GliAppennini sono ilsistema montuoso lungo circa1200 km che si distende dalla zona settentrionale d'Italia fino a quella meridionale, disegnando un arco con la parte concava a sudovest. Insieme alleAlpi, caratterizzano il rilievo e il paesaggio di gran parte del paese, interessando ben quindici regioni: quattro della sua parte continentale, tutte le regioni dellapenisola italiana nonché, secondo numerose fonti[1], la parte settentrionale dellaSicilia. Per questi motivi sono spesso chiamati "spina dorsale della penisola italiana"[2].
L'origine più probabile sembra dalceltico o dalligure anticopen(n) oben, "montagna, cima", riconducibile alla radice indoeuropea*pen / *pend con il significato diessere appeso,essere in pendenza (IEW 998), essendo il nord Italia dominato da tali popolazioni nel IV secolo a.C. o prima. Poi il nome sarebbe passato dall'indicare, dal solo Appennino settentrionale, tutta la catena.[3][4]
Gli Appennini corrono per tutta la loro lunghezza in territorioitaliano, con l'eccezione delMonte Titano, appartenente allaRepubblica di San Marino. Lospartiacque della catena appenninica divide la superficie della Penisola in due versanti:ligure-tirrenico eadriatico-ionico, differenti tra loro sotto molti aspetti. La differenza più appariscente è data dall'asimmetria dei due pendii: la catena infatti segue una linea curva, convessa verso l'Adriatico e concava verso ilTirreno; nel versante ligure-tirrenico la catena principale appenninica arriva a lambire la costa inLiguria, mentre è bordata dai rilievi dell'Antiappennino tirrenico inToscana,Lazio eCampania; inCilento, inBasilicata e inCalabria la catena principale tocca nuovamente il mare. Nel versante adriatico gli Appennini digradano nellaPianura Padana inEmilia-Romagna, toccano il mare nelleMarche, inAbruzzo e nelMolise, mentre inPuglia l'Antiappennino adriatico si interpone tra la catena appenninica principale e il mare.
A paragone con leAlpi, gli Appennini, oltre ad essere più recenti[5][6], hanno una diversa conformazione e un'altezza nel complesso inferiore. L'Appennino infatti è formato in prevalenza da roccecalcaree dure e daargille molli; solamente laSila e l'Aspromonte sono costituiti da roccegranitiche. La cima più alta è ilCorno Grande, nel massiccio delGran Sasso (Abruzzo), che raggiunge i2912m.s.l.m. Anche il paesaggio naturale appenninico, con la diversità dellerocce e delclima, appare molto differente da quello alpino. Le montagne appenniniche hanno in genere cime tondeggianti e il declivio dei due versanti, ligure-tirrenico e adriatico-ionico, digrada dolcemente. Spiccano però le ardite forme di alcuni gruppi formati da compatta roccia calcarea: traToscana eLiguria leAlpi Apuane, tra l'Umbria e leMarche iSibillini, inAbruzzo ilGran Sasso e laMaiella, inCampania il massiccio degliAlburni, inBasilicata ilMonte Alpi e, al confine con laCalabria, ilMassiccio del Pollino.
Le vallate appenniniche sono a volte impervie e caratterizzate dagole pittoresche, specie inAbruzzo e nelleMarche. Alcune aree sono soggette afrane e scoscendimenti: sono le zone in cui la composizione prevalentemente argillosa del suolo e il dissennatodisboscamento dei tempi passati consentono alle acque di superficie di agire rovinosamente, scavando solchi (calanchi) e rendendo inabitabili vaste superfici; interi pendii, nei periodi di pioggia, si possono trasformare in pericolosi fiumi di fango. I numerosi e facili valichi che permettono di passare, ad altezze quasi sempre inferiori ai1000 m, dall'uno all'altro versante, vengono indicati nella parlata locale, secondo le loro forme caratteristiche, con i nomi dipasso,bocca,forca,portella egola.
Dal punto di vista geologico, il confine settentrionale dell'Appennino si trova nel territorio comunale diGenova ed è rappresentato dalGruppo di Voltri, presso una discontinuità tettonica denominata Linea Sestri-Voltaggio[11][12].
Lageologia contemporanea definisce la questione del confine settentrionale, rilevando che la partizione tra unitàgeomorfologiche è in realtà molto complessa e che si svolge in ambito tridimensionale (nonché temporale), dove le unità costituenti sovrascorrono le une sulle altre, cosicché l'Appennino Settentrionale risulta dalla sovrapposizione tettonica di due grandi insiemi, strutturalmente diversi per litologia e origine paleogeografica. Secondo alcuni geologi, gli Appennini si sono formati precedentemente alle Alpi, a partire da circa 60 milioni di anni addietro; altri, invece, ritengono che la catena alpina incominci la sua storia fra l'Eocene e l'Oligocene inferiore (circa 30 milioni di anni fa), mentre solo nell'Oligocene superiore -Miocene inferiore (da 30 a 16 milioni di anni fa) abbia inizio la formazione degli Appennini[13]. Solo negli ultimi 7-8 milioni di anni però l'Appennino calabro, precedentemente contiguo alla catena alpina si salda con il resto dell'Appennino[14].
