| Aprilia RS Cube | |
|---|---|
| Costruttore | |
| Tipo | Prototipo da competizione |
| Produzione | dal2002 al2004 |
| Sostituita da | Aprilia RS-GP |
| Modelli simili | Ducati Desmosedici Honda RC211V Yamaha YZR-M1 Suzuki GSV-R Kawasaki ZX-RR Proton V5 |
| Manuale | |
(Jan Witteveen, 2015[1])
L'Aprilia RS Cube[2][3] (nome reso graficamente comeRS3, e talvolta trascritto semplicemente comeRS3)[4] è unprototipo dimotocicletta da competizione realizzata dallacasa motociclisticaitalianaAprilia dal 2002 al 2004, per gareggiare nella classeMotoGP delmotomondiale.
Prototipo caratterizzato da soluzioni tecniche molto evolute se non decisamente estreme per l'epoca, tuttavia ciò non bastò a fare della RS Cube un mezzo vincente, al contrario rimanendo ai margini del motociclismo sportivo d'inizio anni 2000: ciò nonostante viene riconosciutaa posteriori come pionieristica, sotto vari aspetti, nell'avere anticipato la strada tecnica intrapresa dal motomondiale nel decennio a seguire.[1][5][6]
La RS Cube affonda le sue radici nella seconda metà degli anni 90 del XX secolo, quando Aprilia nutriva sempre più dubbi sulla suaRSW-2 500, progetto di bicilindrica adue tempi con cui la casa di Noale era impegnata dal 1994 nellaclasse 500 delmotomondiale, senza tuttavia conseguire risultati di rilievo.[7] Preso atto dell'impossibilità di competere concretamente contro le più prestazionali quattro cilindri giapponesi,[8] già sul finire del 1996 ilreparto corse della casa italiana, con a capo l'ingegnere olandeseJan Witteveen, si era indirizzato verso un nuovo mezzo a frazionamento quadricilindrico, approntando un prototipo su baseMuZ Swissauto.[7]
Tale moto, nota comeRSW 500 V4, arrivò a uno stadio avanzato sul finire del 1999, con l'intento di farla debuttare in pista nella stagione 2001.[7] Tuttavia questi piani vennero bruscamente frenati dal contemporaneo riassetto in atto nel motomondiale, con l'ufficializzazione dell'avvicendamento comecategoria di riferimento, a partire dal 2002, tra le vecchie 500 cm³ a due tempi e le nuoveMotoGP, ovvero prototipi aquattro tempi da 990 cm³:[8] queste ultime, presto rivelatesi molto più veloci, avrebbero inizialmente convissuto in pista nella transitoriatop class unificata per poi lasciare strada all'era MotoGPde facto già dal 2003.[8]
Davanti alla prospettiva di utilizzare la RSW 500/4 per un'unica stagione[7] nonché di rimanere in svantaggio rispetto alla concorrenza, sprecando energie e soldi nello sviluppo di una moto nata, in pratica, già obsoleta,[8] Aprilia stoppò il progetto della futuramezzo litro[7] – cosa che comportò anche il pensionamento della RSW-2 al termine del campionato 2000 e conseguenteanno sabbatico di Noale nellaclasse regina[6] – e virò sullo studioex novo di un prototipo da MotoGP.[7] Nacque così la RS Cube, svelata alMotor Show diBologna nel dicembre 2001, con cui la casa italiana si presentò al via del motomondiale 2002.[9]
Nata sotto la supervisione delproject leaderLuigi Dall'Igna,[10] la RS Cube sfruttava appieno il regolamento della neonata classe MotoGP, che permetteva molta libertà in fase progettuale. La casa di Noale presentò un prototipo dotato di unmotore in linea a tre cilindri e quattro tempi,[6] una scelta derivata dai progressivi vantaggi regolamentari di peso concessi ai motori con minore frazionamento; di contro, le unità con maggiore frazionamento erano afflitte dal più alto peso minimo imposto.
