Molte sono le ipotesi sull'etimologia del nome Arcola e sul suo significato nel corso dei secoli.
Alcuni storici sostengono che il nome derivi dagli Erculei, nobile famigliaromana stabilitasi in queste zone, mentre altre fonti lo collegano addirittura adErcole quale fondatore del luogo. Anton Maria Visdomini, poeta cinquecentesco, aderisce a questa etimologia: "Arcula sed magno memoratur ab Hercule dicta".
Altre ipotesi più recenti mettono in relazione Arcoa con il termine dialettale incò ("in capo a") o con alcò ("promontorio").
L'ipotesi più probabile è che Arcola derivi il suo nome piuttosto da Arx ("rocca") o da Arcula ("piccola rocca").
È verso la foce del fiumeMagra che si ebbero le maggiori trasformazioni del paesaggio: nel bacino, oggi interrato, al tempo deiLiguri facevano scalo navi greche, etrusche e infine quelle romane.
La storia di Arcola può essere ricondotta alle vicende che hanno interessato laLunigiana e laval di Magra.
Il paese era sorto, conAmeglia eCastelnuovo Magra, per la necessità di fuggire allamalaria diffusa nel territorio lunigianese.
Nell'Alto Medioevo è stato saccheggiato daiNormanni e assalito ripetutamente daisaraceni, anche se non esistono documenti specifici che attestino di queste notizie.
Nell'XI secolo è un importante centro feudale degliObertenghi[5], che sulla sommità del colle costruirono uncastello.
Nel corso del XIII secolo Arcola si trova al centro di vari tentativi di dominio della famigliaMalaspina. Nel 1245 gli abitanti si ribellano alla cattiva amministrazione del marcheseMoroello e Sarzana ne approfitta per acquistare il borgo con il castello e le sue terre fino alla costa di San Bartolomeo ePitelli.
Divenuta possedimento deiDoria, nel 1278 Arcola viene in possesso dellaRepubblica di Genova, ma nel 1282 il vescovoEnrico da Fucecchio recupera il controllo del castello di Arcola.
Riconquistato nel 1494 dalla repubblica genovese, il castello-palazzo è sede della Podesteria di Arcola e Vezzano.
Le attività agricole del XV secolo erano già alquanto sviluppate, nonostante i frequenti fenomeni alluvionali: si coltivavano legumi, cereali, uva, frutta, ortaggi e foraggio. In seguito verrà introdotta anche la coltivazione del granturco mentre nel XIX secolo si comincerà a coltivarvi la patata, la barbabietola da zucchero, la canapa, il lino ed il gelso.
Nel XVII secolo, vengono realizzate le prime opere di arginatura del fiumeMagra, mentre nel XVIII secolo sono costruiti i primimulini, nel 1736, grazie all'opera diMatteo Vinzoni.
Alla caduta della Repubblica genovese e con la dominazionenapoleonica Arcola rientra, dal 2 dicembre 1797, nel Dipartimento del Golfo di Venere con capoluogoLa Spezia, nell'ambito dellaRepubblica Ligure. Dal 28 aprile 1798 Arcola rientra nel IV cantone, come capoluogo, della Giurisdizione di Golfo di Venere.
Nel 1799 in questa zona è combattuta una battaglia tra le truppe franco-genovesi e quelle austro-russe; nel corso del bombardamento vengono colpiti e danneggiati sia il castello che la torre obertenga.
Dal 1803 è il centro principale del III cantone del Golfo di Venere nella Giurisdizione del Golfo di Venere e, annesso all'Impero francese, dal 13 giugno 1805 al 1814 è inserito nelDipartimento degli Appennini.
Il castello, restaurato nel 1884, diviene in seguito sede del municipio di Arcola.
Nel 1928, allo scopo di ingrandire il capoluogo spezzino e di dividere gliantifascisti arcolani da quelli diPitelli, all'epoca la frazione più grande del comune, i borghi di Pitelli,Muggiano,Fossamastra, San Bartolomeo, Ruffino e Pagliari confluirono nel territorio comunale della Spezia e il comune arcolano fu privato del suo storico sbocco sulmar Ligure e sulgolfo della Spezia.