L'Appennino settentrionale si unisce con la catena alpina attraverso il valico dellaBocchetta di Altare, noto anche come colle di Cadibona. Il punto in cui si unisce all'Appennino centrale secondo alcune fonti è il valico diBocca Serriola o, secondo altre, quello diBocca Trabaria; altre ancora, infine, considerano tutta la zona compresa tra i due valichi come regione di transizione tra i due tratti appenninici[15].
L'Appennino ligure si interrompe alPasso della Cisa, che permette le comunicazioni traLa Spezia eParma. Esso incombe sulmar Ligure con diramazioni ripide e scoscese, solcate da brevi valli, per lo più trasversali, dense di popolazione. Invece, verso laPianura Padana, presenta diramazioni e vallate più lunghe ma meno abitate. Il monte più alto è ilMonte Maggiorasca con i suoi1804 metri. Le montagne scendono ripide verso il mar Ligure e sono piuttosto brulle e per lo più incolte; coltivare i pendii è complicato e viene realizzato attraverso terrazzamenti.
L'Appennino centrale va, a seconda delle fonti, daBocca Serriola oBocca Trabaria[15] fino allaBocca di Forlì, attraverso la quale si passa dalla valle delVolturno (versante tirrenico) a quella delSangro (versante adriatico). Il confine geologico tra l'Appennino settentrionale e l'Appennino centrale (e dunque tra Appennino tosco-emiliano e umbro-marchigiano) è posto poco più a nord dei confini tradizionali sopra riportati: esso è segnato dalla fascia di rocce liguridi isolate che segue laVal Marecchia inEmilia-Romagna[17]. L'Appennino centrale si divide in due sezioni: Appennino umbro-marchigiano e Appennino abruzzese.
Questo settore appenninico è formato da varie catene parallele, tutte curvate verso l'Adriatico; da ovest ad est esse sono: la catena delMonte Subasio, la catena delMonte Catria, la catena delMonte San Vicino, la catena deiMonti Sibillini, l'ellissoide diCingoli e infine, direttamente sull'Adriatico, ilmonte Conero (572 m), gomito d'Italia. I fiumi che scorrono verso l'Adriatico devono farsi strada attraverso le varie catene formando aspre gole rupestri. Le altezze più elevate e le forme più pittoresche appartengono alla catena calcarea deiMonti Sibillini, ove si trova la vetta più alta del settore: ilmonte Vettore (2476 m). Una parte dell'Appennino umbro-marchigiano interessa ilLazio orientale dove, nella catena deiMonti Reatini,[19] si erge ilmonte Terminillo (2217 m).
L'Appennino abruzzese va dalPasso di Montereale[18] allaBocca di Forlì. È costituito dai rilievi più alti degli Appennini, che nel loro raggruppamento assumono il carattere di acrocoro costituito da tre catene parallele con andamento nordovest – sudest, separate da conche intermontane e altopiani. La natura geologica di queste catene, ampiamente modellate dalle glaciazioni quaternarie, è solitamente calcarea seppur con una rilevante eccezione rappresentata daiMonti della Laga, costituiti da rocce arenaceo-marnose.
La prima catena è la meno elevata, corre lungo lo spartiacque della penisola e i principali massicci che la compongono sono iMonti Carseolani (Cima di Vallevona 1.808 m), iMonti Simbruini (monte Cotento 2.015 m), iMonti Cantari (monte Viglio 2.156 m), iMonti Ernici (monte Passeggio 2.064 m) e il settore sud-occidentale deiMonti Marsicani (monte Petroso 2.247 m). La seconda catena è localizzata nel cuore dell'Appennino abruzzese, nell'area dove si trovano gli altopiani più elevati (Altopiano delle Rocche eAltopiano delle Cinquemiglia) ed è rappresentata dai massicci delmonte Velino (2.487 m) e delmonte Sirente (2.349 m) e dal settore nord-orientale deiMonti Marsicani (monte Greco 2.285 m). Infine, l'ultima catena è la più aspra ed elevata, in alcuni tratti rassomigliante alleDolomiti, costituita dalle maggiori elevazioni della penisola italiana: iMonti della Laga (monte Gorzano 2.455 m), ilGran Sasso d'Italia (Corno Grande 2.914 m) e laMaiella (monte Amaro 2.793 m).
L'Appennino meridionale va dallabocca di Forlì all'Aspromonte ed è occupato da una serie di massicci e di altopiani. Questi differiscono tra loro per la natura delle rocce di cui sono costituiti (rocce sedimentarie o magmatiche).
