L'aramo (Aramus guarauna (Linnaeus, 1766)), anche noto comelimpkin,carrao,courlan ouccello piangente, è unuccellogruiforme simile a unrallide, sebbene sia tassonomicamente più vicino allegru. È l'unica specie esistente delgenereAramus e dellafamigliaAramidae. Abita principalmente le zone umide, nelle aree calde delleAmeriche, dallaFlorida al nord dell'Argentina. Si nutre dimolluschi, e la sua dieta è dominata dallelumacheampullariidi del generePomacea. Il suo nome inglese,limpkin, deriva dalla sua camminata apparentemente zoppicante.[2][3]
L'aramo è simile a unagru con gambe lunghe, un collo anche abbastanza lungo, un becco robusto e leggermente ricurvo e un'altezza di circa60 cm. Il piumaggio è olivo-bruno striato di bianco.
Il nome inglese «limpkin» (zoppicante) gli proviene dalla sua strana andatura claudicante allorquando attraversa guardingo la intricata vegetazione della palude, sollevando in alto le lunghe zampe e contraendo la coda.[2] In caso di necessità, gli arami nuotano galleggiando comefolaghe osciabiche. Volano di rado, ma quando lo fanno si levano e atterrano verticalmente e volano con battito lento e continuo. Di notte, gli arami si appollaiano sugli alberi, dove possono correre tra i rami con agilità sorprendente.
I suoni che l'aramo emette, specie di notte, sono simili a gemiti o lamenti. Sono composti da tre sillabe e sono stati descritti come gridi, lamenti e pianti penetranti, o anche come richiami di «una tristezza indescrivibile». Secondo ilfolklore, i pianti sarebbero quelli di bambini sperdutisi per sempre nelle paludi.
Gli arami si alimentano ad altezza di guado nelle acque basse degli acquitrini e delle paludi, e il loro alimento principale è costituito dalle lumache d'acqua della famigliaAmpullariidae, in particolare del generePomacea,[4] che cerca nel fango con il suo lungo becco. La dieta a base di lumache è completata damolluschi d'acqua dolce (Anodonta spp.,Villosa spp.,Elliptio spp. eUniomerus spp.)[5] e in misura minore dainsetti,rane,rettili,crostacei evermi.[6]
I terreni di alimentazione degli arami sono ben riconoscibili poiché ricoperti da mucchi di gusci di lumache. Quando afferrano le lumache, le tengono strette per il bordo del guscio e le portano sul terreno o in acque poco profonde. Sistematele accuratamente in un crepaccio o alla biforcazione di un ramo con l'apertura verso l'alto, l'aramo aspetta pazientemente che la lumaca «si rilasci», e allora la trafigge passando la metà superiore del suo becco attraverso il corpo tra il guscio e l'opercolo corneo o porta.
Ilnido viene costruito con giunchi, bastoncini e altro materiale di origine vegetale. Esso è voluminoso, ma leggero, ed è disposto tra piante rampicanti intrecciate, cespugli di erba, arbusti, alberi, qualche volta anche a un'altezza di 5 m ma normalmente vicino o sopra l'acqua. La covata è costituita da 4-8, normalmente 6 o 7 uova verde pallide macchiate di bruno. NegliStati Uniti, vengono deposte tra metà febbraio e aprile e covate da ambedue i genitori, non è però noto quanto tempo esse richiedono per schiudersi. I piccoli, di colore bruno scuro, possono nuotare e correre immediatamente dopo la nascita e, dopo un giorno o giù di lì, sono già in grado di lasciare il nido e nascondersi nelle vicinanze. Sono sorvegliati da entrambi i genitori per un periodo di tempo imprecisato ed è risaputo che i genitori continuano ad alimentarli anche dopo che hanno cominciato a volare. I piccoli si avvicinano ai genitori dal didietro e passano loro attraverso le gambe per portarsi davanti e prendere così le lumache che vengono loro offerte.
Considerato il suo ampioareale e la numerosità della popolazione, stimata in oltre 1 000 000 di esemplari, la specie è considerata dallaIUCN Red List come specie a basso rischio (Least Concern).[1]In passato era abbastanza comune in Georgia e nella Florida, ma fu decimato per la sua carne appetitosa e la facilità nel colpirlo. Ora la sua sopravvivenza è assicurata in riserve come l'Everglades National Park.
^(EN) F. Gill e D. Donsker (a cura di),Family Aramidae, inIOC World Bird Names (ver 14.2), International Ornithologists’ Union, 2024.URL consultato il 13 maggio 2014.