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Antonio Segni

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Antonio Segni
Ritratto ufficiale, 1962

Presidente della Repubblica Italiana
Durata mandato11 maggio 1962 –
6 dicembre 1964
Capo del governoAmintore Fanfani
Giovanni Leone
Aldo Moro
PredecessoreGiovanni Gronchi
SuccessoreGiuseppe Saragat

Presidente del Consiglio dei ministri
della Repubblica Italiana
Durata mandato6 luglio 1955 –
20 maggio 1957
Capo di StatoGiovanni Gronchi
Vice presidenteGiuseppe Saragat
PredecessoreMario Scelba
SuccessoreAdone Zoli

Durata mandato16 febbraio 1959 –
26 marzo 1960
Capo di StatoGiovanni Gronchi
PredecessoreAmintore Fanfani
SuccessoreFernando Tambroni

Presidente del Consiglio dell'Unione europea
Durata mandato1º luglio 1959 –
31 dicembre 1959
PredecessoreCharles de Gaulle
SuccessorePierre Werner

Vicepresidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana
Durata mandato2 luglio 1958 –
16 febbraio 1959
Capo del governoAmintore Fanfani
PredecessoreGiuseppe Pella
SuccessoreAttilio Piccioni

Ministro degli affari esteri
Durata mandato26 marzo 1960 –
7 maggio 1962
Capo del governoFernando Tambroni
Amintore Fanfani
PredecessoreGiuseppe Pella
SuccessoreAttilio Piccioni

Ministro dell'interno
(ad interim)
Durata mandato16 febbraio 1959 –
26 marzo 1960
Capo del governoSe stesso
PredecessoreFernando Tambroni
SuccessoreGiuseppe Spataro

Ministro della difesa
Durata mandato2 luglio 1958 –
16 febbraio 1959
Capo del governoAmintore Fanfani
PredecessorePaolo Emilio Taviani
SuccessoreGiulio Andreotti

Ministro della pubblica istruzione
Durata mandato26 luglio 1951 –
16 luglio 1953
Capo del governoAlcide De Gasperi
PredecessoreGuido Gonella
SuccessoreGiuseppe Bettiol

Durata mandato17 agosto 1953 –
18 gennaio 1954
Capo del governoGiuseppe Pella
PredecessoreGiuseppe Bettiol
SuccessoreEgidio Tosato

Ministro dell'agricoltura e delle foreste
Durata mandato14 luglio 1946 –
26 luglio 1951
Capo del governoAlcide De Gasperi
PredecessoreFausto Gullo
SuccessoreAmintore Fanfani

Sottosegretario di Stato alMinistero dell'agricoltura e delle foreste
Durata mandato12 dicembre 1944 –
14 luglio 1946
Capo del governoIvanoe Bonomi
Ferruccio Parri
Alcide De Gasperi
PredecessoreGino Bergami
SuccessoreVelio Spano

Senatore della Repubblica Italiana
Senatore a vita
Durata mandato6 dicembre 1964 –
1º dicembre 1972
LegislaturaIV,V,VI
Gruppo
parlamentare
Democrazia Cristiana
Tipo nominaNomina di diritto per un presidente emerito della Repubblica Italiana
Sito istituzionale

Deputato della Repubblica Italiana
Durata mandato25 giugno 1946 –
5 maggio 1962
LegislaturaAC,I,II,III
Gruppo
parlamentare
Democrazia Cristiana
CircoscrizioneAC-I; III:Cagliari
II:CUN
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoPPI(1919-1926)
DC(1943-1972)
Titolo di studioLaurea in Giurisprudenza
UniversitàUniversità degli Studi di Sassari
ProfessioneDocente universitario
FirmaFirma di Antonio Segni

Antonio Segni (Sassari,2 febbraio1891Roma,1º dicembre1972) è stato unpoliticoitaliano, 4ºpresidente della Repubblica Italiana dall'11 maggio 1962 al 6 dicembre 1964.

Uno dei membri piùconservatori dellaDemocrazia Cristiana, dopo aver ricoperto diversi incarichi governativi nei governiBonomi III,Parri,De Gasperi I,De Gasperi VII ePella, Segni fu per due voltepresidente del Consiglio dei ministri, dal 6 luglio 1955 al 20 maggio 1957 e dal 16 febbraio 1959 al 26 marzo 1960.

Eletto presidente della Repubblica il 6 maggio 1962, la sua fu la seconda presidenza più breve nellastoria della Repubblica Italiana dopo quella diEnrico De Nicola, in quanto mantenne il ruolo solamente per due anni, fino alle dimissioni per impedimenti di salute del 6 dicembre 1964.