I principali valichi dell'Appennino meridionale sono:
L'Appennino sannita va dallaBocca di Forlì, inprovincia di Isernia, fino allasella di Vinchiaturo, inprovincia di Campobasso[20]. L'altipiano carsico delMatese, culminante nelmonte Miletto (2050 m), situato tra ilMolise (province di Campobasso e Isernia) e laCampania (province diCaserta eBenevento), è il gruppo montuoso più caratteristico di questa sezione dell'Appennino. È costituito da due catene di monti che corrono parallele in direzione nord-ovest sud-est formando un altopiano aspro e scosceso, e segna il confine tra Molise e Campania. A esso si agganciano altri gruppi minori come quello delmonte Mutria (1832 m), de La Gallinola 1923 m e del monte Calvello (1018 m) dalla parte orientale, e iMonti Trebulani e altre catene minori che degradano verso il Volturno daVenafro aBenevento, dalla parte occidentale.
A esso appartengono il complesso montuoso delTaburno Camposauro, iMonti del Partenio e iMonti Picentini, culminanti nelmonte Cervialto (1809 m). Il versante orientale di questo settore dell'Appennino è costituito dai Monti delSannio (da non confondersi con l'Appennino Sannita), daiMonti della Daunia e dai Monti dell'Irpinia, caratterizzati da rilievi a basse pendenze formanti una sorta di altipiano attraversato dalla linea spartiacque.
Delimitato dai fiumiSele a ovest,Ofanto a nord,Bradano a est, dalGolfo di Taranto a sud-est, dal marTirreno a sud ovest e dalla piana diSibari a sud, è articolato in catene montuose, altopiani e massicci (più o meno isolati) raggruppabili in cinque grandi aree. Il settore più occidentale è costituito dai rilievi flyshoidi delCilento comprendenti ilmonte della Stella (1130 m) e ilmonte Gelbison (1705 m). Più a est compaiono i rilievi calcarei del Cilento, come il monteVesole (1210 m), il monteChianello (1319 m), il monteBulgheria (1225 m). Nel settore più orientale del Cilento si ergono le vette più maestose ed elevate del comprensorio, tra cui ilmonte Motola (1743 m) e ilmonte Cervati (che con i suoi 1899 metri è la vetta più elevata della Campania), a nord-ovest dei quali è posto il massiccio deimonti Alburni, la cui principale vetta è ilmonte Panormo (1742 m). A nord-est rispetto gli Alburni si erge il gruppo montuoso dei montiEremita-Marzano, la cui vetta maggiore è il Monte Eremita (1579 m), i quali segnano il confine tra l'Appennino Lucano e quello Campano. I monti Cilentani, Alburni ed Eremita-Marzano sono separati dalle catene centrali dell'Appennino lucano da un vasto altopiano: ilVallo di Diano.
A oriente, questo altopiano è bordato dalla catena deiMonti della Maddalena che segnano il confine della Campania dalla Basilicata. IMonti della Maddalena sono caratterizzati da cime arrotondate a formare un paesaggio a mo' di altopiano. Questa catena montuosa di natura calcarea presenta molti elementi del carsismo epigeo, in particolare è caratterizzata dalla presenza di numerosipolje tra i quali si ricordano le piane di Mandrano, Magorno e Campo di Venere. Le vette principali non raggiungono quote elevate:Serra Longa (1505 m), monte della Madonna di Sito Alto (1466 m), Timpa della Rose (1445 m), monte di Sito Marsicano (1410 m), monte Cavallo (1401 m), monte Sierio (1286 m),monte Capo la Serra (1141 m). Procedendo verso est compaiono i monti della Basilicata centrale.
Dal nord della regione verso sud si incontrano il monte Santa Croce (1407m), La Rotonda di Monte Marmo (1239m), monte Li Foj (1355m),monte Arioso (1722m),monte Volturino (1835m),monte Alpi (1900m) e infine il Massiccio delMonte Pollino (Serra Dolcedorme 2267m) che segna il confine regionale dellaBasilicata dallaCalabria. Verso ilmar Tirreno, nel Lagonegrese si erge maestoso ilMassiccio del Sirino (2005m). Nel settore più orientale, l'Appennino lucano presenta montagne sempre meno elevate. Si tratta di rilievi di natura arenaceo - marnosa. Tra le vette principali si ricorda ilmonte Croccia (1149m).
L'Appennino calabro va dalPasso dello Scalone alloStretto di Messina. È costituito da gruppi montuosi di natura granitica solcati da ampie valli. Si distinguono 4 parti:
Normalmente si considerano parte dell'Appennino siculo tutti i rilievi della Sicilia tirrenica[1]. IMonti Peloritani, infatti, separati dalla penisola italiana solo dalloStretto di Messina, possono essere considerati la naturale continuazione dell'Appennino calabro, con il quale condividono caratteri simili, cioè schiene arrotondate a terrazzi, qua e là sormontate da ampie ed elevate cupole, solcate da profonde valli e quasi sempre brulle.
I gruppi montuosi siciliani che solitamente vengono considerati parte dell'Appennino siculo sono quindi:
Si usa suddividere gli Appennini anche secondo lalongitudine, e seguendo questo criterio si distinguono: la catena principale, i Subappennini, i Preappennini e gli Antiappennini. La catena principale è quella che corrisponde allospartiacque tra il versante ligure-tirrenico e quello adriatico-ionico.
