Arado Ar 66 | |
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Descrizione | |
Tipo | aereo da addestramento |
Progettista | Walter Rethel Walter Blume |
Costruttore | ![]() ![]() |
Data primo volo | 1932 |
Data entrata in servizio | 1933 |
Utilizzatore principale | ![]() |
Esemplari | 1 456 |
Dimensioni e pesi | |
Lunghezza | 8,30m |
Apertura alare | 10,00 m |
Altezza | 2,93 m |
Superficie alare | 29,63m² |
Peso a vuoto | 905kg |
Peso max al decollo | 1 330 kg |
Propulsione | |
Motore | unArgus As 10C |
Potenza | 240PS (177kW) |
Prestazioni | |
Velocità max | 210km/h |
Velocità di crociera | 175 km/h |
Autonomia | 716km |
Tangenza | 4 500 m |
Note | dati riferiti alla versione Ar 66c |
German Aircraft of the Second World War[1] | |
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L'Arado Ar 66 fu unaereo da addestramento biposto, monomotore ebiplano, sviluppato dall'azienda aeronauticatedescaArado FlugzeugwerkeGmbH nei primianni trenta.
Nei primi anni trenta la Arado avviò lo sviluppo di un nuovo modello concepito per l'addestramento dei nuovi piloti. Ufficialmente destinato al mercato dell'aviazione civile, fu tra quei modelli che, in violazione alle clausole deltrattato di Versailles, avrebbe contribuito allaclandestina ricostituzione della forza aerea tedesca da partePartito Nazionalsocialista Operaio Tedesco (NSDAP), la futuraLuftwaffe.
Il progetto venne affidato all'allora ingegnere capoWalter Rethel ed era relativo ad un velivolo dall'impostazione convenzionale, un monomotore biposto ad abitacoli aperti realizzato in tecnica mista con velatura biplana a singola campata e carrello fisso. Fu l'ultimo progetto di Rethel prima di trasferirsi alla Messerschmitt.[2]
Il primoprototipo, identificato come Ar 66a, venne portato in volo per la prima volta nel corso del1932, equipaggiato con un motoreArgus As 10 dapotenza pari a 240PS (177kW). A questo ne seguì un secondo, identificato Ar 66b, costruito in versioneidrovolante a scarponi, dotato di una coppia di galleggianti in legno e caratterizzato da unimpennaggio modificato, contimone prolungato verso il basso e raccordato alla parte inferiore della fusoliera a due pinne ventrali.[2]
In seguito al trasferimento di Rethel il programma di sviluppo venne quindi affidato aWalter Blume. Intanto il neocostituitoReichsluftfahrtministerium (RLM), ilministero che nel periodo nazista sovraintendeva l'interaaviazione, civile e militare, tedesca, richiese l'avvio alla produzione in serie del modello, che nell'ultima versione sviluppata da Rethel era indicata dall'azienda Ar 66c. Risulta avviata alla produzione anche un piccolo lotto di dieci idro Ar 66b che però non entrarono mai in servizio.[2]
L'Ar 66 era un velivolo realizzato in tecnica mista, con parti della struttura in tubo metallico saldato ed altre in legno ricoperte in legno e tela, e che manteneva, pur introducendo una velatura ed un impennaggio dall'abbinamento inusuale, un'impostazione classica, per il periodo; monomotore biplano con carrello fisso.
Lafusoliera, realizzata con una struttura tubolare inacciaio saldato e ricoperta con tela verniciata, presentava dueabitacoli aperti posti in tandem, entrambi protetti da unparabrezza. Anteriormente integrava il motore montato su una struttura tubolare e chiuso in uncofano metallico mentre posteriormente terminava in unimpennaggio monoderiva con un unicopiano orizzontale, montato alto sulla fusoliera e davanti all'elemento verticale, controventato da una coppia didiagonali.
Laconfigurazione alare erabiplana ma presentava una particolarità che la rendeva più complessa di quella adottata in altri velivoli pari ruolo del periodo. Sia l'ala superiore, posizionata alta moderatamente a parasole sulla fusoliera, che l'inferiore, montata bassa, presentavano unafreccia alare di 8° così che il settore centrale, collegato alla parte superiore della fusoliera da un castello tubolare ed al quale erano collegate le semiali, risultava posizionato davanti all'abitacolo anteriore mentre leestremità alari risultavano ai lati dello stesso. Entrambe erano delle stesse dimensioni, con l'ala inferiore traslata verso la parte posteriore e collegata alla superiore tramite duemontanti ad N posti in prossimità delle estremità alari. Erano inoltre realizzate con struttura in legno ricoperta di tela verniciata ed erano entrambe dotate dialettoni.
Ilcarrello d'atterraggio era un semplice biciclo fisso integrato posteriormente da un pattino d'appoggio posto sotto la coda; tutti gli elementi erano ammortizzati. Il prototipo adottava delleruote conpneumatici a bassa pressione, soluzione che però non venne adottata nella produzione in serie. Un secondo prototipo in versioneidro venne equipaggiato congalleggianti.
La propulsione era affidata ad unmotoreArgus As 10C, unotto cilindri a V rovesciataraffreddato ad aria in grado di erogare unapotenza pari a 240PS (177kW) abbinato ad un'elica in legnoa passo fisso. Icollettori di scarico si riunivano in due distinti tubi di scappamento laterali che fuoriuscivano dallacofanatura metallica la quale presentava due sfoghi posteriori per l'evacuazione dell'aria di raffreddamento dell'unità motrice.
I primi esemplari vennero destinati alle scuole di volo della Luftwaffe già nel corso del 1935 ed utilizzati come addestratori per i futuri piloti da caccia.
Nell'autunno1942 furono scelti per equipaggiare i reparti delNachtschlachtgruppe 2 (NSGr 2),NSGr 3,NSGr 5 eStörkampfstaffeln che operarono come bombardieri notturni in azioni di disturbo sulfronte orientale affiancando in questo ruolo iGotha Go 145 nei gruppi di incursione[2] fino alla primavera del1943. In questo ruolo i velivoli erano dipinti di nero per una migliore mimetizzazione con il cielo notturno e venivano equipaggiati conbomba antiuomo da caduta da 2 e 4 kg[2], o da una singola da 10 a 100 kg, carico massimo ammesso dal velivolo, posizionata sotto la fusoliera.
Altri progetti
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