Il motore della RS Cube era considerato il piùpotente in pista in quel momento[6] – dati ufficiosi parlarono di un limite di 330km/h toccato in un test alMugello d'inizio 2002[11] –, accreditato di un'erogazione di circa 240CV (180kW) che, nelle ultime evoluzioni poco prima di abbandonare il motomondiale, raggiunse i 260 CV (190 kW);[6] numeri che la concorrenza, specificamenteHonda eDucati, eguaglierà solo un decennio più tardi.[6]
L'adozione di un insolito propulsore tricilindrico, di derivazioneCosworth,[6] fu una strada percorsa dalla sola Aprilia tra le case al debutto in MotoGP: una scelta fatta anche per staccarsi a livello d'immagine dalla filosofia progettuale delle rivali nipponiche, puntando su un motore nel solco della tradizione sportiva europea.[5] Ciò portò il reparto corse di Noale a realizzare una motocicletta decisamente compatta e leggera, dagli ingombri molto simili a quelli di una vecchiamezzo litro. Onde scaricare a pieno su strada la grande potenza del motore, fu notevole – e in anticipo sui tempi – il ricorso all'elettronica, sfruttando tecnologie all'epoca ancora inesplorate nel mondo delle due ruote, anche mutuate dallemonoposto di Formula 1:[9] è questo il caso del richiamo pneumatico delle valvole,[9][11] ma similmente innovativi apparivano il comando del gasride-by-wire e la frizione in carbonio.[5][6]

Dopo essere stata portata in pistaper la prima volta a fine gennaio 2002 sulcircuito di Jerez de la Frontera e poi affidata per la fase di sviluppo al collaudatoreMarcellino Lucchi,[4] la RS Cube fece il suo debutto nelmotomondiale 2002 guidata dal franco-italianoRégis Laconi,[11] per quello che era nei programmi Aprilia come un anno di apprendistato e sviluppo senza particolari velleità di classifica. L'esordio assoluto inGiappone portò un ottavo posto[12] che rimarrà il migliore risultato stagionale (poi eguagliato alMugello[13]) e che pareva avallare l'ottimisto della vigilia espresso sia dal presidenteIvano Beggio sia da Witteveen, con quest'ultimo che pronosticava una competitività Aprilia ai massimi livelli da metà campionato in poi.[11]
Tuttavia nelle gare successive la moto italiana iniziò subito a mostrare le sue molte pecche: nonostante la grande potenza sprigionata dal suo tricilindrico, che la poneva sempre al vertice nelle classifiche della velocità di punta, nonché le sofisticate scelte tecniche, la RS Cube era afflitta da seri problemi diciclistica (derivata da quella della RSW-2 500 di due stagioni addietro[9]) che la rendevano una moto iperreattiva, difficile da domare all'avantreno e da tenere alla corda in curva, limitandone pesantemente la guidabilità;[14] altresì non pagarono le scelte di puntare su un tre cilindri per ragioni di peso, che a conti fatti diede vantaggi nulli,[8] e soprattutto di affidarsi in esclusiva a gommeDunlop, meno prestazionali delle rivaliMichelin usate dal resto dello schieramento[8] e incapaci di gestire la potenza scaturita dal motore[6] – anche per via dei pochi ed embrionali sistemi dicontrollo della trazione all'epoca disponibili.[6] La RS Cube chiuse molte gare negli ultimi posti o addirittura ritirata, con lo stesso Laconi rallentato da persistenti dolori alle gambe a causa del difficile stile di guida da adottare.[14]
In vista del2003 Aprilia cercò di porre rimedio alla difficile stagione d'esordio della RS Cube realizzandone una cosiddetta versioneevolution, dotata di un nuovotelaio costruito con una diversa geometria; venne anche incrementata la potenza del motore e limato qualche chilo al peso complessivo del mezzo, ottenendo così una moto più potente e leggera.[15] Si registrò inoltre il passaggio a pneumatici Michelin[16] e, cosa più rilevante a livello aziendale, la chiusura del progettoRSV Mille nelcampionato mondiale Superbike onde convogliare tutte le risorse del reparto corse in MotoGP.[6] Aprilia schierò quest'anno due moto, chiamando a guidarle quotati piloti quali lo statunitenseColin Edwards, due volte iridato tra le derivate di serie, e il giapponeseNoriyuki Haga ereditato dalla disciolta squadra Superbike.[16]

Alla luce del grande sforzo economico per migliorare il mezzo, garantito in larga parte dal nuovo e munificosponsor,Alice, l'obiettivo di Noale per la nuova stagione era di portare la RS Cube a lottare nel gruppo dei primi.[17] Si ripeté invece il copione dell'anno precedente: Edwards incominciò in maniera positiva con un sesto posto aSuzuka,[18] migliore risultato stagionale di Aprilia – e che rimarrà il migliore nella storia del prototipo –, ma presto la moto tornò a riproporre i suoi soliti problemi, relegando i due piloti a gare di ripiego a metà classifica. Edwards e Haga, con quest'ultimo che ottenne come migliore piazzamento un settimo posto aDonington,[19] caddero ben ventotto volte nel corso della stagione: in particolare il texano fu protagonista di un pauroso incidente nelle prove delSachsenring, costretto a gettarsi dalla moto in fiamme per via di una fuoriuscita di carburante dal serbatoio,[20] mentre il nipponico spesso non vide la bandiera a scacchi.
Al termine di un'annata pur chiusa da Aprilia al quarto posto tra i costruttori, davanti tra le altre aSuzuki eKawasaki, i risultati della RS Cube non poterono che essere considerati ancora deludenti a fronte dell'investimento sostenuto.