Comecapo dello Stato ha conferito l'incarico a trepresidenti del Consiglio dei ministri:Amintore Fanfani (del quale ha respinto le dimissioni di cortesia presentate nel 1962),Giovanni Leone (1963) eAldo Moro (1963-1968); ha nominato tresenatori a vita nel 1963 (Ferruccio Parri,Cesare Merzagora eMeuccio Ruini). Non ha nominato alcungiudice della Corte costituzionale.

Suo figlioMariotto è anch'egli un politico.

Biografia

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Giovinezza, esordi in politica e la docenza

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Antonio Segni nacque in unanobilefamigliasarda, ascritta alpatriziato genovese dal1752, da Annetta Campus e Celestino Segni.[1]

Portati a termine gli studiliceali classici presso illiceo Domenico Alberto Azuni diSassari, silaureò ingiurisprudenza nel1913, e fu ufficiale di artiglieria durante laprima guerra mondiale.Aderì alPartito Popolare Italiano fin dalla sua fondazione nel 1919 e fu consigliere nazionale del PPI dal1923 al1924. Con l'avvento delfascismo e le elezioni del 1924, smise temporaneamente di farepolitica.

Intanto aveva perfezionato gli studi all'Università di Roma, dove fu allievo delprofessore didiritto processuale civileGiuseppe Chiovenda, insieme aPiero Calamandrei. Insegnò quindi in varieuniversità italiane, nel 1920 aPerugia, nel 1925 a Cagliari (dove fu preside), nel 1929 aPavia, e dal 1930 aSassari (di cui fu commissario dal 1943 al 1945, emagnifico rettore dal1946 al1951). Dal 1954 insegnò diritto processuale civile a"La Sapienza" diRoma fino al 1961.

Incarichi governativi

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Nel 1942 fu tra i fondatori dellaDemocrazia Cristiana e autorevole esponente dell'antifascismo sardo. Fu chiamato il 12 dicembre1944 comesottosegretario all'agricoltura nelgoverno Bonomi III, quindi nelgoverno Parri e nelgoverno De Gasperi I, fino al 14 luglio 1946.

Segni nel1946

Nel giugno1946 venne eletto deputato all'Assemblea Costituente[2] e dal 1948 alla Camera dei deputati, sempre rieletto (dal 1964 al Senato).

Da quel periodo ricevette numerosi incarichi istituzionali e governativi:

accumulando uncurriculum politico di ben 135 mesi da ministro, un record tuttora imbattuto per tutti gli altri Presidenti della Repubblica eletti sia prima che dopo di lui.

Presentazione delprimo governo Segni alla Camera il 13 luglio1955

Fu ministro dell'agricoltura quando venne varata, grazie ai fondi delPiano Marshall, una riforma agraria dettalegge Stralcio (legge n. 841 del 21 ottobre 1950), da alcuni studiosi ritenuta la più importante riforma dell'interosecondo dopoguerra[4], che sancì l'esproprio coatto delle terre ai grandi latifondisti e la loro distribuzione ai braccianti agricoli di modo da renderlide factopiccoli imprenditori non più sottomessi al grande latifondista e facendo nascere successivamente forme di collaborazione come lecooperative agricole che, programmando le produzioni e centralizzando la vendita dei prodotti, diedero all'agricoltura quel carattere imprenditoriale che era venuto meno con la divisione delle terre.

In tale periodo, per controllare il suo bacino elettorale, pose al vertice della DC sassarese[3] il cugino Antonio Campus. La linea locale fortemente anticomunista imposta da Segni è stata descritta in un'intervista daFrancesco Cossiga, all'epoca giovane militante sassarese:"Alla vigilia delle elezioni del 1948 ero armato fino ai denti. Mi armò Antonio Segni. Non ero solo, eravamo un gruppo di democristiani riforniti di bombe a mano dai carabinieri. La notte del 18 aprile la passai nella sede del comitato provinciale della DC di Sassari... Prefettura, poste, telefoni, acquedotto, gas non dovevano cadere, in caso di golpe rosso, nelle mani dei comunisti"[4].