Una fascia di bassi rilievi, dettiSubappennini, affiancano la catena appenninica principale, alla quale sono contigui[21]. In alcuni tratti dei due versanti si estendono inoltre sistemi montuosi meno elevati e ben separati dalla catena principale; essi costituiscono l'Antiappennino adriatico e tirrenico[22].
È inoltre usato il termine "Preappennino", come sinonimo di "Antiappennino"[23], ma anche di "Subappennino"[24]. Alcuni autori, in particolare, preferiscono usare il termine "Preappennino" al posto di "Antiappennino" perché il prefisso "anti-" comunica un'idea di contrapposizione che dal punto di vista geologico, secondo essi, non è sostenibile[25]. I tre termini "Antiappennini", "Subappennini" e "Preappennini" hanno comunque un'ampia sovrapposizione di significato, a seconda degli autori e degli usi locali[26].
È considerata catena principale appenninica la linea montuosa che corrisponde allospartiacque tramar Tirreno -mar Ligure a ovest emar Adriatico -mar Ionio a est. Lo stessoPetrarca mise in evidenza la caratteristica della catena appenninica di dividere l'Italia in due versanti, in un noto verso del suoCanzoniereː...il bel paese / ch'Appennin parte e 'l mar circonda e l'Alpe[27] Lungo tale linea corrono centinaia di chilometri di confini che separano una regione dall'altra.
Prende il nome diSubappennino quell'insieme di tratti di catena che corrono paralleli alla catena principale, alla quale sono contigui. Il Subappennino è prevalentemente costituito da colline argillose, siltose o arenacee. È situato nella parte esterna della catena. Essi formano, verso l'Adriatico, una fascia, che si estende a partire dal nord delle colline delMonferrato e delleLanghe fino alGolfo di Taranto; verso il Tirreno, invece, la fascia subappenninica si estende dalla Toscana al Lazio. A volte esse sono franose; lungo questa striscia, inEmilia, inAbruzzo e inValdarno, il paesaggio naturale è caratterizzato daicalanchi.
Alpi Apuane (dette anche Alpi di Garfagnana). Formano una catena lunga circa 60 km dalle foci dellaMagra a quelle delSerchio. Le vette principali sono: monte Pisanino (1946m), la vetta più alta, monte Tambura (1891m), monte Cavallo (1888m). La zona è famosa per le cave diMarmo di Carrara esportato in tutto il mondo.
Monte Pisano. La catena del monte Pisano forma un prolungamento delle Alpi Apuane tra il Serchio e l'Arno. La vetta più alta è ilmonte Serra (917m).
Monti Pistoiesi. Si staccano dalle sorgenti del Reno e si dirigono verso sud-ovest formano laval di Nievole e la val diPescia. Il ramo che corre lungo il Serchio è il più alto con il monte Battifolle (1176m); l'altro più basso separa l'Ombrone dallaPescia e prende il nome dimonte Albano.
Monti del Mugello e di Calvana. I primi delimitano la valle omonima. Vetta più alta è ilmonte Giovi (992m); i secondi partono dalle sorgenti dellaSieve e arrivano fino aPrato.
Pratomagno. È una catena ben distinta che sorge al centro della zona di forma ellittica formata dall'Arno e dallaSieve. Forma con gli Appennini la valle longitudinale delCasentino.
Alpe di Catenaia. Parte circa 15 km a sud ovest delmonte Fumaiolo, e quindi dalla sorgente delTevere, di cui accompagna il primo tratto della riva destra in direzione nord-sud. Arriva fino almonte Paglia in corrispondenza della depressione diAnghiari.
Appartengono al subappennino abruzzese-molisano imonti Frentani che si estendono a sud-est del gruppo montuoso della Maiella fino al fiume Fortore. Tra le vette più importanti, il monte Mauro (1042m) e ilmonte Castelfraiano (1412m).
Il Subappennino dauno è costituito essenzialmente daiMonti della Daunia (un'aspra dorsale adiacente al margine orientale dell'Appennino campano) e dai modesti rilievi isolati emergenti dall'altoTavoliere delle Puglie; esso occupa la parte occidentale dellaCapitanata e corre lungo il confine dellaPuglia con ilMolise e laCampania.Il Subappennino dauno è delimitato a nord dalla valle del Fortore, a ovest dallo spartiacque appenninico, a sud dalla valle dall'Ofanto, a est dalla pianura del Tavoliere. Le vette più notevoli dei Monti della Daunia, tutte situate a cavallo tra l'area subappenninica e l'Appennino vero e proprio, sono ilmonte Cornacchia (1 151 m), ilmonte Saraceno (1 145 m) e ilmonte Crispignano (1 105 m). Per quanto attiene invece il settore propriamente subappenninico la vetta più elevata è rappresentata dal monte Carpinelli (506 m), situato nel settore meridionale pressoAscoli Satriano.
