| Antonio Renna | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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| Nazionalità | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
| Altezza | 175cm | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
| Peso | 72kg | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
| Calcio | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
| Ruolo | Allenatore(exattaccante) | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
| Termine carriera | 1973 - giocatore 1997 - allenatore | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
| Carriera | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
| Giovanili | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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| Squadre di club1 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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| Carriera da allenatore | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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| 1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato. Il simbolo → indica un trasferimento in prestito. | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Antonio Renna dettoMimmo (Lecce,2 marzo1937 –Lecce,1º febbraio2019) è stato uncalciatore eallenatore di calcioitaliano, di ruoloattaccante.
Crebbe nelle giovanili Juventina Lecce che lo gira in prestito, non ancora diciottenne, alCampobasso inIV Serie, dove fa 8 gol[2]. Rientrato dal prestito, viene preso dallaFiorentina dove crebbe calcisticamente nelle giovanili, che dopo averlo prestato alLivorno[3] lo cedette definitivamente alLecce[4], squadra della sua città. Ha vestito le maglie diBologna,Lazio eVarese inSerie A, collezionando 150 presenze e 22 gol. Ha militato anche nelBrindisi allenato daLuís Vinício, con il quale ha ottenuto nel 1972 una storica promozione inSerie B, mentre con il Bologna vinse lo scudetto della stagione1963-1964.Per le scorribande sulle fasce e i suoi dribbling prepotenti, fu soprannominato "ilGarrincha dei poveri"[senza fonte]. Il 29 maggio 1966 ha giocato in prestito nelle file dell’Internazionale di Milano al “Torneo città di Torino” nelle gare contro il Corinthians Paulista vinta dai brasiliani per 3 a 1 e contro la Juventus (3 a 1 per i torinesi il 1º giugno 1966)
Ha allenato soprattutto squadre diSerie B. La prima panchina importante fu a Brindisi, squadra nella quale aveva chiuso la carriera di giocatore; nellastagione 1974-1975 portò gli adriatici alla salvezza, l'ultima della storia dei biancazzurri incadetteria. Fu tra i dieci aspiranti tecnici a frequentare il primo corso per allenatori diCoverciano, diretto daItalo Allodi (suoi compagni di corso furonoGiovanni Trapattoni,Osvaldo Bagnoli,Luis Suarez,Gianni Di Marzio eGigi Simoni).
Ricondusse in serie cadetta ilLecce, dopo 27 anni dall'ultima promozione, al termine della stagione1975-1976, quando subentrò al tecnicoNicola Chiricallo, nella stessa annata in cui i giallorossi fecero registrare l'imbattibilità casalinga[5] e la vittoria dellaCoppa Italia Semiprofessionisti e dellaCoppa Italo-Inglese Semiprofessionisti. Al primo anno diB, nellastagione 1976-1977, guidò isalentini al settimo posto finale dopo aver lottato per la promozione in A fino a poche giornate dal termine del torneo ed eliminando ilTorino scudettato dalla Coppa Italia. Secondo molti opinionisti dell'epoca, i giallorossi di Mimmo Renna giocavano il miglior calcio della serie B.
Successivamente fu il tecnico dell'Ascoli dei record nella stagione1977-1978.[6] Imarchigiani dello storico presidenteCostantino Rozzi ottennero la promozione in Serie A con due mesi d'anticipo e stabilirono il primato assoluto dei punti totalizzati in un campionato di Serie B a venti squadre: 61 (2 punti a vittoria), con 26 vittorie, 9 pareggi e 3 sconfitte; record imbattuto dopo oltre 40 anni, anche rapportando i successivi campionati con la vittoria a 3 punti. Quell'anno, nelle file bianconere si mise in luceGiovanni Roccotelli, inventore della cosiddettarabona; mister Renna scoraggiava simpaticamente tale pratica tecnica, condannando amichevolmente il suo centrocampista al pagamento di una bottiglia di champagne per ogni cross sbagliato, ma il fantasioso giocatore eseguiva il colpo sempre in maniera esemplare. Renna allenò ibianconeri anche nell'anno calcistico successivo inSerie A, terminandolo al decimo posto in classifica dopo aver battuto la Juventus campionessa d'Italia, allenata daTrapattoni.

Nel 1979 il presidente delBari,Antonio Matarrese, lo chiamò ad allenare ibiancorossi militanti in Serie B, impegnandosi a organizzare con il tecnico una squadra che potesse (secondo loro e i tecnici baresi) conquistare lamassima serie;[7] Renna scelse il progetto della robusta società di Matarrese dopo aver rifiutato le offerte del Genoa e del Bologna e ottenne nellastagione 1979-1980 la salvezza con quattro punti di distacco dalla zona retrocessione (dopo un buon girone d'andata, che vide il Bari nei primi cinque posti di classifica), dopo aver subito gli infortuni dei due attaccantiLibera eGaudino[7]. Nellastagione 1980-1981, dopo aver rifiutato in estate la prestigiosa offerta del Napoli in serie A, si dimise dopo la 26ª giornata,[8] con 24 punti in classifica.
Successivamente allenò inseconda serie anche il Palermo per due stagioni (6º posto a pari punti con il Perugia nel campionato 1981-1982). Il Palermo di Mimmo Renna è stata una delle squadre più amate dalla tifoseria rosanero. Il gioco fantasioso e spregiudicato dell'allenatore leccese, unitamente alle qualità tecniche diGian Piero Gasperini,Antonio Lopez,Giampaolo Montesano e il cannoniereGianni De Rosa, sono ricordati nel capoluogo isolano.
Dopo i due anni trascorsi aPalermo, nell'estate del 1983 non trovò ingaggio immediato, venendo poi chiamato alla decima di campionato sulla panchina delCatanzaro appena retrocesso dallamassima serie; prese il posto diMariolino Corso, alla guida di una squadra con evidenti difficoltà. Nonostante un buon girone di ritorno, i giallorossi retrocessero mostrando un gioco considerato pregevole.
Nellastagione 1984-1985 fu chiamato sulla panchina delCatania. I rossoazzurri del presidenteAngelo Massimino erano tornati in B dopo la retrocessione dallaSerie A del campionato precedente, mantenendo in rosa i due brasilianiPedrinho eLuvanor; all'inizio la squadra di Renna si propose tra le prime fino alla fine del girone d'andata, ma dopo l'allontanamento deldsGiacomo Bulgarelli (per 5 anni compagno di squadra del leccese, nel Bologna), accusò un calo, ottenendo a fine stagione la salvezza.
L'anno dopo alla guida delTaranto inserie C1, ottenne la promozione in B al termine di un torneo ricordato dagliionici, che mise in luce il talento estroso del centrocampistaPietro Maiellaro.
Gli ultimi anni della carriera professionistica lo videro sulle panchine diCasertana,Livorno eGiarre in serie C1, prima di uscire gradualmente di scena e accettare incarichi passeggeri fra iDilettanti. Dal 1999 al 2008 è stato direttore della scuola calcio del Comune di Lecce, su indicazione dell'allora sindacoAdriana Poli Bortone, la quale ebbe a dichiarare che Mimmo Renna, primo calciatore leccese a vincere uno scudetto, fu "il suo mito sportivo della giovinezza".
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