Presidente del Consiglio

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Antonio Segni con ilcancelliere federale della Germania OvestKonrad Adenauer nell'agosto del1959

Politico di tendenzeconservatrici, Segni fu due voltepresidente del Consiglio dei ministri. Guidò ilsuo primo governo di stampocentrista tra DC,Partito Socialista Democratico Italiano ePartito Liberale Italiano dal 6 luglio1955 al 15 maggio1957, straordinariamente lungo per l'epoca e ancora oggi uno dei diecigoverni più longevi della Repubblica italiana, e unmonocolore DC che si resse con l'appoggio esterno di liberali, monarchici emissini, dal 15 febbraio1959 al 23 marzo1960; quest'ultimo esecutivo cadde perché le strategie politiche orientate asinistra delsegretario della Democrazia CristianaAldo Moro e diAmintore Fanfani indussero le forze di destra a ritirargli la fiducia.

Durante il primo governo di Segni vennero firmati il 25 marzo1957 itrattati di Roma istituendo laComunità Economica Europea (CEE) di cui l'Italia fu uno Stato cofondatore ed ilMercato Europeo Comune (MEC); venne definitivamente creata e insediata la Corte Costituzionale, fino ad allora mai entrata in funzione[5], venne varata la legge che garantì all'Eni l'esclusiva della ricerca e dello sfruttamento degli idrocarburi in tutto il territorio italiano (Sicilia esclusa)[5] e fu creato ilMinistero delle partecipazioni statali, organo delgoverno italiano addetto alla supervisione e gestione dellepartecipazioni statali nell'economia italiana, determinando per le aziende statali anche un'autonomia sindacale «pubblica» e sottraendole alla disciplina confindustriale per assoggettarle a un regime proprio[6]. Durante il suo secondo governo venne istituito con la legge n. 617/59 ilMinistero del turismo e dello spettacolo. Fupresidente del Consiglio dell'Unione europea dal 1º luglio al 31 dicembre 1959.

Presidenza della Repubblica

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Elezione al Quirinale

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Lo stesso argomento in dettaglio:Elezione del Presidente della Repubblica Italiana del 1962.

Allo scadere del settennato di presidenza diGiovanni Gronchi,Aldo Moro non vedeva di buon occhio le manovre del presidente dell'Eni,Enrico Mattei, miranti alla rielezione del presidente uscente Gronchi[7].

Giuramento di Antonio Segni l'11 maggio1962

Propose quindi e ottenne dal suo partito la candidatura di Antonio Segni, ritenendo che l'elezione di quest'ultimo, che era un conservatore, fosse necessaria per rassicurare le correnti adestra della DC e guadagnare anch'esse alla sua politica di apertura alPartito Socialista[8]. Fu l'unica volta che un candidato ufficiale della DC alla presidenza della Repubblica uscì vittorioso dal responso delle urne[9]. Il partito, tuttavia, nei primi otto scrutini non votò mai compatto per il politico sassarese, in quanto Gronchi ottenne sempre tra i 20 e i 45 voti, mentre altri consensi furono dispersi traAttilio Piccioni (addirittura 51 voti al terzo scrutinio),Cesare Merzagora (tra i 12 e i 18) ed altri. Anche nello scrutinio decisivo vi furono 51 schede bianche di aleatoria attribuzione.

Antonio Segni fu comunque elettoPresidente della Repubblica Italiana il 6 maggio1962 al nonoscrutinio, con 443 voti su 842, comprensivi dei consensi delMSI e deimonarchici, che avevano cominciato a votarlo sin dal terzo scrutinio[10]. Prestò giuramento l'11 maggio1962 e il giorno dopo respinse le dimissioni di cortesia presentategli dal Presidente del ConsiglioAmintore Fanfani[11] che, pertanto, restò in carica sino alle elezioni politiche dell'aprile1963, con la partecipazione disocialdemocratici erepubblicani e l'appoggio esterno del PSI.

Segni e il centro-sinistra

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I suoi due anni alQuirinale furono contrassegnati da tensioni con il blocco formato daUgo La Malfa, ilPSI ed una parte dellaDC che spingeva per riforme sociali e strutturali, invise ad un conservatore come Segni. Fu anche contrario alla candidatura diGiovanni Battista Montini al soglio pontificio, tanto da far pervenire, tramiteLuigi Gedda, il suo dissenso ai cardinali prima che entrassero nelconclave conseguente alla morte dipapa Giovanni XXIII.[12]

Logorato dall'insuccesso alleelezioni politiche del 1963, il 16 maggio Fanfani rassegnò le dimissioni del suogoverno. L'incarico venne affidato al segretario democristianoAldo Moro, intenzionato a varare un nuovo governo tra DC,Partito Repubblicano ePSDI appoggiato esternamente dal PSI[13], ma gli organi direttivi del Partito Socialista fecero mancare la ratifica dell'accordo programmatico già concordato conPietro Nenni e il segretario DC fu costretto a rinunciare.[13]

Segni designò allora ilpresidente della CameraGiovanni Leone, specificando che, in caso di ulteriore fallimento, avrebbe sciolto il neoeletto Parlamento e indetto nuove elezioni[14]. Leone riuscì allora a costituire unmonocolore DC di respiro transitorio e, per tale motivo, detto dalla stampa «balneare» – con l'appoggio esterno di PRI, PSDI e PSI. Finalmente, nel dicembre1963, Aldo Moro poté varare il primo governo di centro-sinistra della Repubblica italiana, con la partecipazione del Partito Socialista Italiano.

