudo diRainald von Dassel, suo cancelliere e condottiero. L'imperatore venne però poi sconfitto e scacciato dallaLega Lombarda e a partire dal1186, abbiamo notizie, seppur indirette, di una nobile casata, punto di riferimento della vita del villaggio del tempo. Questa famiglia di marchesi, a cui appartenne anche il celebre avventuriero del XVII secoloGiovanni Gerolamo Arconati Lamberti, prese appunto il nome diArconati, dal nome del luogo di origine.
Nell'Arconate delXIII secolo sorgeva anche un monastero dei FratiUmiliati e un castello, poi andato distrutto e di cui si hanno scarsissime notizie. A fianco della chiesa di Santa Maria delle Grazie (oggi nota comechiesa di Santa Maria Nascente, che era di proprietà pubblica, venne poi edificata da privati lachiesa di Sant'Eusebio, poi ricostruita due volte, nel1683 e nel1903.
Nell'età dei Comuni, alla fine delMedioevo, Arconate aveva un'organizzazione indipendente: contava circa 250 abitanti, prevalentemente dediti all'agricoltura, nonostante la scarsa produttività del terreno, a causa dellabrughiera e della carenza d'acqua. Il villaggio era dominato dei nobili, che possedevano quasi tutte le abitazioni: i già citati Arconati e iDe Capitani.
Con l'inizio dell'era moderna la pieve di Dairago ebbe un'importanza declinante e gli Arconati tennero il villaggio come proprio feudo; tale situazione si mantenne immutata nei secoli, pur seguendo l'andamento della storia lombarda, fino alla discesa in Italia diNapoleone Bonaparte, che abolì definitivamente ilfeudalesimo.
Come istituzione ufficiale la pieve di Dairago fu abolita nelXIX secolo, quando il territorio viene riorganizzato in distretti; Arconate divenne parte deldistretto di Cuggiono, nel1859 rinominato come mandamento. Questa suddivisione del territorio venne a sua volta abrogata in epocafascista.
Nel1868 ilRegno d'Italia pianificò la soppressione dei comuni di Arconate eDairago e la fusione conBusto Garolfo, a causa delle loro piccole dimensioni; in seguito ad un ricorso degli enti locali il progetto venne però parzialmente abbandonato e Arconate finì per annettereDairago nel1869. L'idea riprendeva comunque leggi dell'età diNapoleone, quando Arconate fu annessa dapprima aBuscate e poi aBusto Garolfo.
Un forte impulso all'economia arconatese fu dato nel1886 con la costruzione delcanale Villoresi, che permise un forte aumento della produttività agricola, sopperendo all'endemica carenza di acqua del territorio. Parallelamente a questo furono stabiliti ad Arconate stabilimenti industriali, che spinsero ad aumentare anche le vie di collegamento terrestri con i maggiori centri del territorio.
Dal 24 dicembre1957Dairago ha costituito un comune autonomo, mentre nel1977, con referendum consultivo, è stata decisa la riunione della frazione Olcella sotto il territorio diBusto Garolfo.
Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 28 gennaio 1953.[5]
«Partito: nel 1° a cinquepunti d'oro, equipollenti a quattro d'azzurro; nel 2° d'argento, albiscione al naturale, ingollante il putto di carnagione; col capo d'azzurro, all'aquila d'oro, accostata da due stelle dello stesso. Ornamenti esteriori da Comune.»
La prima partizione riprende il blasone della famiglia milanese degliArconati, i più antichi feudatari del paese; il biscione è simbolo del ramo della famiglia Visconti, imparentata con i conti Arconati; il capo d'azzurro caricato dell'aquila e di due stelle d'oro deriva dallo stemma della famiglia dei marchesi Lossetti[6], anch'essi antichi feudatari di Arconate e di Dairago.
Il gonfalone è un drappo partito di bianco e di rosso.[7]
Arconate è tra i primi comuni decorati della seguente onorificenza:
Medaglia commemorativa al valore morale alle famiglie dei caduti nel primo conflitto mondiale
«in quanto Comune di residenza della famiglia di Pasquale Monolo ed Angela Martignoni, che persero i figli Carlo, Luigi ed Ernesto nel corso del primo conflitto mondiale» — Roma, 24 ottobre 2011[8]
Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2010 la popolazione straniera residente era di 293 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:
^Arconate, suArchivio Centrale dello Stato.URL consultato il 14 luglio 2023.
^Stemma della famiglia Lossetti-Mandelli di Milano:troncato semipartito: al 1° d'oro, all'aquila di nero, linguata di rosso, al 2° d'azzurro, a due ossa umane, decussate, accantonate da quattro stelle, il tutto d'oro; al 3° deiMandelli, che è di rosso, a tre leopardi d'oro, uno sull'altro. Cfr. G.B. di Crollalanza,Dizionario storico-blasonico, vol. II, Bologna, Arnaldo Forni Editore, 1886, p. 34.