Nonostante le delusioni raccolte fino a quel momento, Aprilia decise di dare seguito al progetto RS Cube anche per il2004, schierando un nuovo prototipo rivisto in oltre duecento elementi e portato in pista stavolta sotto le insegne pubblicitarie dellaMS. I manubri vennero affidati al navigato nordirlandeseJeremy McWilliams, veterano del motomondiale e già pilota della RSW-2 500, e all'esordiente britannicoShane Byrne proveniente dalBritish Superbike Championship.[3]
La stagione non fu diversa da quanto visto fin lì: la moto non riuscì mai a mostrare significativi miglioramenti durante l'anno, peggiorando se possibile i risultati del precedente biennio. Ancora più travagliata fu la situazione dei piloti: se McWilliams chiuse il campionato senza mai lasciare le ultime posizioni, Byrne, il cui decimo posto inItalia[21] rappresentò il migliore piazzamento in stagione della RS Cube, fu vittima di un incidente in prova aBrno e sostituito daMichel Fabrizio, proveniente dallaHarris-WCM; l'italiano incappò a sua volta in un infortunio inPortogallo, tant'è che per le ultime gare della stagione venne frettolosamente ingaggiato l'australianoGarry McCoy, da tempo appiedato. Questo si rivelò il campionato più negativo per la RS Cube, che non riuscì mai ad avvicinare i prototipi delle altre case ufficiali, lasciandosi dietro nel mondiale costruttori soltanto le piccole e artigianaliProton KR, Harris-WCM eMoriwaki.
A fronte di un simile ruolino, Aprilia si ritirò dalla MotoGP a fine stagione,[22] chiudendo dopo tre anni un progetto RS Cube[23] chea posteriori rischiò di portare la casa di Noale sull'orlo del fallimento.[6] Proprio nel 2004, infatti, Beggio era stato costretto a cedere l'azienda di famiglia aPiaggio onde garantirle un futuro:[6] tra le prime decisioni della nuova proprietà, ci fu proprio il taglio all'attività intop class alla luce della netta sproporzione tra gli ingenti investimenti fatti e i pressoché nulli risultati ottenuti,[5] sia a livello sportivo sia d'immagine.[22]
L'eredità della RS Cube in casa Aprilia sarà raccolta un decennio più tardi dallaRS-GP.
| Caratteristiche tecniche - Aprilia RS Cube 2002 | |||||
|---|---|---|---|---|---|
| Dimensioni e pesi | |||||
| Ingombri (lungh.×largh.×alt.) | 2030 × ? × ?mm | ||||
| Interasse: 1410 mm | Massa a vuoto: 135kg | Serbatoio: 24litri | |||
| Meccanica | |||||
| Tipomotore: Tricilindrico a4 tempiin linea frontemarcia | Raffreddamento: a liquido | ||||
| Cilindrata | 990cm³ | ||||
| Distribuzione: 4 valvole per cilindro a richiamo pneumatico | Alimentazione: sistema iniezione Aprilia, controllo acceleratoreride-by-wire | ||||
| Potenza: oltre 220 cv a oltre 15.000 rpm | Coppia: | Rapporto di compressione: 14:1 | |||
| Frizione: multidisco a secco | Cambio: sequenziale estraibile a 6 marce (sempre in presa) | ||||
| Accensione | elettronico digitale Aprilia | ||||
| Trasmissione | a catena | ||||
| Avviamento | a spinta | ||||
| Ciclistica | |||||
| Telaio | doppia trave inclinata, in alluminio | ||||
| Sospensioni | Anteriore: forcella Ohlins a steli rovesciati da 42mm completamente regolabile "Öhlins" /Posteriore:ammortizzatore completamente regolabile "Öhlins" | ||||
| Freni | Anteriore:doppio disco in carbonio da 290/320 mm con pinzaBrembo da 4 pistoncini di diametro differenziato / Posteriore: disco singolo da 218 mm con pinza Brembo da 2 pistoncini | ||||
| Pneumatici | anteriore da 16,5"/17"; posteriore da 16,5" su cerchi in magnesio o carbonio | ||||
| Fonte dei dati:motormag.it | |||||
Altri progetti
Motociclette |
| ||||||
|---|---|---|---|---|---|---|---|
| Ilgruppo Piaggio:Aprilia ·Derbi ·Gilera ·Moto Guzzi ·Moto Laverda ·Piaggio Reparto corse:Aprilia Racing | |||||||
| Motociclette partecipanti almotomondiale nella classe maggiore negli anni 2000 | |||||||||||
|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
| Costruttore | Classe 500 | MotoGP 990cc | MotoGP 800cc | ||||||||
| 2000 | 2001 | 2002 | 2003 | 2004 | 2005 | 2006 | 2007 | 2008 | 2009 | ||
| Aprilia | RSW-2 500 | RS Cube | |||||||||
| Ducati | Desmosedici GP3/GP4/GP5/GP6 | GP7/GP8/GP9 | |||||||||
| Honda | NSR500 eNSR500 V2 | RC211V | RC212V | ||||||||
| Ilmor | X3 | ||||||||||
| Kawasaki | ZX-RR | ZX-RR | |||||||||
| Paton | PG 500 R | ||||||||||
| Pulse GP | Pulse 500 | ||||||||||
| Sabre Sport | Sabre V4 | Sabre V4 | |||||||||
| Suzuki | RGV500 | GSV-R | GSV-R | ||||||||
| Team KR | Proton KR3 | Proton V5 | KR211V | KR212V | |||||||
| Yamaha | YZR 500 | YZR-M1 | YZR-M1 | ||||||||