Si chiamanoAntiappennini quelle serie di gruppi e di catene totalmente indipendenti per origine e localizzazione dagli Appennini, da cui sono separati da larghi e profondi avvallamenti. L'Antiappennino è costituito da un complesso piuttosto irregolare di rilievi montuosi, che s'incontrano in genere vicino alle coste, ai bordi esterni della zona subappenninica. Sul versante adriatico, l'Antiappennino si trova solo inPuglia; ne fanno parte il promontorio delGargano (1056m), sperone della penisola, i pianeggianti tavolati calcarei delleMurge e dellaPenisola Salentina. Sul versante tirrenico, i sollevamenti montuosi che costituiscono la fascia dell'Antiappennino sono molto più estesi e interessano laToscana, ilLazio e laCampania.
La catena principale è formata nella parte settentrionale dallecolline del Chianti e diMontepulciano, famose per i loro vini. La catena si deprime per lasciare passare il Paglia, dopo il quale continua nella zona vulcanica dell'Antiappennino Tosco-Romano. A occidente di questa catena si elevano lecolline Metallifere dellaToscana (monti della Castellina, diSiena,Cornate di Gerfalco 1060m,Poggio di Montieri 1041m). Il gruppo più elevato è comunque quello delmonte Amiata (1738m), che si innalza a sud della foce dell'Ombrone e a est dellavalle da esso formata, fino alle sorgenti delPaglia, a est del quale si elevano, prima il monte diRadicofani (963 m) e dopo ilmonte Cetona (1148m). Il gruppo dell'Amiata si dirige verso sud-ovest, quindi si divide separando con il lato superiore l'Ombrone dall'Albegna, e con l'inferiore, che si prolunga fino almonte Argentario (635 m), l'Albegna dalFiora.
Oltre il Tevere continua la zona vulcanica peritirrenica e antiappenninica con iColli Albani, vulcano centrale dotato di una caratteristica caldera e coni e laghi. A sud-est dei Colli Albani si estendono iMonti Volsci che si suddividono nei gruppi montuosi deiMonti Lepini a nord, deiMonti Ausoni nel settore centrale e deiMonti Aurunci nel settore meridionale. Tra i Monti Volsci e il mare si trovano laPianura Pontina e la Piana diFondi. Al margine meridionale della Pianura Pontina si staglia ilmonte Circeo che costituisce un promontorio montuoso carbonatico isolato il cui asse maggiore misura circa 5 km. A circa 15 miglia nautiche a Sud si ritrova il lembo più meridionale riconducibile all'Appennino calcareo in senso geologico: l'Isola di Zannone.
IlGargano, leMurge e le alture dellapenisola Salentina vanno considerate come un sottosistema distinto dall'Appennino per essere di natura totalmente diversa da quello.
Promontorio del Gargano. La forte depressione diSan Severo lo separa dagli Appennini. Esso è formato da un altopiano di altezza media di 800 metri che si estende dal Lago di Lesina aManfredonia con monti isolati che sorgono sparsi, fra questi i più alti sono ilmonte Calvo (1056m) e il monte Spigno (1010m). La parte orientale forma il vero e proprio promontorio ed è coperta da ampie foreste che prendono il nome diForesta Umbra.
Le Murge. Tra ilBradano, il corso inferiore dell'Ofanto e il mare sorge un altopiano di altezza media 400 metri inclinato verso l'Adriatico. Disseminate si trovano colline e alture che raggiungono i 700 metri (Murge di Minervino 687 m). Non vi sono fiumi perché il suolo di natura carsica contiene molte fessure in cui le acque si inabissano.
Probabile estensione dellaplacca adriatrica - Secondo molte ipotesi gli Appennini si sarebbero formati in seguito alla collisione della placca eurasiatica con la placca adriatica o pugliese, una micro-placca tettonica che si sarebbe staccata dallaplacca africana nel periodoCretaceo. Il nome della placca adriatica è di solito utilizzato quando si fa riferimento alla parte settentrionale della placca africana.
Geograficamente gli Appennini sono in parte, o sembrano essere, contigui alle Alpi; prima degli studi effettuati a partire dal 2000, infatti, si consideravano le due catene come parti di un unico sistema Alpi-Appennini.
In realtà le Alpi si sono originate milioni di anni prima che gli Appennini emergessero dal mare. Sia le Alpi che gli Appennini sono formati principalmente da rocce sedimentarie deposte nell'anticooceano Tetide durante ilMesozoico. Il movimento verso nord dellaplacca africana, la sua collisione con laplacca euroasiatica, e la subduzione di quella Africana sotto quella Europea hanno provocato l'orogenesi Alpina, iniziata alla fine del Mesozoico, generando una fascia orogenetica che si estende dalla Spagna all'Asia in direzione est-ovest, comprendente le Alpi. Gli Appennini invece si sono formati durante l'orogenesi Appenninica all'inizio delNeogene (iniziata circa 20 Ma fa, nelMiocene medio ed ancora in atto)[29], si estendono da nordovest a sudest, e non sono undisplacement della catena Alpina.
Il comportamento geologico della Pianura Padana è una prova del loro diverso stile tettonico: le forze compressive agenti da nord verso sud nelle Alpi e da sud verso nord negli Appennini avrebbero dovuto stringere i depositi alluvionali tra le montagne, ma la Pianura ha subito subsidenza a un ritmo di 1–4 mm/anno per circa 25 Ma, prima che gli Appennini iniziassero a formarsi[30]. La Pianura Padana non è quindi una struttura originata dall'erosione, ma una porzione riempita del Solco Adriatico, detto Avampaese Adriatico da quando si è scoperta la sua funzione come zona di subduzione. Le Alpi e gli Appennini sono sempre stati separati da questo solco.