Il 17 settembre 1963, Segni inviò unmessaggio alle Camere, a norma dell'art. 87 della Costituzione, con il quale si segnalavano alcuni problemi istituzionali collegati alle previsioni della Costituzione. In particolare, il presidente rilevava alcune difficoltà funzionali delle modalità di elezione dei componenti dellaCorte costituzionale - suggerendo le opportune soluzioni - e la necessità di prevedere espressamente la non rieleggibilità del presidente della Repubblica[15]. Mentre in seguito, con l'approvazione della legge costituzionale n. 2 del 22 novembre1967, il Parlamento provvide a modificare la Costituzione nel senso indicato da Segni nella prima parte del suo messaggio[16], le norme sull'eleggibilità del presidente della Repubblica rimasero invariate.

Segni e il Piano Solo

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Lo stesso argomento in dettaglio:Piano Solo.
Antonio Segni nel 1962

Come il suo predecessore, Segni era particolarmente vicino algeneraleGiovanni de Lorenzo,comandante generale dell'Arma dei Carabinieri, ex partigiano di convinzionimonarchiche[17][18]. Su richiesta di Segni (in seguito al viaggio a Parigi, 19-22 febbraio 1964), il 25 marzo1964 De Lorenzo ricevette i comandanti delle divisioni diMilano,Roma eNapoli, proponendo loro un piano finalizzato a far fronte a una ipotetica situazione di estrema emergenza per il Paese. Per l'attuazione del piano si prevedeva l'intervento dell'Arma dei Carabinieri e "solo" di essa: da qui il nome di "Piano Solo". Il piano prevedeva inoltre il presidio dellaRAI-TV, l'occupazione delle sedi dei giornali e deipartiti di sinistra e l'intervento dell'Arma in caso di manifestazioni filo-comuniste[19] Nel Piano non era invece inclusa una lista di 731 uomini politici e sindacalisti di sinistra che i carabinieri avrebbero dovuto prelevare e trasferire in varie sedi, tra cui labase militare segreta dicapo Marrargiu. La lista di enucleandi era prevista invece dalla circolare Vicari e sicuramente in altri piani di contingenza.

Il 10 maggio De Lorenzo presentò il suo piano a Segni[20], che ne rimase particolarmente impressionato, tanto che nella successiva sfilata militare per l'anniversario della Repubblica lo si vide piangere commosso alla vista della modernissima brigata meccanizzata dei carabinieri, allestita dallo stesso De Lorenzo[17]. Tuttavia siaGiorgio Galli cheIndro Montanelli ritengono che non fosse nelle intenzioni del presidente Segni eseguire uncolpo di Stato, ma agitarlo come uno spauracchio a fini politici[17][21].[22]

Pochi giorni dopo, il 25 giugno1964, ilgoverno Moro I fu battuto sulla discussione del bilancio delMinistero della pubblica istruzione, nella parte che assegnava maggiori fondi per il funzionamento delle scuole private. Pur non avendo posto la questione di fiducia, Moro rassegnò le dimissioni.

Il 3 luglio, durante le consultazioni per il conferimento del nuovo incarico di governo a Moro, Segni esercitò pressioni sul leader socialistaNenni per indurre il suo partito a uscire dalla maggioranza governativa, perché osteggiato dalle forze economiche; gli comunicò che comunque avrebbe rimandato alle Camere, per riesame, il disegno di legge urbanisticaSullo -Lombardi, qualora fosse stato approvato[23].

Il 14 luglio Segni convocò e ricevette al Quirinale ilcapo di stato maggiore della difesa, generaleAldo Rossi e il 16 luglio il generale De Lorenzo[24]. Lo stesso giorno, De Lorenzo si recò a una riunione dei rappresentanti della DC, per recapitare un messaggio del presidente Segni[24]. Il contenuto del messaggio non è stato diffuso; alcuni storici, tuttavia, ritengono che si riferisse alla disponibilità del presidente, qualora le trattative per la formazione di un nuovo governo di centro-sinistra fossero fallite, di dare mandato al Presidente del SenatoCesare Merzagora di costituire un "governo del presidente"[25].