«D'azzurro, caricato di un "arco" in pietre d'argento fondato su una pianura dello stesso, nel cantone destro del capo un crescente di luna d'oro, accompagnato da una stella dello stesso ad otto punte. Lo scudo è timbrato da una corona d'oro del rango di conte.[7]»
Lo stemma comunale è stato adottato e scelto dall'amministrazione comunale il 29 maggio del 1880. La raffigurazione dellaluna e dellastella simboleggiano l'antico legame arcolano con la storica città romana diLuni. La corona comitale che sormonta lo scudo ricorda l'antico feudo degliObertenghi poi passato aivescovi di Luni-Sarzana.[7]
Santuario di Nostra Signora degli Angeli nel capoluogo. Edificato nel luogo in cui sarebbe avvenuta una miracolosa apparizione della Vergine il 21 maggio 1556[8]. Nel 1558 venne costruita l'attuale cappella sotterranea. Una chiesa sovrastante fu edificata sullo scorcio del secolo, mentre l'attuale tempio è opera della seconda metà del XVIII secolo.
Chiesa parrocchiale di San Nicolò nel capoluogo. Citata in un atto del 1132. Venne ingrandita nel 1628 e ultimata nel 1673. La struttura è divisa in tre navate con sei colonne marmoree diordine tuscanico. All'interno della chiesa è ospitata una tavola in marmo ad alto e bassorilievo raffigurante laMadonna col Bambino Gesù tra i santi Margherita d'Antiochia e Nicolò. Il campanile venne messo in opera nel 1658.
Chiesa parrocchiale di San Rocco nel capoluogo.
Pieve parrocchiale dei Santi Stefano e Margherita nella frazione diBaccano. La pieve è ricordata nellabolla pontificia dipapa Eugenio III del 1149. Fu trasformata in stilegotico con abside quadrata, fiancheggiata da analoghe cappelle con ampi archi acuti a tre navate. All'interno è conservato un trittico in marmo del XIV secolo raffigurante laBeata Vergine e i Santi Pietro e Giovanni Battista; all'esterno la pieve custodisce una fontana fatta costruire dal vescovo diLuniGiovanni Battista Salvago nel 1626. Peculiare la scritta che sovrasta il portone d'entrata della chiesa:Terribilis est locus iste.
Oratorio dell'Annunciazione nella frazione di Baccano. L'edificio è situato all'interno di Villa Picedi Benettini e fu voluto da Camillo dei Conti Picedi nella prima metà del XVII secolo.
Chiesa parrocchiale di Sant'Anna nella frazione di Cerri. Al suo interno sono conservate tre quadri databili al XVII e XIX secolo della scuola pittorica genovese.
Oratorio di Nostra Signora della Neve nella frazione di Monti. Eretto nella seconda metà del XVI secolo.
Chiesa parrocchiale di San Rocco nella frazione di Ponte di Arcola.
Chiesa parrocchiale dell'Immacolata Concezione nella frazione di Romito Magra.
Pieve parrocchiale di San Michele Arcangelo nella frazione diTrebiano. La pieve è indicata già nella bolla pontificia diEugenio III del 1149. La chiesa fu costruita nel XVI secolo su una struttura precedente. È distile romanico, ha tre navate sostenute da otto colonne di marmo rosso locale. Ai lati vi sono quattro altari intitolati a santa Caterina, san Bernardo, san Rocco e alla Natività. All'interno della chiesa si trova un'ara romana proveniente da Luni e impiegata come pila dell'acqua benedetta, un crocefisso a tempera su legno risalente al 1456, una pala d'altare in marmo della prima metà del XVI secolo e unaVia Crucis del Settecento.
Ex ospedale della Casalina, risalente alla fine del XV secolo, e oggi convertito a mobilificio conservandone, tuttavia, le parti quattrocentesche delle arcate e decori.
Villa "il Chioso" dei conti Picedi Benettini nella frazione diBaccano. Consiste di un palazzo centrale circondato da un largo parco cinto da mura, sistemato definitivamente nel 1910, e da alcuni edifici di complemento, tra cui il piccolo oratorio dell'Annunciazione del XVII secolo. La sua costruzione, di datazione incerta ma individuata attorno alla metà del XVIII secolo, è opera della famiglia comitale dei Picedi Benettini, i cui discendenti sono gli attuali proprietari. La consultazione dei documenti catastali del 1557 conferma la presenza di precedenti costruzioni rurali nel luogo. Il palazzo principale ospita le cantine dell'omonima fattoria e un antico frantoio.