Numerosi sono i fenomeni dicarsismo specie nell'Appennino centrale e meridionale.
L'orogenesi Appenninica è una tipologia rara ma non unica, in cui due tipologie più semplici si combinano in una configurazione apparentemente problematica che gli scienziati del Progetto RETREAT[31] hanno definito"estensione sin-convergente"[32]In sintesi il lato orientale della penisola è caratterizzato dacatene a pieghe sollevatesi a causa di forze compressionali agenti al di sotto del Mare Adriatico. Questo lato è definitoZona compressionale Appenninico-Adriatica, oZona di convergenza degli Appennini. Sul lato occidentale prevalgono strutture aHorst egraben, causate dall'espansione o estensione della crosta al di sotto del Mar Tirreno. Questo lato è definitoZona estensionale Tirrenica.
L'analisi sismica delSistema di Subduzione Appenninico ha fornito una spiegazione alla graduale subsidenza della Pianura Padano-Veneta e al sistema di falde che interessa l'Italia orientale.[32]Lungo il lato orientale della penisola il fondo del Mare Adriatico – d'ora in poi "litosfera Adriatica" o "placca Adriatica", un termine il cui preciso significato è oggetto di ricerche ancora in corso – si immerge al di sotto del settore crostale in cui gli Appennini sono stati deformati da forze compressionali. La subduzione è un processo che avviene nel mantello terrestre, separato dalla crosta terrestre dalla superficie didiscontinuità di Mohorovičić, o Moho, posta a 5–10 km di profondità.
La subduzione si verifica lungo una faglia caratterizzata da una direzione (angolo d'intersezione rispetto al nord geografico con la superficie topografica), e da un'inclinazione (angolo sulla verticale tra la superficie di faglia e la superficie topografica), da unhanging wall (superficie della porzione di crosta che sormonta) e da unfootwall (superficie della porzione di crosta che viene sormontata). Il contatto tra zona subdotta e zona obdotta è invisibile in quanto si trova nella parte inferiore dell'avanfossa Appenninico, generalmente colmata da sedimenti, poiché la sedimentazione avviene ad una velocità molto più veloce della subduzione. In superficie si può rilevare solo il contatto tra l'hanging wall e i sedimenti dell'avanfossa, tranne che nel settore marino, dove la velocità sedimentazione è molto ridotta.Nel Nord Italia l'inclinazione della placca subdotta è tra 30-40º, ad una profondità media di 80–90 km.[33]
La zona di subduzione appenninica forma un arco irregolare, con centro di curvatura nel Mar Tirreno, esteso dalla base dell'Appennino Ligure presso la Pianura Padana, proseguente in mare aperto nell'Adriatico centrale, fino alGargano.Da qui l'arco flette verso l'interno della penisola, separando l'avampaese Apulo, e prosegue sino alGolfo di Taranto, da dove piega a sud verso lo Ionio, poi a ovest, attraversando la Sicilia sudorientale, fino a raggiungere il Nord Africa.[33] Il mantello superiore a circa 250 km di profondità si spezza nell'"Arco Appenninico settentrionale", e nell'"Arco Calabro-Peloritano", con forze compressionali agenti rispettivamente verso nordest e sudest. Queste strutture sono state spiegate attraverso modelli anche molto diversi, poiché mancano ancora dati definitivi. La tettonica, in ogni caso, non è dello stesso tipo che ha generato le Alpi.
Il lato occidentale della penisola è formato ad un sistema adhorst egraben, dove la crosta, stirata dall'estensione del mantello sottostante, si è assottigliata e frantumata, lungo una serie di linee di faglia approssimativamente parallele, e i blocchi crostali in modo alterno sono sprofondati o sono stati sollevati dalla spinta isostatica, formando catene montuose e bacini intramontani con direzione più o meno perpendicolare a quella di estensione. Esempi importanti sono l'alta valle dellaMagra[34] e laval Tiberina.[35]
Le catene montuose originatesi per pieghe sono formate da ampieanticlinali al nucleo dei massicci più elevati ed estesi degli Appennini, nel settore orientale; le catene montuose originatesi per faglia formano dorsali più basse e ripide, che geograficamente non sono considerate parte dell'Appennino, ma sono denominate "sub-Appennino" o "anti-Appennino». Queste montagne si trovano principalmente inToscana,Lazio eCampania.
In virtù della convergenza dellaplacca euroasiatica con quellaafricana, l'intero arco appenninico e le zone limitrofe sono soggette da sempre a fenomeni sismici ovveroterremoti con presenza di numerosefaglie attive ed una scala dirischio sismico che va da 1 a 3.
Il terreno degli Appennini (così come quello delle Alpi) è in gran parte instabile a causa di vari tipi di movimenti dei versanti:falls and slides of rocks and debris, flows of earth and mud, spreads of earth and sink holes (cascate e scivoli di roccia e detriti, i flussi di terra e fango, spread di terra) e doline.