Il 17 luglio, invece, Moro si recò al Quirinale, con l'intenzione di accettare l'incarico per formare un nuovo governo di centro-sinistra[24]. Durante le trattative, Nenni aveva accettato il ridimensionamento dei suoi programmi riformatori. Nell'Avanti! del 22 luglio si giustificò in tal modo di fronte ai suoi elettori e compagni di partito:"Se il centro-sinistra avesse gettato la spugna sul ring, il governo dellaConfindustria e dellaConfagricoltura era pronto a essere varato. Aveva un suo capo, anche se non è certo che sarebbe arrivato per primo al traguardo senza essere sopravanzato da qualche notabile democristiano"; e nel numero del successivo 26 luglio dichiarò:"La sola alternativa che si sarebbe delineata sarebbe stata un governo di destra... nei cui confronti il ricordo del luglio 1960 sarebbe impallidito"[26].

Malattia e dimissioni

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Il 7 agosto1964, durante un concitato colloquio con l'esponente socialdemocraticoGiuseppe Saragat e il presidente del Consiglio dei ministriAldo Moro, Segni fu colpito datrombosi cerebrale. Nessuno dei presenti ha mai fatto dichiarazioni sul contenuto del colloquio[27]; solo nei diari diEttore Bernabei se ne è ricevuta una descrizione, da fonte comunque indiretta[28].

Ne seguì l'accertamento della condizione d'impedimento temporaneo, avvenuto con atto congiuntamente firmato dai presidenti delle due Camere e dal Presidente del Consiglio; il 10 agosto assunse le funzioni ordinarie disupplente ilpresidente del SenatoCesare Merzagora che le mantenne fino al 29 dicembre.[29] Pur trattandosi di grave malattia, non si arrivò mai alla dichiarazione di "impedimento permanente" prevista dall'articolo 86 dellaCostituzione che avrebbe comportato una nuova elezione, e la situazione fu risolta dalle dimissioni volontarie, avvenute il 6 dicembre1964.[30]

Il presidente Segni nella biblioteca delQuirinale

Ultimi anni e morte

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Divennesenatore a vita in quantopresidente emerito della Repubblica, e morì aRoma il 1º dicembre1972, all'età di 81 anni.

Segni venne seppellito nelcimitero comunale di Sassari.

Nella cultura di massa

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Durante una missione aParigi, Segni, allora presidente del Consiglio, si recò in visita al palazzo dell'UNESCO. Mentre si era fermato ad ammirare un grande affresco diPicasso, fu improvvisamente raggiunto dagiornalisti efotografi e, istintivamente, si coprì gli occhi per proteggersi dalla luce deiflash. Il giorno dopo, la prima pagina delquotidianopariginoLe Figaro pubblicò la foto di Segni con la mano in faccia ed il titolo:"Il Presidente del Consiglio italiano non nasconde il suo orrore davanti all'affresco di Picasso". Il titolo, che voleva essere denigratorio, fu però apprezzato dall'opinione pubblica italiana: giunsero infatti al politico democristiano numerose lettere nelle quali lo si elogiava per aver manifestato senza problemi e pubblicamente il suo disgusto per l'arte moderna, cosa che in realtà Segni non intendeva assolutamente fare.[31]

Onorificenze

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Onorificenze italiane

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Nella sua qualità di presidente della Repubblica italiana è stato, dall'11 maggio 1962 al 6 dicembre 1964:

Capo dell'Ordine al merito della Repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinaria
Capo dell'Ordine militare d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Capo dell'Ordine al merito del lavoro - nastrino per uniforme ordinaria
Presidente dell'Ordine della stella della solidarietà italiana - nastrino per uniforme ordinaria

Personalmente è stato insignito di:

Cavaliere di Gran croce al merito della Croce Rossa Italiana - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia Commemorativa della Consulta Nazionale - nastrino per uniforme ordinaria
— Roma, 17 luglio1946
Medaglia d'Oro Commemorativa del Ventennale della Consulta Nazionale - nastrino per uniforme ordinaria
— Roma, 5 maggio1966