Castello di Arcola. Situato sovrastante il paese, con vista strategica sulla piana diSarzana e la foce del fiumeMagra, la costruzione del castello risale agli inizi delXII secolo ad opera degliObertenghi. Nel corso delXIII secolo subì numerosi e gravosi assedi, tra cui l'assalto dellaRepubblica di Genova nel 1278 per la conquista del feudo; dell'assedio genovese rimarrà intatta solo la vicina torre. Ricostruito ex novo e convertito in palazzo feudale fu nel1320 assediato dal Signore diLuccaCastruccio Castracani; nel 1436 ritornò in possesso della repubblica genovese. L'odierno palazzo, oggi sede del municipio, fu costruito sul sito dell'antico castello obertengo nel 1885.
Torre pentagonale obertenga. Eretta in prossimità del Castello, la torre è l'unica testimonianza coeva dell'antico castello eretto dagli Obertenghi nelX secolo. Alta sedici metri è a pianta pentagonale ed è munita, alla sommità, di merli e di piccole finestrelle sui lati. Tra la torre e il piazzale del municipio in un'aiuola è collocata un'antica vasca marmorea per la misurazione del volume di mezzo barile di vino. Secondo la datazione incisa nel marmo l'unità di misura utilizzata era quella in uso aGenova nel1601.
Castello di Trebiano. Citato per la prima volta nel diploma del963 dell'imperatoreOttone I, fu costruito daivescovi di Luni che lo utilizzarono come roccaforte sul colle. Nel1039, così come l'intero feudo, divenne dominio dei Signori di Trebiano, vicini alla diocesi lunense. Nonostante l'imponente mole della struttura suggerisca per il castello una posizione per la difesa del paese, fu scelto dai vescovi come semplice residenza feudale.
Forte di Canarbino. Al confine amministrativo tra Arcola eLerici, sulla sommità del crinale che domina l'abitato diPitelli, si trova la località di Canarbino, sede di un forte militare delXIX secolo che fa parte delSistema fortificato del Golfo della Spezia. L'edificio conserva ancora intatta tutta la sua struttura originaria, compresi i fossati e le mura di cinta e viene oggi utilizzato comepoligono di tiro.
Con il patrocinio dell'amministrazione civica è attiva sul territorio comunale la compagnia teatrale "Actor in Progress", che partecipa all'organizzazione di eventi pubblici di spettacolo, consulenza artistica per eventi teatrali e formazione teatrale per adulti e per ragazzi. La compagnia è impegnata in una tournée nazionale con lo spettacolo "Emozioni Differite". La scuola di formazione teatrale, da cui origina la compagnia stessa, ha avuto nel 2009 il riconoscimento[11] delMinistero per i beni e le attività culturali.
Molto sentita è la cucina tradizionale, un misto di sapori e tradizioni dovuto al posizionamento del comune all'interno dellaLunigiana storica, al confine traLiguria,Toscana edEmilia.
Il comune è costituito, oltre al capoluogo, da undici frazioni:Baccano, Battifollo, Cerri, Fresonara, Monti, Piano di Arcola, Ponte di Arcola, Ressora, Romito Magra, Termo-Pianazze eTrebiano per un totale di16,54 km2[12].
L'economia del comune si basa, oltre che sulturismo, sull'attività agricola ed in particolare sulla coltivazione degliortaggi e deilegumi, la raccolta e lavorazione dell'olio e la produzione divini. Vi è inoltre la presenza di medieindustrie metalmeccaniche, petrolchimiche e sulla lavorazione della carta.
Il centro di Arcola è attraversato principalmente dalla strada provinciale 19 che gli permette il collegamento stradale con lastrada statale 1 Via Aurelia.
Dai comuni diLa Spezia eLerici un servizio ditrasporto pubblico locale gestito dall'ATC garantisce quotidiani collegamenti bus con Arcola e per le altre località del territorio comunale.
^Il toponimo dialettale è citato nel libro-dizionario del professor Gaetano Frisoni,Nomi propri di città, borghi e villaggi della Liguria del Dizionario Genovese-Italiano e Italiano-Genovese, Genova, Nuova Editrice Genovese, 1910-2002.