L'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, un'agenzia governativa fondata nel 2008 dalla fusione di tre enti preesistenti, ha pubblicato nello stesso anno una relazione speciale,Frane in Italia, che sintetizza i risultati del Progetto IFFI, l'Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia, un ampio censimento governativo di frane a partire dal 1997. Al 31 dicembre 2007, aveva studiato e mappato oltre 482.272 frane su 20.500 km². I parametri considerati sono l'Indice Frana IF, il rapporto tra la superficie frana e la superficie totale di una regione, l'Indice Frana in aree montuose-collinari IFMC, e la densità di frane, che è il numero di eventi per 100 km². L'Italia nel suo complesso ha un IF di 6,8, un IFMC di 9,1 e una densità di 160. InLombardia (con 13,9),Emilia-Romagna (11,4),Marche (19,4),Molise (14,0),Valle d'Aosta (16,0) ePiemonte (9,1) gli IF sono significativamente più elevati.[36]
Nell'Appennino i terreni più instabili sono situati, seguendo un ordine decrescente, nel versante orientale dell'Appennino Tosco-Emiliano, nell'Appennino centrale e nel fianco orientale del l'Appennino meridionale. Qui l'instabilità è paragonabile a quella nel settore meridionale delle Alpi. I terreni più stabili sono situati sul lato occidentale:Liguria,Toscano,Umbria eLazio. L'Appennino sta scivolando a nord-est verso la Pianura Padana e l'avanfossa Adriatica. Leslides con ampi movimenti di superficie traslazionale o rotazionale sono i più comuni.
Anche se al di fuori del massiccio delGran Sasso d'Italia non esistono più ghiacciai, si sono osservatemorene Post-Plioceniche anche in Basilicata. Sono presenti nevai sul Gran Sasso, sullaMaiella e sul Pollino.
La vegetazione dell'Appennino varia a seconda dell'altitudine anche se lazonazione vegetale spontanea non sempre è molto significativa perché le altitudini non sono molto elevate. Nella fascia più bassa al di sotto dei 500–600 m la flora è essenzialmente rappresentata da specie che caratterizzano lamacchia (lecci,sugheri,farnie,cerri,castagni eroveri). Alle altitudini superiori si sviluppano boschi difaggio,abete bianco eontano caratterizzati da un sottobosco in cui si alternano a cespugli difelci,agrifogli,ginepri epini di tipo arbustaceo, piante erbacee (anemoni,acetoselle ecampanule). I boschi appenninici sono generalmente polifiti, ma non mancano formazioni monofite, come le abetaie e i castagneti della Toscana e le pinete della Sila calabra.
^abcdNumerose fonti considerano i monti della Sicilia settentrionale come "Appennino Siculo". Si citano qui (in ordine cronologico):
Alfeo PozziL'Italia nelle sue presenti condizioni fisiche, politiche, economiche, e monumentali descritta alle scuole ed alle famiglie G. Agnelli, 1870 (pagina 84, testo consultabile su Google libri);
Società italiana di scienze naturali,Atti della Società italiana di scienze naturali e del Museo civico di storia naturale in Milano, Volumi 37-38 (pagina 326);
Theobald Fischer,La penisola italiana: saggio di corografia scientifica, Unione Tipografico-editrice, 1902 (pagina 312);
Autori vari,Rivista geografica italiana, Volumi 77-78 edito dalla Società di studi geografici, 1970 (pagina 247)
L. VizzaniL'Appennino Siculo-Calabro-Lucano, in:Moderne vedute sulla geologia dell'Appennino, atti dell'Accademia Nazionale dei Lincei, 1973 (pagine 15-37);
Adriana Pintori, Maribel Andreu, Adriana Pintori,Diamoci dentro!: cultura e civiltà italiana editore Univ. Autònoma de Barcelona, 1996 (pagina 138);
Micaela Vissani,Regioni d'Italia dall'A alla Z Giunti Editore, 1999 (pagina 159);
Giuseppe Maurici, Giuseppe Maurici Roby Manfrè Scuderi,Guide dei Monti d'Italia - Sicilia Touring Editore, 2001 (pagina 28)
Touring club italiano,Sicilia: Palermo e la Conca d'oro, Agrigento, Siracusa, Catania, Taormina, gli arcipelaghi e le isole Touring Editore, 2002 (pagina 271);
Domenico Ligresti,Dinamiche demografiche nella Sicilia moderna editore FrancoAngeli, 2002 (pagina 67)
Ruggiero Scrofani,Turismo nautico e distretti turistici siciliani editore FrancoAngeli, 2009 (pagina 99);
F. Toppetti,Paesaggi e città storica. Teorie e politiche del progetto Alinea Editrice, 2011 (pagina 143).
L'Enciclopedia Treccani considera i rilievi settentrionali della Sicilia come continuazione degli Appennini. Vedi la voceAppennino., da cui si citano le seguenti frasiː...forma, per 1350 km, la spina dorsale della penisola italiana fino allo Stretto di Messina, oltre il quale continua nei rilievi settentrionali della Sicilia;L'Appennino si distingue generalmente in tre sezioni: Settentrionale, Centrale, Meridionale, alle quali si può aggiungere l'Appennino Siculo. Nello stesso modo si regola il Vocabolario Treccani alla voceAppennino..Inoltre, nel 2000, il Ministero dell'Ambiente ha incluso i monti della Sicilia settentrionale nella catena appenninica, nell'ambito del progetto "Appennino parco d'Europa". Vedi il documento dell'IUCNTerritorial strategies and environmental continuity in mountain systems: the case of the Apennines (Italy) (PDF)(archiviato dall'url originale il 20 febbraio 2012)., di Roberto Gambino e Bernardino Romano.