Onorificenze straniere

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Cavaliere dell'Ordine dell'Elefante (Danimarca) - nastrino per uniforme ordinaria
— 20 aprile1964[32]
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Legion d'Onore (Francia) - nastrino per uniforme ordinaria
— 19 febbraio1964[32]
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Corona di quercia (Lussemburgo) - nastrino per uniforme ordinaria
— [32]
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine del Salvatore (Regno di Grecia) - nastrino per uniforme ordinaria
— 26 novembre1962[32]
Cavaliere dell'Ordine Supremo del Cristo (Santa Sede) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme (Santa Sede) - nastrino per uniforme ordinaria
— [32]
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine del Leone (Senegal) - nastrino per uniforme ordinaria
— 2 ottobre1962[32]
Cavaliere di Gran Croce di Grazia Magistrale con fascia del Sovrano Militare Ordine di Malta (SMOM) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce al Merito dell'Ordine al Merito della Repubblica Federale di Germania - nastrino per uniforme ordinaria
— 1956[32]

Onorificenze di organizzazioni internazionali

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Premio Carlo Magno - nastrino per uniforme ordinaria
— 1964

Onorificenze dinastiche di ex Case regnanti

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Cavaliere di gran croce del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio (Casa di Borbone-Due Sicilie) - nastrino per uniforme ordinaria

Note

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  1. ^Associazione genealogica sarda: La genealogia dei Segni, suaraldicasardegna.org.
  2. ^ Rombi, Guido.,La cultura cattolica e la DC in Sardegna : dalla caduta del fascismo al 18 aprile 1948, Associazione culturale A. De Gasperi, 1995,OCLC 879835347.URL consultato l'11 maggio 2022.
  3. ^ Rombi, Guido, 1965-,Chiesa e società a Sassari dal 1931 al 1961 : l'episcopato di Arcangelo Mazzotti, Vita e pensiero, 2000,ISBN 88-343-0097-1,OCLC 43816823.URL consultato l'11 maggio 2022.
  4. ^aprileonline.info[collegamento interrotto] Aprileinfo
  5. ^ab Indro Montanelli e Mario Cervi,L'Italia dei due Giovanni (1955-1965), Milano, Rizzoli, 1989, p. 267.
  6. ^ Indro Montanelli e Mario Cervi,L'Italia dei due Giovanni (1955-1965), Milano, Rizzoli, 1989, pp. 242-243.
  7. ^Indro Montanelli,Storia d'Italia. Vol. 10, RCS Quotidiani, Milano, 2004, pagg. 340-341
  8. ^Indro Montanelli,cit., pag. 342
  9. ^Anche l'elezione al primo scrutinio del democristianoFrancesco Cossiga, nel 1985, infatti, fu frutto di un accordo tra i partiti e non di una candidatura predeterminata.
  10. ^Indro Montanelli,cit., pagg. 345-346
  11. ^Francesco Bartolotta,Parlamenti e governi d'Italia dal 1848 al 1970. II vol., Vito Bianco Editore, Roma, 1971, pag. 281
  12. ^Alberto Melloni,Montini, vince il Concilio (contro le riserve di Adenauer e Franco), da:Corriere della Sera, 15 aprile 2005
  13. ^abIndro Montanelli,cit., pag. 367-368
  14. ^Indro Montanelli,cit., pag. 369
  15. ^Atti parlamentari, Camera dei deputati, Seduta del 17 settembre 196.3
  16. ^Norme sulla corte costituzionale. (PDF), sucortecostituzionale.it.
  17. ^abcIndro Montanelli,cit., pagg. 385-387
  18. ^Sarà eletto nelle liste delPDIUM nellaV legislatura
  19. ^Gianni Flamini,L'Italia dei colpi di Stato, Newton Compton Editori, Roma, pag. 79
  20. ^Gianni Flamini,cit., pag. 80
  21. ^Giorgio Galli,Affari di Stato, Edizioni Kaos, Milano, 1991, pag. 94
  22. ^Antonio Segni e il Piano solo: storia da riscrivere – Buongiorno News, subuongiornonews.it.URL consultato il 12 luglio 2018(archiviato dall'url originale il 12 luglio 2018).
  23. ^Indro Montanelli,cit., pagg. 379-380
  24. ^abcGianni Flamini,cit., pag. 82
  25. ^Sergio Romano,Cesare Merzagora: uno statista contro i partiti, in:Corriere della Sera, 14 marzo 2005
  26. ^Giorgio Galli,cit., pag. 94
  27. ^La differenza di opinioni tra gli interlocutori dovrebbe aver avuto luogo in ordine alla nomina di un ambasciatore, secondo Alessandro Giacone,Le «Plan Solo»: anatomie d'un «coup d'État», Parlement[s], Revue d'histoire politique 2009/2 (nº 12), p. 84, nota 81, che ricorda comeSaragat abbia sempre smentito che durante il colloquio fossero stati evocati glieventi del precedente luglio.
  28. ^Il presidente del ConsiglioAldo Moro raccontò a Bernabei che cosa era accaduto: "Segni ha cominciato a parlare con difficoltà, come se avesse una caramella in bocca. Quando ci siamo alzati abbiamo visto che barcollava e ho pensato che fosse per il caldo. L'abbiamo sorretto perché non precipitasse, ma purtroppo per mezz'ora non abbiamo trovato nessun medico" (Piero Meucci, "Ettore BERNABEI il primato della politica", Marsilio, 2021).
  29. ^Comunicato della Presidenza del Consiglio dei ministri sull'esercizio temporaneo di funzioni del Capo dello Stato da parte del Presidente del Senato,G.U. n. 195 del 10-08-1964
  30. ^G.U. Edizione straordinaria n. 302 del 06-12-1964, sugazzettaufficiale.it.
  31. ^Maria Paola Azzario Chiesa,L'Italia per l'UNESCO: 50 anni della commissione italiana, Armando Editore, Roma, 1999, p. 41-42
  32. ^abcdefghhttps://archivio.quirinale.it/aspr/

Bibliografia

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  • Salvatore Mura (a cura di),Antonio Segni. Diario (1956-1964), Bologna, Il Mulino, 2012.
  • Salvatore Mura (a cura di),A. Segni, Scritti politici, a cura e con un saggio di S. Mura, prefazione di F. Soddu, CUEC, Cagliari 2013.
  • Salvatore Mura,Antonio Segni. La politica e le istituzioni, Bologna, Il Mulino, 2017.
  • Mimmo Franzinelli,Il Piano Solo, Milano, Mondadori, 2009.
  • Mimmo Franzinelli, Alessandro Giacone,Il Piano Riformismo alla Prova, Il primo governo Moro nei documenti e nelle parole dei protagonisti (ottobre 1963-agosto 1964), Annale Feltrinelli, Milano, 2012.

Voci correlate

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Altri progetti

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Altri progetti

Collegamenti esterni

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PredecessorePresidente della Repubblica ItalianaSuccessore
Giovanni Gronchi11 maggio1962 - 6 dicembre1964Giuseppe Saragat

PredecessorePresidente del Consiglio dei ministri della Repubblica ItalianaSuccessore
Mario Scelba6 luglio1955 - 19 maggio1957Adone ZoliI
Amintore Fanfani15 febbraio1959 - 25 marzo1960Fernando TambroniII

PredecessoreVicepresidente del Consiglio dei ministri della Repubblica ItalianaSuccessore
Giuseppe Pella1º luglio1958 - 15 febbraio1959Attilio Piccioni

PredecessorePresidente del Consiglio dell'Unione europeaSuccessore
Charles de Gaulle1º luglio1959 - 31 dicembre1959Pierre Werner

PredecessoreMinistro degli affari esteriSuccessore
Giuseppe Pella25 marzo1960 - 7 maggio1962Amintore Fanfani(ad interim)

PredecessoreMinistro dell'internoSuccessore
Fernando Tambroni15 febbraio1959 - 25 marzo1960Giuseppe Spataro

PredecessoreMinistro della difesaSuccessore
Paolo Emilio Taviani1º luglio1958 - 15 febbraio1959Giulio Andreotti

PredecessoreMinistro della pubblica istruzioneSuccessore
Guido Gonella26 luglio1951 - 16 luglio1953Giuseppe BettiolI
Giuseppe Bettiol17 agosto1953 - 18 gennaio1954Egidio TosatoII

PredecessoreMinistro dell'agricoltura e delle foresteSuccessore
Fausto Gullo14 luglio1946 - 26 luglio1951Amintore Fanfani