^A titolo di esempio, si riportano un'enciclopedia, un vocabolario, un testo scolastico. Enciclopedia Treccani, voceAppennino.; Vocabolario Treccani, voceAppennino.; Guido Corradi - Monica Morazzoni - Brunella PisaniGeotour, RCS Libri education Spa, 2008.ISBN 978-88-23100-65-7. Consultabile aquesta pagina (PDF)..
^Apennines, in1911 Encyclopædia Britannica, Volume 2.URL consultato il 2 novembre 2021.
^Anche l'Enciclopedia Britannica include i rilievi settentrionali della Sicilia negli Appennini: alla voceApennine Range. (Catena Appenninica), di cui sono autori Maurizio Parotto, Bruno Accordi e Thomas M. Poulsen, riporta nell'incipit questa fraseːFrom Cadibona Pass in the northwest, close to the Maritime Alps, they form a great arc, which extends as far as the Egadi Islands to the west of Sicily. Their total length is approximately 870 miles (1,400 kilometres) (Dal Passo di Cadibona, nel Nord-ovest, adiacente alle Alpi Marittime, essi formano un grande arco, che si estende fino alle Isole Egadi, nella Sicilia occidentale. La loro lunghezza totale è approssimativamente di 870 miglia (1400 km).
«Il Gruppo di Voltri è un complesso di metaofioliti e metasedimenti ubicato nel settore centro - occidentale della Liguria, e costituisce l'estrema porzione meridionale delle Alpi Occidentali. Strutturalmente è definito come un sistema composito di falde metamorfiche, situato in posizione interna rispetto all'arco alpino occidentale e corrisponde, nella catena alpino - appenninica, all'emersione di un livello crostale profondo»
^Capponi G.; Gosso G.; Scambelluri M.; Siletto G. B.; Tallone S.,Carta geologico-strutturale del settore centro-meridionale del Gruppo di Voltri (Alpi Liguri) e note illustrative, Bollettino della Società Geologica Italiana.
^abcdSi riportano le fonti per tre punti di vista diversi sul limite tra Appennino tosco-emiliano (e quindi settentrionale) ed umbro-marchigiano (e quindi centrale). Tra le fonti che considerano il valico di Bocca Trabaria il limite tra Appennino Tosco-emiliano (e quindi l'Appennino settentrionale) ed Appennino Umbro-marchigiano (e quindi l'Appennino centrale) si citano:
Romano Gasperoni, Fulvio Fulvi,Umbria e Marche, edizioni Fabri, 1985 (pagina 94)
Marco Salvo, Daniele Canossini,Appennino ligure e tosco-emiliano, Touring Editore, 2003,ISBN 978-88-365-2775-5; consultabile su Google libri apagina 479.;
Adriana Pintori, Maribel Andreu,Diamoci dentro! cultura e civiltà italiana, edito da Università Autònoma de Barcelona, 1996,ISBN 978-84-490-0728-6; consultabile suGoogle ricerca libri aquesta pagina.;
Romano Gasperroni, in Viaggio in Italia – anno II – volume 37 – Appennino Umbro-Marchigiano, (Gruppo Editoriale Fabbri) Milano 1983;
Università di Bologna - Istituto di geografia -Studi geografici... (pagina 114)
Tra le fonti che considerano invece come limite il valico di Bocca Serriola si citano:
^Ad esempio, in Puglia, il Subappennino Dauno è chiamato anche "Preappennino dauno". Si veda il sito della regione Puglia, all'articoloSubappennino dauno (PDF)..
^Theobald Fischer,La penisola italiana: saggio di corografia scientifica, Unione Tipografico-editrice, 1902, (pagina 214). Da questo testo si riporta la seguente citazioneː...ogni autore che ha adoperato questi termini ha loro attribuito un significato proprio e diverso da quello assegnatogli dagli altri.
^L'Appennino tosco-emiliano secondo molte fonti comprende tutto il tratto degli Appennini compreso tra l'Appennino ligure e quello umbro-marchigiano. Può però essere suddiviso in Appennino tosco emiliano in senso stretto (tra l'Emilia e la Toscana) e Appennino Tosco-Romagnolo (tra la Romagna e la Toscana). Vediː Touring Club Italiano,Guide rosse d'Italia, volumeEmilia-Romagna (pagina 20);Appennino o Appennini su Enciclopedia.