PredecessoreMagnifico Rettore dell'Università di SassariSuccessore
Carlo Gastaldi1943 -1951Cataldo Zummo
V · D · M
Italia (bandiera)Presidenti della Repubblica Italiana
Enrico De Nicola (1948) ·Luigi Einaudi (1948-1955) ·Giovanni Gronchi (1955-1962) ·Antonio Segni (1962-1964) ·Giuseppe Saragat (1964-1971) ·Giovanni Leone (1971-1978) ·Sandro Pertini (1978-1985) ·Francesco Cossiga (1985-1992) ·Oscar Luigi Scalfaro (1992-1999) ·Carlo Azeglio Ciampi (1999-2006) ·Giorgio Napolitano (2006-2015) ·Sergio Mattarella (dal 2015)Stendardo del Presidente della Repubblica Italiana
V · D · M
Italia (bandiera)Presidenti del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana
Alcide De Gasperi (1946-1953) ·Giuseppe Pella (1953-1954) ·Amintore Fanfani (1954) ·Mario Scelba (1954-1955) ·Antonio Segni (1955-1957) ·Adone Zoli (1957-1958) ·Amintore Fanfani (1958-1959) ·Antonio Segni (1959-1960) ·Fernando Tambroni (1960) ·Amintore Fanfani (1960-1963) ·Giovanni Leone (1963) ·Aldo Moro (1963-1968) ·Giovanni Leone (1968) ·Mariano Rumor (1968-1970) ·Emilio Colombo (1970-1972) ·Giulio Andreotti (1972-1973) ·Mariano Rumor (1973-1974) ·Aldo Moro (1974-1976) ·Giulio Andreotti (1976-1979) ·Francesco Cossiga (1979-1980) ·Arnaldo Forlani (1980-1981) ·Giovanni Spadolini (1981-1982) ·Amintore Fanfani (1982-1983) ·Bettino Craxi (1983-1987) ·Amintore Fanfani (1987) ·Giovanni Goria (1987-1988) ·Ciriaco De Mita (1988-1989) ·Giulio Andreotti (1989-1992) ·Giuliano Amato (1992-1993) ·Carlo Azeglio Ciampi (1993-1994) ·Silvio Berlusconi (1994-1995) ·Lamberto Dini (1995-1996) ·Romano Prodi (1996-1998) ·Massimo D'Alema (1998-2000) ·Giuliano Amato (2000-2001) ·Silvio Berlusconi (2001-2006) ·Romano Prodi (2006-2008) ·Silvio Berlusconi (2008-2011) ·Mario Monti (2011-2013) ·Enrico Letta (2013-2014) ·Matteo Renzi (2014-2016) ·Paolo Gentiloni (2016-2018) ·Giuseppe Conte (2018-2021) ·Mario Draghi (2021-2022) ·Giorgia Meloni (2022-in carica)Stendardo del Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana
V · D · M
Vincitori delPremio Carlo Magno
Richard Nikolaus di Coudenhove-Kalergi (1950) ·Hendrik Brugmans (1951) ·Alcide De Gasperi (1952) ·Jean Monnet (1953) ·Konrad Adenauer (1954) ·Sir Winston Leonard Spencer Churchill (1956) ·Paul-Henri Spaak (1957) ·Robert Schuman (1958) ·George Catlett Marshall (1959) ·Joseph Bech (1960) ·Walter Hallstein (1961) ·Edward Heath (1963) ·Antonio Segni (1964) ·Jens Otto Krag (1966) ·Joseph Luns (1967) ·Commissione europea (1969) ·François Seydoux de Clausonne (1970) ·Roy Jenkins (1972) ·Salvador de Madariaga (1973) ·Leo Tindemans (1976) ·Walter Scheel (1977) ·Kōnstantinos Karamanlīs (1978) ·Emilio Colombo (1979) ·Simone Veil (1981) ·Juan Carlos I di Spagna (1982) · La popolazione delLussemburgo (1986) ·Henry Alfred Kissinger (1987) ·François Mitterrand eHelmut Kohl (1988) ·Frère Roger (1989) ·Gyula Horn (1990) ·Václav Havel (1991) ·Jacques Delors (1992) ·Felipe González Márquez (1993) ·Gro Harlem Brundtland (1994) ·Franz Vranitzky (1995) ·Regina Beatrice dei Paesi Bassi (1996) ·Roman Herzog (1997) ·Bronisław Geremek (1998) ·Tony Blair (1999) ·Bill Clinton (2000) ·György Konrád (2001) · L'Euro (2002) ·Valéry Giscard d'Estaing (2003) ·Pat Cox (2004) · Premio straordinario:Papa Giovanni Paolo II (2004) ·Carlo Azeglio Ciampi (2005) ·Jean-Claude Juncker (2006) ·Javier Solana (2007) ·Angela Merkel (2008) ·Andrea Riccardi (2009) ·Donald Tusk (2010) ·Jean-Claude Trichet (2011) ·Wolfgang Schäuble (2012) ·Dalia Grybauskaitė (2013) ·Herman Van Rompuy (2014) ·Martin Schulz (2015) ·Papa Francesco (2016) ·Timothy Garton Ash (2017) ·Emmanuel Macron (2018) ·António Guterres (2019) ·Klaus Iohannis (2020) ·Svjatlana Cichanoŭskaja,Maryja Kalesnikava,Veranika Capkala (2022) ·Volodymyr Zelens'kyj e ilpopolo ucraino (2023) ·Pinchas Goldschmidt (2024) ·Ursula von der Leyen (2025)
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